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Autore: Lione94    06/11/2009    3 recensioni
Ecco una fanfiction su Angel's Friends scritta dal punto di vista della diavoletta Kabalè che narra delle sue avventure e di come tutto può cambiare, anche il suo cuore da Devil.
I personaggi sono quasi tutti gli stessi della serie e si svolge nella scuola della città terrena.
Spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kabalé, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 I vecchi proverbi degli Angel sono sempre i più noiosi, ma allora perché fanno sempre centro?!




<< Allora? Cosa hai intenzione di fare? >> domandai a Caliel con voce scocciata quando uscimmo dalla stanza magica dove avevo appena perso la nostra sfida.
<< Vedrai >> disse enigmatico l’Angel, poi si girò alla ricerca di qualcosa << Samù, ma dove sei finito? >> domandò all'aria.
Una piccola aquila dalla testa bianca e il corpo marrone comparve all'improvviso vicino a lui, facendo spaventare a morte il povero Nosferatù che emise un verso strepito prima di planare sulla mia spalla, tremante di paura.
<< Che fifone che sei! >> lo rimproverai dandogli un buffetto sulla testa nera e pelosa. Il pipistrello mi ricambiò con un’occhiata offesa, ma poi mi mostrò i piccoli dentini appuntiti in una sorta di sorriso di scuse.
Intanto Caliel si era trasformato in un umano e si era avviato nella parte della scuola dove si trovava il nostro mortale. Volai vicina a lui e notai che
l’aquila Samù era diventata un piccolo orecchino poggiato sul suo orecchio sinistro, le ali e l'aureola blu erano scomparse e i vestiti bianchi che indossava avevano perso un po' di quella luminosità che prima li caratterizzava.
Lo osservai mentre si avvicinava con passi sicuri al ragazzo mortale che Edoardo prima aveva rifiuto di aiutare.
<< Scusa, non ho potuto fare a meno di ascoltare le tue parole... >> esordì e mentre il ragazzo lo guardava meravigliato gli diede qualche soldo, esclamando ad alta voce per far sì che il suo gesto non passasse inosservato: << Te li presto io i soldi che ti mancano per il pranzo >>.
Edoardo abboccò al suo piano e si avvicinò a lui: << Ehi perché l’hai fatto? >>.
Lui si voltò a guardarlo con un’espressione solenne - tipica da Angels - sul volto: << Perché è sempre un piacere aiutare gli amici, anche se questo significa privarsi di qualche cosa. Alla fine però ogni favore o torto fatto viene sempre ripagato, ricorda che chi semina vento raccoglie tempesta >>.
Roteai gli occhi sbuffando con forza: ecco uno dei soliti e vecchi proverbi degli Angel. Che noia! Però, mi accorsi che il suo discorso aveva colpito Edoardo. No, non potevo permetterglielo!
<< Nosferatù attiva metamorfosi! >> esclamai nervosa. Nosferatù si trasformò nel solito bracciale borchiato che indossavo al braccio sinistro mentre recitavo l’incantesimo violando per la seconda volta in un giorno il regolamento della scuola. << Per tentare e confondere con l’inganno e con l’astuzia, con l’ingegno e la furbizia, lo spirito lascio e divento terrena! >>.
Diventai un’umana però non mi piaceva molto esserlo: gli umani erano complicatamente complicati, pieni di emozioni e sentimenti. Controllai il mio abbigliamento. Indossavo dei pantaloni neri con una cintura con un teschio davanti e una maglietta rossa come il ciuffo che avevo tra i miei capelli viola. Annuii soddisfatta: quello sì che era un abbigliamento da Devil. 
Mi avvicinai a Edoardo mentre stava ancora parlando con Caliel. Mi affiancai all’Angel e dissi con veemenza: << No, quello che ha detto è solo una menzogna. Non conviene fare dei favori per rischiare di non avere nulla in cambio >>.
<< Kabalè non può intervenire! E’ ancora il mio turno! >> mi mormorò Caliel irritato.
<< Il tuo turno è finito, novellino >> gli sussurrai di rimando.
Mi voltai per un attimo verso di lui e incrociai il mio sguardo giallo nel suo verde e sentii le guance formicolare. Era una cosa che non mi era mai successa quando ero Devil… Com’erano strani gli umani!
<< Ma voi vi conoscete? >> domandò Edoardo, guardandoci confuso.
<< No… >> fece Caliel, ma lo interruppi tornando a guardare il nostro mortale: << Invece si! Ecco il perché non ti devi mai fidare degli amici. Dopo i favori che ho fatto a questo qua, adesso fa pure finta di non conoscermi. Vai a fare dei favori agli amici… >> borbottai alla fine con tono melodrammatico.
Se ci fosse stato un premio per la recitazione in questa sfida l’avrei vinto io! Pensai entusiasta.
Caliel mi trascinò via, portandomi verso un corridoio meno affollato, ma riuscii ugualmente a sentire le parole del mio umano che pronunciò sovrappensiero: << Già, ha ragione. Cosa ci guadagno alla fine? >>.


Il quadro nella stanza contenente le anime di tutti i mortali cambiò: il sorriso solare di un ragazzo divenne una smorfia di cattiveria e uno sguardo maligno gli illuminò gli occhi contribuendo a dare all'immagine del suo volto un'espressione più cupa.


<< Lasciami! >> esclamai cercando di liberarmi dalla stretta dell’Angel.
<< Ecco brava sei riuscita a confonderlo. Sei proprio una brava bugiarda! >> disse Caliel arrabbiato lasciandomi di malagrazia il polso che mi aveva afferrato.
<< Grazie sono una Devil >> accettai il complimento ridacchiando.
I nostri occhi si rincontrarono e per un attimo non riuscii più a distogliere lo sguardo. Sentii una strana sensazione allo stomaco…
<< Nosferatù metamorfosi inversa >> dissi piano quando riuscii a distogliere finalmente lo sguardo.
Tornai una Devil con tanto di minigonna, ali rosse e corna, e anche Caliel si ritrasformò. Il pipistrello e la piccola aquila ricomparirono. Eppure, anche se ero diventata nuovamente una sempiterna, quella strana sensazione restava mentre sentivo
su di me lo sguardo angelico - e ancora un po' arrabbiato - di Caliel.
A un certo punto un umano dai tratti familiari ci passò attraverso (ormai che eravamo di nuovo dei guardiani, gli umani non potevano più vederci) e sentii una voce conosciuta vicina a me: << Guarda, guarda, chi si rivede: Kabalè! >>.
Mi voltai di scatto, riconoscendo con goia quella voce familiare.
<< Sulfus! >>.
  
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