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Autore: Rein94    28/10/2009    3 recensioni
Sulfus si rende conto dei propri sentimenti per Raf,ma lei è innamorata di Raoul, un terreno... La versione a fumetti si è fermata proprio a questo punto,ed è da qui che parte la mia storia!
[Raf/Sulfus ~ FF Ispirata alla Versione a Fumetti]
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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forbie3 Ringrazio tanto TopazSunset e mua x i commenti ^^

Capitolo 3

Raf POV

Entro di corsa nella mia camera e sbatto la porta dietro di me, prima di buttarmi furiosamente sul letto. Stupido, stupido, stupido. Se ci fosse un concorso per “Mr. Universo Insensibile”, non lo farebbero neanche partecipare, gli altri iscritti non avrebbero speranze altrimenti. Prendo il mio diario da sotto al cuscino, ma mi rendo conto di non aver voglia di scrivere. Mi gira la testa, mi sento male. Mi rannicchio su un lato, mentre delle lacrime cominciano a scendere copiose sul mio viso e sulle lenzuola. Stringo forte il cuscino e vi affondo la testa, come vorrei fare lo stesso con i miei pensieri in quest’istante…“Me ne torno a Zolfanello City per un po’.” La sua voce continua a tornare insistente nella mia testa, ogni volta rimbombando più forte fino a farmi star male. In quest’istante vorrei poter abbassare il volume a zero e impedire ai miei pensieri di correre così velocemente, fino ad arrivare al questa certezza che mi fa provare una strana sensazione di amaro in bocca, fino a impedirmi di respirare per qualche attimo insieme al mio cuore che aveva smesso di battere “Se ne va, non lo rivedrò più. Domani se ne va” Mi alzo, non riesco a stare stesa. Mi avvicino alla finestra, e di colpo non riesco più a controllarmi. Guardo la luna, da quando è così lontana? Sento le gambe cedermi, e cado in ginocchio mentre continuo a sbattere impotente i pugni conto i vetri della finestra. Il mio pianto, prima silenzioso e sommesso, ora si fa sempre più forte e disperato. Sento i miei singhiozzi diventare sempre più forti, mentre il mio corpo si accascia sempre di più a terra e avverto il contatto della mia pelle con il pavimento gelido. Forse ho voglia di urlare, non riesco a capirlo. Ma anche se volessi non so se ci riuscirei, ho la bocca impastata di saliva e i singhiozzi che mi scuotono rendono la mia voce rotta e inferma. Stringo i pugni e mi agito convulsamente, mi fa male il cuore. I miei lunghi capelli sono sparsi un po’ per tutto il pavimento, e mi coprono anche il viso e gli occhi, che sono chiusi come a voler impedire alle lacrime di scendere. Sento male dappertutto, mi sento distrutta. “Calmati, calmati!” continuo a ripetermelo ma senza grandi risultati. Cerco di tirarmi su dal pavimento appoggiandomi su un braccio, ma sento la testa che mi gira per il gran pianto e non riesco ad alzarmi. Ho freddo. Voglio addormentarmi e addormentare il mio dolore. Con uno sforzo immane riesco a mettermi seduta ed appoggiarmi contro alla parete che da sulla finestra, mentre i singhiozzi cominciano leggermente a calmarsi. Mi porto una mano sulla fronte, scotto. Sono sicura di non avere la febbre, ma scotto. La parte che sento più calda in assoluto è il mio polso, me lo sento rovente. Ripenso a quando mi ha presa e mi ha trascinata via per parlarmi, e i singhiozzi ricominciano quasi più forti di prima. Sento la porta della stanza aprirsi, e dei passi. Non mi sporgo a vedere chi è, sinceramente non mi interessa. Mi trovo davanti a una Miki ed un’Uriè totalmente stravolte. “Raf! Cosa ti è successo?” Cerco di capire in che condizioni sono, e mi costringo a guardarmi. Una gamba lunga distesa sul pavimento, l’altra accovacciata vicino al petto, le braccia inerti lungo i fianchi, la testa appoggiata stancamente al muro, mi sento gli occhi quasi pesanti, e probabilmente sono rossi e gonfi, sto ancora singhiozzando forte. No, non credo che me la caverò con un “Tranquille ragazze va tutto bene”. E poi, sinceramente, non ho la forza di mentire in quest’istante, nemmeno se è per non far preoccupare le mie amiche. Apro la bocca come per parlare, ma mi sento la gola secca e la voce roca. L’unico suono che esce è una specie di grugnito rauco, e di sicuro non aiuta le ragazze a capire cosa mi passa per la testa. Miki mi si avvicina, si china e mi abbraccia. Ora le lacrime non ci sono più, probabilmente le ho già esaurite tutte, ma i singhiozzi continuano, così come la sensazione di avere un buco nel cuore. Un istante dopo scioglie il nostro abbraccio “Avanti Raf, cosa c’è che non va?” E lo chiedi a me? Vorrei saperlo anche io! Le parole comunque si affacciano da sole nei miei pensieri, e prima di rendermene conto pronuncio in un singulto “Se ne va…domani se ne va!” Miki guarda Uriè come a chiederle spiegazioni, ma questa alza le spalle e scuote leggermente la testa. Mi sorreggono entrambe per le braccia, e mi mettono sotto le coperte. “Raf…non ti va di venire a cena, di sotto?” Mi copro fino alla testa, tremando, e sussurro un “no” poco convinto. Le mie amiche annuiscono debolmente e chiudono la porta, lasciandomi sola. Alzo il cuscino e prendo il mio diario. Lo sfoglio rapidamente fino alla metà, dove ho messo la margherita che ho trovato. Ormai si è seccata, ma non mi importa. La stringo forte al mio petto cercando inutilmente di chiudere gli occhi, mentre il mio respiro torna lentamente a farsi più regolare.


Sulfus POV

Siamo seduti tutti qui, a tavola, avvolti in un silenzio innaturale. Si sente solo il rumore metallico delle posate contro i piatti e qualche sussurro biascicato. Rivolgo quasi istintivamente lo sguardo al tavolo degli angeli, e mi accorgo che tu non ci sei. Le altre angiolette da strapazzo sembrano preoccupare, chissà se ti è successo qualcosa. Nelle ultime tre ore mi sono rivisto mentalmente tutta la scena del nostro ultimo incontro, oggi pomeriggio. Conclusione? Sono uno stupido. Non mi rimprovero il fatto di non essere riuscito a parlarle dei miei sentimenti, dopotutto ci vuole coraggio…almeno credo; non mi ero mai innamorato prima. Il punto è che mi sono comportato da schifo. Potevo evitare di trattarla in quel modo assurdamente crudele solo per dissimulare il mio imbarazzo, no? Ma perché faccio sempre la cosa sbagliata? Dal silenzio emerge lo strisciare di una sedia che si sposta, e una voce che rompe la strana tensione presente nell’aria. “Scusate, avrei un piccolo annuncio” un sorrisetto malizioso spunta agli angoli della bocca della donna “In genere non uso tutte questa formalità, ma immagino che per una cosa del genere sia necessario…” fa volontariamente una breve pausa seguita da un piccolo sbadiglio; lo sta facendo apposta per farmi innervosire. “Il vostro compagno Sulfus se ne andrà a Zolfanello City per un po’ di tempo” Sento improvvisamente tutti gli sguardi rivolti su di me, e assumo un’espressione indifferente per nascondere la rabbia. La Temptel continua a parlare, stavolta rivolta a me “Partirai domattina alle 7, vedi di non fare tardi.” Con l’indice destro segue il contorno del bicchiere che si trova davanti, e poi continua “Potete andare ora, la cena è finita” Scosto con rabbia la sedia, e velocemente esco dalla sala. Strega. Ti diverti proprio eh? Mi metto seduto sul mio letto, sicuro che non potrò dormire questa notte. Provo comunque a rannicchiarmi e chiudere gli occhi, rimanendo nella stessa posizione non so per quanto tempo. Vedo il cielo che diventa sempre più nero, fino a cominciare a schiarirsi all’alba. Ora comincio a sentirmi agitato sul serio. Ora non ho più il silenzio della lunga notte che desideravo non finisse mai; fra poco dovrò partire. Quante ore mancano? Due, tre? Non fa differenza, sono sempre troppo poche. Provo una voglia irrefrenabile di alzarmi e arrivare alla tua camera, aprire la porta e svegliarti, ed essere la prima persona che vedi quando apri gli occhi. Allora vorrei prenderti per mano e dirti la verità, e smetterla di nascondermi dietro a scherzi e insulti da bambini. Sospiro, ormai saranno le sei. Ho passato tutto il tempo alzandomi di scatto dal letto e arrivando fino alla porta della mia stanza, senza mai aver il coraggio di varcare la porta e venire da te. La gente mi definiva in molti modi: bello, terribile, bugiardo, falso. Ma non hanno mai indovinato il mio aspetto più importante. Sono un codardo. Sono un codardo perché ho paura di sfiorarti, giocare con i fili d’oro che hai per capelli, abbracciarti, baciarti. Ma dirlo a me stesso non serve proprio a niente. Mi alzo con una sensazione di vuoto costante, e esco dalla stanza. All’uscita mi trovo davanti i professori, Gas, Kabalé, Cabiria e persino Uriè e Miki. Sono venuti tutti, ma tu non ci sei. Uriè si accorge dello sguardo che sto rivolgendo loro, e risponde con aria stanca “Raf non si sente molto bene. Sta dormendo…credo.” Annuisco lentamente, e faccio due passi verso la Temptel. Lei si rivolge agli altri con un “Ora che lo avete salutato potete andare, grazie” Mi guarda, poco convinta di quello che sta per dire “Hai ancora qualche minuto, va a controllare se hai lasciato qualcosa o se ti sei dimenticato di fare qualcosa” Non capisco cosa le passa per la mente, ma obbedisco e comincio a girare per i corridoi. Ok, ho salito una rampa le scale; ora mi basta scendere quest’ultima e arrivo alla mia stanza. La mia mente mi dice di andare, ma non muovo un passo. Mi volto lentamente verso l’altra rampa, quella che sale alle stanze degli angeli…No, non lo farò sul serio… giusto? Comincio a salire rapidamente, prima di pentirmi della mia “brillante” trovata, e arrivo davanti alla SUA camera. Apro la porta, e mi sembra di vedere un lieve movimento di coperte. Mi avvicino, e vedo le sue palpebre abbassate e la sua posizione rannicchiata. Devo essermi sbagliato, sta decisamente dormendo. Mi inginocchio lentamente ai piedi del letto. Osservo meglio il suo viso, e mi accorgo che è leggermente umido e arrossato, come se lei avesse pianto. Nella mano sinistra stringe una margherita, e questo mi fa tornare in mente quella che le avevo “regalato” io… Chissà, magari quando è addormentata riesco a trovare il coraggio di parlarle. “Raf…” la mia voce è incerta “Mi dispiace…sul serio per come mi sono comportato” sono come ipnotizzato, inebriato dal suo dolce profumo. Le sua labbra sono così rosse e carnose…perfette. Ho paura, mi sento tremare. Tanto lo so che non avrò il coraggio di baciarti. Con la punta del dito sfioro le tue labbra, e sospirando rassegnato dalla mia stupidità ormai confermata, mi rialzo e faccio per uscire dalla stanza. Mi giro un’ultima volta verso di lei con la mano sulla maniglia della porta “Mi mancherai, angelo” e chiudo la porta dietro di me. Mi appoggio al muro, e mi metto una mano fra i capelli. Ho sprecato l’unica opportunità che avevo per baciarla.
…No, lo so che non è così. Un bacio così, senza volontà, stile “bella-addormentata-nel-bosco” non lo volevo. Mi sembra di sentire un rumore provenire dalla stanza di Raf, forse si sta rigirando nel letto. È meglio che io mi sbrighi ad andarmene prima che lei si svegli e mi trovi qui.
Scendo velocemente le scale, e mentre la Temptel comincia a chiamare il mio nome, mi sembra di avvertire lo scricchiolio leggero di una porta che si apre…

FINE 3° capitolo
Cm è? Terribile? >.<
  
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