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Autore: Rein94    28/10/2009    3 recensioni
Sulfus si rende conto dei propri sentimenti per Raf,ma lei è innamorata di Raoul, un terreno... La versione a fumetti si è fermata proprio a questo punto,ed è da qui che parte la mia storia!
[Raf/Sulfus ~ FF Ispirata alla Versione a Fumetti]
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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forbie2 Allora, ho postato il continuo xk è stata aggiunta fra i preferiti di I love sasunaru e di VaMpIrA89, e fra le seguite di mua ^^ vi ringrazio tanto sul serio, xò senza almeno una recensione il prossimo capitolo nn so se lo posterò...

Capitolo 2

Raf POV

Me lo vedo venire incontro, e faccio un piccolo sorriso forzato…chissà perché ma è come se glielo dovessi, di essere sempre gentile con lui. “Era da tanto che non ti si vedeva in giro, che fine avevi fatto?” Sono leggermente tesa, era da tanto che volevo vederlo. “Ehm…cioè, io…si ecco…” mi accorgo che mi sto istintivamente attorcigliando una ciocca di capelli intorno a due dita, mio tipico atteggiamento di quando sono nervosa. Abbasso lo sguardo sulle punte dei miei piedi e sento una piccola risatina divertita. “Tu…sei proprio strana, lo sai?” Devo ammettere che ha proprio un bel sorriso; è dolce, solare, aperto…ma non mi fa più battere il cuore come prima. Improvvisamente sento una stretta intorno al mio polso, e mi sento come trascinare; lui ha incominciato a correre. “Si può sapere dove mi stai portando?” continua a ridacchiare senza fermarsi “Tranquilla, seguimi e fidati di me” Non mi ricordavo che fosse così dolce, è proprio l’esatto opposto di…no, basta. Ho deciso che le preoccupazioni me le lascio alle spalle per oggi no? “Raoul, sul serio, dove stiamo andando?” Lui comincia a rallentare un po’ e si volta verso di me, senza allentare la stretta sul mio polso. Allontana leggermente lo sguardo imbarazzato dai miei occhi, e fa un piccolo sorriso “A dire la verità, non ne ho idea. Solo che ho pensato che se ti avessi lasciata andare, saresti sparita di nuovo…” Rimango immobile, senza reazioni. Ha detto una cosa bellissima, lo so. Ma non mi sto sciogliendo, non mi sto sentendo euforica, non sto nemmeno arrossendo. Raoul mi guarda con un’aria interrogativa; mi rendo conto anche da sola che mi sto comportando da…insensibile. Dovrei fare qualcosa, dovrei dire qualcosa; qualsiasi cosa. Cerco di dissimulare l’imbarazzo con un sorriso appena accennato e un “Ah, davvero?” pronunciato con un tono innocente, totalmente ingenuo. Rimango sgomenta quasi quanto lui. Sembra quasi che io lo stia prendendo in giro…lentamente allontano il mio polso dalla sua mano, e rimango sorpresa nel sentire che il contatto con la sua pelle non mi ha lasciato la sensazione di calore che mi aspettavo. È come se non avesse mai afferrato il mio polso, come se non ci fossimo mai toccati. Rimaniamo fermi per qualche secondo a guardarci confusi negli occhi, quando sento di nuovo una stretta intorno al mio polso. “Scusate piccioncini, continuate dopo ok? Te la rubo un secondo, devo parlare con lei” Raoul rimane come inebetito, come se non fosse sicuro di aver capito troppo bene “Ehi! Lei sta con me!” Lui sospira spazientito “Si, questo l’avevo capito. Stai tranquillo che non te la rovino ok? Devo solo parlarle” e senza aspettare la risposta di Raoul mi trascina lontana da lui. “E - ehi! Lasciami! Che vuoi da me ora? Pensavo che non volessi avere a che fare con una racchia zuccherosa come me!” Sto urlando cose a vanvera, non riesco a stare calma, il mio respiro diventa irregolare. Divincolo il braccio di scatto e lui lascia la presa che aveva sul mio polso. Me lo stringo forte al petto; è caldo, terribilmente caldo. Sento il cuore pulsarmi in petto, in gola, nella testa. Sento i battiti prepotenti che coprono ogni cosa. Lui si mette la mano in tasca, e sposta lo sguardo verso l’altro per non incrociare il mio. “Allora?” non sono arrabbiata, ma devo giustificare a me stessa quest’ansia irrazionale e incrocio le braccia al petto con aria indifferente. Lui sembra cadere dalle nuvole “Allora cosa?” Mi esaspera quando fa così, sembra quasi che mi prenda in giro. “Allora cosa devi dirmi?” Lui sposta lo sguardo su di me, con uno sguardo strano…sembra quasi che abbia paura. Ma la cosa che mi manda più in confusione è il fatto che questo sguardo mi pesa, mi pesa terribilmente. Provo un impulso fortissimo di abbracciarlo e stringerlo fino a far sparire quell’espressione. Vorrei ma non posso. Non è solo il fatto che io sono un angelo e lui è un diavolo. Non posso abbracciarlo come farei con Miki, Uriè, con Gabi, non  posso abbracciarlo come se fosse il mio peluche preferito. La mia non è una sensazione, ma una certezza; sarebbe diverso. Troppo diverso. Prende un respiro, sta per parlare. Mi sento così strana, pendo totalmente dalle sue labbra. È così sbagliato desiderare che il mondo si fermi in quest’ istante?


Sulfus POV
Ho girato mezza città, l’ho trovata, mi sono trasformato in terreno, l’ho praticamente trascinata via a forza dicendole che dovevo parlarle. Ora è qui davanti a me con una faccia decisamente scocciata; dopotutto l’ho interrotta mentre stava con il “suo” terreno. Giuro che quando li ho visti mi sono sentito male. Erano terribilmente vicini, troppo per i miei gusti. Prima di accorgermene stavo già camminando verso di loro e avevo preso la sua mano. Mi guarda in modo strano; più che scocciato, come avevo pensato prima, è…frustrato. È come se fosse insieme arrabbiata e angosciata, e forse anche spaventata. Rivolgo un attimo lo sguardo dietro di noi, fino a quel terreno. Se quello sguardo è colpa sua, si è appena guadagnato un diavolo per nemico. La voce di Raf mi riscuote “Allora?” incrocia le braccia un po’ imbarazzata, probabilmente nel goffo tentativo di essere scortese. Comunque rimango sorpreso dalla sua domanda, cosa vuole sapere? “Allora cosa?” lei alza leggermente gli occhi al cielo e porta la mano destra sul suo fianco “Allora cosa devi dirmi?” scandisce le parole lentamente, come se parlasse con un bambino di due anni. Comunque ha ragione, devo risponderle. Ho fatto una confusione totale e ora mi ritrovo davanti a lei senza sapere cosa dire. Ho l’impressione che qualcosa del tipo “Ehi ciao, volevo solo dirti che mi sento da schifo perché domani parto per Zolfanello City e non potrò più vederti. A proposito, te l’ho detto che ti amo?” non andrebbe troppo bene. Faccio un sospiro come a voler parlare, ma mi blocco. Basta una parola sbagliata, e sarà tutto finito. E poi sul serio, cosa mi aspetto? Mi sembra che la sua scelta l’abbia già fatta tempo fa, no? E allora perché me ne sto qui con il cuore in subbuglio e lo stomaco che sembra aggrovigliarsi, fino a farmi piegare in due dal dolore? Alzo lo sguardo su di lei, che stavolta sembra quasi…preoccupata? Fa un piccolo passo poco convinto verso di me “Tutto…tutto bene Sulfus? Sei…strano” Certo che con i miliardi di esseri viventi nell’universo potevo sceglierne uno un po’ più perspicace. Comunque è ora che io dica qualcosa, sto facendo una figura da emerito idiota “Niente, sto benissimo. Volevo solo dirti che da domani dovrai arrangiarti da sola con i Riviventi.” Ma cosa cavolo sto dicendo? Non è per questo che ho fatto la maratona in mezzo alla strada. “Me ne torno a Zolfanello City per un po’.” Capisco dal suo sguardo che è leggermente confusa, come se non fosse sicura di aver capito troppo bene. “Come scusa?” Mi sento esplodere, non voglio ripeterlo. Pensi che io mi diverta? “Hai sentito bene, me ne vado. Almeno non sarò costretto a vedere la tua faccia zuccherosa ogni giorno! Credo proprio che sarà il periodo più rilassante della mia vita…” Resto in attesa di un urlo, di uno schiaffo, di un broncio, di una qualunque rispostaccia arrabbiata e nervosa. Silenzio. Lei non parla, ma tiene il capo leggermente chino nascondendomi il suo sguardo. Quando, con una lentezza esasperante, lo rialza, accenna un piccolo sorriso. “…Capisco. Divertiti allora.” Fa una breve pausa. Il nostro silenzio, che in genere è imbarazzato e teso, ora è gelido. “Bene, se non hai altro da dirmi…io dovrei andare” e senza aspettare una mia risposta comincia a camminare. “Raf, dove stai andando?” Sono già abbastanza incasinato di mio senza che ci si metta quel terreno di mezzo “Lasciala stare,ok?” Un diavolo geloso può essere pericoloso, non ti conviene farmi arrabbiare. Ma evidentemente non è abbastanza intelligente e non coglie l’antifona, perché comincia a inseguire Raf. Lei si volta, e con lo stesso sorriso debole di prima sussurra leggermente “Scusami, mi sono dimenticata di un impegno urgente…Ci si vede in giro ok?” lui non sembra troppo convinto, ma si ferma senza replicare. Lei si volta di nuovo, e stavolta comincia a correre. Non ne sono sicuro, ma credo che volesse nascondere qualcosa. Quel sorriso così forzato…mi sembrava quasi sul punto di piangere. Vorrei seguirla, ma so di non averne il diritto; dopotutto sono io che l’ho ferita. La seguo con lo sguardo finché non sparisce dietro alla piccola stradicciola, poi mi volto in direzione opposta. Sono proprio uno stupido; non solo non so parlarle sinceramente, ma ogni mio gesto le fa male. Se mi avvicino scappa, se la sfioro si ritrae. Se le parlassi dei miei sentimenti penserebbe che le sto mentendo, se le giurassi che sono sincero avrebbe paura di me. Ma quest’ “amore” non era l’emozione più bella di tutte? Come ci può essere una disparità così grande? Come possono esistere talmente tante possibilità di perderla? Mi ritrasformo in diavolo, e volo verso casa. Devo preparare le valigie, domani parto e lascio indietro tutto. Domani, al momento di andarmene, sfumerà anche la mia più piccola possibilità di conquistarla.

FINE 2° capitolo ^^ spero vi piaccia ^^
  
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