Fiocco rosa in casa
Weasley
Erano le
quattro del mattino di una tranquilla nottata di fine
giugno, e un’incredibile quanto improbabile silenzio regnava in casa Weasley.
E Molly
se la stava godendo in pieno sdraiata di schiena sul
lettone…dopotutto il pancione aveva raggiunto dimensioni tali che le risultava
difficile persino mettersi su un fianco.
Arthur
stava dormendo. Il poveretto, nell’ultimo periodo si era visto particolarmente
stressato da lavoro e prole, dal momento che stare dietro a sei bambini scavezzacollo
era un’impresa abbastanza difficile in due; e ora che Molly aveva raggiunto
dimensioni tali da faticare a passare attraverso la porta si era assunto la
responsabilità di tenere a bada i ragazzi per la gran parte del tempo: praticamente un’impresa impossibile. E ben presto sarebbero
state sette le pesti…e la donna non ricordava nemmeno quante volte il marito le
aveva ripetuto, specialmente nell’ultimo periodo, che
quello era l’ultimo tentativo per loro due di avere la tanto sospirata
femmina…l’idea di avere un altro maschio li terrorizzava a dir poco, anche se
l’importante naturalmente era che fosse stato sano…ma se fosse stata anche femmina…
-UUUUUUUUAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!- uno strillo acuto riempì il silenzio della
casa, tanto che se qualcuno fosse passato nei paraggi a quell’ora
avrebbe sicuramente pensato ad un potentissimo allarme sonoro anti-ladri.
Ma
Molly conosceva l’ugola d’oro dei suoi figli…specialmente del più piccolo di
loro, che alla veneranda età di quattordici mesi si era dimostrato capace di
competere con i migliori tenori esistenti in circolazione.
La donna
tentò a fatica di sollevarsi a sedere, ma una mano del marito la trattenne per
un braccio.
-lascia
stare tesoro, vado io- disse Arthur con la voce
impastata dal sonno, alzandosi lentamente e infilandosi le pantofole, per poi
caracollare fuori dalla stanza.
Come adorava suo marito quando
faceva così…
-mammina…perché
Ronnie piange?- chiamò una
vocina vicina al lettone. Era il piccolo Percy, che come al
solito si era svegliato all’istante…dopotutto era a lui che era toccata la
sfortuna di dividere la stanza col bambino, da quando aveva abbandonato la
camera dei genitori.
-amore,
tuo fratello è ancora piccolo, è normale che i bimbi alla sua età si sveglino
durante la notte e si mettano a piangere- spiegò
dolcemente Molly, sedendosi contro la spalliera del letto per far posto al
bambino.
-io ho
letto che quando i bambini piangono vuol dire che hanno fame o gli fa male il pancino, oppure che hanno fatto un brutto sogno- disse Percy col suo tipico fare da saputello. Era un
orgoglio per Molly, quel bambino…aveva solo cinque anni, ma sapeva leggere e
scrivere correntemente, e non leggeva i soliti libretti
infantili, bensì quasi tutte le mattine si impossessava della Gazzetta
del Profeta dopo suo padre e spesso lo trovava a leggere un qualche libro dei
genitori, compresi ricettari e libri per la cura e l’educazione dei bambini.
-lo so
amore, ma vedrai che Ron sta benissimo, voleva solo attirare un po’
l’attenzione…anche tu e i tuoi fratelli facevate così
da piccoli- rispose affettuosamente la donna, accarezzando la testolina del
figlio.
-anche
il nuovo bambino farà così?- chiese il bimbetto andandosi a sdraiarsi accanto
alla sua mamma e posando la testa sul pancione.
-è
probabile amore, ma speriamo proprio che non strilli come Ron!- disse ridacchiando Molly, continuando a carezzare i capelli
di Percy.
In quel
momento Arthur entrò nella stanza, nero di rabbia, tenendo per le orecchie due
bimbetti perfettamente identici, che si agitavano e si lamentavano tentando di
liberarsi.
-oh
no…che diamine hanno combinato sta volta questi due?- disse
esasperata Molly. Spesso si chiedeva come due terremoti ambulanti come i
gemelli potevano essere saltati fuori da due persone
tranquille come erano lei e suo marito.
-i tuoi figli- esclamò
calcando sulla parola “tuoi” -hanno catturato una nidiata di ragni, stamattina,
e hanno avuto la bella idea di nasconderli sotto al cuscino di Ron, così che
lui si è svegliato e si è trovato un bellissimo ragnetto
sopra al naso che zampettava…e sai bene come quel bambino odi i ragni!- tuonò
strattonando i due bambini.
-ragazzi…ma
si può sapere perché vi ostinate a tormentare in questo modo vostro fratello?
Lo sapete benissimo che è troppo piccolo per difendersi
dai vostri scherzi…e come i vostri fratelli non l’hanno fatto con voi quando
avevate la sua età voi dovreste smetterla di comportavi così con Ron…altrimenti
nessuno potrà difendervi da me…-
esclamò arrabbiata, incutendo parecchio terrore ai due bambini, soprattutto
nell’udire l’ultima frase…due bambini di soli tre anni si impressionano molto
nell’udire certe cose da una donna così tonda, che ai loro occhi avrebbe potuto
schiacciarli facilmente balzandogli addosso, col pancione che si ritrovava.
-va bene
mammina, non lo faremo mai più, lo promettiamo!-
esclamarono spaventati i due bambini all’unisono, svincolandosi dalla
stretta del padre e scappando in camera loro per evitare di essere schiacciati
come delle frittelle dalla loro mamma gigantesca.
-forza Perce, torna a letto anche tu, tesoro…- disse stancamente
Molly, schioccando un bacio sulla fronte del bambino.
-notte mammina, notte papi- disse il
bimbo uscendo dalla stanza, dopo che suo padre gli ebbe scompigliato
affettuosamente i capelli -notte campione-.
-amore,
dobbiamo fare qualcosa per quei ragazzini, peggiorano
di giorno in giorno…non oso pensare a quando andranno a scuola…- disse
sconsolato l’uomo, tornando a sdraiarsi sul letto.
-e
allora non pensarci, Arthur…c’è ancora tempo, vedrai che presto gli passerà!-
disse dolcemente la donna, accoccolandosi vicino al marito e poggiando la testa
sul suo torace.
-spero
vivamente che tu abbia ragione, Molly- rispose l’uomo,
abbracciando la moglie e prendendo a carezzare il pancione.
-sai che
ti dico? Spero proprio che questo bambino, maschio o femmina che sia, sia
abbastanza buono da compensare per tutti i suoi fratelli-
disse con enfasi Molly.
-allora
tesoro credo che come minimo dovrà nascere
direttamente con un paio d’ali e un’aureola…è impossibile che un bambino del
genere nasca in una famiglia del genere! E pensare che quando aspettavi Bill ci
auguravamo tutti che non sarebbe stato un secchione
santarellino…ora non so che darei per una creatura del genere!- disse l’uomo
stancamente.
-non
pensarci ora amore, pensa solo a riposare- disse
amorevolmente la donna, e dopo pochi minuti sentì il respiro del marito
diventare regolare e tranquillo.
Aveva
pensato che la serata era improbabilmente e
incredibilmente tranquilla? Appunto.
-BIIIIIIIIIILLLLLLLL!!!!!!!!!!!!-
-arrivo
mamma! Un attimo!- strepitò il bambino inciampando per le scale nel tentativo
di infilarsi un calzino, spaiato, tra l’altro.
-Prendi
tuo fratello e muoviti!- urlò la signora Weasley dalla
cucina.
-Charlie!
Prendi Ron, che io mi sto ammazzando!-
-guarda
che hai i calzini spaiati-
-Sta
zitto, quattrocchi!-
-MAMMA!
BILL MI HA CHIAMATO QUATTROCCHI!-
-BILL
NON CHIAMARE PERCY QUATTROCCHI! Tesoro, lo sai che gli occhiali ti stanno
benissimo, non dare retta a tuo fratello-
-Mamma
non mi devono stare benissimo, mica sono una femmina,
io-
-io non
ne sarei tanto sicuro…-
-CHARLIE!-
-scusa,
scusa mamma-
-mpt…pfff…prrrtt-
-cos’hai
da sbiascicare marmocchio?-
SBAM.
-mprrrrrrrrrtttttttt…!!!-
-e
non ridere brutto scemo-
-BILL!-
-mamma,
Ron ride perché sono cascato per terra!-
-Bill,
Ron ha un anno, tu nove, fai un po’ i tuoi calcoli e dimmi chi è lo scemo…MA
CHE DIAVOLO STANNO COMBINANDO QUEI DUE PICCOLI
MOSTRI?!-
-mammina,
non mi sembra carino chiamare Fred e George mostri…-
-chiudi
il becco, quattrocchi secchione-
-MAMMA,
BILL MI HA CHIAMATO…-
-FATE TUTTI SILENZIO!- sbraitò esasperato Arthur, scendendo le
scale di corsa tenendo sotto le braccia i gemelli tutti sporchi in faccia. Il
tono del padre fece improvvisamente zittire tutti quanti.
-questi
due terroristi si sono arrampicati sulla mensola del bagno e hanno sperimentato
i tuoi trucchi…e io sono terribilmente in ritardo!- esclamò furioso mettendo i
bambini sul tavolo e raccogliendo in fretta e furia tutte le sue cose -e per
questo ho deciso che, visto i precedenti di stanotte, questi due passeranno la
giornata da Joe Armstrong…così
vedremo se impareranno la lezione una buona volta!-
-NOOOOO!
Papino, ti prego, staremo buoni per tutto il giorno,
ma non portarci da lui...- strillò disperato George,
mettendosi in ginocchio e pregando il padre a mani giunte.
-Sì, ti
prego paparuccio, quello ci rovinerà l’esistenza…e
con lui Cindy e Meredith!- strepitò Fred.
Si dava
il caso che le gemelle Armstrong fossero due maniache
di arti femminili, capaci di costringere anche il Ministro
della Magia a giocare tutto il giorno con le bambole, a bere il tè, a truccarsi
e a giocare a fare marito e moglie…e il padre era un omone gigantesco che non
apprezzava che le loro figlie non venissero accontentate alla lettera…in
pratica l’unico incubo persistente di due maschietti nel fiore degli anni!
-Io la trovo un’idea meravigliosa…così nel caso dovesse nascere una
femminuccia sarete perfettamente in grado di giocare con lei!- disse con
perfidia Molly, dando il biberon a Ron, nel suo seggiolone.
-Ciao
tesoro…ciao ragazzi!- esclamò Arthur, prendendo per le magliette gli urlanti
gemelli e infilandosi nel camino con la polvere volante -casa Armstrong!-.
-Aaaah,
che pace!- esclamò allegramente Charlie, quando finalmente il silenzio tornò a
regnare alla Tana.
-Puoi dirlo forte fratello!- esclamò Bill. Volevano bene naturalmente
ai gemelli, ma di tanto in tanto un po’ più di tranquillità in casa ci voleva.
-Ottimo,
così noi cinque potremo andare tranquillamente a fare un po’ di
compere a Diagon Alley!-
disse allegramente Molly, mettendo la colazione nel piatto dei figli.
-Ehm,
mamma, io mi dovrei vedere con Tommy Harrison…sai,
gli hanno regalato una scopa nuova e…- cominciò
Charlie.
-va
bene, vai pure da Tommy, tanto ci sarà Bill con me!- tagliò
corto Molly. Sapeva che Charlie, se non avesse acconsentito alla svelta,
avrebbe ricominciata ad insistere sul fatto di volere
anche lui una scopa nuova, che naturalmente non potevano permettersi, non ora,
col bimbo in arrivo.
-Ma
mamma, anch’io mi dovevo vedere con Brian Wilkers,
perché lui può e io no?- disse arrabbiato Bill.
-Perché
tu sei il fratello maggiore!- disse la donna
sbrigativamente, prendendo a lavare i piatti.
-è un motivo di merda…- sibilò Bill, per non farsi sentire
dalla madre.
-Ti ho
sentito William Benjamin Weasley…modera il
linguaggio, o ti taglio la lingua, intesi?- sbraitò furente mamma Weasley -e
ora filate tutti di sopra a lavarvi i denti, ho una visita al S.Mungo alle 11, e non posso fare
tardi!-
-certo,
sempre il bambino al primo posto…-sussurrò arrabbiato Bill.
-Bill,
vieni qui un momento-
‘Accidenti,
ma come faceva a sentirlo tutte le volte?’ Bill strinse gli occhi e si avviò
rassegnato verso la cucina.
-cosa
c’è, non credevo che questo bambino fosse un problema
per te…dopotutto è il sesto che vedi nascere!- disse pazientemente Molly,
sedendosi pesantemente su una sedia e invitando il figlio maggiore a fare
altrettanto.
-appunto
mamma, non credi che mi sia scocciato da fare da fratello maggiore a sei
marmocchi?!- esclamò il bambino imbronciato.
-ma
tesoro, tu devi farlo solo nei confronti di Charlie, e poi lui lo fa con Percy
e così via…mica sei responsabile di tutti!- disse affettuosamente Molly,
scostando una ciocca di capelli dalla fronte corrugata del figlio.
-certo,
come no…ma Percy non è sgridato in continuazione perché non ha badato Fred o
George, e loro due non fanno proprio niente per Ron, anzi…! E
così sono io che devo pensare a tutti quanti!- disse esasperato.
-ma
questo perché tu sei il più grande di tutti, il che
oltre a significare alcune responsabilità porta anche a molte più libertà! Tu
puoi andare su una scopa, al contrario dei tuoi fratelli più piccoli, puoi
stare sveglio fino a un bel po’ più tardi, puoi andare
in molti posti da solo e così via…e poi tra soli due anni andrai ad Hogwarts, e
tutto questo toccherà a Charlie! Amore, io ho bisogno i te, oggi, perché nel
caso succedesse qualcosa io potrò contare solo su di
te, e non certo su Percy o Ron per chiamare papà o qualcun altro…tu sei l’unico
che mi può aiutare, sei l’ometto di casa quando papà non c’è! E ti prometto che
appena tornati da Diagon Alley
potrai prendere la scopa di tuo padre e andare a giocare a Quidditch nel
campetto coi tuoi amici, d’accordo?- disse dolcemente
Molly al figlio, che all’improvviso tornò tutto contento.
-Wow, ok, grazie mamma!- esclamò
abbracciandola e correndo di sopra.
Molly
conosceva bene il figlio maggiore, e sapeva che nonostante i suoi lamenti voleva molto bene ai suoi fratelli e si prendeva pienamente
le sue responsabilità…ma dopotutto aveva solo nove anni e tutto il diritto di
godersi la sua infanzia, dal momento che avrebbe avuto tutto il tempo per le
preoccupazioni famigliari, da adulto.
-beato
te, che arriverai ultimo e ti prenderai tutte le
coccole!- disse al pancione accarezzandolo dolcemente. Come se avesse sentito,
il bimbo diede un piccolo calcio, facendo sorridere Molly.
Magari fosse stata femmina…
-ciao mami, io vado!- urlò Charlie dalla
porta d’ingresso.
-ciao
tesoro, torna per pranzo…possibilmente intero!- ma la porta era
già stata chiusa.
Non era
uno scapestrato, ma da bravo Weasley sapeva perfettamente cacciarsi nei guai,
specialmente quando con i suoi amici giocava a fare il cavaliere di draghi
sulla scopa…quel bambino aveva un’adorazione un po’ troppo esagerata per quei
mostri sputa-fiamme…
-siamo pronti…si va?- disse sorridente Bill, tenendo in braccio Ron e per la
manina Percy.
-Si va!-
rispose amorevolmente Molly, prendendo una manciata di
polvere volante e Percy per mano. Lei sarebbe arrivata con il bambino, mentre Bill
l’avrebbe fatto col fratellino minore.
Pochi
minuti dopo si ritrovarono tutti e quattro all’inizio di Diagon
Alley, pronti ad adempiere
alle loro compere.
-Bene.
Ragazzi seguitemi, dobbiamo andare all’emporio di
Madama Kennet a comprare un po’ di pannolini e robe
varie per Ron e per il nuovo bambino…non vorrei trovarmi presa alla sprovvista,
non si sa mai quando potrebbe nascere, potrebbe essere oggi stesso…- e non
aveva neanche terminato la frase che una profonda fitta le mozzò il fiato.
-mamma,
va tutto bene?- chiese preoccupato Bill, sempre tenendo in braccio il piccolo Ronnie.
-certo
caro, solo un calcio un po’ più forte del solito del bimbo!- disse sorridendo,
nonostante un po’ d’ansia cominciasse a impossessarsi
di lei.
Ci
misero poco a raggiungere il negozio, e appena entrati vennero
subito accolti con entusiasmo da Aurora Kennet in
persona, una simpatica signora paffuta sulla cinquantina…dopotutto, i Weasley
erano tra i suoi migliori clienti.
-buongiorno
Molly…salve bambini! Accidenti, a giudicare da quel
bel pancione direi che il bimbo sta per nascere! Dimmi pure cosa posso fare per
te!- esclamò col suo solito buonumore contagioso.
-Buongiorno
Aurora! Visto che roba, se non fossi certa del contrario direi che si tratti di
nuovo di gemelli! Dunque, avrei proprio bisogno di…- ma venne
interrotta da una manina petulante che continuava a tirarle la manica.
-Perce,
non vedi che sto parlando?- lo rimproverò la donna.
-scusami
mammina…ma mi sa che ti sei fatta la pipì addosso!- disse seriamente il bimbetto.
-che?!-
chiese stupita Molly.
-mamma,
Percy ha ragione, sembra proprio che tu te la sia fatta sotto!- disse sorpreso Bill, avvicinandosi a sua madre.
Ma
Molly non ebbe il tempo di ribattere, perché una forte contrazione la fece
piegare in due.
-Oh mio Dio…Aurora,
credo che mi si siano rotte le acque!- sibilò
dolorante e terrorizzata Molly, cercando di non spaventare i figli.
-Per la
barba di Merlino…ok, cara, vediamo
di mantenere la calma, vieni in magazzino con me!- disse agitata la donna,
sostenendo Molly e aiutandola ad andare nella stanza.
-Bill…tesoro,
ascolta, ho una missione da ragazzo responsabile da
affidarti. Devi andare immediatamente al Ministero a chiamare papà, e devi
dirgli che il bimbo sta per nascere e che deve venire subito qua. Pensi di
poterlo fare? Ci sei già stato molte altre volte, e io
mi fido di te!- disse ansimando Molly, mentre la negoziante l’aiutava a
mettersi sdraiata su un asciugamano fatto apparire al momento.
-certo mami, farò in un batter d’occhio!- disse
prontamente Bill, fiero di essere tenuto così tanto in considerazione.
-bravo
il mio ometto…mi raccomando, fai attenzione…- ma un’altra doglia intensa le bloccò le parole in bocca.
Senza
farselo ripetere il bambino corse via dal negozio, diretto al primo posto dove
avrebbe potuto trovare un camino provvisto di metropolvere.
-Bene
Molly, credo che sia rischioso farti muovere in queste condizioni, è meglio non
tentare di portarti al S. Mungo, quindi vedremo di cavarcela da sole, ok? O fatto la levatrice da
giovane, in casa di famiglie nobili, e dovrei riuscirci egregiamente anche
questa volta, ma per non rischiare ora vado un attimo a vedere se in giro c’è
un qualche curatore che possa aiutarci, ok? Aspettami
qui solo due minuti. Percy, mi raccomando, tieni d’occhio la mamma e chiamami
se c’è qualcosa, va bene?- disse sbrigativamente
Aurora.
-Sissignora!-
esclamò eccitato il bimbetto.
La donna
schizzò fuori dalla porta, e amplificando la voce,
cominciò a chiedere se in giro ci fosse un curatore. La sua domanda venne accolta in fretta, e addirittura ebbe la fortuna di
trovare proprio nel suo negozio una donna che di professione faceva la
ginecologa al S.Mungo, che prontamente la seguì nel
magazzino.
Nel
frattempo Bill, tutto sudato e sporco di cenere arrivò nell’atrio dl Ministero
e cominciò a correre per i corridoi verso gli ascensori, seguito da una serie
di sguardi incuriositi dei dipendenti.
-Dai dai
dai dai…- esclamò
impaziente nell’ascensore, che lentamente raggiungeva i vari livelli mentre una
serie i persone e aeroplani di carta entravano e
uscivano.
Finalmente
la gelida voce femminile che annunciava i livelli disse -Secondo livello,
Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, comprendente l’Ufficio per l’Uso
Improprio delle Arti Magiche, il Quartier Generale
degli Auror e i Servizi Amministrativi Wizengamot-
-Alleluja!- sbraitò agitatissimo il bambino fiondandosi
fuori, suscitando risatine da parte dei dipendenti, alcuni dei quali avevano riconosciuto il figlio del giovane dipendente dai
capelli rossi, quello strano Arthur Weasley. Tipo simpatico, sì.
Il
bambino sfrecciò lungo i bui corridoi come una pazzo,
tanto che per poco non andò a sbattere contro la porta dell’ufficio del padre,
che si trovava di fronte allo sgabuzzino delle scope. Decisamente
un posto squallido per uno come il suo papà.
-PAPA’!-
urlò catapultandosi dentro la stanza e atterrando praticamente
sulla scrivania ingombra di fogli del padre.
-Bill!
Santo cielo, sei qui da solo? Dove sono mamma e i tuoi
fratelli? È successo qualcosa?- esclamò preoccupato l’uomo,
scattando in piedi.
-No…cioè sì…volevo dire che…ehm, i fratelli e mamma stanno bene,
o almeno credo…sì sono da solo…ma scusa, non puoi fare una domanda per volta?!-
esclamò agitato il bambino.
-Manteniamo
la calma figliolo, e cerca di spiegarmi perché sei qui!-
-la
mamma si è fatta la pipì addosso!-
-Che?!-
-cioè,
non lo so, comunque ha detto di dirti che…ehm…ah, sì,
che sta nascendo il bambino e che devi correre lì!- strillò tutto emozionato
Bill, ricordandosi le esatte parole della madre.
-CHE
COSA? Lì dove?- ora sì che era terrorizzato.
-
All’emporio di Madama Kennet!- urlò il bambino ancora
più terrorizzato, contagiato dal padre.
E
così i dipendenti non si videro più solo un bambino correre agitatissimo e
urlare contro l’ascensore, ma bensì sia padre che figlio comportarsi da pazzi
scatenati. Certo che i Weasley erano una famiglia ben strana!
-Bene
Molly, fai alcuni respiri profondi, a giudicare dalla dilatazione direi che
dovremmo quasi esserci- disse la curatrice con fare rassicurante e professionale,
inginocchiata tra le gambe piegate della donna.
-Ufffff…ufffffffff…uffffffffff!- cominciò
ad ansimare sonoramente la donna, tentando di seguire le istruzioni del medico
nonostante il dolore infame. Aurora le stava accanto e le stringeva la mano,
mentre il piccolo Percy, da bravo ometto che era, bagnava la fronte della sua
mamma con delle pezze inzuppate in una bacinella d’acqua, esattamente come la
bella signora che stava aiutando la mammina gli aveva
detto.
Ron
gattonava lì accanto, tutto emozionato da quel caos, ma certamente non
spaventato: a casa sua era decisamente peggio.
-Ci siamo cara, vedo una bella testolina rossa!- disse con fare
allegro la curatrice.
-pensa
un po’ che novità!- esclamò Aurora nel tentativo di far ridere la partoriente,
e ottenendo in parte il suo risultato.
-E’
ora di cominciare a spingere sul serio, manca pochissimo Molly!-
-ECCOMI!
CHE SUCCEDE?!- in quel momento un sudicio Arthur
Weasley, accompagnato dal figlio maggiore nelle medesime condizioni, fece il
suo ingresso nel magazzino.
-Noi qui
stiamo bene, lei piuttosto veda di darsi una pulita:
non si avvicinerà di certo in quello stato ad una partoriente e ad un neonato!-
esclamò con enfasi Aurora Kennet.
-gratta e netta. Molly, amore, ci sono qua io, ora- esclamò correndo verso la moglie e sedendosi
accanto a lei.
-Oh,
grazie al cielo Arthur, credevo che Bill non ti avrebbe mai trovato in
tempo…bravo il mio ometto…ANF…ARGH- gemette Molly con le lacrime agli occhi.
-Perfetto,
ancora una bella spinta e sarà tutto finito!- esclamò
la curatrice.
-AAAHHH…-
-UAAAAHHH…-
-UEEEHHH…-
All’urlo
di Molly per lo sforzo si sovrappose l’ugola d’oro di Ron, eccitato di poter
dimostrare finalmente quanto potenti erano le sue corde vocali, tanto che il
vagito del bambino quasi non si sentì. Frastornato da tutto quel casino, Bill
agguantò il fratellino e gli tappò la bocca permettendo alla donna di
annunciare che…
-Congratulazioni,
è una bellissima bambina-
-EVVAI!-
questa volta l’urlo veniva da Arthur Weasley, che praticamente
saltò addosso alla moglie per abbracciarla e baciarla.
-Oh mio
Dio…non posso crederci…non ci speravo davvero più…- esclamò esausta Molly
piangendo dalla felicità nel prendere tra le braccia quel
tenero frugoletto.
-E’
una femmina, è una femmina…- cominciò a sbraitare Bill,
improvvisando una specie di danza tribale con Percy, facendo ridere tutti nella
stanza.
-E’
veramente una meraviglia di bambina, Molly cara, sono
felicissima per te!- esclamò affettuosamente Aurora.
-Bella…sì…Arthur,
che ne dici di chiamarla Ginny? È un nome che adoro sin da quando ero bambina!-
chiese la donna, contemplando incantata la piccolina,
che ora si era beatamente addormentata.
-tesoro,
per quanto mi riguarda potevi anche chiamarla Jonathan, mi basta che sia femmina!- esclamò l’uomo al
settimo cielo, facendo ridere tutti, Ron compreso, che naturalmente si sentì in
obbligo di farsi valere come suo solito.
-Mamma,
la sua cacca puzza molto di più di quella di Ron, scordati che io mi avvicini al suo pannolino!- esclamò convinto Charlie,
guardando sospettoso dentro la culla la sorellina che riposava.
Era
passato un giorno dalla nascita, e tutta la famiglia si trovava nella stanza
d’ospedale in cui mamma e bimba erano state collocate.
-Oh, ma
per quello ci penso io…- disse con fare sognante Bill.
Il ragazzino si era a dir poco innamorato di quel cosino
rosa che dormiva beatamente nella culla.
-No
caro, faremo i turni, come per Ron, e nessuno verrà
escluso…tranne i gemelli, per ovvi motivi di sicurezza- disse preoccupata
osservando i figli perfettamente uguali arrampicarsi su per le tende della
finestra, nel tentativo di imitare un personaggio delle storie babbane di cui avevano sentito parlare, un certo Tartan…o Tarlan.
-Ragazzi,
scendete immediatamente da lì…-
-lasciali
far caro, non oso immaginare che cosa sia stato per loro passare la giornata
con quelle due bambine, ma a giudicare dai vestitini di trina che indossavano
penso che un po’ di sfogo sia più che lecito- disse tranquillamente la donna,
accarezzando dolcemente la testolina della bambina.
-Va
bene, per ora, ma una volta che tu e Ginny tornerete a
casa si cambierà musica…con una femmina in casa tutti ci dovremo comportare
meglio, vero ragazzi?- disse risoluto il padre rivolgendosi alla numerosa
prole.
-Ma
papi, scusa tanto, ma anche mammina è una femmina!-
disse col suo solito fare da sapientone il piccolo Percy.
-E rieccolo il quattrocchi…-
-MAM…-
-shhh,
tesoro, l’ho sentito, te l’assicuro, ma non svegliamo la sorellina. Charlie,
ora ti ci metti anche tu a chiamarlo così, non bastava Bill?- chiese esasperata
la donna.
-Bhè, ora che Bill è preso con la
cosa che fa la cacca fetida, qualcuno dovrà pur fare le sue veci?- disse
mettendo in mostra un sorriso a trentadue denti, o quasi, dal momento che quel sorriso era pieno di
finestre.
-Charlie…primo,
Ginny non è una cosa che fa la cacca fetida, ma un’adorabile bimba appena
nata…e secondo, tuo fratello non è un quattrocchi…ve lo volete ficcare in testa
tutti e due?-
-ma allora come lo devo chiamare, fondi di bottiglia?-
-MA…-
-Perce,
l’ho sentito benissimo, è qui davanti a me! Arthur, ti prego, portali tutti e due a fare un giro, e magari portati dietro anche le
due calamità, se non ti spiace…vorrei riposare un po’!- disse stancamente al
marito.
-Ma
certo amore…forza, pesti bubboniche, andiamo!-
-Papino,
non è molto educativo chiamare Fred e george…-
-Secchione
sapientone quattrocchi fondidibottiglia…-
-M…-
-Fuori
tutti quanti!- e dando un’ultima occhiata esasperata alla moglie, Arthur spinse
fuori i quattro figli e si chiuse la porta dietro.
-Che ne
pensi, Ronnie, con l’arrivo di una femminuccia
qualcosa cambierà dentro questa scapestrata famiglia?-
-Sbbrrlll…- per tutta risposta il bimbo fece una serie di bollicine con la
bocca.
-Già, lo
penso anch’io…- sussurrò baciando la testolina del suo
maschietto più piccolo e sdraiandosi su un lato per dormire, sapendo che tanto
a Ginny avrebbe pensato Bill, che sembrava incapace di staccarle gli occhi di
dosso.
Che
razza di terribile, frenetica, pazza, famiglia aveva messo su?
Mmmmm…una
bellissima famiglia…dopotutto…
Fine
Bene,
bene, bene…
Dal
momento che l’ispirazione per Non tutto il male vien
per nuocere è andata a farsi benedire…mi sembrava
lecito mantenere in allenamento membra e cervello durante le vacanze e così
eccomi qua. Ero sinceramente tentata di mettere su un’originale a base di pura
violenza, ma pensando ai miei precedenti sarei stata
un po’ ripetitiva. E così è venuta fuori questa, anche
se forse un giorno scriverò anche l’altra!
Nel
frattempo fatemi sapere che ne pensate e perdonatemi per non aver aggiornato
ancora l’altra…ma sono a buon punto, giuro!
Thanks,
a presto!