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Autore: RBlaine    01/11/2009    3 recensioni
This is Halloween, this is Halloween
Halloween, Halloween, Halloween, Halloween
In this town, we call home
Everyone hail to the pumpkin song
[SasuHina] Balck Rose
"Con un sorriso timido, la offrì a Sasuke - S-stanotte è la notte dei mostri, Sasuke kun. - disse con uno strano senso di scurezza - C-c'è posto per t-tutti -
Sasuke la guardò stupito e diffidente, ma accettò la rosa e la osservò per qualche momento, come a volerne capire ipotetici e pronfondi segreti.
- Si - ripetè a bassa voce, senza realmente rivolgersi a lei. - Per tutti -"
[SasuSakuNaru; Naruto Pov] Broken Vein
"Osservò senza realmente vedere le unghie laccate di nero appositamente per l'occasione, sotto consiglio di Kankuro.
Ma il domani è futuro, giusto? Per adesso poteva anche godersi la notte dei demoni."
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Per Halloween, una SasuHina non troppo triste, su xD
Finita a mezzanotte e tre dell' uno novembre, ma ho sgarrato di pochissmo. Mi perdonate? ^^
Beh, buon Halloween! Forse un po' in ritardo -.-''

Black Rose

Hinata si strinse nel leggero scialle nero, rabbrividendo per il freddo.
Stupida, era stata così stupida a lasciarsi vestire da Ino, ma quando la ragazza aveva insistito tanto non aveva saputo rispondere di no al suo prorompente entusiasmo.
E adesso si trovava con indosso uno scollato e striminzito vestito nero, con un enorme fiocco nero sulla schiena e una rosa nera tra i capelli.
Le sembrava che il freddo le penetrasse fin dentro le ossa, e non aveva niente a parte quell' impalpabile velo a coprirle le spalle.
Si rannicchiò contro il muro, abbracciandosi in cerca di un po' di timido calore.
In effetti, la colpa del forte raffreddore che avrebbe sicuramente avuto il giorno dopo sarebbe stata totalmente sua. Nessuno la obbligava a nascondersi contro il muro sul retro della tenuta Hyuuga, incupita e addobbata per la grande festa di quella sera.
Era solo colpa sua, sì, sua e del suo stupido carattere.
Sospirò e chinò il capo, contemplando i propri piedi, stretti nelle scarpe dal tacco alto rigorosamente nere. Non poteva farci niente, le persone la mettevano a disagio. Non per qualche loro mancanza o colpevolezza, semplicemente per una questione di non sentirsi all'altezza. Era sicura che la massa di corpi danzanti all'interno della casa non la trovasse interessante: dopotutto, cos'avrebbe potuto trovare in una muta ragazzina constantemente con le guance rosse dall'imbarazzo?
E lui, cos'avrebbe potuto vedere in lei, se non una povera stupida donna che negli atteggiamenti sembrava ancora una bambina?
Da qualche parte, lontano, una campana scoccò undici rintocchi, e lei malinconicamente realizzò che era arrivato il momento di rientrare e affrontare per qualche altra ora la folla mascherata. In fondo, suo cugino Neji non era un pozzo di pazienza, e lei non aveva il minimo desiderio di provarne la massima duarata.
Fece per voltarsi, ma, per sua sfortuna, il tacco le rimase incastrato in una fessura fra le assi di legno del pavimento. E sempre per sua sfortuna, la caviglia cedette, provocandole un soffcato gemito di dolore.
Il suo palazzo, come amava vantarsi suo padre, era perfetto! Come potevano esserci delle assi malmesse?! 
Poggiò una mano sul muro, riuscendo per un soffio a restare in piedi, ma quando provò a muovere un passo, cercando di convincersi che non fosse niente, che lei era un ninja, che quella piccola storta non era nulla in confronto a ciò che aveva passato, non fece in tempo nemmeno a trattenere un mugolio che si ritrovò con il sedere per terra e la caviglia pulsante.
Oh, ecco. Anche quello doveva capitarle.
Meditò per qualche istante se valesse la pena di alzarsi in piedi e zoppicare fino alla sua camera, ma tutto sommato la quiete che alleggiava nell'aria era decisamente più invitante del rumoroso ambiente interno, e benchè non le facesse piacere farsi trovare in quelle condinzioni, prima o poi Neji sarebbe venuto a cercarla.
Si portò le ginocchia al petto, attenta a non fare movimenti bruschi con la caviglia, e si coprì le gambe con lo scialle. Ben poca protezione, ma era comunque un labile schermo tra eventuali sguardi indiscreti e la sua biancheria.
Poggiò il mento sulle ginocchia, lasciandosi cullare dalla quiete del luogo, e oziosamente abbassò le parlpebre.
Dolce tranquillità...
- Che cosa ci fai qui? -
Hianata scattò a sedere, sbattendo la nuca contro il muro e piegando la caviglia dolorante, ma riuscì in tempo a trattenere un gemito.
- S-Sasuke kun - salutò, arrossendo violentemente dalla vergognia. Santo cielo, doveva sempre apparire così impacciata?
Lui non mutò espressione, mantenendo gli occhi freddi con involontaria alteregia. - Cosa ci fai tu, qui? Non dovresti essere dentro a fare gli onori di casa? -
Hinata arrossì ulteriolmente sentendo l'implicita accusa nelle sue parole, forse soltanto immaginata.
- S-sono sciura che s-si divertiranno anche s-senza di m-me - balbettò, senza incrociare io suo sguardo. Ed era vero, ne era realmente sicura. Lei non era mai servita a molto, in nessun caso.
Negli occhi di Sasuke passò un lampo di comprensione, subito mascherato dall'abituale impassibilità della sua espressione.
Le si avvicinò e si lasciò scivolare accanto a lei, con il capo poggiato al muro e lo sguardo rivolto al cielo scuro.
Hianata lo guarsò esterefatta, e prima che potesse distogliere lo sguardo Sasuke la incatenò al suo.
- Mi irritano le persone che non credono in loro stesse - asserì, con voce infastidita - Non hanno motivo di vivere -
Hinata, se possibile, rimase ancor più basita. Non erano parole gentili, le sue, né il suo atteggiamento era propenso a consolare. Però, inspiegabilmente, capì, o ebbe la presunzione di capire, che quello era un modo tutto speciale di incoraggiarla.
Forse era merito dei continui sproloqui di lui sul carattere dell' Uchiha, o forse semplicemente la comprensione che lega due esseri umani nel momento del bisogno, fatto sta che lo capì. E capì anche che l'unica persona rimproverata da Sasuke era se stesso, per altre ragioni rispetto a quelle enunciate.
Con un' improvvisa e inusuale fiammata di coraggio, decise di ricambiare il favore.
Portò le mani ai capelli, sciogliendo l'elaborata acconciatura e sfilando dai ciuffi setosi la rosa nera che Ino aveva insistito ad appuntare nel suo chignon.
Con un sorriso timido, la offrì a Sasuke - S-stanotte è la notte dei mostri, Sasuke kun. - disse con uno strano senso di scurezza - C-c'è posto per t-tutti -
Sasuke la guardò stupito e diffidente, ma accettò la rosa e la osservò per qualche momento, come a volerne capire ipotetici e profondi segreti.
- Si - ripetè a bassa voce, senza realmente rivolgersi a lei. - Per tutti -
E rimasero in silenzio sotto la carezza delicata dei raggi di Luna.

The Mendekouze - detto anche Banco Informazioni -
Una raccolta *.* Oddio*.*  Okay, qualche informazione: saranno presenti varie coppie e varie relazioni, tutto ciò ambientato in eventuali party di Halloween o in situazioni causate dai suddetti. I paring potrebbero  ripetersi, ma sarà un evento decisamente raro.
Le richieste per le coppie sono aperte, però... vorrei evitare l'Akatsuki, per ora, se possibile. ^^ Comunque voi chiedete, e io se possibile esaudirò. Ah, e probabilmente la ItaSasu me la terrò per la fine ù.ù
Questo pirmo capitolo è stato scritto in pochissimo tempo, perciò non so com'è venuto. Ed è la mia prima SasuHina, altra aggravante.
Comunque, in realtà non ho nemmeno la forza di scusarmi dignitosamente, il sonno mi sta uccidendo. Scusate -.- Tutta colpa di Lucca Comix.
Allora, yawn *sbadiglia*, buonanotte ^^ E perdonatemi evenutali errori, vi prego. Sono veramente molto stanca.
Bye by
P.S. Ah, questo non me lo scordo: sono disposta anche a lasciarmi colpire dai pomodori (marci, ovvio ù.ù) ma solo se sono accompagnati da una recensione. ù.ù
P.P.S Il "Lui" nella storia è Naruto, a titolo informativo.
  
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