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Autore: maryana    09/11/2009    3 recensioni
L'esplosione della gravity room farà sorgere situazioni inaspettate ed imprevedibili...e tra le mura delle Capsule Corporatiion si instaura l'amore, strano ma intenso tra Bulma e Vegeta. Per raccontare questa stupenda storia d'amore,mi sono servita di alcune canzoni.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io Ci Sarò testo- Piero Pelù.

Ottimismo a colazione
è quello che ci vuole
dopo la notte che ho passato alla stazione
se vedo umani attorno all’osso
ad abbaiare ai cani
forse è il momento giusto
di saltare il fosso
non abbassare lo sguardo con nessuno
fuori dal brutto sogno con le mie idee
non c'è bisogno babe di fare male
voglio soltanto farmi rispettare

io ci sarò con tutto il mio entusiasmo
un’altra storia da vivere c’è ora
io ci sarò con tutto il mio entusiasmo
con tutta la rabbia che c'è in me in me..

c’è rabbia da dividere

io mi vesto da assassino
con il mio passato
ho esagerato ma è più forte di me per ora
lassù qualcuno mi ama
e sento che mi chiama
mi dice avanti non lasciarti andare mai
disegna l’onda con cui poi tu giocherai

non abbassare lo sguardo con nessuno
tu puoi chiamarlo orgoglio
è la mia idea
non c’è bisogno babe di dimostrare
ci basta solo farci rispettare

io ci sarò con tutto il mio entusiasmo
ci scambieremo lo sguardo e poi e poi
io lo farò con tutto il mio entusiasmo
un’altra storia da vivere c'è e c'è e c'è
io lo farò lo farò lo farò con tutto il mio entusiasmo
un’altra storia da vivere c’è
io ci sarò ci sarò ci sarò io ci sarò
con tutto il mio entusiasmo
ci scambieremo
lo sguardo e poi e poi e poi

5

IO CI SARO’

 

Erano più di cinque notti consecutive che la figura di quella stramba terrestre, popolava prepotentemente i suoi sogni, e quella neonata mattina, Vegeta aprendo gli occhi non poté trattenere un sospiro irritato.

Non bastava che dovesse sorbirsela da sveglio, no adesso anche mentre dormiva!

Con un gesto di stizza scansò da sé le lenzuola, a piedi nudi entrò in bagno e si gettò dell’acqua fredda sul viso, cercando di riscuotersi e allontanare le immagini del suo ultimo sogno.

Tornando in camera, si prese la briga d’infilarsi una canotta bianca, e scese le scale con aria imbronciata e fiera; come sempre del resto.

Ma quel mattino c’era una novità: entrando in cucina non trovò la signora Brief indaffarata a preparargli la colazione, c’era solo sua figlia seduta al tavolo, che sorseggiava la sua tazza  sfogliando svogliatamente un giornale.

<< Dov’è l’altra donna? >> chiese burbero.

<< Buongiorno anche a te >> lo salutò lei, voltandosi verso di lui.

<< Allora? >> insistette il Sayan, a braccia conserte. Quella giornata stava iniziando davvero nel verso sbagliato.

Bulma tornò a guardare il giornale che aveva davanti, sbadigliò prima di rispondergli con noncuranza:

<< E’ uscita, non so dove sia andata >>

<< Perfetto! >> imprecò Vegeta a labbra strette << Deduco, quindi, che la colazione dovrai prepararmela tu >>

La giovane riportò gli occhi verso di lui, lo guardò scettica:

<< Ma tu le mani ce le hai, no?! >> disse con sarcasmo.

<< Che razza di stupidaggini dici? Certo che le ho! >> rispose lui enfatizzando la risposta, mostrandogliele.

<< Bene, allora pensaci da solo >> sentenziò Bulma, tornando alla sua tazza.

Vegeta fece due passi e le fu vicino, sbatté una mano a palmo aperto sul tavolo:

<< Voglio mangiare, adesso! >> ruggì severo.

Bulma sobbalzò per la sorpresa, ma si riprese subito. Guardò accigliata la sua mano accanto al gomito sbuffando:

<< Quanto sei petulante! >>

Si alzò, consentendo a Vegeta di occupare il suo posto, aprì il frigorifero dai cui estrasse quattro uova, prese un piatto e le ruppe, le sbatté e poi fece scivolare il fluido arancione in una padella.

Bastarono due minuti, per servirgliele strapazzate, posò il piatto davanti il naso di Vegeta:

<< Eccoti servito >> disse acida.

<< Spera che siano buone! >> l’ammonì lui impugnando una forchetta << Ma non credere che questo basti a saziarmi >>

La ragazza imprecò qualcosa tra i denti, strinse i pugni e aprendo, nuovamente, il frigorifero cercò qualcosa di veloce e semplice da preparare, mentre l’altro cominciò a divorare le sue uova e a ingurgitare sorsate di spremuta d’arancia.

 

Nell’attesa che la Gravity Room fosse aggiustata, Vegeta si accontentò di demolire gli alberi del giardino durante i suoi allenamenti. Aveva un solo obiettivo in testa: raggiungere lo stadio di super-sayan, se ce l’aveva fatta quello smidollato di Karoth poteva riuscirci anche lui, era o non era il principe dei sayan?!

Ma la figura di Bulma, che dava istruzioni agli operai nella ricostruzione della Gravity Room, lo distraeva, sembrava totalmente incapace di tenere lo sguardo lontano da lei.

Non era vestita in modo vistoso, o così almeno gli sembrò, eppure quegli uomini non mancarono di farle degli apprezzamenti, ai quali ringraziò sorridendo.

Non capiva perché ne era tanto infastidito, cosa importava a lui di quello che faceva quella terrestre, che non era neanche troppo brava in cucina.

Senza riuscire a controllarsi diede un pugno violentissimo contro la corteccia di un albero, che tremò prima di cadere pesantemente a terra. Immediatamente tutti si girarono verso di lui, allibiti con la bocca spalancata per lo stupore: non avevano mai visto nessuno tanto forte.

Bulma, al loro contrario era tutt’altro che sorpresa:

<< Ehi Vegeta, potresti modulare la tua forza?? >> gli urlò a gran voce.

Vegeta scosse il capo facendo orecchie da mercante, e tanti altri sfortunati alberi fecero la stessa triste fine. Oramai, la ragazza aveva perso le speranza di vederlo comportarsi leggermente più civilmente. Poteva solo sperare che la Gravity Room  fosse pronta il prima possibile, solo così il suo giardino avrebbe riacquistato il suo aspetto originale.

 

Il resto della giornata non incontrò Bulma, infatti la vide uscire di casa a metà pomeriggio, e non poté fare a meno di chiedersi dove fosse diretta, e con chi si sarebbe incontrata: si odiò per quel pensiero, mai in vita sua si era preoccupato degli altri, non gli era mai importato…e poi sentiva qualcosa dentro dargli fastidio. Era una sensazione nuova, a cui faticava perfino attribuire un nome. Nel linguaggio comune, si sarebbe potuto trattare di gelosia, ma lui era Vegeta e non lo avrebbe mai ammesso. Neanche sotto tortura.

Si scontrò con lei dopo cena, in mezzo al corridoio, si era appena concesso una doccia dopo un lungo e faticoso allenamento, lei invece era appena rincasata, appariva stanca.

Si fermarono a pochi passi di distanza l’uno dall’altra, si scambiarono uno sguardo, entrambi indagarono sul volto dell’altro, si specchiarono nei rispettivi occhi.

“Dove mai sarà stata tutto questo tempo?” si chiese lui.

“Parlami” implorò lei.

Ma nessuno dei due riuscì a dar vita a quei pensieri, che rimasero intrappolati nella loro rispettiva tela: la timidezza quella di lei, l’orgoglio quella di lui.

Vegeta alzò gli occhi di scatto, qualcosa dentro lui gli fece male come quella sera che la vide dormire:

“Non abbassare lo sguardo con nessuno” lo rimbrottò il suo feroce orgoglio.

Bulma, abbassò gli occhi, sentì le guance andare in fiamme.

Fu Vegeta, a prendere l’iniziativa passandole accanto e superarla. Ma non poté nascondere neanche a se stesso l’elettricità che si sprigionò nell’aria in quel leggero, fugace contatto.

<< Buonanotte >> sussurrò Bulma, quando se lo trovò alle spalle.

<< Tsk >> fu l’unica risposta che ottenne dal Sayan.

 

Infastidito, tormentato, amareggiato continuava a rigirarsi nel letto. Sbuffava, imprecava ma nulla riusciva a farlo piombare nel sonno che tanto agognava in quel momento.

Aveva dormito solo pochi minuti, e ciò che visse nel suo sub inconscio non gli piacque: due labbra che si incontrano, si modellano tra loro, due lingue che si cercano, due respiri che diventano irregolari e mozzati.

Quella era pura passione, una forza prepotente e selvaggia tanto da catturare senza via di scampo.

Sentiva caldo in tutto il corpo, le sue mani e la sua fronte grondavano di sudore, aveva voglia di una doccia fredda ma sapeva che il sollievo che ne avrebbe tratto non sarebbe durato, non appena si fosse rimesso a letto il caldo avrebbe ripreso il sopravvento.

Fu così, che decise di abbandonare quella camera ardente in cui la sua stanza si era trasformata, a torso nudo attraversò la casa avvolta nel silenzio e usci fuori in giardino, la tenera erba gli solleticava i piedi.

Inspirò l’aria fredda, che gli pizzicò le narici, e si sentì rinvigorito, chiuse gli occhi assaporando quella deliziosa sensazione di benessere.

Quando lì riaprì fu travolto dalla sorpresa: seduta sulla panchina nel gazebo, avvolta in una vestaglia, Bulma ammirava il cielo stellato.

Rimase a guardarla inebetito: i capelli erano leggermente in disordine, i muscoli del volto erano rilassati, la sua pelle sembrava ancora più candida nella penombra della notte.

La giovane, si accorse poco dopo della presenza dell’uomo, volse il capo verso di lui ed incontrò i suoi occhi.

Rimasero fermi, immobili incapaci di poter dire qualsiasi cosa, in un silenzio che parlava da sé. Però, i due avrebbero dato il giusto significato a quel momento?Sarebbero riusciti ad affrontare la verità intrinseca in quella quiete?

Vegeta, si rispose che no, non avrebbe potuto.

Fece per andarsene, ma la voce di Bulma gli inchiodò i piedi al suolo:

<< Non andartene! >>

Risuonò più come un ordine che una preghiera, o forse fu Vegeta ad interpretarlo in tal modo. Ma, comunque, non riuscì ad andarsene, e quando se ne pentì era già troppo tardi.

Bulma gli era di fronte, con coraggio, si alzò sulla punta dei piedi e prendendogli il viso tra le mani trovò le sue labbra.

E la passione riprese vita, sopraffacendoli.

<< Questo non cambia le cose >> l’avvertì severo.

La giovane lo guardò incredula: mai, che lui mostrasse di avere un po’ di tatto.

Vegeta, intuì di averla ferita, fece un mezzo sorriso:

<< Non ho intenzione di farti male. Voglio solo farmi rispettare >>

E senza aggiungere nient’altro rientrò in casa, senza essere cosciente lui stesso che una nuova storia aveva bussato alla sua porta, e che lui l’avrebbe vissuta con un entusiasmo che non sapeva di possedere.

 

Scusate se ho tardato così tanto ad aggiornare, ma sono stata in balia degli esami all’università e non ho avuto molto tempo!

Come sempre, mi sembra doveroso ringraziare:

Luna_07: Ecco svelato cosa è successo tra la nostra coppia preferita, spero abbia saziato la tua fame di curiosità ^^.

Ka93:Visto, in questo capitolo di Yamco neanche l’ombra, mi auguro ti sia piaciuto!

Lilly81: Mi fa davvero molto piacere che tu abbia apprezzato l’ultima parte del precedente capitolo, onestamente mi è piaciuto molto scriverla!

Un grazie anche a chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite o le preferite, ed anche ai lettori silenziosi.

Alla prossima,

Maryana.

 

 

  
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