On the way to love
Capitolo 15
Mia
madre è morta, Matt!
Accidenti, continua a
risuonarmi nella testa questa frase. O forse,
più che la frase in sé, è la voce di Mimi a rimbombarmi
nella mente. Una voce forte, carica di tristezza e disperazione. Non
l’avevo mai sentita da lei, e non avrei mai immaginato
che un giorno sarebbe successo. E’ una cosa orribile, perché
è capitato a lei?
Adesso che so, capisco molte
cose; i suoi comportamenti, il suo sorriso a volte fin
troppo tirato. L’amarezza di quel bacio sulla spiaggia...
Allungo piano il braccio
indolenzito e muovo le dita accarezzando qualcosa di soffice e setoso. Guardo
la mia mano ripetere il gesto inconsciamente senza che sia io a ordinarglielo, muovendosi delicatamente come mai avrei pensato
sapesse fare, attraverso i capelli di Mimi.
Dopo essersi sfogata
piangendo per più di un’ora lasciandosi cullare dal mio abbraccio,
si è addormentata sulla mia spalla, e da allora
non ho smesso di accarezzarla. Ho il timore che se smetto lei riprenderà
a tremare e piangere, e non voglio disturbarla adesso che è finalmente
tranquilla e libera da un peso davvero enorme.
Mia madre è morta, Matt!
Mi lascio scappare un sospiro
stanco e demoralizzato poi torno a guardarla dormire.
A vederla così sembra non sia successo niente, e a dire il vero, stento
ancora a crederlo possibile. Sua madre era una persona così buona,
così dolce e premurosa con tutti, me compreso. Adesso capisco
perché né Mimi né suo padre hanno
mai detto troppo sul fatto che fossero tornati senza di lei. Avevano utilizzato
una banalissima scusa dei nonni anziani e malati, e che era rimasta in Italia
per non lasciarli soli.
Ed io ci ho creduto.
Non sono stato capace di
avvertire la sofferenza che Mimi, la mia migliore amica, provava dentro. Non ho
notato il sorriso tirato e finto che aveva molto spesso.
Come ho
fatto a non capire prima che c’era sotto qualcosa di così grave?
Lei mi si stringe vicino nel
sonno come se io fossi l’unico appiglio che le è rimasto. E’
più che naturale che sia crollata adesso; Leo non c’è, vive
da sola ed è quasi Natale, la festa per eccellenza da passare con la
propria famiglia.
Come ho fatto a non capirlo
prima?
Appoggio il mento sui suoi
capelli che profumano di shampoo alla frutta e senza smettere di accarezzarle i
capelli chiudo gli occhi.
Giusto il tempo di riposare
le palpebre...
-Cosa?-
La voce gli si è rotta nella gola, strozzata e
roca esce a fatica.
La guarda negli occhi e vede solo disperazione
e tanto, troppo, dolore. Sono spalancati e lo guardano fisso attraverso
un muro di lacrime in procinto di cadere sulle guance. Le labbra socchiuse
cercano disperatamente di parlare ancora nonostante i singhiozzi che scuotono
quel corpo sottile e delicato.
- Hai
capito benissimo, mia madre è morta Matt!-
La vede portarsi le mani sopra al viso cercando di
nascondere il pianto che non riesce più a controllare, e adesso il suo
corpo è scosso da singhiozzi ancora più violenti. Sembra quasi
che il dolore si sia improvvisamente tramutato in una rabbia, una belva che non
vede l’ora di liberarsi e scagliarsi su chiunque si trovi sulla sua
strada. E lui le stava proprio di fronte.
Non riesce a proferire parola, tutto è confuso
e non sa nemmeno lui quali siano le frasi più
giuste da dire in un momento come quello. Non ci esistono
parole che possano consolarla e aiutarla a superare quel dolore.
Ma improvvisamente lei sembra un treno
senza freni, in corsa sulle rotaie senza potersi fermare, e le esce dalla bocca
un fiume in piena di parole e frasi. Gli racconta tutto come se così
facendo, riuscisse finalmente a liberarsi di quel peso così gravoso
sulla sua anima.
-
E’ stata colpa mia.- dice la ragazza senza smettere di piangere e
singhiozzare. - Se solo non avessi insistito così
tanto... era solo uno stupido provino, non dovevo insistere
perché lei venisse, non era importante.-
Lui avrebbe voluto farle mille domande
ma se ne rimase in silenzio ascoltando quel racconto confuso. - Ero
arrabbiata con lei quando è successo... la
stavo odiando perché non era venuta a darmi coraggio e perché non
ero passata... l’ho incolpata... capisci Matt?-
La ragazza alzò lo sguardo incontrando quello
di lui. - Mentre lei moriva io la stavo odiando... e
lei invece stava arrivando per me, sotto la pioggia... quella maledetta
macchina gli è andata addosso e l’ha mandata fuori strada...
desiderai forte che anche quell’uomo fosse morto nell’incidente.
Dopo ci dissero che l’uomo era ubriaco, e che
nemmeno lui era riuscito a superare la notte... ma contrariamente a quello che
mi sarei mai aspettata, non fui felice di questo... volevo solo che mia madre
tornasse da me, che sapesse quello che provavo... -
Lei si accasciò a terra, la testa fra le mani,
piangendo e quasi soffocando per il dolore. Matt si sentiva così
impotente, quello che la ragazza gli aveva appena rivelato lo aveva sconvolto
completamente. Come avrebbe dovuto reagire a una
notizia simile? Come avrebbe dovuto trattarla da quel momento in poi? Che avrebbe dovuto dire per farla stare meglio?
Restò paralizzato non sapendo cosa fare mentre
lei piangeva per terra. - Se non fosse stato per colpa mia, lei e Miyu sarebbero rimaste a casa... e non sarebbe successo niente...
-
Qualcosa nella frase lo lasciò perplesso. Chi
era Miyu?
S’inginocchiò davanti a lei e la prese
fra le braccia, cullandola mentre lei sembrava
possedere lacrime infinite di un dolore incomprensibile.
Le accarezzò i capelli lunghi, appoggiò
la guancia sulla sua testa e restò in silenzio senza proferire parola.
Non c’era niente che potesse dirle per farla stare meglio, sperava che anche
solo la sua vicinanza potesse esserle un po’ di conforto.
Quando si accorse che la ragazza aveva smesso di
singhiozzare convulsamente e sembrava più tranquilla, la prese in
braccio e si diresse verso il divano. Se lei non
fosse stata così tormentata e sconvolta probabilmente sarebbe arrossita
per l’imbarazzo all’idea che lui la tenesse fra le braccia come una
principessa, ma in quel momento non ci badò. Si lasciò distendere
dolcemente sui cuscini e quando anche lui si sedette accanto a lei e la prese nel
suo abbraccio, lasciò che lui l’adagiasse sulla sua spalla.
Fino a che, stanca per il pianto, non si addormentò
respirando il suo profumo e cullata dalle sue carezze gentili.
Apro improvvisamente gli occhi sentendo
vibrare il cellulare nella tasca dei jeans.
Una, due,
tre.
E’ una chiamata.
Lo prendo dalla tasca e senza
nemmeno guardare lo schermo mi rendo conto di essere
solo. Mimi non è più sdraiata accanto a me. Poso una mano sui
cuscini e avverto un flebile tepore, evidentemente non è molto che
è andata via.
Ormai completamente
dimenticato della chiamata sul cellulare, mi alzo e inizio a vagare per il
piccolo appartamento chiamando la ragazza.
- Mimi, ci sei?-
Niente, nella casa regna un
silenzio quasi palpabile. Passo dalla cucina al bagno, e dalla camera al
salotto ma niente, non è in casa. Possibile che se ne sia andata
così, senza dirmi niente?
Mi siedo nuovamente sul
divano e il cellulare riprende a vibrare più volte. Alla fine mi decido
a rispondere ed è la voce di Sora a parlare.
- Finalmente, che ti è successo? Perché non mi rispondevi?-
Sospiro massaggiandomi una
tempia, perfetto ci mancava il mal di testa e una nuova bugia da raccontare a
Sora. - Niente, stavo dormendo.- bè, questa non è una bugia.
- Non hai sentito la sveglia? Non avevi
una lezione importante oggi, hai un esame fra poco te lo ricordi vero?-
- Si Sora, ho studiato
tutta la notte... sono un po’ stanco.- va bene, questa è
una balla, ma che altro potevo dirle?
Sposto lo sguardo sul
tavolino davanti al divano mentre lei mi sta dicendo
qualcosa che riguarda Tai, una delle sue solite buffonate, ma io non riesco a
concentrarmi ed ascoltarla. Vedo un piccolo biglietto appoggiato sul tavolo,
allungo una mano e lo prendo. Questa è la calligrafia di Mimi.
Buongiorno, scusami se me ne sono andata senza dirti niente ma eri così tranquillo che non ho avuto il
cuore di svegliarti. ^^
E poi dovevo scappare a lezione, starò lì
tutto il giorno.
Per quanto riguarda quello che è successo, mi
dispiace molto di averti disturbato, ma potresti non
farne parola con nessuno? Nemmeno con Sora.
Accidenti Sora, non sto
ascoltando quello che dice!
- Senti scusami,
posso richiamarti più tardi? Sono ancora mezzo addormentato, vado a
farmi una doccia.-
- Certo.- risponde un po’
perplessa.
- A dopo allora.- chiudo la chiamata
senza darle il tempo di rispondere.
Si, lo so che mi sto comportando da vero bastardo con
lei ma, cos’altro potrei fare?
Poso il telefono e finisco di
leggere il biglietto.
So di averti riempito la testa con informazioni orrende
e confuse, appena potrò cercherò di spiegarti meglio come sono
andate le cose.
Anzi, sento di essere in debito e di doverti al
più presto dei chiarimenti, quindi sentiti libero di farmi tutte le
domande che vuoi quando vuoi. Ma ti conosco e so
già che verrai qui oggi, quindi ti aspetto.
Un’altra cosa.
Grazie.
Non credo sarei mai riuscita
a sfogarmi così con nessun altro, quindi grazie per esserci stato e per
non aver detto niente sapendo che nessuna parola poteva aiutarmi. Grazie di
cuore.
- Allora non sono stato inutile... -
Ero convinto che sarebbe
stato meglio dirle qualcosa, ma non sapevo cosa. Per questo sono
rimasto in silenzio, non sapevo come comportarmi. Ma,
in fondo, sapevo che era la cosa più giusta da fare.
Mi alzo dal divano ed esco di casa tornando nel mio appartamento al piano di sotto. Non
riesco a togliermi dalla mente gli occhi di Mimi, traboccanti di lacrime e
dolore. Ma come ha fatto a tenersi dentro tutto questo
per così tanto tempo? Io non credo ne sarei mai stato capace, evidentemente
Mimi è molto più forte di quello che
possa far credere.
Oppure, è ancora più fragile.
Mi preparo un caffé
veloce, faccio una doccia e poi mi metto su di un libro cercando di studiare. Ma dopo un’ora mi rendo conto di avere troppi altri
pensieri e di non essere riuscito a combinare nulla. Così prendo la
giacca ed esco a prendere un po’ d’aria,
cercando di riordinare le idee.
E non so come, finisco davanti
all’università di Mimi.
Non scherzava quando
sul biglietto ha scritto di conoscermi bene, nemmeno io mi sono reso conto di
come sia arrivato qui eppure... eccomi.
Sospiro chiedendomi se non
stia facendo completamente il suo gioco, anche se devo ammettere a me stesso
che mi diverte molto. Chiedo di lei alla segreteria e
mi mandano al secondo piano, alla fine del corridoio a
sinistra, nell’aula di musica insonorizzata. Ha prenotato quella stanza
fino a mezzogiorno per esercitarsi da sola senza essere disturbata. Ma ovviamente, sarò io il suo disturbo.
Salite le scale svolto a
sinistra come mi è stato detto e percorro tutto
il corridoio deserto. Man mano che passo davanti alle aule singole vedo all’interno, attraverso una piccola finestrella
nella porta, diversi ragazzi impegnati a suonare qualche strumento o a cantare
consapevoli di non essere uditi da nessuno. Devo dire
che è proprio una bella scuola, e ben organizzata. Al piano di sotto
stanno parecchie palestre, quello delle segreteria
è utilizzato quasi esclusivamente dai vari insegnanti. Il secondo e il
terzo piano sono dedicati alla musica, pieni di aule
non troppo grandi, insonorizzate, quasi tutte comprese di pianoforte.
So tutte queste cose
perché le ho lette da una mappa accanto alla
segreteria.
Inoltre, ancora sotto le
palestre, sta un altro piano dove è situato un vero teatro. Non molto grande,
ma c’è.
Finalmente arrivo
all’ultima aula dove Mimi si sta esercitando, ma fuori
dalla porta c’è qualcuno intento a guardarla dal vetro
della porta. Mi avvicino e riconosco subito quei capelli castani spettinati.
- Tai.- dico avvicinandomi.
Lui si volta e mi guarda
sorpreso quanto me di vederlo lì. - Matt.- mi saluta con un cenno del
capo.
- Che ci fai
qui?- gli chiedo e lui mi guarda alzando un sopracciglio.
- Potrei farti la stessa domanda.-
Mi sembra strano oggi. - Devo parlare con Mimi, mi ha chiesto di raggiungerla.-
spiego brevemente e lui ritorna a guardare l’interno dell’aula.
Seguo il suo sguardo ed
eccola lì. Seduta davanti al pianoforte, intenta a suonare. Mi appare
molto più rilassata del solito, è evidente che suonare il piano
la libera completamente da tutti i pensieri. Ecco perché era così
felice quando Leo le ha restituito quella piccola
pianola.
Vorrei sentire la sua
melodia, ma non oso entrare e disturbarla.
Indossa un maglioncino nero,
e i capelli ramati che scendono sulla schiena disegnando dei leggeri boccoli
spiccano lucenti sulla stoffa scura. Gli occhi sono fissi sulla tastiera bianca
e nera, le dita sono veloci e delicate, e tutto il suo corpo
segue il ritmo della musica.
Sembra così eterea che
non assomiglia per niente alla Mimi distrutta dal dolore di questa notte. Eppure, avverto molta malinconia nei suoi occhi.
- Io passavo di qui... - sta dicendo Tai
riportandomi bruscamente alla realtà. -... e ho pensato di venire a
farle un saluto. Ma chissà perché... - mi
guarda dritto negli occhi. -... ero convinto
che ci saresti stato anche tu.-
Non riesco a seguirlo. -
Bè, vorrà dire che la prossima volta mi
dirai i numeri della lotteria, che dici?- cerco di scherzare ma avverto della
tensione in lui.
- Non scherzare Matt... non credere che
non abbia capito cosa sta succedendo.-
Accidenti, che gli è
preso adesso?
- Di che stai parlando?-
- Di te, di Mimi... e di Sora.- mi
guarda fisso con un’espressione così seria che sento
l’istinto di abbassare lo sguardo, ma non lo faccio. - Continuo a non
capire... -
- No Matt, adesso basta. Hai capito
benissimo. Ricordi cosa ti avevo detto quando ti sei messo
con Sora? Guarda che è ancora valida, se la fai soffrire te la dovrai
vedere con me.-
Nel frattempo mi ha afferrato
per le spalle, gli prendo le mani e me lo stacco di dosso. - Se ci tieni così tanto a lei, perché non te la prendi e mi
lasci in pace? Cosa diavolo vuoi da me?-
Posso leggere nei suoi occhi
molta rabbia. - Matt, spero tu stia scherzando... sai quando
Sora tenga a te, ha scelto te e tu hai accettato la cosa. Non puoi cambiare
idea, non così. Non Mimi, è la sua migliore amica. Ti rendi conto
che facendo così rovinerai tutto? Ti ritroverai completamente solo... -
- Ma si
può sapere di che diavolo stai parlando? Mimi è un’amica,
sta attraversando un brutto periodo e sto solo
cercando di starle vicino come posso. Che tu ci creda o no, la verità
è unicamente questa.-
Mi guarda dubbioso. - Matt,
ti conosco bene da anni, non cercare di nascondere a te stesso la
verità. Sai qual è, lo so io e molto
probabilmente lo sa anche Sora ma è troppo innamorata di te per fare o
dire qualcosa. Vuoi bene a Sora, no? -
Mi ritrovo ad annuire piano.
- Certo... -
Lui sospira sollevato - Matt,
non pensare che stia cercando d’intromettermi. Il mio è
solo un consiglio da amico, adesso vai via e cerca di dedicarti solo
alla tua ragazza. Lascia perdere Mimi. Non ti sto
dicendo di non parlarle più ma, solo per un
po’, stai più tempo con Sora. E’ fragile e si sta
spezzando.-
Anche Mimi
è fragile, dannazione!
Ma come ha fatto Tai a capire cosa provo? Come fa a
saperlo?
Ma io, non posso abbandonare Mimi.
Mia madre
è morta Matt.
Adesso sono sulla strada di
casa, alla fine ho fatto come Tai mi ha chiesto. Me ne sono andato. E mentre
scendevo le scale ho sentito la porta aprirsi e Mimi uscire dall’aula
chiedendo a Tai come mai fosse lì e se fosse
solo.
Mi aspettava e io me ne sono
andato.
Sono un codardo.
Lascia perdere Mimi.
Tai ha
ragione, lo so. Lo so eppure... io non ci riesco.
Continua...
********************************************
Ebbene
si, ho già scritto un nuovo capitolo.
Sto cercando di fare quel che non potrò nel mese prossimo.
Lavorerò costantemente tutti i giorni fino alla vigilia di Natale, e
quindi temo che prima di capodanno non riuscirò
a fare niente...
Se riesco
ne scriverò ancora uno... ma non vi prometto
niente.
Un
capitolo forse un po’ noioso ma spero che vi sia piaciuto.
Ora passo
a ringraziare le mie donne, che questo mese sono aumentate *-* me felice!
Kairi_92:
eccola la mia SANTA! ( no che poi s’incavola )
eh ma te sei troppo avanti, addirittura la dichiarazione d’amore? Ma sono
dei tontoloni, sai quanto ci vorrà ancora? XD
Un bacione
chandelora: eh si, ci stava bene quella scena del maniaco sulla
moto! Sono morta dal ridere da sola mentre la scrivevo
XD kiss kiss
salkmania22: una nuova recensitrice *-* ( non esiste questa parola lo
so ) oddio me è troppo imbarazzata, davvero ti piace la mia inutile e
banale fic? ^^’ ma grazie, allora aspetto di sapere cosa ne pensi anche
di questo capitolo! Un abbraccio
Sarugaki92:
si, è una notizia molto brutta ç_ç ma
ne manca ancora un pezzo, nel prossimo capitolo. Un bacio
cara
Juls18:
Waaaa *-* mi hai recensito la storia! Waaaa! Me
è felicissima *-* grazie davvero! Kiss kiss
Bene, ora
vado, saluti a tutti ^^
Selhin