Mai come in quel momento le pareti
color lilla della mia stanza, così diverse da quelle della
sua color pesca, mi erano sembrate fredde e vuote. Non
c’era nessuno che mi disturbava con le canzoni di Vasco che
uscivano a tutto volume dal suo portatile, che si
era portata dietro. Non discutevo con qualcuno da circa quattro mesi,
dato che lei era l’unica con cui abbia mai
discusso sul serio per motivi stupidi che vertevano sempre attorno alla
stessa cosa.
Io non le avevo mai rubato niente,
almeno non con la mia volontà, e lei non lo aveva mai capito
in più di diciotto anni trascorsi insieme.
Il mio cellulare
squillò, e vedendo chi mi stava chiamando staccai la
chiamata, decidendo di spegnere il telefono, e ciò mi
ricordò uno dei motivi per cui lei se ne
era andata.
Mi mancava da morire, questa era la
verità, senza di lei era tutto
così normale, placido, noioso. Per la prima volta in vita
mia, sentivo nei suoi confronti quel legame indissolubile che si dice
esistere quando si è gemelle.
Presa da un’idea
improvvisa, mi diedi della stupida per non averci pensato prima e
chiamai il mio migliore amico di sempre, Marco, che probabilmente era
l’unica persona al mondo che mi avesse mai presa sul serio
nonostante la nostra lontananza.
“Ciao, Stella!
Dimmi!”.
“Marco, preparati. Da
domani la tua migliore amica abiterà nella tua stessa
città” dissi convinta appena rispose alla
chiamata.
“Che cosa?”. La
sua voce matura, ma tuttavia con un qualcosa di affascinante, era iper
sorpresa. “Sei impazzita?”.
Risi. “No, non ce la
faccio più a stare qui. Voglio venire da te, così
potrò recuperare il tempo perso con Luna
e…”.
“E pensi che lei sia
disposta a chiarire? L’ho vista l’altro ieri, e mi
sembra davvero felice da quando vi siete separate” mi tenne
presente, con aria seria. “Ormai sembra nemmeno
più badarmi quando la infastidisco…”.
Scossi il capo, ricordando il
rapporto di puro odio che c’era tra il mio migliore amico e
mia sorella. Entrambi stracolmi di orgoglio fino alla punta dei piedi,
entrambi con una sorta di vena tormentata che li caratterizzava,
entrambi facilmente soggetti ad incomprensibili sbalzi
d’umore. Era ovvio che si odiassero, solo gli opposti si
attraggono, come si dice.
“Non m’importa.
Ho deciso. Ti va di venirmi a prendere alla stazione,
domani?” chiesi poi.
“E me lo chiedi
pure?”.
Sorrisi, dicendomi che avevo il
migliore amico migliore del mondo.
Due ore dopo mia madre
entrò nella stanza e restò sbalordita quando vide
il mio trolley pieno per metà di vestiti, cinture e scarpe
varie.
“Stella, ma
cosa…?” chiese stralunata, corrugando la fronte
nello stesso modo in cui lo facevo io.
“Mi licenzio mamma. Vado
da Luna”. Il mio tono non era mai stato così
naturale, mi sembrava una cosa ovvia, e mi sentivo stupida per averci
impiegato quattro mesi per arrivarci.
“Stai scherzando,
vero?”.
“No, non sono mai stata
più seria. Te la cavi meglio senza di me e ci sono decine di
persone che vorrebbero avere il mio posto di aiutante. Devo chiarire
con Luna…” risposi, sentendo, chissà
perché, le lacrime agli occhi.
Mamma sembrava sull’orlo
di una mezza crisi, come se avesse constatato di avere una figlia da
rinchiudere in una clinica di igiene mentale.
“Vi scannerete, lo sai, e
poi, come farai con Christian….?”.
Bel tentativo, mamma, mettere
quello che tu credi essere il mio ragazzo in mezzo per dissuadermi
dalla mia scelta.
“L’ho lasciato,
e da un lato sono contenta che Luna non abbia raggiunto il suo scopo,
come fidanzato fa schifo. Essere quella adorata e privilegiata ha i
suoi pregi, no?” dissi amaramente, piegando una maglia rossa.
“Stella…”.
“Mamma, parto
domani”.
Lei incrociò le braccia
e mi guardò male. “Vuoi dire che hai
già fatto i biglietti?” chiese, con
un’aria simile alla sfida.
Feci un sorriso tra
l’amaro e il compiaciuto, incrociando le braccia a mia volta.
“Vorrai dire il biglietto, quello di sola
andata”.
*°*°*°*°*
Ciao a tutti! Eccomi tornata con
una nuova storia a cui tengo particolarmente. Volevo postarla tra un
po’, ma ora che sto scrivendo il quarto capitolo ho un
piccolo blocco e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, anche se questo
è solo il prologo, per
capire se devo continuare o meno.
Volevo solo aggiungere che il
titolo che ho scelto, come avrete capito, è stato preso da
una canzone di Vasco che metterò nel momento più
importante della storia, e che ogni capitolo avrà un suo
titolo più un sottotitolo che sarà il titolo di
una canzone dello stesso cantante.
Cosa ve ne sembra?
Spero che mi lascerete una piccola
recensione per sapere cosa ne pensate. Grazie in anticipo!
milly92.