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Autore: Maxyna    10/06/2005    3 recensioni
Una storia da gustare tutta d'un fiato. Non vi asettate un capolavoro, è molto semplice e riporta solo una storia. Tratta di come proprio quanto non te l'aspetti capita...senza una ragione, senza un perchè.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-

Sabato

 

-...sai non gli ho detto di si solo perchè ha troppi brufoli...

Jennifer parlava da ore ormai e Alyssa cominciava averne le scatole veramente piene…

-…e poi scusa sua sorella non era quella che è stata insieme a Jason Button, si dai quello che è al quarto anno che ha pure fatto…

-STAI  zitta un attimo!è da tre ore cha parli di persone di cui neanche mi ricordo il nome, e non venirmi a raccontare la storia dei brufoli che non ti metti con lui solo e unicamente perché è lui che non vuole mettersi con te…

Jennifer sconvolta chiuse istantaneamente la bocca e sgranò gli occhi.

-Oh…e che cavolo…

-…

- Oksenti oggi sono un po’ irritabile…

-per Jack?

-per Jack, per Andrew e per tutti i ragazzi che mi piacevano e  che ora non mi guardano neanche…

-è dura non trovare un ragazzo…beh benvenuta nel club…

-Si insomma…ho 15 anni…non sono  grassa bassa o tozza…

-Nonno…tesoro tu sei praticamente una modella ma sai che cos’hai che fa veramente schifo?

-Cosa?

-Uh che bello fermiamoci un questo negozio!…il carattere…è quello che lascia parecchio a desiderare…

-COSA?no scusa sei fuori del tutto?sono simpatica, amichevole, altruista, stronza quel che basta…che cosa c’è che non va in me?

-è vero quello che hai detto…non hai problemi a stare con amici eccetera…li abbracci e li baci tutti …ma pensaci…lo fai anche con i ragazzi che ti piacciono?

-…si…

-eh eh che bugiarda che sei…

-Va beh solo perché sono un po’ timida non vuol dire che debba per forza essere un fallimento con i ragazzi.

-Credimi…oggi giorno vanno di moda le audaci…non le romantiche e patetiche…oh no…

-oh no cosa?

-oh no…questo non è possibile…UN’ALTRA!....

-MA COSA?!

-acqua…

-acqua…

-acqua!

-Acqua?

-Ma si…acqua ho sentito una goccia…eccola sulla mano un’altra…

-Oh no …non PUO’ piovere…no no...non può…

Le due ragazze si guardarono e come se facessero una gara presero istintivamente il cellulare per chiamare i loro papà…

-Papà mi vieni a prendere?ti preeeeeego…-dissero contemporaneamente….

-Grazie grazie grazie papino…-disse Jennifer

-Come sei fouri città con la mamma???e io come faccio a tornare a casa che piove???cosa?un autobus?ma è una battuta vero?come no…ciao…

 

-Non te lo chiederò…

-NON MI VENGONO A PRENDERE!...

-Non ti preoccupare ti do un passaggio io fino a casa…

-Grazie…

qualche minuto dopo…

-Ciao papi – disse Jennifer – Ascolta, possiamo dare un passaggio ad Alyssa vero?

-Jennifer ma ti sei già dimenticata?

-Che cosa…

-Abbiamo detto che alle 7 dovevamo andare dai Eagles…ti venivo a prendere e saremmo partiti…

-Ah già mi ero dimenticata…e che ore sono adesso?

-7. 30…

-Oh…siamo molto in ritardo allora…Beh Alyssa non so come dirtelo…

-Ma non importa Jennifer se non puoi darmi un passaggio…prenderò un autobus…

-Un autobus tu?avanti seriamente, come fai a tornare a casa…

-Prendo un autobus davvero…c’è una prima volta a tutto no?dai vai se no ti inzuppi…

- Ok…ma mi dispiace per te…

-Non te ne deve importare niente…vai…ci vediamo lunedì…

- Ok ciao…

Alyssa vide Jennifer allontanarsi…era il momento.

Era arrivato, doveva prendere un autobus per la prima volta.

Prima o poi sarebbe successo…bene primo passo…era quello di trovare una fermata.

Trovò una fermata.

Pioveva è vero, ma non c’era nessuno…comunque si sedette sotto la cupoletta e rimase li ad aspettare un il primo autobus che sarebbe passato.

5 minuti…niente…

10 minuti…

20…niente di niente…

Ma perché tutti i giorni vedeva questi autobus ovunque e quando servivano a lei non se ne vedeva l’ombra?!

Poi successe…

 

Un Porche Cayenne nero si accostò alla fermata.

Alyssa venne pervasa da una sorta di agitazione…odiava interagire con persone che non conosceva.

Il conducente tirò giù il finestrino…era un uomo.

Doveva aver avuto sui 45, 46 anni.

Era biondo, con occhi molto a mandorla azzurri…era proprio un bel uomo, pensò Alyssa, che era anche convinta di averlo già visto da qualche parte.

-Senti sai dirmi dov’è Old flowers Street? Perchè credo di essermi leggermente perso...

-Oh…ma certo…e proprio qui vicino…abito io li.

-che fortunata coincidenza…- sorrise…Alyssa trovò il suo sorriso qualcosa di fantastico.

-Allora lei vada dritto per questo viale…poi giri a destra solo e unicamente al secondo semaforo…e poi è arrivato!

-E tu perché sei qui?

Alyssa arrossì…non si aspettava di certo una domanda del genere: -Beh ecco…piove e allora torno in autobus…però non ne ho visto ancora nessuno qui nei dintorni…

-Ma certo che no . Oggi non lavorano.

-Cosa???no mi sta prendendo in giro!non è possibile, accidenti.

-Senti, io vado proprio a casa tua…ti do un passaggio…

Alyssa mutò espressione…fece un passo indietro…-Mi spiace non accetto passaggi da sconosciuti…

-Oh certo…senti…io sto andando li…c’è anche James qui in macchina se proprio non ti senti sicura…

Alyssa si spaventò ancora di più…-Oh si certo…e allora dov’è questo James?

-Qui. – e l’uomo indicò il posto davanti.

Alyssa si avvicinò con cautela…lo vide

-Ma è un bambino…

-Ha esattamente un mese oggi…ecco perché sono qui. Mia sorella, non che madre di James, tiene una cena per figli e amici in onore del….come si dice…Complemese del bimbetto qui presente…

-Oh capisco…ma perché ce l’hai tu?

-Lo portato a fare un giro ma poi si è messo a piovere…sai non sta mai con lo zio...dai allora Sali, giuro che non faccio niente!-sorrise

- D’accordo…

Alyssa contro tutti i suoi più fondamentali principi decise di salire.

 

-Hai detto solo al secondo semaforo giusto?

-Si.

Alyssa era confusa…si concentrò estremamente sulle goccioline di pioggia che si attaccavano al vetro.

Pensò che quella macchina aveva un buonissimo odore…poi guardò James davanti sul passeggino capovolto, che emetteva versi strani.

-Non mi piacciono i bambini.- disse istintivamente senza pensarci.

-Ah no…e perché?- sorrise lui.

-Perché…sono una seccatura…e poi hanno quegli occhi così grandi…

-Anche tu hai dei bei occhi grandi a mandorla come loro, che c’è di male?

Era un complimento?Alyssa arrossì violentemente…

-Ehm…no niente…

passarono altri minuti.

-La sa una cosa? – azzardò Alyssa – è come se l’avessi già vista da qualche parte.

-Beh potrebbe essere…in questi giorni sono alla Hartford School.

-Ma io vado alla Hartford High School!

-Ah si?la scuola privata in centro?davvero?beh io in questi giorni devo sistemare alcune cose…

-Scusi quali cose?...oh no scusi non sono affari miei…

-No te lo dico tranquilla…vedi, io mio padre, mio nonno siamo andati li…e ora che faccio un lavoro…come dire…che mi frutta davvero tanto, riesco con la mia azienda a fare cospicue donazioni alla scuola.

-Ha un’azienda?

-Beh si…ma non parliamo di questo…

-Ah ok…scusi.

-Non ti preoccupare, ma il lavoro che faccio preferisco sempre tenerlo lontano dagli affari personali.

-certo…oh eccoci arrivati, questa è casa mia…

-Bene allora…a presto.

-A presto…signor…

-Chiamami Tristan…sono Tristan Wilson.

-E io Alyssa…beh grazie mille…ciao.

Scese e corse veloce dentro a casa…aveva il cuore a mille…si sentiva scoppiare, il cuore accelerava, sentiva il mal di pancia dall’agitazione…ma che aveva fatto?

Era a casa da sola perché i genitori erano fuori…si buttò nel divano...ripensava a Tristan…che uomo…

 

Lunedì

 

-Allora come sei tornata a casa sabato sera?- chiese Jennifer.

-Oh…ehm alla fine sono tornata a piedi…- mentì Alyssa.

-SIGNORINE, se per voi ascoltare la lezione è una seccatura potete anche accomodarvi fuori…- le rimproverò il professore.

-Ci scusi professore. – Parlò Jennifer.

Toc toc

Entrò in classe la segretaria della preside: - Buongiorno…la Preside chiama in presidenza tutte le persone che seguono il corso pomeridiano di Economia aziendale e scienze delle Finanze, Psicologia e Diritto. Le persone che seguono questi corsi devono andare giù immediatamente, grazie.

Chiuse la porta e uscì.

 

-Bene allora mi servono i nomi e poi potete andare.- disse il professore che cominciò a prendere i nomi delle persone che dovevano andare, tra cui Alyssa.

 

-Ma perché dovete andare giù?- bisbigliò Jennifer ad Alyssa.

-Un mese fa abbiamo gli esami di fine corso…oggi ci daranno i risultati penso…

-Ah ma l’anno prossimo lo fai ancora il corso di economia?perchè pensavo di farlo pure io…

-Non lo so adesso vado però…

Una decina circa di persone uscì dalla classe.

Arrivarono velocemente in presidenza dove la preside gli attendeva.

 

-Buongiorno Ragazzi…

-Salve signora preside.

-Allora, come molti di voi avranno immaginato vi sto per dire i risultati che avete ottenuto negli esami di fine corso…voi siete di?

-Seconda F -parlò Alyssa.

-Bene, oh ecco qui…allora sapete bene che se l’anno prossimo volete prendere parte ai corsi dovete aver totalizzato minimo 60 punti su cento. Cominciamo con Diritto: Gallager Jane 85, Krisly Mark 67, mentre purtroppo Winett Louise non ce la fa, avendo avuto un punteggio di solo 53…mi spiace.

Louise rimase impassibile, e mentre Alyssa la guardava la preside annunciò i voti di psicologia.

-Bene e adesso per ultimi i voti del corso di Economia aziendale e scienze delle Finanze: Bourbon Frank totalizzi 60 giusto giusto, Ramoni Salvado 71 mentre Witterman Alyssa fa…o…è stata la migliore…100 su cento…complimenti.

Alyssa era incredula…era stata la migliore.

Lei non è che andasse così bene a scuola…nella media…ma evidentemente economia era una materia che le calzava a pennello…

-Bene potete andare ora…complimenti…signorina Witterman, lei no…rimanga…

-Gli altri componenti della classe uscirono dall’ufficio mentre Alyssa si sentiva sempre più agitata.

- Alyssa…devo comunicarti che sono davvero molto fiera di te…

toc toc

- Signora preside sono io!- una voce che fece sobbalzare Alyssa.

- Oh eccoti finalmente Tristan, entra pure…

Tristan entrò…vide Alyssa  e le sorrise.

- Alyssa ti presento Tristan Wilson, lui è un presidente…ha un’azienda…devi sapere Tristan che lei è la ragazza risultata migliore nel corso di economia…e non solo nella sua classe, ma di tutta la scuola!

-Notevole…-Sorrise Tristan.

-Senta, quando possiamo parlare di quella faccenda del…

-Oh si certo, guarda mio adesso sono via ma oggi pomeriggio alle tre sono qui.

-Beh a dopo allora!

-Certo a dopo!

-Arrivederci signorina.

-Salve…

 

-Hai visto?lui ha un’azienda tutta sua…ed è partito come te…anche lui ha frequentato tutti i corsi di economia qui al liceo…comunque veniamo a noi: sei risultata la migliore, quindi ti verranno attribuiti molti crediti, ma cosa più importante l’hanno prossimo potrai partecipare ad un corso supplementare sempre di economia... Complimenti!

-Grazie signora Preside. Posso andare ora?

-Certo Alyssa, a presto.

-Buongiorno!

 

Uscì chiudendo piano la porta. Si appoggiò pesantemente alla parete e chiuse gli occhi.

Aveva troppe cose per la testa…economia, il 100, Tristan…

-Complimenti signorina migliore del corso!

-Signor Tristan!-Sobbalzò Alyssa.

-Ciao Alyssa…sono felice di rivederti.

-Già, che coincidenza…

-già…

-Ehm…come sta James?

-Ah lui molto bene!pensa che sabato sera appena arrivati si è messo a dormire, e senza il festeggiato non c’è stato molto gusto sinceramente…

-Beh capisco…è anche per questo che i bambini non mi piacciono!

-Per un certo verso hai ragione!

 -Sai a proposito che il vero motivo per cui mia sorella e suo marito mi hanno fatto venire?Sono partiti!

-Sono Partiti?

-Esatto…stanno via una settimana, e mi hanno chiesto di tenergli James…io ho accettato, ma oggi per esempio ho dovuto chiamare una baby sitter!

-Non mi piacciono le Baby sitter...- ribatté Alyssa

- Neanche loro?

-Loro rapiscono i Bambini.

-Ah ecco…beh si insomma, la baby sitter che ho assunto fa fino alle due di questo pomeriggio…

-Ma scusa, non hai preso appuntamento con la preside oggi alle tre?

-Hai ragione!accidenti e ora chi me lo tiene James

-mi spiace che ti sia trovato in questo guaio…

passarono alcuni secondi

-Senti ti va se lo tengo io per oggi pomeriggio?i miei sono fuori per tre giorni a New York, per domani non abbiamo niente quindi non mi darebbe fastidio…-disse Alyssa

Tristan la guardò illuminato –Dici davvero?lo faresti?

-Ma certo non c’è problema!

-Grazie mille davvero, senti ti do l’indirizzo…ah che ora puoi andare?

-Il lunedì finiamo prima, all’una e mezza…appena finita scuola!

-Io devo rimanere qui però ci sono degli autobus che ti portano a New Heaven

-Abiti a New Heaven?

-Si, è a circa un’ora da qui, ma se non vuoi ti capisco!

-No davvero, mi farebbe piacere…prenderò un autobus…e poi che fortuna abita una mia compagna di classe a New Heaven, prenderemo lo stesso autobus!

-Ecco qui l’indirizzo allora…

Le diede il suo biglietto da visita.

Il primo indirizzo era quello dell’azienda con sito, numero, fax.

Il secondo era quello di casa:

Tristan Wilson

Blooming Street 1/a

New Heaven

Conneticut

-Beh allora ci vediamo verso questa sera quando tornerò!- disse Tristan felice come una Pasqua.

-A quanto pare si…

Rimasero in silenzio per qualche secondo a guardarsi.

-Beh grazie…-proferì lui.

Alyssa arrossì violentemente.

Aveva il cuore che le stava scoppiando, sentiva una sensazione strana torcerle il cuore…

-Sei proprio gentile…-si avvicinò Tristan.

-Grazie  -lei indietreggiò leggermente, anche se sentiva che non avrebbe voluto farlo.

 

Driiin

 

- Ops…campanella!devo andare Signor Tristan.

-Ciao Alyssa!grazie mille ancora…- girandosi Alyssa sfiorò il corpo di Tristan e le vennero i brividi.

Corse via.

Le piaceva tanto Tristan.

Se pensava a lui, il cuore le batteva all’impazzata…e lo conosceva solo da due giorni!

Le piaceva perché era diverso…

Era maturo, gentile, bello, simpatico…era fantastico!

Finirono le lezioni e lei con una sua compagna di classe andarono a prendere l’autobus.

 

-Allora come mai oggi vieni a New Heaven?

-Beh vedi, devo…andare a trovare un amico.- Mentì Alyssa alla compagna.

-Capisco…senti come ti è andato l’esame di economia?oh guarda siamo arrivate…

-Ci abbiamo messo poco…

-Per la precisione 47 minuti.

Scesero.

-Senti sai dirmi dov’è Blooming Street?

-Oh…è li che abita il tuo amico?

-Si perchè?

-Beh…ma è una cavolata…è solo che è il più costoso quartiere della città?

-Ah si?

-Magari se mi dici chi è lo conosco…

Alyssa venne pervasa da un moto di gelosia.

-No non lo conosci.

-Va beh se proprio non ci tieni…comunque Blooming Street è qui avanti, giri a destra nel primo incrocio. La  riconosci perché la prima casa è una casa enorme bianca, una specie di villa. C’è sempre un Cayenne nero davanti.

-Oh grazie.

Era la casa di Tristan quella di cui parlava.

Alyssa in quel momento non sopportò la sua compagna che frettolosamente salutò e lasciò da sola.

Voleva andare a vedere questa casa, era curiosa, agitata, ma sopratutto felice.

Arrivò nella vie prediletta e la vide.

Era bellissima…aveva un giardino enorme posizionato su un’altura.

Era magnifica.

Semplice, grande, proprio come piaceva a lei.

Vide che stava uscendo una donna sulla sessantina…doveva essere la baby sitter.

Si avvicinò alla porta, ma la pervase un dubbio: come avrebbe fatto ad entrare?

Tirò giù la maniglia…fortunatamente era aperta.

Entrò, la sua casa era qualcosa di formidabile.

Era a due piani, enorme, aveva tantissime librerie ricolme, piccole sculture in metallo…

Era fantastica quella casa…aveva un buon profumo.

Vide la culla di James in fondo alla stanza.

Si avvicinò e lo vide addormentato.

Dopo allora aver buttato il cappotto sul divano, si fiondò sui libri.

Alyssa rimase estasiata, gli piacevano da matti, libri che non avrebbe più sperato di leggere.

Ne prese uno a caso di un autore però che conosceva bene…si mise in divano a leggerlo.

Aveva già sentito parlare di quella storia, era un romanzo d’amore.

Lei una donna del settecento destinata ad un altro uomo, lui povero artigiano ignaro di essere un nobile discendente di un re Francese…

Mentre leggeva alcune righe a caso del libro ripensava alla giornata avuta, al cento in economia, alla casa stupenda, alle sensazioni inedite che pervadevano il suo corpo, e a Tristan…sentiva come di essersi innamorata di lui, anche se non poteva essere…

Lo conosceva da pochissimo, poche ore, ma il suo cuore le giocava brutti scherzi quando pensava a lui.

Avrebbe voluto stare con lui, in tutti i sensi e per sempre, ma sapeva che erano sogni impossibili, sogni di una patetica ragazzina 15enne…ma lei infondo ci sperava…appoggiò la testa e si addormentò.

L’ultima cosa che fece fu quella di guardare l’ora…erano le due e mezza.

 

Tristan arrivò a casa verso le sei del pomeriggio.

Era esausto, ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di rivedere Alyssa.

Non sapeva perché, ma quella ragazza lo aveva fatto impazzire, sin da quando la aveva vista alla fermata infreddolita e un po’ triste.

Gli piaceva tanto, ma sapeva anche che non sarebbe stato giusto innamorarsi…ma lui sapeva bene che forse era troppo tardi, lei lo aveva già forgiato e ormai era troppo tardi per tornare indietro.

Entrò e la vide: era rannicchiata sul divano di pelle nera, con i capelli lunghi e ondulati sparsi ovunque, con un libro in mano penzolante, le labbra rosse chiuse come gli occhi…

Si era addormentata, e come testò poco dopo anche James.

Portò quindi il bambino su nella sua camera, e poi si sedette accanto ad Alyssa, ancora nel mondo dei sogni.

La guardò…aveva uno sguardo beato e felice.

Era bellissima, pensò Tristan.

Si decise…le accarezzò il volto.

Fu meraviglioso, aveva la pelle morbida e bella…era meravigliosa.

Poi aprì gli occhi.

 

Alyssa si svegliò di soprassaltò e trovandosi Tristan davanti fece un salto…

-Mi sono addormentata!

-Beh si a quanto pare…

-Oddio e James come sta?dov’è?

-Tranquilla è tutto a posto, lo portato su a dormire, stai tranquilla.

Ad Alyssa sembrò di sentirsi male…Guardava Tristan, con la camicia un po’ aperta, un profumo squisito, una voce così calda…

-Mi spiace, sono una pessima baby sitter

Tristan sorrise.

-Beh io ora posso andare.- soggiunse Alyssa.

-Ma che dici è buio!ti do un passaggio!

-Beh sei molto gentile ma non voglio disturbarti ulteriormente.

Tristan rimase a fissarla.

La stanza era calda, c’era un profumo buonissimo, e c’era una silenzio quasi assordante.

Ad Alyssa cominciò ad esplodere il cuore, si sentiva in imbarazzo, ma era anche…confusa…felice…voleva rimanere li…voleva che le distanze tra lei e lui si accorciassero.

-Devo dirti una cosa Alyssa.

Lei non rispose ma era agitatissima

-Ti conosco solo da due giorni e, non mi è mai successo, penso che…

Lei lo guardò sconvolta…Possibile che pure lui provasse lo stesso sentimento per lei?

-Alyssa…tu sei, così…bella…giovane, intelligente…lo capito subito, dalla prima volta che siamo parlati.

Alyssa si sentì morire…aveva paura ma allo stesso tempo avrebbe voluto rimanere li con lui.

L’uomo intuì quello che stava provando la ragazza…infondo perché anche lui voleva la stessa cosa.

-Dovrei tornare a casa ora…-sussurrò Alyssa.

-Lo vuoi veramente?- si avvicinò Tristan con movimenti lenti, e audaci.

-Io…- Alyssa sentiva il cuore scoppiare.

Sapeva quello che sarebbe successo…lo sapeva…era il momento di decidere…se fosse andata via allora tanti saluti…ma se fosse rimasta…lei lo sapeva…sarebbe successo.

Ma com’era potuto succedere…come?da due giorni si conosceva e da due giorni si amavano.

- Alyssa  se tu lo vorrai ti porto a casa…devi solo dirmelo…

La ragazza lo fissò…gli occhi le divennero lucidi fece di no con la testa…non parlò perché sapeva che la sua voce avrebbe potuto giocarle qualche brutto scherzo, come tremare.

Tremava come una foglia e le veniva da piangere perché era spaventatissima, ma sapeva che voleva rimanere…lo desiderava con tutta se stessa e con tutto il suo corpo.

Sentiva il profumo di Tristan, la faceva impazzire…

Lui le si avvicinò…sentì il suo corpo pesante sopra di lei…era muscoloso e forte, e la fece sentire protetta e rassicurata.

Lo voleva era pronta…

Lui poggiò il suo torace su quello di lei e le sussurrò molto serio ma dolcemente:-Io sento che sei speciale…devo averti…ma tu fammi solo un cenno e tutto finirà…tutto.

Per avere una risposta avvicinò la sua bocca a quella di lei.

Era il momento per Alyssa…se avesse acconsentito a baciarlo avrebbe accettato tutto il resto…era il momento, lui avvicinò le sue labbra, lei a sua volta e successe.

Si baciarono con impeto e desiderio, pur provando Alyssa molta paura e agitazione…

Tristan capendo ciò la strinse a se con le sue forti braccia e le disse: - sappi che non ti farei mai del male…

Lei lo guardò negli occhi e tremando gli disse:-non so perché lo faccio…non so perché con te…

-Io lo so…perché hai provato e provi quello che provo io…ora pensa solo a te stessa…e a nessun altro…sei tu ora la cosa più importante…

Lei gli sorrise .

Tutto cominciò.

 

 

“Possibile che lui volesse farlo e basta?

Possibile che quello che abbiamo fatto a lui non interessi?

Sono stata davvero così ingenua da farlo con il primo che mi ha fatto girare la testa?”

Questi erano i pensieri che tormentavano la ragazza.

Alyssa stava guardando il soffitto quando il professore la richiamò: -Signorina Witterman, se lei trova più interessante il soffitto della mia lezione lo dica e basta!

-Mi scusi professore, stavo pensando alla le…

-Non mi dica alla lezione perché le rido in faccia.

-Allora non glielo dirò!

-Stia attenta se no la caccio fuori!

-Si professore. ”stupido ciccione impotente”

Driiiiiiiiiiiiiin

-Bene ragazzi ci vediamo domani, ah e signorina Witterman mi auguro che sia più presente perché non c’è solo economia qui a scuola da imparare, a domani!

- Cos’è una minaccia?Dio quanto lo odio quello stupido grassone!

-Alyssa come mai così irritabile oggi?- le chiese Jennifer

-No niente…- in realtà Alyssa era da una settimana esatta che non sentiva o vedeva Tristan, e più non lo sentiva più si rendeva conto di quanto stupida era stata.

 

Era arrabbiata, triste delusa, non sapeva più cosa fare.

Uscì da scuola e si avviò verso casa.

Capitò davanti alla fermata dove la prima volta lo aveva visto.

Aveva sbagliato tutto, non doveva fare una cosa del genere!

Si sedette nello stesso posto in cui era seduta quando lo aveva conosciuto.

Le venne da piangere.

Poi si fermò un autobus per New Heaven.

Senza pensarci lo prese, decisa, arrabbiata, sconvolta.

-Mamma ciao senti, ti spiace se mi fermo a mangiare da una mia compagna di classe?...no non torno tardi…si anche io …ciao!

Alyssa dopo essere salita sull’Autobus chiamò la madre per avvertirla che sarebbe stata fuori.

Dopo circa tre quarti d’ora arrivò e si diresse verso la casa di Tristan.

 

 

La macchina non c’era.

Le finestre erano tutte serrate, non c’era nessuno.

Alyssa stava li in piedi ferma a guardare la casa quando cominciò a piovere.

Nonostante dopo pochi secondi la pioggia si era fatta sempre più fitta e pesante, lei non si mosse, stette li e pianse, facendo confondere le sue lacrime amare con l’acqua piovana.

Avrebbe voluto morire, ma sapeva che doveva andarsene  testa alta!

Si era innamorata di lui, e lui l’aveva solo preso in giro.

  
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