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Autore: Ulissae    30/10/2009    1 recensioni
Auguri di buon anniversario, Sammy (L)
[Dopo millenni ritorno a scrivere su di loro. Oneshot su Marcus / Didyme (L)]
Erano uccelli, ingabbiati, che desideravano solo volare, ma ad una condizione: farlo insieme.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sapori Italiani'
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Abbiamo un anno; Sammy. Un anno che ci siamo conosciute. Un anno da quel pomeriggio fantastico, più simile ad un sogno che un altro. Un anno che ho mandato a quel paese il roscio, per chairire.
Un anno da quando ho potuto vedere quanto sei più alta di me. Un anno da quando ho sentito la tua r. Un anno, insomma.
Quindi, my dear, buon anniversario. (L)



Loving, we'll die





A volte, mentre il sole calava e la sera si affacciava dietro la collina, Didyme apriva la finestra della sua camera e, in un atto di anarchia contro la sua natura, respirava.
Assorbiva, attraverso quella strana e inconsueta azione, ogni cosa che Volterra le donava: fragranze, odori, uomini, donne, bambini. Viveva semplicemente annusando l'aria. Poteva rimanere ore, giorni, lì, su quel balcone di pietra, stando ferma e muta, curiosando tra quell'umanità che le brulicava sotto.
In realtà, lei, aspettava. Era una donna -ragazza rapita alla giovinezza- paziente; attendeva che Marcus fosse libero, che venisse nella loro stanza, che uscisse, anche lui, che la stringesse da dietro e che, senza che lei dicesse nulla, esprimesse il suo desiderio recondito.
«Vuoi vedere la luna
E allora lei sorrideva, voltandosi, baciandolo con le labbra, con le mani che lo accarezzavano, con gli occhi che lo abbracciavano, con le braccia che lo cingevano. Lei lo baciava con tutta se stessa.
Uscivano silenziosi, come amanti segreti; scappavano dalle maglie di quell'oscura rete, che li soffocava, li annientava.
Correvano, poi. Lo facevano con tanta grazia che nessuno si accorgeva di loro; né il prete, intento a sbarrare la porta della chiesa, né il fabbro, che ritornava dalla sua famiglia. Si muovevano sinuosi tra le piccole strade di pietra, come il vento, come un'unica cosa.

Perché loro erano una cosa sola.

Una volta superato l'arco candido un'altra aria, più pura, più sana li colpiva.
Libertà.
Così inebriante, così lontana.
Lui stringeva delicato la piccola mano d'avorio di lei, la liberava dal cappuccio nero e, mentre l'ondata di ricci corvini le invadeva le spalle, la baciava.
Di nuovo, sempre, instancabilmente.

Sono i baci che ci rendono vivi, Amore.

Camminavano adagio, tra le campagna deserte, mentre la luce fioca e bianca, di una luna alta e splendente, li colpiva.
Irradiavano luce, erano luce.
Erano speranza, erano gioia.
Piccoli cristalli di esistenze eterne, promesse spose in questo mondo distorto e irreale.

Ma siamo noi che siamo vita.

Lei, nella penombra degli alberi, superava gli ulivi, le viti, si perdeva in quell'infinita distesa di verde fogliame; lo incitava a seguirla, ad amarla.
E lui lo faceva. Lo voleva.
Finché, sfiniti per i baci, per l'amore e per la libertà, si ritrovavano su quella collina solitaria, circondata da faggi, nascosta a tutti, tranne che a loro.

Ed allora, amiamoci.

Nessuno sentiva le loro preghiere d'amore; nessuno era lì a vedere gli occhi di entrambi fremere di selvaggia tenerezza, i loro corpi unirsi in un tutt'uno di passione delicata.
Erano soli. Unicamente loro.
Liberi, dannatamente liberi.

Scapperemo insieme, lo sai bene.

Quando tornava la quiete e loro, distesi sul campo umido di rugiada, potevano osservarsi, sorridevano, entrambi.
Felici per qualcosa di vero, reale, sincero.
Qualcosa di diverso da quel mondo dilaniato dall'odio e dal terrore che li circondava. Alzavano gli occhi, entrambi, osservavano le stelle e rimanevano in silenzio.

Erano uccelli, ingabbiati, che desideravano solo volare, ma ad una condizione: farlo insieme.

Non lo faremo, amore.



Angolo autrice:
Considerando che ho iniziato a scrivere sui Volturi grazie a loro; bhé, questo è un racconto, minuscolo, che mi tocca, anche a me. Mi piace come coppia, da imapzzire, e piace anche a Sammy, no?
Ho pubblicato in un orario non mio; che odio particolarmente -.- ma avevo paura di non farcela stasera ç_ç.
Perciò, oltre che a dedicarla tutta a lei, e scriverlo per l'ennesima volta, vi saluto, voi che siete arrivati fin qui.
Au revoir!

Notizia inutile: odio che si inizino a scrivere ficcyne sui Volturi. Lo odio. Perciò, look --> 
   
 
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