Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |      
Autore: eLiSeTtA    11/11/2009    6 recensioni
Sono giorni ormai che aspetto il momento adatto per questa fatidica resa dei conti, quella grazie alla quale capirò se è destino che io e lei stiamo insieme oppure se devo rassegnarmi e cominciare a leccare le ferite che sicuramente mi lascerà e quelle che mi ha già procurato.
[...]
Però nonostante questo suo comportamento non so cosa darei per chiarire tutto e subito, anche qui in macchina, perché effettivamente non ce la faccio più ad aspettarla.
SPOILER SETTIMA STAGIONE!!! Ff di elisa_93!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hola! Sono tornata con un’altra one-shot finalmente! L’ispirazione sembra essere momentaneamente arrivata e quindi ne sto approfittando! E poi... oggi non potevo non pubblicare! È il compleanno di Logan Cale (per chi non lo sapesse è il personaggio del telefilm Dark Angel che era interpreto dal nostro caro Michael Weatherly)! Qui io e l’editor stiamo festeggiando, che si vuole unire a noi? Vera, vuoi? C’è anche la pasta al forno di tua madre! :D

Comunque...  vi lascio a questa Tiva un po’.... come dire...  fuori dagli schemi! Che, tra parentesi, fa parte della mia saga di one shot di NCIS sulla settima stagione, che ho chiamato “Semplici Emozioni” in onore della mia musa ispiratrice, che non è proprio una musa, Filippo (Nek)! La sua musica accompagna ogni one-shot, ogni capitolo, ogni personaggio e ogni momento della mia vita!

Di “Semplici Emozioni” fanno parte anche:

THERE IS STILL HOPE FOR US

THERE IS STILL HOPE FOR US, Ziva version

 

Quindi vi lascio a questo tanto richiesto seguito sperando come al solito che vi piaccia almeno un po’! Buona lettura! :D

 

 

 

 

 

 

 

 

NON GUARDARMI COSI’

 

 

 

 

Paura. È l’unica cosa che mi viene in mente ora come ora. Paura o qualcosa che non so meglio definire. Un sentimento inspiegabile che mi fa mancare il fiato e sudare freddo. È questo che si impossessa di me ogni volta che siamo da soli o anche quando siamo solo vicini o ci guardiamo semplicemente.

È una cosa molto strana e particolare che purtroppo credo succeda solo al sottoscritto. Probabilmente risalirà al fatto che non ho mai avuto una madre come si deve, seppur le volessi molto bene nonostante tutto quello che mi facevano passare lei e mio padre. O forse anche perchè non ho mai dato molta importanza anche ai sentimenti del gentil sesso oltre che ai miei, almeno fino a qualche anno fa.

Potrebbe essere una spiegazione, per quanto grezza sia, del mio piccolo problema.

Già che mi trovavo in una situazione psicologica non proprio delle migliori a causa del mio passato tutto tranne che rose e fiori! La storia con Jeanne deve essere stata il colpo di grazia! La goccia che ha fatto traboccare quel vaso quasi pieno che era la mia testa.

E... zack! Ora mi ritrovo a essere misogino o giù di lì! Ho paura delle donne o meglio ho paura di quella donna che è Ziva e di tutto quello che rappresenta per me.

Paura di dire la cosa sbagliata, paura di ferirla, paura di perderla un’altra volta e questa volta non per qualche mese, ma per sempre. O forse è semplicemente paura di lei dell’effetto che riesce ad avere su di me semplicemente esistendo.

Odio tantissimo sentirmi così, però non posso farci nulla e così mio malgrado mi ritrovo a commiserarmi come un idiota in quasi tutti i momenti della giornata, a volte anche in quelli impensabili, mentre lei se ne frega altamente di me e dei miei sentimenti.

A volte mi domando se lo faccia apposta, se le piaccia davvero sentirmi e vedermi soffrire, penare, disperarmi e tante di quelle cose che potrei continuare all’infinito, ma solo ed esclusivamente per lei.

Come adesso.

Siamo chiusi in macchina, mentre questa corre sulla strada, pronti a recarci dal sospettato di turno che Gibbs ci ha gentilmente ordinato di andare a interrogare.

Io guido, lei invece sta seduta accanto a me sul sedile del passeggero e si tormenta le unghia, come sempre quando è nervosa. È leggermente imbronciata perché non le ho permesso di stare al volante neanche stavolta. Ma se mai lo dovessi fare sopprimetemi! Significherebbe che sono definitivamente uscito fuori di testa!

Non mi guarda, ma io, distogliendo ogni tanto lo sguardo dalla strada, la studio con attenzione e fisso i suoi occhi concentrati sul suo “lavoro” e quasi rido al pensiero che probabilmente non sa di piacermi così tanto anche mentre compie un gesto così semplice e quotidiano.

Non le ci vuole molto per farmi andare fuori di testa, purtroppo. Credo abbia un talento naturale per questo, oltre che per cacciarsi sempre nei guai più complicati, ovviamente.

Sta accanto a me e come sempre sta cercando di comportarsi normalmente nonostante quello che sia successo tra di noi appena un paio di mesi fa, ma sto cercando di fare finta di niente anche io e passarci sopra.

Di ignorare il suo costante menefreghismo che mi dà parecchio sui nervi, di non rinfacciarle quello che è successo sto cercando di essere paziente ancora una volta, ma non sto ottenendo nulla di diverso da quello che mi ha sempre dimostrato.

Già me lo immagino come ragiona: “Se faccio finta che non sia successo nulla non dovrò affrontarlo e bla bla bla!” Uffa!

Se prima faceva finta che io non le avessi mai detto quella frase maledetta, ora cerca anche di fingere che non ci siamo mai baciati in ascensore.

 Che io non abbia capito che anche lei prova qualcosa per me più profondo della semplice amicizia ma che, per qualche motivo che mi risulta inspiegabile, cerca ancora di nascondermi.

Almeno però le riesce più difficile di prima nascondere i suoi sentimenti  a me. Ma sai che grande consolazione!

Sono giorni ormai che aspetto il momento adatto per questa fatidica resa dei conti, quella grazie alla quale capirò se è destino che io e lei stiamo insieme oppure se devo rassegnarmi e cominciare a leccare le ferite che sicuramente mi lascerà e quelle che mi ha già procurato.

Ma il momento propizio però non è ancora arrivato. Una volta in ascensore ho provato a parlarne, a tirare io fuori l’argomento, a fare io il primo passo, come sempre del resto, ma mi sono mancate le parole. E poi... quel suo sguardo così freddo, distaccato e indifferente mi ha subito fatto cambiare idea. Non sembrava neanche il suo sguardo, non a me che la conosco così bene.

Ho tentato di farlo anche altre volte, ma ho ottenuto sempre lo stesso risultato. Un bel pugno di niente!

Oltre ad essere diventata più complessa e indecifrabile di prima ora è anche diventata bravissima ad evadere dalle situazioni e dalle domande sconvenienti per lei.

Però nonostante questo suo comportamento non so cosa darei per chiarire tutto e subito, anche qui in macchina, perché effettivamente non ce la faccio più ad aspettarla.

Quasi come se avesse percepito i miei pensieri, e non è la prima volta che accade e questo continua a preoccuparmi sempre di più, si volta lentamente verso di me e i nostri occhi si incontrano per un breve istante, quel tanto che basta per ristabilire un contatto perchè poi devo tornare immediatamente a fissare la strada e a fare una sterzata d’emergenza per evitare una anziana signora che porta a passeggio il proprio cagnolino e che sta attraversando la strada.

Stavo per investire una vecchietta per colpa sua e dei suoi occhi maledetti! Ringrazio mentalmente la mia prontezza di riflessi e spalanco gli occhi ancora spaventato.

- Forse era meglio se guidavo io...- mormora Ziva, al mio fianco fissando anche lei con gli occhi sgranati la strada, pronta a indicarmi qualche altro ostacolo che potrei non “vedere”.

- Se guidavi tu a quella poveretta stavano già facendo il funerale!- ribatto grattandomi nervosamente il mento coperto da un leggero strato di barba.

Controllando dallo specchietto retrovisore che non ci sia nessuno dietro, rallento un po’ perché mi rendo conto che forse sto andando un tantino troppo veloce. E in quel momento il mio sguardo viene catturato dalla mia immagine riflessa. Lo so che sono un tipo vanitoso! Non è uno dei miei migliori pregi, ma che posso farci?

Mi rendo conto che sto proprio bene così. Ho finalmente tagliato i capelli e cambiato acconciatura. Sono tornato il caro vecchio Tony! Almeno nell’aspetto esteriore.

Spero solo che lei abbia colto come me il mio cambiamento in meglio in questi ultimi mesi ricchi di sorprese, dolori, rinunce e rivelazioni.

Anche se non credo. Per lei credo di essere sempre e solo Tony. Il suo vecchio amico, il suo collega, lo stupido immaturo che va a letto con qualunque essere di sesso femminile minimamente attraente che gli capiti a tiro. Quello che non si lega mai a nessuna per paura di innamorarsi e delle conseguenze che comporta l’amore.

Non capisce che ormai l’unica con cui vorrei farlo è lei! Non capisce che sono innamorato solo di lei e che sto accettando mio malgrado le conseguenze che questo comporta! O non ci arriva o lo nega!

Ah, ecco! Siamo anche arrivati davanti alla casa di quel tizio che dobbiamo interrogare! Perfetto, ci mancava solo il lavoro a peggiorare il mio umore già nero di per se!

Mi fermo lentamente proprio di fronte alla costruzione e la studio. Non è molto grande, ma sembra molto accogliente una casa per famiglie non molto numerose. Forse un giorno abiterò con Ziva in un posto del genere, chi lo sa?

Scaccio subito questo pensiero quasi impossibile dalla mente, ma un altro si presenta nitido nella mia testa, nero su bianco. E non accenna ad andarsene nonostante i miei sforzi.

ORA.

Credo che ascolterò il mio istinto anche questa volta. Lei non ne sarà felice... non ne sarà felice per niente! Però infondo ormai che ho da perdere?

- Ziva...- dico cercando di richiamare la sua attenzione.

Già mi riesco a immaginare le sue mani strette intorno al mio collo che tentano di soffocarmi per farmi evitare di porre la mia domanda, quella a cui lei non ha risposto allora, in ascensore, e a cui suppongo non risponderà neanche ora.

Mi dispiacerà deluderti ma non è più quella la domanda che voglio porti, a quella ho già dato una risposta da solo, mi è bastato vedere come rispondevi al  mio bacio per capirlo, ma un’altra più personale e più adatta al nuovo Tony.

- Mm? Che c’è?- chiede girandosi verso di me con aria non proprio amichevole.

Ha già la mano sulla maniglia ed è pronta ad uscire, anzi sembra quasi smaniare per poter allontanarsi al più presto da questa auto, sebbene cerchi di darsi un contegno.

Non vede l’ora di interrogare il tizio o non riesce più a sopportare di starmi così vicino dopo quello che ci è successo?

- Noi dovremmo...- provo a dire, ma non trovo le parole adatte per porre la mia domanda e lei, approfittando di questa mia piccola indecisione, si gira con tutto il corpo verso di me, abbandonando quindi la maniglia e dedicandosi completamente a me.

- No, Tony!- mi dice con rabbia interrompendomi – No! L’ultima che abbiamo “parlato” è finita in un modo in cui non sarebbe dovuta finire, quindi no! Non dobbiamo parlare e non abbiamo nulla da dirci!-

La fisso incredulo per un paio di secondi. Ha capito le mie intenzioni prima ancora che le capissi io a momenti! La sua capacita nell’anticiparmi e nel capire quello che sto pensando mi spaventa sempre di più.

Che sia un essere soprannaturale che riesce a leggere nella mente delle persone?

Un essere soprannaturale che però arrossisce e prova sentimenti quasi umani. Perché quando ha citato il bacio, anche se non lo ha proprio detto chiaro e tondo che parlava di questo, seppur molto lievemente è arrossita, come se il solo ripensarci la mettesse in imbarazzo.

E ora sta cercando di negare che ci sia qualcosa di cui discutere. Perché lo fa? Glielo vorrei chiedere ma tengo la domanda per me e cerco inutilmente di completare, o meglio di iniziare il mio discorso.

- Ziva io...-

- No! Ti ho detto no! Non voglio parlare con te!- dice ancora lei con un tono di voce piuttosto alterato.

È nervosa. Tanto nervosa. Troppo nervosa.

Un minuto fa era così calma e ora sembra così arrabbiata con me, col mondo, con tutti! Sta tirando fuori quello che sente e visto che ne ha paura ha bisogno di sfogarsi e io purtroppo sono la sua povera vittima sacrificale.

Ma non lo rimarrò ancora per molto. Lo sono stato per troppo tempo, ora tocca a me arrabbiarmi con lei e tutti gli altri. Anche io voglio sfogarmi e infine riuscire a vivere col cuore in pace. Con lei o senza di lei, ormai non fa più molta differenza.

- Hai paura che le emozioni ti possano di nuovo sopraffare, David?- dico velenoso digrignando i denti.

Lei mi guarda con aria truce, quasi come se volesse uccidermi. Ha lo stesso sguardo che aveva in Israele. Per un attimo mi fa paura, ma solo un attimo, poi riprendo le mie capacità intellettuali e cerco di mantenere una espressione imperturbabile mentre lei mi risponde urlandomi contro più forte di prima.

 - Non hai nessun diritto di dirmi questo!- ribatte puntandomi contro un dito con tono accusatore - Non sono io quella che cede alle emozioni e che fa offuscare la sua capacità di giudizio solo per amore!-

- E esattamente da quando sarebbe una colpa?- chiedo cercando il suo sguardo che per tutto questo tempo ha vagato per tutta la macchina nel disperato intento di sfuggire al mio.

Perché questi complicati complessi esistenziali se li pone solo col sottoscritto? Non poteva porseli per Ari? O per Locke? O per Rifkin? O magari anche non porseli affatto?!?

Ma la dovevo beccare proprio io l’unica donna che non si abbandona mai completamente all’uomo che ama? Ma in fondo è anche per questo che sono pazzo di lei.

- Non ho più nulla da dirti!-

Così dicendo tenta di uscire dalla macchina e di sfuggirmi, ma io sono più veloce. Con le chiavi infatti blocco le porte dell’auto con la chiusura di sicurezza per i bambini.

- Prima l’ascensore e ora anche la macchina... il tuo è un vizio!- sbuffa scocciata girandosi di nuovo verso di me.

Ora come ora bloccherei tutta Washington pur di tenerti qui con me, piccola ninja!

Mi avvicino lentamente al suo volto e mi fermo a pochi centimetri da lei e dalle sue labbra, così invitanti in questo momento che devo fare uno sforzo sovrumano per impedirmi di impossessarmi di nuovo di loro, come in ascensore.

Dio quanto mi manca quella sensazione! Ma mi do lo stesso un contegno e rimango imprigionato nell’alchimia che si è creata tra i nostri occhi, ora incapaci di staccarsi gli uni dagli altri.

- Perché fai così? Perché continui ancora a fingere, Ziva? Avevi detto di essere stanca di mentire! Perché continui a mentirmi e a fare finta di nulla? A fingere che non ci sia nulla...-

Più diretto di così si muore! Ora voglio vedere se riesce a trovare altre scuse! Comincio scocciarmi di questa sua stupida ostinazione.

Lei è senza parole. E anche io, infatti lascio la mia frase in sospeso senza darle una conclusione logica.

Ma lei, come sempre, si riprende subito fissandomi con uno strano misto di amore e freddezza che è la sua caratteristica principale. Sembra quasi indecisa su come rispondermi.

Non sa se abbandonarsi o continuare a fare quello che sta facendo da ormai troppo tempo.

Alla fine nei suoi occhi prevale la freddezza e io so già che cosa dirà prima ancora che lo faccia.

- Sei un illuso se credi che un bacio possa significare qualcosa di più profondo...- dice cercando di tenersi distaccata, non le riesce molto bene ma le sue parole hanno lo stesso l’effetto di un proiettile su di me - è stato solo un bacio! Tutto qui! Non ti sto mentendo perché non ce nulla da dire... e ora fammi scendere!-

Quando lo dice il mio cuore va in mille pezzi. Non ce la fa più. Ed è quando il mio cuore viene calpestato ancora una volta che io finalmente ci vedo chiaro in questa storia.

Ho tentato e ritentato ma ormai sono stanco. Stanco di dover essere sempre io a fare il primo passo, stanco di essere preso in giro, stanco di essere trattato come una persona qualunque, perché io per lei non sono una persona qualunque. Sono qualcuno di cui si può fidare, anche se fatica ancora a farlo. E sono soprattutto una persona che la ama.

La fisso intensamente, sono arrabbiato, ferito, eppure non posso fare a meno di staccare il mio sguardo da lei. La voglio, la desidero nonostante tutto ma quello che ha appena detto cambierà quello che c’è e ci sarà tra di noi.

- Non guardarmi così...- mormora Ziva allontanandosi da me, incapace di reggere ancora i miei occhi su di lei.

- Hai ragione... non c’è nulla da dire!- dico duro aprendo le porte della macchina con le chiavi e uscendo di fretta sbattendo lo sportello.

Sento il suo sguardo su di me ma non mi volto. Per quanto mi riguarda ho fatto tutto il possibile per noi due. Ma ormai tocca a lei. Io non ce la faccio.

Sono stanco e se mi vuole davvero dovrà essere lei a cercarmi. Perché io mi dichiaro fuori dal gioco.

Non ho più paura di perderla, perché in un certo modo col suo comportamento lei così ci ha già allontanato irreparabilmente. E neanche di ferirla, perché in fondo lei non si fa tanti scrupoli quando si tratta di farmi del male. Lo ha appena dimostrato.

“Non guardarmi così...”

Tranquilla agente David, non vedrai per molto tempo quello sguardo sulla mia faccia. Almeno fino a che non sarai abbastanza matura e pronta per ammettere i tuoi sentimenti a te stessa oltre che a me.

Perché io sono stanco e sono giunto alla fine della mia lotta.

 

FINE

 

 

 

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: eLiSeTtA