DANGEROUS CHOICE

In quel momento un estraneo avrebbe detto sicuramente che InuYasha la odiava.
E in un certo senso era vero. InuYasha odiava il suo essere Kikyo.
Il suo somigliarle, ma anche il suo essere Kagome, e quindi costituire un'altra persona importante per lui.
Con Kikyo morta era come se InuYasha desiderasse non avere più persone a cui affidarsi... Come se, con la scomparsa della prima persona che aveva amato, volesse anche lui distruggere l'InuYasha che era diventato... per ritornare quello di un tempo.
Introverso. Rancoroso. Infelice. Sfiduciato.
Ma... ma non poteva!
Kagome non riusciva veramente a capire il motivo per cui InuYasha continuasse a guardare al passato con tanta insistenza. Kikyo era stata fondamentale per lui, lo riconosceva, ma perchè si ostinava a non andare del tutto avanti?
Ora InuYasha aveva amici. Aveva Miroku, Sango, Shippo, Kirara. E aveva lei, Kagome.
E nonostante tutto continuava a desiderare che il passato tornasse. Che Kikyo tornasse (viva).
Non gli bastava ciò che aveva di già? Aveva per forza bisogno di lei? Gli altri non contavano nulla? Kagome stessa non contava nulla per lui?
Nuove lacrime scesero per le gote di Kagome, a questo nuovo pensiero.
No, non ci voleva credere.
Eppure sembrava che fosse proprio così...

E'così, si disse poi, sconfortata.
Per InuYasha, Kagome non contava nulla. O almeno, non nel modo in cui lei avrebbe sperato.
Non poteva essere altrimenti... O non si sarebbe sempre speso per rincorrere sempre e comunque una traccia di Kikyo, ogni volta che se ne presentava l'occasione.
In quegli istanti la lasciava, sola, ad attendere che lui tornasse.
E lo sconforto la assaliva... Proprio come in quel momento.
InuYasha non sarebbe tornato da lei.
Non sarebbe corso nel bosco a cercarla, per vedere che stava facendo. Non si sarebbe accucciato accanto a lei, intimandole di smettere di piangere in quel tono seccato, che ne nascondeva uno preoccupato, molto in fondo.
No.
Sarebbe rimasto su quell'albero, per molto altro tempo, a ripensare a Kikyo e a tutto ciò che gli era stato strappato.
E non sarebbe venuto a cercarla...
E sgorgarono ancora nuove lacrime dagli occhi di Kagome, dettate dallo sconforto e dalla disperazione.

E poi un fruscio.
Secco, veloce, fulmineo.
Kagome alzò di scatto la testa.
Dietro di lei nessuno.

Lo scatto si ripetè.
Era come se qualcosa... o qualcuno si stesse muovendo attorno a lei.
Molto, molto velocemente.
Ma lei non riusciva a vederlo.
Ci furono altri fruscii, sempre più veloci, sempre più vicini.
Kagome volse la testa a destra e a sinistra, nel vano tentativo di capire chi o cosa fosse.
E allora, oltre alla tristezza, si aggiunse al suo animo anche un cieco terrore.
Perchè InuYasha non era lì con lei?
Voleva chiamarlo, urlare il suo nome, perchè venisse ad aiutarla, a salvarla...
... ma lui non l'avrebbe mai sentita, no mai, nemmeno se fosse stato vicinissimo a lei... perchè la sua mente era interamente occupata da Kikyo.
E in quell'istante qualcosa strappò la spalla di Kagome, facendole provare un indicibile dolore.

Fu come se tutto si rallentasse.
Come se tutto sparisse.
La tristezza, la paura, il bosco, il tramonto... tutto.
Restava solo il dolore, forte e pazzesco.

Senza nemmeno sapere come Kagome si trovò stesa a terra.
Sulla spalla sentiva un dolore indescrivibile... nulla di quanto aveva precedentemente provato in tutta la sua vita poteva essere paragonato a quel dolore.
Era un fuoco distruttivo ed incandescente.
Era puro magma.
Erano mille e mille coltelli acuminati piantati nella sua pelle.
... in effetti era proprio come se dei coltelli l'avessero ferita...
Un terribile sospetto si accese in Kagome, prontamente confermato dalla voce alle sue spalle.
-Piuttosto che piangere come una stupida avresti potuto darti un'occhiata in giro.
La stessa di poco prima.
La stessa voce, lo stesso tono, la stessa ira.
In quel momento la disperazione e il dolore tornarono a farsi sentire in Kagome, mille volte più forti.

Qualche passo ed eccolo lì.
Un mezzodemone vestito di rosso, lunghi capelli argentei e un volto contratto dall'ira e dal disprezzo.
E con una mano rossa di sangue.
Il suo sangue.
Il dolore sulla spalla di Kagome era già terribile, ma non appena visualizzò quella mano sembrò aumentare di cento volte.
Non poteva essere lui.
No, non poteva essere stato lui...