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Autore: Selhin    05/11/2009    4 recensioni
( INCOMPIUTA non verrà mai continuata )...tra amici ci si può amare, ma anche odiare. Si litiga e può capitare che non ci si veda né ci si parli per anni, ma cosa accade nel frattempo? Cosa si prova quando finalmente ci si rivede? Questo è quello che succede a Matt e Mimi, e quello che accadrà si scoprirà solo in seguito...[MimixMatt]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nemici, Amici…e poi

 

On the way to love

 

Capitolo 15

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Mia madre è morta, Matt!

Accidenti, continua a risuonarmi nella testa questa frase. O forse, più che la frase in sé, è la voce di Mimi a rimbombarmi nella mente. Una voce forte, carica di tristezza e disperazione. Non l’avevo mai sentita da lei, e non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe successo. E’ una cosa orribile, perché è capitato a lei?

Adesso che so, capisco molte cose; i suoi comportamenti, il suo sorriso a volte fin troppo tirato. L’amarezza di quel bacio sulla spiaggia...

Allungo piano il braccio indolenzito e muovo le dita accarezzando qualcosa di soffice e setoso. Guardo la mia mano ripetere il gesto inconsciamente senza che sia io a ordinarglielo, muovendosi delicatamente come mai avrei pensato sapesse fare, attraverso i capelli di Mimi.

Dopo essersi sfogata piangendo per più di un’ora lasciandosi cullare dal mio abbraccio, si è addormentata sulla mia spalla, e da allora non ho smesso di accarezzarla. Ho il timore che se smetto lei riprenderà a tremare e piangere, e non voglio disturbarla adesso che è finalmente tranquilla e libera da un peso davvero enorme.

Mia madre è morta, Matt!

Mi lascio scappare un sospiro stanco e demoralizzato poi torno a guardarla dormire. A vederla così sembra non sia successo niente, e a dire il vero, stento ancora a crederlo possibile. Sua madre era una persona così buona, così dolce e premurosa con tutti, me compreso. Adesso capisco perché né Mimi né suo padre hanno mai detto troppo sul fatto che fossero tornati senza di lei. Avevano utilizzato una banalissima scusa dei nonni anziani e malati, e che era rimasta in Italia per non lasciarli soli.

Ed io ci ho creduto.

Non sono stato capace di avvertire la sofferenza che Mimi, la mia migliore amica, provava dentro. Non ho notato il sorriso tirato e finto che aveva molto spesso.

Come ho fatto a non capire prima che c’era sotto qualcosa di così grave?

Lei mi si stringe vicino nel sonno come se io fossi l’unico appiglio che le è rimasto. E’ più che naturale che sia crollata adesso; Leo non c’è, vive da sola ed è quasi Natale, la festa per eccellenza da passare con la propria famiglia.

Come ho fatto a non capirlo prima?

Appoggio il mento sui suoi capelli che profumano di shampoo alla frutta e senza smettere di accarezzarle i capelli chiudo gli occhi.

Giusto il tempo di riposare le palpebre...

 

 

  -Cosa?-

La voce gli si è rotta nella gola, strozzata e roca esce a fatica.

La guarda negli occhi e vede solo disperazione e tanto, troppo, dolore. Sono spalancati e lo guardano fisso attraverso un muro di lacrime in procinto di cadere sulle guance. Le labbra socchiuse cercano disperatamente di parlare ancora nonostante i singhiozzi che scuotono quel corpo sottile e delicato.

  - Hai capito benissimo, mia madre è morta Matt!-

La vede portarsi le mani sopra al viso cercando di nascondere il pianto che non riesce più a controllare, e adesso il suo corpo è scosso da singhiozzi ancora più violenti. Sembra quasi che il dolore si sia improvvisamente tramutato in una rabbia, una belva che non vede l’ora di liberarsi e scagliarsi su chiunque si trovi sulla sua strada. E lui le stava proprio di fronte.

Non riesce a proferire parola, tutto è confuso e non sa nemmeno lui quali siano le frasi più giuste da dire in un momento come quello. Non ci esistono parole che possano consolarla e aiutarla a superare quel dolore.

Ma improvvisamente lei sembra un treno senza freni, in corsa sulle rotaie senza potersi fermare, e le esce dalla bocca un fiume in piena di parole e frasi. Gli racconta tutto come se così facendo, riuscisse finalmente a liberarsi di quel peso così gravoso sulla sua anima.

  - E’ stata colpa mia.- dice la ragazza senza smettere di piangere e singhiozzare. - Se solo non avessi insistito così tanto... era solo uno stupido provino, non dovevo insistere perché lei venisse, non era importante.-

Lui avrebbe voluto farle mille domande ma se ne rimase in silenzio ascoltando quel racconto confuso. - Ero arrabbiata con lei quando è successo... la stavo odiando perché non era venuta a darmi coraggio e perché non ero passata... l’ho incolpata... capisci Matt?-

La ragazza alzò lo sguardo incontrando quello di lui. - Mentre lei moriva io la stavo odiando... e lei invece stava arrivando per me, sotto la pioggia... quella maledetta macchina gli è andata addosso e l’ha mandata fuori strada... desiderai forte che anche quell’uomo fosse morto nell’incidente. Dopo ci dissero che l’uomo era ubriaco, e che nemmeno lui era riuscito a superare la notte... ma contrariamente a quello che mi sarei mai aspettata, non fui felice di questo... volevo solo che mia madre tornasse da me, che sapesse quello che provavo... -

Lei si accasciò a terra, la testa fra le mani, piangendo e quasi soffocando per il dolore. Matt si sentiva così impotente, quello che la ragazza gli aveva appena rivelato lo aveva sconvolto completamente. Come avrebbe dovuto reagire a una notizia simile? Come avrebbe dovuto trattarla da quel momento in poi? Che avrebbe dovuto dire per farla stare meglio?

Restò paralizzato non sapendo cosa fare mentre lei piangeva per terra. - Se non fosse stato per colpa mia, lei e Miyu sarebbero rimaste a casa... e non sarebbe successo niente... -

Qualcosa nella frase lo lasciò perplesso. Chi era Miyu?

S’inginocchiò davanti a lei e la prese fra le braccia, cullandola mentre lei sembrava possedere lacrime infinite di un dolore incomprensibile.

Le accarezzò i capelli lunghi, appoggiò la guancia sulla sua testa e restò in silenzio senza proferire parola. Non c’era niente che potesse dirle per farla stare meglio, sperava che anche solo la sua vicinanza potesse esserle un po’ di conforto.

Quando si accorse che la ragazza aveva smesso di singhiozzare convulsamente e sembrava più tranquilla, la prese in braccio e si diresse verso il divano. Se lei non fosse stata così tormentata e sconvolta probabilmente sarebbe arrossita per l’imbarazzo all’idea che lui la tenesse fra le braccia come una principessa, ma in quel momento non ci badò. Si lasciò distendere dolcemente sui cuscini e quando anche lui si sedette accanto a lei e la prese nel suo abbraccio, lasciò che lui l’adagiasse sulla sua spalla.

Fino a che, stanca per il pianto,  non si addormentò respirando il suo profumo e cullata dalle sue carezze gentili.

 

 

  Apro improvvisamente gli occhi sentendo vibrare il cellulare nella tasca dei jeans.

Una, due, tre.

E’ una chiamata.

Lo prendo dalla tasca e senza nemmeno guardare lo schermo mi rendo conto di essere solo. Mimi non è più sdraiata accanto a me. Poso una mano sui cuscini e avverto un flebile tepore, evidentemente non è molto che è andata via.

Ormai completamente dimenticato della chiamata sul cellulare, mi alzo e inizio a vagare per il piccolo appartamento chiamando la ragazza.

  - Mimi, ci sei?-

Niente, nella casa regna un silenzio quasi palpabile. Passo dalla cucina al bagno, e dalla camera al salotto ma niente, non è in casa. Possibile che se ne sia andata così, senza dirmi niente?

Mi siedo nuovamente sul divano e il cellulare riprende a vibrare più volte. Alla fine mi decido a rispondere ed è la voce di Sora a parlare.

  - Finalmente, che ti è successo? Perché non mi rispondevi?-

Sospiro massaggiandomi una tempia, perfetto ci mancava il mal di testa e una nuova bugia da raccontare a Sora. - Niente, stavo dormendo.- bè, questa non è una bugia.

  - Non hai sentito la sveglia? Non avevi una lezione importante oggi, hai un esame fra poco te lo ricordi vero?-

  - Si Sora, ho studiato tutta la notte... sono un po’ stanco.- va bene, questa è una balla, ma che altro potevo dirle?

Sposto lo sguardo sul tavolino davanti al divano mentre lei mi sta dicendo qualcosa che riguarda Tai, una delle sue solite buffonate, ma io non riesco a concentrarmi ed ascoltarla. Vedo un piccolo biglietto appoggiato sul tavolo, allungo una mano e lo prendo. Questa è la calligrafia di Mimi.

 

Buongiorno, scusami se me ne sono andata senza dirti niente ma eri così tranquillo che non ho avuto il cuore di svegliarti. ^^

E poi dovevo scappare a lezione, starò lì tutto il giorno.

Per quanto riguarda quello che è successo, mi dispiace molto di averti disturbato, ma potresti non farne parola con nessuno? Nemmeno con Sora.

 

Accidenti Sora, non sto ascoltando quello che dice!

  - Senti scusami, posso richiamarti più tardi? Sono ancora mezzo addormentato, vado a farmi una doccia.-

  - Certo.- risponde un po’ perplessa.

  - A dopo allora.- chiudo la chiamata senza darle il tempo di rispondere.

Si, lo so che mi sto comportando da vero bastardo con lei ma, cos’altro potrei fare?

Poso il telefono e finisco di leggere il biglietto.

 

So di averti riempito la testa con informazioni orrende e confuse, appena potrò cercherò di spiegarti meglio come sono andate le cose.

Anzi, sento di essere in debito e di doverti al più presto dei chiarimenti, quindi sentiti libero di farmi tutte le domande che vuoi quando vuoi. Ma ti conosco e so già che verrai qui oggi, quindi ti aspetto.

Un’altra cosa.

Grazie.

Non credo sarei mai riuscita a sfogarmi così con nessun altro, quindi grazie per esserci stato e per non aver detto niente sapendo che nessuna parola poteva aiutarmi. Grazie di cuore.

 

  - Allora non sono stato inutile... -

Ero convinto che sarebbe stato meglio dirle qualcosa, ma non sapevo cosa. Per questo sono rimasto in silenzio, non sapevo come comportarmi. Ma, in fondo, sapevo che era la cosa più giusta da fare.

Mi alzo dal divano ed esco di casa tornando nel mio appartamento al piano di sotto. Non riesco a togliermi dalla mente gli occhi di Mimi, traboccanti di lacrime e dolore. Ma come ha fatto a tenersi dentro tutto questo per così tanto tempo? Io non credo ne sarei mai stato capace, evidentemente Mimi è molto più forte di quello che possa far credere.

Oppure, è ancora più fragile.

Mi preparo un caffé veloce, faccio una doccia e poi mi metto su di un libro cercando di studiare. Ma dopo un’ora mi rendo conto di avere troppi altri pensieri e di non essere riuscito a combinare nulla. Così prendo la giacca ed esco a prendere un po’ d’aria, cercando di riordinare le idee.

E non so come, finisco davanti all’università di Mimi.

 

 

  Non scherzava quando sul biglietto ha scritto di conoscermi bene, nemmeno io mi sono reso conto di come sia arrivato qui eppure... eccomi.

Sospiro chiedendomi se non stia facendo completamente il suo gioco, anche se devo ammettere a me stesso che mi diverte molto. Chiedo di lei alla segreteria e mi mandano al secondo piano, alla fine del corridoio a sinistra, nell’aula di musica insonorizzata. Ha prenotato quella stanza fino a mezzogiorno per esercitarsi da sola senza essere disturbata. Ma ovviamente, sarò io il suo disturbo.

Salite le scale svolto a sinistra come mi è stato detto e percorro tutto il corridoio deserto. Man mano che passo davanti alle aule singole vedo all’interno, attraverso una piccola finestrella nella porta, diversi ragazzi impegnati a suonare qualche strumento o a cantare consapevoli di non essere uditi da nessuno. Devo dire che è proprio una bella scuola, e ben organizzata. Al piano di sotto stanno parecchie palestre, quello delle segreteria è utilizzato quasi esclusivamente dai vari insegnanti. Il secondo e il terzo piano sono dedicati alla musica, pieni di aule non troppo grandi, insonorizzate, quasi tutte comprese di pianoforte.

So tutte queste cose perché le ho lette da una mappa accanto alla segreteria.

Inoltre, ancora sotto le palestre, sta un altro piano dove è situato un vero teatro. Non molto grande, ma c’è.

Finalmente arrivo all’ultima aula dove Mimi si sta esercitando, ma fuori dalla porta c’è qualcuno intento a guardarla dal vetro della porta. Mi avvicino e riconosco subito quei capelli castani spettinati.

  - Tai.- dico avvicinandomi.

Lui si volta e mi guarda sorpreso quanto me di vederlo lì. - Matt.- mi saluta con un cenno del capo.

  - Che ci fai qui?- gli chiedo e lui mi guarda alzando un sopracciglio.

  - Potrei farti la stessa domanda.-

Mi sembra strano oggi. - Devo parlare con Mimi, mi ha chiesto di raggiungerla.- spiego brevemente e lui ritorna a guardare l’interno dell’aula.

Seguo il suo sguardo ed eccola lì. Seduta davanti al pianoforte, intenta a suonare. Mi appare molto più rilassata del solito, è evidente che suonare il piano la libera completamente da tutti i pensieri. Ecco perché era così felice quando Leo le ha restituito quella piccola pianola.

Vorrei sentire la sua melodia, ma non oso entrare e disturbarla.

Indossa un maglioncino nero, e i capelli ramati che scendono sulla schiena disegnando dei leggeri boccoli spiccano lucenti sulla stoffa scura. Gli occhi sono fissi sulla tastiera bianca e nera, le dita sono veloci e delicate, e tutto il suo corpo segue il ritmo della musica.

Sembra così eterea che non assomiglia per niente alla Mimi distrutta dal dolore di questa notte. Eppure, avverto molta malinconia nei suoi occhi.

  - Io passavo di qui... - sta dicendo Tai riportandomi bruscamente alla realtà. -... e ho pensato di venire a farle un saluto. Ma chissà perché... - mi guarda dritto negli occhi. -... ero convinto che ci saresti stato anche tu.-

Non riesco a seguirlo. - Bè, vorrà dire che la prossima volta mi dirai i numeri della lotteria, che dici?- cerco di scherzare ma avverto della tensione in lui.

  - Non scherzare Matt... non credere che non abbia capito cosa sta succedendo.-

Accidenti, che gli è preso adesso?

  - Di che stai parlando?-

  - Di te, di Mimi... e di Sora.- mi guarda fisso con un’espressione così seria che sento l’istinto di abbassare lo sguardo, ma non lo faccio. - Continuo a non capire... -

  - No Matt, adesso basta. Hai capito benissimo. Ricordi cosa ti avevo detto quando ti sei messo con Sora? Guarda che è ancora valida, se la fai soffrire te la dovrai vedere con me.-

Nel frattempo mi ha afferrato per le spalle, gli prendo le mani e me lo stacco di dosso. - Se ci tieni così tanto a lei, perché non te la prendi e mi lasci in pace? Cosa diavolo vuoi da me?-

Posso leggere nei suoi occhi molta rabbia. - Matt, spero tu stia scherzando... sai quando Sora tenga a te, ha scelto te e tu hai accettato la cosa. Non puoi cambiare idea, non così. Non Mimi, è la sua migliore amica. Ti rendi conto che facendo così rovinerai tutto? Ti ritroverai completamente solo... -

  - Ma si può sapere di che diavolo stai parlando? Mimi è un’amica, sta attraversando un brutto periodo e sto solo cercando di starle vicino come posso. Che tu ci creda o no, la verità è unicamente questa.-

Mi guarda dubbioso. - Matt, ti conosco bene da anni, non cercare di nascondere a te stesso la verità. Sai qual è, lo so io e molto probabilmente lo sa anche Sora ma è troppo innamorata di te per fare o dire qualcosa. Vuoi bene a Sora, no? -

Mi ritrovo ad annuire piano. - Certo... -

Lui sospira sollevato - Matt, non pensare che stia cercando d’intromettermi. Il mio è solo un consiglio da amico, adesso vai via e cerca di dedicarti solo alla tua ragazza. Lascia perdere Mimi. Non ti sto dicendo di non parlarle più ma, solo per un po’, stai più tempo con Sora. E’ fragile e si sta spezzando.-

 

 

  Anche Mimi è fragile, dannazione!

Ma come ha fatto Tai a capire cosa provo? Come fa a saperlo?

Ma io, non posso abbandonare Mimi.

  Mia madre è morta Matt.

Adesso sono sulla strada di casa, alla fine ho fatto come Tai mi ha chiesto. Me ne sono andato. E mentre scendevo le scale ho sentito la porta aprirsi e Mimi uscire dall’aula chiedendo a Tai come mai fosse lì e se fosse solo.

Mi aspettava e io me ne sono andato.

Sono un codardo.

  Lascia perdere Mimi.

Tai ha ragione, lo so. Lo so eppure... io non ci riesco.

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

********************************************

 

Ebbene si, ho già scritto un nuovo capitolo.
Sto cercando di fare quel che non potrò nel mese prossimo. Lavorerò costantemente tutti i giorni fino alla vigilia di Natale, e quindi temo che prima di capodanno non riuscirò a fare niente...

Se riesco ne scriverò ancora uno... ma non vi prometto niente.

 

Un capitolo forse un po’ noioso ma spero che vi sia piaciuto.

 

Ora passo a ringraziare le mie donne, che questo mese sono aumentate *-* me felice!

 

Kairi_92: eccola la mia SANTA! ( no che poi s’incavola ) eh ma te sei troppo avanti, addirittura la dichiarazione d’amore? Ma sono dei tontoloni, sai quanto ci vorrà ancora? XD Un bacione

 

chandelora: eh si, ci stava bene quella scena del maniaco sulla moto! Sono morta dal ridere da sola mentre la scrivevo XD kiss kiss

 

salkmania22: una nuova recensitrice *-* ( non esiste questa parola lo so ) oddio me è troppo imbarazzata, davvero ti piace la mia inutile e banale fic? ^^’ ma grazie, allora aspetto di sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Un abbraccio

 

Sarugaki92: si, è una notizia molto brutta ç_ç ma ne manca ancora un pezzo, nel prossimo capitolo. Un bacio cara

 

Juls18: Waaaa *-* mi hai recensito la storia! Waaaa! Me è felicissima *-* grazie davvero! Kiss kiss

 

Bene, ora vado, saluti a tutti ^^

 

Selhin

 

 

 

 

mi sarei mai aspettata, non fui felice di

   
 
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