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Autore: kamy    02/11/2009    4 recensioni
Un mostro creato dalla malvagità atavica e da un malefico e orrido mago. Seguito di The Cyborg, ma non bisogna averlo letto
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 30 Ogni pezzo al suo posto

Scusate la lunghezza del capitolo, ma volevo concludere alla grande. A questo punto vi pongo una scottante domanda. Io ho sempre desiderato rifare il GT, per poter cambiare quella storia così astrusa e deludente, e anche la fine dello Z ammetto di non averla proprio apprezzata tantissimo. Penso di fare un ultima ff di questa serie, sul GT appunto come conclusione. Pensavo di tenere ben poco dell’originale, eliminando completamente delle parti ed aggiungendone di nuove, in un vero e proprio rifacimento molto più distaccato dall’originale di quanto le saghe lo siano state finora.

Però vorrei sentire il vostro parere. Vi sentireste di seguire la conclusione di questa dimensione alternativa iniziata su Nameck?

Intanto ringrazio chi legge e chi recensirà questo capitolo.

 

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Cap. 30 Ogni pezzo al suo posto

 

 

“Non ci credo. Quella tecnica stupidissima ha realmente funzionato. Abbiamo sconfitto Janenba, e sono vivo… beh, non proprio, ma è come se lo fossi. Tutto incredibilmente perfetto, ora dovremmo solo abbandonare gli inferi prima che gli spiritelli che un tempo furono nostri avversari decidano stupidamente di attaccarci, facendoci perdere tempo. Per teletrasportarci, però, Kakaroth dovrebbe mettersi in piedi, e io dovrei costringermi ad appoggiargli una mano su una spalla. Al momento tutto ciò è inattuabile, perché siamo a terra, piegati un due dalle risate. Sembriamo due deficienti, lo ammetto. E’ da quando la fusione si è sciolta che non riusciamo a smettere di ridere, a dire la verità da prima, ma nella fusion era almeno era uno solo. Non è dignitoso per il principe dei saiyan sghignazzare a questo modo, e pure Kakaroth sta facendo una figura ben più patetica di quando tira fuori sorrisetti idioti. Una domanda sorge spontanea. Questa tecnica ha forse come effetto secondario una specie di ubriacatura? Perché senno non mi spiego perché non la piantiamo di fare i cretini. Si, a livello di pensiero è facile, ma non riesco a mettere in pratica la mia decisione di smetterla. “Me lo spieghi che cavolo abbiamo da ridere?”domando, piegandomi in avanti mentre sto arrivando seriamente alla lacrime. “AHAHAH…Non ne ho idea…AHAH”mi risponde quel beota cresciuto sulla terra. “Però almeno lo sto facendo con un amico…ihihih”aggiunge. Possibile che riesca sempre a spiazzarmi? Ora come ora non riuscirei nemmeno a rispondergli male e a tono, per il semplice fatto che non riuscirei a soffocare le risate e sminuirei l’effetto minaccioso. Lo ammetto però, anche io preferisco che ci sia lui e nessun altro a vedermi in una situazione simile. Si sdraia a pancia in giù sperando di tornare in se. “Adesso…umpfffff…finalmente potremo tornare dai nostri cari…ihih…non vedo l’ora di vedere Chichina…”mi dice, chiudendo gli occhi. Anche io mi sdraio completamente, a faccia in su, guardando questo cielo fittizio, respirando con forza per arrestare questo strano fenomeno. Anche se sento come una voce dentro di me. Se semplicemente ti fossi divertito con un amico? Se passata l’ansia di avere sulle spalle il destino dei vostri cari, vi foste resi conto di essere i più forti dell’universo? No, che fesserie. Un saiyan a quel punto non si mette a ridere contento come un qualunque terrestre, ma accetta seriamente queste notizia, e al limite ghigna compiaciuto. Eppure, concentrandomi su quelle assurde ipotesi, riesco a trasformare la risata in un semplice sorriso soddisfatto. Nel frattempo anche Kakaroth l’ha piantata, voltandosi a faccia in aria. Finita la serie di stranezze ci rendiamo conto di una semplice verità, anche se lui al contrario di me lo dice apertamente. “Sono stanco morto”commenta, prendendo un grosso respiro. “Tsk, siamo due”commento semplicemente. Finalmente poi trovo la forza di rialzarmi e vedo che anche Kakaroth si rimette in piedi. “Andiamo, il tuo corpo ti aspetta”afferma, e prima che possa dirgli qualunque cosa, mi ritrovo al palazzo del supremo. “Avverti almeno quando usi il teletrasporto!!!!!”gi grido contro, piazzando il mio pugno proprio sotto il suo naso. Lui sfodera uno dei suoi peggiori sorrisi stupidi e si gratta la testa imbarazzato. Sto per aggiungere qualcos’altro, quando voltandomi mi trovo davanti alla cosa più insolita che i miei occhi abbiano mai avuto la possibilità di vedere. Una statua, e fino a qui non c’è niente di strano. Mi viene difficile però accettare che quello sia io. Non può essere il mio corpo, non in quella posizione. E’ una sensazione così strana, altro che non avere parole, qui mi si confondono anche i pensieri. Sento i passi di Dende, ma lo ignoro completamente. Per una volta posso dire che sono realmente interessato a me stesso e sfido chiunque a dire per egoismo. Fino a questo momento non avevo realmente preso in considerazione il concetto che sono morto. Bè, certo. Non sono come Kakaroth, che lo prende come se fosse un gioco o lo sminuisce come cosa che può succedere. Ugualmente è difficile, finché senti di esistere, pensare che realmente il filo della tua esistenza si è spezzato, e sei diventato qualcosa d’altro.

“Scusate il ritardo, prima ho pensato ai feriti…”comincia il giovane namecciano. “Gotenks ha sconfitto Bu, vero?”chiede quel rimbambito che ho per amico. Possibile che non abbia ereditato niente oltre la faccia da suo padre Bardack? Si potevano dire tante cose di lui, ma non che fosse stupido. Anche se, conoscendo Turles e Radisch, suppongo sia qualcosa di genetico. Se l’avversario non fosse stato distrutto, pensava veramente che tornando avremmo trovato la Terra intera e tutti sani e salvi?!

 “Oh, sì, e non è morto nessuno! Sono stato così felice, pensate che Gohan, anche se ora sta riposando, non aveva nessuna ferita veramente grave, e anche gli altri hanno reagito bene alle mie cure!!”risponde allegro il moccioso muso verde. “Tsk, avete intenzione di continuare per molto?! Vi ricordo che se realmente devo perdere sei ore qui a rigirarmi i pollici, rischio seriamente di farvi fuori per noia!” esclamo acido. Ovviamente è una minaccia a vuoto, ma l’idea di sprecare così il mio tempo, in compagnia di Kakaroth poi, è quasi un’agonia. “Vegeta ha ragione, prima torna in vita meglio è”mi spalleggia Goku. “Ti ho appena minacciato” gli ricordo. “Si, ma sono in debito. Grazie per non avermi fatto del male mentre ero svenuto”mi dice allungando una mano. La guardo e continuo a non capire. Di preciso, cosa vuole? “Amici come prima?”domanda, con una luce infantile negli occhi. Sorrido superiore. “Lo siamo mai stati?”domando in risposta, ma gliela stringo. Dende diviene rosso e mettendo le mani sulla statua comincia già a ripetere una noiosissima formula namecciana”.

 

 

 

“Rimango sdraiata sul letto. Vuota. Non voglio auto commiserarmi sentendo gli occhi umidi. Non credo che potrò consumare mai le mie lacrime. Penso di aver dedicato una parte di me per smettere di sprecarle. Un tempo, quando ancora ero una bambina viziata, a ogni paura, a ogni fesserie scoppiavo a piangere. Lasciavo che si disperdessero, non curandomi di quante ne sprecassi, di quanto le rendessi inutili. Per molto tempo non ho capito il vero significato di quel gesto, e le lasciavo sfuggire troppo facilmente. Quanto può essere unico un abbraccio, uno sguardo, una carezza, un bacio. Inconsciamente mi porto un dito sulle labbra. Per avere il tuo primo bacio, abbiamo dovuto giocare con la morte entrambi. Per avere un tuo abbraccio, ho rischiato di rovinare la nostra vita insieme. (riferimento a Nameck, penso sia dovuto NdA) Quando ti ho conosciuto, ho capito che non potevo più sprecare una sola goccia di quell’acqua salata che colava silenziosa dai miei occhi. Dovevo essere in grado di piangere per le tue sofferenze, sostituire le tue lacrime di aria con le mie, curando con esse ogni tuo dolore, cicatrizzando ogni ricordo. Per riuscirci, ho dovuto conservarle una ad una, e ora non ho intenzione di buttarle al vento. Mi hanno detto che sei morto, e in quel momento il mio cuore si è frantumato, eppure nonostante io sia morta dentro, non ho intenzione di perdere le mie lacrime. Sono per te e per nessun’altro, e finché non avrò il tuo corpo tra le mie braccia non le verserò.

Torna da me. Potrai essere freddo, distante, vuoto come un semplice involucro, ma torna da me. Chiudo gli occhi, e mi lascio cullare a metà tra il sogno e l’incoscienza. Sento dei passi, ma saranno frutto della mia immaginazione. Qui con me non c’è nessuno, tutti hanno avuto paura e sono scappati, solo Chichi è rimasta, finché non ha creduto mi fossi addormentata.

Io, la donna forte, quella coraggiosa, la pazza che non pensa mai alle conseguenze, non pensavano potessi avere una simile reazione di dolore. Cosa credevano? Noi siamo un tutt’uno, Vegeta, e per l’amore mi sono piegata, se me l’avessi chiesto mi sarei data a te, a costo della morte, senza chiedere nulla in cambio. La fortuna mi ha sorriso, quando tu hai deciso di contraccambiarmi. “Vegeta…”mormoro. Spero quasi che chiamandoti tu venga da me. Non lo sopporto più questo male, non resisto più. Ho bisogno di te. Gridami addosso, maltrattami, ma ti prego torna da me. Vorrei poter dire “da lassù guardami, guidami”, ma so la verità. Mio angelo di tenebra, per te non ci sarà un paradiso, me lo hai detto tante volte.

La vita ci ha separati, la morte ci ha divisi, come farò?

“Sono qui”sento all’improvviso. Questa è la tua voce, amore mio, ferma, scura, inconfondibile. Spalanco gli occhi e ti vedo lì davanti. Immobile, l’oscurità è tua complice, eppure mi sembri la luce della speranza che mi infonde la vita. Deve essere una visione, un sogno, forse sono uscita pazza. Avanzi verso di me, mentre come un assetato nel deserto allungo le mani. Posso toccarti, o ti attraverserei come se fosse pura aria. Lasciati stringere, ti scongiuro. Se è un sogno, non voglio svegliarmi mai più. Sono un egoista, ho bisogno di te, sono disposta ad abbondare persino questo mondo per seguirti, e tu lo sai.

Mi abbracci, e con le mani mi stringo forte alla tua tuta. E’ strappata, logora come appena uscita da una battaglia. Sento l’odore dal sangue, della polvere, del sudore, ma sa così di te da inebriarmi. Adesso che tu sei qui, posso lasciare scorrere le mie lacrime. Affondo il mio viso nel tuo petto come una bambina bisognosa di affetto, lasciandole andare, stringendo così forte con le mani la tua battle-suit da rendere bianche le nocche. Mi stringi a te e io mi lascio cullare. Non c’è mai stato bisogno di parole tra di noi. Sento che mi accarezzi i capelli, sento le tue mani su di me e penso che è troppo bello per essere vero. Ho paura di interrompere questo splendido sogno pronunciando una sola parola, ma soprattutto chiedendoti se sia vero che tu sia di nuovo qui, con e per me”.

 

“Papa!!!!”gridò Mirai aprendo la porta di scatto. Era andato da sua madre, non immaginava certo di trovare anche il padre. Era vivo, gli avevano detto che era vivo ed era accorso. Subito dopo, accorgendosi che i genitori stavano vivendo un momento particolare e solo loro, divenne rosso come un pomodoro e cominciò a balbettare. Poco dopo accorse Trunks gridando festante “Siamo stai grandiiiiiiiiiiii!!!!!!!!”. Si vedeva che si sentiva eccitato e orgoglioso, e senza il suo solito contegno volò tra le braccia del padre, mentre la madre si staccava e asciugandosi le lacrime

riassumeva il controllo. Vegeta era realmente tornato in vita, e non le interessava come e perché, l’importante era che fosse lì con loro. Orgogliosa della sua famiglia, aspettò che anche la figura di Jr. apparisse da dietro il maggiore e sorridendo solare fece un o.k. di felicità al marito che guardava confuso il piccolo Trunks che se lo stritolava in un abbraccio allegro, mentre si rannicchiava sulle sue gambe come un normalissimo cucciolo. Un momento stupendo e solo loro, ma nessuno immaginava che ad esso si sarebbe aggiunto un chiassoso e rumoroso elemento. Come un rinoceronte alla carica, Nappa apparve dalla porta. “Il mio ragazzo!!!!”gridò, mentre Vegeta allarmato si guardava intorno nella vana speranza di trovare vie di fuga. L’omone si mise a saltare sul posto provocando dei veri e propri terremoti in un modo di fare poco dignitoso. Preso dall’euforia si tramutò in supersaiyan, mostrando la sua conquista a livello di potenziale. Il principe dei saiyan spalancò occhi e bocca al massimo nel medesimo istante, assolutamente basito. Ecco qualcosa che di certo non si sarebbe mai aspettato.

 

 

La piccola May sapeva che presto sarebbero tornati a casa, finalmente, però prima voleva salutare il piccolo Jr. Lo trovò con i fratelli a festeggiare di essersi ritrovati, mentre Nappa volteggiava allegro, parlando a raffica con Radisch e con il resto di quello strano gruppo di alieni che stava seriamente meditando di farlo fuori visto che non lo si sopportava più. La bambina era poco interessata, ma si avvicinò compunta all’amichetto. “Non ci credevo che l’avremmo sconfitto a quel brutto mostro”si inserì nel discorso sorridente. Sia Mirai che Trunks si ricordarono improvvisamente di un impegno. “Devo andare da Goten a dirgli se ogni tanto la rifacciamo la Fusion”spiattellò il piccolo glicine, mentre la sua copia maggiore, a corto di scuse plausibili, se la svignò e basta. “Umphf, ovvio. Peccato non avere avuto la possibilità di farlo fuori io”rispose, in quel modo tutto suo, il piccolo Brief. “Grazie Veg, per avermi protetta contro Kid Bu”disse lei velocissima. Diede un bacio sulla guancia al suo amichetto di sempre e scappò via. Il piccolo Jr. rimase lì impalato, con gli occhietti azzurri spalancati, mentre con la mano tentava di pulirsi la guancia. Non sapeva perché, ma si sentiva confuso.

 

 

I Kahioshin avevano salutato sommariamente e felici di essersi ritrovati si teletrasportarono al loro pianeta, mentre quello dell’Ovest, sotto gli occhi attoniti di Kibith, dimostrava apertamente il suo interesse corrisposto per la Kahioshin dell’Est.

Gwendy sorrideva al suo Crilin, felice che fosse sano e salvo. Ai suoi occhi rimaneva un eroe: in fondo nelle grandi battaglie c’è sempre bisogno di qualcuno come lui che, coraggiosamente, nonostante non combatta sempre in prima persona, si occupi di proteggere gli eroi feriti a costo della sua stessa vita, portandoli in salvo quando è il momento. L’uomo intanto ricambiava l’abbraccio della piccola Marron rosso in viso, coccolando la figlioletta amata con tutto se stesso. Junior non sapeva dove guardare per evitare famigliole felici che si ritrovavano da tutte le parti, e cercava di mantenere un contegno serio e assolutamente lontano dalla zuccherosità. Le sue intenzioni furono rovinate da un abbraccio di Dende, felice che tutto si fosse risolto, a cui per poco non si unì anche Mr. Popo. “Umphf”poté soltanto bofonchiare il povero namecciano, stritolato dal giovane supremo.

 

Chichi era corsa verso il marito il lacrime, le braccia protese, gridando al massimo della gioia

Aveva realmente creduto di averlo perso. Raggiuntolo lo aveva abbracciato con tutte le sue forze, cingendogli la vita. Goku aveva riso imbarazzato per qualche attimo, poi fregandosene degli occhi indiscreti e delle risatine, l’aveva presa in braccio senza mezzi termini. La donna si sistemò al meglio, non poteva desiderare postazione migliore. Goten guardò la scena con due grandi occhioni confusi e poi saltò al collo dell’uomo, posizionandosi su una spalla assumendo la forma di una piccola pallina. May gelosa sbatté i piedini a terra e volando andò a occupare la spalla rimasta. Il Son era abbastanza forte da riuscire a reggere praticamente tutta la famiglia, ma abbassando il capo decise che forse era meglio mettere in chiaro un informazione importantissima. “Gohan, non ho dove metterti”. A quella frase persino Junior non riuscì a trattenere le risate, mentre Crilin proprio si era piegato in due ridendo senza ritegno. Il maggiore sorrise solare piegando la testa di lato e rispose: “Non preoccuparti papà, non te l’avrei chiesto”. Stava per aggiungere qualche altra parola, quando un’altra figura femminile compì una corsa da fare invidia a quella di Chichi. “Gohaaan!!!!!!!”gridò Videl, fermandosi trafelata davanti al giovane. Il giovane Son la guardò imbarazzato, non riuscendo a trovare le parole giuste. La giovane prima gli tirò qualche finto pugno al petto, gridando frasi come “Ho avuto tanta paura!”, e poi gli saltò al collo in lacrime. “Non mi lasciare più”mormorò, stringendolo con forza. Il giovane guardò il sovraccarico padre, che annuì con gli occhi, visto che il collo era immobilizzato. Gohan prese un profondo respiro, abbracciò la ragazza rigido come un manico di scopa e le chiese tutto d’un fiato: “Stasera esci con me?”.

Eviterò commenti sullo sgrilletto di gioia che la giovane Videl lanciò come sì.

 

Mirai si era messo in un angolo. La macchina del fax che si portava sempre dietro come capsula aveva dato dei segni di vita, perciò l’aveva fatta uscire con il solito “pof”, e si preparava a leggere il messaggio stampato che proveniva direttamente dal suo futuro. Prima di riuscirci però, davanti a lui apparve la figura di Mary. La giovane lo guardava con un cipiglio da dura. “Non sei morto, perciò stasera mi passi a prendere alle nove” affermò convinta. Lui annuì, arrossendo, poi si avvicinò e, controllato che non ci fosse nessuno in giro, la baciò. Lei se lo scrollò di dosso con fare iroso, però poi ammiccò e se ne andò ancheggiante lasciando il glicine solo ed esaltato. Nel frattempo, il messaggio finiva di essere stampato e Mirai poté finalmente leggerlo.

 

“Questa lettera non è stata scritta da tua madre. Non preoccuparti, sta benissimo. Semplicemente ha insistito la scrivessi io. Mi sembra un’insulsa trovata da terrestri quella di mettere caro, ecc ecc, perciò sarò diretto, o almeno ci proverò perché mi sento uno stupido anche solo a fare questa baggianata. Non dovrei essere l’unico, ma la persona che doveva aiutarmi è svanita nel nulla. Figlio traditore del suo stesso padre. Non mi interessa che nemmeno lui sia portato per queste cose, almeno doveva prendersi un minimo di responsabilità…

Ti starai chiedendo chi sono. Bè, io sono Vegeta, il principe dei saiyan, tuo padre.

Non ti sto prendendo in giro e nemmeno io pensavo potesse succedere una cosa simile. Quella pazza di tua madre, con quella mocciosetta figlia di Gohan, è andata fino a Nameck. Quella donna non riesce a comprendere che non può fare tutto quello che le ronza per la testa solo perché ha una fortuna incredibile. Comunque, il drago ciccione dei musi verdi si è dimostrato abbastanza sveglio. Perciò eccomi qui. Tsk, credevo che ormai la mia vita fosse giunta al termine per sempre, già era tanto che Re Yammer, considerando il mio sacrificio, avesse deciso di lasciarmi il corpo e mandarmi in Paradiso (vedi la song di T.d’A n34NdA)., così almeno ho passato il tempo a combattere con Kakaroth finché sono rimasto bloccato lì. Non sono tornato in vita da solo. C’è anche tuo fratello Jr. Il moccioso di Kakaroth ha deciso di non tornare in vita nonostante ci sia sua figlia Pan. E’ voluto restare con sua moglie, perciò non ti fare illusioni sul tuo maestro Gohan, non mi va di vederti frignare per la delusione, nelle tue vene scorre il mio di sangue. Come terza persona perciò si è auto invitato quel tappo di Crilin. Ci toccherà perciò ospitarlo, che scocciatura…

Ho detto tutto, quindi posso smettere di perdere tempo con questa stupidaggine. Sappi che dall’aldilà ho visto ogni cosa. Di’ al Vegeta di quella dimensione di comportarsi bene con te, sennò vengo lì e gli mostro come lo vedono gli altri quando gli gira storta. Perciò non ti chiedo di tornare, solo non fare casini o stupidaggini da terrestre.

                                                                                               Vegeta, Principe dei Saiyan”.

 

Il giovane glicine rimase per qualche secondo come paralizzato, poi si mise ad urlare, correndo dagli altri per dare l’ennesima stupenda notizia in quella giornata incredibile.

 

“E’ una notizia bellissima, ancora non ci credo. Ora che sono da solo in camera mia posso lasciare che le lacrime scorrano libere. D’un colpo tutti i miei desideri si sono realizzati. Mia madre non sarà più sola, torneranno a essere una famiglia. No, non posso crederci. Vorrei gridare di gioia, ma resto qui seduto con la gratitudine nel cuore. Grazie a questo mondo, grazie alle sfere di Nameck, grazie a Polunga, grazie alla piccola Pan, grazie alla navicella che li ha portati lì. In questo momento ringrazierei anche quella mosca poggiata sul davanzale della finestra, mentre le lacrime scendono sempre più copiose dai miei occhi azzurri.

Sento la porta che si apre e si richiude. Sorpreso, mi volto, e spalanco la bocca per la sorpresa vedendomi davanti la figura di mio padre, precisamente quello di questo tempo visto che anche il mio è tornato in vita. Sembra serio, non capisco. Dovrebbe essere una notizia splendida per lui, in fondo è sempre un se stesso. E’ strano, mi guarda negli occhi con le solite iridi nere e non si può certo dire che il suo modo di fare sia diverso. Semplicemente, il suo sguardo mi sembra più vuoto. Posso azzardarmi ad usare una parola come triste? 

“Suppongo che a questo punto te ne andrai”commenta asciutto. Lo guardo con un espressione sorpresa, forse perfino stupida, mentre mi asciugo gli occhi. Non voglio che mi veda piangere, ormai non temo più un giudizio negativo, solo che è per me stesso che preferisco non sembrare un bambino. “La macchina del tempo…”comincio. E’ rotta da una vita ormai. “Tua madre, anzi, Bulma ha deciso di ripararla. Potrai tornare dalla tua vera famiglia”. Accidenti. Sarebbe stupendo. Potrei abbracciare mio padre, ritrovare il mio fratello. Per non parlare di quanto mamma sarebbe contenta di rivedermi, attraverso i suoi fax ho sentito quanto le sono mancato. Immerso nei miei pensieri nemmeno rispondo e nel mio silenzio lui legge un assenso. “Tsk, allora addio moccioso”commenta uscendo. Mi lascia da solo con i miei pensieri. Non mi ha detto rimani, non mi ha detto niente, però è venuto a parlarmi. Lo devo interpretare come una tacita richiesta infranta di restare? Non lo so, ma al momento è un’altra domanda che mi preme. Voglio davvero tornare nel mio tempo?”

 

“ “Come ti senti?”mi domanda una voce seriosa e grossa quanto lui. Continuo a rimanere sprofondato nel divano del salotto, guardando il televisore spento, ascoltando il silenzio di quando in casa non c’è nessuno o quasi. Non rispondo, ma so benissimo che non accetterà di essere ignorato. In fondo è tutta colpa sua. Mi ha convinto lui a prestare aiuto a quel moccioso lilla, è colpa sua se adesso lo sento come figlio mio. Sono stato un ingenuo. Un altro Vegeta significa un altro tempo, un’altra persona. Tsk, chi mi assicura che magari “quell’altro” non sia un essere inferiore? Ci può essere un solo me, gli altri che ne so come sono. Umph, potrebbero essere anche degli inetti indegni di essere come me principi dei saiyan. Non è che sto cercando scuse forse? “Dovreste…”continua Nappa, timoroso. “Gli ho già parlato”commento acido. Non me la voglio prendere con lui, ma non ho molta voglia di comunicare al momento. “Non intendevo questo…”inizia Nappa, ma quello che fa mi sorprende. Scoppia a piangere, non l’aveva mai fatto. Cioè, le lacrime da coccodrillo o quelle per idiozie, le ha versate mille volte. E’ la prima volta che però lo vedo piangere davvero. Faccio per alzarmi, ma è lui a sedersi di colpo, sfondando quasi il divano. Mi abbraccia con forza, piangendo disperato. “…Che pensate, io lo consideravo già un nipotino…però non voglio che soffriate…dovreste…oh, ma nemmeno lo so…”. Alzo gli occhi al cielo. Non immaginavo certo che l’avrebbe presa così male. A modo suo sta tentando di consolarmi, in uno dei suoi abbracci stritolatori, ma non so onestamente se migliori o peggiori la situazione. Diciamo che ci stiamo facendo compagnia come due rimbambiti. Per fortuna in mio soccorso arriva il capellone, portandosi via il suo migliore amico. Nemmeno mi guarda. Nei momenti in cui non sa come aiutare, pensa che il silenzio sia la cosa migliore, e non posso che essergli grato per questo. Rimango nuovamente da solo. Non sono saiyan le emozioni che provo. Cosa si fa, quando si sta per perdere un figlio? Chiudo gli occhi. Mi ripeto che mi rimanere il mio Trunks, ma so benissimo che tra il mio piccolo e quel ragazzo del futuro c’è un’immensa differenza. Non voglio che il mio bambino diventi in quel modo, ma non voglio nemmeno perdermi quello che consideravo un figlio grande.

 

Alzo lo sguardo e guardo l’orologio. A quest’ora Mirai è già partito. Tsk, meglio. Il ragazzo si troverà bene, in fondo è tornato dalla sua famiglia. “Ciao papà”sento improvvisamente. Mi voltò di colpo e quasi mi faccio venire un crampo al collo. “Credevo fossi tornato a casa…”commento confuso. “Io sono a casa”mi dice. Mi alzo incerto, e lui mi abbraccia sorridendo. Ok, questa non me l’aspettavo. Se non fosse poco dignitoso mi metterei a gridare: “E’ figlio mio, alla faccia di tutti!”. Non sono Kakaroth e perciò non lo farò mai, ma sogghignando compiaciuto posso benissimo sbizzarrirmi a pensarlo”.

 

 

 

 

FINE… ?

(Dipende da ciò che volete voi  - _^)

Ringraziamenti:

Ka93: Si, qui Gotenks ha dato il meglio di se, anche se qualche attacco di infantilismo tentava di venire fuori ^^. yes, esatto, il film alla fine era stupendo, perchè modificarlo? Alla prossima, ciauuuuuu (p.s. Viva Gogeta **).

Luna_07: XD bè, spero che l'ultimo chappy sia stato all'altezza. Diciamo che anche a me quel punto premeva, come vedi è stato diverso, ma spero sia o.k.. Un bacione, alla prossima, tvb

Vegeta4ever: Evviva le Fusion. Già l'ultimo, a meno che poi non si decida per il Gt ^_^. ciauuuu

  
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