Ricordo
ancora come ci siamo conosciute.
Avevo
recensito una tua storia (stupenda come al solito) e così tu mi hai aggiunta su
msn.
La tua presentazione già di per sé mi ha colpita molto. Sai
che mi ricordo ancora quando mi hai detto il tuo nome.
Era fine maggio, direi. 5 mesi. 5 mesi fatti di un intenso
scambio di informazioni, battute, complimenti. Mi sono affezionata davvero
tanto a te, al tuo modo di fare. Non so se l’hai notato ma uso sempre più
spesso “sìsì”.
Ormai ti considero parte delle mie migliori amiche, di quelle
che ti consolano sempre, con cui si può anche avere vedute o opinioni
differenti ma con il tempo si chiarisce tutto.
Sei una ragazza calma e questo aiuta.
Sei una ragazza solare ma nella realtà.
Sei una ragazza strana ma proprio per questo mi sono
affezionata, no? Veramente ancora non ho capito quanto tu sia strana, se più o
meno di me. A sentirti, più. Potrebbe essere. Qualcosa l’abbiamo in comune.
Parlare con te è sempre bello, perché sto bene, mi rilassa e
mi fa usare la fantasia.
La fantasia (che a me piace usare) proprio quella! Perché ho
immaginato camera tua, la tua scuola, il paesaggio che vedi tornando a casa, le
tue serate con gli amici.
Non avevo mai avuto un’amica lontana, prima di te.
Non ero così calma, prima di te.
E lo so che sono una frana come amica. Al massimo posso far
sorridere nei momenti in cui sei già allegra. Ma a consolare non sono brava.
Proprio no.
E, ti prego, non arrabbiarti o non offenderti (che è ancora
peggio) se ti dico che preferirei non sentirci per telefono.
Non so perché.
Perché l’idea mi agita. Tanto quanto una interrogazione. E lo
so che è strano, ma se misuri il mio battito cardiaco ti assicuro che aumenta.
Sono così, non mi piace chiamare le persone, anche quelle che
conosco da anni. Mi imbarazzo. Preferisco il messaggio. E lo so che sono
stupida, scema, cretina, puoi dire quello che vuoi (e che stai già pensando)
però è così.
Per esempio ho un’amica che usa poco il cellulare. Dovrei
chiamarla. E’ due sere che rimando.
E lo so che dovrei invece correre a chiamarla. Che farei
meglio. Ma ora proprio non ne ho voglia.
Preferisco stare qui a scrivere questo ed a pensare ad un
gioco da fare un pomeriggio.
Dirai, che c’entra il gioco? Perché sono sincera. Ti dico a
cosa sto pensando veramente. Per farti capire che tengo tantissimo a te. Che sto per mandarti un messaggio
perché oggi non ti ho sentita e sono le 19.27 (infatti poi si scoprì che avevi la febbre).
Stai ridimensionando i miei orizzonti.
Il professore ha citato la Puglia. Inutile dire che mi si sono
drizzate le antennine (quelle dei famosi alieni, da
qualche parte prenderò spunto) in testa.
Tutto questo per chiederti di non arrabbiarti né offenderti.
Non è un no eterno e infinito.
Ed ho paura. Non so che fare. La tua reazione a questo
scritto potrebbe essere quella di arrabbiarti ancora più di quanto tu non lo
sia. Ma ci provo. Potrebbe farti piacere. Cercherò di sondare il terreno.
E scrivo qui queste cose perché non riuscirei a farcela
altrimenti.
Ciao, amica mia.
Rileggendo ciò che ho scritto quasi 10 anni fa sorrido. Alla fine l’ho
incontrata, la mia amica. Oltre che chiamata, ovviamente. La nostra è
un’amicizia lunga e consolidata, tanto che proprio ora devo andare. Sono le
18.00, è appena uscita dal lavoro e voglio chiamarla! Devo assolutamente
raccontarle quello che è successo oggi! E chiederle se ricorda questa lettera
che ho trovato salvata sul computer…
Ma buongiorno! Salve!
Questa è la prima originale che scrivo, credo sarà una raccolta, con vari
episodi divertenti, buffi ma anche seri sulle amiche. Il sale della vita, no?
Per me decisamente. Come si è capito.
Ovviamente
l’aggiornamento arriva con l’ispirazione. E l’ispirazione arriva quando riesco
ad immaginare episodi sulle amiche. Storia di vita quotidiana. Storie non solo
immaginate. Questa per esempio è in parte vera. A parte l’ultima parte.
Ok, ora vi lascio sul
serio. Tanti saluti a tutti/e!!