Crazy University
Ragazzi, ci sono delle bonazze mitiche…
Capitolo 1°
Era una giornata calda e afosa, dei primi di settembre,
quell’anno stranamente il caldo non voleva abbandonare la città di Londra, il
sole riscaldava qualsiasi cosa intralciasse il suo cammino e le nuvole sembrava
fossero scomparse da un bel po’ di tempo a quella parte. Nell’atrio principale
dell’Elizabeth University si era formata una calca incredibile di studenti e
soprattutto matricole, impazienti di raggiungere la bacheca con gli annunci e
gli assegni dei vari appartamenti.
“Luna lo sapevo è sempre colpa tua! Siamo in enorme
ritardo! Dovevi proprio portarti dietro la tua collezione completa di piume
d’oca?!” esclamò una ragazza dai capelli lunghi, ricci e castani entrando
frettolosamente nell’atrio dell’Università con una borsa più grande di lei in
mano.
“Hermione non ti ha mai detto nessuno che scrivere aiuta
ad esternare i propri sentimenti, molto più di quanto aiuta farlo il tuo
insistente parlare?” le rispose tranquillamente Luna, una ragazza dai lunghi,
lisci, capelli biondi, che invano cercava di trascinarsi dietro un enorme
borsone, stracolmo di solo lei sapeva cosa. Vicino a loro una ragazza dai
lunghi capelli rosso acceso, scuoteva insistentemente il capo consapevole della
cocciutaggine delle sue amiche per potersi rassicurare che smettessero.
Conosceva quelle due dagli anni del liceo, e avrebbe potuto garantire a
chiunque che non erano cambiate affatto, sempre la solita Miss Perfezione e la
Signorina dalla calma e la tranquillità personificate. Mentre lei rifletteva,
Hermione si era diretta dal bidello, unica persona, oltre loro, presente in
quella sottospecie di deserto sahariano, con una scopa in mano per nulla
rassicurante.
“Mi scusi?”disse con tono insicuro, ma allo stesso tempo
determinato. Aggrottò la fronte quando vide che il bidello non dava cenno di aver sentito, continuando
indisturbato a pulire il pavimento, senza neppure degnare di uno sguardo la
ragazza. Allora Hermione compresa la situazione riprovò, e cercando di
raccogliere tutta la pazienza che in quel momento non aveva, si schiarì la gola
e disse ad alta voce:
“MI SCUSI?”questa volta il bidello sentì, non bene ma
sentì tanto che disse urlando:
“COSA? COS’HAI DA URLARE RAGAZZA MIA CI SENTO SAI?” si
come no! Infatti prima mi hai risposto! Pensò Hermione tra se e se, poi
sempre urlando chiese nel modo più gentile possibile:
“SA PER CASO DIRMI DOVE POSSIAMO ALLOGGIARE?” il
vecchietto sporgendosi, e guardando al di là della spalla della ragazza lanciò uno sguardo alle due amiche rimaste
in fondo all’ingresso, poi urlando nuovamente rispose:
“CERTO SIGNORINA, SIETE IN RITARDO MA COMUNQUE HO IL
POSTO ADATTO A VOI!” mentre gridava estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca del
grembiule e continuò dicendo:
“ECCO, E’ L’ULTIMO ALLOGGIO CON UNA STANZA A TRE! SI
TROVA NON LONTANO DA QUI! SA, ANCHE IO ALLOGGIO LI!” sorrise ampiamente,
esibendo a mo’ di trofeo una bella capsula d’argento. La ragazza leggermente
impressionata, prese le chiavi e si fece dire l’indirizzo preciso del luogo che
ospitava il convitto, salutò cordialmente il bidello e raggiunse le sue
amiche che stavano discutendo con due
ragazzi niente male, sicuramente arrivati anche loro in ritardo. Prima di
intervenire nella discussione, Hermione si soffermò a scrutare i due,
decisamente stupita ed un po’ incerta sul da farsi. Uno era altissimo, a mala
pena credeva fosse possibile intravedere la sua testa nel suo metro e
ottantacinque, aveva una folta chioma rossa che fungeva da capigliatura, legata
in un minuscolo codino e gli occhi erano di un intenso color cobalto. Ora che
ci pensava, quel volto non le era del tutto sconosciuto. Ma certo, come non lo
aveva pensato prima, quello era il fratello di Ginny, la sua amica, lo aveva
visto di sfuggita ad uno dei suoi compleanni, e probabilmente in mezzo a tutte
quelle teste rosse non era riuscita a focalizzarne perfettamente i lineamenti.
L’altro, aveva degli scompigliatissimi capelli corvini, non era alto quanto il
suo amico, però lo era decisamente nel suo metro e ottanta, portava gli
occhiali come Ginny, anche se di una forma diversa, dietro i quali cercava di
nascondere due splendidi occhi smeraldo. D’un tratto si sentì chiamare, era la
sua amica che la esortava a raggiungerla per farle fare conoscenza.
“Herm, spero ti ricorderai di mio fratello Ron!” disse
tutta allegra e pimpante la rossa, tirandola verso di lei e facendola arrossire
non poco quando si accorse di essere praticamente davanti al moro, che la
scrutava attentamente come se le volesse fare una radiografia. In effetti, ora
che ci pensava, di Ron non se ne ricordava proprio, se non fosse stato per i
caratteristici tratti della famiglia Weasley, di certo non lo avrebbe
riconosciuto. Tuttavia cercò di assecondare l’amica.
“Aehm, certo, come no, come potrei mai dimenticarmene!”
disse falsamente sfoggiando un dolce sorriso, tipico di quando l’imbarazzo
prende il sopravvento sulla sua intelligenza e razionalità. Il ragazzo, o per
meglio dire il colosso, le strinse la mano, e disse:
“Ciao…ehm, Hermione giusto?” lei annuì. Sicuramente
nemmeno lui l’aveva riconosciuta e si ricordava di lei, più che altro era preso
a corteggiare un’amica di Ginny mentre la sorella spegneva le candeline.
“Sono felice di rivederti, ti presento il mio amico
Harry. Potter con precisione, ma non badare al suo cognome!” esclamò il rosso,
spostandosi per fare spazio all’amico. Perché, perché, perché! L’ho visto,
non sono mica cieca sai? O dio, Potter, quel Potter? Pensò Hermione
cercando di contenere il suo stupore misto all’imbarazzo sempre più crescente.
Harry, quasi per rispondere agli interrogativi della ragazza, esclamò:
“Ha ragione il mio amico, non ci fare caso al mio
cognome, chiamami semplicemente Harry! E tu come ti chiami? Hermione mi pare di
aver capito, giusto? Spero ti deciderai prima o poi a darmi la mano e
rivolgermi la parola?!” così dicendo le protese la mano sfoggiando un bel
sorriso. Dio, che figura, ma perché devono capitare tutte a me, prima il
bidello, adesso lui, è una maledizione!
“Ciao, ehm…Harry, si mi chiamo Hermione, felice di fare
la tua conoscenza!”disse titubante cercando di apparire il più calma possibile
lei, stringendogli la mano. Stettero per molti istanti a fissarsi e tenersi la
mano, quando…
“Volete finirla di fare questa conoscenza prolungata
staccandovi la mano? Noi dovremmo prendere le chiavi del nostro appartamento,
ti ricordi Harry vero?” esclamò ironico Ron, scuotendo davanti agli sguardi
intensi dei due una delle sue enormi mani. Come ridestato da uno splendido
sogno, Harry trasse come scottato indietro la mano, sorridendo debolmente e
dicendo:
“Bhè, ok, ehm...allora noi…andiamo! Ci si vede!” e
prendendo per una spalla l’amico e con l’altra mano il borsone, si diresse a
tutta velocità verso il bidello, che non faceva altro che pulire il pavimento
come prima. Hermione ancora imbarazzata disse, alle amiche rimaste impalate a
guardarla con una strana luce negli occhi:
“Allora, che cosa avete da guardare voi due? Muovetevi
pelandrone!” prese il borsone e con un sorriso smagliante in volto uscì
dall’atrio, verso l’appartamento, seguita a ruota dalle amiche, che cercavano
in tutti i modi di raggiungerla.
Nel frattempo, un Harry alquanto disperato, cercava di
“comunicare civilmente” con il vecchietto di fronte a lui, che sembrava si
fosse accorto solo delle macchie e macchioline varie del pavimento lucido
dell’atrio.
“Ei mi scusi, possiamo avere le chiavi del nostro
alloggio?” niente, il vecchietto non dava cenno di aver sentito le parole
sconfortate del moretto, alle prese con uno scoppio di disperazione. A quel
punto intervenne il rosso che gridando disse:
“C’E’ NESSUNO IN CASA?!” il bidello si voltò di scatto,
con uno sguardo che non prometteva bene e con una scopa pronta per l’uso in
mano.
“SCOSTUMATO CHE NON SEI ALTRO! TIENI LA LINGUA A POSTO!”
disse scrutandolo con i suoi occhietti ridotti in due fessure. Nel mentre si
sentì aprire nuovamente la porta, e l’attenzione degli unici presenti si
rivolse agli studenti appena entrati. Sembravano due divi del cinema da come
camminavano e si atteggiavano. Uno alto, biondo e con due occhi grigi
impenetrabili e ghiacciati, l’altro con i capelli castano scuro e due occhi
turchese. Raggiunsero con passo felpato e veloce il centro del maggior
“afflusso” di persone, e il biondo disse:
“Prego, le chiavi dell’appartamento grazie!” conciso,
freddo e…per nulla delicato! I due studenti lo guardarono con aria torva, ed
uno disse:
“Ma chi ti credi di essere bello?! Se non lo hai capito
noi siamo qui da un ora per cercare di farci dare le chiavi dell’unico alloggio
disponibile da questo sottospecie di bidello sordo, quindi sloggiate al più
presto!”esclamò Ron, irato, molto poco propenso a tenere le mani al loro posto.
Il biondo gli riservò la stessa occhiata ricevuta in precedenza, dicendo:
“Se non lo hai capito, siamo qui per lo stesso motivo,
bamboccio dei miei stivali!”così dicendo si soffiò le unghie con fare
altezzoso, e rivolgendosi al bidello disse:
“Le chiavi prego!”.
“COSAAAAAAAAA! PARLI PIÙ FORTEEE!” urlò il bidello al biondino, facendolo innervosire, e
non sarebbe dovuto succedere, perché quel ragazzo era la rappresentazione fatta
persona dell’impulsività. Difatti, si avvicinò, e con la bocca a pochi
centimetri dall’orecchio del vecchio urlò:
“LE CHIAVI PREGO!!!” il bidello un po’ intontito dal
grido acuto, gli riservò un’occhiata di rimprovero e disse:
“NON COSÌ FORTE GRAZIE!
COMUNQUE MI SPIACE DIRVI CHE QUESTO E’ L’ULTIMO APPARTAMENTO RIMASTO LIBERO,
QUINDI DOVRETE USUFRUIRNE INSIEME, E’ PER QUATTRO PERSONE, QUINDI NON AVRETE DI
CERTO PROBLEMI!” il bidello estrasse un secondo ed un terzo mazzo di chiavi
dalla tasca del grembiule, dandone uno l’uno ad ogni gruppetto di amici, e poi
continuò:
“SAPETE, IO ABITO AL PIANO DI
SOPRA!” sfoderando nuovamente un sorriso largo ed esponendo fiero la sua
capsula argentata. I ragazzi lo osservarono per breve tempo disgustati, poi il
rosso prese le redini della situazione e disse:
“SCUSI, MA NOI NON POSSIAMO
STARE CON QUESTI DUE IDIOTI IN CAMERA!” nella sua voce si poteva notare una
certa vena ironica, cosa che stava ad indicare appieno il suo stato precario di
tranquillità, anch’egli come il biondino, non era molto rinomato per il suo
autocontrollo, piuttosto per il contrario. Il vecchietto lo osservò contrariato
e con uno sguardo intimidatorio disse:
“ZITTO SCOSTUMATO CHE NON SEI
ALTRO, FATE QUELLO CHE HO DETTO, O DOVRETE DORMIRE SOTTO AD UN PONTE, SONO
STATO ABBASTANZA CHIARO?!”. Draco Malfoy, il biondino, e Blaise Zabini, il suo
fedele amico, risero divertiti dalla reazione del rosso, mentre Harry
sconfortato cercava di calmare le acque.
“LO SCUSI, GRAZIE PER L’AIUTO,
ANDIAMO SUBITO!!!” disse pacato il moro, inviando un’occhiata ai suoi due
futuri compagni di stanza e al suo amico, e facendo fuoriuscire dalle sue
labbra un leggero ma conciso “andiamo”, salutando il vecchietto che aveva ripreso
a lavare il pavimento e spostando i chiarimenti all’ingresso dell’Università.
“Per me e il mio amico va
bene!” disse Draco, con le braccia conserte e il sopracciglio inarcato, come se
fosse scocciato di quella situazione. Harry, zittendo Ron col suo sguardo,
seppure meraviglioso, rispose brevemente:
“Bene, anche per noi non ci
sono problemi, andiamo!!!” e così dicendo, i quattro ragazzi uscirono
finalmente dall’atrio dell’Università, dirigendosi verso quello che sarebbe
stato il loro nuovo appartamento a quattro.
Più tardi, giunsero finalmente
dopo tante peripezie all’appartamento, ed aprirono la porta facendo scattare la
chiave nella serratura. Avevano dovuto chiedere ai passanti che avevano
incontrato lungo la strada almeno 300 mila volte aiuto, per trovare quella
caspita di via ed ora erano finalmente giunti dove volevano. Varcando la porta,
entrarono dentro, chiudendosela alle spalle. Era un piccolo spazio, formato da
cucina piccola ma ben attrezzata, sala da pranzo modesta, due stanze da letto separate
ed un bagno abbastanza pulito e in ordine. Non impiegarono molto tempo per dare
un’occhiata al mini-appartamento, quanto ne impiegarono piuttosto per mettere
in ordine i loro vestiti nei due armadi nuovi di zecca posti ai due lati
opposti della stanza. Blaise aveva portato una marea di pantaloni, per non
parlare delle magliette, dei giubbotti e delle scarpe nuovissime che
ricoprivano tutta l’area del suo letto, molto poco confortevole in
quell’istante. Quando Harry e Ron lo notarono, scossero impercettibilmente la
testa, gesto che compì perfino Draco, consapevole della mania del suo amico per
i vestiti. Sarebbe parso agli occhi della gente quasi come una donna se il suo
comportamento non fosse stato smentito dalla caratteristica che distingueva il
sesso maschile da quello femminile. Quando misero tutto perfettamente in
ordine, o quasi, dato che l’armadio “insediato” dai vestiti di Blaise sembrava
stesse per scoppiare, proprio l’autore del primo scoppio di un armadio, disse:
“Io vado a bussare ai nostri vicini,
almeno cerco di fare conoscenza!” e si diresse verso la porta uscendone fuori.
“Ti ha mai detto nessuno che il
tuo amico sembra, come dire, pazzo!”esclamò il moro cercando di conversare un
po’ con il biondino.
“Si, e credo che tu abbia
ragione!”rispose sconfortato Draco, prendendo ad armeggiare con alcuni libri,
comprati per il suo primo esame. Si era iscritto nella facoltà di ingegneria,
molti gli avevano detto che era dura prendere la laurea in quella specifica
materia, ma tutti sapevano che se lui voleva qualcosa, ebbene la otteneva,
anche se non amava molto stare ore ed ore sui libri.
Nel frattempo Blaise,
passandosi una mano nei capelli cercando di aggiustarseli, aveva appena bussato
alla porta dei vicini di casa, con in mano un vassoio pieno di pasticcini
assortiti, comprato appositamente nella pasticceria che stava di sotto, per
cercare di fare conoscenza “prendendoli per la gola”, sua nuova teoria che
stava per sperimentare. Gli aprì la porta una ragazza dai capelli castani, gli
occhi color nocciola avvolta in un pigiamino rosa a fiori e con uno spazzolino
che le pendeva dalla bocca, che sparì velocemente quando vide chi si trovava di
fronte. Pure tu Hermione, che apri la
porta in queste condizioni! Pensò prima di parlare:
“Ciao, tanto piacere, Hermione,
sono felice di fare la tua conoscenza, scommetto che sei uno dei vicini
giusto?” lui rimase un attimino frastornato dalla vista che gli si parò
davanti. Una donna, una donna, una donna!
Evvai, in questo appartamento ci sono ragazze, vai Blaise. Pensò, prima di
vedere spuntare dalla porta una seconda ragazza, questa volta dai capelli rossi
con indosso un paio di pantaloncini bianchi ed una maglietta nera dalle
bretelle sottili.
“Ei Herm con chi parl…ehm, chi
è questo?” chiese all’amica, mentre sbirciava da dietro le sue spalle il
ragazzo sull’uscio.
“E’ uno dei vicini, a
proposito, ci vuoi presentare anche i tuoi amici? Ehm, non ora però, magari fra
un paio di minuti verremo noi a chiamarvi!”rispose frettolosamente lei
sbattendogli quasi la porta in faccia. Lui un po’ allibito corse immediatamente
dai suoi compagni di stanza, e quando fu davanti ad un Ron scocciato sdraiato
sul letto, un Harry ancora occupato dal
mettere in ordine le sue cose e un Draco seduto sulla scrivania che si trovava
vicino all’armadio intento a studiare, quasi si sentì depresso, ma nonostante
tutto disse:
“Ragazzi, ci sono delle bonazze
mitiche che abitano davanti a noi della nostra età ognuna con un fondoschiena
da far venire i brividi, vi conviene prepararvi, hanno detto che fra un po’
vengono a fare conoscenza, altro che conoscenza, io quelle me le conservo!”
Draco lo guardò con uno sguardo indecifrabile, e poi aggiunse quasi scocciato:
“Si Blaise, e magari te le
metti sotto-sale nel tuo armadio insieme ai tuoi vestiti!”.
“Bhè, è un’idea non del tutto
sbagliata amico, perché una volta che le vedrai la noia ti passerà in un batter
d’occhio!” rispose entusiasta della scoperta appena fatta il ragazzo,
cominciando a spruzzarsi quintali su quintali di profumo su tutto il corpo,
mentre una densa nebbiolina calava in tutta la stanza. Si sentirono solamente
piccoli colpi di tosse prima che la nebbia si diradasse, grazie alla finestra
aperta sapientemente da Draco, che osservandolo con aria omicida e due occhi
iniettati di sangue gli disse:
“Ma ti sembra cosa? Io che devo
sopportare sto imbecille e la sua colonia puzzolente quando devo studiare per
l’esame, ti ricordo che siamo in un convitto perché dobbiamo tenere degli esami
e laurearci, ricordi vagamente una cosa del genere in un angolo remoto del tuo
cervello bacato?”.
“In questo momento l’unica cosa
che ricordo è il fondoschiena di quelle due e le loro gambe stupende!” rispose
ancora una volta con aria sognante. Draco guardò Harry in volto, dopodiché gli
disse:
“E’ andato!”.
“Concordo amico!” rispose
l’altro, chiudendosi nel bagno ed unendo le mani in segno di preghiera prima di
scomparire dietro la porta bianca. Ron, che assistette a tutta la conversazione
in silenzio, disse:
“Bhè, nonostante sia pazzo,
credo sia meglio prepararci e darci un certo contegno, perché se vengono qui
non possiamo mica presentarci così!” disse indicando i suoi soli pantaloncini
blu, mentre cercava un paio di jeans e una maglietta accettabili da poter
mettere indosso. Draco non si mosse dalla sua sedia, dicendo qualcosa di molto
simile a “stupido” e continuando a studiare come faceva da circa quando era
arrivato nella stanza, mentre Blaise continuava a riempirsi di profumo come se
non si lavasse da anni e avesse bisogno di potersi avvicinare alle persone
sicuro che elle non scappassero.
Poco più tardi, i ragazzi
furono avvertiti dell’arrivo delle cosiddette “bonazze” dallo squillo
insistente del campanello, Blaise andò in escandescenza, Ron cercò di mostrarsi
apparentemente socievole, cosa che in quel momento non era benché tutti
sapevano che fosse un ragazzo molto allegro, Harry rimase sotto la doccia senza
neppure sentire il campanello e Draco rimase a studiare dentro, sul grosso
volume dal titolo “Problemi di meccanica e termodinamica”, per nulla
interessato dall’arrivo delle “mitiche”, così descritte dal suo amico pazzo.
Ron fu il primo ad aprire la porta, e quando vide sua sorella e la sua amica,
quasi non gli scappò un “Blaise ti uccido non provare a guardare mia sorella!”
ma lo trattenne, ripromettendosi di parlarne dopo con l’amico. Anche Hermione,
Ginny e Luna, leggermente arrossita nel vedere il rosso, rimasero stupite da
quella rilevazione, ma dopo un po’ Ginny saltò addosso al fratello, e disse:
“Ron, che bello, siete voi,
fatemi vedere un pochino la casa? È bella?” lasciò il colosso e si inoltrò
nella camera, ma le bastò fare qualche passo per notare il biondino, con i suoi
jeans stretti e la sua maglietta nera raffigurante un fiore rosso, studiare
assorto nei suoi pensieri. Quasi non le caddero gli occhiali, ovali dalla
montatura d’acciaio nuovi di zecca, ma li prese giusto in tempo prima che si
sfracellassero al suolo. La figura di quel ragazzo l’aveva colpita, e quando
vide il suo sguardo ghiacciato su di lei fu come se il suo cuore avesse smesso
di battere, un’emozione strana che non aveva mai sentito prima l’accolse, ma
per poco dato che Ron intervenne subito dicendo:
“Draco, questa è mia sorella
Ginny, Ginny questo è il mio compagno di stanza cretino Draco! Bene ora che
avete fatto conoscenza, vieni con me!” e così la prese per un braccio, mentre
lei continuava imperterrita a guardare il ragazzo biondo, che faceva la stessa
cosa della ragazza. Poi, lui riprese a studiare e lei cominciò a parlare con
suo fratello e Luna, che sembrava incapace di unire due parole in una frase di
senso compiuto nonostante si fosse appena iscritta nella facoltà di lettere.
“Bene ragazzi, scusate se siamo
praticamente rimaste poco, ma dobbiamo andare, non credevamo di trovare voi qui
e così avevamo intenzione di liquidarvi subito, ehm, Harry dov’è?” chiese
preoccupata Hermione guardandosi intorno. Non poteva essere che non ci fosse,
anche lui aveva la sua età e vedendolo a stretto contatto con il fratello della
sua amica credeva fosse impossibile che si fossero divisi. Come per dare
risposte alle sue domande, il ragazzo uscì dal bagno, completamente nudo con
indosso solo un asciugamano legato ai fianchi.
“Ron, che fine ha fatto quel
rimbambito di Blaise?” chiese, davanti allo sguardo impietrito di Hermione, che
sembrava l’unica scandalizzata da quella vista. Il ragazzo si girò verso la
porta e quando vide le ragazze, portò una mano dietro la nuca, e disse:
“Ehm, ciao ma…voi che ci fate
qui?”.
“Siamo le vostre vicine
d’appartamento!” rispose la rossa, intervenuta, consapevole che anche se avesse
voluto dalla bocca dell’amica non sarebbe uscito niente a parte qualche stupido
versetto. Lui la guardò sbalordito, e rivolto a Ron disse:
“E così… quelle che Blaise
definiva bon…”.
“Si, si Harry, evita per
piacere, ok ragazze, ci vediamo domani ciao!”disse salutando e chiudendosi la
porta alle spalle.
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XXXXX
Ciao a tutti ragazzi, siamo due
pazze che cercano di mettere su carta la loro passione sfegatata per le ff,
speriamo che vi piacerà questa nostra ff a capitoli, annunciamo già da adesso
che durerà più o meno tredici capitoli, o se non tredici un numero vicino a
quello, aspettiamo impazienti vostre recensioni e tanti commentini che spronano
noi autrici a aggiornare sempre più velocemente e con tanta voglia di rendervi
felici, vi prego, vi supplichiamo, Gin in ginocchio vi chiede di recensire e
darci la possibilità di sapere se l’idea vi piace, se la ff vi piace, insomma,
se vi piace appunto…lasciate perdere è pazza! By Herm…ora vi lasciamo, sappiamo
che dovete sbrigarvi a scrivere al più presto la rec. E quindi non vi facciamo
aspettare, recensite, recensite, recensite…By Herm and Gin
Per recensire andare dove
vedete la freccia…
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Vuoi inserire una
recensione? Voi penserete si, voglio inserire una recensione, cliccherete
convinti, e poi scriverete tutto quello che vi passa per la testa dopo aver
letto la nostra ff…grasssie, grazie tesorini!!!!!! J
By Herm *.* By Gin (me molto sorpresa di vedere che voi siete già arrivati a
leggere fino a qui, grassssie ragassssssiiiii!)