Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ernil    29/10/2009    10 recensioni
Sapevo che sarebbe successo – prima o poi. E sapevo che sarebbe stato più prima che poi. Ho temuto con tutta me stessa quel momento.
La consolazione.
Merlino.
Genere: Romantico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Calì Patil, Lavanda Brown
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Sommario: Sapevo che sarebbe successo – prima o poi. E sapevo che sarebbe stato più prima che poi. Ho temuto con tutta me stessa quel momento.

La consolazione.

Merlino.

Pairing: Sorpresa

Rating: Verde.

Disclaimer: ho perso il conto delle volte che l’ ho detto. I personaggi non mi appartengono. I luoghi non mi appartengono. Tutto ciò che mi appartiene si riduce a una certa grafomania compulsiva.

Beta: Geilie. Perfino una yuri le ho rifilato! 

Note dell’Autrice/1: Questa storia partecipa alla Criticombola indetta da Criticoni, prompt 40 [Warning]: Femslash/Yuri.

Note dell’Autrice/2: ci tengo a specificare che l’ ho scritta solo perché era un prompt di Criticoni. Non scriverò mai più una yuri. Mai. *Mai*. Non è il mio genere.

 

[Baby all that I hear from my friends
Again again and again compliments ’bout you
They say we saw your girl at the game
And damn we gotta say a big mistake by you
Not only did your body bang
But I miss the conversation too
Tell me that you’re gettin’ no sleep
Can’t think can’t eat
Till I come see you

(...)

Damn those sweet memories
How do you, how do you sleep?
How do you sleep?
How do you sleep, John Lennon]

 

 

« Non ti merita, Lav... non ti ha mai meritata ».

Assisto a quella che deve essere la quinta crisi di pianto nel giro di mezz’ora. Va a intervalli, mi chiedo vagamente?

Sembra avere delle fasi più acute, che seguono a momenti di relativa apatia.

Lavanda seppellisce il volto e le lacrime nel cuscino. Sospiro e mi siedo accanto a lei, carezzandole le spalle scosse dai singhiozzi.

Sapevo che sarebbe successo – prima o poi. E sapevo che sarebbe stato più prima che poi. Ho temuto con tutta me stessa quel momento.

La consolazione.

Merlino.

Nessuno ha meno fazzoletti di me, ma Lavanda è mia amica, e io adesso sono qui a porgerle una scatola di kleenex e una spalla su cui piangere fino a che non mi si logorerà l’osso.

Com’era quel detto latino?

Gutta cavat lapidem...

Mai stato più azzeccato.

Sospiro e le liscio i capelli, pensando che sono molto soffici. Pensando che solo uno stupido come Ron Weasley potrebbe mai scegliere di immergere le dita dentro il cespuglio della Granger piuttosto che nel fiume morbido di Lavanda. 

Certo, avrei preferito accarezzare i capelli di Lavanda in un’altra occasione, in un altro modo. Ben diverso che batterle sulla spalla e annuire tristemente come se fossi al funerale dell’unica sua occasione nella vita.

Ma, ehi, è tutto quello che passa dal convento. Decido di non lamentarmi, anche se è evidente che i miei genitori non mi hanno geneticamente programmata per niente di tutto questo. Devono esserselo dimenticati.

Sorrido leggermente, cercando di non farmi vedere. Conosco venti modi diversi per dipingersi le unghie e almeno quattro metodi per far gemere per mesi un ragazzo sui suoi coglioni, ma consolare... no, non fa per me. C’è qualcosa di umido e viscido nelle lacrime, e alla fine ti rimane addosso la loro traccia per giorni.

Ma credo che le accarezzerei i capelli per sempre. Anche se lei non sa. Per ora, è davvero tutto quello che passa per il convento.

« Lav... Lavanda... ti prego, non fare così. Non ti merita, lo sai... »

Mentre Lavanda singhiozza, tento di non roteare gli occhi al pensiero di quante volte devo aver ripetuto il verbo “meritare”. Probabilmente ho esaurito la scorta a vita. Dovrò usare un diverso verbo per il resto dei miei anni.

E ogni volta che dirò “meritare”, anche rivolto ai voti della Granger in Trasfigurazione, mi torneranno in mente queste ore.

Lavanda tira su col naso e io, con la prontezza della crocerossina, le tendo un fazzoletto.

Morgana.

La cosa comincia a farsi pesante. Sono due settimane che l’ ha lasciata, per Merlino, e ormai le mie scorte di fazzoletti sembrano aver toccato il fondo.

Quando capirà che non può proprio aspettarsi di meglio da lui?

Ancora un po’ e perderà gli occhi, a forza di asciugarseli.

« Lav... tesoro, ascoltami. Devi dimenticartelo. Weasley è un idiota, lo sappiamo tutte e due. Non ha mai avuto cervello ».

« Ma io lo amo! »

Resistendo a forze enormi, riesco a non roteare gli occhi.

Amare.

Mpf.

Una parola piuttosto grossa, no?

Una parola enorme, a dirla tutta – talmente enorme e scomoda che avrebbe potuto essere eliminata, e io festeggerei solamente.

Amore è una parola grande, sì, ma diventa semplicemente, assurdamente abnorme quando si riferisce a qualcuno come Weasley.

Weasley, la cui vastità di cervello non consente che l’identificazione dei colori primari e alcune emozioni semplici e dirette.

Posso quasi immaginarmelo mentre classifica nel suo cervello gli eventi nelle cartelle “Bello” e “Brutto”. È già tanto che non si confonda con quelle due.

Merlino abbia pietà di lui.

Di tutti noi, anzi.

So che Weasley non è l’unico esemplare in circolazione di maschio stupido.

« Tesoro, ascoltami ».

Lavanda alza su di me gli occhi arrossati, e io non riesco a non pensare che è molto carina anche con i capelli in disordine e i segni delle lacrime sul viso. Niente che un maschio potrebbe apprezzare, ovviamente. Tanto meno Ron Weasley.

Possibile che non lo capisca, accidenti?

Povere noi. 

« Non faceva per te » è tutto quello che riesco a dirle, e mentre Lavanda seppellisce nuovamente le sue lacrime in un fazzoletto, io prendo mentalmente nota di “imparare a consolare” nella lista delle cose da fare.

Guardo Lavanda e sospiro.

« Forse è il caso che tu tenti di riposare un po’ » provo a dirle.

Lavanda tira su col naso.

« Non ho sonno ».

Beh, sono le cinque del pomeriggio. Dovrei essere sollevata che non abbia sonno... significa che non è narcolettica. Ma non mi viene in mente nient’altro da dire o fare.

« Prova solo a stenderti ».

Lavanda sembra ancora dubbiosa, ma io la spingo dolcemente verso il letto.

« Credimi, ti farà bene ».

Lavanda si stende sulle coperte, e io mi siedo in fondo al letto, tirando le tende del baldacchino.

Il buio cala su di noi.

Lavanda ha una mano sotto il cuscino, come sempre, e io sorrido nell’ombra. Sorrido per tutto quello che gli altri non si immaginano neanche di avere.

Lavanda chiude gli occhi.

« Grazie » sussurra, e nonostante io senta di non meritarmelo affatto – tutti quei pensieri sarcastici! – mi sento immensamente bene, a gambe incrociate a guardarla, mentre lei sospira e tira su un’altra volta col naso.

Dimmi, Weasley. Dimmi, senza di lei, come dormi?

 

 

Note dell’Autrice:

Se mi lasciate un commento, mi fate felice :) Pensate: un vostro semplice gesto fa la felicità di un’altra persona! *___* Non vi sentite onnipotenti? XD *saltella allegramente via*

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ernil