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Autore: H u m a n o i d    10/11/2009    7 recensioni
“B-Bella serata no?” Balbettò imbarazzato. Era perfetto, nella sua insicurezza. Ogni suo gesto, era così dolce, e qualche volta goffo; sicuramente a causa dell'imbarazzo. “S-si...davvero bella!” Ricambiò Alessia il sorriso che le era stato rivolto dal ragazzo. Tutto di un tratto, si trovarono fissarsi negli occhi. Rimanevano immobili, a guardarsi silenziosamente. Gli occhi di lui: castani, dolci, ma allo stesso tempo furbi. Profondi, capaci di far trasparire ogni emozione che il ragazzo provava. Gli occhi di lei: azzurri, chiarissimi. Di ghiaccio. Facevano venire i brividi soltanto guardandoli. Si avvicinarono sempre di più, senza accorgersene il loro visi si fecero più vicini, sempre di più... I loro cuori battevano a mille, erano come impazziti. Chi li avrebbe più fermati ora? Le loro guance erano a fuoco, e le loro labbra, desiderose di un contatto. Si stavano quasi per toccare, stavano per trovare un contatto.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Belle donne, dopo una settimana precisa, eccomi  xD
Mi scuso tantissimo per l'attesa, ch esò anche io, essere stata un po' esagerata. Prima postavo ogni giorno, e ora uan volta a settimana. In gran parte, è colpa della scuola. Mi disiace tantissimo,. ma non posso rimanere indietro.  Scrivo il più possibile ogni giorno, ma a volte, dopo tutto il giorno  che sono stat a studaire, proprio non ho la forza di accendere il pc e scrivere. Spero che a causa di questo ritardo, non abbi aperso delle lettrici. Ci tengo davvero molto a voi, e spero che siate arrabbiate in qualche modo. Mi scuso tantissimo
XxxX Ice Angel XxxX: Grazie mille per il commento ^^ . NOn ho capitolo a cosa era riferito l'ok, ma il primo l'ho capito xD. Scusa la mia ingoraza e grazie ancora ^^
Ice Angel: TRanquilla Alexa, non proccuparti!! Grazie mille di aver recensito ^^
Piera: Lo rileggi addirittura xD Si sono tanto bellini *--* Ma te, sei fissata con fare l'amore  nei parchi? O___O Porcospina è___è  Nooo poveraccia!! Non la fare morireeeee ç____________ç Sei cattiva U_U

NICEGIRL: Ora no dai xD venti capitoli no xD Forse quindici xD. GRazie milel el commento cara!! MI fa troppissimo piacere che ti paiccia ancora la mia ff!!!!
Devil96: ahaha xD allora non sono l'unica ceh adotta la velocità da bradipo xD
layla the punkprincess: Si, è un amore bill *---* mi dispiace, come avrai capito, dovrai aspettare un po' per qualcosa di più  .-.
Grazie mille ragazze dei commenti ^^. Spero che leggiate anche questo capitolo, e che sia di vostro gradimento!! Il dodicesimo è in fase di costruzione xD. Spero di finirlo presto!!!
Un bacione a tutte e grazie!!!
Capitolo 11
Era un quarto d'ora abbondante, che i due ragazzi, si trovavano davanti l'appartamento di Alessia. Avevano fatto tutto il tragitto per tornare a casa, tenendosi per mano:che cosa assurda. Erano due sconosciuti, due perfetti estranei. Eppure, non sembrava così. Quando si parlavano, era esattamente il contrario; e questa, era una cosa ancora più assurda.Adesso Alessia, appoggiata con la schiena alla porta di casa, si lasciava trasportare dalla dolcezza dei baci che il moro le regalava. Altra cosa assurda. Come era successo? Non era da lei, fare tutto ciò che aveva fatto quella sera. Non era da lei farsi baciare così facilmente, senza replicare. Non era da lei confidare le cose a un perfetto estraneo; a malapena lo faceva con Josh, perché, con Bill invece, appariva come la cosa più normale del mondo?

Si staccarono, e si guardarono in silenzio. Avevano metabolizzato ogni singolo lineamento dell'altro:gli zigomi, il naso, gli occhi...le labbra.
Bill, era dannatamente bello; il suo viso sembrava scolpito.
Alessia agli occhi di Bill, appariva come la ragazza più bella del mondo, con la sua pelle candida, perfettamente in contrasto con le labbra rosse.
Il ragazzo sorrise.
“Perchè sorridi?”
“Perchè sono felice...” Rispose Bill, con un tono di voce, che fece sembrare la sua risposta quella più logica di tutte; e forse lo era.
Baciò Alessia a fior di labbra, facendola rabbrividire da capo a piedi.
“Te...sei felice?”
Che domanda stupida. Come faceva a non essere felice in una situazione del genere, così assurdamente bella.
Un altro bacio, poi un altro e un altro ancora. Erano bastati pochi istanti di contatto, per rendere Alessia dipendente da quelle labbra.
Ultimo bacio, poi la buonanotte.
Bill si avviò verso le scale, e mentre Alessia stava aprendo la porta, si ricordò di una cosa. Così tornò indietro.
“Ehm...ora che ci penso...non ho ancora il tuo numero...”

Bill rientrò in casa, e subito, corse nella camera del fratello, non curante del fatto che forse stava dormendo.
Entrò, e lo trovò sommerso nel caos della sua camera, con le coperte che toccavano terra, e una gamba scoperta, anche essa, che arrivava a toccare la moquette grigia.
Non gli passò neanche per l'anticamera del cervello, che Tom si sarebbe arrabbiato se l'avrebbe svegliato all'una e mezza di notte.
Accese la luce, e come previsto, Tom si svegliò di colpo.
“Porco Giuda Bill!!” Sbraitò irritato il gemello.
“Cazzo urli? Poi mamma viene a rompere!!” Lo zittì Bill sussurrando, cercando di fargli capire che non aveva voglia di subirsi le lamentele della madre.
Tom mugolò qualcosa che somigliava ad una bestemmia, e si sommerse di nuovo nella massa informe delle sue coperte. Si coprì la testa con il cuscino e fece finta di russare, sperando che il gemello lo lasciasse libero di dormire. Bill, però, era abituato ai suoi trucchi, e non si lasciò ingannare.
“Tommyyy! Stasera è andato tutto benissimo!!” Esordì Bill, sedendosi in fretta e furia sul letto accanto al fratello.
Il gemello, sembrò uscire improvvisamente da suo coma apparente, e alzò la testa strabuzzando gli occhi. Aveva sentito bene? Il suo fratellino, non si stava lamentando per l'ennesima ragazza vuota, finta; come tutte le altre, senza niente di speciale. Per qualche istante Tom, pensò che fosse un miracolo, poi però si ricordò di essere ateo; e di conseguenza, sostituì la parola miracolo con la parola sogno.
Si alzò con l'aiuto della braccia, e si sedette accostando la schiena allo stipite del letto, e adagiandosi nella stessa posizione del fratello.
Lo guardò, e con tono ovvio gli disse.
“Allora? Che fai, prima mi vieni a svegliare e poi te ne stai lì con quella faccia da sogliola?”
Bill sorrise ancora di più di quello che già non stesse facendo. Adorava quando il fratello lo stava ad ascoltare.
Cominciò a raccontare. Tom lo guardava, e ascoltava ogni singola parola che usciva dalle sue labbra. Sembrava felice; era felice.
Parlava velocemente senza prendere fiato, e muovendo freneticamente le mani a destra e sinistra; come se tutto quel gesticolare lo aiutasse a non aggrovigliarsi la lingua mentre parlava. Balbettava delle volte; e tutto, per colpa di quella ragazzina, che ormai lo aveva fatto impazzire.

Alessia, era da poco entrata nella sua camera. Prima di riuscire a muoversi, era rimasta qualche minuto appoggiata con la schiena contro la porta, seduta a terra. Non capiva più niente. Era tutto così strano, nuovo addirittura.
Gettò il vestiti a terra, e si infilò una vecchia t-shirt degli AC/DC che usava per dormire, e dei pantaloni a quadri parecchio larghi, e infine si buttò supina sul letto.
Aveva una confusione incredibile nella testa, pensieri che si mischiavano ad altri; frasi completamente senza senso.
Ed eccoci, di nuovo. Come al solito, non potette fare a meno di pensare, e, pensieri, che l'unica cosa che facevano era farla stare in ansia, le sommersero al testa.
E se Bill non l'avesse più cercata, non avesse risposto alle sue eventuali chiamate? Se per lui fosse stata una cosa così, senza significato. Magari, aveva l'abitudine di sedurre le ragazze, e poi metterle da parte, per trovarne sempre di più carine.
Solo il pensiero di essere stata presa in giro per l'ennesima volta, le fece saltare i nervi, e diventare gli occhi lucidi.
Cosa? Occhi lucidi? Si stava per mettere a piangere??
Ale! Ma ci sei con la testa? Te che piangi? Per un ragazzo poi??
Credette di avere la febbre, ma si rese conto che la sua teoria era del tutto assurda, e quindi lasciò stare e si rigirò per l'ennesima volta nel letto. Ok, doveva calmarsi. Non le importava come, ma avrebbe dovuto farlo. Però diamine, quel pensiero le frullava ancora in testa, e la faceva impazzire sempre di più. Non capiva perché, tutto d'un tratto, le fosse venuto in mente quello stupido pensiero. Si, perché alla fin era stupido, e ad Alessia, ci volle molto per capirlo, perché traviata dai suoi pensieri privi di ogni minimo di logica.
Sbuffò sonoramente, e si sedette sul letto stropicciandosi la faccia energeticamente.
No, dai, non potrebbe farlo ,mai....
Pensò a tutto quello che Bill le aveva detto quella sera, i baci, gli sguardi, i sorrisi.
Erano troppo belli, perchè fossero falsi. Quello sguardo dolce, reso ineguagliabile da quei suoi occhi sinceri. Quei suoi occhi, che stregavano, rapivano. I baci, all'inizio così timidi e impacciati, poi sempre più lunghi e pieni di sentimento. I suoi gesti, impacciati, che lo rendevano troppo carino.
No. Non poteva averla usata. Non era minimamente possibile; e finalmente lo aveva capito. Finalmente si, perchè era più di un'ora che si logorava l'anima.
Riuscì a calmarsi, alle due e mezza passate, ma ci era riuscita. Tirò un sospiro di sollievo, e si lasciò andare all'indietro sul letto. Era calma, e le bastò poco per addormentarsi, con un sorriso stampato sulla faccia. Le era bastato poco per convincersi che i suoi pensieri erano del tutto stupidi, però, quando cominciava a pensare, era un problema. Anzi, era il suo unico problema; perché pensava troppo, e finiva con l'agitarsi. L'unica cosa che le impediva di pensare, era stare con Bill. Durante tutta la sera, non pensò a niente, se non a godersi ogni singolo gesto del bel moro.
Doveva controllare i suoi pensieri. Doveva controllare il modo di pensare soprattutto, doveva smetterla di pensare male di tutto e di tutti, Doveva smetterla di credere che ogni persona su questo mondo vivesse per rovinarle la vita. Difficile però, smettere di fare una cosa, che fai da quando sei nata...
Dormì tutta la notte a diritto, senza problemi o interruzioni. Quando si svegliò era mezzogiorno e poco più. Dieci ora di sonno potevano bastare, e quindi decise di alzarsi.
Fece mente locale, e in quel momento, non le venne in mente nessun impegno presente in tutto l'arco della giornata. Con Josh di nuovo in città però, non era mai detta l'ultima. Poteva benissimo piombarle a casa senza preavviso, come di sua abitudine.
Alessia si diresse in bagno strusciando i piedi a terra. Si lavò la faccia con l'acqua fredda, e poi andò in cucina. Non aveva per niente fame, nonostante fosse praticamente l'ora di pranzo.
In attesa che il suo stomaco reclamasse del cibo, decise di vestirsi e di suonare un po' il piano, dato che il giorno dopo avrebbe avuto lezione.
Si sedette sullo sgabello davanti al pianoforte, e cercò gli spartiti per il brano che voleva suonare. Quando si sedeva davanti la tastiera, tutto in quell'appartamento, diventava stranamente bello e tranquillo. La luce entrava dalle resistenti lastre di vetro che costituivano la maggior parte delle mura, e arrivava a toccare ogni oggetto con i suoi raggi. Alessia scelse il brano da suonare, si preparò, e cominciò a far scorrere le dita sui tasti bianchi. Li sfiorava delicatamente, come per paura di rovinarli. Si lasciava trasportare dalla melodia, e tutto attorno a lei spariva. C'erano solo lei, e la musica. Basta. Nient'altro.
Finito il brano, ne eseguì un altro, e poi un altro, e una decina ancora. Aveva perso la concezione del tempo, e non si era nemmeno resa conto, che il suo stomaco brontolava.
Si alzò e di decise alla fine, di mangiare qualcosa. Non appena stava per ingoiare il primo boccone del suo pasto, il telefono di casa squillò.
E ti pareva?
Alessia ridusse i suoi occhi a delle fessure, e controvoglia, si diresse a rispondere al cordless.
“Pronto?”
La voce squillante di Josh le perforò un timpano.
“Ale!! Ma che fine avevi fatto?? Ti ho chiamato al cellulare ma non rispondevi!!”
“Eh, si scusa...dovevo aver messo il silenzioso...” Spalancò gli occhi. Aveva messo il silenzioso. E se Bill l'aveva cercata? Parlando sempre con Josh, fece una corsa fino in camera sua. Rufolò nella borsa, fino a trovare ciò che stava cercando. Guardò lo schermo del telefono; preoccupata dopo aver letto la scritta “4 chiamate perse”, controllò a chi appartenessero. Josh, Josh, Josh... e Josh. Non l'aveva cercata. Sospirò. Era sollevata da una parte, ma dispiaciuta dall'altra. Ok, non l'aveva cercata, e per fortuna, lei aveva il silenzioso, così non lo aveva potuto far rimanere male. Quella che però c'era rimasta male, era lei. D'altro canto, se l'avesse cercata, avrebbe voluto significare che al voleva vedere.
“Ale, ma che hai??”
“Io? Nulla! Te piuttosto? Che dicevi??”
“Ah, si giusto! Allora, oggi tornano gli altri...ci vediamo tutti da Joe?”
“S-Si va bene...”
“Perfetto! Allora passo io alle quattro da te!! Ciao!”
“Ciao.”
Una giornata che sarebbe potuta trascorrere all'insegna del completo far niente, si era trasformata in una giornata, passata con un perfetto rompiscatole che, come sempre, si era invitato da solo, decidendo lui l'ora. E Alessia non aveva saputo dire di no: tipico.
Era il suo migliore amico, cosa doveva dirgli? Senti ciccio oggi voglio stare per conto mio perchè devo pensare ha un ragazzo? Perfettamente fuori luogo.
Le quattro, arrivarono, e Josh, puntuale come un orologio svizzero, suonò il campanello.
Alessia, che era di nuovo seduta al pianoforte a suonare, interruppe la melodia, e si alzò per andare ad aprire.
“Ciao vieni!”
Josh si accomodò sul divano, aspettando che Alessia prendesse al borsa.
La ragazza diede un ultimo sguardo al cellulare. Niente. Porca vacca. Fissò senza espressione lo schermo per qualche secondo, fino a quando Josh non la riportò alla realtà.
“Andiamo?”
“Sisi...”


  
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