‘Era una
notte buia e tempestosa…’
Aaargh, da capo! Prima cosa: non era vero che era
notte, era giorno e c’era un solo che spaccava le pietre, secondo, lei era
quanto di più bello avessi mai visto fino a quel
momento e terzo…spero che trovino quell’infame che l’ha ammazzata, perchè sto
nella merda fino al collo, gente! E credetemi se vi
dico che sono cavoli acidi se non trovano il colpevole: stanotte mi friggono se
non esce fuori quel dannatissimo figlio di buona donna che ha fatto fuori Tess.
Chi
è Tess?
Seduti
e concentrati. Occhi al sottoscritto e niente domande stupide…ho i minuti contati.
Pronti?
Well, listen to me.
*°*°*°*°*
Bellissima. Troppo bella per essere vera! Pensò
l’autista sgommando e tornando indietro per caricare la giovane donna che
stava facendo l’autostop sul ciglio della strada.
“Ciao,
vuoi un passaggio?!” le domandò allegramente con il più bel sorriso che
possedeva.
Le
annuì e lo fissò con uan smorfietta birichina “chi mi assicura che tu non sia
un maniaco che mi violenterà, farà a pezzi e getterà in qualche discarica
comunale?” domandò spiritosamente appoggiando una mano sulla portiera.
L’uomo
notò che aveva le mani segnate da brutti graffi “accidenti mi hai scoperto!”
esclamò sorridendo e schioccando le dita in un gesto comico “dovrò anche
cambiare piano, non ci sono discariche da queste parti“
Con un sorriso ancora più aperto, la ragazza
entrò nell’auto e gli tese la mano. “Tess. Sto
scappando da un marito violento e una suocera che fa di tutto per rovinarmi il
sistema nervoso”
L’uomo
ricambiò la stretta con decisione “Jacques. Ho
rapinato il mio capo e sto scappando col malloppo”
“Sei
molto carino, Jacques” affermò gettando dietro di se
la sacca rigonfia di vestiti.
“Anche tu sei molto carina, altrimenti non mi sarei fermato”
ammise innestando la prima e ripartendo. “Io vado a Pax City”
“Anche io!” esclamò ridendo. “Guarda tu che coincidenza”
“Non
è tanto una coincidenza, se ti ho trovata sotto un cartello che diceva ‘Pax
City : 30 km’ affermò l’uomo
abbassando la radio che teneva a tutto volume per chiacchierare un po’ con lei,
poiché erano tre giorni che viaggiava solo e sentiva la necessità di parlare
con qualcuno che non fosse il gestore del motel in cui si fermava per la
notte.
Tess fece spallucce ammirando il paesaggio “un
posto buono come un altro”
Si
voltò verso di lui, tirando leggermente le cintura che
le dava fastidio.
Quel
movimento gli fece cadere l’occhio sul seno della ragazza e lei sorrise “ti ho
visto…” mormorò insinuante.
“Scusa”
sussurrò guidando con una mano sola e posando l’altra di fuori. La ritrasse
dopo pochi secondi per colpa del caldo torrido
“come facevi a non squagliarti, sotto questo sole?”
“Sono
una tipa molto freddolosa” affermò voltandosi completamente verso di lui.
Jacques la fissò per qualche breve istante e tornò a
guardare la strada con un sorrisino un po’ imbarazzato “cosa c’è?”
“Stai
scappando davvero con i soldi del tuo capo?”
Lui
sorrise divertito, scuotendo la testa
“no, faccio
solo il rappresentante di caffè: schiavizzato e spedito oltreoceano a mostrare
le partite della nostra ditta.” Le spiegò annoiatissimo dal discorso. Tutto ciò
inerente al suo lavoro, lo tramortiva istantaneamente!
“E tu? Stai davvero scappando?”
“Si”
Lui
fece una smorfia e la guardò. Il sorriso era scomparso e gli occhiali da soli
celavano nuovamente il suo bel volto. “Scusa”
“E di che? Non è colpa tua se ho sposato uno stronzo” dichiarò con voce triste. “Credevo nell’amore a prima vista,
ma nessuno mi aveva spiegato che era così accecante da scambiare lucciole
per…fanali da camion!”
“Divorzia”
“Non
è così facile”
Jacques pensò che stessero inoltrandosi su una brutta
strada che portava tutta in discesa e poiché era una bella giornata e lui aveva
una donna stupenda di fianco, decise di buttarla sul
ridere.
“Assolda
un killer, stermina il marito e la suocera e vieni a vivere con me.”
“E chi mi assicura che tu non sia come quel fetente che ho sposato?” gli domandò stando
al gioco perchè quell’uomo aveva il potere di farle tornare il buon umore.
Si
voltò con una smorfia infantile sul bel viso abbronzato. Tess
fissò quegli occhi scuri e luccicanti di ironia e
sorrise.
“Ma
io sono retto e di buon cuore…trasporto anche caffè e io odio
il caffè: non l’ho mai potuto sopportare!”
La
risata sincera che sgorgò da lei gli fece capire d’aver pigiato il tasto
giusto.
“Sei molto divertente!”
“E
tu hai una bellissima risata” le disse di rimando indicandole la città “ e per
mia grande disgrazia siamo arrivati.”
Tess si guardò attorno dispiaciuta e restò in
silenzio finché non parcheggiò al lato della strada.
“Dove vuoi che ti lasci?” le domandò un po’ seccato di dover
già rinunciare alla sua bella compagna.
“D’ovunque…un
posto vale l’altro, per me” la sentì mormorare a bassa voce.
Quando si voltò a prendere la sacca, Jacques la fissò per alcuni secondi “senti…io mi sbrigo in
un attimo…devo fare altri giri e andare in altre città. Se per te un posto vale
l’altro..”
“Va bene, ti aspetto qui.” Decise in fretta accarezzandolo
con gli occhi.
“Ok,
allora” lo sentì affermare contento mentre scendeva dalla macchina.
*°*°*°*
Carina
no? Un vero gioiellino che faceva bene agli occhi e una risata
da farti sospirare il cuore…sono un romantico, cosa volete?
Insomma,
io e quella stella abbiamo passato tre giorni insieme,
mangiavamo insieme e non dormivamo praticamente mai perché iniziavano a parlare
e non la smettevamo più fino a mattina.
Mi
ero innamorato come uno scemo e sospettavo che anche lei provasse
qualcosa finchè non me l’ha detto chiaro e tondo l’ultima sera. Avevo un sonno
da cavarsi gli occhi ma quando se n’ è uscita in quel modo, è bastato a farmi
passare tutto.
Quella
notte è stata magica, sembrava non finisse mai.
L’ho
lasciata riposare e me ne sono andato a fare l’ultima consegna e quando sono tornato
lei non c’era più…cazzo che brutta sorpresa. Sono
crollato a sedere sul letto con una faccia sbattuta da farti prendere per il culo a vita.
Avevo
anche incontrato un mio amico e volevo presentargliela…sbuffando, tornai alla macchina dirigendomi, con pochissima voglia, al
bar in cui mi ero dato appuntamento con Silver e quando arrivai, solo e
demoralizzato, ascoltare i suoi sberleffi non mi tirò per niente su di morale.
Mi
presi una ciucca bestiale per due giorni, tanto ero in ferie, e quando mi svegliai
con un mal di testa che spaccava e una colata di cemento stantio in bocca, il
ricordo di Tess si era attenuato.
Mi
feci un’altra birra gelata per ammazzare definitivamente il mal di testa e il
fegato che protestava e barcollai fino al pickup
della ditta.
“Insomma,
dov’è finita la donna che era con te?”
“Che donna?!”
“Quella
che avevi rimorchiato sulla strada tre giorni fa.”
Lo
guardai con aria perplessa, non riuscendo assolutamente a ricordare a chi si riferiva.
“Cazzo ne so”
Silver
sospirò scuotendo la testa “sicuro che non c’è il suo
cadavere nel bagagliaio? Magari l’hai ammazzata e l’hai ficcata dietro”
“Ma scherzi?”
“Tu
aprilo”
“Ma
fottiti, Sil” sbottai
aprendolo lo stesso.
Lo
aprii e lo richiusi in fretta “non è vero” mormorai
raggelato.
“Cristo
amico che hai fatto?!”
“Non
ho fatto niente!” urlai a mia volta pensando che era
troppo assurdo!
Le
nostre grida concitate attirarono dei poliziotti…ed eccomi qua. In galera, in attesa di essere fritto o gassato.
Cavolo,
mi sono sempre chiesto perché sterilizzano l’ago prima
di farti l’iniezione letale! Che gliene frega di
iniettarti anche i germi, tanto schiatti!
“Ultime
volontà, amico?”
“Non
sono stato io…”
“Dico
tutti così”
Cammino
dietro alle guardie carcerarie e prego fervidamente per un intervento divino.
Dio ti prego, Dio ti prego….
Mi
ficcano quel cappelletto di ferro in testa e mi legano come un salame. Ormai
non spero più. Sono raggelato dal terrore.
Il
prete arriva a benedirmi l’anima e io non sento più niente, il panico mi
divora.
Poi
lo vedo, il figlio di puttana che ha ucciso Tess.
Il
marito.
Lo
riconosco perché lei mi aveva mostrato la sua foto per
puro caso. Sorride fra i denti e mi fa un cenno di saluto: è stato lui e sta
facendo ricadere la colpa su di me!!
“No,
non sono stato io!! E’ stato lui, lui!” urlo dibattendomi contro le cinghie che
stringono. Il vetro è insonorizzato e non possono sentirmi. Lacrime di
disperazione mi solcano le guance mentre urlo disperato.
Poi
la guardia abbassa la leva.
The end!
Mi
sveglio di soprassalto urlando e sento sotto le dita le lenzuola del letto del
motel in cui mi sono fermato con Tess
per la notte. Lei è accanto a me e dorme, ricado sulla schiena e ridacchio come
un matto, sentendomi completamente sudato…la
coscienza sporca che si fa sentire di notte! Penso lanciandole un’occhiata…
strano non si sia svegliata con tutto quel casino che
ho fatto. C’è qualcosa che non va…“Tess?” sussurro
toccandola.
È
bagnata…appiccicosa…ritiro la mano e vedo che è sporca di sangue “che cazzo…”
E poi lo vedo…fuori della finestra che mi saluta con un
ghigno da pazzo mentre sullo sfondo della strada balenano le luci delle
macchine della polizia che sopraggiungono a sirene spiegate.
Un altro incubo…certo,
deve essere così,
penso anche quando buttano giù la porta urlando.
Me
lo diceva sempre Silver: ‘Non rimorchiare gli
autostoppisti, non sai mai in che guai vai a cacciarti’
….bella filosofia del cazzo in questo posto.
Le
luci si spengono e io rimango a guardare il lavandino in fondo all’angolo con
aria sarcastica.
Dieci
anni…
Che
cavolo faccio dieci anni qua dentro, a parte cercare
di sopravvivere?
Non
ho neanche finito di consegnare la merce perché il rivenditore non era in sede
quando sono passato da lui.
Mi
sa che il capo s’incazzerà.