Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Maggie_Lullaby    09/11/2009    13 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ehi, ciao...

ragazze, sono depressa, è da due giorni che non faccio altro che piangere e starci male, lo so, ma sono tristissima perchè... Nick mio è malato!!! (Dettagli se sta guarendo) Ciò che più mi fa star male è che è abbastanza grave, vi rendete conto?! Sono nel panico!!!

Quindi voglio dedicare a lui questo capitolo, è tutto per lui.

Stranamente il chappy mi piace (O.o) in parte, per lo meno... comunque è moooolto romantico, quindi se non digerite il romanticismo ultimamente vi consiglio di non leggerlo...

Uhhhhh, mi sono resa conto di una cosa in questo momento!! Il prossimo capitolo (triiiiiste :( ) sarà l'inizio della fine!! Nooooooo!!! Escluso questo capitolo ne mancano 5 alla fine della storia!! :( :-(

Ecco a voi i ringraziamenti, thank you very much!!

annina94: sì, Joe è leggermente (O.o) fuori di testa (ed io con lui, ehehe), ma direi che possiamo perdonarlo, che dici? E' dolce comunque *sbaw* Va beeeene, tu hai i giorni pari, quindi Nick oggi è da me!! Ahaha, lo tratto bene, non ti preoccupare, gli faccio da infermiera perchè è malatino :( Grazie di tutto, un bacione!

jonas_princess: anche tu malata? E' un'epidemia... MORIREMO TUTTI!! Notare il mio ottimismo, cooooomunque spero che tu sia guarita!! Sisi, da Joe bisogna staccare ogni tanto (dillo a me che ce l'ho come cognato *alza gli occhi al cielo*) poi se leggi questo capitolo capirai che quel ragazzo è seriamente malato (per lo meno in questa storia xD). Un bacione!

DarkViolet92: dici sul serio che era bellissimo? Bah, io non lo so... comunque spero che ti piaccia pure questo!!! Un bacione!

_Crazy_Dona_: sì, Joe forever!!Tu hai visto The Grudge? Io in teoria dovevo, ma casualmente *si guarda intorno con finta aria innocente* il lettore DVD si è rotto e non l'ho guardato... ma che peccato!! *mente spudoratamente* Ci si sente presto! Un bacione!

Lilian Malfoy: sai, mi sa che al concerto ti ho intravisto senza sapere che eri tu dato che per tutto il tempo ho seguito con gli occhi Nick, e lui avendoti toccato... va beh, io ero la pazza che gridava come un'isterica con le mani fra i capelli, hai presente...? Grazie di tutto! Un bacione!
Melmon: non ti vanno giù le scene sdolcinate, eh? Ti capisco, ci sono dei giorni in cui vedere le mie amiche che si sbaciucchiano con i loro fidanzati mi dà il voltastomaco, ma credo te ne freghi ben poco O.o Spero questo capitolo ti piaccia (anche se è un po'
tanto romantico -.-). Un bacione!

Mon Amour: tesoro!! Mi sono appena immaginata Frankie che si scatena sul palco durante il concerto, ahahahaha, troppo spassoso!! Grazie a te non sono più troppo depressa... sta notte ho dormito quasi bene (per forza ho sognato Nick *sbava*). Il concerto davvero meraviglioso!! Grazie di tutto!! Un bacione <3!

MeneguzzinaJonassina: ma figurati!! Non c'è problema se non hai recensito lo scorso capitolo, tutte le lettrici, a mio parere, possono recensire quando gli pare! Cooooomunque il concerto è stato davvero bello!! La mia vita, ormai, è basata su quella serata, continuo a fare paragoni con il 3 Novembre!!! Grazie di tutto, un bacione!

jeeeeee: ehehe, anche tu a vedere i Jonas... che meravigliosa esperienza è stata e ho già costretto mia madre a comprarmi i biglietti del loro prossimo concerto qui in Italia (certo, non appena usciranno -.-). Cooooomunque, sono contenta che il chappy ti sia piaciuto :) Un bacione!

mione94: come ti ho già detto no problem se non hai recensito un paio di capitoli, davvero, non c'è problema! Per te vale la stessa risposta che ho dato a MeneguzzinaJonassina, i lettori possono recensire quando gli pare e piace!! E poi, anche se fossi stata minimamente arrabbiata con te, ti sei fatta perdonare con il nuovo chappy di This Infatuation!! E' stupendo!! Un bacione!

Capitolo 34. The Clearing


- Finito! - sospirò Kevin chiudendo finalmente il bagagliaio della jeep che aveva noleggiato e voltandosi verso i suoi fratelli, la sua ragazza e le sue sorelle. - Possiamo andare.

- Fantastico! - disse Maryl, avvicinandosi a lui e cingendogli la vita.

- No, no, aspetta, non ho finito! - gridò Joe, comparendo con due valigie fra le mani e un grosso cappello posato sulla testa.

Il maggiore lo guardò stranito:

- Che diavolo hai portato lì dentro?

- Il primo necessario in caso di bisogno – disse in fretta Joe, - il che comprende cibo, tanto, tanto cibo, la mia adorata piastra e tutto l'occorrente del primo soccorso!

Maggie, Nick e Lexi si voltarono a guardarlo alzando le sopracciglia.

- La piastra? - domandò Nick, perplesso.

- Ovvio! Mi dovrò pur stirare i capelli, no?

- E dove? Infilando la spina in aria?

Joe sembrò pensare a quel problema per un istante.

- Pace – concluse e infilò le valigie nel bagagliaio.

Lexi si sedette sul sedile posteriore vicino al finestrino, Maggie e Nick l'affiancarono, stringendosi quanto potevano per far spazio a un ultima persona.

- Kev, posso guidare? - domandò Joe, facendo gli occhioni grandi e speranzosi.

Il ventunenne lo squadrò un istante.

- Preferirei non dover vagare per tutta la Francia prima che tu trovi la strada giusta, sai com'è – sentenziò.

- Oh dai, ti prego! Mi dici tu dove e quando girare, che strada prendere e tante cose belle ma per favore! - lo pregò facendo gli occhi grandi da cucciolo abbandonato.

Il maggiore si voltò verso gli altri passeggeri in cerca di qualcuno che fosse daccordo o meno con Joe.

- Va bene, Kevin, proviamo, non può essere così terribile – disse Maryl, passandosi una mano tra i capelli.

Gli altri fecero dei piccoli cenni non proprio sicuri; far guidare Joe non era una cosa che di solito le persone con un minimo di buonsenso lasciavano fare.

Era passato esattamente un mese dall'inizio del tour, e mentre anche Nick e Maggie avevano festeggiato il loro primo mese insieme in un ristorantino a Milano, i Jonas Brothers avevano girato metà Europa, l'ultima tappa era, appunto, la Francia. Mancava un altro loro concerto a Parigi dopo averne fatto uno a Nizza e Strasburgo e poi sarebbero partiti alla volta di nuovo degli Stati Uniti.

Quel giorno, stranamente, i Jonas Brothers non avevano interviste, concerti, show, comparse, o qualche altro evento mondano al quale di solito partecipavano, ragion per cui avevano deciso di fare una gita nella campagna parigina insieme alle proprie ragazze, anche se ad essere più sinceri Joe era stato quasi portato di peso e si era entusiasmato solo negli ultimi minuti.

- Grazie! - disse Joe, sedendosi al posto del guidatore sfregandosi le mani allegramente.

Maryl insistette di sedersi sul sedile posteriore accanto a Maggie, e Kevin prese posto affianco al diciannovenne.

- Devi prendere la tangenziale – iniziò il maggiore non appena il fratello accese il motore.

- Calma Kev, un secondo, non mi sono neppure mosso! - sbottò l'altro, iniziando a fare retromarcia per uscire dal parcheggio.

- Io sono calmo – snocciolò. - Sei tu che mi irriti.

- Accade anche a me – annuì Lexi, comprensiva.

- Ma perchè ce l'avete tutti con me? - chiese il mezzano con me. - Questa me la dovete spiegare, un giorno.

Maggie sorrise e Nick le tenne la mano, mentre iniziava a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli.

- Sono entrato nello spirito del viaggio! - esclamò con gioia il diciannovenne. - Cantiamo una canzone?

Lexi lo fulminò con un'occhiataccia.

- Non. Ci. Provare. - sillabò con ira.

- Bene, partiamo tutti con Tonight! - e si mise a cantare a squarciagola la canzone, mentre gli altri passeggeri o pregavano gli alieni di rapirli oppure si chiedevano come una persona così cretina come Jospeh Adam Jonas potesse esistere.

- Dio, dimmi chi ho ucciso nella mia vita precedente per meritarmi una tortura simile, ti prego – supplicò Lexi, unendo le mani e alzando gli occhi al cielo. - Una santa? Doveva essere una santa...

Joe la guardò storto e continuò a proseguire la strada che Kevin gli indicava centimetro per centimetro.

- Devi uscire alla prossima, capito? Metti la freccia, metti la freccia! - strillò il maggiore.

- Sta calmo!

- Io sono calmo! - strillò nervosamente il ventunenne.

Maryl gli posò la mano sulla spalla, accarezzandolo piano; mentre Lexi faceva una faccia alla “l'importante è crederci”.

Joe ubbidì al fratello e uscì all'uscita seguente mettendo quella beneamata freccia tanto richiesta.

Dopo pochi minuti, quando le strade asfaltate diventavano a solo due corsie e gli edifici meno frequenti per far spazio a fattorie e trattorie tutti e sei capirono di essere vicini alla meta.

La campagna era un'immensa pianura verdeggiante, dai mille fiori colorati che la decoravano e un ruscello che costeggiava la strada ormai diventata sterrata.

- Parcheggiamo qui – consigliò Nick, dando un'occhiata fuori dal finestrino, - poi facciamo un tratto a piedi.

Joe parcheggiò, se inchiodare all'improvviso facendo venire un mezzo infarto a tutti gli altri passeggeri si può considerare parcheggiare, e scese dalla macchina respirando a pieni polmoni l'aria campagnola.

- Ah, non sentite l'odore di aria pulita? Di aria fresca? - chiese, le mani appoggiate ai fianchi.

Maggie lo fissò stranita.

- Io sento solo che sto per vomitare – rettificò, appoggiandosi con una mano alla macchina mentre con l'altra si massaggiava attentamente lo stomaco. - Non sai guidare, Joe.

Lexi si passò una mano fra i capelli ramati e dopo aver tirato fuori da una tasca un elastico per capelli se li legò in una lunga coda.

- Quanto hai ragione, Maggie – annuì. - Ma sei sicuro che ti abbiano dato la patente, Joe?

Lui la ignorò deliberatamente e indicò un punto davanti a sé.

- Andiamo da quella parte – disse allegro iniziando ad incamminarsi.

Kevin si schiarì la gola, per attirare l'attenzione del fratello mezzano, mentre poggiava a terra l'ultimo suo bagaglio.

- Non dimentichi qualcosa? - gli domandò il ventunenne.

Il diciannovenne lo guardò stranito, senza capire cosa intendesse dire.

- No. - constatò e continuò la sua strada, mentre Lexi lo fulminava alle spalle.

Due ore dopo, una sfuriata di Lexi nei confronti di Joe, un commento poco carino da parte di quest'ultimo sul fatto che Nick e Maggie stessero sempre incollati e una scappellotto che Kevin diede al fratello mezzano arrivarono tutti e sei in una radura.

Era stupenda.

L'erba era corta e verde, ancora bagnata di rugiada per quella notte, i pini che la circondavano emanavano un buonissimo odore di ambra, cespugli rigogliosi erano sparsi qua e là nella radura e dei mazzetti di occhi di madonna crescevano in mezzo a tutto questo.

- E'... è bellissimo...! - mormorò Maggie lasciando a cadere a terra la valigia di Joe e portandosi le mani alla bocca. - Stupendo!

Nick annuì senza parlare, ma nei suoi pensieri pensava che Maggie lì, in quella radura, era nel suo posto, in un luogo bello quanto lei.

Si avvicinò a lei e le cinse la vita sorprendendola alle spalle e la strinse piano, assaporando l'odore del suo profumo: Madamoiselle di Chanel.

- Come te – sussurrò nel suo orecchio, facendola rabbrividire di piacere.

- Ma non è vero... - mormorò lei di rimando. - Non mi far arrossire, dai, che già lo faccio fin troppo di mio... - infatti un rossore improvviso le aveva arrossato le gote, e gli occhi verdi muschio avevano iniziato a brillare come stelle.

Nick le prese il viso e fece per avvicinarla a sé per baciarla, ma un rumore li fece allontanare di scatto, arrossendo entrambi.

- Bah, smettetela piccioncini – sbottò Lexi.

- Dai, tesoro, si vogliono solo bene – commentò di rimando il suo ragazzo.

- Senti, Joseph, tu non mi parlare che sono già abbastanza incazzata con te – ringhiò lei.

- Ma perchè?

Lexi lasciò cadere a terra una valigia del ragazzo e anche il suo zaino, facendole precipitare pericolosamente vicino ai piedi del diciannovenne.

Il mezzano trattenne rumorosamente il fiato e la indicò con un dito, quasi tremante.

- Tu... tu...

- Sì, Alexandra Campbell, piacere – sbuffò la sedicenne.

- Basta! - intervenne Maryl, decidendo di mettere un fine a quella discussione. - Siamo qui per divertirci e per stare insieme senza litigare, va bene? - prese per le orecchie la coppia, squadrandola con finta aria severa per nascondere il fatto che, in realtà, stava per scoppiare a ridere.

- Va bene – accettò Lexi, e si allontanò dalla sorella e dal suo ragazzo per andare ad aiutare Kevin che nel frattempo stava stendendo una tovaglia a terra per sistemarci sopra il picnic.

La bionda sorrise allegra e si avvicinò alle spalle di Nick e Maggie che si tenevano semplicemente per mano e stavano parlando a bassa voce.

- Piccioncini? - chiese, interrompendoli.

- Ora non stiamo facendo niente! - scattò Maggie, arrossendo ancor più di prima e lasciando la mano di Nick.

La ventenne sorrise e le mise una mano su una spalla.

- Volevo solo dirvi che fra due minuti si mangia – li informò a bassa voce, poi li lasciò di nuovo soli con il loro amore.


A te che sei l'unica al mondo

e l'unica ragione

per arrivare fino in fondo, ad ogni mio respiro

(A te; Jovanotti)


Lexi era sdraiata sulla tovaglia a quadri rossi e bianchi dove fino a una ventina di minuti fa erano seduti lei, le sue sorelle, il suo ragazzo e i suoi fratelli, a ridere, scherzare e mandarsi frecciatine e ora la radura era vuota; c'era solo lei con i suoi pensieri e anche se non lo sapeva pure Joe, che la guardava con un sorriso innamorato a qualche metro di distanza da lei.

Il sole le illuminava il viso, gli occhi chiusi e le mani appoggiate sul grembo. Finalmente riposava, come non riusciva a fare da tempo, e a tranquillizzarla c'era il rumore del vento, del ruscello che passava poco distante, anche se era invisibile da quella posizione, il battito del suo cuore e il ricordò della voce di Joe che le parlava.

Il diciannovenne le si avvicinò piano, gattonando sull'erba fresca e raggiungendo la sua ragazza che non si era ancora accorta di lui e continuava a sonnecchiare.

Quando fu a pochi centimetri da lei le si sdraiò accanto e le appoggiò una mano sul palmo, disegnando dei piccoli cerchi con un dito.

- Mmmh, Joe... - mugugnò la ragazza, stringendosi alla mano di lui.

Joe sorrise e continuò ad accarezzarla dolcemente, ripetendo il suo nome a bassa voce.

- Joe... Joe... ti amo – sussurrò lei, avvicinando la testa al petto di lui, con una certa sorpresa di quest'ultimo.

- Ti amo anch'io, cucciola – sorrise Joe.

Rimasero immobile in quella posizione per un tempo che nessuno dei due seppe mai definire: potevano essere tre ore, così come cinque, o anche dieci minuti.

Quando la sedicenne si destò si trovò con la testa poggiata sul petto del suo ragazzo, che le accarezzava la schiena dolcemente, mentre sussurrava il suo nome.

Sorrise quasi commossa e finse di non essersi svegliata, quel momento era troppo dolce, troppo magico per essere rovinato.

Ma Joe se nera già accorto e la guardava con un nuovo sguardo, dolce, innamorato.

- Ehi, tesoro – commentò.

Lexi si stiracchiò e gli sorrise.

- Ehi...

- Dormito bene? - chiese lui.

Lexi annuì e si strinse ancora di più a lui, baciandogli il petto.

- Soprattutto perchè ero vicino a te – mormorò lei.

- Quindi posso dichiararmi perdonato per essere uno stupido? - domandò il ragazzo.

- Uno stupido scansafatiche, ricordati – borbottò la rossa, di rimando.

Joe la guardò storto.

- Certo, scemo – disse lei. - Ovvio che sei perdonato.

Joe sorrise e le baciò la testa.

- Ma fai un'altra cosa come quella di appioppare a Maggie e me le tue valigie e ti distruggo la piastra, va bene?

Il diciannovenne fece una risatina nervosa e la baciò ancora.

- Dura fino all'ultimo, eh?

- Sì, fino all'ultimo. - poi calò le labbra sulle sue.


L'amore arriverà a resterà

come un'impronta su di me

anche se tu non ci sarai

io appartengo solo a te

(Voglio sole te; Giorgia)


- Nick basta, no, dai, ti prego smettila ti prego! - rise Maggie cercando di sviarsi dalla stretta del suo ragazzo, deciso a farle il solletico.

Il sedicenne sorrise e la lasciò stare, però prendendola per i fianchi e mettendosela sulle sue gambe.

Erano seduti su quel tronco di albero caduto da tempo e giocavano come bambini.

- Tu mi vuoi male! - sbottò la mora, un lieve sorriso sul viso arrossato.

Nicholas si paralizzò e le prese le spalle.

- Non puoi dire una cosa simile – disse lui. - Io ti voglio tanto, tanto bene, Margaret.

Maggie sorrise, riconoscente.

- Lo sai che mi chiamo solo Maggie – lo corresse lei.

- Sì, ma dire un nome più lungo rende il discorso più serio – sorrise il ricciolino.

Lei rise e si strinse a lui, stringendogli le braccia al collo, infilando la testa nell'incavo del suo collo.

- Allora, Nicholas Jerry, io ti dico invece che anch'io ti voglio bene, ma più di te! - esclamò.

- No! Non è possibile! Io ti voglio più bene, non puoi dire il contrario, non è corretto!

- Ma dove la vedi la correttezza?

Nick sbuffò e la strinse forte.

- Non finisce qui, Maggie.

- Possiamo continuare quando vuoi, ma prima voglio un bonus di baci!

- Oh, beh, se proprio devo! - sbottò fingendo lui e le prese il viso baciandola con tutta la dolcezza di questo mondo.

Maggie rispose al bacio, e senza rendersi conto, pian piano, scivolarono fino a terra, senza smettere di accarezzarsi, di baciarsi, fino a sdraiarsi sull'erba fresca.

Nick prese a baciarle il collo, le spalle nude dato che indossava una canottiera rossa; Maggie continuava a passargli le mani fra i capelli.

- Okay, direi che possiamo fermarci ora – disse Maggie a un certo punto, allontanandosi da lui, le gote rosse e i capelli scompigliati.

Nick fece una finta aria offesa.

- Proprio adesso?

- Direi di sì, non mi sento molto... a mio agio – sussurrò lei. - E guarda alla tua mano sinistra, al tuo anulare, ma guarda cosa c'è... Ohhhh, un anello della purezza!

Il sedicenne la fissò per un istante, inarcando le sopracciglia, poi scoppiò a ridere, stringendosi le mani allo stomaco.

- Che vuoi?! - chiese lei, rossa fino alla punta dei capelli.

- Maggie! Siamo in una radura all'aria aperta e abbiamo sedici anni, dai!

La mora si fece ancora più rossa.

- Senza contare il fatto che io voglio mantenere fede al mio impegno – aggiunse lui, poi la guardò preoccupato. - Tu saprai aspettare?

- Cosa? - chiese perplessa.

- Il matrimonio, per... per farlo, insomma – disse lui. - No, niente, è troppo presto per parlare di matrimonio.

Maggie lo fissò un istante, poi calò le sue labbra di nuovo su quelle del suo ragazzo.

- Che è presto è vero – mormorò, - ma nonostante tutto io so che voglio solo te, e stranamente per ora anche tu vuoi me... Intanto però rimandiamo il discorso di almeno quattro anni, che dici?

- Sì, direi che va bene – annuì lui sorridendo, rincuorato a quel pensiero. Quattro anni con lei erano troppo pochi, ma per ora potevano bastare.


E ti amo come se

non avessi amato mai

(Ti amo; Marco Masini)


Maryl Campbell aveva tante cose dalla vita.

Aveva i soldi, tanti soldi, un padre che le avrebbe comprato un'isola solo se glielo avesse chiesto, due sorelle che lei adorava e che ricambiavano l'affetto, aveva talento per la moda e il disegno. Aveva un ragazzo stupendo.

- Kev, posso farti una domanda? - chiese la bionda, incrociando le dita con quelle del suo ragazzo.

- Certo – sorrise lui. - Anche due.

Lei lo guardò attentamente.

- E' una domanda un po'... idiota, anzi è una domanda idiota, direi.

Kevin incrociò con lei gli occhi e la fissò con attenzione.

- Dimmi pure.

Maryl fece un respiro profondo, poi si decise a far uscire le parole che da tempo le premevano contro le labbra.

- Ma tu mi ami?

Il ventunenne rimase spiazzato un istante, poi fece un grosso sorriso.

- Ma certo che sì – annuì lui, sicuro. Ed era vero, era certo di amarla, che quello che provava per lei non era una semplice cotta, era amore, puro amore.

Maryl si sentì leggera, improvvisamente, le sembrò di poter spiccare il volo da un momento all'altro sorvolando il lago davanti al quale erano seduti da ore.

- Anch'io ti amo – mormorò lei.

Kevin si strinse a lei e la baciò.

- Ti amo – disse fra un bacio e l'altro. - Ti amo...

Maryl si strinse a lui ancora di più, la semplicità, la verità che trapelava da quelle parole le sembrava così irreale.

- Non so vivere senza di te – mormorò il ventunenne. - Ora e per sempre ti vorrò accanto.

La bionda lo guardò stranita; possibile che loro due pensassero le stesse cose? Ma c'era una differenza, lui sapeva esprimerle, lei aveva paura.

- Anch'io... - disse a bassa voce.

Il pomeriggio trascorse in questo modo, fra baci, coccole, rivelazioni. Erano una coppia come altre, nonostante tutto, non importava se lui era uno dei cento uomini più sexy del mondo e che lei una semplice ventenne di Los Angeles con la passione per la moda. Erano loro, Kevin e Maryl, e basta.


Continua...

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Maggie_Lullaby