Ciao!
Questa è la mia prima storia su Draco ed Hermione. Molti
degli
avvenimenti descritti sono inventati. Spero che vi piaccia. I
commenti sono graditi ;)
Buona
lettura.
P.s.: vi consiglio di leggerla con questa melodia sotto http://www.youtube.com/watch?v=_dMiJyXyYcY
Cara Hermione,
se
stai leggendo questa lettera vuol dire che la missione è
andata male, o forse è andata bene e solo io ho fatto una
brutta fine, preferirei che fosse così. Ho detto a Blaise di
darti questa lettera solo in caso io fossi morto. Voglio solo che tu
sappia che non sono tornato dalla loro parte. Non voglio che tu viva
odiandomi. So che per te sarebbe molto più semplice andare
avanti pensando a me come una persona spregevole, ma sono troppo
egoista per desiderare questo. Voglio che tu sappia che ero
lì
per conto dell'Ordine, puoi chiedere a mia cugina Tonks, lo sa solo
lei. Non so se riuscirò a raggiungere il mio obbiettivo, ma
sappi che ci proverò, anche a costo della mia vita.
Farò
in modo che tu sia al sicuro una volta per tutte, costi quel che
costi. Cercherò di aiutare l'Ordine della Fenice a catturare
gli ultimi Mangiamorte ancora in libertà. Voglio che tu
possa
vivere in pace, felice.
Ora
voglio dirti tutto quello che non ho avuto il coraggio di dirti.
Sono
sempre stato un fottuto stronzo, uno a cui non fregava nulla degli
altri, mi importava solo di avere tutto quello che volevo. Mi bastava
chiedere per ricevere qualsiasi cosa. Mio padre mi ha cresciuto con
l'idea che nessuno sarebbe mai stato alla mia altezza. Io ero
superiore a qualsiasi essere vivente. E io ci ho sempre creduto. Che
idiota. Poi la ciliegina sulla torta. La cosa che ha tenuto,
più
di tutte, a insegnarmi: i Mezzosangue sono feccia. Per questo ti ho
sempre disprezzata e considerata una nullità. Non sapevo
ancora quanto mi sbagliassi, quanto mio padre sbagliasse. Ho sempre
visto mio padre come un esempio. Qualcuno da seguire. Fino al ritorno
di Tu-Sai-Chi, al quarto anno. Da quel momento mio padre è
impazzito, ha cominciato a picchiare mia madre e a punire me
torturandomi. Ormai per me il Crucio è cosa di tutti i
giorni.
Dopo poco ho deciso: avrei protetto mia madre. Ho cominciato a essere
torturato, anche al suo posto, e a me andava bene. Ma tutto questo lo
sai.
Prima
dell'inizio del sesto anno ho visto la mia fine: a sedici anni
è
arrivato il Marchio Nero. Se avessi potuto avrei preferito la morte a
quel tatuaggio, ma non ho avuto scelta. Mi è stato detto di
scegliere tra il diventare un Mangiamorte e la morte di mia madre.
Non ho avuto scelta. In quel momento ho perso me stesso. Per quanto
mi riguardava potevo morire, non me ne sarei neanche accorto. Ero sul
punto di farmi uccidere, ma poi ho pensato che così la mia
famiglia sarebbe stata nelle mani di mio padre. Non potevo.
Arrivato
a scuola vi ho rivisti tutti e ho pensato che presto, molto
probabilmente, la maggior parte di voi sarebbe morta a causa mia.
Non
ho dato molta importanza a questo, se devo essere sincero. Preferivo
salvare la mia famiglia, piuttosto che tutte quelle persone con cui
non avevo nulla da spartire.
Ma
poi è successo qualcosa: ti ho rivista. Non te l'ho mai
detto,
ma in quel momento mi è successo qualcosa, qualcosa che non
mi
sarei mai aspettato. Ti ho trovata meravigliosa. Mi ricordo che
sorridevi ai tuoi amici e io per un attimo ho desiderato essere al
loro posto, ho desiderato che quei sorrisi tu li rivolgessi solo a
me. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo e perciò
ho semplicemente lasciato correre.
Insomma
da quel giorno ho cominciato a guardarti sotto una luce diversa.
Ma
non potevo lasciarmi prendere e quindi ho continuato a trattarti
male, come sempre.
Dopo
la guerra ho continuato a insultarti, nonostante ormai fossi io
quello che meritava gli insulti. Durante quello che sarebbe stato il
nostro settimo anno ne ho fatte troppe e tu ne hai passate tante. La
mia famiglia ti ha persino torturata.
Eppure
quel giorno, quando tornammo a scuola per finire gli studi, in Sala
Grande tu mi hai difeso davanti a tutti, ti sei imbestialita con
tutti quelli che insultandomi, in realtà, avevano detto
tutta
la verità sul mio conto. Hai persino Schiantato il tuo
migliore amico. Lo Sfregiato, o per pochi amici Potter Fesso.
Sei
stata la prima persona che si sia mai preoccupata per me. All'infuori
di mia madre.
E
io, nonostante tutto, ho continuato a trattarti male, a insultarti.
Quando
quella sera mi urlasti contro che non ne potevi più, che
avevi
bisogno di qualcuno che ti stesse vicino, ma eri completamente sola
perchè quelli che affermavano di essere tuoi amici avevano
altro per la testa, quando ti ho vista piangere per la prima volta,
mi sono sentito uno schifo. Ma quando ho sentito dalla tua bocca il
disprezzo che tu provavi per me, mi sono sentito morire e ti ho
urlato contro tutto quello che mi succedeva. Ti ho fatto vedere le
ferite e i lividi che avevo sul corpo. Mi sono sfogato con te, su di
te, nonostante tu non lo meritassi. E tu come al solito mi hai
stupito: mi hai abbracciato, hai poggiato le tue mani sulle mie
spalle come se l'appiglio di cui avevi bisogno lo vedessi proprio in
me. E per me è stato lo stesso: tu eri il mio appiglio,
ciò
che più di tutto mi teneva in vita.
Mi
hai curato le ferite tante di quelle volte che ormai potrebbero darti
la laurea di Medimagia. E io ti ho fatto un po' da spalla su cui
piangere.
La
sera del ballo, quello organizzato per festeggiare la fine della
guerra, come spinto da qualcosa mi sono girato verso il portone della
Sala Grande ed ecco la cosa più bella che io avessi mai
visto:
te che entravi sorridente nella Sala, avvolta in quel vestito nero.
Devo ammettere: stavo per saltarti addosso!
Ok,
diciamo che mezza sala ti sarebbe volentieri saltata addosso, ma come
biasimarci, eh? Eri stupenda.
Ti
sei girata verso di me e mi hai rivolto un sorriso. Quel sorriso
è
stampato nella mia mente, era diverso da quelli che rivolgevi ai tuoi
amici. Era meno vistoso, ma in qualche modo più sincero,
più
dolce.
Ad
un tratto ti ho vista uscire dalla sala da sola e, fregandomene del
fatto che forse, ma dico forse, volevi stare da sola, ti ho seguita.
Ti
ho vista entrare in un'aula vuota e sono entrato. Ti sei voltata e
io, senza darti tempo di dire o fare niente, ti ho baciata, o meglio
mi sono avventato sulle tue labbra e poi... beh, quella fu la nostra
prima volta. Di solito cambiavo una ragazza ogni sera, ma con loro
è
sempre stato solo sesso. Tu sei stata la prima, e l'unica, con cui io
abbia mai fatto l'amore.
Abbiamo
cominciato la nostra storia, di nascosto perchè i tuoi e i
miei amici, molto probabilmente non avrebbero accettato. E' stata
dura vederci sempre di nascosto, stare attenti a non far sospettare
nulla... è stato difficile, ma anche bellissimo. E' l'unica
cosa che io abbia fatto, in tutta la mia vita, di cui non mi
pentirò
mai.
Ok,
non ho mai scritto così tanto, e ti capisco se ti sei
addormentata... non lo so perchè ti ho scritto tutte queste
cose, più che una lettera sembra un diario. Forse l'ho fatto
perchè spero che non ti arrivi mai. Che tu non debba mai
leggere tutto ciò.
L'unica
cosa che dovresti davvero sapere è che tu sei stata l'unica
per me. Sei tutto: il mio appiglio, la mia luce.
Sei
stata tutta la mia vita, Granger. E se stai ancora leggendo queste
parole, sappi che tutto quello che mi interessa è non essere
morto invano. E ti chiedo di vivere. Vivi anche per me.
Con
questo non voglio chiederti di vivere nel mio ricordo. Anzi voglio
che tu ti rifaccia una vita. Una famiglia, con tanti bambini, anzi ti
auguro una figlia secchiona e saputella come lo sei tu, così
vedrai quanto sai essere insopportabile.
Sei
stata l'unica ad avermi mai amato e mi hai insegnato ad amare. E'
così. Non te l'ho mai detto chiaramente per paura, ma ti ho
amata, ti amo e ti amerò. Anche da morto e forse
più di
prima. Ti guarderò sempre e guai a chi ti farà
piangere. Voglio che tu sia felice, sempre. Voglio vedere quei
sorrisi meravigliosi illuminare il tuo volto. Voglio vederti sempre
forte, anche in questo momento. Forte come solo tu sai essere.
Io
non sono mai stato forte. Solo tu mi hai dato il coraggio di offrirmi
per questa missione.
Scusami
se ti ho scritto tutto questo, volevo solo che tu sapessi davvero
tutto di me.
Conoscendoti
probabilmente non mi dimenticherai molto facilmente e starai male.
Per questo ho chiesto a Blaise di prendersi cura di te. Lui mi
conosce più di chiunque altro e mi fido di lui. Ti prego
però
di sforzarti.
Immagina
che io sia sempre accanto a te. Sarò parte di te, come tu
sarai sempre parte di me. Tienimi con te finchè non sarai
pronta per andare avanti, finchè non sarai pronta a
lasciarti
tutto alle spalle e rifarti una vita, Fino a quando non riuscirai a
guardarti indietro, ripensare ai momenti passati con me, sorridendo.
Solo allora lasciami andare, e pensa a me come a quel ragazzo che ti
ha amata ai tempi della scuola e per cui tu hai fatto tanto. A cui tu
hai insegnato a vivere.
Tuo
per sempre,
Draco Malfoy
Hermione,
con il viso ormai rigato dalle lacrime che continuavano a uscire dai
suoi occhi, poggiò per l'ennesima volta il foglio sulla
scrivania davanti a sé, vicino alla Gazzetta del Profeta di
tre mesi prima. In prima pagina l'articolo recitava:
“Ieri
l'ultimo gruppo di Mangiamorte ancora a piede libero è stato
catturato dagli Auror del Ministero della Magia. Draco Lucius Malfoy,
che ha collaborato in segreto con l'Ordine della Fenice, è
disperso.”
La
giovane donna aveva letto e riletto quella pagina, come se questo
potesse aiutare a ritrovarlo.
Ma
Blaise sapeva... era sicuro che se il biondo non era ancora tornato,
non c'era più niente da fare.
Continua
ad accarezzarsi il grembo, in cui, giorno dopo giorno, cresceva il
suo bambino, il loro bambino. Un piccolo Malfoy.
Ad
un tratto sente la porta aprirsi e girandosi vede il suo nuovo amico
Blaise con il fiatone e gli occhi lucidi.
“Hermione,
c'è una persona!” detto questo si sposta.
La
ragazza sgrana gli occhi, si alza di scatto... non riesce a crederci.
E
un sorriso le illumina il volto.
Un sussurro...
“Draco...”