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Autore: nat1982    11/11/2009    0 recensioni
L'amore è al centro di questa storia, una storia d'amore che si crea tra due persone di due mondi diversi, sofferta ma incredibilmente intensa!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno mi conosce personalmente, ma tutti sanno che esisto. Sono sempre esistita, fin dagli albori della terra. Quando le forme di vita ancora non avevano messo piede (o zampa) su questo pianeta. Penso di essere proprio legata alla terra, io nasco insieme a lei e, insieme a lei, probabilmente me ne andrò. Le creature di un tempo mi adoravano e mi ammiravano. Da qualche millennio a questa parte invece c'è ostilità nei miei confronti. Questo arriva soprattutto dagli umani. Mi temono, mi giudicano e certe volte mi respingono, ma la cosa peggiore di tutte è che cercano di spiegarmi. Io non posso essere spiegata! Sono un'essenza, un'emozione chiamatemi come volete, ma non cercate mai di spiegarmi. Gli umani mi chiamano "amore", non so esattamente cosa voglia dire questa parola, però mi piace. Da qualche tempo a questa parte ho notato che gli umani mi incuriosiscono. Hanno uno strano concetto di me stessa. Io non vado a casaccio quando scelgo due o più soggetti da inebriare. Ascolto e studio delle creature che possono avere delle auree emotive simili tra di loro e provo a dare una scintilla che li porti a scambiarsi emozioni. Il resto devono farlo loro, da soli. Ci sono sempre riuscita con gli animali e le piante. Gli umani invece.. sono davvero una strana razza. Quando la terra era abitata dagli elfi della foresta era tutto più facile. Loro in quanto razza sopraffina erano a conoscenza della mia esistenza come entità. Potevano addirittura vedermi. Invece gli umani sono talmente stupidi da ripudiarmi e a volte lasciare spazio a sentimenti più facili da provare, come l'odio e la voglia di potere. Chiunque mi abbia creato ha dovuto creare anche il mio contrario perché in natura è normale che sia così. Io non riesco a vedere l'odio, come lui non riesce a vedere me. Siamo due cose inversamente proporzionali e mai potremmo incontrarci. 

Qualche giorno fa mi successe una cosa strana. Stavo sorvolando una zona della terra che gli umani chiamano "Scozia". Vicino ad una località chiamata "Balbeg". Atterrai dolcemente sulla sponda del lago. C'erano state tantissime persone che sostenevano di aver visto al suo interno una strana creatura. Io sapevo che quella creatura era un'altra entità come me. Solo che la gente parlava di lui come di un "mostro" e allora mi chiedevo anche io come potesse essere il mio aspetto. A volte stavo ad ascoltare le persone che descrivevano la creatura e provavo ad immaginare. Rispetto a loro era enorme e io non credevo di essere così grande. 

Era notte fonda sulle rive del lago. Passeggiavo guardando l'acqua che rifletteva i raggi della luna. All'improvviso vidi un giovane uomo seduto su una panchina e mi soffermai davanti a lui. Lo scrutai bene, ero davvero incuriosita. Faceva degli strani sussulti e fiumi d'acqua sgorgavano dai suoi occhi. Lui si destò quasi come avesse sentito qualcosa o qualcuno che non potevo essere io; in quanto umano, non poteva vedermi. Io lo guardai intensamente, era davvero un bel ragazzo, per quanto ne sappia io di bellezza. Mi aveva colpito molto il suo viso con quei lineamenti dolci e molto simmetrici. In quel momento sembrava stesse guardando nella mia direzione.
"E tu chi sei?" esclamò.
Io mi girai, volevo vedere con chi stava parlando.
"Perché ti giri? Guarda che sto parlando con te.."
Sgranai gli occhi, e respirai profondamente, poi, provai a parlare.
"Dici a me?"
"Certo, e chi se no? Siamo solo io e te qui! Come ti chiami?"
Non sapevo cosa dire, era la prima volta che mi succedeva di poter parlare con qualcuno. Utilizzai il nome dell'ultima persona che avevo inebriato e, dato che lui era un uomo, scelsi un nome da donna.
"Sono Kayla, e tu?"
"Io sono Mark, piacere" e così dicendo distese il braccio protraendomi la sua mano. Cosa potevo fare adesso? Gli umani non potevano vedermi ne toccarmi, cosa sarebbe successo se la sua mano avesse attraversato la mia? Sarebbe scappato urlando di aver visto un fantasma? Dovevo inventare una scusa.
"Scusami ma ho le mani sporche"
Lui mi guardò sospettosamente, ma ritrasse la mano e non fece altre domande a riguardo.
"Ti sei fermata perché piangevo?"
"Piangevi?"
Il suo sguardo si posò vicino alle sue scarpe, una lacrima uscì dal suo occhio e andò ad infrangersi contro la terra. Nell'istante in cui la lacrima si infranse sul suolo formando migliaia di gocce più piccole di lei, alzò lo sguardo. I suoi occhi erano spenti, gonfi e umidi. Vedevo un misto di rabbia e dolore nella sua anima. Nonostante tutto, quel minimo di coraggio che aveva in quel momento prese il sopravvento e mi parlò.
"Si piangevo, ho avuto un grave lutto la scorsa settimana e ultimamente passo la notte in riva al lago a pensare.."
"Mi dispiace.."
"Non preoccuparti, mia moglie è morta, ma rimarrà per sempre nel mio cuore. Per sempre!"
"Hai perso la moglie? Quanti anni aveva?"
"Trentadue.. ed era.. incinta.." una lacrima rigò nuovamente il suo bel viso e lui, prontamente, la asciugò con il palmo della mano.
Non sapevo più cosa dire. Un umano che riusciva a vedermi e sentirmi. Era davvero una cosa strana. Gli elfi, nella loro era, erano a conoscenza di ciò che sono ma non potevano parlare con me.
"A cosa stai pensando Kayla?"
"Oh.. niente, stavo solo.. ecco.. scusami ma devo scappare!" La paura si impadronì di me. Tutti quei sentimenti che non avevo mai provato, adesso c'erano, li potevo sentire dentro di me. Ma perché stava accadendo tutto ciò?
"D'accordo. Senti, se vuoi, io domani sera alla stessa ora sono qui. Magari scambiamo due chiacchiere, ti va?"
"V-va bene, vedo che posso fare, ok?"
"Ci conto!"
Mi sorrise. La tristezza che era presente nell'anima di quell'uomo era talmente grande che potevo quasi sentirne l'odore, eppure, trovò uno spiraglio di felicità per sorridermi, che strani esseri gli umani. Mi girai verso il lago e vidi una donna. Sembrava una giovane donna, alta, bionda con forme sinuose e proporzionate. Aveva un viso davvero splendido, dalla carnagione chiara e rosea sulle guance. Indossava un vestito bianco, lungo, di seta. Era la ragazza più bella che avessi mai visto. Mi avvicinai e vidi che anche lei si avvicinava a me. Si fermava quando mi fermavo io. Mi accorsi allora che mi stavo specchiando nel lago. Era davvero incredibile. Non mi ero mai vista in quanto entità. Non capivo cosa stesse succedendo quella sera. L'immagine sull'acqua però stava diventando sempre più sbiadita. Mi voltai verso Mark, vidi che si stava allontanando. Avevo capito tutto. In presenza di quel ragazzo io prendevo sembianze umane e provavo emozioni umane. Non poteva che essere così, anche se, non mi sapevo spiegare il perché. Più Mark si allontava più io sentivo me stessa diventare più leggera, più fredda, più vuota. Avevo provato delle emozioni e volevo riprovarle ancora. Negli ultimi attimi in cui la mia immagine era quasi del tutto sbiadita, provai un'ultima emozione. Si chiamava desiderio. Era il desiderio di rivedere quella persona per poter provare ancora ad essere un pochino umana, con tutte le imperfezioni che hanno gli umani, con tutti i loro più brutti difetti, ma con questo grande dono di poter provare emozioni.
  
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