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Autore: darkjedi    14/06/2005    4 recensioni
questa fic non è mia ma è di SadieElfGirl io l'ho solo tradotta
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Elladan, Elrohir, Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SILENZIOSAMENTE NELLA NOTTE 14 – LA FINE DEL VIAGGIO --------------------- Un elfo biondo camminava attraverso gli alberi di Mirkwood fiduciosamente. Spesso lui gettava uno sguardo al suo compagno dai capelli scuri e nascondeva un sorriso. Ah…. L’energia della gioventù!
Effettivamente il giovane che camminava accanto all'essere biondo stava quasi saltando dall’eccitazione, le sue ciocche scure si agitavano sulle sue spalle mentre lui girava la testa da una parte all’altra.
L’elfo stava quasi per fare un commento sull'inquietudine che circondava il suo compagno, ma ci pensò  meglio mentre  vedeva com’era teso il giovane. Per i Valar! Un colpo sulla sua spalla poteva venir preso probabilmente come un tentativo alla sua vita…
Un leggero movimento dei rami di un albero colpì l'occhio del folletto biondo. Lui sorrise leggermente. Tenendo fuori il suo braccio, lui fermò il suo compagno.
“Io so che tu sei là,” Chiamò l’elfo con una voce chiara. “Esci dove io posso vederti.”
Quasi immediatamente, un altro elfo si lasciò cadere dai rami sopra la sua testa. Lui si drizzò dalla sua posizione acquattata e sorrise maliziosamente ai due. “Siete in ritardo. I miei Signori Thranduil ed Elrond vi stanno aspettando da un po’.”
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Elladan si svegliò con un sobbalzo. Sedendosi lentamente, lui gettò uno sguardo confuso intorno alla camera degli ospiti. Cosa aveva provocato quell’improvvisa vigilanza? Non un suono…neppure il più sottile raggio di luce era riuscito ad oltrepassare le tende.. Vide immediatamente che non c’era niente che non andava, il giovane signore elfico sbadigliò largamente e si distese di nuovo, mentre piegava le mani sotto la testa. Lui intendeva tornare nel felice regno dei sogni, ma…qualcosa stava disturbando i suoi sensi. Dopo alcuni minuti passati ad agitarsi e girarsi, lui buttò via di nuovo le sue coperte con disgusto e lasciò penzolare le gambe da un lato del letto.
Lui doveva scoprire quello che stava accadendo. Forse erano di nuovo Estel e Legolas.. Lui ringhiò leggermente mentre afferrava il suo abbigliamento dalla sedia. Quei due…
Riconoscendo che lui era giù di morale a causa della separazione prolungata dal suo gemello, il duo irrefrenabile stava tentando di confortare l’elfo. Questo portava all'inscenare e all’eseguire molte birichinate tutte alle spese del Noldor scuro. Naturalmente poi, quando lui cercava di punirli, loro dicevano che erano ancora ‘invalidi' e non potevano essere trattati in quel modo.
Elladan sbuffò leggermente. Era passato un mese da quella notte…un intero orribile mese durante il quale aveva dovuto sopportare qualunque scherzo che loro gli avevano tirato senza potersi vendicarsi.
E ora c'era questo presentimento…
Quando si fu  vestito, l’elfo si diresse verso la porta esaminandola attentamente prima di aprirla. Recentemente Estel ci aveva lasciato un secchio pieno di fango raccolto nello stagno. Quella mattina comunque, la porta si aprì senza incidenti. Elladan sospirò di sollievo ed uscì nella sala.
Appena lui mise piede fuori della stanza, l’elfo scuro seppe che era successo qualche cosa… Lui poteva sentire delle voci….quella di suo padre, di Thranduil…il suo cuore mancò un battito mentre lui riconobbe l'altro voce.
Era quella di Glorfindel… E se Glorfindel era lì…
“Elrohir!” Il gemello corse giù lungo il passaggio verso le camere di suo padre. Lui poteva sentire le voci dietro la porta di Elrond con una chiarezza che lui non aveva mai sperimentato neanche con le sue orecchie elfiche.
Lui ora poteva sentire la voce di suo fratello…
Prendendo il pomello della porta, Elladan la attraversò per trovarsi a faccia a faccia con…
… se stesso.
Per un momento, nessuno dei due elfi poté muoversi, o poté parlare. Loro semplicemente si fissarono l'uno con l'altro. Era incredibile, Elladan comprese in una sorta di distacco, come veramente erano simili lui e suo fratello. Era meraviglioso. Il suo gemello. L'altra metà della sua anima.
La bocca di Elrohir s’inclinò leggermente. “Ti sono mancato ?”
“No, davvero.” Elladan permise alla sua bocca di inclinarsi allo stesso modo.
“Bugiardo.” Elrohir avanzò e strinse suo fratello tra le braccia.
“Io ci ho provato.” Il gemello più grande restituì ferocemente l'abbraccio.
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“Dov’è?!” Legolas emerse da un guardaroba piuttosto grande, i suoi capelli biondi sporgevano da molte angolazioni strane. Tuniche, calze, e molti altri articoli del vestiario erano sparpagliati nella stanza, dando ad un osservatore casuale l'impressione che una bufera di piccole dimensioni aveva attraversato la camera del principe.
“Forse se io sapessi quello che stai cercando…” Aragorn attraversò con cautela il pavimento. Con un sospiro, lui si sedette sul letto dell’elfo e lo guardò mentre Legolas cominciava a ricontrollare i vestiti che già aveva gettato lontano.
“La mia tunica preferita,” Legolas aggrottò le ciglia mentre lui gettava qualche cosa di blu cielo da una parte. “Quella verde…con i disegni sopra…”
Aragorn sentì il sorriso gelarsi sulla sua faccia. L’ultima volta che lui aveva visto quella particolare tunica… l'aveva fatta personalmente a brandelli. ‘naturalmente, era stato necessario, ' si disse  ma si sentì leggermente prendere dal panico, ‘Legolas aveva avuto bisogno di bende… ' in qualche modo però lui non pensava che l’elfo l’avrebbe vista in quella prospettiva.
“L'hai vista da qualche parte ?” Legolas si girò verso il ramingo, un cipiglio che scuriva la sua bella faccia.
Aragorn aprì la bocca, sperando che nulla di stupido ne uscisse… “Um…no?”  Apparentemente, i Valar stavano accogliendo il suo bluff.
“Perché quella risposta era nella forma di una domanda, mellon nin?” gli occhi blu del principe si restrinsero pericolosamente mentre lui iniziava lentamente ad avvicinarsi al suo amico.
“Bene…”
Un sommesso bussare distrasse l'attenzione di Legolas dal ramingo sfortunato. Il cipiglio dell’elfo si approfondì leggermente. “Non pensare che io mi dimentichi, Aragorn” disse oscuramente mentre   attraversava il pavimento ingombrato. Con un ringhio furioso, lui spalancò la porta. “Cosa ?!… Oh… Elladan…”
Era una cosa curiosa vedere l’umore dell’elfo reale cambiare con la stessa velocità del volo di un uccello. Aragorn alla menzione del nome di suo fratello fu rapidamente al fianco di Legolas. Il suo cuore sobbalzò dolorosamente quando vide l'espressione addolorata dell’elfo scuro. “Elladan! Che cosa c’è ?”
“E’ arrivato Glorfindel.” la voce di Elladan era bassa. I suoi occhi grigi erano abbassati.
Aragorn ingoiò dolorosamente. Glorfindel era arrivato. Dov’era Elrohir…? “E nostro fratello?” Lui chiese preoccupato, “Dov’è Elrohir?” E se i danni avuti dal gemello più giovane fossero stati più seri di quello che loro pensavano?
Alla menzione del nome del suo gemello, la faccia di Elladan accasciò, come se lui stesse quasi per scoppiare in lacrime.
Valar…no…
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Rimanendo a breve distanza dalla sala, Elrohir lottava per trattenersi dal ridere. Quando il suo gemello l'aveva informato degli scherzi che il fratello minore e il reale principe si erano divertiti a fargli durante quel mese…bene, lui non aveva potuto resistere alla possibilità di aiutare suo fratello a castigare in modo adeguato i due.
Velocemente il gemello più giovane si coprì la bocca con la mano mentre lui vedeva la faccia di Elladan accasciarsi. Oh…questo era così bello…
“Lui…” Elladan permise alla sua voce di spezzarsi, come se fosse addolorata. In realtà lui stava probabilmente lottando contro l'ilarità più duramente che per suo fratello.
“Sì?” la voce lievemente agitata di Aragorn echeggiò nella sala.
L’elfo scuro scoppio in singhiozzi evidentemente falsi. “Lui è tornato sano e  salvo! E’ completamente guarito!!!” Con quello, lui gettò le sue braccia intorno al collo di Legolas e continuò a piangere.
Ci fu un momento di silenzio.
“Ti giuro,” la voce del  ramingo era completamente piatta. “Uno di questi giorni, io ti ucciderò.”
A questo punto Elrohir avrebbe voluto riunirsi ai suoi fratelli ed al suo amico, ma ne era incapace. Le   risate che lo scuotevano lo rendevano incapace di muoversi.
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Malgrado l’irritazione per essere stato giocato così, Aragorn non poteva non sorridere, ma quando lui finalmente vide il gemello più giovane ancora allo stesso posto dove era rimasto incapace di muoversi, finalmente si calmò. “Elrohir!” Il ramingo superò rapidamente Elladan ed abbracciò l’elfo scuro; il suo sorriso che si allargava mentre lui sentiva la forza  che fluiva da suo fratello. Oh, come gli era mancato lui. Tutti loro gli erano mancati.
Elrohir strinse leggermente nel suo abbraccio il suo fratellino. Sì, lui sapeva che se qualsiasi cosa fosse accaduta ad Estel, suo padre e fratello glielo avrebbero fatto sapere . Comunque…da quando lui aveva avuto quei sogni orribili, lui sapeva che non sarebbe stato soddisfatto finché non avrebbe tenuto suo fratello minore tra le sue braccia. Fino a quando non avesse visto che Estel stava bene. Lui si tirò indietro e allontanò il ramingo alla lunghezza del braccio, scrutandolo attentamente. L’uomo rise leggermente, mentre si affrettava ad assicurare suo fratello elfo. “ Avo osto, gwanor nin. Non mae.” lo sguardo fisso di Aragorn diventò acuto mentre lui guardava Elrohir, ancora aggrappato al braccio dell’elfo. “A le?” Il gemello più giovane fece un sospiro di sollievo ed annuì col capo, un ghigno si allargo sulla sua bella faccia. Comunque, l'espressione fu controllata e fu sostituita da una confusa quando lui gettò uno sguardo sulla spalla di suo fratello, i suoi occhi grigi improvvisamente attratti dalla pila di vestiti che coprivano gran parte della stanza di Legolas. “um…cosa è accaduto qui?”
Aragorn lasciò suo fratello, celando un fremito. Stavano tornando in territorio pericoloso…
“Io non riesco a trovare una tunica,” borbottò leggermente Legolas, colpendo leggermente qualche cosa di un rosso pallido che aveva il coraggio di non essere quello che lui non stava cercando. “La mia preferita.”
Le sopracciglia di Elrohir si unirono insieme. “Era verde? Con i disegni della tua famiglia ricamati sopra ?”
Legolas s’illuminò. “Sì! Proprio quella!”
‘Oh no… ' Aragorn gettò uno sguardo alla porta con aria speranzosa e si chiese quanto veloce potesse fuggire giù per la sala.
“Io me la ricordo,” Elladan gettò una strana occhiata al principe. “tu la stavi portandolo la notte in cui  siano stati attaccati dagli orchi.”
“Ma io non la portavo quando sono arrivato a Mirkwood…” Legolas ancora una volta aggrottò le ciglia, perplesso da quello spazio vuoto nella sua memoria. “Io avevo solamente la sotto tunica.”
Elrohir osservò le occhiate nervose che  suo fratello minore stava mandando verso la porta. Improvvisamente, un sospetto crebbe nella sua mente. “Estel, sai qualche cosa di questa tunica che è scomparsa ?”
Il ramingo lanciò un'occhiataccia al fratello che avrebbe incenerito un troll. “Bene…Legolas… non devi prendertela…l’ho dovuta rompere per farne delle bende.”
Il principe rimase notevolmente calmo. “La mia tunica.”
“Sì.”
“Tu l’hai rotta.”
Aragorn osservò attentamente il suo amico. Non c'era nessun accenno di rabbia…ancora. Nulla che portasse ad un senso di bufera imminente. “Sì…”
L’elfo biondo sorrise amabilmente. “Io ti perdonerò, Dunadan.”
Elladan ed Elrohir si scambiarono un'occhiata. Non era una buona cosa quando Legolas sorrideva così amabilmente. Quell’espressione angelica era, di solito, l’ultima cosa che orchi e ragni vedevano prima di morire… Aragorn sapeva questo  come chiunque altro. Il suo sopracciglio si sollevò sulla sua fronte con incredulità. “Oh? Davvero?”
“Sì.” Un bagliore molto pericoloso apparve negli occhi blu di Legolas. “Ecco perché io ti darò un po’ di vantaggio. E quando ti prenderò, farai solamente un bagno nello stagno del palazzo invece che nel fiume.”
“Legolas, il ghiaccio nello stagno si è sciolto solo poche settimane fa…”
“Tu hai tempo finché io conto fino a trecento.”
“Legolas tu sei essere irragionevole…”
“Uno.”
“Elladan…Elrohir…aiutatemi vi prego ?”
“Due.”
Elladan sogghignò al giovane ramingo. “Io non vedo come noi possiamo aiutarti pen neth. Dopo tutto, noi non possiamo correre per te.”
Imprecando creativamente, l’uomo corse via.
Legolas fece l'occhiolino i gemelli. “Tre…quattro…duecento novantotto…duecento novantanove… Trecento. Sei mio. Quello è fuggito velocemente.”
I due elfi scuri risero leggermente mentre il principe si precipitava allegramente a cercare il loro fratello. Era bello sapere che alcune cose non sarebbero mai cambiate.
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Elrond sospirò con appagamento,  sedeva accanto a Thranduil in uno dei molti balconi della dimora del Re degli Elfi che dava su una vista particolarmente bella dei giardini. Per una volta l’elfo era piuttosto rilassato, la sua testa si girò verso l’alto verso il calore del sole, con gli occhi  mezzi chiusi.
“Come riesce a fare questo, Peredhel?”
Sorpreso dalla domanda, Elrond girò verso il re biondo. “Cosa vuole dire?”
Thranduil sospirò  leggermente ed aprì totalmente gli occhi. “I suoi figli. Tre di loro riescono a ferirsi su una base abbastanza regolare. Io ho solamente Legolas…ancora, che è piuttosto abbastanza per me. Ogni volta che lui torna ferito….io sono preoccupato. Io non so se sarei capace  di sostenere lo stesso sentimento ingrandito tre volte.”
“Io non pretendo di dire che è facile,” disse amaramente Elrond. “Ma non c'è poi molto che io posso fare. Loro ora sono cresciuti. Anche Estel.” L'ultimo nome fu detto sommessamente…quasi con ansia.
Era comprensibile, pensò Thranduil mentre studiava il Signore degli elfi. L’essere umano era, in termini elfici, appena più di un bambino di pochi anni, mentre Elrond era costretto a riconoscere il fatto che lui era cresciuto davvero. “Pensi che questa esperienza gli insegnerà ad essere più cauti?”
Elrond sogghignò apertamente. “Uno può sempre sperare. Sarebbe bello,” e aggiunse poi più seriamente, “non vedere più uno trascinare l'altro (o gli altri, borbottò Thranduil ) indietro a casa per doverli ricucire di nuovo.”
“Si, sarebbe bello.” sorrise Thranduil. “Forse loro avranno acquisito un po’ di maturità con le loro ultime cicatrici.”
I due signori elfici si godettero quell'attraente sogno ad occhi aperti per non più di tre secondi.
Il suono di una porta che sbatteva attirò l'attenzione di Elrond. Lui si alzò dal suo posto e si avvicinò alla ringhiera del balcone…giusto in tempo per vedere Estel correre attraverso il prato, inseguito da vicino da Legolas.
L’elfo saltò in un bloccaggio volante  spettacolare, abbattendo il ramingo.
“Legolas! Era necessario, mellon nin!”
Il principe iniziò a trascinare Estel verso il piccolo stagno al centro del giardino.
Elrond gettò di nuovo uno sguardo al Re degli Elfi. Thranduil gli lanciò un’occhiataccia, i suoi occhi blu erano piatti. “Non. Dica. Una. Parola.” L’elfo scuro lottava per mantenere la sua consueta impassibilità, ma lo scintillio negli occhi grigi lo tradivano mentre delle urla agitate echeggiavano in modo crescente.
“Legolas! C'è ancora del ghiaccio intorno agli orli!”
“Non ti preoccupare, mellon nin, io credo di aver recuperato abbastanza forza per gettarti al centro…”
“Legola…!”
Ci fu un suono di schizzi.
“Fred…fredda…così…fred.. da..”
Quando Elrond guardò di nuovo Thranduil, il re teneva la sua testa dorata tra le mani, mentre gemeva leggermente.
La chiara voce di Legolas si sollevò in una risata. “Onestamente, voi umani avete sempre freddo…”
“Tu lo dici solamente perché  non lo hai sperimentato anche tu. Vieni, dividilo con me.”
“Stai lont…”
Un altro suono di schizzi.
Le sfrenate risate dei gemelli che avevano seguito tranquillamente fuori il principe per assicurarsi che lui non affogasse il loro fratello, si trasformarono improvvisamente in grida di costernazione mentre il duo inzuppato cominciò a lanciare loro grandi quantità di fango.
Elrond riprese il suo posto, un sorriso si trascinava all'angolo delle sue labbra. “Cosa abbiamo fatto per essere benedetti con tali figli ?”
“Io non so.” Lo stesso sorriso tirava la bocca di Thranduil mentre lui si alzava per prendere degli asciugamani, lui era sicuro che i due amici li avrebbero desiderati tra breve tempo. “Ma io mi sono già pentito.”
FINE
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Mellon Nin --- amico mio
Pen neth --- giovane
Avo osto,, gwanor nin, non mae.--- non preoccuparti, fratello mio, io sono bene
A le?--- e tu?
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