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Autore: Avly    15/11/2009    4 recensioni
L'inizio di tutto...o la fine. Un nuovo campionato, una nuova avventura, vecchi e nuovi amici, e non solo...tra demoni e guardiani una nuova sfida attende i nostri blaider...ma questa volta a scendere in campo non saranno solo i bey. Scsate questa è la mia prima fic e spero che vi piaccia...premetto che dal prologo non si capisce molto, ma dopotutto è un prologo no?! Sono graditissimi i commenti, anche se negativi poichè possono aiutarmi con la narrazione. Così la storia sarà un po' di tutti. Anche se leggendo il prologo vi sembrerà di trovarvi una storia di rating superiore, non preoccupatevi! Buona lettura! PS Ho aumentato il rating da verde a giallo poichè non sono molto sicura che situazioni che si verranno a presentare siano adatte ad un rating verde...Comunque magari mi sbaglio, se lo riterrò esagerato lo abbasserò^^
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: una giornata fra amiche

Eccomi qui! Scusate x il ritardo, ma in questo periodo tra verifiche, interrogazioni ed altro non sapevo più dove sbattere la testa, ma oggi all’albe delle 2.46 aggiorno, perciò…BUONA LETTURA!

 

Una giornata insolita

 

Quando il sole delicato di Helsinki penetrò nella Stanza dei Gigli, il volto di Hilary venne riscaldato da un raggio pallido, che le illuminò il viso e le assicurò un dolce risveglio. Si girò verso le sue amiche, che ancora dormivano beatamente avvolte nei morbidi piumini colorati, mentre i loro visi facevano presupporre che stessero vivendo il più bello dei sogni.

Lentamente la ragazza di alzò, e si diresse verso la finestra semiaperta, affacciandosi e contemplando il meraviglioso paesaggio che le si prostrava davanti. La terra dei Laghi era immensa, e in ogni anfratto pareva nascondere un segreto magico. Istintivamente cercò con gli occhi la scuderia, dove osservò i cavalli dormire tranquillamente riparati dal freddo; solo Fiamma non dormiva, ma invece passeggiava all’interno del recinto esattamente come l’aveva lasciata la sera prima. La ragazza ricordava ancora il momento in cui aveva avvertito il fiato caldo dell’animale sul palmo della mano, e il contatto che avevano avuto. “Ma non penso ci sarei riuscita da sola…” pensò la ragazza rammentando con particolare emozione l’istante in cui Kai le aveva preso delicatamente il braccio per avvicinarlo al muso nero dell’animale. Sentire la sua mano ferma ma delicata sul suo braccio che le aveva procurato una momentanea perdita della concezione di spazio e tempo. Avrebbe potuto rimanere così per sempre, e ancora adesso al ripensarci sentiva il suo cuore riscaldarsi e aumentare i battiti.

- Oh Hila buongiorno – la salutò mezza addormentata la sua amica Mao che ancora insonnolita si alzò per abbracciare la sua amica e sistemarsi in maniera dignitosa i capelli. Hilary notò solo in quel momento che sul comodino della cinese si trovava un lembo di stoffa chiara, forse appartenuta ad un suo indumento, ed era strappato e rovinato in più punti. “Dov’è che ho già visto quel…”

- Mao scusa ma quello non è il pezzo di stoffa della fascia che avete fatto tu e i Baihutzu durante lo scorso campionato? – chiese la brunetta ricordando tutto.

L’amica guardò prima la stoffa poi Hilary con uno sguardo triste e decisamente poco incline alla sua personalità – Sì – rispose in un soffio, come se le costasse ammettere una dura realtà, correndo poi a infilare la stoffa dentro il cassetto.

- Mao, è forse successo qualcosa? – le chiese la sedicenne avvicinandosi all’amica che evidentemente aveva qualche problema.

- Hila, ti va se usciamo a parlare fuori? –

- Certo che no, vestiamoci e andiamo in giardino –

 

Appena furono fuori, sedute su una panchina Mao vuotò il sacco. L’argomento che la rendeva tanto triste era un ragazzo di circa diciassette anni, con lunghi capelli neri tenuti insieme da una altrettanto lunga coda e dagli angelici occhi ambrati. Rei.

Hilary sapeva quanto l’amica fosse innamorata del drigerblaider, e per quanto le pareva di aver intuito anche Rei era sembrato interessato alla cinese, anzi forse fra i quattro antichi BBA, lui era proprio quello con la “situazione sentimentale” più chiara e lineare. Allora quale poteva essere il problema?

- Ieri sera ho sentito Rei parlare con Michael e Andrew, del legame di parentela fra Crystal e Yuri, e allora Andrew…beh ha detto che se non fosse stato per il fatto che non è vero, anche io e Rei avremmo potuto essere come i due russi, fratelli. – la tristezza dipinta sul volto di Mao era terribile da sopportare agli occhi della brunetta, che aveva sempre visto nell’amica un vulcano iperattivo e solare.

- E Rei? – chiese la brunetta che voleva sapere come andava a finire, anche se forse avrebbe fatto meglio a non domandarglielo, perché poco dopo una lacrima finì dritta sulla mano che la sedicenne teneva sulla gamba dell’amica per infonderle coraggio.

- Rei?! Rei ha detto che in effetti io per lui sono la migliore delle sorelle! E che gli viene da sorridere se pensa che io sono innamorata di lui!– sbottò scoppiando a piangere in un modo che fece stringere il cuore alla brunetta, che non sapendo bene che fare abbracciò la cinese, di cui sentiva i continui singhiozzi sbattere contro il suo petto.

“Ma come si fa ad essere così insensibili!? Ma non è da Rei dire una cosa del genere, lui non è quel tipo di ragazzo. Sono sicura che Rei non avrebbe mai detto una cosa così, anche perché sa benissimo cosa prova Mao per lui, no…c’è qualcosa che non va…

 

- Buongiorno Samantha – la salutò dolcemente Takao quando si incontrarono nel ristorante dell’albergo per la colazione. Non avevano più avuto l’occasione di parlare dopo l’incontro del giorno prima, e il moretto temeva che fosse dovuto anche al fatto che lui l’aveva baciata.

“Forse sono stato troppo diretto, ma…sento per lei un sentimento fortissimo, solo il vederla mi fa sentire vivo anche se tremendamente agitato. Ma forse lei non sente lo stesso per me…quindi…

- Samantha io… - iniziò il ragazzo intenzionato a chiarire la situazione prima che si potesse rovinare la splendida amicizia che si era instaurata fra di loro.

- No, aspetta – l’interruppe la giovane posando due dita sulle labbra del ragazzo che sussultò a quel contatto. Si guardarono. Gli occhi di lei, che inizialmente vedeva distintamente si fecero improvvisamente più sfocati, l’immagine venne quasi…sgranata. La ragazza gli si era avvicinata molto, e in quel momento Takao avvertì una strana sensazione corrergli lungo la schiena, ma non avrebbe saputo dire se fosse una cosa bella o brutta.

- Che ne dici fare colazione con me e poi di allenarci a bey insieme – le parole pronunciate con sensualità dalla giovane stordirono il ragazzo, che in quel momento si sentì felice come mai in vita sua. Annuì.

- Bene! Allora andiamo – gli sorrise lei prima di poggiare le sue calde labbra dita che ancora teneva sulle labbra del moretto.

 

La sala del ristorante era piena e almeno metà del stanza era occupata da tutti i migliori blaider del mondo, che si erano ritrovati lì per la colazione. Alla fine avevano deciso: le ragazze scelsero di farsi una sana giornata di shopping e turismo per la città, tranne Mao che aveva preferito rimanere in albergo per sfogarsi magari nella palestra, in compagnia di un sacco e di un paio di guantoni.

Hilary aveva provato ad invitare anche Astra, Samantha e Mariam, ma se la prima aveva declinato gentilmente l’invito e la seconda era uscita insieme a Takao, la ragazza degli Scudi Sacri si era rivelata essere irreperibile, e così alla fine la brunetta ci aveva rinunciato. “In compenso almeno verrà Crystal” pensò la sedicenne mentre si cambiava. Decise per un abbigliamento semplice e pratico nel caso in cui avesse dovuto provarsi qualcosa. Indossò un paio di jeans morbidi, una maglietta aderente a maniche lunghe nera e sopra si infilò un dolcevita blu scuro. Completò il tutto con un paio di stivaletti in camoscio che le avevano regalato le sue amiche per il suo scorso compleanno.

Quando uscì dalla stanza si accorse che Julia stava parlando con la giovane Neoborg in cima alle scale che portavano al quinto piano. – Allora vieni? – le chiese la ragazza spagnola

- Penso di sì, anche se Yuri… -

- Uffa! Adesso mi sono proprio stufata, ci parlo io – disse con decisione Julia prima di superare Crystal e dirigersi velocemente verso la stanza dei russi. Hilary le si precipitò dietro seguita dalla rossa.

Non appena si trovarono davanti alla stanza numero 21 Hilary si sentì leggermente emozionata, era la prima volta che si trovava così vicino alla camera dove alloggiava Kai, e non sapeva cosa fare. Poi si girò verso Julia. “Se hai deciso di fare colpo su Kai fai pure, ma non credo proprio che resterò a guardare” pensò innervosita la brunetta quando la spagnola bussò alla porta della stanza.

Fu Boris ad aprire rimanendo di stucco nel vedere le tre ragazze lì. – Uao, che ci fate da queste parti? Entrate. – disse rivolto a Hilary e Julia, che si sentivano come immobilizzate. – Cerco quel troglodita del tuo capitano! – iniziò con forza la giovane, mentre Hilary cercava con gli occhi qualcuno all’interno della stanza. Improvvisamente da una delle porte laterali uscì Kai, che ancora con i capelli umidi si diresse verso il suo letto per prendere Dranzer dal cassetto e metterselo delicatamente in tasca. Hilary avvampò all’istante. Kai era lì con indosso una maglietta nera e un paio di pantaloni scuri, mentre i capelli argentei, trasformati in grigio scuro a causa dell’acqua, gli aderivano perfettamente al viso, donandogli un aspetto terribilmente affascinante. Distolse lo sguardo prima che lui si accorgesse che la ragazza lo stava fissando, e si costrinse a prestare l’attenzione su Boris.

- Yuri? Cerchi Yuri!? – lo sguardo incredulo di Boris si trasformò in una risatina sarcastica quando una nuova presenza si avvicinò alle spalle delle ragazze, anche nessuna di loro parve accorgersene. – Sì, proprio lui, quella sottospecie di piccolo lord dittatore e padre padrone – continuò la ragazza sempre più decisa a dirgliene quattro. Non sopportava Crystal dovesse sempre rendere conto di ogni cosa che faceva al fratello, e anche se tecnicamente non erano affari che la riguardavano, lei non si seppe trattenere.

- Caspita ragazzi, che ne pensate se ce la portiamo al monastero? Con questo carattere da vipera acida farebbe paura persino a Vorcof! – l’esclamazione di Yuri sorprese le ragazze che si voltarono spaventate verso il capitano dei Neoborg, che sovrastandole in altezza squadrava la spagnola con astio, mentre Boris non riusciva a trattenere un riso e Kai scuoteva la testa in maniera quasi impercettibile.

- A…allora ci sei…Yu…ri – disse balbettando la ragazza dai lunghi capelli ramati, mentre cercava di sottrarsi allo sguardo del russo. – Cosa ti prende ragazzina hai improvvisamente perso l’uso di far uscire le parole da quella tua bocca da bisbetica?

In quel momento fu come se Julia avesse ritrovato tutta la forza che la contraddistingueva. – Bisbetica!? Ma come ti permetti! E comunque sono venuta qui per dirti che trovo assurdo che un ragazzo che 2009 si comporti in un modo così autoritario come fai tu! Perché Crystal dovrebbe chiederti il permesso anche per uscire, in fondo non sei suo padre! – Julia era irremovibile e soprattutto inarrestabile.

- Su Julia non ti preoccupare – intervenne Crystal sperando di mettere fine a quel litigio

- Di sicuro non devo rendere conto a te di quello che faccio con mia sorella, e comunque sia non credo che dovresti parlare di cose che non sai – le dure parole del russo parvero intimidire la spagnola, che però non si arrese. – Bene, allora non ci sono problemi visto Crystal? – disse rivolta all’amica

- Tu fratello non è poi così troglodita, infatti ci ha appena detto che possiamo uscire e magari ubriacarci come delle matte, allora cambiati che tra mezz’ora si esce – e detto questo si allontanò verso la rampa di scale seguita a ruota da Hilary e controllata a vista dallo sguardo stupito del capitano della Neoborg.

 

Le strade di Helsinki erano affollate di gente che correva su e giù per la città fermandosi davanti ai monumenti principali oppure davanti alle vetrine dei negozi. In mezzo a loro un gruppo di cinque ragazze avanzavano felici fra le bancarelle di un mercatino, curiosando in giro, ridendo e avvertendo la felicità contagiosa delle compagne. Verso la una si sedettero in una tavola fredda e pranzarono con un panino e una bibita, confrontandosi gli acquisti e chiacchierando del più e del meno senza però toccare l’argomento che più le premeva. Fu Emily la prima a iniziare la discussione.

- Ragazze, secondo voi Mao ha avuto qualche problema con Rei? In fondo le è sempre piaciuto uscire per negozi, e questa sua scelta di rimanere in albergo mi ha decisamente lasciata di stucco – disse confusa l’americana, che ormai conosceva troppo bene la cinese per potersi sbagliare.

- Forse aveva solo bisogno di passare un po’ di tempo da sola – tagliò corto Julia – a volte è la cosa migliore

- Sarà, ma comunque mi sembra strano che abbia litigato con Rei, in fondo lui è un tipo così carismatico! – sentenziò Mathilda guardando le altre.

- Già lui è uno dei pochi ad essere gentile con le ragazze – aggiunse Emily iniziando a bere il suo frullato

- Su Emily ti capisco, in fondo Michael non è affatto un tipo molto galante – la stuzzicò Hilary facendo diventare bordò l’amica con gli occhiali

- Ma…io…non – biascicò – si si, non ti stavi riferendo a Michael lo sappiamo! – le strizzò l’occhio Mathilda con voce dolce. Crystal rise, forse per prima volta in vita sua. Certo lei aveva sorriso, ma non era la stessa cosa. Durante gli anni trascorsi sotto gli ordini di Vorcof le uniche occasioni in cui aveva sorriso erano state quando Kai emergeva dalle cripte dopo magari una settimana senza mangiare, o magari dopo una qualche punizione corporale, ma erano altri tipi di sorrisi. Erano sorrisi di sollievo. Questi no, queste erano pure risate, un insieme di suoni che disordinatamente si combinavano, si intrecciavano andando a creare un momento di allegria generale. Era felice lì, con quelle che erano diventate le sue prime amiche. – Vi voglio bene – disse ad un tratto lasciando allibite le altre ragazze che si girarono verso di lei stupite. – Cosa? – chiese Emily che credeva di aver capito male. Crystal le guardò meglio – Vi voglio bene. Non mi sono mai sentita felice come in questo momento, e questo lo devo solo a voi, al vostro calore, alla vostra allegria, alla vostra amicizia. Grazie. – la schiettezza di quelle parole lasciò ammutolite le ragazze, che non si aspettavano una tale dichiarazione di amicizia da una ragazza così introversa.

- Per noi sei un’amica, e le amiche fanno sempre così – disse radiosa Hilary guardando la russa. - Beh dopo questo bel momento da film drammatico che ne dite di andare a vedere qualche altro negozio? – propose trionfante Julia alzandosi. – Sì – gridarono all’unisono le altre compresa Crystal.

 

- Sei proprio in gamba, anche se ti avviso subito: non riuscirai mai a battermi – sentenziò Takao sedendosi sull’erba fresca insieme a Samantha con la quale si era allenata per tutta la mattina.

- Oh…non ti encomiare troppo carino, perché quando arriverà il momento della nostra sfida non sorriderai più così tanto – lo stuzzicò la ragazza dagli occhi vermigli, mentre nella sua mente diabolica si faceva strada una risata maledettamente sadica “Povero sciocco, se è questa la forza di cui disponi, allora il tuo Drago ha le ore contate!” pensò mentre un sorriso le attraversava la bocca, rendendola ancora più bella e intrigante. Takao sarebbe rimasto così ad osservarla per ore, senza mai stancarsi. Era strano: fino a qualche giorno fa a lui interessava solo il Beyblade, e la sua prerogativa assoluta era sempre stata quella di lanciare al meglio delle sue potenzialità Dragoon, ma adesso…adesso era diverso. Sì, certo amava ancora il beyblade, ma ora si era aggiunta anche una nuova emozione, una nuova persona. Samantha. Dopo essersi allenati si sedettero all’ombra di un larice per riprendere fiato. Lei era bellissima. Il corpetto nero lucido metteva in evidenza il suo fisico perfetto, mentre i lunghi capelli neri le scendevano dritti sul corpo, seguendone il profilo, e risplendendo alla luce del sole.

- Samantha – la chiamò dolcemente il ragazzo prima di incrociare lo sguardo penetrante del demone, che prima che potesse reagire si ritrovò accerchiata dalle braccia del moretto. La teneva stretta, ma con dolcezza – Samantha…io – iniziò il ragazzo non riuscendo a controllare la voragine di emozioni che provava quando le era accanto. “Ti amo” pensò, ma si rese conto di aver paura di quelle parole. Erano solo due parole, ma nonostante questo erano potenti e dannatamente pericolose. Lo erano per entrambi.

- Tu? – disse confusa la ragazza che immobilizzata non toglieva gli occhi rosso sangue dal viso del ragazzo. – Ti amo – disse semplicemente il giovane prima di posare delicatamente le sue labbra su quelle rosee di lei, imprigionandola in un pericoloso bacio.

 

- Prendi questo, e questo! – l’urlo liberatorio di Mao rimbombò nelle pareti della palestra, mentre decine di sguardi perplessi la fissavano con rimprovero. – Ehm…scusate – disse imbarazzata la cinese prima di afferrare la sua asciugamano e dirigersi verso gli spogliatoi della palestra per farsi la doccia. Era rimasta in palestra tutta la mattina, e adesso doveva ammettere che si sentiva meglio. Aveva corso, si era sfogata tirando calci e pugni al sacco da box e cosa più importante era riuscita per quelle ore a dimenticare le parole dure di Rei. “Devo smetterla di pensarci, se è questo che pensa allora non ha capito proprio niente, ed è lui a rimetterci, non io” Con questi pensieri uscì dalla sala fitness e si diresse verso gli spogliatoi, ma proprio mentre attraversava il corridoio una voce la fermò – Mao! – la ragazza si girò prima di vedere Ares che avvolto in un accappatoio azzurro la stava raggiungendo. – Ares! Che ci fai qui? – gli chiese la ragazza quando la raggiunse.

– Sono andato a farmi due bracciate in piscina – disse sorridente il ragazzo, che con i capelli umidi e le gocce d’acqua sulle ciglia appariva semplicemente bellissimo. Mao arrossì e si diede della stupida per aver pensato una cosa simile. – Senti Mao che ne dici se quando hai finito di farti la doccia ci andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo di fame? – le chiese il ragazzo dagli occhi di ghiaccio fissandola dall’alto della sua presenza. La cinese sentì le orecchie pulsarle e scottare. – Ehm… - iniziò “Devo dire di no, è ovvio…anche se…e Rei? – Rei. Per un momento l’immagine del blaider che screditava in quel vile modo quello che lei provava per lui fece infuriare la ragazza, che alla fine sorridendo ad Ares rispose – Certo! Dammi un quarto d’ora e ti raggiungo! – Detto questo si allontanò dal ragazzo che sorridendo la osservò sparire dentro gli spogliatoi femminili. “Ti aspetto”

 

- Oh…fermiamoci qui vi prego! – le implorò Mathilda mentre erano passate davanti alla vetrina di un negozio che vendeva abiti per qualsiasi tipo di occasione. – Sì sono d’accordo! – sentenziò Emily afferrando Crystal per un braccio e trascinandola dentro insieme a Mathilda. Hilary e Julia erano le ultime, e stavano per entrare quando la brunetta improvvisamente disse alla spagnola di fermarsi. Alla fine aveva preso una decisione. Avrebbe affrontato la ragazza, avrebbe messo le cose in chiaro riguardo a Kai una volta per tutte.

- Julia, aspetta – le disse la giovane prima che l’altra potesse mettere il piede dentro al negozio. La spagnola si girò verso Hilary scrutandola con i suoi intensi occhi versi attraversati da una scia dorata.

- Ti posso parlare un attimo? – chiese la brunetta sostenendo con forza il suo sguardo perforante. – Si tratta di componente della squadra dei Neoborg…che… - si interruppe quando l’amica le si avvicinò con sguardo di sfida mettendosi le mani sui fianchi come per provocarla a proseguire. “Vuole forse intimidirmi? Non ci riuscirà!” pensò la brunetta facendosi forza. “Sono innamorata di Kai da troppo tempo, e non rinuncerò a lui senza lottare, dovrà essere lui a dirmi che preferisce lei a me

- Beh, allora cosa vuoi? – l’aggredì la spagnola che si sentiva minacciata.

- Ecco…io non…rinuncerò a lui, anche se… - la ragazza venne interrotta dallo sguardo di fuoco della spagnola che sembrava volesse incenerirla all’istante. Ricambiò lo sguardo con tutto l’astio che sapeva provare. Passarono così alcuni secondi a fissarsi come se non attendessero altro che una resa da parte dell’avversaria. La sfida era iniziata, e le due ragazze erano ben intenzionate a vincere.

- Eccole qui! Avrei dovuto immaginarlo che dove ci sono vestiti e accessori vari ci dovessero essere anche le nostre valchirie! – la voce sarcastica del capitano della Neoborg giunse come un arbitro a decretare la fine del match, infatti Hilary e Julia si voltarono all’istante, e alla brunetta parve di vedere Julia agitata e soprattutto nervosa. La sedicenne si girò istintivamente verso i Neoborg, che avanzavano spediti verso di loro con assoluta disinvoltura. Erano proprio loro, Yuri e Boris. “Ma non c’è Kai…allora…no non può essere…” pensò la brunetta squadrando Julia da capo a piedi; la ragazza stringeva le mani a pugno, e si mordeva il labbro inferiore per placare il nervosismo. Finalmente dopo un’eternità di tempo la spagnola riacquistò parte del suo temperamento. – Sì, sai a noi ragazze piace vestirci come se deve, ma non mi aspetto certo che tu riesca a capirci –

- Caspita che carattere, ho quasi compassione per Raul! – le disse acido il rosso schernendola con aria di superiorità

- Te l’ha mai detto nessuno che sei un grande maleducato? – le rispose di rimando Julia alzando la voce

- No, e a te l’ha mai detto nessuno che dovresti tenere il becco chiuso di tanto in tanto? – la voce di Yuri sembrava fatta apposta per provocare la ragazza, che incapace di resistere alle provocazioni partiva sempre al contrattacco.

Hilary osservava la scena per metà divertita e per metà sollevata. Ora capiva tutto, e ciò che aveva compreso era troppo bello per essere vero.

- Bene gente fine primo round! – sentenziò Boris mettendosi in mezzo ai due sfidanti che ancora si stavano lanciando delle occhiate di fuoco. Il russo dai capelli violetti si rivolse a Hilary – Senti, lo dico a te come portavoce. Di a Crystal di non fare troppo tardi – le disse prima di tornarsene indietro seguito da Yuri.

- Cos’è credi che tua sorella non se la sappia cavare a sola? – Julia tentò un ultimo affondo alle spalle del russo, che accettò la sfida. – No, io di lei mi fido. Fortunatamente lei sa cavarsela a differenza di una petulante ragazzina di mia conoscenza – disse senza voltarsi per poi proseguire per sua strada.

- Come mi ha chiamata? Ma hai sentito? – esclamò la spagnola volgendosi verso Hilary che l’osservava divertita. – Cos’hai da ridere tu? Sarai contenta adesso! – le disse dandole le spalle, mentre Hilary non riusciva a trattenere una risata spontanea.

- Julia, posso farti una domanda? –

- Tanto ormai –

- Sei innamorata di Yuri? – le chiese la brunetta anche se in realtà conosceva benissimo la risposta.

Julia si voltò incredula verso l’amica che la guardava sorridente. – Quindi tu…non – Julia non riuscì a finire la frase perché entrambe si scoppiarono a ridere come non mai.

- Ma quanto siamo sceme! – esclamò Hilary abbracciando l’amica che continuava a ridere. – Già non avevamo capito niente entrambe! – rispose la spagnola che finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo. “Hilary non è innamorata di Yuri…”

“…Julia non è innamorata di Kai…”

 

Le sei di pomeriggio arrivarono senza che nessuno se ne accorgesse. Chiunque avrebbe potuto definire quella giornata insolita. Erano successe tante piccole che cose, che sembrava seguissero un chiaro disegno logico, che però trascinava verso il caos più assoluto. Mao aveva passato una piacevole giornata in compagnia del biondo degli Obscuras. Avevano pranzato insieme, poi lui l’aveva invitata ad una sfida di bey e infine si erano presi una pausa passeggiando per le rive del  piccolo lago limitrofo all’albergo mentre sorseggiavano una squisita cioccolata calda. La ragazza si sentiva sollevata e rilassata come non le capitava da tanto. Ad un certo punto quando si sedettero in giardino la cinese volse lo sguardo verso Ares, perdendosi nell’infinità di quegli occhi di ghiaccio. – Grazie Ares, di tutto – gli disse all’improvviso la cinese senza abbassare lo sguardo. – E di cosa? – le domandò di getto l’altro continuando a fissarla ostinatamente.

- Grazie di avermi ascoltata, di avermi fatta sfogare…ecco grazie -

- Non dirlo neanche per scherzo capito?! In qualsiasi momento o circostanza tu potrai sempre fare affidamento su di me – le disse il demone, che per la prima volta sentì quelle parole come se non fosse stato lui a pronunciarle, perché gli suonavano stonate alle orecchie.

- Beh…io ora devo andare… - si affrettò a dire la cinese, che all’improvviso si era sentita a disagio. “E’ così gentile con me…e se…” lei si alzò all’improvviso e fece per allontanarsi, quando ad un tratto la mano guantata di lui la trattenne e la costrinse a voltarsi verso di lui. – Ho detto qualcosa che non va? – le chiese il ragazzo sorpreso da quella sua reazione. – No…no non ti preoccupare – disse lei prima di sottrarsi alla sua presa e schizzare via lasciando il demone solo e perplesso.

- Poverino il mio demone della Perversione! – lo apostrofò Astra comparendo alle sue spalle con la sua solita voce provocante. – Che ci fai qui Astra, non stavi con Max? – le chiese Ares fissandola con i suoi freddi occhi azzurri. – Non sono affari tuoi – tagliò corto la ragazza dai corti capelli ramati, che non sopportava chi si impicciava dei fatti suoi.

- Comunque penso che dovremmo andarci più decisi con la cinese, non mi pare che abbia abboccato – sentenziò Astra incrociando le braccia intorno al petto.

- Sì, la prossima volta che ti trasformerai in Rei cerca di essere più convincente e soprattutto esplicita. Penso che Mao abbia bisogno solo del colpo di grazia – la corresse il demone della Perversione con un sorrisino malefico.

 

L’aria della sera iniziò a scendere sulle strade di Helsinki, che in poco tempo diventarono scure e tetre, anche se dei tenui lampioni illuminavano i marciapiedi rendendo possibile l’attraversamento della strada. Le ragazze aspettavano il pullman che portava direttamente all’Hotel Kamp che passava circa ogni quarto d’ora, cariche di pacchetti e buste colorate contenenti i regali o gli abiti che si erano comprate. Avevano passato una piacevole giornata, in serenità e cosa più importante insieme. Hilary si sentiva pienamente serena, come se quella giornata avesse avuto un effetto benefico sulla sua persona. Si voltò verso le sue amiche, che parlavano senza sosta delle cose che si erano comprate; solo Julia era stranamente taciturna, e la brunetta era sicura di conoscerne il motivo: l’incontro turbolento fra la spagnola e il russo l’aveva particolarmente sconvolta, e così Julia era rimasta silenziosa e immersa nei suoi pensieri per quasi tutto il pomeriggio. “Poverina, in fondo la capisco” pensò Hilary guardando i suoi spenti occhi verdi, che in quel momento sembravano aver perso tutta la lucentezza che li contraddistinguevano. “Se anche io avessi una simile discussione con Kai penso che preferirei sotterrarmi. Ma no scema…che vai a pensare…tu non potresti mai avere una lite violenta con Kai, anche perché lui non ti prende minimamente in considerazione” si disse da sola mentre intanto le luci fioche del pullman si avvicinavano alla fermata.

Quando le porte si aprirono Julia alzò gli occhi e guardando le altre disse – Sentite ragazze, voi cominciate ad andare, io prendo il prossimo – lo sgomento era ben visibile sulle facce delle amiche che pensavano di aver capito male.

- Ma sei impazzita? Si sta facendo buio, e poi perché dovresti prendere il prossimo? – chiese Emily avvicinandosi alla spagnola con decisione.

- No…è che mi sono dimenticata di dover prendere una cosa per Raul, ci teneva molto…ma non vi preoccupate sarò di ritorno prima che possiate accorgervene. – le rassicurò Julia sorridendole.

- Non è meglio che qualcuna venga con te? Ti accompagno io – si propose Crystal che non voleva lasciare sola l’amica.

- No, altrimenti tuo fratello chi lo sente! Non vi dovete preoccupare, su andate prima che il pullman parta – le disse la spagnola voltandosi, ma una mano fredda la bloccò – Almeno dammi i tuoi sacchetti, così non dovrai andare troppo carica da sola – le disse Crystal prendendole le buste dalle mani.

- Grazie – le disse Julia prima di andarsene, mentre le altre salivano sul pullman titubanti.

“Julia…”pensò Hilary che sentiva di non aver fatto bene a lasciarla sola.

 

L’aria fredda le pungeva la pelle perforandole i vestiti come dei piccoli aghi. Julia camminava sola per le strade di Helsinki mentre un vento gelido le scompigliava i capelli e le faceva lacrimare gli occhi verdastri. Ma sapeva benissimo che a farla piangere non era il vento, piuttosto qualcosa che portava nel cuore…

 

Quando le ragazze giunsero in Hotel si diressero verso le loro camere per posare i pacchetti e farsi una bella doccia calda prima di scendere nella sala degli intrattenimenti, dove tutti i blaider si trovavano di solito per giocare a beyblade o per una partita a ping pong. Le giovani erano ancora perplesse e si sentivano in colpa per aver lasciato Julia da sola, ma le consolava il fatto che ormai avesse preso il pullman che l’avrebbe scortata in albergo. – Tra poco la vedremo arrivare magari mezza congelata e con un ghiacciolo al posto del braccio – disse Emily per sdrammatizzare la situazione prima di andare a farsi la doccia.

- Spero che sia così… - sospirò Hilary che non riusciva togliersi dalla testa lo sguardo perso che Julia aveva adottato dopo la sua lite con il capitano dei Neoborg.

- Julia…torna presto ti prego… - disse appoggiando la fronte sul gelido vetro della finestra e pregando di veder scendere dal pullman che si stava avvicinando una giovane ragazza avvolta in un piumino rosso.

 

Crystal entrò nella sua stanza carica di pacchetti, e subito gli sguardi dei tre Neoborg si fiondarono su di lei.

Boris la fissava sorridendo, Kai con la più che normale indifferenza mentre Yuri la squadrò da capo a piedi come se cercasse qualcosa di preciso. – Ma si può sapere quanta roba hai comprato? Tu e quelle pazze avete svaligiato mezza Helsinki? – le disse il fratello che non potè fare a meno di scuotere la testa rassegnato.

- Ma come sei simpatico! E comunque per tua informazione questi non sono tutti miei, ma anche di Julia – la voce sprezzante della rossa fece sussultare il russo, che si voltò verso la sorella sgranando i suoi profondi occhi viola. – Come di Julia? E cosa ci fai tu con la sua roba? –

- Beh…io gliel’ho portata in albergo visto che lei doveva fare ancora una commissione per Raul – balbettò la ragazza mentre osservava con stupore il volto del fratello diventare una maschera di ghiaccio.

- Cosa!? Vorresti dire che quella pazza non è tornata con voi? – le chiese Boris preoccupato, mentre Kai si voltava verso la finestra da dove si vedevano i primi fiocchi di neve scendere rapidi dal cielo volteggiando come in una danza col vento. – Sta nevicando – disse semplicemente prima di udire un botto fragoroso alle sue spalle.

Aspetta dove corri! -

 

Hilary attraversava il secondo piano a gran velocità. Il secondo pullman era arrivato e di Julia nessuna traccia. “Ma dove cavolo si è cacciata!” imprecò mentre correva a perdifiato per il secondo piano prima di incontrare Raul. – Oh Hilary meno male che ti ho trovata! – esclamò il ragazzo degli F-Sangre

- Senti non è che potresti dire a Julia di venire in camera nostra quando finisce la doccia? -

Hilary si sentì come se le avessero trafitto il cuore con un pugnale. – Cosa? Ma Julia non doveva prenderti una cosa? – la voce della brunetta era terrorizzata, e si spaventò ancora di più quando sul viso di Raul apparve un’espressione perplessa. “Julia” pensò la ragazza prima di precipitarsi verso la hall lasciando il ragazzo confuso e visibilmente preoccupato.

 

Ormai era più di un’ora che camminava senza meta per le strade ghiacciate di Helsinki, e i suoi pensieri sembravano ruotare confusi intorno ad un uragano che le imperversava nella testa. Aveva mentito…non era vero che doveva prendere qualcosa per Raul, in realtà sentiva solo il bisogno di stare un po’ da sola…voleva fare un po’ di ordine nella sua mente. – Yuri… - disse battendo i denti dal freddo. Sì proprio lui. Era così strano da pensare, ma lei non riusciva a non pensare a lui, lo amava tanto, ogni volta che si trovava vicino a lui si sentiva agitata, ma soprattutto quando era in sua compagnia non riusciva a tenere a freno la lingua e spesso diceva cose che non avrebbe mai voluto dire. – Petulante ragazzina…bisbetica… - le parole del russo le risuonavano dure e chiare nella sua mente, come se con un martello si cercasse si imprimerle con forza.

- E’ questo che pensa…ho rovinato tutto… - disse Julia mentre lacrime di tristezza le solcavano il viso ormai secco a causa del freddo pungente. Si sedette alla luce di un lampione esausta a tenendosi la testa fra le mani rimase lì, ad ascoltare i suoi singhiozzi che sembravano scandire il tempo che passava in quella fredda notte finlandese.

 

Dei passi, incerti, pesanti quasi non coordinati si avvicinarono alla ragazza che ancora seduta sulla panchina aveva smesso di piangere, ma non aveva accennato ad alzare la testa. Solo quando sentì i passi fermarsi alzò gli occhi spaventata. Tre ragazzi con gli occhi vuoti e le iridi appannate la fissavano con insistenza  ridendo in modo malevolo. La ragazza si spaventò, ma cercò di non darlo a vedere. Si alzò e con noncuranza fece per andarsene, quando uno dei tre la bloccò per un braccio storcendoglielo. La giovane si morse un labbro.

- Ehi bella signorina! Dove vai tutta sola? – le chiese uno avvicinandosi a lei e soffiandole in viso, permettendo così a Julia di avvertire il suo alito che aveva un solo odore, quello di uno che ha bevuto e magari si è anche drogato.

- Non sono affari vostri! – esclamò arrabbiata la ragazza cercando di divincolarsi dalla presa del più robusto, che però non sembrava cedere. – Su… non fare la difficile – le disse un terzo avvicinandole una mano al collo e sfiorandola. Julia cominciò a tremare, ma si sforzò di mantenere la testa lucida.

Con uno strattone violento si liberò dalla presa dell’omone e con un salto agile iniziò a correre per le strade, ma non fece molta strada che uno dei tre la afferrò per i fianchi spingendola a terra violentemente. La ragazza iniziò ad avere paura. I tre le si avvicinarono immediatamente. – Non ti preoccupare, non ti faremo del male! Giocheremo tutti insieme! – le disse uno dei tre avvicinandosi a lei e annusandole i capelli divertito. – Uhm…che profumo invitante che emani dolcezza – le disse cominciando a baciarla sul collo, mentre la ragazza terrorizzata non riusciva a muoversi, anche se non perse l’occasione di prendere tempo. – Eh tu che dentifricio usi? Al superalcolico, alla marijuana oppure tutti e due! – la voce carica d’odio della ragazza fece infuriare i giovani che la sbatterono contro il muro facendole male. Uno dei tre la guardò in modo poco raccomandabile prima di dirle – Che brutto carattere! Certo che se ti comporti in questo modo non lo troverai mai un ragazzo! Dovresti essere più docile, ma per tua fortuna ti aiuteremo noi! – il ragazzo più alto che si avvicinò e iniziò a baciarla sul collo mentre lei cercava di non piangere, anche se in realtà non avrebbe voluto fare altro. “Aiuto…”

- Personalmente ritengo che sia meglio una strega come lei piuttosto che una ragazza “docile” – una voce si stagliò nell’oscurità di quella notte, colpendo in pieno viso uno dei tre ragazzi e assestando due violenti calci nello stomaco del secondo, mentre i terzo ragazzo, che ancora teneva Julia si girava verso lo sconosciuto con occhi adirati. Un ragazzo dalla pelle diafana e dagli accesi capelli rosso fuoco fissava con odio il ragazzo che si trovava ancora addosso a Julia e prima che qualcuno si potesse rendere conto di cosa stava succedendo il rosso aveva già steso a terra tutti e tre i ragazzi e si era avvicinato alla spagnola, che si trovava a terra spaventata. Quando le fu davanti Julia alzò gli occhi verdi per incontrare quelli viola di lui che la squadravano arrabbiati, ma anche…preoccupati.

- E poi tu te la sai cavare – le disse prima di voltarsi e farle cenno di seguirlo. Julia si alzò a fatica e seguì Yuri tremante fino a che non giunsero vicino a Tempesta che li aspettava ansioso su limitar della strada.

– Avanti sali – le ordinò il rosso tenendo saldamente le briglie del cavallo, ma Julia non si mosse, troppo orgogliosa per accettare il suo aiuto. – Senti al ristorante starebbero mangiando, e non ho voglia di arrivare quando Takao e Daichi avranno già fatto una pulizia generale – le fece notare Yuri

Julia si voltò verso il ragazzo e fissandolo con i suoi occhi verdi bagnati di lacrime.

- Non affaticarti troppo a ringraziarmi, potrei svenire per l’emozione – la rimbeccò il rosso con un sorrisino

- No, non ti devo niente. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te – disse la giovane mentendo spudoratamente.

- Si, certo come no – disse Yuri divertito. Quella ragazza era veramente incredibile. Testarda, orgogliosa, tremendamente arrogante, ma al contempo forte e combattiva.

- Allora vuoi muoverti? –

Julia salì su Tempesta e subito dopo il ragazzo le salì dietro avvolgendola con le braccia per poter tenere le redini bianche del cavallo. La ragazza arrossì e sentì il suo cuore uscirle dal petto per l’emozione. Non riusciva a crederci: era sul cavallo di Yuri, e proprio il freddo capitano russo l’aveva salvata. Quasi subito la ragazza si lasciò cullare dalla melodia prodotta dagli zoccoli di Tempesta e appoggiando la testa sul petto del ragazzo si addormentò felice come non lo era mai stata.

Yuri si accorse immediatamente che la ragazza si era addormentata, e questo gli provocò una strana sensazione, una sensazione nuova, mai provata. Era il primo contatto che aveva con una ragazza che non fosse sua sorella, si sentiva imbarazzato, congelato, ma nonostante questo si sentì riscaldato nell’avvertire il corpo di Julia contro il suo. Ad un certo punto il russo sentì dei versi provenienti dalla giovane. “Sta sognando” pensò

- Yuri…grazie – disse in un sussurro prima di stringersi ancora di più fra le braccia del rosso, che immobilizzato dall’imbarazzo si sentì per la prima volta… diverso.     

 

 

 

Tenete a bada i lacrimoni romanticone, e…SPAZIO DEL LETTORE!

 

Lexy90: grazie 1000 tesoro, sei sempre puntualissima, sono io che questa volta ho dovuto tardare la produzione, ma sono impegnatissima (se se…tutte scs N.D. Yuri) cmq, spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se devo ammettere che ho fatto leggermente eclissare il nostro bel Kai, ma non preoccuparti, presto lo rivedremo in almeno più di tre battute (uao, allora quattro N.D. Kai e Yuri) (Ma non avete altro da fare voi due? N.D. Avly) Fammi sapere che cosa ne pensi di questo capitolo!!! Baci bacioni!!

 

Lirinuccia: cicciiiiiii grazie 1000, mi hai scritto la più bella e lunga recensione che abbia mai letto! Sono felice che la storia ti stia piacendo, e mi auguro che questo capitolo leggermente “alternativo” ti sia piaciuto! Cmq hai ragione, le cose fra Maxuccio e Mariam non vanno proprio benissimo, soprattutto perché il biondino ne soffrirà molto (noooooooooooo poor Max! N.D tutte) ma non devo anticipare nulla anche perché sono solo pensieri, idee che vorticano furiose come una barca in balia della tempesta. Per quanto riguarda Takao…mi sento cattiva ma penso che sia un bell’esperimento provare anche questa “psicologia del Takao innamorato” no? Grazie ancora per il tuo continuo sostegno, e le tue belle parole! Baci bacioni!!!!

 

DarkAngeL91: grazie infinite per aver recensito, e soprattutto per aver letto il capitolo! Spero con tutto il cuore che anche questo capitolo ti sia piaciuto, cmq…si il nostro Kai non sa non mettersi nei guai, ma dptt ci piace anche per questo no? Spero di sentirti presto! Baci Bacioni!!!

 

Helens: tesoroooo sei tornata!...sono perfettamente d’accordo, lo studio ci tiene davvero impegnatissime, soprattutto in periodi come questo. Sono stata iperfelice quando ho visto la tua recensione, soprattutto perché ci tenevo molto ad avere una tua opinione…PERDONO se in questo capitolo Kai non ha parlato molto (ma perché di solito parla? N.D. Takao) (Muto tu, che ti ho pure trovato una “ragazza!” N.D. Avly)

Cmq spero di sentirti prestissimo (prometto mi connetterò a msn, sempre che riesca ad accendere il computer, causa verifiche, interrogazioni…) Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Baci Bacioni!!!!

 

Come sempre un caloroso grazie a tutti coloro che hanno letto la storia, e che continuano a seguirla! Grazie anche a coloro che hanno messo !I Cavalieri dei Sette Regni” nei preferiti o nelle seguite!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!

 

  
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