Cap 13
“Matt
che cazzo vuoi?” aveva urlato al suo amico, rabbioso.
“Mello,
abbiamo un problema.”
In
quel momento, dopo aver notato che lo guardavo perplessa, mise
l’altoparlante,
invitandomi però a tacere.
“Quale
problema può essere così grave da interrompermi
proprio ora?” urlò.
“Oh,
mi dispiace averti rovinato la mattinata, Mello..però qua ci
sono dei tipi
abbastanza incazzati che mi hanno uhm..diciamo..” ci fu una
pausa.
“..trattenuto. Il problema è che non ne vogliono
sapere di lasciarmi andare.”
Mello
sbuffò e scosse la testa.
“E
dove sei?”
“Non
ne ho idea.”
“Fantastico.”
Disse, con tono di voce appena udibile, mentre chiudeva gli occhi e si
strofinava la fronte con una mano.
“Bene,
facciamo così..cosa vedi intorno a te?” riprese il
tono di voce normale, quasi
esasperato.
“Ci
troviamo in un edificio..c’è un simpatico
omaccione con la testa pelata che mi
fissa da lontano, e non ha un’aria molto rassicurante. Ci
sono un sacco di
alcolici, ma nessuna sigaretta!”
Dopo
questa rivelazione Mello spalancò gli occhi e la bocca, e io
mi avvicinai per
scrutarlo meglio. Rimase in quella assurda posizione per qualche
secondo, e
rimasi ferma anche io a fissarlo.
“Mello..?”
fece Matt dal telefono.
“Matt..razza
di idiota..passami Rodd..”
“Rodd?
E chi sarebbe? Ti ho gia detto che qui..”
Mello
saltò in piedi.
“Matt,
hai presente il “simpatico omaccione con la testa
pelata” di cui parlavi? Beh,
lui è Rodd..ed è il capo della mafia di cui
faccio parte!”Urlò Mello tutto d’un
fiato alzandosi.
Dall’altro
lato del telefono trascorsero secondi di silenzio, dopodichè
di sentirono degli
strani versi, stessi di chi ha appena scoperto qualche arcano mistero.
“Matt?”
“...A-ah...
Scusa..non lo sapevo. B-beh..”
“Passamelo.”
Fece, duro.
“Ma..”
“Muovi
il culo verso di lui e passagli il telefono!”
“S-subito!”
Si
sentirono i passi svelti di Matt che si affrettava a raggiungere
l’uomo.
Riuscii a sentire 2 voci che parlavano a bassa voce, poi un rumore.
“Ciao,
Mello.” La voce roca di un uomo sulla 50ina riempì
il silenzio di qualche
istante prima.
“Ciao
Rodd. Puoi spiegarmi cosa è successo con il mio
amico?Perchè lo avete rapito?”
“Non
rapito, Mello. Trattenuto.”
“Si,
scusa..trattenuto. Beh insomma perchè è
lì?” disse invintando l’uomo a
spiegargli la situazione.
“Il
tuo caro amichetto dai capelli rossi stava
parlando con il nemico, se sai chi intendo.”
Mello
si fermò a pensare qualche istante, ma dalla sua espressione
capii che in
realtà non aveva affatto inteso.
“A
chi ti riferisci..?” Chiese.
“A
quell’agente dell’fbi..quella bionda. Sai bene che
fa parte dell’fbi, e che per
noi non è un grosso problema. E il tuo amico stava
tranquillamente dialogando
con lei. Due dei miei scagnozzi li hanno visti aggirarsi in
centro”
Guardai
Mello in cerca di spiegazioni, e anche lui guardò subito
verso di me, e dall’espressione
intuii che non sapeva cosa rispondere alla persona con cui era al
telefono.
“Ah..ehm..beh,
di certo si è comportato molto male..tuttavia non credo che
ciò sia un
pericolo. Matt non è molto perspicace, quindi non
andrà a spifferare un bel
niente a Lidner, e neanche rivelerà la posizione del covo.
Per sicurezza dopo
parlerò direttamente con lui e mi assicurerò
personalmente che non faccia
nessuna di queste cose.”
“Va
bene, lo lascerò andare.” Ci fu una breve pausa
“Hey tu..vattene via prima che
cambi idea!”
Poi
sentii dei passi svelti di qualcuno che sembrava scappare. Sicuramente
quel
Matt non aveva perso tempo per svignarsela.
“Bene
Mello. Ora credo sia meglio che terminiamo qui a nostra conversazione,
e spero
di non dover vedere più la bella faccia del tuo amico qua
dentro.”
Senza
che Mello le rispose attaccò, e lui riaggancio il telefono.
Nella
stanza era calato il silenzio, io rimasi ì ferma a
guardarlo, forse inconsciamente
aspettavo una risposta.
Perchè
Rodd, il capo della mafia, aveva denominato Lidner semplicemente come
“agente
dell’fbi” e non come “amica” di
Mello? E
perchè, se per lui era un grosso problema, per Mello non
sembrava essero?
Aspettavo
una spiegazione a tutto questo, la pretendevo.Dentro era attraversata
da altre
1000 domande, e solo ripensare solamente a quella donna, e a quando era
accaduto nei giorni passati..sentivo un gran malessere..
Mello
mi guardò e sorrise, e fece per alzarsi, come se nulla
fosse. Forse fingeva,
forse cercava di evitare l’inevitabile, e forse si aspettava
che ‘avrei fermato
e che gi avessi chiesto tutto.
Ed
è quel che feci, lo presi per un polso poco prima che si
alzasse in piedi del
tutto. O fissai intensamente sperando vanamente che cominciasse lui, ma
mi
guardò con aria interrogativa.
“Rodd
non sa della tua amicizia con Lidner vero?”
Respirò
forte, e dopo un attimo di esitazione si sedette di nuovo accanto a me.
Non
staccavo il mio sguardo severo dai suoi occhi azzurri. Lo fissavo
così
intensamente nella vana speranza di riuscire a penetrare nella sua
mente e
leggere cosa provava, tutto quello che pensava. Ma purtroppo non avevo
il
potere di leggere il pensiero, e tutto quello che potevo fare era
aspettare
ansiosamente le sue risposte.
“No,
e ci terrei che non lo sapesse. Quindi ti chiedo di non rivelarlo a
nessuno.
Per favore.”
“A
me interessa solamente sapere il motivo, non mi interessa
altro.” Gli dissi
mantenendo il mio tono serio.
“Però
promettimi che non lo farai”
“Ho
gia detto che mi interessa solo sapere perchè non devo
rivelarlo a nessuno! Ti
prometto che nessuno ne saprà nulla.”
“Va
bene. La mafia non deve sapere che ho come amica un’agente
de’fbi, e credo che
tu immagini il motivo del soprannome che Rodd ha dato a Lidner,
“nemico”. Bene,
la mafia negli ultimi tempi sta cercando di entrare in un enorme giro
di droga.
Sono gia alcuni mesi che il nostro gruppo e un altro, il cui capo
è molto amico
di Rodd, si stanno adoperando per “fregare” uno dei
più grandi mafiosi in
Europa. E in tutto questo ovviamente non è previsto il
contatto in alcun modo
con qualsiasi tipo di persona che faccia anche lontanamente parte della
polizia
et simila.”
Ora
capivo perchè Rodd non voleva la polizia tra i piedi, ed era
ovvio che per loro
Lidner era un pericolo. Ma la cosa che non capivo ancora, era cosa
c’entrava
Lidner con Mello.
“Capisco.
Ma la cosa che non mi è chiara adesso
è..perchè tu e Halle siete amici? In che
modo..vi siete conosciuti?”
“Beh..è
stato molto tempo fa.” Si girò e
cominciò a stropicciare i jeans con e mani.
Sembrava nervoso, come se parlare di queste cose lo mettesse a disagio.
“Direi
che non ho fretta, quindi puoi benissimo parlarmene.”
“Non
è niente di importante..”
“Per
me lo è.” Lo interruppi.
“La
conobbi parecchio tempo fà, per caso. Ero gia nella mafia.
Lei era impegnata a
fare da guardia del corpo a una famosa annunciatrice in tv..una certa
Kyomi
Takada..ero in moto lì..e per qualche motivo che non ricordo
iniziammo a
parlare. Tutto qui.”
“..tutto
qui?”
“Si.”
“Ma..”
Proprio
in quel momento il celulare iniziò a squillare di nuovo, ma
stavolta Mello non
sbuffò e non apparve affatto scocciato. Forse il contrario..
“Si..ho
capito..arrivo subito.”
Dopo
aver risposto con queste parole, si alzò velocemente, si
infilò una maglietta e
cercò di rimettere a posto le cose sparse a terra.
Lo
guardai alzando un sopracciglio.
“Beh?”
chiesi, rimanendo con la bocca semiaperta.
“Devo
andare urgentemente da Rodd, a quanto pare ha bisogno del mio
aiuto.”
“..E
scommetto che non posso venire, che devo rimanere qua buona buona senza
dire
nulla..ah! e scommetto che ci risentiremo tra 1 settimana..ansi, un
paio di
settimane, e in questo tempo non dovrò chiedere di te a
nessuno..o no?”
“Liz,
mi dispiace, ma non posso portarti con me..”
Gli
fermai la mano con uno scatto mentre era intento ad aprire la porta
della
stanza.
“Ho
gia rischiato di perderti una volta in una situazione del genere, non
ho
intenzione di correre ancora questo rischio.”
Cercavo
di sostenere quello sguardo, ma stavo per cedere, perchè
purtroppo io non sono
brava a fingere di essere forte. Non lo sono, e dentro di me
sentivo..tutto in
subbuglio..come se stesse per scatenarsi una tempesta.
“Liz..sai
bene che è pericoloso..mi dispiace davvero, ma stare con me
è anche sopportare
questo. Ma davvero, voglio tenerti fuori dai guai. Per favore, lasciami
andare.”
“So
bene cosa vuol dire stare con te, e non rinuncerò a te per
questo..ormai non ho
niente da perdere, solo te..e so che se ora non verrò con te
otterrò l’effetto
contrario..”
Mi
fissò negli occhi indeciso.
“Per
favore..” lo supplicai, mentre sentii gli occhi inumidirsi
lentamente.
“E
va bene, ma devi essere cosciente dei rischi che corri. Io ti ho
avvertita.”
“Grazie..”
lo abbracciai.
Quando
ci staccammo, presi le ultime cose che avevo in stanza e uscii insieme
a lui.
Durante
l’ora di punta c’era molto più traffico
di quello che pensavo. Forse non avevo
mai avuto il tempo di constatarlo, visto che o dovevo lavorare, o
riposare, e
che uscivo solamente nel pomeriggio.
Avevo
lasciato un misero bigliettino alla signora Dude, chiedendo scusa in
tutte le
lingue del mondo per la mia assenza, sapendo che non sarebbero mai
bastate a
non farmi licenziare.
<
Pazienza > pensai.
Mi
trovavo seduta dietro a Mello, a bordo della sua moto, quella nera che
adoravo.
Era bello vedere tutto intorno scorrere così velocemente, le
persone, le case,
le macchine..era come vedere il trascorrere del tempo. Non sapevo
perchè, ma
qui era l’unico posto in cui mi sentivo libera.
“Siamo
quasi arrivati” disse Mello inclinando un poco la testa a
destra.
Gli
risposi semplicemente annuendo, per poi stringerlo più
fortemente per evitare
di cadere.
Dopo
un paio di chilometri arrivammo in un posto molto simile ad una pineta.
Era
pieno di alberi ed era lontano dal caos della città. Mello
guidava a passo
lento la sua moto, seguendo una piccola stradina di campagna cirdondata
da
cespugli di varie dimensioni. In lontananza vidi una casa piuttosto
malandata
apparentemente disabitata. Mello si fermo esattamente davanti ad essa.
“Siamo
arrivati.” Disse invitandomi a scendere.
Tolsi
il casco e lo posai sulla moto. Ero molto tesa perchè non
sapevo nemmeno dove
mi trovavo.
“Ci
troviamo al covo della mafia. Non fare mai parola con nessuno di questo
posto.”
Mi disse senza guardarmi. “E ora seguimi”
Presi
la sua mano un po per la paura e un po perchè mi dava
più sicurezza.
Fuori
dalla porta c’era una specie di campanello, ma in
realtà si rivelò un
dispositivo di riconoscimento.
Dopo
il processo la porta si aprì permettendoci di entrare
nell’edificio.
Percorremmo un lungo corridoio buio, che terminava in con una scala
molto
ripida che portava ad un piano sotto al livello del terreno.
Mi
strinsi ancora di più a Mello, che dopo aver capito la mia
paura mi strinse
ancora di più la mano.
In
fondo alla scala c’era una porta di ferro, piuttosto insolita
per una casa
fatta interamente di legno.
Il
mio compagno tirò fuori una chiave dalla tasca e la
inserì nella serratura, e
dopo uno scatto la porta si aprì.
Mi
sentivo stranamente in ansia per tutto questo e la situazione in
generale mi
metteva paura..quel posto..
“Stai
tranquilla” mi rassicurò Mello, ma proprio in quel
momento cominciai a tremare
senza riuscire a fermarmi.
La
stanza in cui eravamo entrati non era assolutamente grande e a dire la
verità
assomigliava molto a un bunker. All’interno c’erano
molte persone, tutti
maschi, che vorrevano qua e là. E seduto su un divano di
pelle c’era un omone
grande e grosso con la testa calva. Riconobbi alcuni di essi come gli
stessi
che erano entrati nel locale molto tempo prima, quando avevo cominciato
a
lavorare presso la signora Dude.
“Rodd,
perchè mi hai fatto venire così di
corsa?”
“Ci
hanno scoperti.”
Mello
spalancò gli occhi pur mantenendo il suo stato
apparentemente calmo.
“Chi
ci ha scoperti?”
“Erik
e i suoi. Stanno venendo proprio qui.”
“Come
avete fatto a farvi scoprire?” urlò, e io mi
spinsi dietro di lui.
“Noi
non..non lo sappiamo. Mello solo tu puoi aiutarci.”
“Razza
di imbecilli..”
Improvvisamente
sentimmo un tonfo provenire dal piano di sopra, come ua porta che viene
sbattuta violentemente. E a seguire una forte puzza di bruciato..
“Sono
gia qui..” dissi io a bassa voce.
“Dobbiamo
scappare!” urlò Rodd alzandosi in piedi di scatto.
Tutti
i presenti presero armi e quanto c’era all’interno
degli ampi armadi sul lato
della stanza.
Mello
si allontanò da me e prese due pistole da un cassetto.
Quando tornò ne mise una
in tasca, e una la dette a me.
“Mello...io..”
“prendila,
ti servirà.”
“Ma
io non..”
Ero
spaventata e confusa, non avevo mai preso in mano una pistola in vita
mia, e
sapevo cosa avrebbe comportato tenerne una..
“Hai
detto che volevi seguirmi no? Devi accettarne le conseguenze. Prendila,
è
necessario.” Disse con una freddezza che non avevo mai
sentito.
Davanti
a me avevo un Mello diverso da quello che avevo conosciuto fino a quel
momento,
e sapevo che se avessi preso in mano quell’arnese anche io
sarei potuta
diventare così.
Dopo
averla presa in mano la studiai per qualche secondo rigirandola
più volte nella
mano.
A
svegliarmi da quello stato fu un altro grande tonfo alle mie spalle e
non
appena mi girai vidi un uomo diretto verso di me, con
l’intento di aggredirmi.
Senza
fermarmi a pensare gli puntai la pistola, e preso da due uomini
appartenenti
alla mafia di Rodd, si arrestò.
Mello
dall’altra parte della stanza era rimasto immobile, come
tutti gli altri. Mi
sentivo come se le sorti di tutto quello fossero dipese da me.
Tremavo
senza riuscire a fermarmi, le mie mani tremavano, le mie gambe, e a
pistola che
tenevo in mano. Era come se
non
riuscissi a tenerla, come se all’improvviso fosse diventata
pesante.
I
miei occhi spalancato contenevano una paura che non avevo mai provato
fino a
quel momento, e tutto dipendeva dalla mia futura mossa.
Le parole di Mello mi rimbombavano nelle orecchie.
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Nda: Bene bene. Non so da dove cominciare. Innanzitutto credo sia meglio iniziare dalle spiegazioni. So bene che è passato molto tempo dall'ultimo capitolo che ho postato, e mi scuso davvero con tutti coloro che seguono questa ff e che aspettavano questo capitolo che,tra l'altro, ho scritto di getto e non molto bene. Ma vi assicuro che è stato un periodo davvero difficilissimo per me. Tutto questo è stato segnato da un evento importante, la perdita di mia nonna, che è venuta a mancare il 15 settembre dopo una malattia durata 5 mesi. In questi giorni, anche con la scuola, non ho avuto molto tempo di scrivere e soprattutto non ho avuto voglia. Direi un blocco totale. Chiedo ancora scusa, spero possiate capirmi. Mi scuso anche per i moltissimi errori che saranno all'interno di questo capitolo, non avuto neanche il tempo di ricontrollarlo.
Per stavolta non risponderò una per una alle recensioni perchè vado davvero di fretta, domani mi devo alzare molto presto ed è l'1 passata di notte. Ma ci tengo a ringraziare tutte le persone che recensiscono sempre, grazie mille, spero che mi possiate scusare per il clamoroso ritardo. Riguardo il cap 14 non vi assicuro nulla, ma spero di aggiornare entro natale (scherzo, aggiornerò sicuramente prima! xD)