"Qui c'è molto che fare con l'odio,ma più ancora con l'amore.O amor
litigioso! odio amoroso! O tutto,che
dal nulla fosti creato! O grave leggerezza! o seria vanità! o caos informe
composto di forme vaghe! piuma di piombo,fumo
splendente,gelido fuoco,salute inferma! sonno
vigile,che non è quel che è! Questo è l'amore ch'io
esperimento,senza che in tutto questo io provi amore..."
**********
Gli alberi di ciliegio erano ormai in fiore, e i petali rosa danzavano di
fronte ai suoi occhi azzurri, come cullati dal vento, mentre svogliatamente
attraversava il viale che, da quel giorno in poi, l'avrebbe condotto alla sua
nuova scuola.
Non era certo così romantico da intenerirsi per quel paesaggio tipico delle
primavere giapponesi, tuttavia ne rimase affascinato... nel suo Paese la
primavera non si mostrava con questa bellezza... mentre pensava a ciò raggiunse
il Liceo Hirai.
Un edificio pulito ed ordinato,dallo stile
sobrio,circondato da un ampio cortile che lasciava spazio ad una struttura più
bassa sulla destra,dietro la quale si poteva intravedere la pista di
atletica,che si estendeva fino ad un piccolo parco:questo era lo scenario che
lo accolse.
Le lezioni dovevano essere già iniziate,poiché non
vi era alcuno studente in giro, il che dava al tutto un aspetto ancora più
severo.
Ci mise una manciata di minuti per trovare la
presidenza:giunto davanti alla porta,diede un ultimo sguardo annoiato all'appunto
che le aveva lasciato la segreteria,dopodiché bussò.
Ad accoglierlo fu un uomo di mezz'età, alto e di spalle larghe, dal viso
duro e l'espressione seriosa. Guardò il nuovo entrato e notando i suoi capelli
biondi capì subito chi egli fosse e cosa volesse...
“Prego,accomodati.” - iniziò il preside in tono
piatto ma che risuonava velatamente come un ordine.
Il ragazzo si sedette dove gli era stato indicato, lanciò un'occhiata
fugace fuori la finestra, poi prese a parlare in un giapponese non propriamente
perfetto;
“Sono il nuovo studente, quello che viene da Praga. Mi è stato detto di
venire da lei, per farmi presentare dal professore ai miei compagni.”
Il preside,che cercò di seguire meglio che poteva
l'accento del ragazzo,annuì col capo:
“Sì,tu devi essere Kail Mesher...”
- riprese iniziando a frugare frettolosamente dentro ad uno
dei cassetti della sua scrivania. Ne estrasse
un foglio,una sorta di scheda compilata con i dati del giovane,sul quale pose
una firma.
“Sei assegnato alla classe del professore Nakashi, sta facendo lezione al secondo piano,aula 3-1.
Consegnagli la tua scheda,al resto ci penserà lui...”;
Il ragazzo lasciò l'ufficio senza rispondere, e passandosi una mano tra i
capelli biondi si diresse al piano indicatogli... l'aula 3-1 si trovava in
fondo al corridoio. Era deciso a percorrerlo velocemente, senza perdere altro
tempo.
Tuttavia la sua attenzione fu catturata dai quadri, gli striscioni e le
bacheche che adornavano gli spazi vuoti tra le porte delle varie aule.
Fotografie di atlete festanti, di cerimonie di
premiazioni, ritagli di giornale e quant’altro
riempivano le cornici messe in bella vista, mentre in alto dei colorati
striscioni inneggiavano alla vittoria del Liceo Hirai
del campionato nazionale di pallavolo.
Anche la bacheca, dava bella mostra di trofei e medaglie, con l'immancabile
fotografia della squadra di volley del liceo.
Kail si fermò per vedere meglio le foto e leggere quanto i giornali locali
riportavano...; dalla foto di gruppo una ragazza in particolare spiccava su tutte.
Non era particolarmente bella, ma il suo volto sprigionava un fascino
particolare, i suoi occhi gli conferivano un certo carisma...
"YURI HIMEMIYA TRASCINA L'HIRAI ALLA VITTORIA!!!"
Titoli come questo campeggiavano sulle pagine sportive, accompagnati spesso
dalla foto della ragazza che aveva colpito Kail.
“Pallavolo...tsk!”
Scosse la testa perplesso, e con le mani nelle
tasche della giacca si avviò finalmente in aula.
Ciò che vide non colpì più di tanto il ragazzo che, giunto dinnanzi alla
porta dell'aula si sistemò alla bene e meglio la
giacca e si passò frettolosamente una mano nei capelli: fare brutta figura il
primo giorno sarebbe stato quanto meno sconveniente. Avrebbe avuto molto tempo
per farlo in seguito...
Colpì con le nocche la superficie bianca della porta un
paio di volte,e la risposta della voce di quello che doveva essere il
professore non tardò a giungere,con un gentile "avanti!".
Lasciò scorrere la porta,dietro la quale,la classe
incuriosita aveva spostato la sua attenzione sul nuovo arrivato...
“Ah,vieni,entra pure!” - iniziò il professore
posando sulla cattedra il libro.
Era un uomo sui quaranta,distinto ma dall'aspetto
giovanile.
“ Ragazzi,ecco il nuovo studente:il suo nome è
Kail!” spiegò Nakashi
dopo che ebbe ricevuto dal biondo la propria scheda, e cercando di sovrastare i
gridolini entusiasti delle ragazze
“Perchè non ci dici qualcosa di te,Kail?” -
-Dove mi devo sedere..?- replicò il ragazzo con
finta ingenuità, desideroso di finirla con le presentazioni il prima possibile.
A quella frase calò il gelo.
“Non...vuoi dirci nulla di te?” - domandò l'uomo
perplesso cercando di apparire rilassato
“Ragazzi,Kail arriva da Praga!”
Kail tirò un sospiro, dopodiché fece un lieve
inchino.
“Spero che mi accetterete nella vostra classe.”
E a quelle parole,d'improvviso tutto parve tornare
disteso e rilassato...
“YUME!” - disse il professore alzando un pò la voce – “fai sedere Kail accanto a te!”
Lo studente dai capelli corvini, rivolse uno sguardo svogliato al
professore ed uno a metà tra il minaccioso e lo scocciato al nuovo arrivato,
limitandosi a spostare la borsa dalla sedia accanto alla sua...
“Fantastico! Anche lo yankee russo o di dove cavolo è...”
- pensò sbuffando.
Kail non ci badò mentre si avvicinava al posto, al contrario lanciò
un'occhiata all'altra estremità della classe, dove un paio di
occhi vispi gliene rimandarono uno rassicurante.
Si sedette ed aprì il libro di letteratura inglese, tentando di sbirciare
dal vicino di posto il numero della pagina che doveva seguire, ma Akira riservò
al nuovo arrivato uno sguardo decisamente scocciato ed
appoggiò in fretta il gomito davanti alla pagina.
“Che vuoi?” - domandò secco allo studente
straniero.
“Wow... ho sentito spesso parlare della grande ospitalità
giapponese...” - replicò sottovoce e con un sorrisino beffardo stampato in
faccia il ragazzo biondo
“Dimmi la pagina, su... non fare il bulletto”
Akira rimase ancora un attimo ad osservare lo straniero
con sguardo truce, finchè con un gesto secco non
chiuse il volume di fronte a lui!
Akira: “Ops!”
“Oh... che simpatico” - rispose Kail sorridendo, nonostante quel ragazzo
gli avesse fatto già saltare i nervi.
Quasi rassegnato, si voltò per chiedere la stessa cosa alla ragazza alle
sue spalle, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi, convinto che da lei non
avrebbe potuto beccarsi un rifiuto…
“Senti... questo tipo è troppo stupido...” - e con un cenno della testa indicò Akira - “puoi dirmi che pagina stiamo seguendo?”
“S..sì,sì,certo...” - balbettò la ragazza porgendogli il libro e
mostrandogli il punto esatto a cui erano arrivati.
Finalmente sapeva da dove il professor Nakashi
tirava fuori tutti quei paroloni che andava ripetendo
in continuazione, ed ora lo avrebbe potuto seguire…
O meglio, Kail tentava di seguire, ma come suo solito non riusciva a
concentrarsi sulle lezioni. I suoi pensieri andavano involontariamente a finire su
due argomenti... l'imbattibile squadra di pallavolo e quell'odioso
vicino di banco.
“Possibile che una squadra di un liceo possa raggiungere tanta popolarità? Se è così, sarebbe stato meglio non fosse stata la squadra
di pallavolo, ma…“ – e sbuffò sconsolato…
Quanto all’altro problema, non aveva molta scelta: quell'odioso
occhi a mandorla accanto a lui era il suo vicino di banco,e
sapeva che era importante tenersi buono 'il vicinato'...
“Hey...” dandogli
colpetti con la matita sul braccio per richiamarne l'attenzione – “i maschi di
questa scuola sono così scarsi da farsi fregare la scena dal club di volley
femminile?”
Akira dapprima fece finta di ignorarlo,ma il
fastidio superava di gran lunga la pazienza - decisamente scarsa - del
ragazzo...
“Tsk, loro non hanno nessun campione...la squadra
di volley ce l'ha eccome. Ma poi a
te che importa?”
Non sapeva neppure perchè gli aveva risposto,e immediatamente se ne pentì.
“Gli ho dato troppa confidenza,non va bene...”
pensò.
Kail pensò di aver ottenuto già troppo dallo scorbutico compagno di banco,
e se ne tornò a fissare il libro...
“Bene…” la voce del professore più alta di un tono riecheggiò per l'aula –
“vedo che Yume ha un
inaspettato slancio alla chiacchiera oggi...dunque facciamolo parlare, unendo
l'utile al dilettevole!”
Si avvicinò al banco del ragazzo,guardandolo con
un sorriso divertito ed in un certo senso sadico:
“Continua tu...deliziaci con le soavi parole di Shakespeare. Avanti,Romeo...”
Kail si portò una mano davanti la bocca per nascondere un sorriso.
Immediatamente Akira si affannò a cercare il punto ipotetico a cui dovevano
essere arrivati nella lettura… difficile, dato che aveva chiuso il libro per
evitare al suo vicino di sbirciare.
Fulminò con lo sguardo lo straniero che lo fissava divertito, e con tono
sottomesso, pronunciò un timido - “non ho idea di dove siamo”
Kail, approfittando del momento, si sporse verso il
compagno, e con voce amichevole gli disse:
“Guarda, siamo qui... pagina 111... terzo
paragrafo!”
“D'accordo, Yume non ci vuole deliziare, chi
vuole continuare?” - domandò il professore rivolgendosi alla classe.
Akira guardò accigliato il vicino,rifiutandosi
categoricamente di ringraziarlo e, anzi, sistemandosi bruscamente il libro
davanti, per poi girare la faccia altrove.
“Allora? Chi vuole leggere?” - chiese ancora il
professore. E fu allora che una mano s'alzò al
lato opposto della classe, ed una ragazza dai capelli corvini si alzò in piedi.
“Bene,Himemiya,continua
tu...”
La ragazza si sistemò con una mano una ciocca di capelli
e, con cipiglio orgoglioso, iniziò la lettura...
“Oh,ch'ella insegna davvero alle torce a splendere
di viva luce! par ch'ella penda dalle gote della
notte,come un prezioso gioiello dall'orecchio di una etìope.
E' una bellezza di troppo valore perchè se ne possa
far qualche uso, e troppo preziosa per questa terra! tal si offrirebbe alla vista una nivea colomba in mezzo a un
branco di corvi, quale quella giovane si mostra in mezzo alle sue compagne.
Come sia finita la danza, vorrò osservare dov'ella si
ritragga e, toccando la sua, benedirò di felicità la mia mano rude.
Il mio cuore ha forse mai amato fino a questo giorno?sbugiardalo,o vista! perchè
non ho mai veduto, prima di stanotte, la vera bellezza.”
“Brava Himemiya, torna a sedere “ - la interruppe
il professore visibilmente soddisfatto,
e la ragazza, nel rimettersi al posto, volse lo sguardo verso il suo
compagno poco attento, facendogli l'occhiolino.
Nemmeno un minuto in piedi, pochi versi letti, eppure Himemiya
sembrava aver attirato l'attenzione di tutta la classe; mentre recitava i versi
dell'autore inglese nessuno riusciva a toglierle gli occhi di dosso... nemmeno
Kail ne fu immune. Non era tanto la sua bellezza ad attirarlo, ma quella sua
sicurezza nel leggere, il suo non avere timore di
essere presa per una secchiona fregandosene dei giudizi degli altri, la
passione che metteva nei versi del “Romeo e Giulietta”… “dev’essere
qualcosa che ama particolarmente” pensò Kail.
Per un attimo gli sembrò quasi di averla già
vista, già incontrata da qualche parte...
ma cacciò immediatamente questi pensieri dalla testa, d'altra parte era quasi
impossibile...si era trasferito in Giappone solo da poco... e non conosceva
nessuno, fuorché chi gli affittava casa.
********
Finalmente la campanella annunciò la fine delle lezioni, ed ora tutti gli
studenti potevano dedicarsi a pieno ritmo con le attività dei propri club!
Kail non ebbe il tempo di alzarsi
dalla sedia che un folto gruppo di ragazze lo attorniò, iniziando a
bersagliarlo di domande, per la maggior parte terribilmente sciocche, sulla
scia di “qual'è il tuo
colore preferito?”.
Fu allora che una figura che si stagliava tra quelle minute delle ragazze
in preda ad urletti di gioia, si fece strada fino a
raggiungere il nuovo arrivato.
“Sei tu Kail?” - gli domandò in tono asciutto.
“Mmm... il professore ha detto così...piacere!” -
gli rispose il ragazzo accennando a un inchino del
capo – “se mi vuoi rubare il bento caschi male, l'ho
già mangiato!” – aggiunse scherzosamente;
Il ragazzo inarcò un sopracciglio perplesso, ma subito dopo,un'espressione distesa comparve sul suo volto:
“Bene! Il mio nome è Rei Inamoto,sono il capitano della squadra di basket! Stiamo cercando
nuovi iscritti e tu...fai al caso nostro!”
Alla parola basket Kail sentì il petto sussultare, ma mantenne la calma;
diede a vedere di osservarsi la divisa scolastica e poi con tono sarcastico
replicò:
“Cosa te lo fa pensare, non ho mica una canotta addosso!”
“Sei alto,ed hai una buona corporatura...sei
longilineo e quindi dovresti possedere una certa agilità! Sei
quello che ci serve!”
“Quello che vi serve è un miracolo!” - da un angolo della stanza, la voce
di una ragazza interruppe l'elenco delle meravigliose qualità fisiche del nuovo
iscritto.
“Lasciatemi indovinare...Himemiya! “ disse Inamoto, sottolineando quasi con
disgusto il nome.
Kail intanto assisteva incuriosito a quello che si apprestava a diventare
un interessante battibecco.
“Indovinato...” rispose lei con aria di
sufficienza rimanendo appoggiata al davanzale della finestra.
“Ma guardati,come sei ridotto...correre a cercare
di raccattare chiunque superi il metro e sessanta...se vuoi ti presto un paio
di mie giocatrici...vuoi?”
“Hai paura che diventiamo più popolari di voi?” -chiese
acido il capitano della squadra di basket.
“Non sia mai...” - rispose lei avviandosi verso la porta – “ ma se vuoi la
proposta è sempre valida...”
Kail si grattò il capo, mentre fissava la faccia del capitano che si andava
facendo via via sempre più rossa per la rabbia..
Inamoto trasse un profondo respiro, per poi tornare a rivolgersi con una espressione falsamente rilassata allo straniero:
“Allora? Che ne dici? Accetti?”
Lo fissò ancora un attimo, notando tra l'altro la fronte imperlata di
sudore... poggiò i pugni sul banco e facendo forza su di essi
si alzò e fissò Rei con sguardo sereno...
“Mi dispiace, ma a quanto pare ho già parecchie
grane in questa scuola...preferirei evitare di stare anche in una squadra di
basso livello. Grazie comunque!”
“Eheh, Rei, vedi che non sono l'unico a pensarla
così?” - si intromise Akira.
“Taci Yume e continua a reggerti bene stretto
alla gonnella di Himemiya... - ribattè
secco Inamoto.
Kail che stava per uscire si fermò di blocco...
“Ooooh... e così il nostro Rambo
giapponese, sbava dietro alla prima della classe...” –
lo canzonò;
Lo sguardo minaccioso di Akira passò da Rei a Kail
in un secondo: stava per esplodere,questa era l'idea che dava la sua
espressione, tanto che le ragazze radunatesi attorno al nuovo arrivato si
allontanarono di qualche passo.
Lo scontro sembrava inevitabile...
ma inaspettatamente...una risata.
Ecco quale fu la reazione del ragazzo, una grossa risata e niente più.
“Io...” - iniziò con tono basso rivolgendosi al capitano della squadra di
basket – “...sto con i vincenti, i perdenti non mi interessano.”
- e rivolse un'occhiata anche a Kail, dopodiché
abbandonò l'aula.
Questi scrollò le spalle, e si voltò verso Inamoto...
“Sentito capitano? Sta coi vincenti lui! Abbiamo
qualcosa in comune a quanto pare...
dimostratemi di essere dei vincenti... “ - stette per un pò
in silenzio - e prometto che mi iscrivo;
“Dei vincenti??” - ora era Inamoto che pareva
dover esplodere da un momento all'altro.
Battè le mani sul tavolo e fissò i suoi occhi dritti in quelli di Kail:
“La verità è che tu e Yume non avete abbastanza
fegato per mettervi alla prova! Voi per primi...siete
dei perdenti!”
“Ohhh...già. Beh è vero, può darsi che tu abbia ragione... in fondo nessuno dei due ha mai visto
giocare l'altro! Magari lo scarso sono io...” - replicò il biondo parlando ad
alta voce, quasi per farsi sentire da tutta la classe, mentre il capitano
annuiva alle sue parole.
“…perciò... perché non mi metti alla prova...capitano?” - enfatizzando
ironicamente l'ultima parola
“Se mi batti, puoi iscrivermi al club... me e...YUME!"
A quelle ultime parole di Kail, una manciata di
ragazze si portò le mani alla bocca sussultando.
Tirar dentro a quella sfida anche Akira, che si
era sempre categoricamente rifiutato di entrare a far parte di quella squadra,
non era stata affatto una buona idea ed erano in molti a temere per la reazione
del ragazzo…
Rei ridusse gli a fessure,osservando con
meticolosa attenzione il volto di Kail...
“Parli seriamente?”
Kail guardò il ragazzo con stampato in faccia il suo solito sorriso
strafottente...
“Come ho detto non mi va di stare con dei perdenti... pensi davvero che mi
faccia battere da te??”
D'improvviso il suo volto si fece serio e la voce assunse una tonalità più
profonda...
“Il basket in Europa si gioca a livelli ben diversi caro mio.”
Inamoto serrò la mascella...lasciando poi spazio ad un sorriso deciso.
“Ottimo...non chiedo di meglio che misurarmi con te!”
Tra i brusii degli altri studenti, il nuovo studente del Liceo Hirai, Kail Mesher, diretto verso
la palestra assieme al capitano del club di basket Rei Inamoto,
si apprestava ad affrontare la sua prima sfida da quando era in Giappone.