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Autore: rob93    12/11/2009    12 recensioni
Hermione, con il viso ormai rigato dalle lacrime che continuavano a uscire dai suoi occhi, poggiò per l'ennesima volta il foglio sulla scrivania davanti a sé, vicino alla Gazzetta del Profeta di tre mesi prima. In prima pagina l'articolo recitava: “Ieri l'ultimo gruppo di Mangiamorte ancora a piede libero è stato catturato dagli Auror del Ministero della Magia. Draco Lucius Malfoy, che ha collaborato in segreto con l'Ordine della Fenice, è disperso.”
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Questa è la mia prima storia su Draco ed Hermione. Molti degli avvenimenti descritti sono inventati. Spero che vi piaccia. I commenti sono graditi ;)
Buona lettura.

P.s.: vi consiglio di leggerla con questa melodia sotto http://www.youtube.com/watch?v=_dMiJyXyYcY



Cara Hermione,

se stai leggendo questa lettera vuol dire che la missione è andata male, o forse è andata bene e solo io ho fatto una brutta fine, preferirei che fosse così. Ho detto a Blaise di darti questa lettera solo in caso io fossi morto. Voglio solo che tu sappia che non sono tornato dalla loro parte. Non voglio che tu viva odiandomi. So che per te sarebbe molto più semplice andare avanti pensando a me come una persona spregevole, ma sono troppo egoista per desiderare questo. Voglio che tu sappia che ero lì per conto dell'Ordine, puoi chiedere a mia cugina Tonks, lo sa solo lei. Non so se riuscirò a raggiungere il mio obbiettivo, ma sappi che ci proverò, anche a costo della mia vita. Farò in modo che tu sia al sicuro una volta per tutte, costi quel che costi. Cercherò di aiutare l'Ordine della Fenice a catturare gli ultimi Mangiamorte ancora in libertà. Voglio che tu possa vivere in pace, felice.
Ora voglio dirti tutto quello che non ho avuto il coraggio di dirti.
Sono sempre stato un fottuto stronzo, uno a cui non fregava nulla degli altri, mi importava solo di avere tutto quello che volevo. Mi bastava chiedere per ricevere qualsiasi cosa. Mio padre mi ha cresciuto con l'idea che nessuno sarebbe mai stato alla mia altezza. Io ero superiore a qualsiasi essere vivente. E io ci ho sempre creduto. Che idiota. Poi la ciliegina sulla torta. La cosa che ha tenuto, più di tutte, a insegnarmi: i Mezzosangue sono feccia. Per questo ti ho sempre disprezzata e considerata una nullità. Non sapevo ancora quanto mi sbagliassi, quanto mio padre sbagliasse. Ho sempre visto mio padre come un esempio. Qualcuno da seguire. Fino al ritorno di Tu-Sai-Chi, al quarto anno. Da quel momento mio padre è impazzito, ha cominciato a picchiare mia madre e a punire me torturandomi. Ormai per me il Crucio è cosa di tutti i giorni. Dopo poco ho deciso: avrei protetto mia madre. Ho cominciato a essere torturato, anche al suo posto, e a me andava bene. Ma tutto questo lo sai.
Prima dell'inizio del sesto anno ho visto la mia fine: a sedici anni è arrivato il Marchio Nero. Se avessi potuto avrei preferito la morte a quel tatuaggio, ma non ho avuto scelta. Mi è stato detto di scegliere tra il diventare un Mangiamorte e la morte di mia madre. Non ho avuto scelta. In quel momento ho perso me stesso. Per quanto mi riguardava potevo morire, non me ne sarei neanche accorto. Ero sul punto di farmi uccidere, ma poi ho pensato che così la mia famiglia sarebbe stata nelle mani di mio padre. Non potevo.
Arrivato a scuola vi ho rivisti tutti e ho pensato che presto, molto probabilmente, la maggior parte di voi sarebbe morta a causa mia.
Non ho dato molta importanza a questo, se devo essere sincero. Preferivo salvare la mia famiglia, piuttosto che tutte quelle persone con cui non avevo nulla da spartire.
Ma poi è successo qualcosa: ti ho rivista. Non te l'ho mai detto, ma in quel momento mi è successo qualcosa, qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Ti ho trovata meravigliosa. Mi ricordo che sorridevi ai tuoi amici e io per un attimo ho desiderato essere al loro posto, ho desiderato che quei sorrisi tu li rivolgessi solo a me. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo e perciò ho semplicemente lasciato correre.
Insomma da quel giorno ho cominciato a guardarti sotto una luce diversa.
Ma non potevo lasciarmi prendere e quindi ho continuato a trattarti male, come sempre.
Dopo la guerra ho continuato a insultarti, nonostante ormai fossi io quello che meritava gli insulti. Durante quello che sarebbe stato il nostro settimo anno ne ho fatte troppe e tu ne hai passate tante. La mia famiglia ti ha persino torturata.
Eppure quel giorno, quando tornammo a scuola per finire gli studi, in Sala Grande tu mi hai difeso davanti a tutti, ti sei imbestialita con tutti quelli che insultandomi, in realtà, avevano detto tutta la verità sul mio conto. Hai persino Schiantato il tuo migliore amico. Lo Sfregiato, o per pochi amici Potter Fesso.
Sei stata la prima persona che si sia mai preoccupata per me. All'infuori di mia madre.
E io, nonostante tutto, ho continuato a trattarti male, a insultarti.
Quando quella sera mi urlasti contro che non ne potevi più, che avevi bisogno di qualcuno che ti stesse vicino, ma eri completamente sola perchè quelli che affermavano di essere tuoi amici avevano altro per la testa, quando ti ho vista piangere per la prima volta, mi sono sentito uno schifo. Ma quando ho sentito dalla tua bocca il disprezzo che tu provavi per me, mi sono sentito morire e ti ho urlato contro tutto quello che mi succedeva. Ti ho fatto vedere le ferite e i lividi che avevo sul corpo. Mi sono sfogato con te, su di te, nonostante tu non lo meritassi. E tu come al solito mi hai stupito: mi hai abbracciato, hai poggiato le tue mani sulle mie spalle come se l'appiglio di cui avevi bisogno lo vedessi proprio in me. E per me è stato lo stesso: tu eri il mio appiglio, ciò che più di tutto mi teneva in vita.
Mi hai curato le ferite tante di quelle volte che ormai potrebbero darti la laurea di Medimagia. E io ti ho fatto un po' da spalla su cui piangere.
La sera del ballo, quello organizzato per festeggiare la fine della guerra, come spinto da qualcosa mi sono girato verso il portone della Sala Grande ed ecco la cosa più bella che io avessi mai visto: te che entravi sorridente nella Sala, avvolta in quel vestito nero. Devo ammettere: stavo per saltarti addosso!
Ok, diciamo che mezza sala ti sarebbe volentieri saltata addosso, ma come biasimarci, eh? Eri stupenda.
Ti sei girata verso di me e mi hai rivolto un sorriso. Quel sorriso è stampato nella mia mente, era diverso da quelli che rivolgevi ai tuoi amici. Era meno vistoso, ma in qualche modo più sincero, più dolce.
Ad un tratto ti ho vista uscire dalla sala da sola e, fregandomene del fatto che forse, ma dico forse, volevi stare da sola, ti ho seguita.
Ti ho vista entrare in un'aula vuota e sono entrato. Ti sei voltata e io, senza darti tempo di dire o fare niente, ti ho baciata, o meglio mi sono avventato sulle tue labbra e poi... beh, quella fu la nostra prima volta. Di solito cambiavo una ragazza ogni sera, ma con loro è sempre stato solo sesso. Tu sei stata la prima, e l'unica, con cui io abbia mai fatto l'amore.
Abbiamo cominciato la nostra storia, di nascosto perchè i tuoi e i miei amici, molto probabilmente non avrebbero accettato. E' stata dura vederci sempre di nascosto, stare attenti a non far sospettare nulla... è stato difficile, ma anche bellissimo. E' l'unica cosa che io abbia fatto, in tutta la mia vita, di cui non mi pentirò mai.
Ok, non ho mai scritto così tanto, e ti capisco se ti sei addormentata... non lo so perchè ti ho scritto tutte queste cose, più che una lettera sembra un diario. Forse l'ho fatto perchè spero che non ti arrivi mai. Che tu non debba mai leggere tutto ciò.
L'unica cosa che dovresti davvero sapere è che tu sei stata l'unica per me. Sei tutto: il mio appiglio, la mia luce.
Sei stata tutta la mia vita, Granger. E se stai ancora leggendo queste parole, sappi che tutto quello che mi interessa è non essere morto invano. E ti chiedo di vivere. Vivi anche per me.
Con questo non voglio chiederti di vivere nel mio ricordo. Anzi voglio che tu ti rifaccia una vita. Una famiglia, con tanti bambini, anzi ti auguro una figlia secchiona e saputella come lo sei tu, così vedrai quanto sai essere insopportabile.
Sei stata l'unica ad avermi mai amato e mi hai insegnato ad amare. E' così. Non te l'ho mai detto chiaramente per paura, ma ti ho amata, ti amo e ti amerò. Anche da morto e forse più di prima. Ti guarderò sempre e guai a chi ti farà piangere. Voglio che tu sia felice, sempre. Voglio vedere quei sorrisi meravigliosi illuminare il tuo volto. Voglio vederti sempre forte, anche in questo momento. Forte come solo tu sai essere.
Io non sono mai stato forte. Solo tu mi hai dato il coraggio di offrirmi per questa missione.
Scusami se ti ho scritto tutto questo, volevo solo che tu sapessi davvero tutto di me.
Conoscendoti probabilmente non mi dimenticherai molto facilmente e starai male. Per questo ho chiesto a Blaise di prendersi cura di te. Lui mi conosce più di chiunque altro e mi fido di lui. Ti prego però di sforzarti.
Immagina che io sia sempre accanto a te. Sarò parte di te, come tu sarai sempre parte di me. Tienimi con te finchè non sarai pronta per andare avanti, finchè non sarai pronta a lasciarti tutto alle spalle e rifarti una vita, Fino a quando non riuscirai a guardarti indietro, ripensare ai momenti passati con me, sorridendo. Solo allora lasciami andare, e pensa a me come a quel ragazzo che ti ha amata ai tempi della scuola e per cui tu hai fatto tanto. A cui tu hai insegnato a vivere.



Tuo per sempre,

Draco Malfoy



Hermione, con il viso ormai rigato dalle lacrime che continuavano a uscire dai suoi occhi, poggiò per l'ennesima volta il foglio sulla scrivania davanti a sé, vicino alla Gazzetta del Profeta di tre mesi prima. In prima pagina l'articolo recitava:
Ieri l'ultimo gruppo di Mangiamorte ancora a piede libero è stato catturato dagli Auror del Ministero della Magia. Draco Lucius Malfoy, che ha collaborato in segreto con l'Ordine della Fenice, è disperso.”
La giovane donna aveva letto e riletto quella pagina, come se questo potesse aiutare a ritrovarlo.
Ma Blaise sapeva... era sicuro che se il biondo non era ancora tornato, non c'era più niente da fare.

Continua ad accarezzarsi il grembo, in cui, giorno dopo giorno, cresceva il suo bambino, il loro bambino. Un piccolo Malfoy.


Ad un tratto sente la porta aprirsi e girandosi vede il suo nuovo amico Blaise con il fiatone e gli occhi lucidi.
Hermione, c'è una persona!” detto questo si sposta.
La ragazza sgrana gli occhi, si alza di scatto... non riesce a crederci.
E un sorriso le illumina il volto.

Un sussurro...


Draco...”



  
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