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Autore: Artemisia Black    11/06/2005    3 recensioni
vi prego...commentate...anche se so che non è proprio il genere adatto a commenti di srta....grazie comunque in anticipo!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sapore amaro sulla lingua, mentre ti osservo…guardo affaccendarti su e giù per il salotto

Un sapore amaro sulla lingua, mentre ti osservo…guardo affaccendarti su e giù per il salotto. Il vetro dietro il quale sono ferma è macchiato di antiche gocce di pioggia ormai seccate…piccole macchie incostanti…circolari indistinti biancastri, opalescenti…piccoli opali che distorcono la visuale all'interno.

Poso le dita sulla superficie fredda mentre il rumore della pioggia si fa lentamente più insistente oltre le mie spalle, oltre la cortina del porticato marcio sotto al quale mi fermo a guardarti.

Da quanto tempo sono qui? Non lo so…non mi interessa. Quello che ora cattura la mia attenzione, i miei sensi, sono le tue mani agili scorrere sulla tastiera liscia del pianoforte.

Ancora quella melodia…la detesto. Mi fa sentire male. Ma mi piace, non posso fare a meno di ascoltarla sgorgare dai tuoi polpastrelli. Senza spartito…come se quella musica facesse parte di te da sempre…ha un sapore dolciastro…di quelli che richiamano l'oblio dentro ogni anima mortale….Voglio assaggiarne il sapore alla fonte. Vorrei sentire com'è dentro di te. Come sono quelle note, quegli accordi….

La tua figura concentrata s'inchina davanti alla tastiera…chiudi gli occhi mentre ti abbandoni ai ricordi nelle tue mani. L'ombra del tuo capo oscura la tastiera rendendola grigia…la musica cresce incessante mentre chiudo le dita attorno alla maniglia della porta e faccio scattare la serratura…lentamente, dolcemente…sfruttando l'attimo di maggiore passione nella tua musica.

Non senti l'attimo di pioggia che produce il mio ingresso nella stanza…sei troppo concentrato nella perdizione che stai provando…adoro questo tuo lato malinconico…anche se fuori da queste quattro mura sei…vile.

Nascondi il tuo carattere agli altri mostrandoti sicuro di te…ma la tua musica ti tradisce.

Non so perché, ma mi sei piaciuto subito…ho amato la tua anima in un battito d'ali di farfalla…in un attimo di…follia….

Muovo due passi impercettibili dietro la tua schiena…quella stessa schiena che ho rimirato per lungo tempo prima che mi decidessi a rivolgerti la parola…mi sei stato amico da subito…hai capito che ero come te e hai aperto il tuo cuore…a me… e per questo sono qui questa notte maledetta.

Reclamo ciò che mi devi…ciò che mi hai promesso.

Il mio cappotto gronda acqua da tutte le parti….Il pavimento soffice di moquette sotto i miei piedi assorbe drasticamente la pioggia raccolta dalla mia figura per tutto questo tempo…tutto il tempo che ho atteso fuori da quella finestra….

La luce fioca della lampada ombreggia le pareti di un bel color ocra…calore…provo un intenso calore…e quel senso disgustoso di amaro in fondo alla lingua….

Deglutisco mentre gli ultimi accordi scivolano rapidi verso il fondo della tastiera…e della mia anima…cupi accordi dissonanti che impongono la fine a qualcosa…qualcosa di meraviglioso che…non ne avrebbe bisogno.

In un attimo il silenzio invade i nostri sensi…mentre ribalti la testa indietro spettinandoti i capelli e passandoti le mani sui pantaloni…pulendole dal sudore della foga…voglio quella passione…voglio che sia mia per sempre…vivo dell'egoismo altrui. Ti fermi…vedi la mia ombra proiettata contro il muro accanto al pianoforte.

In un attimo ti volti verso di me…la tua espressione dapprima spaventata si trasforma lentamente in un ampio sorriso.

La tua voce pronuncia il mio nome, mi domandi per quale motivo mi trovo qui…ma non ho voglia di rispondere a queste stupide domande da padrone di casa…ho voglia di perdermi nel ricordo della tua esecuzione e associare quella musica al tuo volto davanti a me.

Mi avvicino mentre la tua espressione svela una punta di panico…quello è il terrore di essere toccato da un altro essere umano…e lo so che lo stai provando…lo vedo nel fondo dei tuoi occhi così vivi…e tremendamente stanchi…come un motore che picchia in testa…cerchi di allontanarti da me chiedendomi se voglio qualcosa per scaldarmi…no, mi è bastata la tua musica. Afferro il tuo polso, avvertendo il pulsare frenetico del sangue nelle vene accanto ai tendini tesi…hai le mani fredde…non si sarebbe mai detto…il tuo viso è ancora arrossato per la follia musicale.

Rimani immobile sgranando leggermente gli occhi…mi avvicino sfiorando le tue labbra, assaporando il profumo del tuo respiro sfiorare la superficie ruvida della mia lingua…l'amaro scompare.

Le tue iridi cristalline fissano il mio volto umido di pioggia… mi stringo a te, avvertendo il fremito della paura lungo la tua schiena.

Hai un buon odore…dolciastro come la tua musica….come la tua anima. Ti allontani da me spaventato…svelo il tuo segreto…la tua paura, i tuoi timori…il non voler essere toccato…l'essere sfiorato ti mette un senso di panico addosso…deglutisci mentre mi volti le spalle stingendoti le braccia contro il petto.

Ma non sono qui per confidenze…il mio compito è un altro…l'acciaio lucido brilla della luce tepida che vi danza irriverente sul filo della lama…

Intravedo il riflesso del pianoforte…credo che questa volta sentirò la stretta del rimorso…adoro quella musica….

Il legno ruvido…avverto quella superficie attraverso i guanti…o forse è solo l'abitudine che mi spinge ad avvertirlo…anche se non è reale….

Mi appoggio alla tua schiena. Sussulti e ti volti verso di me lentamente…pensavi rinunciassi così in fretta?

Non sono il tipo da rinunciare…ho troppi rimpianti per permettermi altre rinunce…sorridi…forse è questo che aspettavi, che qualcuno non si fermasse al primo ostacolo…ricambio il sorriso mentre sfioro il tuo volto….

Ti accorgi dei guanti sulle mie mani…ti domandi come mai…perché non te ne sei accorto prima….non è così semplice come puoi credere. Non ti lascio distrarre da simili inezie….voglio che i tuoi pensieri vengano impregnati della mia presenza nella stanza… perfino il pianoforte voglio che si eclissi dietro la mia ombra scura sopra di lui…sui suoi tasti candidi macchiati da altrettanti neri come la notte…strano come i colori della tastiera riconducano alla vita quotidiana…giorno e notte, bene e male, luce e ombra…

Ombra, come quella che intravedi sul mio volto…e so che è così, anche se continui a sorridermi…sei troppo drogato di soddisfazione per accorgerti….

Sfiori le mie labbra accarezzandomi il viso…so che non vedi l'ora di abbandonarti tra le braccia di qualcuno che finalmente ha capito chi sei…come sei…ma, ognuno ha le proprie esigenze…tu vuoi un abbraccio…io non mi accontento, voglio la tua anima chiara…impolverata da troppe delusioni…cosicché la possa far risplendere tra le mie mani…i tuoi occhi si aprono improvvisamente increduli…sento il caldo scivolare sulle mie dita…abbassi lo sguardo mentre nel silenzio irreale della stanza un suono sordo scandisce ritmicamente il tempo…si, è questa la melodia che volevo tanto sentire da te…centellinare la tua anima nel tempo in cui siamo così legati….come il ragno e la sua preda…

Il filo della tua vita s'incrina sotto l'oppressione del mio egoismo…schiudi le labbra…un suono imprecante infastidisce il ritmare sordo di sottofondo…creando un atra melodia…la mia anima ha incontrato la tua mentre…

Scivoli contro il mio corpo accasciandoti a terra…m'inchino sulla tua figura, i tuoi occhi vagano spaventati sul soffitto bianco schizzato d'ombra….

Non hai nemmeno tentato di allontanarmi da te…è questo che mi attira…la vostra consapevolezza…il vostro richiamo….

Il calore lentamente sciama dalle mie mani…ne voglio di più…ancora…incido nuovamente quest'involucro che ancora ti tiene lontano da me… più e più volte…ogni colpo accompagna i nostri battiti all'unisono…le tue palpebre vibrano sensibili ogni volta che avvertono l'aria piegarsi sotto le mie mani….ogni volta che ne sentono il fischio quando la lama la ferisce per prima…

Non provi più dolore ormai…il rosso del tuo sangue sfugge al mio controllo…chiazzando impunemente la moquette sotto di te…una macchia scura infrange la tua vita…il filo s'è spezzato….non so per quale motivo, ma tu sei stato l'unico ad avermi spinto a compiere quello che sto per compiere…voglio sentirti vivo sotto la mia pelle…almeno fino a quando l'ultimo calore del tuo cuore resterà specchiato davanti a me…come ora….

Il rumore del lattice incrina il silenzio soave e dolcissimo che ci avvolge…un piccolo prezzo…so che non dovrei…il mio indice indugia sulle tue labbra accarezzandole…le ferite che ho aperto sul tuo petto zampillano un rosso vivo…i tuoi occhi non sono ancora spenti…le mie dita non hanno la sapienza delle tue… perdonami…

Le tue labbra bianche sono schiuse come le labbra delle tue ferite…ma queste, al contrario sono rosse…contrasti….il mondo è fatto di contrasti….la pelle slabbrata sotto i miei polpastrelli…delicata…fragile…il calore del sangue rende velluto la tua carne ancora calda….

Spingo le dita in profondità…voglio sentire fino a dove la tua anima riesce a nascondersi dalla mia presa rapace….un fiotto di sangue inzuppa la mia manica e schizza violenta le mie labbra…non mi ero accorta…troppo persa nella contemplazione dei tuoi lineamenti ormai solamente rilassati…le tue membra lacerate accolgono il mio tocco…fino a quando raggiungo la superficie viscida del costato…ecco dove è entrata la lama…sento impercettibili gli ultimi battiti del tuo cuore, attraverso le fibre macere del tuo petto….questo involucro ha ancora voglia di difendersi…cercando di graffiarmi con i monconi del tuo costato…il midollo che ne sgorga scorre lascivo lungo la punta delle mie dita…spezzato dalla furia della mia lama….riesco solamente a infilare un dito…a lambire con quell'unico il tuo cuore rotto che lentamente si spegne sempre più….come la musica che amavi suonare…crescendo e sciamando….fino a giungere all'accordo finale…in sordina ma come se fosse suonato dalle trombe degli angeli…quell'accordo che provoca il brivido dell'oblio…allontano la mia mano da te…ormai stai diventando freddo….il tuo respiro è cessato da un pezzo…non volermene a male…io ho bisogno di tutto questo….ho bisogno di avvertire le unghie dell'anima dibattersi contro le pareti del buio…graffiare senza sosta il nulla che la circonda….mentre ti rubo l'anima guardandoti negli occhi…splendidi occhi quasi felini…cristallini ancora per poco, prima che la midriasi li invada come uno sciacallo nella notte….mi sollevo…ormai il sangue ha smesso di scorrere mentre il suo profumo ferruginoso si mescola acre con l'odore del tuo corpo morto.

Guardo i guanti di lattice nelle mie mani striati di rosso…forse non avrei dovuto toglierli…inspiro profondamente…no, ne è valsa la pena. Le mie impronte, ultimo baluardo della mia esistenza, le ho bruciate…ho perso la mia identità…sono solo una pedina vagante…ma ora…ora che ci penso….credo che tutti quanti siamo delle pedine vaganti senza identità….solo non ce ne rendiamo conto….

Sfioro le tue labbra un ultima volta…hai il sapore rosso del sangue sulla pelle….

Ormai hai perso ogni attrattiva per me…quello che volevo l'ho preso….ed ora mi incammino nuovamente per le strade di questo mondo, senza casa, senza identità…alla ricerca di altre anime…da aggiungere alla mia collezione.

  
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