CAPITOLO 5
La osservava mangiare esausta dalle lacrime. Il sole, che filtrava tra le foglie degli alberi, le illuminava il volto e i capelli biondo cenere. Simili ai suoi. Gli occhi verdi e umidi fissavano un punto indefinito. Automaticamente il braccio scendeva verso la vaschetta e tornava alla bocca. Le sue labbra morbide e fresche. Piene di innocenza. Piene come la luna. Dolci come un cuore al cioccolato. Era innamorato perso di quella tenera ragazza, ma aveva paura. Una tremenda paura. Non la poteva toccare. Temeva di perdere quella preziosa amicizia. Coltivata per anni e arrivata al momento di maggior fioritura. O per lo meno così pensava, ignorando gli eventi futuri che avrebbero caratterizzato le loro vite.
“idea!!!“ Kathleen si prese di paura. Fece un salto di tre metri finendo all’in piedi. Meno male che non cadde a terra.
“ma che ti sei rincoglionito?”
“a quello ci manca poco…invece mi è venuta un idea geniale…so io come risolvere i tuoi dubbi! Forza monta su!!!“
“ma te l’ho detto! SEI PERICOLOSO! Non voglio morire giovane!“
“non fare storie e spicciati!“
“ma la vaschetta?”
“lasciala lì, che ti frega?”
Kathleen ubbidì e pochi istanti dopo si trovarono davanti ad un edificio.
“no!“ disse lei decisa.
“ma perché no? chi meglio di loro ti può aiutare?“
“tua mamma!”
“non c’è mai come la tua…“
“tua sorella!”
“si, come no! mia sorella…bella questa! Forza scendi…“ e la prese per un braccio.
“ma non se ne parla! Tu sei matto!” e si liberò dalla presa.
“ma che c’è di male?”
“tanto la figura di merda la faccio io, no tu!“
“se non sarai tu ad andare al consultorio, sarà il consultorio a venire da te!“
“cosa intendi fare?” chiese allarmata.
“dirò ai medici là dentro che ti si sono rotte le acque…“
“no dico! Ma stai bene?“
Mezz’ora dopo Kathleen usciva più confusa di prima.