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Autore: Ily18    08/11/2009    2 recensioni
10 piccoli racconti tutti descritti dal POV di Clark, in cui si rende conto di come la ragazza che si trova di fronte, Lois Lane, sia diversa da ogni ragazza incontrata prima d'ora.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Capitolo 6 in arrivo! :D

Grazie Kokky per il mega commento, mi ha fatto davvero piacere leggerlo! E son contenta che i 3 aggiornamenti consecutivi che ti sei letta ti siano piaciuti e non ti abbiano annoiata! XD

Cris, come sempre presente e piena di parole carine. Ormai non so più come ringraziarti! XD




6

Come sempre a Smallville, quella che stava per concludersi era stata una giornata piuttosto strana.

Tutto era iniziato con Lois che batteva un ragazzo a chi beveva più drink, ed era finita con Lois che a quest’ora sarebbe annegata, se non fosse stato per lui.

‘Una tipica giornata a Smallville con Lois Lane.’ Pensò Clark sarcastico, mentre se ne stava seduto tutto solo nel fienile a ricordare gli eventi di quella giornata.

“Toc-toc.” Improvvisamente sentì la sua voce e si girò di scatto, ritrovandosela di fronte a soli pochi passi di distanza. Non poté evitare di sorriderle, felice di ritrovarsi di fronte la solita Lois Lane di sempre.

“Dovresti pensare di mettere una porta o qualcosa del genere. Non so, magari è un’usanza della città, ma da dove vengo io, ci piace avere un po’ di privacy.”

La solita Lois Lane che non perdeva occasione di stuzzicarlo in quel modo che solo qualche tempo prima definiva irritante.
Ora invece, ricordando come quella giornata era iniziata – e stava per finire – non ci sarebbe potuta essere cosa migliore che sentire la sua voce e sapere che stava bene.

“Lois, chi l’avrebbe mai detto che sarei stato sollevato nel sentire la tua voce?” Le sorrise, rispondendole per le rime come faceva sempre e dando inizio a quel loro infinito scambio di battute che sarebbe potuto durare anche in eterno, se Lois non avesse stranamente deciso di ringraziarlo per averle salvato la vita solo qualche ora prima.

Ormai le era stato intorno abbastanza da sapere che Lois non era brava ad aprirsi e parlare di sé. E scusarsi era proprio una di quelle cose che non le riusciva facile.

Eppure, Clark riuscì a sentire in ogni sua singola parola e a vedere in ogni suo singolo gesto, quanto gli fosse grata di essersi trovato lì in quei pochi, cruciali secondi.

“Allora che farai, starai da Chloe?” Gli chiese, dopo che lei gli disse che di tornare al College, né tantomeno dal Generale, non se ne parlava.

Per un secondo ripensò a quando si erano ritrovati a vivere sotto lo stesso tetto e a come sarebbe stato se questo fosse successo nuovamente.

Acqua fredda in doccia, caffè irreperibile, battibecchi continui e quell’irritante soprannome che di sicuro avrebbe ancora usato con lui.

Per quanto l’ultima volta che l’aveva salutato avesse rimpianto tutto questo, ora preferiva di gran lunga l’idea di saperla con Chloe, piuttosto che con lui alla fattoria.

“Beh, hanno un appartamento minuscolo. Non posso davvero far loro una cosa del genere.”

Clark incrociò le braccia al petto e corrugò la fronte, curioso di sapere dove il discorso di Lois sarebbe andato a finire, anche se aveva una piccola, minuscola idea.

“E’ tutto apposto, sul serio.” Lois annuì e Clark socchiuse leggermente gli occhi in attesa di sentirsi dire quello che si aspettava.

“Prenderò una stanza in un motel e quando finirò i soldi, dormirò in macchina.” Disse seria e Clark non poté evitare di sorridere al solo pensarla in quella situazione.
Le avrebbe detto che era più che benvenuta alla fattoria, ma non prima che gli avesse detto tutti i dettagli di quel suo strampalato piano. Quella situazione lo divertiva parecchio.

“I sedili di dietro non son poi così male, se pieghi le ginocchia. E poi, se mai dovessi ritrovarmi a vendere la macchina per comprarmi del cibo, va benissimo. Ho sempre sognato di fare la senzatetto, vivere clandestinamente sui treni, cucinare fagioli in fuochi improvvisati in strada…”

Clark scosse la testa e decise che in fondo Lois aveva parlato fin troppo.

“Se vuoi, credo tu possa rimanere qui con noi.”

“Sei il mio salvatore!” Lo interruppe, facendogli finire a malapena la frase. “Oddio, ho bisogno di una doccia calda!” Aggiunse, allontanandosi da lui e dirigendosi verso le scale, lasciandolo senza parole.

Lois era davvero la degna figlia di un militare. Nella sua mente aveva pianificato ogni singolo dettaglio di quella loro conversazione e Clark ne era sicuro, lei sapeva con certezza che l’avrebbe invitata a stare lì alla fattoria.

“Non ti preoccupare, Smallville.” Richiamò la sua attenzione e fu costretto a girarsi per guardarla nuovamente in faccia. “Cercherò di impiegarci meno di un’ora e mezza.” Gli sorrise e dopo qualche secondo la vide scomparire giù per le scale, sicuramente diretta al bagno di casa Kent.

Rimase a fissare per un secondo il punto in cui Lois stava solo qualche istante prima, ancora incredulo di quello che era appena successo.

Sorrise nel ripensare che in fondo, vivere nuovamente sotto il suo stesso tetto era quello che aveva voluto fin da quando lei era partita per frequentare il college. Ovviamente il modo in cui Lois era riuscita a riportare la situazione a com’era solo qualche settimana prima, lo confondeva non poco.

Che fosse un libro aperto per lei o semplicemente che lo conoscesse così bene, una cosa era certa: tutto questo era servito a confermargli che Lois Lane era decisamente diversa da ogni ragazza che aveva conosciuto prima d’ora.



***

Episodio: 4x13 "Recruit" / "I valori di Clark"
   
 
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