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Autore: Juls18    07/11/2009    3 recensioni
certe storie sono fatte per essere tramandate, altre per essere mitizzate, altre per servire da insegnamento, altre semplicemente dimenticate... altre storie invece, vengono fatte dimenticare ma non sempre è possibile cancellarle per l'eternità. basta un piccolo indizio, un filo sfuggito al buio dell'oblio per farne rivivere il ricordo e per riportarla alla luce. è questo che capita ad un gruppo di amici. attraverso sogni che non sono solo sogni, ricerche e indizi che a volte non sembrano portare a niente, questo gruppo scoprirà che certe storie ci appartengono più di altre e che a volte i sentimenti e le emozioni sono fatti per superare i secoli e per rivivere, in un ciclo continuo di amore, amicizia, rivalità, invidia e inganno. cosa sarà più forte? l'amore o l'invidia?
Nuova versione della storia. si chiama "I ricordi del tempo"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Problemi... incomprensioni... nemici



La notizia che mia madre ci aveva dato aveva creato una piacevole clima di serenità e felicità nel nostro gruppo. Ancora non potevamo credere di andare in Inghilterra, proprio dove avremmo potuto scoprire la verità. Eravamo talmente sicuri di essere arrivati ormai alla soluzione dell'enigma, che era impossibile credere che qualche cosa potesse andare storto.

Ma, come ho già detto, se tutto fosse stato così semplice, non ci sarebbe nessuna storia da raccontare. Infatti io avevo sottovalutato due piccoli particolari, forse non poi tanto piccoli. E solo due parole possono riassumere l'esatta entità del problema: mio padre e Sora. Entrambi, infatti, avevano in comune una cosa: cercare, a tutti i costi, di fermami. Ma entrambi non sapevano che avermi contro significava creare una guerra che non ero assolutamente disposta a perdere, per nessun motivo al mondo.



Il primo con cui mi scontrai fu mio padre. Fu uno scontro strano, in cui entrambi creavamo delle strategie, sia d'attacco e di difesa, entrambi volevamo vincere.

Non dovetti aspettare molto per lo scontro. Quella sera stessa, io e mio padre ci sfidammo, il campo di battaglia scelto il tavolo della cucina, testimone di questa lotta mia madre. Alla fine ci fu un solo vincitore. Mi preparai per bene prima di affrontare il mio papà. Avevo preparato una scaletta con gli argomenti che avevo intenzione di affrontare, avevo tutte le argomentazioni possibili e immaginabili, e poi, comunque, avevo sempre il mio asso nella manica. Infondo, ero la cocca di papà, e sapevo che più di tanto non avrebbe potuto resistermi. Quanto ero illusa. Mio padre era VERAMENTE arrabbiato con me, e molto. Lo capii subito non appena scesi in cucina per la cena. All'inizio non potei non ricordare quello che era successo lì solo qualche ora prima, e quello che mi aveva detto Matt, tutto era scolpito nella mia mente...

-Non sopporto che tu dia baci ad altri che non sia io!-

così aveva detto. Era stato terribilmente dolce. Tuttavia quella sera non c'era la stessa aria. Il silenzio di quella stanza, come la tensione, si poteva percepire chiaramente. Non era un buon segno. Mio padre era seduto al suo posto, e mi fissava. Bruttissimo segno.

-Ciao Papà-

Un grugnito fu il saluto che ricevetti. Correzione, questa si prospettava una battaglia lunga ed estenuante. Anche mia madre percepii qualche cosa di strano, perché cercò, ovviamente a modo suo, di spezzare e di sdrammatizzare. Ovviamente nel modo di fare tipico di mia madre

-Sai caro che oggi sono venuti degli amica di Mimi a casa a trovarla? Sono stati tutti così carini. Sono molto simpatici, sai?-

Mio padre sembrò essersi svegliato improvvisamente.

-Amici? Devo dedurre che hai già perdonato nostra figlia, tesoro?-

Sempre peggio. Mia madre, evidentemente impacciata, fece finta di non sentire e si precipitò a controllare la cena nel forno. Fu in quel momento che mi feci forza e inizia la nostra “guerra”

-Papà, erano solo degli amici, amici che conosci anche tu...-

-Sai, non ne sono così sicuro Mimi. Credevo di conoscere anche te, ma evidentemente mi sbagliavo-

-Papà ma non ho fatto niente di male...-

-Niente di male, NIENTE DI MALE????-

Tattica sbagliata, decisamente sbagliata. E ora mio padre mi disse tutto quello che ieri sera non era riuscito a dire, o meglio, non aveva detto. Se ci fu una volta dove vidi mio padre arrabbiato, fu quella volta.

-Hai il coraggio di dire di non avere fatto niente di male, vediamo allora di rinfrescarti la memoria. Sei uscita di casa di notte, te ne sei andata in giro con un ragazzo, sempre di notte, e poi sei andata a casa sua, una casa vuota, senza nessun adulto, sempre con questo ragazzo, e hai fatto chissà cosa, e poi te ne sei bellamente tornata a casa. Infondo, cosa hai fatto di strano? Ci hai solo fatto preoccupare, ci siamo spaventati a morte pensando che ti fosse successo chissà che cosa. Ecco cosa è successo! Sei una svergognata, ecco cosa sei!-

-Ma papà, non è veramente successo nulla-

-Ah si, e io mi dovrei fidare di te? Spera solo di non essere rimasta incinta ragazza, perché se no ti caccio sul serio via di casa, chiaro?-

-Caro, forse stai esagerando. Mimi ha detto che non è successo nulla e io...-

-Tu le credi? Tu dici che... TU LE CREDI????-

-Certo!-

-Come puoi crederle?-

-Perché io sono ancora vergine papà chiaro? E perché Matt è un cavaliere, un ragazzo fantastico, che mi vuole bene sul serio e io mi fido ciecamente di lui, e se tu non tu fidi di me, papà, mi viene da pensare che tu non sia affatto quello che io creda. Mi viene da pensare che tu non sia affatto la persona straordinaria che io credevo che fossi-

Credo, non appena ebbi detto quello che dissi, di essermi sentita una persona orribile. Avevo detto delle cose terribili a mio padre, e lo avevo ferito, ferito in un modo che, credo, non capii mai appieno.

-Vattene-

Ecco cosa mi rispose.

-Vattene, fila in camera, sparisci-

-SI, me ne vado, me ne vado-

E, con gli occhi pieni di lacrime uscii da quella stanza, ma non andai in camera mia. Mi diressi verso la porta, e uscii il più in fretta possibile. Dietro di me, la voce di mio padre

-Dove credi di andare, Mimi, torna indietro... MIMI... MIMI...MIMI TORNA INDIETRO-

Mi aveva seguito in strada, ma io avevo iniziato a correre, il più velocemente possibile. Non mi resi conto di dove andavo finché non vidi, ad un tratto, due persone, due persone che conoscevo, e anche loro mi avevano riconosciuto, almeno, uno di loro sicuramente. Era incredibile, lui c'era sempre e ovunque, qualsiasi volta avevo bisogno di lui.

-Matt...-

Non feci altro. Lo chiamai per nome e mi precipitai tra le sue braccia. Era così confortante essere abbracciata da lui. E poi, come sempre ormai mi capitava in quel periodo, vidi tutto farsi scuro, i suoni ovattati, e svenni.


(Ero in un posto diverso. Non ero più nel giardino, ero in una casa, precisamente in un salotto, sontuoso, raffinato. Ero seduta in un divano, in mano avevo una tazza, doveva contenere del tè. Appoggiai la tazza sul tavolo, un tavolo di cristallo, notai, e guardai davanti a me. Al mio sguardo apparve un camino, accesso, con un bel fuoco scoppiettante. C'erano dei grossi ceppi che ardevano. Era estate, eppure il camino accesso non creava eccessivo calore. Mi alzai dal divano, e mi avvicinai al camino. Solo allora mi resi conto che appeso sopra il camino c'era qualche cosa. Un panno lo ricopriva, ma non ebbi esitazione. Tirai, e il panno scivolò via rivelando una cornice dorata e un quadro. Feci un passo indietro, e ammirai ciò che si presentò alla mia vista. Era un ritratto, un ritratto di una persona nobile, di un uomo, per l'esattezza. Era un uomo bellissimo, con un portamento elegante, raffinato. E aveva degli occhi dolci e gentili, dei meravigliosi occhi marroni, proprio come i miei. E fu in quel momento che non ebbi dubbio, e le parole che uscirono dalla mia bocca furono spontanee

-Padre...-

Delle lacrime mi scivolarono giù dagli occhi, mio padre, finalmente potevo vederlo, finalmente potevo conoscere mio padre.

-Sono tornata, e non vi lascerò mai più padre, ve lo prometto-

-Ora riconosco in voi una vera inglese, milady-

Feci in tempo a voltarmi, ancora il volto coperto di lacrime. E lo vidi, bello, elegante, fiero e presuntuoso, vidi il mio cavaliere.

-Perdonatemi, non vi volevo disturbare. Volevo solo porgervi le mie scuse per il mio comportamento sconsiderato e per tutto quello che vi ho detto. Vi chiedo scusa milady, vi chiedo umilmente scusa-

Era il mio bello, elegante, fiero, presuntuoso cavaliere inglese, dispiaciuto e venuto a chiedermi scusa.

-Non avete bisogno di scusarvi-

-Come dite?-

-Vi ho già perdonato, sir-

Gli sorrisi, e ricevetti in cambio un altro bellissimo sorriso. E in quel momento, il mio cuore ebbe un sussulto, un sussulto che mi fece mancare l'aria)



Quando mi sveglia sentii molte voci intorno a me. Un brusio costante, ma ovattato, un piacevole sottofondo. Rimasi in ascolto per alcuni minuti, ma non riuscii a capire niente. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, e, cosa più importante, chi stesse discutendo. Mi alzai a sedere, e mi accorsi di non essere sola. Matt era con me, vicino alla porta, intento ad ascoltare. Gli andai vicino, non mi aveva sentito. Gli misi una mano su un braccio e lo sentii sussultare. Si voltò verso di me, e nel suo sguardo vi lessi agitazione e preoccupazione.

-Cosa sta succedendo?-

-Tuo padre sta discutendo con mio padre... e tua madre è in lacrime-

-Cosa?-

-È quello che sta succedendo di là...-

-Come?-

Ero confusa. Perché mio padre stava litigando con il padre di Matt?

-Matt, ma cosa sta succedendo?-

Matt mi si avvicinò e mi abbracciò, stringendomi a lui. Mi divincolai dal suo abbraccio, allontanandomi.

-Cosa sta succedendo Matt?-

Lui continuava a restare in silenzio.

-MATT, MI VUOI DIRE COSA CAVOLO STA SUCCEDENDO???-

Non mi accorsi di avere urlato fino a che la porta della camera non venne aperta, e mio padre si precipitò in camera, verso di me. Fu istintivo, indietreggiai, e vidi mio padre fermarsi, impallidire, e vidi tutta la delusione dipingersi sul suo volto.

-Non ti fidi più di me, vero?-

Credo che nella vita i momenti tristi, dolorosi siano una componente presente in tutta la vita di una persona. Io credo che non potrò mai dimenticare il dolore che diedi a mio padre quel giorno.

-Papà, io...-

non riuscii a finire, e come una bambina piccola, corsi tra le sue braccia, tra le braccia di uno degli uomini che ho amato di più nella mia vita, il mio papà. Se c'era una cosa che poteva farci bene a entrambi, fu il mio pianto.

-Mi dispiace papà, io non volevo dire quello che ho detto, sono una stupida, papà mi dispiace, mi dispiace così tanto...-

Mi feci coccolare, consolare, proprio come una bambina. Rimasi dieci minuti tra le sue braccia, a piangere. Non mi accorsi neanche che Matt era uscito, lasciandoci da soli. Quando riuscii a calmare le lacrime, e riuscii a guardare mio padre in volto, finalmente ci potemmo chiarire.

-Papà...-

-No Mimi, fa parlare me per primo, ti piego. Se c'è qualcuno che deve delle scuse, sono io che le devo dare a te. Ti ho detto delle cose tremende, mi dispiace, Mimi. Io ho messo in dubbio te, la mia bambina. È questo che non sopporto Mimi. Tu per me resterai sempre una bambina, ma ormai sei una donna, una bellissima donna, e se penso che in giro c'è un cretino che un giorno ti porterà via da me, io non so come fare-

-Papà... tu resterai per sempre il mio papà, e nessun altro potrà mai sostituirti nel mio cuore. Sei il mio papà, che anche quando tornava a casa tardi da lavoro, veniva a darmi il bacio della buona notte, che passava con me le domeniche pomeriggio a vedere i cartoni animati, il mio eroe. Per sempre-

E per la prima volta vidi mio padre con gli occhi lucidi. E in quel momento capii che tutto era a posto, che il nostro legame era tornato quello di prima, anzi, era ancora più forte.

-Mimi, ti voglio bene, sempre, non dimenticarlo mai-

-E anche tu papà, non dimenticare mai che ti voglio un mondo di bene-



Quando io e mio babbo ci presentammo nella stanza accanto, nel salotto, mi si presentò davanti una scena assolutamente incredibile. Mia madre, visibilmente commossa, con gli occhi rossi, stava cercando di calmarsi, e il mio povero Matt tentava in tutti i modi di consolarla. In compenso, il padre di Matt era non so se meravigliato, scocciato o stupito riguardo a tutta la situazione. Alla nostra comparsa mia madre si fiondò verso di noi, coinvolgendo in un abbraccio generale me e mio padre. E appena concluso, decise di regalarci uno delle sue sfuriate.

-Voi due... non so chi sia peggio! Mi avete fatto preoccupare, mi volete vedere morire prima del tempo??? Mimi, non azzardarti mai più a fuggire via di casa in quel modo, e tu, non ti azzardare mai più a dire delle cose così a mia figlia, o ti sbatto fuori di casa, chiaro?-

-Cristallino-

-Assolutamente-

-Bene. E ora, abbiamo già creato abbastanza trambusto questa sera. Perciò noi ora andiamo a casa tesoro, Mimi, se tu vuoi restare un po' con questo adorabile ragazzo, fa pure-

-Mamma...-

Volevo sprofondare dalla vergogna. Ma perché doveva sempre dire cose così?

-Bene, noi a questo punto ce ne andremo. Mimi, mi raccomando, non fare tardi, va bene tesoro? Arrivederci allora, e Matt, torna pure a trovarci quando vuoi!-

e veloce come il fulmine, tanto che neanche il padre di Matt riuscii bene a capire cosa stesse succedendo, i miei se ne andarono. Non che mio padre non avesse tentato di opporsi, sia chiaro, ma mia madre era fatta così. Presa una decisione era irremovibile. Quella situazione era totalmente e completamente assurda.

-Scusateli-

fu tutto quello che riuscì a dire. Incredibilmente, a rispondermi, o forse a riprendersi per primo dallo shock fu il padre di Matt

-Non ti preoccupare Mimi, i tuoi genitori sono assolutamente dei personaggi, non c'è che dire, ma puoi consolarti, nessuno batte come stranezza il vostro amico Tai-

Non potevo credere alle mie orecchie, e non potei fare a meno di scoppiare a ridere. Una sana risata liberatoria.

-Credo che abbia ragione, lo sa?-

-Bene. Mimi, hai già cenato?-

-No, ora che mi ci fa pensare, perché?-

-Bene, allora sei invitata a cena. E smettila di darmi del lei, mi fa sentire vecchio. Ora andate, credo che voi due abbiate alcune cose da dirvi, vi chiamo quando sarà pronto-

e sparì in cucina. Io mi misi a fissare Matt, e lui, per la prima volta in quella sera, mi parlò

-Vieni, andiamo in camera mia-

e io, lo seguì. Appena la porta fu chiusa, fui letteralmente aggredita

-Si può sapere cosa cavolo è successo? Cosa ci facevi in giro di notte da sola? Se non ti avessi incontrato io, ma ti immagini quello che ti poteva succedere? Fuggire di casa, credo che questa sia una delle cose più stupide che abbia mai sentito, lo sai? Ora si può sapere cosa cavolo è successo? Cosa...-

Non ci potevo credere. No, non da lui, non potevo essere aggredita anche da lui. E credo che gli riversai addosso tutto quello che avevo dentro

-Tu non puoi dirmi questo. Non lo accetto, non da te! Tu dovresti sapere, tu avresti dovuto capire, tu fra tutti, dovresti capire... Io, io mi sono sentita dare della sgualdrina da mio padre, e scusa, se sono stata ferita, scusa se mi sono sentita morire, tu non sai quello che ho detto a mio padre, il modo in cui l'ho ferito, e forse tu non sai cosa sia rendersi conte che il tuo mondo si sta per sfaldare. Ho avuto paura, è vero, e scusa se sono una vigliacca che non ha il coraggio, come te, di affrontare le cose di petto. E ancora ti chiedo umilmente scusa se ho disturbato in qualche modo la tua serata. Se vuoi me ne vado subito-

-Non essere teatrale, ti prego, e non fare una tragedia-

-Non fare una tragedia? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? MI stai accusando e per che cosa? Per una cosa che non ti dovrebbe nemmeno interessare e...-

-LO VUOI CAPIRE CHE QUALSIASI COSA TI RIGUARDI RIGUARDA ANCHE ME???-

-Cosa vuoi...-

-Mimi, cavolo, possibile che tu non capisca che io... eppure oggi, sembrava avessi capito...-

-Cosa, capito che cosa? Matt, per piacere, per una volta, vuoi essere chiaro? Vuoi spiegarmi come vuoi dire, in modo chiaro?-

-Non è difficile. Mi sto affezionando a te Mimi, sempre di più. Ogni secondo che passa. Sei sempre nella mia testa, non so cosa farci. È da tanto che mi succede, da prima di tutta la storia del quadro-

-Matt, non ho capito... tu mi stai dicendo che...-

-Si, hai capito. Tu mi piaci, tanto, tantissimo e da sempre-

Ecco, se prima non mi ero ancora innamorata di lui, ora accadde. In quel momento, il mio cuore prese a battere furiosamente. Le farfalle nello stomaco presero a volare, altro che farfalle, avevo un allevamento di migliaia di farfalle nello stomaco che stavano volando. E di sicuro, in quel momento, mi resi conto che ero innamorata.

-Matt, io... io... io...-

Non riuscivo a dire niente. Avrei voluto urlargli contro migliaia di cose, ma non ci riuscivo.

-Aspetta, devo finire. Io ti ho vista in lacrime, distrutta, e mi sei precipitata tra le braccia, e io non ho capito più nulla. Se non fosse stato per mio padre, che mi ha aiutato, io sarei impazzito. Non farlo mai più, non ti azzardare a farmi prendere un colpo del genere, ti prego-

Si avvicinava, sempre più, e non resistetti. Lo baciai, e lui mi baciò, ci baciammo entrambi. Cinque, dieci minuti, non so dirlo. Io in quei baci ci misi tutto il mio sentimento per lui, e lui lo percepì, ne ero sicura. Ma glielo dovevo dire, dovevo essere onesta come lui lo era stato con me. A fatica trovai la forza per staccarmi da lui, dai suoi baci, ma ce la feci. Ero ancora avvinghiata a lui, il mio principe, e fu guardando quegli occhi, quei meravigliosi occhi azzurri, trovai la forza per dirglielo, trovai il coraggio.

-Matt, io ti voglio bene, ti voglio tanto bene-

Non mi vergognai. Sapevo che non potevo dirgli i più, non potevo, perché era ancora troppo presto per dire altro. E lui, in compenso, mi baciò ancora.



La serata stava decisamente prendendo una bella piega. La cena a casa di Matt fu piacevole, e anche suo padre sembrava stranamente contento della situazione. Parlammo di tutto, dalla scuola, alle vacanze estive (il padre di Matt era d'accordo riguardo all'Inghilterra), e finimmo, senza rendercene conto, di fare tardi. La stanchezza della giornata e di tutto quello che era successo sembrò piombarmi addosso tutta contemporaneamente. Quando mi resi conto di sbadigliare, fu deciso che dovevo andare a casa. E Matt mi avrebbe accompagnata. Ci trovammo a camminare per le strade della città in silenzio. Non sapevo cosa dire, e per una volta volevo che fosse lui a dire qualche cosa. Ma una delle caratteristiche principali di Matt era il fatto che a lui, il silenzio, piaceva. Stavo quasi per arrabbiarmi quando si fermò di colpo e si voltò verso di me

-Sai, mi sono reso conto di una cosa...-

-Di che cosa?-

-Della reazione di tua madre stasera-

-Tranquillo, è sempre un po' così svitata. E poi lo sai già, no?-

-No, non è per quello. Intendo, ti ha lasciato da me a cena, dopo tutto quello che è successo, e solo ieri sera mi odiava! Non trovi che sia tutto strano?-

-No, è più che normale per mia madre. E poi lei si fida di te, ormai-

-Cosa? Si fida... e perché?-

-Semplice, non poteva sperare di meglio. Finalmente sua figlia esce con un ragazzo che le piace... ha da sempre una cotta per te, credo. Mica come per Michael, dio lo odiava credo, non le piaceva proprio, non so come mia e...-

-Michael? Chi è Michael?-

Ecco, sempre la solita Mimi.

-Ehm.. Michael è... lui... vediamo, come posso dire... lui...-

-Lui?-

Ok, Matt si stava arrabbiando, e mi si stava avvicinando in modo molto poco rassicurante. Istintivamente indietreggiai, e lui mi venne dietro. Quando sentii il muro contro la mia schiena, non ebbi scelta.

-Va bene, ma non ti arrabbiare, va bene? Michael è stato il mio ragazzo quando ero in America, ma non è stato nulla di serio, veramente!-

-Fi...fidanzato?-

-Si-

-Tu hai avuto... quanti... tu....-

-Non sarai arrabbiato, vero?-

Non mi rispose. Era arrabbiato.

-Matt, sul serio, non è stato...-

-Quanti?-

-Cosa?-

-Quanti ne hai avuti?-

-DI che cosa, scusa?-

-FIDANZATI CAVOLO!-

-Due...-

-Due? DUE? E CHI CAVOLO SAREBBERO SCUSA???-

-NON MI URLARE CONTRO, CHIARO?-

-IO FACCIO QUELLO CHE MI PARE, VA BENE?-

-E IO NON TI DIRO' NIENTE SE CONTINUI COSI', CHIARO???-

restammo alcuni minuti in silenzio, a fissarci. Io ero sempre con le spalle al muro. Matt mise le sue braccia ai lato del mio capo, e si avvicinò al mio volto.

-Va bene, scusa-

Ero ancora arrabbiata. Possibile che non capisse? E poi cosa era questa storia, ora? Perché mai voleva sapere... e poi mi ricordai tutto. Era geloso, me lo aveva dimostrato quel pomeriggio stesso, e come sempre, mi addolcii subito.

-Non ti preoccupare, ho capito-

-Sul serio?-

sembrava sorpreso.

-Si, ho capito, e ti rispondo subito. Ho avuto solo sue fidanzati, va bene. Michael, come già sai, ma non è stato niente di che. Sono sincera, credimi-

-Ci proverò-

-Ti dovrai fidare di me-

-Credo che mi toccherà fidarmi-

e per sottolineare il concetto, mi diede un bacio.

-Soddisfatta principessa?-

-Direi di si, ma vorrei esserne sicura-

-Sono perfettamente d'accordo-

E mi diede un secondo bacio, o terzo e quarto, non mi ricordo.

-E il secondo?-

-Cosa?-

-Avevo detto che hai avuto due ragazzi. Uno me lo hai detto, ma il secondo?-

-Sei uno scemo, lo sai?-

-??? cosa ho fatto ora?-

-Sei uno scemo!-

-Ehi, non offendere carina!-

-Carina?? Ma con chi credi di parlare?-

-Stiamo litigando di nuovo, lo sai?-

-Si, lo so! Ma hai iniziato tu!-

-Io? Cosa c'entro io ora?-

-C'entra il fatto che sei uno stupido!-

-Ancora? Prima scemo e ora stupido. Si può sapere cosa ho fatto questa volta?-

-Per fortuna che sei un ragazzo intelligente, arrivaci da solo!-

gli diedi una spinta, e mi misi a camminare il più veloce possibile. Ma lui era più veloce di me. Mi prese e mi sbatté contro il muro.

-SI può sapere cosa ti prende ora?-

-Cosa mi prende? Sei tu che mi fai perdere la pazienza, lo sai? E poi sei uno zuccone...-

-Scemo, stupido, zuccone... quanti altri insulti devo ancora ricevere?-

-Tanti altri se continui così-

-Se continuo a fare cosa?-

-A non capire!-

-Cos'è che non starei capendo?-

-Che sei tu dannazione. Sei tu il secondo-

-Si e con questo cerchi di...aspetta... tu stai dicendo che... io... tu... secondo... solo... ne sei sicura?-

-Si, credo di essere sicura di sapere quanti ragazzi ho avuto, no?-

-Direi di si... credo di essermi meritato quegli insulti-

-Te ne saresti dovuti meritare delle altre-

-Adesso non esagerare-

-Perché, se no cosa mi fai?-

-Questo...-

e senza indugio, chiuse qualsiasi mia protesta, sigillando le mie labbra con le sue. Se c'era una cosa che imparai quella sera, fu che Matt, in un modo o in un altro, riusciva sempre a zittirmi. E io adoravo il modo in cui lo faceva.

Tuttavia i miei guai non si erano conclusi. Anzi, dopo tutto quello che successe, rimpiansi amaramente quei problemi. Infatti, la strada che ci avrebbe portato alla verità della storia era ancora molto lunga, e ancora, non avevamo capito a pieno quello con cui ci saremmo scontrati. Non avevamo ancora capito, purtroppo, che quello che poteva minare per sempre la nostra amicizia, il nostro legame, non si trovava fuori. Presto avremmo scoperto, che il nemico più grande, che i problemi più grandi sarebbero stati causati da coloro che credevamo nostri amici, anzi, migliori amici. Io ancora non avevo capito, che quella che era stata la mia migliore amica, sarebbe diventata presto, la peggiore nemica che io abbia mai affrontato in tutta la mia vita.



Quella sera stessa, infatti, Sora, ignara ancora di quello che sarebbe successo di lì a poco, stava tornando a casa. Era tardi, sua madre le avrebbe fatto una bella ramanzina a casa, ma non aveva resistito. La litigata dalla mattina che avevamo avuto aveva pesato sulla coscienza di Sora tutta la giornata, e solo verso sera si era decisa a prendere una decisione. Sarebbe venuta a casa mia e con le buone, o con le cattive, avrebbe fatto pace. Non poteva credere che dodici anni di amicizia finissero così, e voleva assolutamente chiarirsi con me. Tuttavia, arrivata davanti casa mia, aveva trovato tutto spento. In quel preciso istante, infatti, tutti noi ci trovavamo a casa di Matt. Ma Sora era decisa. Si mise ad aspettare il nostro ritorno. Purtroppo, rimase molto delusa, quando vide tornare solo i miei genitori, ma rimase ancora più sorpresa, ascoltando quello che dicevano.

-Ma Tesoro, secondo me abbiamo fatto male. Lasciarla a casa di quel ragazzo... dopo tutto quello che è successo...-

-Caro, tu ti preoccupi troppo, lo sai? E poi non hai visto come era preoccupato anche lui?-

-Vorrei ben vedere che non fosse preoccupato, lei è svenuta così...-

-Esatto e la prima cosa che ha fatto è stata chiamarci-

I miei genitori si erano messi a parlare davanti al cancello di casa, ignari che nell'ombra, Sora li stesse ascoltando.

-Lo so, se ben tu ricordi ho risposto io al telefono. Ma comunque non mi piace il fatto che la mia bambina sia a casa di quel... come si chiama già?-

-Matt, tesoro, si chiama Matt-

-Si, di lui. E lo sai cosa mi da ancora più fastidio?-

-Cosa?-

-Che tu sei entusiasta di questa situazione, non è vero?-

-Certo che sono entusiasta. Caro, Matt è un ragazzo d'oro, mi è sempre piaciuto poi. Mi posso ritenere una madre fortunata, visto che mia figlia è riuscita a conquistare un buon partito come lui!-

-Buon partito, ma come parli? Non siamo mica nel 700, tesoro. E poi a me non piace!-

-Caro, sei semplicemente ridicolo. Matt è un bravo ragazzo, va benissimo a scuola, è educato, e sono sicura che farà strada nella vita. E poi, cosa più importante di tutte, tiene molto a Mimi, le vuole bene sul serio!-

-Volerle bene, quello vuole una sola cosa da lei, e tu lo sai bene!-

-Allora non ci andrebbe male neanche in quel caso-

-Cosa intendi dire?-

-Intendo dire, che in quel caso, avremmo un bellissimo nipote, o nipotina. Oh, come mi piacerebbe essere nonna...-

-Si hai ragio... MA TI SENTI QUANDO PARLI?-

-Tesoro, abbassa la voce, i vicini ti sentiranno...-

-NON MI IMPORTA NULLA DEI VICINI!-

-Per l'amor del cielo, calmati!-

-Calmarmi, calmarmi??? Io vado a riprendermi la mia bambina-

e fece per incamminarsi, ma fu prontamente fermato dalla signora Takikawa. Infatti, anche non sembrava, quella donna aveva dentro di se una forza incredibile, soprattutto quando si trattava di difendere le sue idee.

-TU NON ANDRAI DA NESSUNA PARTE, HAI CAPITO TAKIKAWA???-

Se c'era una cosa che poteva mettere in soggezione mio padre, erano le urla di mia madre. Meglio non incontrarla quando si arrabbiava sul serio.

-SI tesoro, certo cara, amore. Vado subito a casa-

-Bene, anche perché ormai la cena sarà completamente congelata. Che ne dici se mi metto a fare dei panini?-

-Credo che sia un ottima idea, amore, tesoruccio, vuoi una mano?-

-Si caro, grazie-

e, temendo ancora l'ira funesta di mia madre, mio padre divenne uno degli uomini più docili che mai si siano visti sulla terra. Perché se c'era una cosa che mia madre era capace di fare, era farsi rispettare.

Naturalmente Sora aveva assistito a tutta la scena. All'inizio non voleva credere a quello che aveva sentito. Non poteva credere a una storia tra Matt e me, e, soprattutto, non poteva credere che in quel preciso momento io fossi con lui. Fu per cercare di calmare i suoi dubbi, che decise di non tornare a casa sua, ma di aspettarmi. Aspettò credo per più di un'ora sotto casa mia, prima di decidersi ad incamminarsi. Era tardi, la notte avanzava sempre più inesorabile, il buoi diventava sempre più fitto. Fu in questo contesto che ci incrociammo, o, per meglio dire, lei incrociò noi. Stavamo tornando verso casa mia, mano nella mano. Avevamo fatto definitivamente pace, e ora mi godevo la bellissima sensazione di averlo al mio fianco. E, incredibilmente, stavamo chiacchierando. Lo scontro che avevamo avuto, infatti, aveva permesso che ci potessimo aprire di più l'uno con l'altro. E ora, non facevamo altro che parlare del più e del meno.

-E poi? Cosa ha fatto tua madre?-

-Ha lasciato me e mio padre senza cena-

-Non ci credo che tua madre faccia una cosa del genere....-

-Credici invece. Non sai cosa è capace di fare quando è arrabbiata! Diventa una vera furia-

-Allora so da chi hai preso...-

Si era fermato, io mi trovavo qualche passo davanti a lui, ancora legati, mano nella mano. Mi voltai per poterlo vedere in faccia, e lui, tirandomi per il braccio, mi fece finire contro il suo petto, le sue braccia che mi avvolgevano la schiena. Mi trovai a sorridere per quella situazione. Era incredibile come mi fossi abituata così facilmente, al fatto di essere abbracciata da lui, era come se fossi sempre stata tra le sue braccia, o che fossi sempre stata coccolata da lui. Era piacevole essere avvolta dalle sue braccia, era naturale. Come naturale, fu il bacio che ci demmo. Ormai avevo la sensazione che non facessimo altro. Non ne potevamo fare a meno. Dopo un po' sentivamo l'esigenza di farlo. Non che fosse una cosa di cui mi potessi lamentare.

-E questo per che cosa era?-

-Una scusa-

-Per che cosa? Non hai fatto niente...-

-Allora, diciamo che ti chiedo scusa per una cosa che sicuramente farò in un prossimo futuro che sicuramente ti farà arrabbiare-

-Tu sei strano, lo sai?-

-Si, credo che tu me lo abbia detto almeno un centinaio di volte-

-E credo che me lo sentirai dire almeno altre cento volte-

-Bé, credo che dovrò sopportare tutti questi insulti-

-Credimi, questo è ancora niente, potrei essere molto peggio, lo sai?-

-Credo che correrei il rischio...-

-Sei coraggioso?-

-O forse tremendamente stupido-

-Perché?-

-Perché tu mi stai facendo perdere la testa...-

-E io credo che, se non mi dai un bacio subito, te ne darò uno io...-

-Cos'è Mimi, non mi sai resistere?-

-...-

-Cosa c'è, non sai cosa rispondere?-

-No, saprei esattamente cosa risponderti-

-E allora?-

-Rifammi la domanda...-

-Non sai resistermi?-

-No-

E per la prima volta, mi diede uno dei baci più appassionati che abbia mai ricevuto, perché se c'è una cosa che Matt ama di più, è sapere che io, senza di lui, non potevo starci. E mentre noi eravamo impegnati, nell'ombra, Sora osservava allibita l'intera scena. Se prima, infatti, Sora era venuta a cercarmi per fare la pace, ora quel sentimento era sparito completamente da lei. I nostri dodici anni di amicizia si erano come cancellati dal suo cuore. Un odio improvviso, ceco, antico, si impossessò di lei. Un solo pensiero avevo in mente, VENDETTA. Una vendetta tutta indirizzata a me. Io, che l'avevo tradita, io che l'avevo umiliata, io che l'avevo ignorata. Perché amore e amicizia si escludono a vicenda, e io, non lo sapevo, ma in quel momento avevo scelto. Avevo scelto l'amore, all'amicizia della mia migliore amica. Era questo quello che nella mente di Sora si fece spazio sempre più, un pensiero infido, pericoloso e terribilmente ammaliante e piacevole. Perché quando il sentimento della vendetta si insinua nella tua mente non ti puoi opporti, anzi ne rimani talmente tanto abbagliato che non ne puoi fare a meno. Diventa la tua ossessione, il tuo pensiero fisso, il tuo tormento. Ma non poteva averla in quel momento, non poteva eliminare la sua sete in quel momento. Perché le vendetta va preparate bene, va gustata. E più la persona si fa soffrire, più diventa piacevole. E Sora aveva bisogno di un aiutante, e sapeva perfettamente a chi rivolgersi. Voltò le spalle alla scena che aveva davanti, una scena “disgustosa” a suo parere, e, estraendo il cellulare dalla tasca compose rapidamente un mumero.

-Ciao, sono io-

-Dove sei? Lo sai che tua madre...-

-Non ho tempo per questo ora. Devo dirti una cosa importante-

-Cosa?-

-Devi aiutarmi... ho bisogno del tuo aiuto-

-Cosa ti serve?-

Un sorriso strano si disegnò sul volto di Sora.

-Devi aiutarmi a fare una cosa...-

-Cosa le è successo?-

-Niente di che... si deve solo preparare...-

-Cosa stai dicendo Sora?-

-Che è l'ultima volta che mi porterà via ciò che mi spetta!-

-Sora... cosa stai dicendo? Dove sei?-

-Non è importante dove sono... ma vuoi sapere cosa ho appena visto? Una scena molto interessante, sai?-

-Cos'hai visto?-

-La tua bella e innocente Mimi non è poi così tanto innocente...-

-Cosa?-

-E' in compagnia di un ragazzo, e non uno qualsiasi...-

-Con chi è?-

-Con una persona che tu conosci molto bene, sai?-

-NO-

-Oh si...-

-.....-

-Allora, mi vuoi aiutare?-

-A fare cosa?-

-Vendicarti...-

-Cosa hai in mente?-

-Oh... ho molte cose in mente.... Sai, credo proprio che ci divertiremo....-

E riattaccò. Una risata strana e sinistra si levò dalla gola della ragazza. *Preparati Mimi, non sai nemmeno cosa ti aspetta... goditi i tuoi ultimi momenti. Perché ho molte carte da giocare, e stanne certa, sono tutte carte vincenti!* E, come prima si mise a ridere.



-Hai sentito?-

-Cosa?-

-Quella risata...-

-Ci sarà qualcuno che è felice, no?-

-Non lo so...-

Rabbrividii.

-Hai freddo?-

-Si...-

-Dai andiamo, si sta facendo tardi-

-Va bene-

Camminammo ancora qualche minuto in silenzio. Poi, arrivati davanti alla porta di casa mia, i salutammo.

-A domani Mimi-

-A domani Matt-

E feci per entrare in casa. Poi, presa da un attimo di preoccupazione, mi girai verso di lui, e gli dissi

-Matt, tu ci sarai sempre, vero?-

-Come?-

-Non mi abbandonerai, vero? Per nessun motivo-

-Mimi, ma cosa?-

-Ci sarai sempre per me, vero?-

-Mimi.... si, ci sarò sempre per te. Da ora in poi, per sempre-









*************************************************************************

Salve a tutti, eccomi tornata ^^!!! Finalmente direte voi, vero? Sarò sincera, non riuscivo più a scrivere, ho avuto un piccolo blocco... ma poi, come per magia, è apparso questo capitolo, totalmente da solo. Infatti, avevo un'altra idea per questo capitolo, ma i miei personaggi non ne hanno voluto sapere. Più scrivevo, più erano loro a comandare... Tranquilli, non sono impazzita, dico solo quello che è successo. Io scrivo così, con una idea in testa iniziale che regolarmente non è mai quella che alla fine mi ritrovo a scrivere. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Non so come definirlo, se un capitolo di passaggio o fondamentale per la storia. Credo che solo voi possiate definirlo.

Spero che vi sia piaciuto, avrei ancora tantissimo da dire su i dialoghi o sulle situazioni di questo capitolo, che credo non finirei più. Se volete spiegazioni, però, se non sono stata chiara a sufficienza, contattatemi pure, ne sarei molto onorata^^ Come sempre ringrazio chi si ferma a leggere, e, se volete, lasciate pure un commentino

E ora, passiamo ai ringraziamenti:

Selhin: grazie, grazie, grazie mille!!! Non solo per la bellissima recensione, dove, lo ammetto, mi sono esaltata molto a leggerla^^ ma anche per i consigli, sempre bene accetti. So che a volte tendo ad essere ripetitiva, è un mio difetto... però non mi da assolutamente fastidio se me lo si fa notare, anzi, se posso migliorarmi, sono felice di ricevere tutte le critiche! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come gli altri, un bacio

Chandelora: bé, credo che in questo momento tu stia odiando ancora di più Sora, giusto? Non posso dirti quello che succederà, ma vedrai che ancora non è finita, e, lo dico, il bello deve ancora venire... anche se so che questo capitolo non può competere con il precedente, spero che non ti sia dispiaciuto, un bacio

Didda94: grazie per il Uahho, mi ha fatto molto piacere, e grazie per gli incoraggiamenti a continuare =) grazie

Mijen: grazie per avere definito il capitolo stupendo, mi ha fatto molto piacere. Purtroppo la povera Mimi ne dovrà passare ancora tante, in confronto a queste, non sarà facile... la strada è tutta in salita... spero che tu continui a seguire questa storia e che questo capitolo ti sia piaciuto un pochino. Ciao ciao



Un ringraziamento anche a chi ha inserito la mia storia nei preferiti e nelle seguite, grazie immensamente.

Un saluto a tutti, a presto, spero, la vostra fedele e affezionata Juls







  
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