Autore: Shizue Asahi
Titolo: Hands off! She’s
my girl!
Personaggi:
Sakura Haruno, Kankuro, Shikamaru
Nara, Sorpresa
Genere: Comico, Commedia
Rating: Arancione
Avvertimenti: Yuri, Lemon, One-shot
Introduzione: Riusciranno Shikamaru
e Kankuro a convivere e a girare
un
video decente? E Sakura, cosa farà quando li
scoprirà? Perché sì, Sakura li
scoprirà, noi donne alla fine scopriamo sempre tutto! xD
Note dell'Autore (facoltativo): ed
ecco a voi la mia prima Yuri xD La mia prima, e con tutta
probabilità ultima
Yuri ^^’ Tutta la ff è incentrata sul genere
comico poiché non mi sono ritenuta
all’altezza di scrivere una vera e propria ff Yuri
“seria”. Come avevo già
preannunciato c’è un accenno SasuNaru (
Hands off! She's my girl!
Ogni
anno, i ragazzi
di Konoha, Suna e Oto sospendevano le ostilità tra villaggi
per riunirsi in
un’occasione davvero speciale.
La riunione, che si teneva annualmente sotto il palazzo
dell’Hokage, prevedeva
una sfida tra i concorrenti. Una battaglia che solo i veri uomini
potevano
vincere.
Richiedeva astuzia, concentrazione, prontezza di riflessi e
capacità di
osservazione. Tutte doti che un buon ninja deve possedere per essere
considerato il migliore.
Il loro compito? Filmare le dolci kunoichi in momenti di pura privacy
con la
loro metà.
I creatori del video migliore avrebbero ricevuto l’ambito
riconoscimento di
registi ufficiali delle sedute, oltre ad un buono spesa da utilizzare
in ogni
negozio di Konoha.
Ad ogni partecipante, sarebbe stata inviata una lettera contenente il
nome
della ragazza da spiare e quello del partner di lavoro.
A tutti i partecipanti, buona fortuna.
Shikamaru
bussò alla porta di Choji, tenendo in mano due buste.
Asuma
gliele aveva consegnate quella mattina e aveva promesso
all’amico che le
avrebbero aperte insieme.
Anche
solo per combattere il nervosismo che aveva spinto Choji a tentare
un’indigestione per uscire dalla gara, ovvero quella che
Shikamaru considerava
solo l’ennesima, lunga e fastidiosa seccatura.
Per
questo, una volta entrato in casa Akimichi, aprì
immediatamente la propria
lettera, mentre l’amico continuava a fissare il foglio di
carta come fosse la
vendetta in terra di tutta la carne ai ferri che aveva mangiato.
Sinceramente,
sperava di capitare in squadra con un compagno semplice da gestire e
spiare una
ragazza tranquilla e pacata.
I
suoi sogni furono smorzati rapidamente.
Quella
sì che sarebbe stata una vera seccatura.
A
Suna faceva caldo.
Troppo
caldo.
Decisamente
un caldo eccessivo.
Kankuro
stava seriamente pensando di installare un sistema refrigerante dentro
Karasu,
quando ricevette la lettera.
Tentennò
un po’ prima di aprirla, perdendosi in fantasie su quale
bella fanciulla
prosperosa gli sarebbe toccato riprendere in atteggiamenti intimi con
–
ovviamente – un'altra bella fanciulla prosperosa.
Alla
fine, si decise a leggere.
E
le sue aspettative sul seno restarono deluse.
Molto
deluse.
Imprecando
mentalmente Shikamaru se ne stava davanti alle porte di Konoha in
attesa del
suo partner che,
tanto per iniziare la loro collaborazione
alla grande, era in
ritardo. Il ragazzo dalla testa ad ananas sbadigliò
assonnato: sua madre, la
sua cara, dolce e “tanto” gentile mammina, quella
mattina aveva giustamente
preteso che si alzasse all’alba per non fare tardi e lui, da
bravo figlio
obbediente aveva abbandonato il suo
comodo ed accogliente letto per dirigersi alla porta sud di Konoha,
dove,
teoricamente, avrebbe dovuto trovare Kankuro…
“Stupide
donne!” pensò “Tutte seccature, sempre e
comunque!”
Quando
finalmente Kankuro arrivò il sole era già alto
nel cielo e l’umore di Shikamaru
non era per niente di buon auspicio. Non si sentiva così
nervoso dall’ultima
volta che Ino, chi sa come, lo aveva trascinato con lei a fare
shopping! Il ragazzo
rabbrividì ripensando a tutti i pacchi che gli era toccato
portare.
Velocemente
Kankuro salutò il ragazzo col codino, poi si
portò una mano sulla fronte e,
spostando il ridicolo copricapo, si asciugò il sudore che in
tante piccole
stille gli imperlava la fronte.
-Perché
mi guardi così?!- chiese il ragazzo di Suna notando lo
sguardo arcigno del
compagno.
Shikamaru
sbuffò e, ignorando la domanda, gli chiese –
L’hai portata?-
L’altro
sorrise esaltato, troppo esaltato
pensò
Shikamaru, e gliela mostrò.
-Stai
scherzando vero?!-sbottò all’improvviso, in una
sorprendente botta di vita.
Kankuro
lo guardò sorpreso –Che cos’ha che non
va?! È perfetta! Piccola e maneggevole, la
bambolina non avrà via di scampo!- disse sicuro di se
ghignando.
Una
venetta cominciò a pulsare sulla tempia di Shikamaru, che
dubbioso osservava la
microscopica telecamera
che il marionettista teneva stretta
in una mano e che gli sventolava fastidiosamente davanti al viso.
-Se
lo dici tu- biascicò.
I
due ninja cominciarono ad aggirarsi per le strade di Konoha alla
ricerca della
loro preda. Dopo un’ora buona la trovarono. Sakura stava
uscendo dal chiosco
del Ramen seguita dai tre suoi compagni di squadra: Sai, Naruto e
Sasuke.
Shikamaru
e Kankuro si appostarono ed attesero che si dividesse dagli amici, poi
la
seguirono. La ragazza girovagò, per un po’, senza
meta per le strade affollate
di Konoha e, più di una volta, si voltò. Si
sentiva osservata e aveva la strana
sensazione che qualcuno la stesse pedinando, ma ogni volta che,
girandosi, non
vedeva nessuno si dava mentalmente della stupida.
Ad
un tratto la ragazza dai capelli rosa incontrò Hinata.
Dopo
un po’
I
due ragazzi passarono la giornata seguendo Sakura che, come se lo
facesse
apposta, andò a fare shopping, poi la manicure e alla fine
se ne tornò a casa.
Per rendere la giornata più piacevole Kankuro non fece altro
che lamentarsi e
grugnire, dando sui nervi a Shikamaru, il che era un evento assai raro
poiché
il ragazzo col codino era in squadra con uno degli individui femminili
più
fastidioso, appiccicoso e nevrotico di tutta Konoha: Ino Yamanaka.
Verso
l’ora di cena i due decisero di terminare lì il
pedinamento dell’Haruno per
riprenderlo il mattino seguente e, cono grande, “enorme”,
piacere di Shikamaru, Kankuro lo informò che avrebbe
alloggiato a casa sua. Una volta a casa Nara, Yoshino accolse con
gentilezza
l’ospite, troppa gentilezza
pensò
Shikamaru guardando di sottecchio la madre che riempiva il piatto del
ninja di
Suna. Lei sapeva, sapeva
che quello schizzato fissato con le
bambole sarebbe rimasto a casa loro e non gli aveva detto
niente.
Quella
notte, contro ogni legge della fisica, Shikamaru Nara non
dormì. “Gentile, troppo
gentile” non
faceva che ripetere mentalmente fissando accigliato e seccato
l’intruso che
russava beatamente nel suo comodo letto e che lo aveva costretto a
dormire nel
pulcioso sacco a pelo che sua madre aveva tirato fuori chi sa da quale
buco di
casa sua e che puzzava di muffa e polvere. Per completare il quadro le
inquietanti
marionette di Kankuro sembrava che lo fissassero e lo mettevano in
agitazione:
erano pur sempre armi con le quali il marionettista poteva attaccarlo e
farlo
secco in qualsiasi momento.
La
mattina successiva Kankuro si alzò riposato e rilassato e si
diresse pimpante
in cucina, dove la signora Nara gli aveva preparato la colazione,
mentre
Shikamaru aveva due enormi borse nere sotto gli occhi che inquietarono
non poco
i genitori i quali, però, preferirono non dir niente, o
meglio, Shukaku stava
per parlare, ma dopo un’occhiataccia per niente rassicurante
da parte della sua
dolce metà tacque e abbassò la testa riprendendo
a mangiare.
Dopo
essersi rifocillati, Shikamaru e Kankuro uscirono da casa Nara e
andarono a
casa Haruno. Silenziosi si avvicinarono alla finestra della stanza di
Sakura,
ma era vuota, il letto era rifatto e della ragazza non c’era
traccia neanche
nelle altre stanze. Era uscita, dunque.
-Sei
sicuro che abbia la ragazza?-chiesa Kankuro mentre si aggiravano per
Konoha
alla ricerca della kunoichi dai capelli color confetto.
-No.-
biascicò Shikamaru soffocando uno sbadiglio
–Quando Sasuke è tornato e le ha
detto che stava con Naruto lei non ha rivolto loro la parola per un
mese
intero. E ultimamente passa molto tempo con Rock Lee.- concluse
annoiato.
Kankuro
sbiancò immaginandosi a filmare la ragazza dal piccolo seno
in atteggiamenti
poco casti con il ragazzo dalle enormi sopracciglia. Sconvolto non
disse più
una parola e Shikamaru sorrise: aveva raggiunto il suo obbiettivo.
Stava
diventando perfido come la sua compagna di squadra, pensò,
passava decisamente
troppo tempo con Ino.
Non
trovandola a casa i due ninja cercarono Sakura al chiosco del ramen, al
palazzo
dell’Hokage e per i vari negozi di Konoha.
Scoraggiati
si diressero verso i capi d’allenamento dove trovarono
qualcosa di “interessante”.
Seduti
sotto le fronde di una grande quercia due ragazzi si godevano il lieve
venticello che scuoteva le foglie dell’albero e
contemporaneamente i loro
capelli. Naruto se ne stava comodamente appoggiato sul petto di Sasuke.
L’Uchiha lo teneva stretto a se e ogni tanto faceva
congiungere le loro labbra.
L’Uzumaki teneva gli occhi chiusi e si godeva le attenzioni
dell’amante, più
uniche che rare. Sospirò quando le labbra
sottili di Sasuke posarono sulle sue, perdendosi nel suo piccolo angolo
di
paradiso.
All’improvviso
un rumore catturò l’attenzione dei due ragazzi.
Veloce Sasuke scattò in piedi,
facendo cadere col sedere per terra Naruto e attivò lo
Sharingan. Il biondino
si lasciò sfuggire un gemito infastidito e si
massaggiò il fondoschiena.
-Sarà
solo un animale Sasuke, è inutile che ti agiti!- disse
Naruto –E potevi almeno
spostarmi invece di farmi cadere a terra Teme!- terminò
gonfiando le labbra e
mettendo il broncio.
-Tsk!
Dobe!- Sasuke disattivò lo Sharingan e si rimise seduto con
la schiena poggiata
sulla corteccia della quercia. Attirò nuovamente a se Naruto
che, ancora
imbronciato, tentò di opporre resistenza. Col suo solito
sguardo freddo il moro
lo strinse, impedendogli di muoversi e, con un ghigno poco
rassicurante,
comincio a far scorrere la zip della felpa arancione.
Bianco
come un cencio Shikamaru diede una botta in testa al compagno che,
molto
saggiamente, aveva schiacciato un rametto che, spezzandosi, aveva
rivelato la
loro posizione. Menomale che Naruto era riuscito a convincere Sasuke
che si
trattava di un animale selvatico, altrimenti l’Uchiha li
avrebbe fatti secchi.
Kankuro,
massaggiandosi la testa, guardò male il ragazzo col codino,
ma non fiatò. Se
Sasuke li trovava la loro misera esistenza sarebbe stata stroncata
all’istante.
I
due sgusciarono via assicurandosi di non far rumore, lasciando i due piccioncini soli.
Veloci
come schegge i due ninja si allontanarono dai campi di addestramento e
si
fermarono solo quando furono dall’altra parte del villaggio.
Col fiato corto si
piegarono in due e poggiarono le mani sulle ginocchia, inalando
più aria
possibile.
-Vuoi
farci ammazzare?!- sbottò all’improvviso Shikamaru
una volta che riuscì a
regolare il respiro.
-Non
è mica colpa mia se quel maledetto ramo si è
andato a mettere sotto la mia mano
moccioso!- gli rispose Kankuro presuntuoso.
Shikamaru
fece roteare gli occhi sbuffando. Era esausto, la testa gli doleva ed
era
sicuro che, una volta finito il Konoha’s Yuri Festival,
Sakura lo avrebbe
ucciso…
Il
ragazzo col codino non rispose al marionettista, non aveva
né la forza né la
voglia di mettersi a battibeccare con quell’idiota.
Si
riposarono per dieci minuti buoni, poi ripresero a vagare senza meta
per Konoha
alla ricerca di Sakura, ma non riuscirono a trovarla. Quando il sole
tramontò
tornarono, scoraggiati, a casa.
Con
le braccia poggiate alla ringhiera del balconcino della sua camera da
letto Shikamaru
si godeva l’aria fresca della notte. Non riusciva a dormire,
se lo avesse
raccontato a qualcuno non gli avrebbe creduto. Annoiato fece vagare lo
sguardo
su Konoha. Da casa sua si godeva un’ottima vista, poteva
vedere tutto il
villaggio, persino casa Haruno… Shikamaru
strabuzzò gli occhi e corse a
svegliare Kankuro.
Dopo
aver protestato, grugnito e persino supplicato il marionettista si
decise ad
alzarsi e a seguire il compagno.
Veloci
i due ninja saltarono da un tetto all’altro, per poi fermarsi
davanti ad una
casa dove, erano sicuri, aver visto entrare la kunoichi dai capelli
rosa. Non
sapeva perché, ma a Shikamaru l’abitazione
sembrava fin troppo familiare. Non
ci fece caso, infondo quasi tutte le case di Konoha si assomigliavano.
-L’abbiamo
beccata!- esclamò euforico Kankuro con gli occhi fuori dalle
orbite e un
sorriso ebete sul viso.
-Ssssshhhh!!!
Vuoi farci ammazzare?!- borbottò indispettito Shikamaru
acquattato sul tetto
dell’abitazione nella quale era entrata Sakura.
Il
marionettista lo guardò male, gli prudevano le mani tanta
era la voglia di
prenderlo a pugni, ma si astenne, ci avrebbe pensato dopo aver ricevuto
il suo meritato premio per il
miglio video
amatoriale e il buono –da usare in ogni negozio di Konoha-
che avrebbe speso
per comprare l’agognata Barbie che aveva visto esposta in un
negozietto il
giorno prima. Ma vi rendete conto?! Quella non era un Barbie come le
altre!
Aveva tanti piccoli accessori colorati (che sua sorella avrebbe fatto
sparire,
una volta arrivato a casa, dicendo che erano pericolosi
perché lui se li
infilava nel naso…) e due, ben due vestitini!!!
Shikamaru
studiò per alcuni secondi i migliori schemi d’attacco. Con un cenno della testa fece
segno al compagno di seguirlo
e, lento e silenzioso, saltò sul balconcino della casa.
L’ampia
porta finestra era socchiusa e i due ragazzi ne approfittarono per
sbirciare
all’interno della stanza.
Un
brivido freddo percorse la schiena di Shikamaru, mentre Kankuro
accendeva la
piccola telecamera sghignazzando eccitato.
La
camera era spaziosa e illuminata da una piccola lampada relegata in un
angolo.
Sull’ampio letto Sakura ridacchiava divertita mentre una
cascata di capelli
biondi le solleticava il viso.
La
mascella di Shikamaru rischiò seriamente di slogarsi quando
Ino Yamanaka, la
sua compagna di team, la ragazza che per anni si era proclamata
orgogliosamente
la più grande fan di Sasuke Uchiha, posò le
labbra carnose su quelle sottili di
Sakura. Le mordicchiò e le leccò mentre la rosa
si annodava i fili color del
grano tra le dita affusolate. Lentamente la bionda scese sul collo
mordicchiando la pelle candida della compagna e lasciandovi piccoli
segni
rossi. Stinse tra i denti il gancetto della zip della maglietta della
rosa e,
facendo attenzione a sfiorarle il ventre piatto con il mento, lo fece
scorrere
per poi sfilarle l’indumento che era diventato, ormai, di
troppo. Ino sorrise
mentre le guance di Sakura si tingevano di un tenue rossore e si
lasciava
scappare un sospiro. La bionda sorrise stringendo fra le mani i piccoli
seni
della rosa. coperti dalla stoffa leggera del reggiseno nero, facendola
gemere.
Intanto Sakura le stava togliendo la vestaglia di pizzo viola che le
fasciava
il corpo esile dal candore quasi innaturale, lasciandola in slip. Ino
poggiò i
suoi seni grandi e morbidi su quelli piccoli e tondi della amante. Le
loro mani
si intrecciarono. Le loro labbra si unirono nuovamente e, dopo una
piccola
pressione, Sakura dischiuse le sue permettendo alla lingua di Ino di
insinuarsi
nella sua cavità orale, di carezzarla e poi di iniziare a
duellare con la
lingua gemella con movimenti lenti che via via si facevano
più veloci e
frenetici. I loro corpi si strusciavano provocando loro brividi di
piacere e
gemiti.
Incantato
dai movimenti delle due ragazze Kankuro non vide un vaso e, urtandolo,
lo fece
cadere. Il suddetto vaso si frantumò in tanti piccoli cocci
producendo un forte
rumore che ridestò le due amanti dal loro piccolo
angolo di paradiso.
Shikamaru,
ancora scioccato, riuscì a rielaborare le informazioni che
erano giunte al suo enorme cervello
e a salvare, per un
soffio, la sua pelle e quella del marionettista, anche se avrebbe fatto
volentieri a meno di Kankuro.
Veloci
le due kunoichi si ricomposero e individuarono i due intrusi.
-SHIKAMARU!!!-
gli occhi cerulei di Ino si iniettarono di sangue e Shikamaru
sbiancò.
Prima
che le sue ragazze riuscissero a raggiungere la porta finestra i due
ninja se
la diedero a gambe. Corsero senza sosta fino a quando non furono sicuri
di averle
seminate. Avevano le palpitazioni e il fiato corto, ma ciò
non impedì a
Shikamaru di progettare l’assassinio di Kankuro,
perché era sicuro che lo
avrebbe ucciso prima che il sole sorgesse!!
Quando
i battiti del cuore decelerarono e tornarono normali Kankuro
sfoderò un sorriso
smagliante.
-Che
diavolo sorridi a fare idiota! Stavamo per morire!!- sbottò
Shikamaru
passandosi una mano sulla faccia.
-Ce
l’abbiamo! Ce l’abbiamo!! Vinceremo noi!-
blaterò euforico mostrandogli la telecamera
–Ehi! Perché non si vede niente?- chiese ad un
tratto.
-Fa
vedere- disse Shikamaru prendendogli dalle mani l’aggeggio che
era colpevole
di avergli quasi fatto venire un infarto. Una venetta
cominciò a pulsargli sulla
tempia mentre gli occhi gli si riducevano a due fessure.
Lasciò cadere la telecamera
e si avventò sul compagno cominciando a strozzarlo.
-BRUTTO
IDIOTA!!! IL TAPPO!!! NON HAI TOLTO IL TAPPO
DALL’OBBIETTIVO!!!- sbraitò
stringendo la presa sul collo del marionettista.
Kankuro
stava lentamente assumendo un colorito bluastro quando un fruscio alle
spalle
di Shikamaru gli fece lasciare la presa sul suo collo.
Svelto
il ragazzo col codino si mise in posizione d’attacco, ma
quando il suo sguardo
incontrò due occhi color smeraldo sbiancò e si
voltò nella direzione opposta a
quella della kunoichi per tentare la fuga. Ma inciampò nel
corpo privo di sensi
di Kankuro e cadde rovinosamente a terra. Imprecò
mentalmente contro il
marionettista e si rialzò.
-Shikamaru.-
la voce bassa e melodiosa di Ino gli arrivò alle orecchie
come un sibilo
minaccioso. Ormai era troppo tardi. Le due ragazze lo avevano
accerchiato e
dalle loro espressioni il ragazzo capì che non avevano per
niente buone
intenzioni.
Un grido agghiacciante squarciò il silenzio della notte. Shikamaru tentò di difendersi come potè e riuscì anche ad immobilizzare Ino, ma di fronte alla forza sovrumana di Sakura non potè niente, e perì sotto i suoi colpi…