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Autore: Ice_DP    29/10/2009    3 recensioni
"Desidera qualcos'altro?"
Una ragazza dai lunghi capelli biondi prese di nuovo in mano un vassoio, posato poco prima sulla scrivania, spolverata di fresco.
"Si, desidero te..." pensò Itachi, guardandola attentamente, come faceva da lì a qualche tempo quando le capitava nelle vicinanze, da oramai lunghi giorni.
[4^ classificata e vincitrice del premio "Angst" al contest "Contest sul legame" indetto da oKelio]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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>Inconcepibile

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"Desidera qualcos'altro?"

Una ragazza dai lunghi capelli biondi prese di nuovo in mano un vassoio, posato poco prima sulla scrivania, spolverata di fresco.
"Si, desidero te..." pensò Itachi, guardandola attentamente, come faceva da lì a qualche tempo quando le capitava nelle vicinanze, da oramai lunghi giorni.
"No, grazie. Vai pure, Ino." rispose, invece di dar sfogo ai suoi reali pensieri.
La ragazza sorrise, portandosi il vassoio al petto ed uscendo silenziosamente dalla stanza, chiudendosi alle spalle l'elegante porta in legno massiccio.
"Uff..."
Itachi Uchiha sbuffò, spazientito da quell'assurda situazione.
Era da un po' di tempo oramai che pensava a quella ragazza.
Anche se era la sua cameriera da oramai dieci anni, era riuscito ad innamorarsi di lei. E lui stesso sapeva che era una cosa totalmente sbagliata. Ma non riusciva a farne a meno.
Quell'emozione lo turbava, lo rendeva nervoso, e, persino scettico.
Non poteva capitare a lui, proprio no. Lui, una persona troppo seria, con gli occhi di ghiaccio.
Un uomo d'affari, per cui contavano solo due cose nella vita: la sua amata città natale, e suo fratello minore.
Almeno, era quello di cui cercava di convincersi.
Aveva ereditato l'azienda da suo padre, troppo vecchio e troppo stanco per continuare quello che aveva faticosamente creato in un'intera esistenza. Non era esattamente ciò che voleva, ma aveva accettato di buon grado l'incarico, salvando l'azienda di famiglia, e mettendo a tacere, una volta per tutte, il padre.
Nonostante tutto, Itachi non aveva mai avuto legami stretti con nessuno, all'infuori del suo adorato fratello, e nonostante fosse promesso in sposo alla bella ereditiera di casa Haruno.
Il loro fidanzamento era stato annunciato quattro anni prima, e le nozze erano prossime, ma l'uomo non aveva mai fatto trasparire un minimo di emozione, come del resto non faceva per niente e nessuno.
All'infuori di una persona.
Sasuke Uchiha, suo fratello minore di cinque anni, era l'unico che potesse godere del vanto di aver visto sorridere le labbra di suo fratello Itachi. L'aveva visto rare volte, eppure era abituato al suo strano comportamento, che le persone definivano "ambiguo".
Lui ci aveva fatto il callo, e aveva smesso di cercare di far cambiare idea a tutta quella gente. Era tempo perso.
"Non ce la faccio più!" sbuffò di nuovo il ragazzo dai capelli color pece, appoggiando la testa allo schienale della sua lussuosa poltrona di pelle.
La sua situazione era davvero insopportabile, ma il peggio era che non poteva sfogarsi con nessuno, perché era più che certo che nessuno lo avrebbe capito.
Il silenzio calò nella stanza, un silenzio pesante, carico. Ma Itachi cercò di ignorarlo, con scarsi risultati. Non era mai stato bravo in queste cose.
A rompere quell'agonia che si era andata a creare, fu il cigolio della porta del suo ufficio che si apriva, lasciando entrare una donna dai buffi e morbidi capelli rosa. Probabilmente era appena stata dal parrucchiere.
"Dovresti farci dare un'occhiatina sai?" disse, con voce mielosa "Un signore come te non dovrebbe farsi trattare così male!" squittì, avvicinandosi alla scrivania a piccoli passi.
"Si...hai ragione." rispose il ragazzo con fare distratto. Non era affatto emozionato, o in qualsiasi altro modo sorpreso, di vedere la sua fidanzata che avanzava verso di lui con movenze da gatta.
Anzi, lo infastidiva, e anche parecchio.
"Allora, come sta il mio amato riccone?" civettò, sedendosi sulle gambe di Itachi e stampandogli un bacio appassionato sulle labbra.
Che lui non ricambiò. Non aveva nessun motivo per farlo.
E lei, staccatasi di botto, s'infuriò, come al solito, del resto. Era sempre stata così, e col tempo pareva peggiorare.
"Ma cosa ti prende?" gridò irata, con le braccia ancora intorno al suo collo.
Era davvero stupita dal comportamento che aveva appena avuto. Non aveva mai fatto così.
Era sempre stato poco espansivo, ma mai così poco come ora.
Come negli ultimi giorni, sembrava davvero diventato un pezzo di ghiaccio.
"Niente..." rispose lui, vago. Non aveva proprio voglia di parlare con lei. La sua mente era altrove, posata su una lunga, fluida e bionda chioma bionda.
"Come sarebbe a dire niente?" ricominciò Sakura, leggermente rossa in volto. "Non sembri nemmeno qui con me!"
"E infatti non lo sono..." pensò il ragazzo, ma, un'altra volta, cacciò indietro quello che realmente pensava, represse le parole e disse: "Certo che sono qui. Mi vedi." azzardò, immaginandosi la reazione di Sakura.
"Spiritoso!" ridacchiò nervosamente la ragazza, ma nella sua risata nulla era di allegro. "Ma non fare il furbo con me!" tornò all'attacco.
"Io non sto facendo proprio nulla..." rispose lui, calmo.
Sakura si alzò di scatto, piantandosi sulla preziosa moquette amaranto, lo sguardo di fuoco.
"Che cosa mi stai nascondendo?" urlò, sulla soglia dell'isteria.
Era sempre stata poco paziente. E lo era ancora di meno quando qualcuno tentava di nasconderle qualcosa.
E Itachi le stava nascondendo di sicuro qualcosa.
Da qualche mese, non lo riconosceva più. Lui non era più l'Itachi di cui si era innamorata cinque anni prima.
"Lo vuoi proprio sapere?" azzardò nuovamente il moro, sul punto di vuotare il sacco. Non sapeva perché lo stesse facendo, ma sentiva che le doveva dire la verità. Sentiva che doveva essere sincero con lei fino in fondo. Dopotutto, in un tempo non troppo lontano, le aveva voluto bene.
Prese un grosso respiro e sputò il rospo che lo tormentava.
"Io non ti amo più."
Aggiunse quel più di cortesia, per non farla soffrire più del dovuto. Forse, in realtà, non l'aveva mai amata del tutto.
La ragazza divenne di pietra, e il suo volto prese il colore che ha la luna piena in una notte senza nuvole.
Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito.
Itachi, il ragazzo che aveva amato per cinque lunghi anni, l'aveva rifiutata.
Che stesse sognando?
Che stesse impazzendo?
Che lei fosse stata solo un oggetto di puro divertimento?
L'aveva usata.
E adesso l'aveva buttata, quando non gli serviva più.
"Pe...perché?" le parole le uscirono faticosamente dalle labbra, e calde lacrime cominciarono a frasi strada, sbavandole il bel trucco che le decorava gli occhi verdi pieni di disperazione.
Itachi sospirò.
Sapeva che le stava procurando un dolore immenso, ma voleva andare fino in fondo.
Doveva farlo.
"Hai un'amante vero?" Sakura si fece seria, e nei suoi occhi balenò una luce di pura collera.
Tutto avrebbe accettato, ma non che avesse un'amante.
"No...no..." aggiunse, asciugandosi il trucco colato sotto gli occhi, e cominciando a camminare nervosamente su e giù per la stanza. "Questo proprio no..." si convinse a calmarsi, ma il suo tentativo fu vano. "Cos'ha più di me?E' più bella? E' più ricca?" calcò l'ultima parola, come se gliela volesse far pesare più delle altre.
"Stai tirando conclusioni troppo affrettate." disse, con estrema calma, Itachi.
"Conclusioni troppo affrettate eh?!" ripeté, adirata. "Allora spiega!!" aveva ricominciato ad urlare forte.
Itachi la fissò: era sempre stata bella. Anche adesso lo era, nonostante il trucco sbavato e i capelli appiccicati al volto per via delle lacrime. Eppure lui non si era mai invaghito di lei solo per la sua bellezza o per i suoi soldi.
"I tuoi soldi non c'entrano nulla..."rispose, mantenendo un certo contegno. "Non ne ho bisogno."
Fece una pausa per riflettere e trovare le parole giuste.
"Semplicemente sono innamorato di un'altra donna."
Il pavimento fu attraversato da una scossa, provocata dai piedi della ragazza che sbattevano violentemente per terra.
"Allora hai un'amante!!" sbraitò. "E sentiamo, chi è?" era furiosa.
"Non è la mia amante." la corresse con calma il ragazzo. "E si chiama Ino."
Non appena quel nome giunse alle sue orecchie, Sakura provò una fitta al cuore.
"La cameriera?" chiese orripilata. Non le era mai andata a genio. Nemmeno quando aveva chiesto al padre di Itachi perché mai portasse un'arma sempre con sé.
Il suo cuore andò in mille pezzi quando lui annuì.
Non sapeva cosa dire. Non sapeva cosa fare.
Si sentiva umiliata, rimpiazzata da una semplice cameriera. Una cameriera perdio! Lei era un'ereditiera! Tutti avrebbero fatto la fila per lei!
"Tu..."parlò sommessamente, con il volto ancora rigato di lacrime sporche, lacrime che non riusciva a trattenere. "Sei nei guai..." e uscì in un rumore di tacchi e imprecazioni, lasciandolo nuovamente solo.
Pochi minuti dopo, Ino fece il suo ingresso, trafelata e rossa in viso, con uno sguardo tra il perplesso e il preoccupato.
Guardò Itachi negli occhi.
"Mi scusi io..." riprese fiato e si ricompose. "Io ho visto la signorina Sakura correre verso l'ascensore in un mare di lacrime." prese di nuovo un bel respiro per poter continuare a parlare. "Ho cercato di aiutarla, ma lei rifiutava." sembrava sinceramente preoccupata. Le era sempre stata a cuore, anche se era invidiosa di lei, a dirla tutta.
Itachi spostò lo sguardo per incrociare di nuovo quello spaesato di lei.
"Non preoccuparti...è tutto a posto...le ho solo comunicato che non ci sposeremo." lo disse con estrema tranquillità, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Ino rimase allibita.
Come poteva essere? Una cosa simile non poteva accadere! Non a loro!
Stava sicuramente sognando.
"Co...cosa?" lentamente, riuscì a sputare quelle parole.
Itachi ridacchiò, abbassando per un attimo lo sguardo.
"No, non ci sposeremo, se è questo che vuoi sapere." un sorriso gli si dipinse sul volto. "Amo un'altra donna." e la guardò, come per farle capire i suoi reali pensieri.
Ino rimase dubbiosa, ma nel suo sguardo del colore del cielo c'era qualcosa di più che dubbio...era...delusione?
Itachi ridacchiò di nuovo, stavolta con più gusto.
"Perché mi guardi così?" chiese divertito, sentendosi osservato.
Ino arrossì violentemente, accorgendosi solo in quel momento di essere lì in piedi a fissarlo.
"No...scusi...io...io...devo..." era imbarazzata, e si guardava nervosamente intorno, in cerca di una qualsiasi scusante. "Devo...andare...ho...delle faccende da sbrigare..."
Tentò di trovare una scusa, ma sapeva benissimo anche lei che non voleva che se andasse.
"Ma io non voglio che tu vada via." disse infatti l'uomo, con uno strano sguardi stampato negli occhi.
Ino lo guardò spaesata.
Da quando in qua il suo capo le dava così tanta confidenza?
Non che la cosa le dispiacesse, anzi.
Ma le pareva comunque strana quella conversazione.
Itachi, vedendo la sua espressione che pareva inebetita, rise di nuovo, facendola arrossire nuovamente.
"Non devi sentirti in imbarazzo, sei la mia cameriera da dieci anni..."disse, cercando di calmarla. "Dovresti conoscermi ormai."
Sembrò farle effetto, perché smise di guardarsi intorno.
Ma la sua mente lavorava febbrilmente. Ma nemmeno questo sfuggì all'uomo.
"Appunto per questo..." intervenne Ino, prima che lui potesse dire qualsiasi cosa.
"E cosa significherebbe?" chiese lui dubbioso e insieme curioso di sapere.
Ino sospirò, poi riprese a parlare.
"Appunto perché sono la sua cameriera da dieci anni, mi sembra strana tutta questa confidenza...di solito alle domestiche non si parla mai..."ammise, anche se a malincuore.
"E ti dispiace?" chiese Itachi.
"Certo che no!!" rispose immediatamente, con grande enfasi. Poi, resasi conto di quello che aveva appena detto, cercò qualcosa per poter rimediare all'errore commesso.
Una risata cristallina ruppe il silenzio imbarazzante che si era andato a creare. Ino guardò l'uomo con stupore: non avrebbe davvero mai pensato di sentirlo ridere in quel modo. Quell'uomo che, per dieci anni, non aveva mai mostrato nemmeno un briciolo di felicità anche quando avevano annunciato ufficialmente il suo matrimonio.
La prova che il mondo stesse girando al contrario era davanti a lei.
Itachi capì al volo quello che doveva pensare, e non esitò a parlare.
"Pensavi che io non provassi nessuna emozione?" sorrise, lasciando la cameriera davanti a lui come di pietra. "Sono anche io un essere umano, sai?" il suo sorriso si allargò, ma non troppo.
"Si...è solo che...no niente..." tentò di dire, ma ci ripensò, rimanendo immobile.
Rimasero in silenzio per quelli che parevano anni, ma, finalmente, una voce ruppe il silenzio.
"Vieni qui, per favore." chiese Itachi, inespressivo questa volta, facendo un cenno con la mano sulla scrivania scura.
Ino esitò, ma cedette poco dopo, pensando, vista la sua espressione, che volesse qualcosa per ragioni di lavoro. Come ripulire la scrivania sporca, dato che l'aveva appena indicata.
Ma non fu così.
Non appena si avvicinò all'uomo, lui la prese per il braccio e la trascinò a sé.
Quello che successe pochi istanti dopo, rimase impresso a fuoco nella mente dei due amanti.
Le loro labbra si incontrarono per la prima volta, ma purtroppo, anche l'ultima.
Ino non sapeva se si sarebbe mai aspettata un gesto simile, ma non si tirò di certo indietro, anche se sapeva che quello che stava facendo era completamente sbagliato.
Ma non le importava.
Sapeva che una cameriera e un grande affarista non erano destinati a stare insieme.
Ma non le importava.
Era il suo capo da troppo tempo.
Ma non le importava.
In fondo, l'amava davvero. L'aveva sempre amato.
Ma è risaputo che il bel gioco dura poco. E che le belle cose sono destinate a finire.
Dalla porta dell'ufficio di Itachi entrarono, con un gran chiasso, un uomo, una donna e Sakura, ancora in lacrime.
"Oddio!" esclamò la donna dai capelli rosa, sconvolta, portandosi le mani alla bocca per trattenete un gemito. Le lacrime le riempirono di nuovo gli occhi, già rossi e gonfi.
"Itachi..." Mikoto, una donna dall'espressione dolce e dai lunghi capelli blu, pareva scossa e la scena a cui stava assistendo.
L'uomo, dal canto suo, cominciò a sbraitare, come solo gli uomini sanno fare. E lui era davvero uno specialista in questo campo.
"Ma cosa diavolo stai facendo? Sei forse impazzito?"
Fugaku, suo padre, era furioso e pronto a scagliarsi addosso al figlio infedele. La sua espressione non prometteva nulla di buono.
I due genitori erano a conoscenza dell'accaduto, dopo che Sakura era piombata da loro come un fulmine, raccontando per filo e per segno quello che era successo poco prima nell'ufficio del fidanzato.
Itachi lasciò libera Ino, che alzatasi in piedi, si appoggiò alla scrivania, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
"No papà. Non sono impazzito. Amo solo un'altra donna." rispose il figlio con la sua solita calma, guardando il padre negli occhi, con un'enorme serietà.
"Un'altra donna eh?!" gridò, guardando con disprezzo Ino. "E quella la definisci donna?!" sbraitò.
"Tesoro...non..."tentò di calmarlo Mikoto, ma non ottenne altro che una risposta scortese.
Il suo tentativo fu del tutto vano.
"Non ti permetto di parlare di lei in questo modo!" Itachi si alzò furiosamente dalla poltrona, lo sguardo di fuoco.
"E' una..." il padre cercò le parole adatte. "Sguattera!" urlò con tutta la forza che aveva in corpo, come se avesse avuto davanti un cane rognoso anziché una persona,
Ino non reagì.
"Cameriera..." lo corresse il figlio, cercando di mantenere un certo contegno.
Sakura non parlava, piangeva solo in silenzio.
Mikoto osservava allibita la scena, incapace di intendere e volere.
"Come osi infrangere il nome della famiglia Uchiha?" sbraitò ancora, ma questa volta con un tono di voce un po' più basso e contenuto.
"Signore, è stata colpa mia se..." tentò di intromettersi Ino, difendendo Itachi.
"Ti ho chiesto di parlare?" disse con infinito disprezzo, girando la testa di scatto come se fosse stato un pezzo di legno, nella sua direzione.
La povera donna abbassò lo sguardo impaurita.
Si sentiva colpevole, colpevole di amare una persona sbagliata.
Non era assolutamente giusto.
Ma lo sapeva fin troppo bene che quella storia non poteva funzionare.
Ma lei lo amava, e non avrebbe mai smesso di farlo.
Qualunque cosa fosse successa.
"Ti ho detto di parlare?!" ripeté Fugaku, urlando di nuovo.
Ino rialzò la testa.
"Nossignore..."
"E allora stai zitta!!" riprese fiato. Si voltò verso Itachi. "Ti rendi conto di quello che hai fatto?" sembrava davvero ossessionato da quell'idea.
Itachi non lo capiva. Amava semplicemente una cameriera. Era forse illegale?
Avevano infranto qualche legge?
"E non pensi all'azienda di famiglia?" ripeté, quasi come una macchina.
"Ci sputo sopra. E poi c'è sempre Sasuke."
A quelle parole, il padre si impietrì. Dopo tutta la fatica, tutti gli sforzi, i sacrifici che aveva fatto, dopo tutto quel tempo passato per riuscire a creare la sua azienda, il figlio lo ripagava così. E tutto per una cameriera.
Era troppo, davvero troppo.
"Itachi ti prego, ragiona." si intromise la madre. "Non sai quello che stai facendo..." lo implorò. "Hai la mente confusa..."
In realtà Mikoto sapeva fin troppo bene che il figlio non avrebbe mai sposato una donna che non amava, ma che era stata scelta da sua padre come sposa per i propri interessi d'affari. Anche se si era ritirato dalle attività, era comunque Fugaku che tirava le redini di tutto.
"Non ce n'è bisogno." disse Fugaku. "Ho la soluzione adeguata." e frugò sotto la lunga giacca, all'altezza dei pantaloni, dove era solito tenere un'arma di difesa per ogni evenienza.
Aveva sempre sostenuto che la sicurezza è tutto.
Mikoto sospirò, pensando ad una soluziona pacifica. "Meno male..." si rilassò, sospirando, e Sakura per un attimo osservò la scena, smettendo di piangere.
Ma quella scena divenne un incubo.
Un incubo di cui nessuno si sarebbe mai liberato la coscienza.

"Noooooo!" un urlo squarciò il silenzio.
Sakura aveva gridato forte, così come aveva fatto Ino.
Un rumore assordante partì dalla pistola di Fugaku, appena estratta dalla cintura di cuoio, scagliando un proiettile mortale.
Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.
Sakura era balzata in avanti troppo tardi.
Ino invece no.
Si parò davanti ad Itachi pronta a proteggerlo, e giocandosi il tutto e per tutto.
Allargò le braccia in segno di difesa, avrebbe fatto di tutto.
In fondo, lo amava per davvero. Ora lo aveva capito.
Ma non bastò.
La pallottola l'attraversò da parte a parte, colpendole il petto, perforandolo.
Nonostante avesse fatto scudo col suo stesso corpo, la pallottola si conficcò anche nel ventre del suo padrone, proprio dietro di lei.
Ino cadde a terra, tenendosi il petto dolorante, prima di cadere-
"Ino..." mormorò Itachi, prima di vedere l'ultima volta la ragazza, che per un miracolo, era riuscita ancora a sorridergli.
Si era sacrificata per lui.
E adesso, sarebbero stati insieme come avrebbero voluto.
Caddero entrambi sul pavimento, in una pozza di sangue vischioso che fece venire i conati di vomito a Sakura.
"ODDIO!" Mikoto si accasciò vicino al corpo del figlio, piangendo convulsamente.
Poi guardò il marito come se fosse stato un mostro.
Intanto Sakura riversava il contenuto del suo stomaco sul tappeto, tremando.
"Perché?! Dimmi il perché!!" urlò la madre disperata, vedendo i due corpi inermi stesi davanti a lei.
Era accecata dalla rabbia, ma non riusciva a concludere nulla.
Lui abbassò il braccio teso e si voltò indifferente.
Non aveva alcun rimorso, nessun sentimento, niente.
Nulla di nulla. Come sempre.
"Era semplicemente inconcepibile." disse solamente.


Ed ecco il giudizio!^.^

Quarta Classificata

<< Inconcepibile >> di itachi_love

Livello ortografico + Lessico :9 (10) Non ho trovato nell’insieme troppi errori, solo qualche svista.
Trama (come sarà strutturata) :10 (10) Niente da dire, trama strutturata bene.
Originalità :5 (5) Decisamente è una coppia che non si vede tutti i giorni xD E il finale poi…
Caratterizzazione dei personaggi :3(5) Ecco, questa è la pecca. Oltre Itachi e Fugaku, non hai centrato a mio parere i caratteri di Sakura Ino e Mikoto, rendendole OOC. Sakura troppo esaltata nel carattere duro che conosciamo, Ino troppo dolce e remissiva, Mikoto… snob? Forse è la parola adatta.
Attinenza alla traccia :5 (5) Di sicuro l’attinenza c’è.
Gradimento personale :1.5 (2)
Giudizio della Giudice: Scritta bene, fic semplice, scorrevole e carina. La pecca secondo me è stata nell’attribuzione dei ruoli dei personaggi: avrei visto bene Sakura nel ruolo di cameriera e Ino in quello di fidanzata gelosa tradita. E’ solo un mio parere, l’ho già detto, ma Ino mi è sembrata davvero troppo smielata anche quando dice a Itachi di pensare che Sakura è invidiosa di lei. Ecco, ripeto, l’avrei viste meglio nei ruoli invertiti quanto al carattere che gli hai dato, ma dopo tutto ognuno è libero di fare le sue scelte xD

Totale:33.5 (37)


Beh, me l'aspettavo, eppure sono felice del mio risultato.
Sono perfettamente d'accordo con la giudicia. E sono stata pirla a non accorgermene prima.
Però, penso che questa fict abbia qualcosa di originale.
Come sempre, la mia pecca è l'OOC e gli errori di svista, ma la prossima volta starò più attenta! ^.^
Solo che questa fict forse è un po' troppo lunga, e non mi convince molto, ma pace!
Grazie alla giudicia e a tutte le altre partecipanti!
Complimenti!^.^

   
 
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