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Autore: Alechan Black Helsing    11/06/2005    2 recensioni
{ Leiady. Ma tu sei felice? Sei davvero felice? Perché sembri sempre non esserlo}
{Mi senti? Mi vuoi? Mi desideri? Mi vivi? Mi insegui? Mi respiri? Si. Sono felice. Solo se questo prova la gente}
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{ Tracce }

Leiady. Il mio nome non piace a nessuno.
L’ho sempre saputo. A me invece si. Piace molto. E’ particolare. Solo mio. Leiady. Sono la bambina sola.
Vivo di bugie in un mondo inventato. Ascolto rock. E non ho nessuno su cui contare. Le mie notti sono vuote come le città in estate.
I pensieri formano piccole ombre sullo specchio appeso nella mia camera. Ascolto. Respiro. Sempre. Costantemente.
Cammino, le vie del centro sono piene di persone che mi scrutano cattivi. Guardatemi. Amatemi. Sentitemi. Ambitemi. Stringetemi.

{ Leiady. Ma tu sei felice? Sei davvero felice? Perché sembri sempre non esserlo}
{Mi senti? Mi vuoi? Mi desideri? Mi vivi? Mi insegui? Mi respiri? Si. Sono felice. Solo se questo prova la gente}

Sono sdraiata sopra un letto baldacchino. Le tende sono bianche e profumano di menta. Annuso fino a riempirmi i polmoni. Voglio profumare così. Ho gli occhi chiusi. Mi piace truccarmi di nero. Il nero copre le mie ferite.
A volte mi viene da piangere a pensarti, perché ti sento ancora dentro di me. Muoverti. Urlare. Scalciare. Respirare. Parlare. Mi chiedo perché ti ho ancora dentro. Non era così quando ti ho detto per la prima volta che mi piacevi.
Respiro. Una lacrima. Il volto coperto fra le mani.
Vorrei smettere di pensare per cancellarti da dentro di me. Eliminare tutte le tue tracce.
Mi fai male. Ancora. Tanto. Sempre. Di più. Più forte.

{Quanto tempo è passato? Leiady? Perché ancora non mi rispondi? Voglio solo spiegarti. Posso?}
{Parole. Parole. Parole. Parole. Parole. Parole. Mi fanno male. Male. Male. Male. Male. Tu, mi fai male.}

Le giornate soleggiate mi mettono tristezza. Perché c’era il sole quando ti ho conosciuto. La mia panchina preferita di fronte alla stazione. Sei uscito da li con un gruppetto di amici, ridevi, la tua tracolla faceva parecchio rumore, le catene attaccate non la smettevano di tintinnare ad ogni tuo movimento. Ci fu uno sguardo. Uno solo. I tuoi occhi hanno incontrato i miei per un istante. Sentii una scossa. Attraversasti la strada e ti stagliasti di fronte a me. “Sono Alex” dicesti appoggiando la destra sul cappellino, lentamente ti sedesti accanto a me. La mia mano era coperta da una manica d’organza, tenevo una matita fra le dita, ti fissai per un lungo istante. Quando pronunciai il mio nome dicesti che era bellissimo. Riempimi il corpo. Svuotami il cuore. Restammo seduti a parlare per tre ore, osservando i passanti che distratti lasciavano tracce della loro presenza.
Vorrei rivederti. Anch’io. Mi piaci molto. Sensazione. Sentimento. Amici. Stima. Voglia di qualcosa di più. Ti lasciai il mio numero.
Fu li che tutto cominciò.

{ Il cinema era deserto. Un vecchio film in bianco e nero incorniciava i nostri pensieri. Un bacio dolce e pieno d’amore. Ti amo. Due parole cariche di tensione. Uno sguardo profondo quanto il cielo. Un abbraccio di anime. Ti amo. Dopo solo distruzione}

Ancora adesso ogni tanto ripercorro quello che abbiamo vissuto sai? Come le tracce di un bellissimo cd. Rivivo senzazioni, emozioni, baci, carezze, parole, liti. Silenzi. Mi manchi. Mi sento come una bambola di porcellana. Vuota dentro. Sola fuori. Incatenata in vestiti preziosi e silenziose compagnie di porcellana bianca.
Alex. Ancora. Nella notte. Il tuo nome riempie le mie stanze. Urlo disperato. Salvami. Torna. Non vita. Disperazione incontrollata.
Alex.
Alex.
Alex.
Ancora.
Per sempre.

*Consiglio di ascoltare in sottofondo "Driven Under" dei Seether. Spero qualcuno possa apprezzare questo "coso"*

  
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