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Autore: lazyl    15/06/2005    23 recensioni
è una piccola shot sulla vita alla Tana ai bei tempi in cui Ron era in fasce...e in cui qualcun altro stava per arrivare...!
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur, Weasley, Bill, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Molly, Weasley, Percy, Weasley, Ron, Weasley, Charlie, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiocco rosa in casa Weasley

Fiocco rosa in casa Weasley

 

Erano le quattro del mattino di una tranquilla nottata di fine giugno, e un’incredibile quanto improbabile silenzio regnava in casa Weasley.

E Molly se la stava godendo in pieno sdraiata di schiena sul lettone…dopotutto il pancione aveva raggiunto dimensioni tali che le risultava difficile persino mettersi su un fianco.

Arthur stava dormendo. Il poveretto, nell’ultimo periodo si era visto particolarmente stressato da lavoro e prole, dal momento che stare dietro a sei bambini scavezzacollo era un’impresa abbastanza difficile in due; e ora che Molly aveva raggiunto dimensioni tali da faticare a passare attraverso la porta si era assunto la responsabilità di tenere a bada i ragazzi per la gran parte del tempo: praticamente un’impresa impossibile. E ben presto sarebbero state sette le pesti…e la donna non ricordava nemmeno quante volte il marito le aveva ripetuto, specialmente nell’ultimo periodo, che quello era l’ultimo tentativo per loro due di avere la tanto sospirata femmina…l’idea di avere un altro maschio li terrorizzava a dir poco, anche se l’importante naturalmente era che fosse stato sano…ma se fosse stata anche femmina

-UUUUUUUUAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!- uno strillo acuto riempì il silenzio della casa, tanto che se qualcuno fosse passato nei paraggi a quell’ora avrebbe sicuramente pensato ad un potentissimo allarme sonoro anti-ladri.

Ma Molly conosceva l’ugola d’oro dei suoi figli…specialmente del più piccolo di loro, che alla veneranda età di quattordici mesi si era dimostrato capace di competere con i migliori tenori esistenti in circolazione.

La donna tentò a fatica di sollevarsi a sedere, ma una mano del marito la trattenne per un braccio.

-lascia stare tesoro, vado io- disse Arthur con la voce impastata dal sonno, alzandosi lentamente e infilandosi le pantofole, per poi caracollare fuori dalla stanza.

Come adorava suo marito quando faceva così…

-mammina…perché Ronnie piange?- chiamò una vocina vicina al lettone. Era il piccolo Percy, che come al solito si era svegliato all’istante…dopotutto era a lui che era toccata la sfortuna di dividere la stanza col bambino, da quando aveva abbandonato la camera dei genitori.

-amore, tuo fratello è ancora piccolo, è normale che i bimbi alla sua età si sveglino durante la notte e si mettano a piangere- spiegò dolcemente Molly, sedendosi contro la spalliera del letto per far posto al bambino.

-io ho letto che quando i bambini piangono vuol dire che hanno fame o gli fa male il pancino, oppure che hanno fatto un brutto sogno- disse Percy col suo tipico fare da saputello. Era un orgoglio per Molly, quel bambino…aveva solo cinque anni, ma sapeva leggere e scrivere correntemente, e non leggeva i soliti libretti infantili, bensì quasi tutte le mattine si impossessava della Gazzetta del Profeta dopo suo padre e spesso lo trovava a leggere un qualche libro dei genitori, compresi ricettari e libri per la cura e l’educazione dei bambini.

-lo so amore, ma vedrai che Ron sta benissimo, voleva solo attirare un po’ l’attenzione…anche tu e i tuoi fratelli facevate così da piccoli- rispose affettuosamente la donna, accarezzando la testolina del figlio.

-anche il nuovo bambino farà così?- chiese il bimbetto andandosi a sdraiarsi accanto alla sua mamma e posando la testa sul pancione.

-è probabile amore, ma speriamo proprio che non strilli come Ron!- disse ridacchiando Molly, continuando a carezzare i capelli di Percy.

In quel momento Arthur entrò nella stanza, nero di rabbia, tenendo per le orecchie due bimbetti perfettamente identici, che si agitavano e si lamentavano tentando di liberarsi.

-oh no…che diamine hanno combinato sta volta questi due?- disse esasperata Molly. Spesso si chiedeva come due terremoti ambulanti come i gemelli potevano essere saltati fuori da due persone tranquille come erano lei e suo marito.

-i tuoi figli- esclamò calcando sulla parola “tuoi” -hanno catturato una nidiata di ragni, stamattina, e hanno avuto la bella idea di nasconderli sotto al cuscino di Ron, così che lui si è svegliato e si è trovato un bellissimo ragnetto sopra al naso che zampettava…e sai bene come quel bambino odi i ragni!- tuonò strattonando i due bambini.

-ragazzi…ma si può sapere perché vi ostinate a tormentare in questo modo vostro fratello? Lo sapete benissimo che è troppo piccolo per difendersi dai vostri scherzi…e come i vostri fratelli non l’hanno fatto con voi quando avevate la sua età voi dovreste smetterla di comportavi così con Ron…altrimenti nessuno potrà difendervi da me…- esclamò arrabbiata, incutendo parecchio terrore ai due bambini, soprattutto nell’udire l’ultima frase…due bambini di soli tre anni si impressionano molto nell’udire certe cose da una donna così tonda, che ai loro occhi avrebbe potuto schiacciarli facilmente balzandogli addosso, col pancione che si ritrovava.

-va bene mammina, non lo faremo mai più, lo promettiamo!- esclamarono spaventati i due bambini all’unisono, svincolandosi dalla stretta del padre e scappando in camera loro per evitare di essere schiacciati come delle frittelle dalla loro mamma gigantesca.

-forza Perce, torna a letto anche tu, tesoro…- disse stancamente Molly, schioccando un bacio sulla fronte del bambino.

-notte mammina, notte papi- disse il bimbo uscendo dalla stanza, dopo che suo padre gli ebbe scompigliato affettuosamente i capelli -notte campione-.

-amore, dobbiamo fare qualcosa per quei ragazzini, peggiorano di giorno in giorno…non oso pensare a quando andranno a scuola…- disse sconsolato l’uomo, tornando a sdraiarsi sul letto.

-e allora non pensarci, Arthur…c’è ancora tempo, vedrai che presto gli passerà!- disse dolcemente la donna, accoccolandosi vicino al marito e poggiando la testa sul suo torace.

-spero vivamente che tu abbia ragione, Molly- rispose l’uomo, abbracciando la moglie e prendendo a carezzare il pancione.

-sai che ti dico? Spero proprio che questo bambino, maschio o femmina che sia, sia abbastanza buono da compensare per tutti i suoi fratelli- disse con enfasi Molly.

-allora tesoro credo che come minimo dovrà nascere direttamente con un paio d’ali e un’aureola…è impossibile che un bambino del genere nasca in una famiglia del genere! E pensare che quando aspettavi Bill ci auguravamo tutti che non sarebbe stato un secchione santarellino…ora non so che darei per una creatura del genere!- disse l’uomo stancamente.

-non pensarci ora amore, pensa solo a riposare- disse amorevolmente la donna, e dopo pochi minuti sentì il respiro del marito diventare regolare e tranquillo.

Aveva pensato che la serata era improbabilmente e incredibilmente tranquilla? Appunto.

 

-BIIIIIIIIIILLLLLLLL!!!!!!!!!!!!-

-arrivo mamma! Un attimo!- strepitò il bambino inciampando per le scale nel tentativo di infilarsi un calzino, spaiato, tra l’altro.

-Prendi tuo fratello e muoviti!- urlò la signora Weasley dalla cucina.

-Charlie! Prendi Ron, che io mi sto ammazzando!-

-guarda che hai i calzini spaiati-

-Sta zitto, quattrocchi!-

-MAMMA! BILL MI HA CHIAMATO QUATTROCCHI!-

-BILL NON CHIAMARE PERCY QUATTROCCHI! Tesoro, lo sai che gli occhiali ti stanno benissimo, non dare retta a tuo fratello-

-Mamma non mi devono stare benissimo, mica sono una femmina, io-

-io non ne sarei tanto sicuro…-

-CHARLIE!-

-scusa, scusa mamma-

-mptpfffprrrtt-

-cos’hai da sbiascicare marmocchio?-

SBAM.

-mprrrrrrrrrtttttttt…!!!-

-e non ridere brutto scemo-

-BILL!-

-mamma, Ron ride perché sono cascato per terra!-

-Bill, Ron ha un anno, tu nove, fai un po’ i tuoi calcoli e dimmi chi è lo scemo…MA CHE DIAVOLO STANNO COMBINANDO QUEI DUE PICCOLI MOSTRI?!-

-mammina, non mi sembra carino chiamare Fred e George mostri…-

-chiudi il becco, quattrocchi secchione-

-MAMMA, BILL MI HA CHIAMATO…-

-FATE TUTTI SILENZIO!- sbraitò esasperato Arthur, scendendo le scale di corsa tenendo sotto le braccia i gemelli tutti sporchi in faccia. Il tono del padre fece improvvisamente zittire tutti quanti.

-questi due terroristi si sono arrampicati sulla mensola del bagno e hanno sperimentato i tuoi trucchi…e io sono terribilmente in ritardo!- esclamò furioso mettendo i bambini sul tavolo e raccogliendo in fretta e furia tutte le sue cose -e per questo ho deciso che, visto i precedenti di stanotte, questi due passeranno la giornata da Joe Armstrong…così vedremo se impareranno la lezione una buona volta!-

-NOOOOO! Papino, ti prego, staremo buoni per tutto il giorno, ma non portarci da lui...- strillò disperato George, mettendosi in ginocchio e pregando il padre a mani giunte.

-Sì, ti prego paparuccio, quello ci rovinerà l’esistenza…e con lui Cindy e Meredith!- strepitò Fred.

Si dava il caso che le gemelle Armstrong fossero due maniache di arti femminili, capaci di costringere anche il Ministro della Magia a giocare tutto il giorno con le bambole, a bere il tè, a truccarsi e a giocare a fare marito e moglie…e il padre era un omone gigantesco che non apprezzava che le loro figlie non venissero accontentate alla lettera…in pratica l’unico incubo persistente di due maschietti nel fiore degli anni!

-Io la trovo un’idea meravigliosa…così nel caso dovesse nascere una femminuccia sarete perfettamente in grado di giocare con lei!- disse con perfidia Molly, dando il biberon a Ron, nel suo seggiolone.

-Ciao tesoro…ciao ragazzi!- esclamò Arthur, prendendo per le magliette gli urlanti gemelli e infilandosi nel camino con la polvere volante -casa Armstrong!-.

-Aaaah, che pace!- esclamò allegramente Charlie, quando finalmente il silenzio tornò a regnare alla Tana.

-Puoi dirlo forte fratello!- esclamò Bill. Volevano bene naturalmente ai gemelli, ma di tanto in tanto un po’ più di tranquillità in casa ci voleva.

-Ottimo, così noi cinque potremo andare tranquillamente a fare un po’ di compere a Diagon Alley!- disse allegramente Molly, mettendo la colazione nel piatto dei figli.

-Ehm, mamma, io mi dovrei vedere con Tommy Harrison…sai, gli hanno regalato una scopa nuova e…- cominciò Charlie.

-va bene, vai pure da Tommy, tanto ci sarà Bill con me!- tagliò corto Molly. Sapeva che Charlie, se non avesse acconsentito alla svelta, avrebbe ricominciata ad insistere sul fatto di volere anche lui una scopa nuova, che naturalmente non potevano permettersi, non ora, col bimbo in arrivo.

-Ma mamma, anch’io mi dovevo vedere con Brian Wilkers, perché lui può e io no?- disse arrabbiato Bill.

-Perché tu sei il fratello maggiore!- disse la donna sbrigativamente, prendendo a lavare i piatti.

-è un motivo di merda…- sibilò Bill, per non farsi sentire dalla madre.

-Ti ho sentito William Benjamin Weasley…modera il linguaggio, o ti taglio la lingua, intesi?- sbraitò furente mamma Weasley -e ora filate tutti di sopra a lavarvi i denti, ho una visita al S.Mungo alle 11, e non posso fare tardi!-

-certo, sempre il bambino al primo posto…-sussurrò arrabbiato Bill.

-Bill, vieni qui un momento-

‘Accidenti, ma come faceva a sentirlo tutte le volte?’ Bill strinse gli occhi e si avviò rassegnato verso la cucina.

-cosa c’è, non credevo che questo bambino fosse un problema per te…dopotutto è il sesto che vedi nascere!- disse pazientemente Molly, sedendosi pesantemente su una sedia e invitando il figlio maggiore a fare altrettanto.

-appunto mamma, non credi che mi sia scocciato da fare da fratello maggiore a sei marmocchi?!- esclamò il bambino imbronciato.

-ma tesoro, tu devi farlo solo nei confronti di Charlie, e poi lui lo fa con Percy e così via…mica sei responsabile di tutti!- disse affettuosamente Molly, scostando una ciocca di capelli dalla fronte corrugata del figlio.

-certo, come no…ma Percy non è sgridato in continuazione perché non ha badato Fred o George, e loro due non fanno proprio niente per Ron, anzi…! E così sono io che devo pensare a tutti quanti!- disse esasperato.

-ma questo perché tu sei il più grande di tutti, il che oltre a significare alcune responsabilità porta anche a molte più libertà! Tu puoi andare su una scopa, al contrario dei tuoi fratelli più piccoli, puoi stare sveglio fino a un bel po’ più tardi, puoi andare in molti posti da solo e così via…e poi tra soli due anni andrai ad Hogwarts, e tutto questo toccherà a Charlie! Amore, io ho bisogno i te, oggi, perché nel caso succedesse qualcosa io potrò contare solo su di te, e non certo su Percy o Ron per chiamare papà o qualcun altro…tu sei l’unico che mi può aiutare, sei l’ometto di casa quando papà non c’è! E ti prometto che appena tornati da Diagon Alley potrai prendere la scopa di tuo padre e andare a giocare a Quidditch nel campetto coi tuoi amici, d’accordo?- disse dolcemente Molly al figlio, che all’improvviso tornò tutto contento.

-Wow, ok, grazie mamma!- esclamò abbracciandola e correndo di sopra.

Molly conosceva bene il figlio maggiore, e sapeva che nonostante i suoi lamenti voleva molto bene ai suoi fratelli e si prendeva pienamente le sue responsabilità…ma dopotutto aveva solo nove anni e tutto il diritto di godersi la sua infanzia, dal momento che avrebbe avuto tutto il tempo per le preoccupazioni famigliari, da adulto.

-beato te, che arriverai ultimo e ti prenderai tutte le coccole!- disse al pancione accarezzandolo dolcemente. Come se avesse sentito, il bimbo diede un piccolo calcio, facendo sorridere Molly.

Magari fosse stata femmina…

-ciao mami, io vado!- urlò Charlie dalla porta d’ingresso.

-ciao tesoro, torna per pranzo…possibilmente intero!- ma la porta era già stata chiusa.

Non era uno scapestrato, ma da bravo Weasley sapeva perfettamente cacciarsi nei guai, specialmente quando con i suoi amici giocava a fare il cavaliere di draghi sulla scopa…quel bambino aveva un’adorazione un po’ troppo esagerata per quei mostri sputa-fiamme

-siamo pronti…si va?- disse sorridente Bill, tenendo in braccio Ron e per la manina Percy.

-Si va!- rispose amorevolmente Molly, prendendo una manciata di polvere volante e Percy per mano. Lei sarebbe arrivata con il bambino, mentre Bill l’avrebbe fatto col fratellino minore.

Pochi minuti dopo si ritrovarono tutti e quattro all’inizio di Diagon Alley, pronti ad adempiere alle loro compere.

-Bene. Ragazzi seguitemi, dobbiamo andare all’emporio di Madama Kennet a comprare un po’ di pannolini e robe varie per Ron e per il nuovo bambino…non vorrei trovarmi presa alla sprovvista, non si sa mai quando potrebbe nascere, potrebbe essere oggi stesso…- e non aveva neanche terminato la frase che una profonda fitta le mozzò il fiato.

-mamma, va tutto bene?- chiese preoccupato Bill, sempre tenendo in braccio il piccolo Ronnie.

-certo caro, solo un calcio un po’ più forte del solito del bimbo!- disse sorridendo, nonostante un po’ d’ansia cominciasse a impossessarsi di lei.

Ci misero poco a raggiungere il negozio, e appena entrati vennero subito accolti con entusiasmo da Aurora Kennet in persona, una simpatica signora paffuta sulla cinquantina…dopotutto, i Weasley erano tra i suoi migliori clienti.

-buongiorno Molly…salve bambini! Accidenti, a giudicare da quel bel pancione direi che il bimbo sta per nascere! Dimmi pure cosa posso fare per te!- esclamò col suo solito buonumore contagioso.

-Buongiorno Aurora! Visto che roba, se non fossi certa del contrario direi che si tratti di nuovo di gemelli! Dunque, avrei proprio bisogno di…- ma venne interrotta da una manina petulante che continuava a tirarle la manica.

-Perce, non vedi che sto parlando?- lo rimproverò la donna.

-scusami mammina…ma mi sa che ti sei fatta la pipì addosso!- disse seriamente il bimbetto.

-che?!- chiese stupita Molly.

-mamma, Percy ha ragione, sembra proprio che tu te la sia fatta sotto!- disse sorpreso Bill, avvicinandosi a sua madre.

Ma Molly non ebbe il tempo di ribattere, perché una forte contrazione la fece piegare in due.

-Oh mio Dio…Aurora, credo che mi si siano rotte le acque!- sibilò dolorante e terrorizzata Molly, cercando di non spaventare i figli.

-Per la barba di Merlino…ok, cara, vediamo di mantenere la calma, vieni in magazzino con me!- disse agitata la donna, sostenendo Molly e aiutandola ad andare nella stanza.

-Bill…tesoro, ascolta, ho una missione da ragazzo responsabile da affidarti. Devi andare immediatamente al Ministero a chiamare papà, e devi dirgli che il bimbo sta per nascere e che deve venire subito qua. Pensi di poterlo fare? Ci sei già stato molte altre volte, e io mi fido di te!- disse ansimando Molly, mentre la negoziante l’aiutava a mettersi sdraiata su un asciugamano fatto apparire al momento.

-certo mami, farò in un batter d’occhio!- disse prontamente Bill, fiero di essere tenuto così tanto in considerazione.

-bravo il mio ometto…mi raccomando, fai attenzione…- ma un’altra doglia intensa le bloccò le parole in bocca.

Senza farselo ripetere il bambino corse via dal negozio, diretto al primo posto dove avrebbe potuto trovare un camino provvisto di metropolvere.

-Bene Molly, credo che sia rischioso farti muovere in queste condizioni, è meglio non tentare di portarti al S. Mungo, quindi vedremo di cavarcela da sole, ok? O fatto la levatrice da giovane, in casa di famiglie nobili, e dovrei riuscirci egregiamente anche questa volta, ma per non rischiare ora vado un attimo a vedere se in giro c’è un qualche curatore che possa aiutarci, ok? Aspettami qui solo due minuti. Percy, mi raccomando, tieni d’occhio la mamma e chiamami se c’è qualcosa, va bene?- disse sbrigativamente Aurora.

-Sissignora!- esclamò eccitato il bimbetto.

La donna schizzò fuori dalla porta, e amplificando la voce, cominciò a chiedere se in giro ci fosse un curatore. La sua domanda venne accolta in fretta, e addirittura ebbe la fortuna di trovare proprio nel suo negozio una donna che di professione faceva la ginecologa al S.Mungo, che prontamente la seguì nel magazzino.

 

Nel frattempo Bill, tutto sudato e sporco di cenere arrivò nell’atrio dl Ministero e cominciò a correre per i corridoi verso gli ascensori, seguito da una serie di sguardi incuriositi dei dipendenti.

-Dai dai dai dai…- esclamò impaziente nell’ascensore, che lentamente raggiungeva i vari livelli mentre una serie i persone e aeroplani di carta entravano e uscivano.

Finalmente la gelida voce femminile che annunciava i livelli disse -Secondo livello, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, comprendente l’Ufficio per l’Uso Improprio delle Arti Magiche, il Quartier Generale degli Auror e i Servizi Amministrativi Wizengamot-

-Alleluja!- sbraitò agitatissimo il bambino fiondandosi fuori, suscitando risatine da parte dei dipendenti, alcuni dei quali avevano riconosciuto il figlio del giovane dipendente dai capelli rossi, quello strano Arthur Weasley. Tipo simpatico, sì.

Il bambino sfrecciò lungo i bui corridoi come una pazzo, tanto che per poco non andò a sbattere contro la porta dell’ufficio del padre, che si trovava di fronte allo sgabuzzino delle scope. Decisamente un posto squallido per uno come il suo papà.

-PAPA’!- urlò catapultandosi dentro la stanza e atterrando praticamente sulla scrivania ingombra di fogli del padre.

-Bill! Santo cielo, sei qui da solo? Dove sono mamma e i tuoi fratelli? È successo qualcosa?- esclamò preoccupato l’uomo, scattando in piedi.

-No…cioè sì…volevo dire che…ehm, i fratelli e mamma stanno bene, o almeno credo…sì sono da solo…ma scusa, non puoi fare una domanda per volta?!- esclamò agitato il bambino.

-Manteniamo la calma figliolo, e cerca di spiegarmi perché sei qui!-

-la mamma si è fatta la pipì addosso!-

-Che?!-

-cioè, non lo so, comunque ha detto di dirti che…ehm…ah, sì, che sta nascendo il bambino e che devi correre lì!- strillò tutto emozionato Bill, ricordandosi le esatte parole della madre.

-CHE COSA? Lì dove?- ora sì che era terrorizzato.

- All’emporio di Madama Kennet!- urlò il bambino ancora più terrorizzato, contagiato dal padre.

E così i dipendenti non si videro più solo un bambino correre agitatissimo e urlare contro l’ascensore, ma bensì sia padre che figlio comportarsi da pazzi scatenati. Certo che i Weasley erano una famiglia ben strana!

 

-Bene Molly, fai alcuni respiri profondi, a giudicare dalla dilatazione direi che dovremmo quasi esserci- disse la curatrice con fare rassicurante e professionale, inginocchiata tra le gambe piegate della donna.

-Ufffffufffffffffuffffffffff!- cominciò ad ansimare sonoramente la donna, tentando di seguire le istruzioni del medico nonostante il dolore infame. Aurora le stava accanto e le stringeva la mano, mentre il piccolo Percy, da bravo ometto che era, bagnava la fronte della sua mamma con delle pezze inzuppate in una bacinella d’acqua, esattamente come la bella signora che stava aiutando la mammina gli aveva detto.

Ron gattonava lì accanto, tutto emozionato da quel caos, ma certamente non spaventato: a casa sua era decisamente peggio.

-Ci siamo cara, vedo una bella testolina rossa!- disse con fare allegro la curatrice.

-pensa un po’ che novità!- esclamò Aurora nel tentativo di far ridere la partoriente, e ottenendo in parte il suo risultato.

-E’ ora di cominciare a spingere sul serio, manca pochissimo Molly!-

-ECCOMI! CHE SUCCEDE?!- in quel momento un sudicio Arthur Weasley, accompagnato dal figlio maggiore nelle medesime condizioni, fece il suo ingresso nel magazzino.

-Noi qui stiamo bene, lei piuttosto veda di darsi una pulita: non si avvicinerà di certo in quello stato ad una partoriente e ad un neonato!- esclamò con enfasi Aurora Kennet.

-gratta e netta. Molly, amore, ci sono qua io, ora- esclamò correndo verso la moglie e sedendosi accanto a lei.

-Oh, grazie al cielo Arthur, credevo che Bill non ti avrebbe mai trovato in tempo…bravo il mio ometto…ANF…ARGH- gemette Molly con le lacrime agli occhi.

-Perfetto, ancora una bella spinta e sarà tutto finito!- esclamò la curatrice.

-AAAHHH…-

-UAAAAHHH…-

-UEEEHHH…-

All’urlo di Molly per lo sforzo si sovrappose l’ugola d’oro di Ron, eccitato di poter dimostrare finalmente quanto potenti erano le sue corde vocali, tanto che il vagito del bambino quasi non si sentì. Frastornato da tutto quel casino, Bill agguantò il fratellino e gli tappò la bocca permettendo alla donna di annunciare che…

-Congratulazioni, è una bellissima bambina-

-EVVAI!- questa volta l’urlo veniva da Arthur Weasley, che praticamente saltò addosso alla moglie per abbracciarla e baciarla.

-Oh mio Dio…non posso crederci…non ci speravo davvero più…- esclamò esausta Molly piangendo dalla felicità nel prendere tra le braccia quel tenero frugoletto.

-E’ una femmina, è una femmina…- cominciò a sbraitare Bill, improvvisando una specie di danza tribale con Percy, facendo ridere tutti nella stanza.

-E’ veramente una meraviglia di bambina, Molly cara, sono felicissima per te!- esclamò affettuosamente Aurora.

-Bella…sì…Arthur, che ne dici di chiamarla Ginny? È un nome che adoro sin da quando ero bambina!- chiese la donna, contemplando incantata la piccolina, che ora si era beatamente addormentata.

-tesoro, per quanto mi riguarda potevi anche chiamarla Jonathan, mi basta che sia femmina!- esclamò l’uomo al settimo cielo, facendo ridere tutti, Ron compreso, che naturalmente si sentì in obbligo di farsi valere come suo solito.

 

-Mamma, la sua cacca puzza molto di più di quella di Ron, scordati che io mi avvicini al suo pannolino!- esclamò convinto Charlie, guardando sospettoso dentro la culla la sorellina che riposava.

Era passato un giorno dalla nascita, e tutta la famiglia si trovava nella stanza d’ospedale in cui mamma e bimba erano state collocate.

-Oh, ma per quello ci penso io…- disse con fare sognante Bill. Il ragazzino si era a dir poco innamorato di quel cosino rosa che dormiva beatamente nella culla.

-No caro, faremo i turni, come per Ron, e nessuno verrà escluso…tranne i gemelli, per ovvi motivi di sicurezza- disse preoccupata osservando i figli perfettamente uguali arrampicarsi su per le tende della finestra, nel tentativo di imitare un personaggio delle storie babbane di cui avevano sentito parlare, un certo Tartan…o Tarlan.

-Ragazzi, scendete immediatamente da lì…-

-lasciali far caro, non oso immaginare che cosa sia stato per loro passare la giornata con quelle due bambine, ma a giudicare dai vestitini di trina che indossavano penso che un po’ di sfogo sia più che lecito- disse tranquillamente la donna, accarezzando dolcemente la testolina della bambina.

-Va bene, per ora, ma una volta che tu e Ginny tornerete a casa si cambierà musica…con una femmina in casa tutti ci dovremo comportare meglio, vero ragazzi?- disse risoluto il padre rivolgendosi alla numerosa prole.

-Ma papi, scusa tanto, ma anche mammina è una femmina!- disse col suo solito fare da sapientone il piccolo Percy.

-E rieccolo il quattrocchi…-

-MAM…-

-shhh, tesoro, l’ho sentito, te l’assicuro, ma non svegliamo la sorellina. Charlie, ora ti ci metti anche tu a chiamarlo così, non bastava Bill?- chiese esasperata la donna.

-Bhè, ora che Bill è preso con la cosa che fa la cacca fetida, qualcuno dovrà pur fare le sue veci?- disse mettendo in mostra un sorriso a trentadue denti, o quasi, dal momento che quel sorriso era pieno di finestre.

-Charlie…primo, Ginny non è una cosa che fa la cacca fetida, ma un’adorabile bimba appena nata…e secondo, tuo fratello non è un quattrocchi…ve lo volete ficcare in testa tutti e due?-

-ma allora come lo devo chiamare, fondi di bottiglia?-

-MA…-

-Perce, l’ho sentito benissimo, è qui davanti a me! Arthur, ti prego, portali tutti e due a fare un giro, e magari portati dietro anche le due calamità, se non ti spiace…vorrei riposare un po’!- disse stancamente al marito.

-Ma certo amore…forza, pesti bubboniche, andiamo!-

-Papino, non è molto educativo chiamare Fred e george…-

-Secchione sapientone quattrocchi fondidibottiglia-

-M…-

-Fuori tutti quanti!- e dando un’ultima occhiata esasperata alla moglie, Arthur spinse fuori i quattro figli e si chiuse la porta dietro.

-Che ne pensi, Ronnie, con l’arrivo di una femminuccia qualcosa cambierà dentro questa scapestrata famiglia?-

-Sbbrrlll…- per tutta risposta il bimbo fece una serie di bollicine con la bocca.

-Già, lo penso anch’io…- sussurrò baciando la testolina del suo maschietto più piccolo e sdraiandosi su un lato per dormire, sapendo che tanto a Ginny avrebbe pensato Bill, che sembrava incapace di staccarle gli occhi di dosso.

Che razza di terribile, frenetica, pazza, famiglia aveva messo su?

Mmmmm…una bellissima famiglia…dopotutto…

 

Fine

 

 

Bene, bene, bene…

Dal momento che l’ispirazione per Non tutto il male vien per nuocere è andata a farsi benedire…mi sembrava lecito mantenere in allenamento membra e cervello durante le vacanze e così eccomi qua. Ero sinceramente tentata di mettere su un’originale a base di pura violenza, ma pensando ai miei precedenti sarei stata un po’ ripetitiva. E così è venuta fuori questa, anche se forse un giorno scriverò anche l’altra!

Nel frattempo fatemi sapere che ne pensate e perdonatemi per non aver aggiornato ancora l’altra…ma sono a buon punto, giuro!

Thanks, a presto!

 

  
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