Ciaooo sono tornata, scusate x il ritardo, ma
in questo periodo sono parecchio impegnata, e temo che dovrò rallentare la
produzione dei capitoli, (grazie al cielo n.d. Yuri) cmq passando a qualcosa di più lieto…Buona
lettura!!
Inizia il
torneo
La
mattina di lunedì il sole splendeva limpido sulla terra dei laghi, e già dalle
prime luci dell’alba davanti al Beyblade Stadium della capitale finlandese si
erano radunati milioni di persone, che riempivano la piazza principale della
città come tanti granelli di sabbia compongono le spiagge. Verso le otto di
mattina vennero aperte le porte dello stadio, e a quel
punto un fiume di persone si riversò rapido sugli spalti, ognuno cercando di
prendersi il posto migliore. In pochi minuti lo stadio si riempì di suoni, voci,
colori, emozioni, e…tifosi.
Quando Hilary quella mattina aprì gli occhi, fu
investita da un tenue fascio di luce, che le procurò un piacevole risveglio.
Girò i suoi occhi addormentati verso le sue amiche che erano quasi tutte
sveglie, e si stavano preparando. Non appena Mao si accorse che la sua amica si
era svegliata, le corse incontro e si sedette sul suo letto – Hilary buongiorno!
Allora come ti senti? Non ti abbiamo voluto svegliare perché pensavamo che fosse
meglio lasciarti riposare…sai dopo ieri sera… - gli occhi ambrati della cinese
la fissavano preoccupati, mentre anche le altre ragazze si erano avvicinate al
suo letto. – No, non preoccupatevi, ora mi sento in forma, e non vedo l’ora di
andare allo stadio! Davvero Mao, mi sento fresca e riposata – cercò di
rassicurarla la brunetta poggiandole una mano sul braccio. – Senti Hila, ma ci
spieghi dove sei stata ieri sera? Quando non ti abbiamo
visto nel tuo letto dopo la conferenza abbiamo temuto
che fossi sparita di nuovo! – le chiese Julia con un sorrisino che fece
sorridere la brunetta, la quale al solo ripensare alla sera precedente non potè
fare a meno di arrossire vivacemente. “Come glielo
dico? Julia sono stata fuori a chiacchierare
amabilmente con Kai, sì hai capito bene Kai, il ragazzo dei Neoborg dei cui sei
tanto innamorata!” quel pensiero malefico fece sorridere la ragazza, che non
potè non darsi della bugiarda, anche perché non avevano esattamente
“chiacchierato amabilmente” ma si erano limitati a dei cenni telegrafici. –
Ehm…mi sono fatta un giro per il giardino tutto qui – mentì la ragazza, che
sperava di non dover essere costretta a dare ulteriori
dettagli. Julia parve non crederci del tutto, ma non aggiunse altro.
-
Su ragazze muovetevi, il presidente ci vuole tra quindici minuti giù per
prendere il pullman – le avvertì Emily già impeccabilmente pronta. – Sì
arriviamo! – disse Hilary alzandosi.
Dopo quindici minuti furono tutte nel grande atrio, dove
il presidente Daitenji stava aspettando nervosamente. Quando Hilary arrivò
insieme alle altre ragazze, notò subito l’assenza di molte persone. Nell’atrio
c’erano solo gli Obscuras, i PPB All Stars, i New Europa, i Baihutzu, Raul e Kim
degli F-Sangre.
-
Sono sicura che Takao e Daichi non hanno sentito la sveglia – ipotizzò la
ragazza guardando Rei e Max che annuirono. – Già, anche se mi chiedo come mai
anche i Neoborg siano in ritardo – disse pensieroso Rei – solitamente Yuri e Kai
sono sempre così puntuali… -
-
Anche gli Scudi Sacri non sono ancora qui – fece notare Astra seduta a leggere
un giornale locale.
-
Ehi Max, tu per caso sai come mai gli Scudi Sacri non sono ancora arrivati? –
gli chiese Rick strizzandogli l’occhio come per dire “sai a chi mi riferisco”,
ma contrariamente alla reazione che era solito ad avere, questa volta Max si
rivolse in tono quantomeno aggressivo per uno come lui
– No, e non capisco perché dovrebbe interessarmi! Avranno continuato a dormire!
– la risposta ammutolì il colosso americano, che si limitò a
fissarlo estraniato, mentre intanto Astra nella sua mente si agitava
furiosamente “Poverino! Ci è rimasto proprio male il
biondino!”
Anche Rei si stupì della reazione dell’amico, che era
sempre stato un tipo allegro e pacifico, e che non aveva mai urlato contro
nessuno, tantomeno con Rick, con cui era in ottimi rapporti. “Ma che sta succedendo qui?” si disse prima di tornare a
rivolgere lo sguardo sulle ragazze che erano giunte da poco. Sembravano
tranquille, e Hilary pareva essersi ripresa in fretta. “Meglio così” si disse
sorridendo.
Ad un certo
punto Hilary notò Axel in piedi appoggiato ad una colonna, e intento a osservare
i suoi compagni di squadra che chiacchieravano beatamente con gli altri ragazzi,
e così gli si avvicinò. Non gli aveva ancora restituito la giacca di pelle nera
che il ragazzo le aveva messo sulle spalle il pomeriggio prima, e così gli andò
in contro.
Nel
sentire i suoi passi che si avvicinavano a lui, il demone alzò rapido gli occhi,
fino ad incontrarla a pochi passi da lui; lei gli
sorrideva, e i suoi occhi erano pieni di gratitudine, mentre tra le braccia
teneva una giacca nera. – Tieni Axel, e grazie mille per avermela prestata. Mi dispiace di rendertela solo ora, ma non ne ho
avuto l’occasione, e poi volevo farla asciugare bene
prima di restituirtela. Grazie ancora. – la voce della brunetta era calda e
piacevole da udire, e Axel si ritrovò a voler prendere la giacca dalle sue mani,
solo per poterla sfiorare. C’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava, e
sapeva che non era solo l’aspetto, ma qualcosa di più profondo, ed era per
questo che non aveva la benché minima intenzione di lasciarla
perdere.
-
Non ti preoccupare, non c’era nessuna fretta. A proposito come ti senti? – le
chiese il ragazzo prendendo l’indumento dalle sue mani sfiorandole delicatamente
la pelle.
-
Molto meglio, mi sento in piena forma, ehm…senti io ti
volevo ringraziare ancora per tutto, soprattutto per aver detto agli altri di
non farmi delle domande… -
-
Tranquilla, poteva capitare a chiunque, non ci pensare più – le disse dolcemente
il ragazzo chinandosi su di lei fino a tuffarsi nei suoi limpidi occhi scuri.
Erano molto vicini, poteva quasi avvertire il respiro di
lei sul volto e gli occhi di Samantha puntati come la punta di una lancia
su di loro. - …e ricorda che potrai sempre fare affidamento su di me, per
qualsiasi cosa – le disse prima di allontanarsi, lasciandola immobile a fissare
la colonna con gli occhi spalancati.
“Cosa ti prende Axel? Da quando il guardiano della
Malvagità si mescola in questo modo con gli umani?” gli occhi vermigli di
Samantha sondarono il ragazzo dai capelli castani quasi a volerlo perforare; non
riusciva ancora a spiegarsi lo strano comportamento del demone della sera prima,
sapeva che lo divertiva prendersi gioco degli umani, ma l’atteggiamento che
riservava alla brunetta la irritava. “Durerà solo il tempo necessario per
trovare il Custode, dopodiché questi sciocchi umani dovranno piegarsi a noi” Un
sorrisino sinistro le incurvò le labbra carnose.
-
Scusateci, non abbiamo sentito la sveglia!! – le urla
di Takao e Daichi si sentirono fin dai piani superiori, e quando arrivarono
nella hall, furono inceneriti dallo sguardo di fuoco del consierge dell’Hotel. – Siete sempre i soliti voi due! – li fulminò
Hilary con voce autoritaria
-
Riuscite ad essere in ritardo anche in un momento come
questo –
-
Non è colpa mia – si lamentò Takao mettendo il broncio, - è colpa di Daichi, lui
ha spento la sveglia stamattina! –
-
Vorrà dire che la prossima volta vi verremo a svegliare
di persona – disse ridendo il capitano degli Obscuras guardando divertita il
campione giapponese, che per tutta risposta arrossì sotto le risate dei
compagni.
-
Ehm, scusate, ma vedo che non siamo gli ultimi, dove sono i Neoborg, hanno
dormito troppo anche loro? – chiese Daichi che aveva avvertito la mancanza dei
russi.
-
No, siamo qui – disse glaciale Yuri sopraggiungendo alle loro spalle seguito dai
suoi compagni, e preceduto da una donna alta e slanciata, con lunghi capelli
castani tenuti raccolti da una coda di cavallo. La donna, che indossava un
camice bianco e teneva fra le mani una cartellina azzurra si allontanò diretta al ristorante dopo aver salutato
il presidente Daitenji, che evidentemente sembrava conoscerla. – E quella chi
sarebbe? – chiese subito interessato Michael, che seguiva con gli occhi la
sconosciuta. – Quella è una dello staff di medici che hanno firmato i nostri
cartellini di partecipazione al torneo, e si da il caso
che lei sia la dottoressa del Monastero –
La
spiegazione del capitano fu esauriente, e così i ragazzi si avviarono verso il
pullman, visto che il presidente era stato avvisato che
gli Scudi Sacri si trovavano già allo stadio.
Hilary provò una strana sensazione quando vide quella
dottoressa, e così andò subito a cercare gli occhi di Kai, che continuava a
fissare intensamente in suo bey blu scuro, come se stesse cercando di
memorizzarne la forma. Era certa che quella donna sapesse le vere condizioni in
cui versava la schiena del ragazzo, e forse era proprio per questo che i russi
erano arrivati in ritardo.
Ad un certo
punto però la ragazza vide Julia avvicinarsi ai Neoborg, che stavano salendo sul
pullman, e questo le strinse il cuore.
-
Crystal, aspettami! – le disse la blaider spagnola, mentre si accingeva e prendere posto accanto alla russa, che evidentemente non si
aspettava un gesto simile da parte di Julia dal momento che le era parso di
esserle alquanto simpatica. – Senti, io volevo scusarmi se in qualche modo non
ti ho… - la ragazza dai capelli rossi le poggiò una mano sulla sua fissandola
negli occhi sorridendo – lascia perdere, non c’è alcun
problema, in fondo forse non ho dato una bella idea di me stessa all’inizio,
volevo tenere all’oscuro la mia identità perché non volevo che mi consideraste
una raccomandata, ecco perché vi ho nascosto di essere la sorella di Yuri,
perdonami. – la franchezza della ragazza russa colpì Julia, che si era aspettata un approccio del tutto diverso. Così la ragazza dai
capelli ramati le tese la mano dicendo – Amiche? – l’altra gliela prese e la
strinse con entusiasmo – Amiche! -
Lo
stadio dove si sarebbero tenuti gli incontri era già assediato da migliaia di
spettatori, e Hilary si chiese se sarebbero riusciti ad
entrare. “Caspita quanta gente! Certo che il Bey è
diventato uno sport seguitissimo” pensò la ragazza, che seduta accanto a Takao
non riusciva a non essere felice per il suo amico; si
era innamorato, era evidente, e non doveva essere stato facile per lui
ammetterlo perché sapeva che non era una cosa facile per Takao affezionarsi ad
una ragazza, ma quella Samantha possedeva quel qualcosa che faceva volare il
dragoonblaider e che lo rendeva l’immagine della felicità. “Sono davvero
contenta per te Takao, te lo meriti” pensò la ragazza guardando l’amico che
parlava con Axel e Samantha del torneo, mentre Rei parlava con Mao e Ares del
clima che c’era in Cina da loro; fu Max a incuriosire la brunetta, perché se ne
stava seduto accanto al finestrino a fissare il vuoto davanti a lui, come se
stesse cercando qualcosa che non c’era. Inoltre ricordandosi del suo sfogo di
poco prima con Rick, la ragazza non potè fare a meno di pensare che fosse
successo qualcosa al suo amico americano, qualcosa che molto probabilmente aveva
a che fare con una sola persona, Mariam.
Dal
canto suo Kai seduto in fondo al pullman osservava il
paesaggio continuando a stringere fra le mani Dranzer, come se tenerlo stretto
gli infondesse il calore del fuoco, caratteristica principale del suo
Bit-Power.
Non
aveva dormito molto, aveva la testa piena di pensieri, e soprattutto di
sensazioni, che gli avevano reso impossibile il sonno. Come se non bastasse la
dottoressa non si era espressa in maniera positiva
circa le sue condizioni fisiche, ma a lui questo non importava più di tanto.
Avrebbe gareggiato ugualmente e avrebbe battuto Takao, solo allora sarebbe stato
veramente soddisfatto e forse felice.
Tuttavia non era solo questo, quella strana sensazione
di allerta non era ancora svanita, lo controllava, lo accerchiava e si trovava
sempre un passo avanti a lui, rendendolo particolarmente taciturno. L’incontro
con Axel non aveva poi affievolito quella sensazione all’altezza dello stomaco,
anzi si era propagata a tutto il corpo, fino a toglierli del tutto il sonno.
“Basta Kai, che ti prende, non è da te” si disse mentre la stretta su Dranzer
era arrivata a ferirgli la pelle, facendo sgorgare un piccolo rivolo di sangue.
Quando arrivarono nel corridoio che portava direttamente
al centro dello stadio si fermarono. Dovevano fermarsi
lì, perché una alla volta Djman avrebbe presentato le squadre, che avrebbero
dovuto sfilare ordinatamente dopo il richiamo. Così non appena Djman iniziò a
parlare le grida del pubblico si fermarono di colpo, e
nello stadio calò il silenzio assoluto. Hilary seduta in una delle file
riservate agli assistenti tecnici guardava da una
ottima postazione tutta la cerimonia, mentre non vedeva l’ora che
venissero presentate le squadre. “Chissà qual è il blaider che si porterà a casa
il maggior tifo” si chiese anche se in realtà lei
avrebbe subito dato un unico nome: Kai Hiwatari. In
effetti aveva scoperto parecchi forum su Internet dedicati al blaider
russo, e tutti riassumevano tre caratteristiche fondamentali della persona di
Kai, mistero, fascino e determinazione.
-
Eccoci qui amici di Beyblade, siamo pronti per dare il via al quarto campionato
del mondo di Beyblade!! – il boato di consenso del
pubblico bastò per far andare avanti il folle presentatore della BBA.
-
Bene, allora inizio subito a spiegarvi le poche regole di questo torneo, che
sono veramente semplici, dunque: il torneo sarà suddiviso in quattro tappe, che
toccheranno Helsinki, Los Angeles, Dubai, e infine Mosca. Le squadre si incontreranno secondo un sorteggio, che deciderà gli
accostamenti, e alla fine di ogni incontro verranno dai dei punteggi, per
spiegarsi meglio, 0 in caso di sconfitta, 1 in caso di pareggio e 2 in caso di
vittoria. Alla fine le quattro squadre che raggiungeranno le semifinali, si
scontreranno nella città di Mosca dove alla fine verrà
eletta la squadra campione. Ma adesso basta con le chiacchiere, sono onorato di presentarvi la testimonial principale di
questo torneo…ecco a voi…Ming Ming!!
Un
coro assordante si levò verso l’alto, mentre la piccola pop star faceva il suo
ingresso sotto migliaia di applausi, tra i quali c’era quello del professor
Kappa, suo incredibile fan. La piccola cantante giunse al centro del palco e
dopo aver preso il microfono al Dj, si mise a parlare del torneo, fino a che non
presentò le squadre: - Bene, che faccia il suo ingresso
la squadra campione del mondo, formata dal campione Takao e dall’energico
Daichi! – le grida della ragazza furono appoggiate dal pubblico che era
euforico.
Non
appena chiamò il suo nome il piccolo rosso si sentì
congelare le gambe e credette di non riuscire a muovere un passo. Se ne stava
lì, impalato davanti all’imboccatura del corridoio, mentre Takao lo incitava a
muoversi. Daichi era paralizzato, ma perché?
-
Se non ti nuovi ci posso fare la muffa qui nano – gli
disse con spirito Yuri guardandolo di traverso. Daichi si riscosse e si girò
verso il russo, che per tutta risposta lo fissò con sarcasmo prima di dirgli –
Allora che aspetti tappo? -
-
Ehm…si si vado – si riscosse Daichi prima di
raggiungere Takao che lo fissava divertito, e solo dopo che i due furono usciti
sotto le luci dei riflettori, Julia si avvicinò a Crystal e a Yuri dicendo –
Ah…l’amore…
La
cerimonia di apertura fu un vero spettacolo, una a una tutte le squadre
entrarono nello stadio e si inchinarono davanti al
pubblico come di regola. Hilary si sentì sussultare quando Ming Ming chiamò la squadra russa. Intorno a lei una folla di
fan (tutte ragazze) si misero in piedi urlando i nomi di Kai e Yuri. “Beh, c’era
da aspettarselo, e devo dire che se non fosse che dovrei essere imparziale mi
metterei anche io a tifare per Kai” il pensiero la fece
sorridere, e assaporò lentamente il momento della scesa del dranzerblaider, che
illuminato dai raggi del sole pareva emanare un’aura luminosa e assolutamente
divina. Era semplicemente bellissimo.
–
Sei grande Kai!! – urlò con tutto il fiato che aveva in
gola.
Un urlo, un grido, un’anima, un cuore, il suo cuore…solo
per lui.
Dopo che la cerimonia d’apertura fu terminata Ming Ming presentò il calendario degli incontri, che erano
stati appena scelti secondo un sorteggio. I giorni di gara sarebbero stati il
Lunedì con un incontro, il Mercoledì con due e il Venerdì con uno. La sfida di
oggi sarebbe stata tra BBA e Scudi Sacri. “Oh…tocca già a noi, fantastico!”
pensò Hilary facendosi più attenta. A quanto pare l’incontro sarebbe
incominciato tra circa trenta minuti, così lei si alzò e si diresse verso lo
spogliatoio dove Takao e Daichi si stavano preparando.
Attraversò correndo un lungo corridoio poco illuminato
prima di svoltare per dirigersi verso le stanze riservate agli atleti. Fu
proprio mentre svoltava l’angolo che non si accorse di qualcuno che si dirigeva
nella direzione opposta alla sua, e così gli finì letteralmente addosso.
Tuttavia non fu proprio un cattivo scontro, perché la ragazza si ritrovò a pochi
centimetri dal blaider dagli occhi ametista, che la scrutavano vaghi. “Oh mamma
che imbarazzo!” si disse la ragazza mentre cercava di riassumere un
atteggiamento quantomeno decoroso. – Scusa Kai…e che… stavo correndo… - tentò di
scusarsi la brunetta anche se in realtà era ben
contenta di quello che aveva fatto. – L’ho visto – rispose il ragazzo prima di
tornare a posare i suoi occhi su quelli di lei. Non avrebbe saputo spiegare il
perché, ma in quel momento gli sembrò che tutte i suoi
problemi e le sue preoccupazioni si fossero eclissati dinanzi a quegli
occhi così lucenti e vivi. Gli occhi della ragazza esprimevano una vitalità
ed una allegria che i suoi non avevano mai avuto. Si
sentì incredibilmente sollevato, anche se da un lato lo attanagliava il fatto
non riuscire a spiegarsi il perché di questa sensazione. Tuttavia durò poco,
infatti lui si allontanò velocemente dalla brunetta,
come se temesse che la sua compagnia potesse significare qualcosa di sbagliato.
“Devo proprio dormire…” pensò mentre un piccolo e raro sorriso si incurvò sulle sue labbra sottili.
-
Devo proprio dirtelo Astra, questa volta mi aspettavo qualcosa di meglio! –
sbottò Axel alla compagna, dopo che tutta la squadra si fu allontanata dallo
stadio il necessario per non essere sentiti. – Perché i
New Europa, non potevi sceglierci una squadra come i
BBA o ancor meglio come gli Scudi Sacri? -
-
Stai calmo distruttore, avrai tempo per sfogare tutta la tua potenza, al momento
la cosa migliore da fare è osservare meglio i poteri dei Cavalieri, ecco perché
ho scelto i New Europa. – rispose stizzita il demone dell’Illusione che non
sopportava quando gli altri avevano da ridire sui suoi incantesimi.
-
Astra ha agito nel migliore dei modi Axel, per il momento gli Scudi Sacri non
rappresentano un problema, visto che non hanno ancora
trovato il Custode, ma non ti preoccupare, non appena uscirà allo scoperto ti
prometto che distruggeremo quella squadra di patetici Guardiani! – disse
Samantha mentre i suoi occhi vermigli brillavano di una strana luce, una luce maligna, demoniaca, vendicativa.
-
Hilary! Eccoti qui, visto? Siamo i primi a scendere in
campo! Non vedevo l’ora – l’entusiasmo del capitano era alle stelle, mentre
finiva di preparare Dragoon per l’incontro, e mentre Daichi si era dileguato
all’improvviso. – E Daichi? – chiese la brunetta che aveva notato l’assenza del
piccolo rosso. – Oh…lui mi ha detto che andava a farsi uno spuntino, ma non
c’ho creduto, infatti sono sicuro sia andato a cercare
Ming Ming – rispose con un leggero sorrisino il capitano dei BBA mentre
strizzava l’occhio all’amica, che capì al volo. – Ah…capito! -
-
Comunque non dovresti sghignazzare così riguardo a Daichi, perché mi sembra che
anche tu abbia una fan particolare – lo stuzzicò la brunetta, che sapeva
benissimo quanto Takao fosse sensibile riguardo a
questo genere di cose. – Ehm…no ti sbagli – cercò di mascherare il moretto
mentre cominciava ad arrossire
- E
allora che mi dici di quella ragazza? – chiese la brunetta divertita “Vediamo se
ci casca”
-
Guarda che Samantha è solo un’amica, chiaro? – le rispose Takao cadendo nella
trappola di Hilary
-
Ma io non l’ho nominata Takao, hai fatto tutto da solo
– gli sorrise la sedicenne.
-
Sono molto felice per te Takao, mi fa piacere che tu
abbia trovato una persona speciale come Samantha, davvero – gli disse
abbracciandolo. – Grazie Hila – le rispose il ragazzo, che teneva moltissimo al
parere dell’amica. Quando si staccarono il moretto
guardò gli occhi della ragazza, e sorrise “E’ felice, si vede chiaramente,
chissà cos’è successo” pensò, mentre nella sua testa si faceva strada l’immagine
della sola persona capace di far sorridere in quel modo Hilary.
-
Mi devi forse dire qualcosa Hila? – le chiese di rimando Takao – Qualcosa che
forse riguarda un certo blaider russo dagli occhi ametista nonché mio grande amico? –
-
No… - rispose l’amica mentre la sua mente riattraversava la scena di qualche
minuto prima, quando i loro occhi si erano trovati così vicini, quando le era
parso di potersi immergere nel profondo del suo sguardo…
-
Vabbeh, quando vuoi sai che io ci sono – le disse prima di dirigersi verso il
centro dello stadio dove lo aspettava il suo primo match.
Camminava a passo fermo, ma
leggero, non vedeva l’ora di scendere in campo; si emozionava sempre prima di
una gara, ma questa volta era diverso, perché sapeva che c’era qualcuno di
particolare a tifare per lui.
-
Takao, aspetta! – il richiamo angelico del capitano degli Obscuras fece
arrestare di colpo il dragoonblaider, che aveva sperato
di vederla prima di scendere in campo. Si girò rapido in tempo per vedere
Samantha correre verso di lui agitando il braccio. Quando lo raggiunse si fermò a riprendere fiato, per poi piantare i
suoi meravigliosi occhi rossi in quelli castano-rossicci di lui. – Volevo
augurarti buona fortuna, anche se so che non ne avrai bisogno – gli sorrise dolcemente la ragazza mentre continuava a
specchiarsi negli occhi limpidi del blaider. – Grazie, farò del mio meglio! – le
disse il ragazzo prima di fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter
fare, le diede un rapido bacio sulla guancia, per poi allontanarsi ancora più
felice di prima.
Samantha rimase sconvolta da quel gesto, così semplice,
fugace, umano ma allo stesso tempo così potente.
Il
demone si sfiorò con le fredde dita il punto dove il
Cavaliere l’aveva sfiorata, e le sembrò che quel punto fosse più caldo rispetto
a tutto il suo viso. – Mi ha… - non riuscì a finire la frase, perché qualcosa
glielo impedì. Qualcosa dentro di lei…
-
Bene ci siamo! Nel primo incontro avremo per i BBA il giovane Daichi, mentre per
gli Scudi Sacri scenderà in campo il potente Dunga! – all’annuncio di Djman
seguì un lungo applauso, dopodiché i due blaider designati scesero in campo e si
misero in posizione. Dalla loro postazione gli Obscuras osservavano attentamente
ogni mossa del giovane blaider dai capelli rossi. – Ora vedremo come sono questi
Cavalieri – disse Ares incrociando le braccia davanti al petto, mentre Astra
cercava con lo sguardo gli altri membri della squadra degli Scudi Sacri, che
dietro al loro compagno facevano il tifo per lui. Gli occhi violetti del demone
si posarono su Mariam, che stava proprio guardando verso di lei. – Presto
arriverà il tuo turno Mariam non temere – un ghigno si materializzò sulle labbra
del demone dell’Illusione prima di riportare
l’attenzione sul match.
-
tre, due…uno…pronti…lancio! – era ora di far parlare solo i beyblade.
Nel
tardo pomeriggio i blaider ripresero i pullman per tornare in Hotel. La prima
sfida si era conclusa con un pareggio per Daichi e la
vittoria di Takao su Jessie. Hilary era contenta della vittoria della sua
squadra, anche se non capiva come mai gli Scudi Sacri non avessero schierato i
due titolari Ozuma e Mariam contro la squadra campione in carica. “E’ molto
strano, anche perché tra Ozuma e Takao c’era ancora una battaglia in sospeso”
rifletté la giovane ripensando al secondo campionato mondiale.
Quando giunsero in hotel, tutti si ritirarono nelle
proprie camere, per poi ritrovarsi verso le 20.00 giù al ristorante. Dopo che
tutti si furono ritirati, Max si incamminò solo per il
cortile con un umore scuro e tetro, cosa del tutto innaturale per lui. Non gli
piaceva ammetterlo ma era arrabbiato con Mariam per come si erano lasciati
l’ultima volta. Non aveva fatto altro che ripensarci in quella giornata, e se
già era confuso a causa dello strano comportamento della ragazza, il modo di
come erano scesi in campo contro Takao non faceva altro
che aumentare i dubbi del biondino. – Cosa ti sta succedendo? – chiese in un
sussurro come se qualcuno potesse rispondergli.
-
Forse prima dovresti chiederlo a te stesso – una voce limpida e chiara si
avvicinò all’americano, che nel voltarsi si ritrovò a guardare una giovane
ragazza dal corti capelli ramati, che indossava un
corpetto blu scuro e un pantalone dello stesso colore, che nella gamba sinistra
le arrivava alla caviglia, mentre in quella destra si fermava a metà coscia. La
ragazza lo fissava con i suoi grandi occhi violetti in un modo che fece
sorridere il biondino, ridandogli un po’ di buonumore. – Penso che non saprei
cosa rispondermi – concluse sedendosi insieme alla ragazza su una delle panchine
che costeggiavano il giardino.
-
Oh…io credo che ogni tanto fermarsi un momento per ascoltare solo la voce più
profonda di noi stessi sia molto importante, anche perché ti mette in condizione
di vedere le cose da un altro punto di vista. – la voce di Astra appariva calma
e rilassata, come se stesse parlando della cosa più naturale del mondo, anche se
in realtà stava facendo molta fatica ad esprimersi in
quei concetti del tutto innaturali per una della sua natura. Lei era il
ghiaccio, la crudeltà, il cinismo plasmato sotto forma di donna, e allora perché
parlare con quell’umano le risultava quasi piacevole?
Parlarono molto durante quel pomeriggio, risero insieme e si ascoltarono a
vicenda. Fu un pomeriggio diverso per entrambi, e alla fine quando si separarono
sia Astra sia Max parevano aver ricevuto un qualcosa in
più. – Grazie Astra, grazie per tutto – le disse Max salutandola con la mano
prima di avviarsi verso la stanza dei PPB, mentre Astra lo guardava allontanarsi
stranamente sorridente.
-
La situazione si fa ogni giorno più difficile Ozuma – disse Jessie sedendosi sul
suo letto mentre Ozuma passeggiava nervoso per la stanza.
-
Lo so, lo so – ripeté il capitano degli Scudi Sacri che
ormai non sapeva più cosa fare.
-
Credevamo che una volta iniziato il campionato avremmo potuto sentire l’aura del
Custode, ma non è stato così, e come se non bastasse
quei maledetti si sono perfettamente inseriti nel gruppo – disse Dunga con voce
dura e piena di risentimento.
-
Ozuma posso chiederti una cosa? – chiese ad un tratto Mariam che affacciata al balconcino della sua
stanza osservava due ragazzi seduti su una panchina che parlavano
spensieratamente. Strinse i pugni mordendosi le labbra fino a farsele
sanguinare.
-
Dimmi – rispose Ozuma voltandosi incuriosito verso la giovane dai capelli blu e
attendendo la domanda che però faticava ad uscire.
-
Sei davvero sicuro che sarebbe stato un male avvertire
subito Takao e gli altri della situazione? – le parole furono pronunciate
lentamente come se ogni sillaba le costasse fatica. La ragazza sapeva quanto il
suo capitano odiasse ritornare su quell’argomento, ne avevano già parlato, e ogni volta che lei ci ritornava, Ozuma
si arrabbiava e le dava dell’incosciente, tuttavia forse voleva sentirselo dire
ancora una volta.
- A
questo punto non lo so più – la risposta scioccò sia
Mariam che gli altri due, che non si aspettavano che proprio Ozuma ritrattasse
una sua convinzione. – Di sicuro se li avessimo avvertiti, adesso Samantha e gli
altri non sarebbero così vicini ai nostri amici, tuttavia…di una cosa sono
sicuro, dobbiamo trovare noi il Custode, e solo allora potremmo svelare ogni
cosa. Il problema potrebbe presentarsi dal momento che
il tempo stringe e noi ancora non abbiamo capito le loro intenzioni, e
soprattutto c’è una cosa che mi turba… -
-
Cosa? – chiese Mariam
-
Se ci pensiamo bene, loro sono solo Guardiani, quindi in teoria hanno le nostre
stesse possibilità di vincere gli incontri, allora mi domando…perché ostentano
tanta sicurezza? Perché sono così certi di vincere da potersi scegliere loro
stessi i propri avversari? – la domanda di Ozuma portò nella
stanza dubbi e incertezze e aumentò le loro preoccupazioni.
-
Vedremo cosa faranno durante il loro primo incontro – sentenziò Dunga tagliando
lì la conversazione per poi dirigersi verso i piani inferiori
seguito da Jessie.
Quando Mariam e Ozuma rimasero soli il ragazzo si avvicinò all’amica e sollevandole il mento con le
dita le disse: - Mi dispiace –
-
Per quale motivo? – rispose fredda la ragazza
-
Max – rispose secco il giovane prima di allontanarsi e chiudersi la porta alle
spalle lasciando Mariam sola nella stanza insieme alla sua rabbia e la sua
frustrazione. – Max…ti prego non lasciarti incantare da lei – disse prima di
uscire anche lei dalla stanza.
La
cena venne servita nel grande ristorante dell’albergo e
verso le 20.00 tutte le squadre si trovavano giù per cenare. Hilary si sedette
con le sue compagne di stanza attorno ad un grande tavolo circolare, mentre gli
altri prendevano posto insieme ai propri compagni di
stanza. Quando arrivarono i russi sia Julia che Hilary
alzarono prontamente gli occhi, ma poi accortesi della reazione dell’altra si
squadrarono con due sguardi indagatori. Fu Julia a richiamare l’attenzione delle
compagne su di sé – ragazze, che ne dite se la chiamiamo? In fondo non è carino
che rimanga da sola – le parole della blaider spagnola stupirono Hilary, che
però fu ben felice di sentire quelle parole. In effetti
si erano tutti sbagliati su di lei; non era né una smorfiosa né una
raccomandata, era una semplice ragazza che non aveva mai avuto una vera
amicizia. Tutte annuirono così Julia si alzò e si diresse a passo deciso verso
il tavolo dei Neoborg, che era abbastanza vicino al loro. Hilary ne seguì
attentamente ogni movimento.
-
Scusate, non volevo disturbarvi – disse leggermente impacciata la ragazza non
appena si ritrovò davanti ai russi. Che cosa assurda, prima era così decisa,
sicura, eppure nel ritrovarselo davanti sentì tutte le
sue convinzioni evaporare come l’acqua nel deserto. I suoi occhi la scrutavano
freddi e torvi, come se ci tenesse a farla sentire in imbarazzo, ma lei non
cedette. – Crystal, volevo chiederti se ti faceva piacere mangiare con noi –
chiese alla giovane russa che la guardò affascinata e con gli occhi lucidi,
mentre Boris lanciava a Kai un’occhiata d’intesa che il giovane prese al volo. –
Chiedilo a Yuri – le propose Boris mentre il capitano sentì un moto di rabbia
invadergli il corpo, per quella frecciatina sicuramente fuori luogo, mentre gli
occhi di Julia lo fissavano stupiti. – No, io l’ho chiesto a Crystal – disse
fermamente la ragazza tornando a guardare il rosso, che finì per sorridere –
Perché dovrebbe chiederlo a me, non sono mica la sua balia – rispose mentre un
leggero sorrisino gli calcava le labbra sottili. Dopo che le ragazze si furono
allontanate, il rosso continuò a seguire con lo sguardo la blaider spagnola, che
aveva osato rispondergli indirettamente in quel modo.
-
Brava mamma - scherzò Boris battendo una mano sulla spalla del rosso, che per
tutta risposta lo guardò con uno sguardo cinico.
-
Allora che si fa domani? – disse ad un certo punto Mao durante la cena rivolta alle sue
amiche.
-
Beh domani non ci sono le gare, e dopo gli allenamenti potremmo uscire a farci
un giro – propose Emily
-
Ovviamente senza i ragazzi – l’aggiunta di Julia lasciò sgomento tra le altre,
che guardarono l’amica in modo strano. – Ha ragione, se no come faremo a parlare
di loro? – disse Hilary che aveva intuito dove voleva andare a parare l’amica.
-
Ah…tu vieni con noi vero?! – la domanda della blaider
spagnola fece sussultare Crystal che non si aspettava anche un invito da quelle
ragazze così diverse da lei. – Ehm…ecco…io… -
-
Lascia perdere poi lo dico io a tuo fratello,
tranquilla – finì per lei Julia sbucciando una mela.
“Certo che è proprio un vulcano di entusiasmo, peccato
solo che le piaccia proprio Kai” pensò la brunetta sorridendo alle sue nuove
amiche.
La
sera era fresca ed era piacevole stare fuori a contatto con quel venticello che
gli scompigliava i capelli argentei. Dopo la cena i ragazzi avevano visto un
film, e poi se ne erano andati a dormire, mentre lui era uscito ad allenarsi;
gli piaceva la notte, anche perché era un ottimo momento per allenarsi e poi
Dranzer risplendeva ancor di più in mezzo all’oscurità. Quando si sentì soddisfatto richiamò il suo fidato Bey, che immediatamente
ritornò nella mano del suo proprietario, e in silenzio si incamminò verso
l’hotel. Durante il ritorno il ragazzo non fece altro che pensare all’incontro
che avrebbe affrontato quella settimana; chissà contro chi si sarebbe dovuto
battere. Non aveva paura, nonostante sapesse a cosa andava incontro. Non gli
importava niente di rischiare, tanto la vita era la sua, e gli era del tutto
indifferente.
Ad un certo
punto entrò nel cortile dell’albergo e istintivamente lanciò un’occhiata alle
scuderie, dove Fiamma stranamente non c’era. “Ma dov’è
andata?” si chiese avvicinandosi. Quando però arrivò vicino al recinto vide la sua cavalla che, illuminata dalla luce della
luna stava vicino alla staccionata, come se aspettasse qualcuno. Tuttavia
guardando meglio il ragazzo si rese conto che Fiamma
non stava aspettando nessuno, anzi era in compagnia. Un’ombra le era accanto, a
circa mezzo metro di distanza, ma l’animale sembrava tranquillo.
“Ma
chi diavolo…” le parole gli morirono in gola quando
riconobbe la sagoma magra ed esile della persona che si trovava accanto a
Fiamma. Una sciarpa colorata, un jeans lungo e un maglioncino blu ne completavano l’abbigliamento molto semplice. Il ragazzo si
avvicinò con una strana sensazione all’altezza dello stomaco.
-
…guarda che ti ho visto che prima l’hai mangiato, non fare la difficile – le
disse divertita la brunetta mentre tra le mani teneva una carota tagliata a
pezzi proprio per quel cavallo color della notte.
- E
va bene, te le lascio qui, così non dovrai toccarmi! – rispose la ragazza
fingendo di essersi offesa per la diffidenza che l’animale le riservava. -
Proprio non ti piaccio eh?! –
-
Non è questo, anzi se tu non le piacessi non ti farebbe
neanche avvicinare – la voce ferma e maledettamente suadente di Kai riscosse la
ragazza che si girò verso il ragazzo sgranando i suoi grandi occhi color
cioccolato sorpresa di vederlo lì. – Oh…ciao – salutò imbarazzata mentre si
concentrava a osservare le carote come se fossero la cosa più interessante nel
raggio di mille chilometri.
Senza risponderle il ragazzo si avvicinò alla brunetta,
che sentì uno strano movimento nello stomaco che andava crescendo man mano che
il blaider si avvicinava a lei.
Il
diciassettenne prese dalla mano della ragazza un pezzo di carota e l’avvicinò al muso dell’animale che prontamente lo prese
iniziando a mangiare solleticando la mano del giovane. Quando ebbe finito posò i suoi enormi occhi neri sul suo padrone che però
si voltò verso la ragazza ancora imbambolata e in stato di coma per il fatto che
le avesse sfiorato la mano. – Su, prova tu – le disse il ragazzo mentre la
giovane titubante allungava una mano verso l’animale che però parve
indietreggiare. – Non devi farle sentire che hai paura, lei deve fidarsi di te,
tu ti fideresti mai di qualcuno che ti teme? – le disse
il dranzerblaider avvertendo il timore della ragazza. Quelle parole le diedero
forza e più convinta provò ad avvicinarsi allo schivo animale.
Ad un certo
punto Kai le prese il braccio e piano lo accompagnò verso il muso di Fiamma.
A
questo punto Hilary si sentì svenire, mentre non avvertiva più timore, ma solo
un’immensa felicità e gioia per quell’inaspettato gesto. Lentamente Fiamma si
avvicinò e cautamente poggiò il muso sulla mano calda della giovane, che sentì
per la prima volta il solletico che le mandibole dell’animale le procuravano.
Era bellissimo, soprattutto perché Kai era così vicino a lei, ne poteva quasi
avvertire il respiro, il battito del cuore, ma ad un
certo punto quella magica sensazione svanì e la ragazza si ritrovò senza più la
vicinanza del giovane che osserva il tutto leggermente distaccato. “Puoi fidarti di me Fiamma, io di te mi fido” pensò la
ragazza, che ormai si sentiva tranquilla e sollevata. Era come se il suo braccio
ricevesse un flusso di energia pura, che la rendeva forte, e le infondeva
felicità. Poteva quasi sentire il battito del cuore del cavallo, che le pareva
stesse battendo velocemente, proprio come il suo ogni volta che Kai le era
accanto. Quando Fiamma alzò il muso dalla mano della ragazza le due si guardarono negli occhi, e per un momento Hilary si
sentì incredibilmente leggera, come se stesse per volare.
“Anche io mi fido di te,
Hilary” sembravano dirle i suoi occhi.
E anche questa è andata…e ora…SPAZIO del
LETTORE!!
Lexy90: cicci sei un
tesoro, ormai ogni volta che apro le recensioni la
prima sei sempre tu, grazie 1000 (ma nn hai proprio
niente di meglio da fare n.d. Kai) (zitto tu! N.d. Julia) cmq, sono felice che la
storia ti stia piacendo, e spero vivamente di non averti delusa con questo
capitolo. Sei gentilissima a continuare a recensirmi,
grazieeeeee. Baci Bacioni
Lirinuccia: da che parte posso cominciare…mi vizi
troppo!! I tuoi complimenti mi hanno illuminato la
giornata e anche tutte quelle seguenti, davvero grazie…e poi come ti ho già
scritto sono felice che il personaggio di Hilary ti
piaccia, … non sapevo che Max fosse uno dei tuoi preferiti, e devo dire che mi è
piaciuto molto scrivere la parte su lui e Mariam…cmq mi dispiace, ma anche il
nostro biondino non avrà vita facile, ma ormai dovresti averlo capito! (sono perfida!!!) Grazie ancora per le tue recensioni che
rappresentano molto per me. Baci Bacioni
DarkAngel91: grazie, sono contenta che la mia ff ti stia piacendo, e mi auguro di non averti delusa, sono stata felicissima quando ho visto una faccia
nuova sulle recensioni, grazie 1000!! Cmq non ti preoccupare se non riesci a
recensirmi sempre, l’importante è che la storia ti piaccia e ti regali emozioni
e viaggi mentali senza logica! Spero di sentirti presto! Baci
Bacioni
Un ringraziamento di cuore a Mik92 e SMDO che hanno messo la storia fra i
preferiti, a VaMpIrA89 e alla mia
carissima Helens che hanno messo “I Cavalieri dei Sette Regni” fra le seguite.
E come di consuetudine un grazie immenso e profondo come l’oceano va a tutti voi che
leggete la storia, e spero che sia di vostro gradimento.
Se con la mia ff riesco a farvi sorridere, e a farvi viaggiare attraverso
i regni ancora inesplorati della fantasia con viaggi mentali senza senso allora
ho centrato in pieno uno dei miei obbiettivi.