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Autore: Berty_Poppins    01/11/2009    3 recensioni
Lui camminava accanto a chiunque, lei camminava davanti a tutti, l'altro si limitava a camminare per inerzia, sperando che qualcuno ascoltasse il suo lamentarsi che un senso ce l'aveva sempre.
Nonsense e chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato... e sono sempre fatti vostri.
Ricordate: nonsense!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui camminava accanto a chiunque, era un fatto strano. Non importava se gli era stato chiesto, o solo immaginato, o desiderato.
Lo faceva per pura abitudine, perchè, forse, le sue spalle erano sempre state quelle più forti e nessuno se ne sarebbe mai accorto, perchè, forse, il suono della sua risata [che non era grassa, non era grassa] riusciva ad aprire quella finestra che in molti pensano di non avere e che molti tenevano chiusa per paura di guardare che tempo faceva fuori [perchè dentro è sempre meglio di fuori].
E c'erano quelle frasi che forse non significavano niente, o forse significavano troppo, chi lo sà? Chi lo può sapere, chi lo può capire quando l'unica cosa che si fa è far finta e dare per scontato ogni significato. Ogni menzogna rassicurante che assicura agli altri che mentono di quanto sia facile fingere di star dicendo la verità.
E' un fatto strano, non credete?
E Choji camminava accanto a chiunque non glielo chiedeva, perchè se lo chiedevano [stavano mentendo] significava che non ne avevano realmente bisogno.


[perchè quando
ogni cosa
diventa ovvia
è stupido
continuare a lottare
per dare un senso
alle cose
che già un senso
ce l'hanno,
eppure lui camminava
al fianco di tutti
perchè un senso,
in fondo,
non ce l'ha niente
e nessuno].


Lei, invece, camminava sempre avanti, il mento alzato, la schiena dritta e rigida. Non importava se chi le stava dietro si scapicollava per tenere il suo passo, perchè lei dava per scontato che ci riuscissero.
Lo faceva per pura vanità e per orgoglio, non perchè era cattiva, o facile, o civettuola; lo faceva perchè le andava bene così, perchè, forse, le sue spalle erano troppo piccole per supportare quelle di altri, perchè, forse, ci aveva provato ed era rimasta lei indietro [e lei non era brava a riprendere da dove si era lasciato, doveva per forza ricominciare tutto, perchè una volta che il vecchio si è guastato, non resta altro che fare del nuovo un lavoro migliore].
E c'era quella voglia di rivalsa che non sapeva da dove veniva, che magari non ne valeva la pena, che forse era solo l'immagine lasciata dentro lo specchio. Chi lo sa?, chi lo può sapere o solo semplicemente capire quando l'unica cosa che si è in grado di fare è pretendere di conoscere e giudicare di conseguenza, dando per buona ogni parola che si sente in giro per il semplice fatto che chiedere da noia.
E' un fatto strano, non credete?
E Ino camminava sempre davanti a tutti anche quando le chiedevano di fermarsi o rallentare, perchè se si fermava doveva ricominciare [e doveva ricostruire, mattone su mattone, ogni certezza] e di piangere lei non ne voleva sapere [eppure... eppure] e le spalle amiche non le voleva sporcare [eppure... eppure] anche se questo significava continuare ad andare avanti, fino a quando qualcuno non fosse stato in grado di raggiungerla.

[perchè quando
ogni cosa
diventa ovvia
è infantile
continuare a rallentare
per dare un senso
alle cose
che già un senso
ce l'hanno,
eppure lei continuava
a sperare che
qualcuno la raggiungesse
perchè un senso,
in fondo,
non l'aveva neanche
lei].


L'altro camminava per inerzia e nel frattempo guardava sopra, non gli importava venire sorpassato nè sorpassare, lui camminava e basta. Non importava se chi gli stava davanti gli intimava di velocizzarsi, perchè, in vero, non gli serviva scapicollarsi per tenere il loro passo.
Gli sarebbe bastato un secondo per sorpassarli tutti, ma c'era quella noia assurda che gli diceva 'l'impegno non vale la corsa', voce che lui si limitava ad ascoltare dando per scontato che, un giorno, qualcuno l'avrebbe smontata.
E' un fatto strano, non credete?
E Shikamaru camminava sempre per inerzia, a volte si fermava pure e si stendeva, perchè a forza di camminare uno stanca [e doveva lamentarsi per far capire che camminare non era importante] e si trova ad ansimare per l'aria [che certe volte ti sfugge, scappa via, poi ti rincorre, ti prende in giro, va da qualcun'altro e poi torna] che poi respira, che poi mangia come se mangiare il tempo non sia mai abbastanza.

[perchè quando
ogni cosa
diventa ovvia
non è inutile
nè infantile
fermarsi
per dare un senso
alle cose
che, apparentemente,
già un senso
ce l'hanno,
e lui continuava a lamentarsi
forse sperando
che qualcuno,
una volta per tutte,
lo ascoltasse].


TEAM 10



N/A

Nonsense a gogo.
E' che avevo questa immagine in testa, di Choji accanto ad Ino e di Shikamaru dietro di loro, un senso non ce l'ha, credo, ed è per questo che è una nonsense. Stranamente mi garba e stranamente ci ho messo un'ora a scriverla O_O.
Bhà, spero che qualcuno capisca di che si tratta perchè io non l'ho mica capito XD, e ovviamente spero che vi piaccia abbastanza per farmi sapere se vi piace (scusate il gioco di parole).
Angela.
  
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