Cuore.

La smorfia di Sakura è falsa persino per un credulone come Naruto. Lui le proferisce quella frase in tutta sincerità, senza piegare – neppure per un'istante – le sopracciglia.

“Non mi piacciono le persone che mentono a loro stesse”

Bastano quelle semplici parole a spezzarle il cuore, una frase per farle scendere quella – prevedibile – lacrima che poi trova riposo sui suoi zigomi. E, crudele, scende lentamente, esplora la sua pelle, quasi fosse antica quella reazione epidermica; sembra quasi che non pianga da molto tempo – ma tu sai che non è così, vero?

Era solo l'altra notte, quando, nel bel mezzo dell'oscurità, un singhiozzo si era elevato in aria, al solo pensarlo – le sembrava di aver visto la sua ombra tra i cespugli.

E sono solo ricordi, immagini offuscate, piccoli barlumi di speranza che si formano nella sua mente. Digrigna i denti come una leonessa: fiera e indomita. Inghiottisce il boccone amaro e sa già che convincere Naruto in merito alla veridicità dei suoi sentimenti è un'impresa utopica.

“Ami ancora Sasuke, no?”

Il dardo scatta, la freccia si dirige in sua direzione, mirando bene al cuore. Quell'organo che ora ha aumentato le sue pulsazioni e, adesso, le sta strappando via l'ultimo briciolo di dignità che le è rimasto. Cerca di combattere, di collegare le labbra al cervello, ma quelle inevitabilmente si uniscono al cuore, facendole proferire solo verità.

Doveva imparare a mentire negli ultimi due anni, si sarebbe risparmiata parecchio dolore.

“Mi dispiace, Naruto”, ora è un rivolo salato che crolla dall'immenso grattacielo che sono le sue ciglia, fino a zampillare sulle sue gote e morire sulle sue labbra. Naruto le da' le spalle, rinnegando placidamente col capo.

La mente vuole chiamarlo, il cuore è in silenzio.

Frena la mano, preferisce dar retta al cuore.

Come sempre, no?

Piange da sola, sopra la coperta di neve, sotto le frecce di dolore – quanto fanno male. Come pungono, come si agitano al sol pensiero.

A volte – pensa – gli esseri umani preferiscono un cervello ad un organo pulsante. Altre volte, invece, il cuore preferisce avere la meglio sul cervello, di sua spontanea volontà. Non possiamo far niente per fermarlo.

Ironia della sorte, Sakura avrebbe voluto ragionar di mente, ma, com'era prevedibile, il cuore aveva preso una direzione tutta sua e ora innalzava il suo trofeo di vittoria: ciò significava altre lacrime, altro dolore. Ecco cosa si è disposti a fare per il cuore – per tenerlo ancora in vita.

È così anche per te, vero Sas'ke?

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