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Autore: Berty_Poppins    01/11/2009    5 recensioni
Lei arrivava sempre quando il sole era già andato via, e la cosa poteva anche essere poetica se letta con una certa quantità di romanticismo gotico, ma, in vero, di romanticismo non ce n'era una pidocchiosissima briciola. Bè, almeno lei non si era travestita da Adriana, perchè lui, di Rocky, non voleva avere nemmeno i capelli.
Halloween ShikaTema. Romantico e, si spera, abbastanza simpatico per strapparvi un sorriso minuscolo. Vengono nominati i Kiss e siccome non so inserire più di un personaggio, vengono nominati anche Lee, Neji, Choji, Shino, Naruto, Ino e Sasuke.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I was made for loving you, baby, you were made for loving me!










Lei arrivava sempre quando il sole era già andato via.
La cosa poteva anche essere poetica se letta con una certa quantità di romanticismo gotico, ma se si prendevano in esame tutti gli elementi che andavano a formare quella sentenza, ci si sarebbe subito resi conto che di romanticismo non ce n'era neanche una pidocchiosa briciola.
Per cominciare in bellezza non era normale che una ragazza andasse in giro in determinati orari, senza scorta e, per di più, con un cipiglio da kamikazee che avrebbe reso fiero qualunque terrorista degno di questo nome, ad aggiungere benzina al fuoco stavano quelle gonnelline lì che lui mal sopportava, visto che lasciavano molto poco all'immaginazione-lei si lamentava pure per il freddo, come se fosse stata tutta colpa sua.
Inoltre, Shikamaru non abitava certo in una zona glamour, dato che la sua vita da universitario consacrato a casa non gli permetteva il lusso di possedere una casa in centro come quella in cui aveva abitato per tutta la vita-ma sua madre ci teneva tanto a fargli scoprire le bellezze dell'indipendenza e il suo coinquilino e migliore amico era felice come una Pasqua nel sapere che ogni domenica Yoshino portava la pasta al forno e tanta carne.
Temari, comunque, non sembrava preoccuparsene e lui era straconvinto che lo facesse solo per fargli dispetto.
Alle undici meno un quarto di un Halloween come gli altri e dopo che Choji si era dileguato a casa di Kiba, a qualche isolato dalla loro, Shikamaru Nara si spaparanzò sull'unica cosa veramente bella che decorava la sua abitazione: il divano.
Il divano enorme che si era fatto portare con il camion, il divano che per pagarlo (sua madre si era categoricamente rifiutata di pagare anche un solo centesimo visto che, per lei, il letto a due piazze che lui aveva preteso era già oltre la soglia della civil sopportazione) si era dovuto cavare il sangue (e spezzare la schiena a forza di trasportare mobili da una parte all'altra della città e poi caricarseli in spalla se nel fottuto palazzo non c'era il fottuto ascensore).
Suddetto divano era di una comodità così paradisiaca che anche i Santi ci avrebbero fatto volentieri una pennichella, a suo modesto parere da intenditore consumato e, infatti, Shikamaru sentì il torpore impossessarsi di lui non appena appoggiò la testa sui cuscini.
Alle undici e cinque socchiuse un occhio, pensando che forse Choji avrebbe dormito a casa di Kiba e molto probabilmente il canino se lo stava trascinando in giro per locali, visto che per lui trascorrere Halloween e qualsiasi altra festa a casa era da lupi solitari e/o perdenti.
Si chiese cosa ci trovasse la gente a travestirsi come una madria di idioti per una festa che non apparteneva neanche alle loro tradizioni, e a ventidue anni gli sembrava abbastanza patetico andare a bussare di casa in casa per poi scappare come un branco di ladri.
Era vero che Choji lo faceva solo per mangiare i dolci che non era riuscito a mangiare l'anno precedente, ma c'era gente che si impegnava pure a trovare il vestito adatto.
L'anno prima Lee era riuscito a convincere Sasuke, Neji, Shino e Naruto a travestirsi, come ci fosse riuscito era un segreto militare, ma le foto testimoniavano che alla festa di Halloween organizzata da Ino, quei quattro imbecilli, avevano impersonato i Kiss, parrucche, trucco e vestiario (e le scarpe che quei geni portavano non se le scorda più nessuno).
Quell'anno le ragazze sembravano le streghe di Salem con la differenza che, magari, loro lo erano sul serio, streghe; Temari gli aveva rotto la bacchetta in testa, per l'appunto.
Lui, per contro, era stato minacciato di morte più volte prima di mettersi nei panni della sorella non riconosciuta di Rocco Siffredi e non si ricordava neanche che cosa si era messo a parte i tacchi a spillo e il frustino.
Alle undici e mezza cominciò seriamente a pensare di addormentarsi, dato che, se si fosse scomodato per accendere la tv, avrebbe trovato solo film horror (magari l'Esorcista, o Le colline hanno gli occhi, o l'esorcismo di Emily Rose, o l'enigmista I, II, III, IV e V che era roba da vomito collettivo e problemi psicologici per il resto della vita) che a lui, in tutta sincerità, non piacevano neanche un po'.
A mezzanotte meno venti il cellulare che aveva in tasca (quel cellulare scassato che aveva dai tempi del liceo e che non aveva nessuna intenzione di cambiare, nonostante non avesse nè la fotocamera nè quel bluqualcosa) prese a vibrare (perchè non aveva neanche una suoneria decente, a parte la sveglia che era la soave voce di sua madre che gli intimava di svegliarsi prima che lei lo ammazzasse a suon di ceffoni).
La tentazione di lasciarlo vibrare all'infinito era forte, ma pensò che, forse, era qualcosa di importante e quindi premette il tasto verde (la maledizione della sua vita) e si portò il cellulare all'orecchio che non era premuto ermeticamente sul cuscino - Mh?-
- Ti sto venendo a prendere.-
Eccola, La seccatura che arrivava sempre quando il sole era già andato via, lui grugnì qualcosa, pentito all'estrema potenza di aver risposto.
- E mettiti il giubboto: fa freddo.- e chiuse la conversazione come se lui non avesse voce in capitolo.
Sperava solo che non si fosse vestita da Adriana, perchè lui, di impersonare Rocky, non ne aveva nessuna voglia.


In vero, Shikamaru non la trovò vestita da Adriana, ma non riusciva comunque a capire da che cosa si fosse vestita.
Apparentemente sembrava un vestito normale, nero quasi lucido, stropicciato e annodato sul lato sinistro, le arrivava poco sopra il ginocchio e ancora non aveva visto le scarpe, visto che lei non si trovava bene a guidare con tacchi e zeppe.
Appena la guardò in faccia, ebbe la tentazione di risalire a casa, prendere alcol e carta vetrata e riscendere per pulirla, visto che il trucco pesante, a lui, non era mai andato a genio e tutto il nero che Temari aveva sulle palpebre sarebbe bastato ad un intera industria di carbone.
L'acconciatura che, poi, si era fatta la faceva sembrare un'altra persona: si era lisciata i capelli e probabilmente aveva impiegato ore per farlo, se li era portati indietro, e sicuramente aveva allargato il buco dell'ozono per tutta la lacca che ci aveva messo (lui sentiva pure l'odore, tra l'altro) e li aveva fermati sulla nuca con montagne e montagne di forcine.
Quindi la sua faccia era ben visibile, ne conseguiva che il trucco si vedeva ancora di più.
Per non parlare delle labbra nere che si era fatta, ma fortunatamente non era un nero esagerato, sennò Shikamaru sarebbe davvero salito a prendere alcol e carta vetrata.
- Bè, non sali?-
- Ho altra scelta?-
Lei sghignazzò mostrando i denti bianchi - Andare in centro a piedi, amore.-
Bè, almeno la maglietta che si era messo si abbinava al suo vestito.


La macchina di Temari era sempre stata fonte di ispirazione... in tutti i sensi.
Contando il fatto che si erano conosciuti tre anni prima che lei la comprasse, si poteva dire che era anche sua, visto che Temari gli aveva gonfiato le palle a dismisura a forza di portarlo in ogni concessionaria del Paese (per non parlare di tutte le ore che gli aveva fatto passare davanti al computer per setacciare ogni modello di automobile esistente).
E poi l'avevano battezzata, ma questa è un'altra storia.
Shikamaru, le gambe larghe e una sigaretta accesa tra le dita (il finestrino era stato strategicamente aperto cinque minuti prima che lui l'accendesse, per far preparare Temari all'avvento), guardava le macchine che, davanti a loro, strombazzavano in allegria in attesa che chiunque avesse bloccato il traffico si spicciasse a dileguarsi; Temari tamburellava le dita guantate sul volante, il cd (assolutamente metal per tradizione, perchè ad Halloween non puoi ascoltarti Nino D'Angelo o qualsiasi altro cantante o gruppo melodico-tagliamoci-le-vene-in-gruppo) che lei aveva scelto suonava a basso volume, perchè lei non gradiva troppo il genere, ma era aperta a qualsiasi idea bislacca.
Tanto l'importante era far finta di stare ascoltando la musica per far felice l'anima rock che ognuno di noi ha, o almeno lei la metteva così.
Shikamaru tirò profondamente e strinse la mano sinistra sulla marcia - Dove stiamo andando?-
Lei lo guardò appena - Se ci riusciamo in centro, altrimenti passeremo Halloween in macchina.-
Sghignazzò - Non mi sembra una cattiva idea.-
- Ho il ciclo.-
Sbuffò una nuvoletta densa di fumo, ma sorrise leggermente, sapendo benissimo che non era vero - Sei una seccatura.-
- Ah, mio fratello ha rotto di nuovo il computer,- si girò verso di lui e si passò una mano sul collo, facendogli notare i brillantini che le coprivano la pelle - dice che è un problema alla scheda audio o qualcosa del genere.-
- Passo domani, se riesco.-
Temari lo guardò dritto in faccia e si morse il labbro inferiore - Sai che giorno è oggi?-
E lui, davvero, si trovò un tantino spiazzato dalla domanda - ...Halloween?- lei roteò gli occhi e strinse le mani sul volante.
Oddio, non si era scordato il suo compleanno, giusto? Il suo era in estate, tra l'altro, e adesso erano ad Ottobre (ormai Novembre), quindi perchè si stava arrabbiando?
Fece mente locale e si rese conto che no, non aveva dimenticato nessun compleanno. Un anniversario, però, si.
Che seccatura. Aprì la bocca per ricordarle che a lui non piaceva per niente festeggiare gli anniversari, e lei lo sapeva benissimo, ma Temari lo precedette - E' inutile che mi dici che gli anniversari non ti piacciono, perchè lo so, ma quantomeno potresti anche far finta che t'importi.-
- Se vuoi litigare, puoi fare retromarcia, accompagnarmi a casa e litigare da sola, seccatura.- gettò il mozzicone fuori dal finestrino e lo richiuse.
Temari, notando che le macchine avevano ripreso a muoversi, riportò gli occhi di fronte a sè, ma si vedeva come la sua mascella fosse serrata e con quanta forza stava stringendo il volante.
Non rispose nulla, catalizzò tutta la sua attenzione nel guidare, cercando di scordarsi che lui fosse seduto accanto a lei, ma non era cosa facile.
Lei lo sapeva che Shikamaru non era il tipo di ragazzo che contava i mesi aspettando come un ebete il giorno in cui avrebbe dato il suo regalo, comprato con settimane di anticipo, alla sua ragazza, l'aveva sempre saputo e non era mai stato un problema e a lei i regali non importavano per niente.
Ma almeno avesse avuto la decenza di ricordarsi il giorno in cui si era messi insieme! E non era incazzata, era solo... delusa e un po' infastidita dal fatto che lei se lo ricordasse tutti gli anni, mentre lui era un miracolo se la invitava a magnà una pizza.
Lei lo conosceva e lo conosceva bene, perchè la prima volta che l'aveva visto era solo un mocciosetto di docini anni con la mania delle pennichelle sul tetto della scuola e voleva o non voleva, aveva imparato a sopportare il suo carattere.
Decise che rompere il silenzio fastidioso che si era venuto a creare era l'unica soluzione per evitare una seria litigata quando sarebbero scesi dalla macchina - Per la cronaca, sono sette anni.-
Lui aveva la testa voltata verso il finestrino, il suo profilo era illuminato dalle luci dei lampioni e delle macchine, aveva le mani dentro le tasche dei jeans e, quando si voltò, non aveva un'espressione bellicosa e Temari si chiese se Shikamaru si era mai veramente incazzato - Sette anni, due ore, ventiquattro minuti e...- guardò il suo orologio - diciotto secondi.- poi indicò un locale, l'insegna coperta dalle persone che stavano fuori a parlare, una ragazza con le ali da pipistrello stava animatamente litigando con un ragazzo - Lì ti ho chiesto di uscire con me, tu mi hai detto di no.- poi indicò un lampione che stava a pochi metri dal locale - Lì mi hai rovesciato il vino addosso e lì,- indicò con l'indice fermo i due metri che andavano dal lampione al vicolo - ti ho baciata.-
Lei scosse la testa - Sei uno stronzo.-
- Pure tu.-
- Dovrei veramente buttarti fuori dalla macchina, crybaby.-
Shikamaru si abbandonò sul sedile - Ti butteresti anche tu solo per il gusto di rinfacciarmi la mia inesistente virilità.-
Lei annuì - Infatti non la possiedi.-
- Già, ridimmelo tra qualche ora.-
- Perchè?, che succede tra qualche ora?- fece, divertita dal fatto che lui stesse giocando con lei, ed era una cosa che capitava di rado.
- Succede che tu accosti da qualche parte, ci sistemiamo sui sedili di dietro e io ti tolgo questo stupido vestito.-
- Sei pateticamente ordinario.-
- Stai zitta, donna, che tanto ti piace.- bofonchiò scivolando un po' giu sul sedile.
Temari sbottò a ridere e lui strinse di nuovo la mano sulla marcia, coprendo la sua che ebbe l'istinto di ribaltarsi e intrecciare la dita con quelle di Shikamaru.
Ed era sicura che lui sarebbe arrossito.


- E dove sarebbe il mio regalo?- le chiese quando scesero dalla macchina.
Temari, che si era rimessa le scarpe, gli si avvicinò e, nonostante i tacchi, gli arrivava a stento al naso; gli passò le mani sulle spalle e sollevò gli occhi quando lui le circondò le spalle con un braccio, le dita che accarezzavano appena il retro del suo collo.
E aveva un'espressione così pacifica, ma profonda che Temari sentì distintamente le gambe farsi di gelatina - Bè,- sussurrò, le labbra che gli sfioravano la guancia, strofinò il naso su di essa prima di baciarlo con leggerezza - il tuo regalo è sotto il vestito.-
- Mhmh.- reclinò il collo per trattenerle le labbra, che succhiò appena tra le sue.
- Perchè... Shika,- lo baciò più forte, stringendo le dita sul suo collo che fargli reclinare un po' la schiena in avanti - non ho messo niente, sotto.-
Shikamaru grugnì, le strinse i fianchi e se la schiacciò addosso mentre lei rideva sulla sua spalla - Dannata seccatura.-
Il giorno dopo si scoprì che Sasuke, Neji, Shino e Naruto erano stati convinti da Lee a travestirsi da ballerini di danza del ventre, ma questa è un'altra storia.







N/A

Non è veramente come volevo che fosse e in verità tutto è nato ieri sera quando il mio ragazzo e i suoi tre amichetti del cuore (ovvero tre imbecilli come lui) si sono presentati vestiti e truccati come quelli i Kiss, e si sono pure messi a cantare, il che mi ha indotto a ingollare il secondo whisky della serata e non era neanche mezzanotte.
Si ringrazia Shatzy per il tempestivo avviso, perchè nonostante il modo in cui è uscita, mi ha divertito un sacco scrivere questa one-shot; la parte ShikaTema è un po' vuota e forse avrei dovuto insistere di più sull'introspezione, ma l'idea di base non era quella di trasformare una semplice one-shot in un trattato di filosofia. Spero comunque che vi piaccia.
Angela.
  
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