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Autore: Aleu    08/11/2009    6 recensioni
Una goccia di sangue scorre sul mio viso di pietra, facendo le veci di una lacrima che non riesco a versare.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.B. Questa fan fiction non è stata creata a scopo di lucro. I personaggi appartengono a Shoji Gatou.


Buio.
I miei occhi sono aperti ma non riesco più a vedere.
Fisso un punto impreciso davanti a me ignorando tutto il resto.
Riesco solo a vedere il tuo viso sorridente dentro la mia testa ed in quell’immagine vorrei annegare fino a non provare alcun dolore, fino a perdere me stesso.
Vuoto.
Non riesco a percepire nient’altro se non questo. E dentro me riecheggia una frase agghiacciante:
“È morta.”
Non rivedrò mai più il tuo sorriso, i tuoi lunghi capelli scompigliati dal vento, i tuoi dolci occhi cioccolato, il viso fiero e l’espressione testarda, il tuo incedere altero e intraprendente.
Non ti sentirò mai più sussurrarmi dolcemente all’orecchio che ti fidi solo di me.
Fiducia che io ho tradito. Fiducia che non meritavo.
Ti ho lasciata sola. Contro la mia volontà, certo, ma l’ho fatto e nessuno potrà mai sapere quanto dolore mi ha provocato.
Dolore.
Straziante, acuto, che si diffonde dentro me come veleno e mi toglie il respiro.
Non riesco più a respirare perché la mia aria è stata bruscamente strappata. Perché non ho custodito la sola cosa al mondo a cui tenessi più della mia stessa vita.
Una scheggia di vetro mi taglia il viso.
Una goccia di sangue scorre sul mio volto di pietra, facendo le veci di una lacrima che non riesco a versare.
Non ho mai desiderato più ardentemente di morire. Lasciate che sanguini, lasciate che mi distrugga nel vuoto straziante che ha preso il posto di me stesso.
Che senso ha la mia esistenza adesso?
Ora che ho perso la mia orgogliosa e testarda ragione di vita, cosa motiverà il mio sopravvivere?
Sembra che la vita si diverta a giocare sadicamente con me.
Prima mi toglie tutto. Madre, padre, famiglia, gioia, fanciullezza, compassione … la mia anima.
E quando il mio destino sembra già deciso e la mia strada già designata da battaglie, morte, sofferenza e inumanità, lei mi ridà la speranza di cambiare, di divenire più umano.
Mi fa incontrare lei, lei che ben presto mi farà provare emozioni a me del tutto sconosciute o dimenticate in un oscuro cassetto chiuso a chiave nella mia anima.
Tutto viene rimesso in discussione. Cerco d’imparare ad essere un nuovo Sousuke, per lei naturalmente, ma anche per me stesso.
E queste sensazioni mi fanno divenire più debole, vulnerabile.
Poi si riprende tutto, lasciandomi solo e vuoto come non mi era mai capitato.
Forse Gauron aveva ragione. Avrei dovuto rimanere come un tempo per evitare tutto il dolore di adesso.
Ma il prezzo per non provarlo sarebbe stato forse non conoscerla mai?
Preferisco impazzire adesso piuttosto che non averla mai incontrata prima.
Voglio morire così, con il ricordo della sua dolcezza, con il suo viso impresso nei miei occhi.
La sofferenza mi attanaglia la gola soffocandomi. Forse dovrei piangere. Forse voglio veramente piangere.
Versando lacrime forse potrei far uscire buona parte dello strazio che provo adesso, potrei avere un po’ di sollievo, uno sfogo umano.
Ma non ci riesco, ed è esasperante. Probabilmente fa parte della mia punizione, non lasciare alcuna via d’uscita al dolore, farmelo provare tutto, nel profondo, in modo da non poterlo ignorare, in modo che ogni singola cellula del mio essere ne sia impregnata fino scoppiare.
Non sarebbe dovuta andare così.
Tu, creatura perfetta, semplice liceale istintiva, giocosa, vulnerabile, orgogliosa, dolce e coraggiosa come non mai … sei morta per colpa mia.
Io invece sono ancora qui, lurido mercenario, assassino e doppiogiochista, che si è macchiato innumerevoli volte le mani di sangue senza provarne alcun rimorso.
Sousuke, mi dispiace ma siamo stati costretti a seguirti. Mao e gli altri stanno combattendo contro il Venom anche se non abbiamo mezzi alla sua altezza. Abbiamo appena comunicato al De Danaan le nostre coordinate.
Hanno intenzione di far uscire l’Arbalest e di schierarlo in battaglia, subito.”
Battaglia, Arbalest, vita e morte. Non mi importa più nulla.
E’ una follia! Sai meglio di tutti noi che in questo modo non avremmo alcuna speranza di vincere”continua la voce.
E’ morta”dico impassibile. Una freddezza che fa a pugni con quello che provo dentro.
È la sua maledizione. Ha fatto morire Chidori e poi si è lasciato uccidere” continuo piano. “Ma adesso cosa mi rimane?”
Nel mio cuore martoriato conosco già la risposta. Nulla.
Kaname Chidori è…” sussurra la voce sconvolta.
Dall’inizio non ho mai avuto un futuro su cui contare”. Do sfogo ai miei pensieri sperando di trovarne sollievo. Ma da quando la vita è stata buona con me?
Non mi importa nulla. La vita non ha alcun significato ormai per me. Le persone muoiono lasciandoti solo e impotente. Ne ho viste morire così tante, ne ho fatte morire così tante.  Sono solo dei piccoli e fragili pezzi di cristallo. Li puoi rompere così facilmente, basta esercitare una piccola pressione e poi… si frantumano in mille pezzi. Perché a questo punto dovrei trovare un senso nella vita degli altri se non lo trovo più nella mia?
Lasciate che si ammazzino tra loro, lasciateli morire! Gli esseri umani non sono che un insieme di pezzi di carne”soffio cinico e spietato.
Stai parlando seriamente? Tu stai dicendo le stesse cose che dicono quei bastardi dei terroristi! Possibile che non te ne renda conto?”dice la voce sconvolta.
Non trovo la forza per rispondergli. Loro non capiscono, loro non sanno niente, non stanno provando quello che provo io adesso, non hanno visto tutte le atrocità a cui ho assistito io…
Il dolore mi squarcia il petto, inarrestabile. A quel punto capisco che il sollievo non arriverà.
Mai.
Il mio animo ormai è troppo corrotto e malato per sopportare anche questo. Colei che era riuscita a farmi sentire un uomo migliore, ad affievolire il peso del mio passato se n’è andata per causa mia.
Avrei dovuto rimanerle accanto per sempre… avrei voluto rimanerle accanto per sempre.
E va bene, se la pensi in questo modo significa che non sei più uno dei nostri”.
L’uomo estrae una pistola.
Coraggio, sparami. È quello che bramo.
Caporale!” urla un’altra voce spaventata.

“Un soldato che ha perso l’anima non è altro che un assassino! Non possiamo lasciarlo andare”.
Quel che ne restava della mia anima è morta con lei.
La verità è che tu non capisci” dico basso e monocorde.
Invece capisco eccome!” urla di rimando.
Già, certo. Tutti ormai hanno l’arroganza di affermare di capire gli altri. Anche chi non ne ha il diritto.
Ho i miei dubbi” ribatto glaciale.
D’un tratto un orribile suono di metallo che sfrega sull’asfalto squarcia il cielo.
I due uomini si riparano dall’Arbalest che strisciando fragorosamente sull’asfalto si avvicina pericolosamente a me. Rimango lì, non mi importa di essere travolto.
Tuttavia la macchina infernale mi sorpassa fino a fermarsi fumante qualche metro più in là.
La guardo sottecchi.
Che triste visione. È inutile che adesso mi spediscano quel rottame. In questo momento non potrei farci niente. E nemmeno lo vorrei” aggiungo sprezzante.
Fisso quell’odioso macchinario che semina morte e distruzione. Se lei fosse stata ancora al mio fianco avrei trovato la forza per salirci. Avrei combattuto, solo per lei.

“Ecco bravo, resta pure lì ad arrugginire”.
Gli do le spalle e mi incammino senza meta dalla parte opposta con il dolore che sembra non smettere mai di crescere e rafforzarsi, consumandomi nell’odio verso tutti e verso me stesso.
Dove credi di andare?”.
Una voce, una sinfonia di soavi suoni alle mie orecchie. Il mio cuore perde un battito.
La sua voce.

“Ti ho chiesto: dove credi di andare?”.
Ma…” il mio cuore galoppa impazzito, non è possibile.
'Ma'? Cosa vuol dire 'ma'?”chiede stizzita.
Poi la vedo e in un attimo vengo assalito da un lieve calore che si propaga veloce in tutto il corpo.
Come un bagno caldo dopo essere stati molto tempo sotto la fredda pioggia e sferzati dal vento.
Chido-Chidori!”esclamo sbigottito.
Il vuoto nel mio petto si riempie della sua altera figura. Tutti i pezzi del mio essere si ricompongono velocemente, man mano che ne scorgo il viso, gli occhi, i capelli, l’andatura decisa. È lei.

“Si può sapere che cosa stai balbettando?”.
Mi nutro della sua voce calda. La speranza divampa allegra nel mio corpo.
Ma allora sei viva!” dico sbigottito.
Stringe gli occhi e un attimo dopo mi colpisce con una ginocchiata in pieno viso.
Mi ritrovo atterra con un dolore acuto al naso. Ma è il benvenuto. Questo vuol dire che non sto impazzendo, che lei è qui ed è reale.
Ora mi sento completo, la mia anima viene velocemente ricucita.
E paradossalmente, mentre mi picchia, sono … estatico.
Lei è tornata. Ora tutto ritrova la sua giusta posizione nel mio mondo.
È tornata. La mia vita può ricominciare a ritrovare il suo corso, con lei.

Nota dell'autrice: Salve a tutti! Questa è la mia prima fic.
Full Metal Panic è uno dei miei anime preferiti e volevo lasciare un piccolo tributo a Sousuke, che a parer mio è uno dei personaggi più riusciti. 
Sinceramente questa parte di The Second Raid mi ha profondamente emozionata, per questo ho messo per iscritto quelli che, a parer mio, potrebbero essere i pensieri del dolce Sergente. Spero di non avervi annoiati e di non essermi dilungata troppo, ma, quando si tratta di descrivere le sensazioni di un ragazzo complesso come Sousuke non è facile essere brevi.
Si accettano consigli e critiche perciò non siate timidi, non vi mangio mica!!  ;)

  
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