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Autore: Manuel Lanhart    13/06/2005    3 recensioni
Un incontro inaspettato...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ascoltami, Lily, e cerca di non interrompermi, perché parlare mi è difficile in questo momento.
Ci conosciamo da un mese ormai, e in questo breve tempo abbiamo condiviso tante cose che prima non avevo mai provato. Ridere, parlare, scherzare…tutto assume un sapore diverso quando sono con te, e caspita! Ne sono troppo felice. Magari certi discorsi possono sembrarti strani, e magari mi prenderai in giro, tra poco, ma non ha più senso tirarsi indietro. Ci ho pensato a lungo, più di quanto tu possa immaginare, ci ho pensato giorno e notte, accanto a te o immerso nella consueta solitudine. Sono stato lacerato dal rimorso e dal dubbio di non essermi comportato onestamente nei tuoi confronti, mentre tu sei sempre stata sincera, o almeno spero! Sei entrata nella mia vita cambiando radicalmente il sapore dell’estate. Sai, ogni anno per me si ripete la tortura dei Dursley, e allora desidero la scuola come non mai, desidero lasciarmi alle spalle quello che le vacanze non riescono a dare ad un adolescente come me, la voglia di divertirsi, stare con gli amici, fare un mucchio di esperienze. E invece non provo niente di tutto questo. Sono accompagnato da una sventura costante che mi ha segnato fin dalla nascita. Vedi la cicatrice? Ha forma di saetta, e sono noto a molti a causa sua, o meglio a causa di chi me l’ha procurata. Quanto sto per rivelarti deve restare un segreto, se tieni a me, se mi hai voluto del bene. Non ti obbligo a rimanermi amica dopo che avrò finito di parlare, anche se spero il contrario.
Io non sono un ragazzo normale, nel senso che possiedo capacità ignorate da persone “normali” come te, persone che vengono definite Babbani. Io sono un mago… no, no, non ridere. Non mago nel senso di prestigiatore, un mago sul serio, in carne e ossa! Sono capace di fare magie, da comuni incantesimi a fatture più potenti a seconda dei casi, mentre sono una frana nel preparare pozioni. Aspetta, ecco, questa è una bacchetta magica. Sembra un giocattolo, vero? Eppure funziona, è lo strumento con cui facciamo le magie. Noto sconcerto nei tuoi occhi, ma ti prego di aspettare prima di farti una qualsiasi idea. Frequento un istituto di Magia e Stregoneria, Hogwarts, per giovani maghi e fattucchiere. Lì studiamo per un ciclo di sette anni…è una scuola stupenda, e vi ho trascorso alcune tra le esperienze più forti della mia vita e dovrò tornarvi il primo giorno di settembre, per intraprendere il penultimo anno.
Sei buffissima, Lily! E’ la stessa faccia che feci io quando un omone di tre metri venne a trovarmi, rivelando quale fosse la mia vera natura, natura di mago. Essere mago, io! Un comune ragazzino di undici anni, timido, introverso, schernito di continuo da un cugino ben più forte di me. Io possedere dei poteri, essere diverso da tutte quelle persone che mi circondavano e rendevano un inferno piatto la mia vita? Era vero, accidenti, era la cosa più bella che potesse capitarmi, e da allora sono cambiato indelebilmente e non tornerei indietro per tutto l’oro del mondo, nemmeno per l’oblio del male che mi è stato recato nel tempo. Quell’omone, Hagrid, custode di Hogwarts, è un mio caro amico, mi ha spiegato la verità riguardo la morte dei miei genitori, James e Lily Potter. Capisci perché sono saltato su in quel modo, quando ci siamo presentati? Non li ho mai conosciuti, ma ne ho sempre sentito splendidamente parlare. Dicono che assomigli a loro più di quanto immagini, e che col tempo me ne renderò conto sempre più conto, per quanto io stesso ignori quasi tutto su di loro.
Io non sono un ragazzo normale, anche se talvolta vorrei esserlo, anche se mi sforzo di esserlo o sono costretto a farlo. Questa cicatrice mi è stata inferta da colui che al giorno d’oggi è considerato uno dei maghi più potenti della terra, lord Voldemort. Anche lui ha studiato a Hogwarts, cinquant’anni fa, e accecato dal desiderio di essere immortale, ha dannato anima e corpo alla ricerca di quest’obiettivo mostruoso per un comune mortale. O forse mi sbaglio: lui non è un uomo qualunque, ormai non si può qualificare più sotto nessun nome. Una sera a seguito del tradimento di un uomo vile e spregevole che era sempre intorno ai miei genitori, un falso amico, Voldemort è entrato in casa loro e li ha uccisi, prima papà e poi la mamma, che ha esalato l’ultimo respiro per difendermi. Grazie al suo gesto d’amore estremo, sono stato in grado, io, neonato di fronte al signore oscuro, di respingere la maledizione mortale che aveva scagliato su di me rimandandogliela addosso. Allora il suo corpo è stato quasi annientato e ha trovato rifugio in Albania, dove viveva sottoforma di parassita sfruttando gli altri organismi pur di sopravvivere, accecato dall’odio nei miei confronti. Il corpo era adesso per lui la meta primaria, più importante della stessa immortalità. Da quando ho iniziato gli studi ad Hogwarts, ha cercato in tutti i modi di eliminarmi, ma grazie all’aiuto degli amici e al volere del fato sono sfuggito alla morte diverse volte, riuscendo a tardare il ritorno di chi già in passato stava per impadronirsi definitivamente del mondo magico. L’anno scorso, Voldemort è tornato di nuovo ed era a un passo da raggiungere il proposito di distruggermi. Ha ucciso un ragazzo sotto i miei occhi, e creando una pozione potentissima ha riacquisito forma umana servendosi pure del mio sangue. Quei momenti, li ho impressi nella memoria: come potrei dimenticarli, come dimenticare il fatto che poco tempo fa si è fatto ancora vivo cercando d’impedire una profezia, secondo cui io morirò per sua mano o lui per la mia? Non credere che sia stato facile reggere il peso di tutto questo.
Sai cosa pensava di me il mondo dei maghi? Che fossi un pazzo visionario in cerca di fama che andava in giro blaterando di un pericolo che tutti volevano dimenticare. E invece ho lottato anche per questo: impedire che la verità restasse sconosciuta a tutti, evitare che l’indifferenza fosse la causa della nostra stessa fine. Ho gridato ai quattro venti che dovevamo allearci innanzi ad una minaccia comune, e alla fine sono stato ascoltato. Se non fosse stato per Ron e per Hermione, e per Albus Silente, un mago potentissimo preside della scuola, non saprei dire se sarei ancora vivo e vegeto. Mi hanno sostenuto senza cedere mai, e soprattutto dandomi la fiducia necessaria ad affrontare Voldemort. Avevo anche un padrino, amico dei miei genitori, Sirius Black. Mi ha trasmesso la presenza di un padre e l’affetto di una madre, e oramai non mi resta che compiangerlo, perché è morto, quasi due mesi fa, nel tentativo di salvarmi. Perdere lui è stato come provare il dolore della perdita dei miei genitori, un dolore che non avevo mai provato appieno. Sono cresciuto col vuoto della famiglia, e ora che avevo trovato qualcuno da amare, mi è stato sottratto solo ed esclusivamente a causa di Voldemort! A dire il vero, attribuisco a me la responsabilità della morte di Sirius, ma questa è una cosa di cui non parlare ora.
Lily, non riuscirai a capire fino in fondo cosa vuol dire essere Harry Potter e probabilmente non lo saprò mai neanch’io, però sei stata un faro per me, in questa solitudine. Ho deciso di dirti la verità in nome di un rispetto e di una sincerità che io stesso ho sempre voluto dalla vita. Non mi sembrava corretto volerti bene e mentirti, anche se i miei segreti andrebbero tenuti nascosti per ovvie ragioni, e di sicuro ora comincerai a guardarmi con occhi diversi. Sono felice di averti conosciuto. In poco tempo hai saputo donarmi emozioni straordinarie e le ho assaporate con una foga maggiore, visto che adesso corro il rischio di perderti. Sono stato anch’io ingiusto con te, perché facendo questi discorsi ti ho esposto a situazioni in cui non c’entri; ho esitato a lungo, prima di decidermi a parlartene, e in cuor mio penso d’aver fatto la scelta giusta. Sta a te decidere sei vuoi continuare quest’amicizia.
  
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