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Autore: Evermore    11/11/2009    2 recensioni
Forse era stato colto da un momentaneo smarrimento, per aver dimenticato chi aveva sposato.
La stessa persona che lo stava guardando, di nuovo, come se volesse congelarlo sul posto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPRICIOUS

 

Non era contenta.
Probabilmente per un uomo qualsiasi quell’atteggiamento sarebbe stato del tutto normale. Ad occhio inesperto tutto quell’indaffararsi di fronte all’enorme armadio, con ante a specchio, sarebbe apparso come un eccesso di vanità.
Per lui no.
Aveva passato tanto di quel tempo con Pansy Parkinson da capire quando girava male. Riusciva a distinguere, classificare (ed eventualmente sfuggire) ogni cambiamento d’umore del gentil sesso.
E lì non girava male.
“Hai intenzione di andare avanti così ancora per molto?”
Il silenzio non porta niente di buono.
Girava malissimo, decisamente.
Si era deciso solo dopo qualche minuto ad abbandonare la poltrona, ripiegando il giornale sul bracciolo e studiando la moglie con cipiglio severo.
Servisse a qualcosa. Oh andiamo è ridicolo! Non può ignorarmi a vita.
A quel punto doveva essersi pur resa conto che la stava fissando.
La donna si era fermata in mezzo alla stanza, con un abito blu scuro stretto tra le mani e l’aria critica, poi aveva incrociato il suo sguardo. E l’espressione era tornata altezzosa e indifferente.
O forse sì.
Si era portato una mano alla tempia, gli occhi leggermente socchiusi e le labbra contratte in una smorfia di fastidio.
“Andiamo è ri-di-co-lo!”
Lei non aveva dato alcun segno di averlo ascoltato. Aveva continuato a spostare vestiti nell’armadio, pescando con puntigliosità e precisione dall’ammasso di abiti che giaceva abbandonato sul letto.
“Per Salazar, non puoi mettere il broncio solo per quello!”
Doveva aver detto qualcosa di giusto, perché la moglie si era voltata a fissarlo. Fulminarlo, a dirla tutta. Forse non era proprio qualcosa di giusto.
“Ho fatto tutto quello che desideravi, per il tuo compleanno.” Aveva sbottato, irritato da quell’ostinato silenzio.
Lei si era limitata ad alzare un sopracciglio.
“Colazione a letto. Nessun elfo domestico a darmi una mano…”
Questo doveva addolcirla. La mano sul fianco gli aveva repentinamente fatto cambiare opinione.
“…ti ho persino anticipato uno dei regali!”
Gli occhi castani della donna erano stati attraversati da un bagliore indecifrabile.
“E ti è piaciuto!” Aveva aggiunto come a voler rafforzare la propria tesi.
Era il ritmico ticchettio della scarpa nera, tacco dieci a non convincerlo particolarmente.
“Senza contare le coccole dopo-”
Aveva  buttato le mani avanti, non appena la moglie aveva anche solo provato a parlare. E la smorfia che era comparsa sul suo volto non aveva nulla di positivo.
“…ok ok! Quelle sono sempre un piacere, tesoro, lo sai. Cambiamo argomento.”
Sembrava essersi calmata. Sembrava. Le spalle erano sempre rigide e lo sguardo accigliato.
Peggio di un serpente pronto ad attaccare la preda… perfetta esibizione da Slytherin, mia cara. Oltre Ogni Previsione.
“Il profumo?”
Aveva aggrottato la fronte.
“…il vestito nuovo?”
Piegato le labbra in un ghigno sarcastico.
…voleva per caso imitarlo? Gli suonava tanto come una presa in giro.
“Il paio di Louboutin?”
Era proprio un verso di sarcasmo quello che le era sfuggito dalle labbra socchiuse.
Cosa diamine c’era di sbagliato in lui? Sul serio meritava di essere trattato così per una banalissima… Era assurdo! Si era comportato in maniera impeccabile, persino troppo secondo i suoi standard passati.
Non era mica da tutte ricevere la colazione a letto da lui. Draco Malfoy. Non si scomodava certo per simili baggianate! Non con uno stuolo di elfi domestici pronti a servire e riverire lui e sua moglie.
Senza contare la piccola montagna di regali che le aveva fatto trovare ai piedi del letto. Si era persino preso la briga di scegliere il colore della carta. La carta! E il fiocco, non dimentichiamo il fiocco.
Sua moglie doveva essersi stancata di aspettare le sue elucubrazioni mentali, perché senza neppure degnarlo di un ulteriore sguardo o parola, era tornata alla sua principale occupazione della giornata (oltre ad ignorarlo).
“Stammi bene a sentire, tesoro…” Aveva usato il tono. Mai, nessuna, prima di allora si era mai azzardata ad andare oltre quel momento. Lui usava il tono e loro la smettevano con i capricci.
Loro.
Forse era stato colto da un momentaneo smarrimento, per aver dimenticato chi aveva sposato.
La stessa persona che lo stava guardando, di nuovo, come se volesse congelarlo sul posto.
“…sono tutta orecchie, tesoro.”
Aveva deglutito.
“Oh per l’amor del cielo!” Si era decisa a parlare, probabilmente. O forse era solo l’esplosione di un attimo. Il tailleur che stava riponendo nel guardaroba era volato sul letto. Aveva sbattuto le mani sulle gambe, prima di artigliarsi i fianchi.
Girava più che malissimo.
“…non ti ho mica chiesto la luna!” La sua fronte si era increspata oltremodo.
Avrebbe dovuto sopportare anche la scenata sulla fobia per le rughe, presto o tardi, lo sentiva. “Ti sei dato da fare per riempirmi di regali e attenzioni, sperando che scordassi ciò che ti avevo chiesto di fare…!”
Gli era mancato il fiato ed era certo di sentir pizzicare in gola. Non era poi così sicuro di riuscire a parlare senza perdere quel poco di autorità che gli era rimasta in casa propria.
“N-no!”
Gli occhi scuri della moglie si erano posati implacabili su di lui. “No?”
“E va bene!” Aveva alzato gli occhi al cielo, aprendo le braccia in modo un po’ troppo teatrale. “Ginevra, non puoi chiedermi questo! Tutto, ma non questo!”
La donna si era portata qualche metro più avanti, sbattendo pericolosamente i tacchi sul parquet della camera da letto, la bocca leggermente aperta e l’espressione furibonda.
“Lo fai sembrare qualcosa di sconveniente!”
“…è sconveniente!”
“Oh, ma per favore…”
Draco si era portato una mano alla fronte. “Ginevra… i tuoi. Una cena. Tutto quel…”
Ginevra aveva incrociato le braccia al petto. “Non ci saranno solo i miei. Sono invitati anche i miei fratelli.”
“Ah beh questo cambia molte cose.” Aveva provato a sfruttare la sua solita faccia sarcastica.
“Draco…”
No, a quanto pare non funzionava neppure quella. Come si era ridotto così?
Doveva tentare il tutto per tutto.
“Andiamo… non sarebbe molto più… romantico, sfruttare questa serata per noi?” Il tono della voce era volutamente provocatorio. Si era avvicinato quel tanto da sfiorare il mento con l’indice, facendole alzare il volto. “Io, te, il tuo ristorante preferito…” Si era chinato appena, posandole un bacio sulla bocca. “La miglior notte di sesso della tua vita…” Risalendo poi con le labbra sulla guancia morbida e rosea della moglie.
Ginevra aveva rilasciato un sospiro.
E un lampo di trionfo era passato nei suoi occhi. Bingo.
“No.”
Troppo presto. Dannazione.
Come se non fosse successo nulla, l’aveva vista passare una mano tra i capelli rossi, rassettandoli, poi aveva scrollato le spalle.
“Fai come vuoi. Resta a casa…” Sì, si era permesso il lusso di gioire internamente. “I miei mi aspettano.”
Chiaro.
Aveva continuato a fissarla mentre di spalle si aggiustava la lunga gonna, comprensiva di spacco sulla gamba. “E Bill, Charlie…”
Ovvio.
Adorava il modo in cui era capace di tornare in ordine, in meno di due minuti. Quel suo mantenere un trucco impeccabile anche dopo una discussione come quella. “Ron ed Hermione, tornano apposta dalle vacanze.”
Era stato colto da un piccolo tic nervoso. Un leggero tirare alla guancia, ma la sua innata capacità d’attore gli aveva permesso di farlo passare inosservato.
Ok, accettabile.
“Ci sarà anche Dean, lui e Seamus volevano farmi una sorpresa.” Si era lasciata sfuggire con una nonchalance da applauso.
A quel punto la sicurezza granitica di Draco aveva vacillato.
Thomas? Che diavolo vuole Thomas… alla TUA festa di compleanno?
Non aveva battuto ciglio, limitandosi a schiarirsi la voce. Gli occhi erano fissi su di lei, che innocentemente cancellava una micro sbavatura di rossetto dalle labbra, passandoci la lingua. Poi si era voltata a guardarlo.
“…mi riaccompagna a casa Harry.”

Chiunque avrebbe detto che sua moglie era capricciosa. Nelle piccole cose. Nel suo cuore Draco sapeva che, la colpa non era tanto del capriccio, quanto dell’aver imparato più che bene, avrebbe osato aggiungere, come ottenere ciò che più desiderava.

“Ginny, piccola mia! Oh… e Draco è con te! Sapevo che non avrebbe perso la tua festa di compleanno per nulla al mondo…”
Aveva guardato Ginevra sorridere alla madre.
Chissà perché, qualcosa dentro di lui continuava a ripetergli che anche la moglie ne era perfettamente convinta.

 

Eccomi di nuovo qui con una fan fiction cortissima, ma tanto sentita. Draco e Ginny sono una delle mie coppie preferite e conto di scrivere altro su di loro, appena avrò un attimo di tempo.
Nel frattempo, vi ricordo che ho pubblicato di recente una Blaise/Millicent dal titolo “Pure Morning”.

Evermore.

   
 
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