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Autore: DreamBook    14/11/2009    2 recensioni
E' quasi notte, la luna sorgerà ancora. Ma questa volta è diverso. Questa notte avrà un sapore nuovo, che ha rinnegato per troppo tempo. Il sapore del sangue. E' ora che la natura prenda il suo corso.
***
E se Remus avesse deciso di vendicarsi del morso di Fenrir da piccolo? E se Tonks avesse assistito alla scena?
Genere: Drammatico, Azione, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fenrir Greyback | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Ai fini della trama ho deciso che Tonks fosse già incinta anche se lei e Remus non sono ancora sposati. Perché? Perché mi piace l'idea che Remus per una volta si sia lasciato andare senza riflettere troppo (almeno in amore ci vuole!) e quel che ne è uscito è Ted. Carrro lui!
In effetti in tutta questa storia è molto istintivo, perciò ho pensato di metterlo OOC.
Buona lettura!


☼ FULLMOON ☼




Sitting in a corner all alone,
staring from the bottom of his soul,
watching the night come in from the window




E' quasi notte, la luna sorgerà ancora. Ma questa volta è diverso. Questa notte avrà un sapore nuovo, che ha rinnegato per troppo tempo. Il sapore del sangue. E' ora che la natura prenda il suo corso.

Seduta su una poltrona nel suo appartamento guarda dalla finestra le ombre allungarsi e pian piano il buio stendere il suo velo. Una sensazione le attanaglia il ventre. La notte le porta sempre alla mente ricordi dolorosi. La guerra non è mai cessata. Eppure la vita va avanti: è quel seme gettato che la invita a continuare, per lei, per lui, per loro. Glielo deve dire, pensa fra sé.


It'll all collapse tonight, the fullmoon is here again
In sickness and in health, understanding so demanding
It has no name, there's one for every season
Makes him insane to know




Esce di casa, gli effetti cui era abituato cominciano a farsi sentire: il cuore che pompa velocemente, le vene delle tempie pulsare, sentire la testa aprirsi, le unghie penetrare nella carne: deve affrettare il passo, deve essere là prima.
Prima di avvertire la consapevolezza di quello che sta per compiere. In fondo non può più negare quello che è.
Per un momento rivede nella sua mente quel profilo tanto desiderato. Lo scaccia con violenza come un pazzo allontana da sé creature nate dalle sue allucinazioni. La bestia deve prendere il sopravvento.

Si materializza di fronte al vialetto di casa Lupin, l'aria gelida della notte forma nuvolette simili a fumo al suo respiro affannoso. Attraversa a grandi falcate il giardino e rimane ritta di fronte alla porta. Alza un braccio e bussa. Il cuore perde un battito nell'attesa. Nessuna risposta. Bussa di nuovo e stavolta appoggia l'orecchio alla porta. Non ode i consueti rumori. Maledizione, dov'è andato?


Running away from it all
"I'll be safe in the cornfields", he thinks Hunted by his own,
again he feels the moon rising on the sky




Non posso trasformarmi qui, pensa, sono ancora troppo vicino al villaggio. Corre, ma non si accorge di toccare terra con le mani, è a quattro zampe. Si ferma, si volta un ultimo istante. Un ululato carico di malinconia squarcia il cielo.

E' lui! Velocemente si dirige verso il luogo da dove ha avvertito quel lamento. Devo raggiungerlo prima che sia troppo tardi, deve sapere.


Find a barn which to sleep in, but can he hide anymore
Someone's at the door, understanding too demanding
Can this be wrong, it's love that is not ending
Makes him insane to know




Entra nel nascondiglio della sua vittima. Nella completa oscurità non può scorgere il corpo dell'altro licantropo riverso sul pavimento in preda ai dolori della trasformazione, ma ne percepisce l'odore. “Ti stavo aspettando” ringhiò Greyback rialzandosi a fatica. Remus non sa come definire quell'essere, o forse non vuole perché come lui si trova nella stessa situazione. Lupin aveva cercato di ribellarsi alla sua condizione ma gli era stata spesso sputata in faccia con disprezzo. Feccia, ecco cos'è. Ed ora guarda il suo iniziatore con lo stesso carico d'odio. La bestia ruggisce dentro di sé smaniando per, finalmente, mostrarsi al mondo in tutta la sua potenza.
Fissa la luna, pallida spettatrice degli eventi, e attende.
Vendetta.
Le tempie pulsano in maniera incontrollabile, lo stomaco minaccia di ribaltarsi, la vista gli risulta annebbiata. Si piega su sé stesso, una fitta più forte minaccia di farlo crollare a terra. Si porta una mano allo sterno e vede che si sta coprendo di una folta peluria, del colore simile ai suoi capelli.
Vendetta.
I muscoli sotto la pelle cambiano la propria disposizione, mutando la posizione del corpo costringendolo a stare in posizione arcuata. Le braccia raggiungono la lunghezza delle gambe. Il dolore è lancinante, ogni volta sembra peggio della prima. Ma questa notte avrebbe avuto uno scopo.
Vendetta.
Ai pallidi raggi lunari le mani cedono il posto a zampe lupesche e lunghi artigli spuntano dalle unghie umane, mentre alla base della colonna fa capolino una fulva coda.
L'animale, straziato, si strappa le vesti che sente di troppo sul nuovo corpo brandendo lembi della sua stessa pelle.
Vendetta.
I tratti del viso, man mano che si disumanizzano, portano via gli ultimi sprazzi di ragionevolezza. Le orecchie si allungarono affinando l'udito per percepire i più piccoli rumori. La bocca e il naso si prolungano fondendosi nel muso del futuro lupo, la bocca serrata in un ghigno animalesco. Gocce di saliva imperlano il pelo che si sta formando sul volto. Gli occhi si infossano e un odio feroce accompagna la sua espressione.
La bestia si è rivelata e ora reclama vendetta.

Tonks corre, corre fino a perdere il respiro, non si cura degli abiti strappati e sporchi di terra, sente solo lui, segue il suo lamento, vuole disperatamente vederlo anche se è conscia della condizione in cui lo troverebbe.
Finalmente giunge al luogo da cui provengono le grida. Col cuore in gola apre uno spiraglio nella porta del vecchio granaio.
E lo vede. Vede quello che è diventato. Nessuno l'aveva preparata all'evento: un conto è vedere una figura semovente sui libri, un altro assistere alla trasformazione del SUO uomo, se così ormai si poteva ancora definire.
Lui si volta per un momento. Gli occhi…quegli occhi che tanto amava, ora trasfigurati, iniettati di sangue non li riconosce più.
Impietrita osserva la scena.


She should not lock the open door
(run away run away, run way)
Fullmoon is on the sky and He's not a man anymore
She sees the change in Him but can't
(run away run away, run away)
See what became out of her man... Fullmoon




La bestia sbava copiosamente e sembra non accorgersi di lei, fissa un punto indefinito nell'ombra di fronte a sé. Improvvisamente un'altra figura simile alla prima fa capolino nella luce dell'astro celeste avventandosi sulla prima.
I due uomini lupo non badano ai convenevoli: iniziano a scannarsi a vicenda cercando di farsi più male possibile. Graffi, morsi, testate e ringhi a denti stretti. Sembra che nessuno dei due possa prevalere sull'altro.
Tesa, il cuore che le martella nel petto, ma non riesce a fare alcun passo…ha paura persino di respirare.
Una zampata più violenta della precedente ferisce il volto di Lupin che cade a terra; ma prima che Fenrir possa scagliarsi ancora su di lui con uno scatto questi si volta e azzanna il polpaccio del nemico. Un guaito di dolore esce dal petto di Greyback che agitando velocemente la zampa ferita cerca di scrollarsi di dosso il lupo. Ma questi serra ancora di più la stretta fino a sentire l'osso frantumarsi nella carne. Artigliando la testa di Lupin con entrambe le zampe Fenrir riesce finalmente a toglierselo di dosso e a farlo sbattere contro la parete di legno dall'altro lato della stanza. L'odore ferroso del sangue si mescola al fetore bestiale che già si avverte nell'aria. Nell'angolo dove Lupin è stato buttato si sente un feroce ringhiare, la creatura è pronta per un nuovo attacco. Fenrir, ansimando in ginocchio, si tiene la zampa ferita. Il nemico gli è di nuovo addosso con tutto il suo peso: rotolano avvinghiati afferrando dell'altro tutto ciò che possono finché un ululato di dolore fende l'aria: Remus ha affondato i canini nella giugulare di Fenrir. I suoi denti lacerano la carne che viene dilaniata di netto lasciando un profondo solco chiazzato di rosso dal quale sgorga copioso il liquido vitale.
Tonks non può più guardare. Si volta, con lacrime che le gelano il volto e gli occhi sbarrati dallo spavento, scappa da lì.
Non importa dove andare, le basta non vedere ciò che sta succedendo. Vorrebbe strapparsi dagli occhi quell’immagine che tanto stride con il ricordo di lui, l'immagine di un lupo famelico alla ricerca di morte.
La luna splende alta. Chi sei in realtà Remus Lupin?


Swimming across the bay,
the night is gray, so calm today
She doesn't wanna wait.
"We've gotta make the love complete tonight..."




Sconvolta si aggrappa ai ricordi. Il più felice, la loro prima notte, quando finalmente lui aveva deciso di corrispondere i suoi sentimenti.
Erano stati assegnati al controllo della scuola e a loro erano toccati i giardini. Più che pattugliare stavano passeggiando svogliatamente gettando occhiate qui e là, tutto era calmo. Non poteva credere di essere stata così fortunata di fare coppia con lui, avrebbe voluto stringerlo a sé e cercare di fargli capire quanto fossero profondi i suoi sentimenti e per contro quanto deboli le sue paure ma non voleva subire un altro rifiuto, sarebbe stato troppo.
Perciò si costrinse a pensare che non l'avrebbe mai avuto più vicino di così e forte di questo i capelli le erano tornati di un bel rosa.
Lupin evidentemente se n'era accorto perché le chiese subito: “Ehi, ti vedo allegra stasera o sbaglio?”
Tonks, presa alla sprovvista da quella domanda diretta, rispose senza riflettere: “E' perché sei qui con me Remus!”
Di colpo l'uomo si fermò, nelle vicinanze del lago nero.
“Ne abbiamo già parlato Tonks...non saresti al sicuro con uno come me...”
“Prima di tutto chiamami Dora. Non sono una bambina, so bene con chi ho a che fare, ma anche di questo ne abbiamo già parlato. E poi non ti sto chiedendo niente, il solo fatto di stare in tua compagnia già mi rallegra.” replicò con un caldo sorriso che le imporporò le guance.
Forse fu proprio quel sorriso a sciogliere tutti i suoi timori, o le sue parole, o la sua presenza ma Remus cedette. Si avvicinò alla ragazza, la guardò negli occhi in cui si rifletteva la notte.
“Dora...” le sue parole tradivano l'emozione nella sua voce “... la notte e’ grigia, e’ così calma oggi” Passandogli le braccia intorno al collo bisbigliò: “Allora dobbiamo completare il nostro amore stanotte…”

Fenrir giace ormai inerte nel luogo che è appena diventato la sua tomba. Lo scorrere del sangue sembra aver per un poco placato la sete della bestia. Ma è un piacere effimero, un nuovo profumo si spande nell’aria, sapore di carne fresca. Annusa l’aere e silenziosamente si mette sulle tracce della sua nuova preda.


In the mist of the morning he cannot fight anymore
Thousands moon or more, he's been howling
Knock on the door, and scream that is soon ending
Mess on the floor again...




Un altro ricordo affiora prepotente. Un mattino d’inverno, lei ancora davanti a casa di Remus. Cosa ci facesse lì all’alba delle cinque non lo sapeva bene nemmeno lei. Quella appena trascorsa era stata una di “quelle notti” e lei avrebbe voluto stargli accanto, ma lui si era opposto. Così, al canto del gallo, visto che non aveva comunque chiuso occhio, decise di fargli visita per sapere come stava. Oppure era solo curiosa?
Sentì dei rumori e si avvicinò alla porta.
“Remus?”
La serratura interna era divelta perciò poté aprirla senza chiave. Entrò con cautela nella stanza in penombra e mise un piede su dei cocci di ceramica.
“C'è qualcuno?” chiese l'uomo.
Essendosi scoperta Tonks andò incontro a Remus che giaceva nudo in un angolo tenendosi la testa fra le ginocchia. Intorno a lui il salotto era disastrato quasi fosse passata una mandria di bufali e la cucina non era messa meglio. Lui sembrava indifferente a tutto, anche a lei che ora gli aveva messo una coperta sulle spalle.
“Vattene!” sibilò rabbioso.
“Ma io...” intervenne lei con voce tremante.
“Ti ho detto di andartene! Adesso non ti voglio fra i piedi!”
“Perché? Volevo...solo...aiutarti...”
“Non ho bisogno del tuo aiuto, né di quello di nessun altro.”
“Perché dici questo?”
“Non ci arrivi da sola? Pensaci!” rispose. Così duramente che gli occhi di lei si riempirono di lacrime.
“No...io, non...mi-mi...dispiace...”
“Di cosa ti dispiace? Di non essere come me? Perché è questo, voi non potrete mai capirmi.”
“Io vorrei...capirti...è solo che...tu...non mi dici mai...non...non mi parli mai di come ti senti...” disse con un filo di voce.
“E quando anche te lo avessi detto? Quando ti avessi detto che mi sento un mostro, un orribile mostro che non può stare con gli umani perché non è uomo e non può stare con gli animali perché non è animale, cosa potresti fare per me? Dimmelo!” le sue parole risuonavano come una minaccia ad orecchio inesperto, ma esprimevano tutta la frustrazione per la sua situazione e una disperata richiesta.
Ma lei non lo stava più ascoltando. Forse davvero non riusciva a comprendere, forse da qualche parte nella sua mente sapeva che non l'avrebbe mai capito appieno, forse si era illusa che fosse davvero in grado di aiutarlo, forse avrebbe dovuto andarsene da lì e non vederlo mai più, costruirsi una vita felice fuggendo da lui e da ciò che era...
Pensieri accompagnati da sale sul viso.
Per un tempo indefinito rimase seduta su quella poltrona mezza distrutta, le lacrime avevano smesso da un po' di scendere e sentiva tirare la faccia finché Remus si parò davanti a lei con una tazza di infuso.
“Scusa...”mormorò questi a mezza voce “Avevo appena finito un'altra notte d'inferno...non volevo dire quello che ho detto. Io...tengo molto a te...davvero...non avrei mai voluto che tu mi vedessi così e ho reagito male...tu sei l'unica che abbia cercato di comprendermi oltre a starmi vicino e non ho scusanti per il mio comportamento, non posso perdonarmelo, ti prego perdonarmi tu Dora...io...ti amo”
Lasciò che quelle parole la pervadessero poi rispose: “Ti perdono Remus, perché anche io ti amo” Sapeva che doveva aggrapparsi a questa certezza per non cedere di nuovo.

La bestia si trascina nell'oscurità seguendo sempre le tracce odorose. Giunto al limitare della zona boschiva si estende un'immensa pianura costellata di piccoli laghetti fangosi nei quali la luna si specchia malvolentieri. Lì il profumo è meno intenso a causa della brezza primaverile ma per un lupo queste sono bazzecole. Sa che la preda è nelle vicinanze.


She should not lock the open door
(run away, run away, run away)
Fullmoon is on the sky and he's not a man anymore
Sees the change in him but can't
(run away, run away, run away)
See what became out of her man

She should not lock the open door
(run away, run away, run away)
Fullmoon is on the sky and he's not a man anymore
Sees the change in him but can't
(run away, run away, run away)
See what became out of her darling man




Con il fiato corto Tonks prende una pausa camminando nella piana. Sta ancora rimuginando sui suoi pensieri quando un rumore la fa voltare, la bacchetta tesa davanti a sé. La luna illumina a sufficienza il terreno ma l'erba è abbastanza alta per nascondesi. Un sospetto le passa per la mente...e se l'avesse seguita?
Sente di nuovo un agitarsi di fogliame alla sua sinistra ma questa volta non fa in tempo ad alzare l'arma che si sente buttare a terra da un grosso peso. La creatura è sopra di lei, la sta sovrastando e le ansita sul collo. Il sangue le si gela nelle vene. Sono spacciata, pensa.
Gli artigli del lupo le penetrano i vestiti fino alla pelle, terrorizzata aspetta il morso...che però non arriva. La bestia sembra lottare contro sé stessa.
Guarda la creatura, poi guarda in su e capisce: la luna sta scomparendo alla vista e il cielo sta sbiadendo per lasciare il posto all'arrivo dell'alba.
La bestia lanciò un ululato (o un urlo?) e si ritrasse da lei. Tonks poté assistere alla trasformazione al contrario, l'evoluzione della specie.
Gridando contro sé stesso il suo corpo tornò a poco a poco umano, la testa gli doleva insopportabilmente ma all'agonia si aggiunge un nuovo dolore quando girandosi incrocia il suo sguardo.
Lo guardava inorridito, come di chi ha subito una violenza. Non ricordava niente dei cinque minuti precedenti e Remus sperò con tutto sé stesso di non averle fatto del male a parte i vestiti laceri. “Non ti avvicinare!” urla lei quando Lupin fa un passo “Chi sei tu?”
“Sono io, Dora, Remus” dice con un tono accigliato nella voce, per Merlino cosa aveva combinato? “Non chiamarmi così. Tu non sei Remus…Che hai fatto a Fenrir? ”
Per lui è una pugnalata al cuore, dunque ha visto...
“Cosa hai visto?” la voce strozzata nel tentativo di deglutire.
“Tutto!” strilla “Ogni cosa! Cosa ti è saltato in mente? Perché l'hai fatto? Credevo di conoscerti...”
“Tu non capisci...” la voce di lui piange dalla rabbia ora “Vederlo che se andava in giro impunemente, non potevo sopportarlo!”
“E così hai preferito diventare come lui! Un assassino! No, hai ragione, non capisco perché tu abbia voluto scegliere la via più facile, perché tu abbia voluto seguire il tuo istinto… E tutte quelle persone che hanno sempre pensato che tu fossi diverso… Mi hai deluso Remus Lupin, mi hai deluso profondamente...”
Le parole di Tonks sono uno shock per Remus, lei ha ragione, ha seguito la parte peggiore di sé. Abbassa gli occhi, non ha più fiato per replicare. Si sente stanco e svuotato, come se la bestia avesse succhiato tutta la sua energia. Non si può sfuggire alla sorte, pensa.
Lei rimane lì ancora, sperando che ci sia un’altra spiegazione, che tutto quello che ha visto è solo frutto dell’immaginazione, ma i suoi occhi sono la conferma. Si volta, non vuole vedere cosa è diventato quell’uomo. Lei continuerà, stavolta sola, per dare un futuro diverso al frutto del loro amore.


She should not lock the open door
(run away, run away, run away)
Fullmoon is on the sky and he's not a man anymore
See what became out of a man




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Spazio autrice

La canzone è Fullmoon dei Sonata Artica (ebbene sì, mi sono presa bene con questo gruppo :D)
All'inizio ero ispirata, ma man mano che procedevo con la storia mi sono resa conto che non sapevo come concluderla! Non mi convince molto come finale ma anche se continuo a rimuginarci non trovo soluzioni migliori...
Che dire, spero che vi possa piacere lo stesso e se no perché (insomma commentate, commentate, commentate! ;) )

Ringrazio come sempre tutti quelli che hanno commentato fino ad ora le precedenti storie *inchino alla giapponese*

~ Patty ~
  
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