Eccomi qui!
Scusate x il ritardo, ma in questo periodo tra verifiche, interrogazioni ed altro non sapevo più dove sbattere la testa, ma oggi
all’albe delle 2.46 aggiorno, perciò…BUONA LETTURA!
Una giornata
insolita
Quando il sole delicato di Helsinki penetrò nella Stanza
dei Gigli, il volto di Hilary venne riscaldato da un
raggio pallido, che le illuminò il viso e le assicurò un dolce risveglio. Si
girò verso le sue amiche, che ancora dormivano beatamente avvolte nei morbidi
piumini colorati, mentre i loro visi facevano presupporre che stessero vivendo
il più bello dei sogni.
Lentamente la ragazza di alzò, e si diresse verso la
finestra semiaperta, affacciandosi e contemplando il meraviglioso paesaggio che
le si prostrava davanti. La terra dei Laghi era
immensa, e in ogni anfratto pareva nascondere un segreto magico. Istintivamente
cercò con gli occhi la scuderia, dove osservò i cavalli dormire tranquillamente
riparati dal freddo; solo Fiamma non dormiva, ma invece
passeggiava all’interno del recinto esattamente come l’aveva lasciata la sera
prima. La ragazza ricordava ancora il momento in cui aveva avvertito il fiato
caldo dell’animale sul palmo della mano, e il contatto che avevano avuto. “Ma non penso ci
sarei riuscita da sola…” pensò la ragazza rammentando con particolare emozione
l’istante in cui Kai le aveva preso delicatamente il braccio per avvicinarlo al
muso nero dell’animale. Sentire la sua mano ferma ma delicata sul suo braccio
che le aveva procurato una momentanea perdita della concezione di spazio e
tempo. Avrebbe potuto rimanere così per sempre, e
ancora adesso al ripensarci sentiva il suo cuore riscaldarsi e aumentare i
battiti.
-
Oh Hila buongiorno – la salutò mezza addormentata la sua amica Mao che ancora
insonnolita si alzò per abbracciare la sua amica e sistemarsi in maniera
dignitosa i capelli. Hilary notò solo in quel momento che sul comodino della
cinese si trovava un lembo di stoffa chiara, forse appartenuta ad un suo indumento, ed era strappato e rovinato in più
punti. “Dov’è che ho già visto quel…”
-
Mao scusa ma quello non è il pezzo di stoffa della fascia che avete fatto tu e i
Baihutzu durante lo scorso campionato? – chiese la brunetta ricordando
tutto.
L’amica guardò prima la stoffa poi Hilary con uno
sguardo triste e decisamente poco incline alla sua
personalità – Sì – rispose in un soffio, come se le costasse ammettere una dura
realtà, correndo poi a infilare la stoffa dentro il cassetto.
-
Mao, è forse successo qualcosa? – le chiese la sedicenne avvicinandosi all’amica
che evidentemente aveva qualche problema.
-
Hila, ti va se usciamo a parlare fuori? –
-
Certo che no, vestiamoci e andiamo in giardino –
Appena furono fuori, sedute su una panchina Mao vuotò il
sacco. L’argomento che la rendeva tanto triste era un ragazzo di circa
diciassette anni, con lunghi capelli neri tenuti insieme da una altrettanto
lunga coda e dagli angelici occhi ambrati. Rei.
Hilary sapeva quanto l’amica fosse innamorata del
drigerblaider, e per quanto le pareva di aver intuito anche Rei era sembrato
interessato alla cinese, anzi forse fra i quattro antichi BBA, lui era proprio
quello con la “situazione sentimentale” più chiara e lineare. Allora quale
poteva essere il problema?
-
Ieri sera ho sentito Rei parlare con Michael e Andrew, del legame di parentela
fra Crystal e Yuri, e allora Andrew…beh ha detto che se non fosse stato per il fatto che non è vero, anche io e Rei avremmo potuto
essere come i due russi, fratelli. – la tristezza dipinta sul volto di Mao era
terribile da sopportare agli occhi della brunetta, che aveva sempre visto
nell’amica un vulcano iperattivo e solare.
- E
Rei? – chiese la brunetta che voleva sapere come andava a finire, anche se forse
avrebbe fatto meglio a non domandarglielo, perché poco dopo una lacrima finì
dritta sulla mano che la sedicenne teneva sulla gamba dell’amica per infonderle
coraggio.
-
Rei?! Rei ha detto che in
effetti io per lui sono la migliore delle sorelle! E che gli viene da sorridere
se pensa che io sono innamorata di lui!– sbottò
scoppiando a piangere in un modo che fece stringere il cuore alla brunetta, che
non sapendo bene che fare abbracciò la cinese, di cui sentiva i continui
singhiozzi sbattere contro il suo petto.
“Ma
come si fa ad essere così insensibili!? Ma non è da Rei dire una cosa del genere, lui non è quel tipo
di ragazzo. Sono sicura che Rei non avrebbe mai detto una cosa così, anche
perché sa benissimo cosa prova Mao per lui, no…c’è qualcosa che non va…”
-
Buongiorno Samantha – la salutò dolcemente Takao quando si
incontrarono nel ristorante dell’albergo per la colazione. Non avevano
più avuto l’occasione di parlare dopo l’incontro del giorno prima, e il moretto
temeva che fosse dovuto anche al fatto che lui l’aveva
baciata.
“Forse sono stato troppo diretto, ma…sento per lei un
sentimento fortissimo, solo il vederla mi fa sentire vivo anche se tremendamente
agitato. Ma forse lei non sente lo stesso per me…quindi…”
-
Samantha io… - iniziò il ragazzo intenzionato a chiarire la situazione prima che
si potesse rovinare la splendida amicizia che si era instaurata fra di loro.
-
No, aspetta – l’interruppe la giovane posando due dita
sulle labbra del ragazzo che sussultò a quel contatto. Si guardarono. Gli occhi di lei, che inizialmente vedeva distintamente si fecero
improvvisamente più sfocati, l’immagine venne quasi…sgranata. La ragazza gli si
era avvicinata molto, e in quel momento Takao avvertì una strana sensazione
corrergli lungo la schiena, ma non avrebbe saputo dire se fosse una cosa bella o
brutta.
-
Che ne dici fare colazione con me e poi di allenarci a bey insieme – le parole
pronunciate con sensualità dalla giovane stordirono il ragazzo, che in quel
momento si sentì felice come mai in vita sua. Annuì.
-
Bene! Allora andiamo – gli sorrise lei prima di
poggiare le sue calde labbra dita che ancora teneva sulle labbra del
moretto.
La
sala del ristorante era piena e almeno metà del stanza
era occupata da tutti i migliori blaider del mondo, che si erano ritrovati lì
per la colazione. Alla fine avevano deciso: le ragazze scelsero di farsi una
sana giornata di shopping e turismo per la città, tranne Mao che aveva preferito
rimanere in albergo per sfogarsi magari nella palestra, in compagnia di un sacco
e di un paio di guantoni.
Hilary aveva provato ad
invitare anche Astra, Samantha e Mariam, ma se la prima aveva declinato
gentilmente l’invito e la seconda era uscita insieme a Takao, la ragazza degli
Scudi Sacri si era rivelata essere irreperibile, e così alla fine la brunetta ci
aveva rinunciato. “In compenso almeno verrà Crystal” pensò la sedicenne mentre
si cambiava. Decise per un abbigliamento semplice e pratico nel caso in cui
avesse dovuto provarsi qualcosa. Indossò un paio di jeans morbidi, una maglietta
aderente a maniche lunghe nera e sopra si infilò un
dolcevita blu scuro. Completò il tutto con un paio di stivaletti in camoscio che
le avevano regalato le sue amiche per il suo scorso compleanno.
Quando uscì dalla stanza si
accorse che Julia stava parlando con la giovane Neoborg in cima alle scale che
portavano al quinto piano. – Allora vieni? – le chiese la ragazza spagnola
-
Penso di sì, anche se Yuri… -
-
Uffa! Adesso mi sono proprio stufata, ci parlo io – disse con decisione Julia
prima di superare Crystal e dirigersi velocemente verso la stanza dei russi.
Hilary le si precipitò dietro seguita dalla rossa.
Non
appena si trovarono davanti alla stanza numero 21
Hilary si sentì leggermente emozionata, era la prima volta che si trovava così
vicino alla camera dove alloggiava Kai, e non sapeva cosa fare. Poi si girò
verso Julia. “Se hai deciso di fare colpo su Kai fai
pure, ma non credo proprio che resterò a guardare” pensò innervosita la brunetta
quando la spagnola bussò alla porta della stanza.
Fu
Boris ad aprire rimanendo di stucco nel vedere le tre ragazze lì. – Uao, che ci
fate da queste parti? Entrate. – disse rivolto a Hilary e Julia, che si
sentivano come immobilizzate. – Cerco quel troglodita del tuo capitano! – iniziò
con forza la giovane, mentre Hilary cercava con gli occhi qualcuno all’interno
della stanza. Improvvisamente da una delle porte laterali uscì Kai, che ancora
con i capelli umidi si diresse verso il suo letto per prendere Dranzer dal
cassetto e metterselo delicatamente in tasca. Hilary avvampò all’istante. Kai
era lì con indosso una maglietta nera e un paio di pantaloni scuri, mentre i
capelli argentei, trasformati in grigio scuro a causa dell’acqua, gli aderivano perfettamente al viso, donandogli un aspetto
terribilmente affascinante. Distolse lo sguardo prima che lui si accorgesse che
la ragazza lo stava fissando, e si costrinse a prestare l’attenzione su Boris.
-
Yuri? Cerchi Yuri!? – lo sguardo incredulo di Boris si
trasformò in una risatina sarcastica quando una nuova presenza si avvicinò alle
spalle delle ragazze, anche nessuna di loro parve accorgersene. – Sì, proprio
lui, quella sottospecie di piccolo lord dittatore e padre padrone – continuò la
ragazza sempre più decisa a dirgliene quattro. Non sopportava Crystal dovesse
sempre rendere conto di ogni cosa che faceva al fratello, e anche se
tecnicamente non erano affari che la riguardavano, lei non si seppe trattenere.
-
Caspita ragazzi, che ne pensate se ce la portiamo al monastero? Con questo
carattere da vipera acida farebbe paura persino a Vorcof! – l’esclamazione di
Yuri sorprese le ragazze che si voltarono spaventate
verso il capitano dei Neoborg, che sovrastandole in altezza squadrava la
spagnola con astio, mentre Boris non riusciva a trattenere un riso e Kai
scuoteva la testa in maniera quasi impercettibile.
-
A…allora ci sei…Yu…ri – disse balbettando la ragazza dai lunghi capelli ramati,
mentre cercava di sottrarsi allo sguardo del russo. – Cosa ti prende ragazzina
hai improvvisamente perso l’uso di far uscire le parole da quella tua bocca da
bisbetica?
In
quel momento fu come se Julia avesse ritrovato tutta la forza che la
contraddistingueva. – Bisbetica!? Ma come ti permetti! E comunque sono venuta qui per dirti che trovo assurdo che un ragazzo che 2009 si
comporti in un modo così autoritario come fai tu! Perché Crystal dovrebbe
chiederti il permesso anche per uscire, in fondo non sei suo padre! – Julia era
irremovibile e soprattutto inarrestabile.
-
Su Julia non ti preoccupare – intervenne Crystal sperando di mettere fine a quel
litigio
-
Di sicuro non devo rendere conto a te di quello che faccio con mia sorella, e
comunque sia non credo che dovresti parlare di cose che non sai – le dure parole
del russo parvero intimidire la spagnola, che però non si arrese. – Bene, allora
non ci sono problemi visto Crystal? – disse rivolta all’amica
-
Tu fratello non è poi così troglodita, infatti ci ha
appena detto che possiamo uscire e magari ubriacarci come delle matte, allora
cambiati che tra mezz’ora si esce – e detto questo si allontanò verso la rampa
di scale seguita a ruota da Hilary e controllata a vista dallo sguardo stupito
del capitano della Neoborg.
Le
strade di Helsinki erano affollate di gente che correva su e giù per la città
fermandosi davanti ai monumenti principali oppure davanti alle vetrine dei
negozi. In mezzo a loro un gruppo di cinque ragazze avanzavano felici fra le bancarelle di un mercatino,
curiosando in giro, ridendo e avvertendo la felicità contagiosa delle compagne.
Verso la una si sedettero in una tavola fredda e pranzarono con un panino e una
bibita, confrontandosi gli acquisti e chiacchierando del più e del meno senza
però toccare l’argomento che più le premeva. Fu Emily la prima a iniziare la
discussione.
-
Ragazze, secondo voi Mao ha avuto qualche problema con Rei? In fondo le è sempre
piaciuto uscire per negozi, e questa sua scelta di rimanere in albergo mi ha
decisamente lasciata di stucco – disse confusa
l’americana, che ormai conosceva troppo bene la cinese per potersi sbagliare.
-
Forse aveva solo bisogno di passare un po’ di tempo da sola – tagliò corto Julia
– a volte è la cosa migliore
-
Sarà, ma comunque mi sembra strano che abbia litigato con Rei, in fondo lui è un
tipo così carismatico! – sentenziò Mathilda guardando le altre.
-
Già lui è uno dei pochi ad essere gentile con le
ragazze – aggiunse Emily iniziando a bere il suo frullato
-
Su Emily ti capisco, in fondo Michael non è affatto un
tipo molto galante – la stuzzicò Hilary facendo diventare bordò l’amica con gli
occhiali
-
Ma…io…non – biascicò – si si, non ti stavi riferendo a
Michael lo sappiamo! – le strizzò l’occhio Mathilda con voce dolce. Crystal
rise, forse per prima volta in vita sua. Certo lei aveva sorriso, ma non era la
stessa cosa. Durante gli anni trascorsi sotto gli ordini di Vorcof le uniche
occasioni in cui aveva sorriso erano state quando Kai emergeva dalle cripte dopo
magari una settimana senza mangiare, o magari dopo una qualche punizione
corporale, ma erano altri tipi di sorrisi. Erano sorrisi di sollievo. Questi no,
queste erano pure risate, un insieme di suoni che disordinatamente si combinavano, si intrecciavano andando a creare un momento di
allegria generale. Era felice lì, con quelle che erano diventate le sue prime
amiche. – Vi voglio bene – disse ad un tratto lasciando
allibite le altre ragazze che si girarono verso di lei stupite. – Cosa? – chiese
Emily che credeva di aver capito male. Crystal le guardò meglio – Vi voglio
bene. Non mi sono mai sentita felice come in questo momento, e questo lo devo
solo a voi, al vostro calore, alla vostra allegria, alla vostra amicizia.
Grazie. – la schiettezza di quelle parole lasciò ammutolite le ragazze, che non si aspettavano una tale
dichiarazione di amicizia da una ragazza così introversa.
-
Per noi sei un’amica, e le amiche fanno sempre così –
disse radiosa Hilary guardando la russa. - Beh dopo questo bel momento da film
drammatico che ne dite di andare a vedere qualche altro negozio? – propose
trionfante Julia alzandosi. – Sì – gridarono
all’unisono le altre compresa Crystal.
-
Sei proprio in gamba, anche se ti avviso subito: non riuscirai mai a battermi –
sentenziò Takao sedendosi sull’erba fresca insieme a
Samantha con la quale si era allenata per tutta la mattina.
-
Oh…non ti encomiare troppo carino, perché quando arriverà il momento della nostra sfida non sorriderai più
così tanto – lo stuzzicò la ragazza dagli occhi vermigli, mentre nella sua mente
diabolica si faceva strada una risata maledettamente sadica “Povero sciocco, se
è questa la forza di cui disponi, allora il tuo Drago ha le ore contate!” pensò
mentre un sorriso le attraversava la bocca, rendendola ancora più bella e
intrigante. Takao sarebbe rimasto così ad osservarla
per ore, senza mai stancarsi. Era strano: fino a qualche giorno fa a lui
interessava solo il Beyblade, e la sua prerogativa assoluta era sempre stata
quella di lanciare al meglio delle sue potenzialità Dragoon, ma adesso…adesso
era diverso. Sì, certo amava ancora il beyblade, ma ora
si era aggiunta anche una nuova emozione, una nuova persona. Samantha. Dopo
essersi allenati si sedettero all’ombra di un larice
per riprendere fiato. Lei era bellissima. Il corpetto nero lucido metteva in evidenza il suo fisico perfetto, mentre i lunghi
capelli neri le scendevano dritti sul corpo, seguendone il profilo, e
risplendendo alla luce del sole.
-
Samantha – la chiamò dolcemente il ragazzo prima di incrociare lo sguardo
penetrante del demone, che prima che potesse reagire si
ritrovò accerchiata dalle braccia del moretto. La teneva stretta, ma con
dolcezza – Samantha…io – iniziò il ragazzo non riuscendo a controllare la
voragine di emozioni che provava quando le era accanto. “Ti amo” pensò, ma si
rese conto di aver paura di quelle parole. Erano solo due parole, ma nonostante
questo erano potenti e dannatamente pericolose. Lo erano per entrambi.
-
Tu? – disse confusa la ragazza che immobilizzata non toglieva gli occhi rosso
sangue dal viso del ragazzo. – Ti amo – disse semplicemente il giovane prima di
posare delicatamente le sue labbra su quelle rosee di lei, imprigionandola in un
pericoloso bacio.
-
Prendi questo, e questo! – l’urlo liberatorio di Mao rimbombò nelle pareti della
palestra, mentre decine di sguardi perplessi la fissavano con rimprovero. –
Ehm…scusate – disse imbarazzata la cinese prima di afferrare la sua asciugamano e dirigersi verso gli spogliatoi della
palestra per farsi la doccia. Era rimasta in palestra tutta la mattina, e adesso
doveva ammettere che si sentiva meglio. Aveva corso, si era sfogata tirando
calci e pugni al sacco da box e cosa più importante era
riuscita per quelle ore a dimenticare le parole dure di Rei. “Devo smetterla di
pensarci, se è questo che pensa allora non ha capito
proprio niente, ed è lui a rimetterci, non io” Con questi pensieri uscì dalla
sala fitness e si diresse verso gli spogliatoi, ma proprio mentre attraversava
il corridoio una voce la fermò – Mao! – la ragazza si girò prima di vedere Ares
che avvolto in un accappatoio azzurro la stava raggiungendo. – Ares! Che ci fai
qui? – gli chiese la ragazza quando la raggiunse.
–
Sono andato a farmi due bracciate in piscina – disse sorridente il ragazzo, che
con i capelli umidi e le gocce d’acqua sulle ciglia appariva semplicemente
bellissimo. Mao arrossì e si diede della stupida per aver pensato una cosa
simile. – Senti Mao che ne dici se quando hai finito di farti la doccia ci andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo di
fame? – le chiese il ragazzo dagli occhi di ghiaccio fissandola dall’alto della
sua presenza. La cinese sentì le orecchie pulsarle e scottare. – Ehm… - iniziò “Devo dire di no, è ovvio…anche se…e Rei? –
Rei. Per un momento l’immagine del blaider che screditava in quel vile modo
quello che lei provava per lui fece infuriare la ragazza, che alla fine
sorridendo ad Ares rispose – Certo! Dammi un quarto d’ora e ti raggiungo! –
Detto questo si allontanò dal ragazzo che sorridendo la
osservò sparire dentro gli spogliatoi femminili. “Ti
aspetto”
-
Oh…fermiamoci qui vi prego! – le implorò Mathilda mentre erano passate davanti
alla vetrina di un negozio che vendeva abiti per qualsiasi tipo di occasione. –
Sì sono d’accordo! – sentenziò Emily afferrando Crystal per un braccio e
trascinandola dentro insieme a Mathilda. Hilary e Julia erano le ultime, e
stavano per entrare quando la brunetta improvvisamente disse alla spagnola di
fermarsi. Alla fine aveva preso una decisione. Avrebbe affrontato la ragazza,
avrebbe messo le cose in chiaro riguardo a Kai una volta per
tutte.
-
Julia, aspetta – le disse la giovane prima che l’altra potesse mettere il piede
dentro al negozio. La spagnola si girò verso Hilary
scrutandola con i suoi intensi occhi versi attraversati da una scia dorata.
-
Ti posso parlare un attimo? – chiese la brunetta sostenendo con forza il suo
sguardo perforante. – Si tratta di componente della
squadra dei Neoborg…che… - si interruppe quando l’amica le si avvicinò con
sguardo di sfida mettendosi le mani sui fianchi come per provocarla a
proseguire. “Vuole forse intimidirmi? Non ci riuscirà!” pensò
la brunetta facendosi forza. “Sono innamorata di Kai da troppo tempo, e
non rinuncerò a lui senza lottare, dovrà essere lui a dirmi che preferisce lei a
me”
-
Beh, allora cosa vuoi? – l’aggredì la spagnola che si
sentiva minacciata.
-
Ecco…io non…rinuncerò a lui, anche se… - la ragazza venne interrotta dallo sguardo di fuoco della spagnola che
sembrava volesse incenerirla all’istante. Ricambiò lo sguardo con tutto l’astio
che sapeva provare. Passarono così alcuni secondi a fissarsi come se non
attendessero altro che una resa da parte dell’avversaria. La sfida era iniziata,
e le due ragazze erano ben intenzionate a vincere.
-
Eccole qui! Avrei dovuto immaginarlo che dove ci sono
vestiti e accessori vari ci dovessero essere anche le nostre valchirie! – la
voce sarcastica del capitano della Neoborg giunse come un arbitro a decretare la
fine del match, infatti Hilary e Julia si voltarono
all’istante, e alla brunetta parve di vedere Julia agitata e soprattutto
nervosa. La sedicenne si girò istintivamente verso i Neoborg, che avanzavano
spediti verso di loro con assoluta disinvoltura. Erano proprio loro, Yuri e
Boris. “Ma non c’è Kai…allora…no non può essere…” pensò
la brunetta squadrando Julia da capo a piedi; la ragazza stringeva le mani a
pugno, e si mordeva il labbro inferiore per placare il nervosismo. Finalmente
dopo un’eternità di tempo la spagnola riacquistò parte del suo temperamento. –
Sì, sai a noi ragazze piace vestirci come se deve, ma
non mi aspetto certo che tu riesca a capirci –
-
Caspita che carattere, ho quasi compassione per Raul! – le disse acido il rosso
schernendola con aria di superiorità
-
Te l’ha mai detto nessuno che sei un grande maleducato? – le rispose di rimando
Julia alzando la voce
-
No, e a te l’ha mai detto nessuno che dovresti tenere il becco chiuso di tanto
in tanto? – la voce di Yuri sembrava fatta apposta per provocare la ragazza, che
incapace di resistere alle provocazioni partiva sempre al contrattacco.
Hilary osservava la scena per metà divertita e per metà sollevata. Ora capiva tutto, e ciò che aveva compreso
era troppo bello per essere vero.
-
Bene gente fine primo round! – sentenziò Boris mettendosi in mezzo ai due
sfidanti che ancora si stavano lanciando delle occhiate di fuoco. Il russo dai
capelli violetti si rivolse a Hilary – Senti, lo dico a te come portavoce. Di a Crystal di non fare troppo tardi – le disse prima di
tornarsene indietro seguito da Yuri.
-
Cos’è credi che tua sorella non se la sappia cavare a
sola? – Julia tentò un ultimo affondo alle spalle del russo, che accettò la
sfida. – No, io di lei mi fido. Fortunatamente lei sa cavarsela a differenza di
una petulante ragazzina di mia conoscenza – disse senza voltarsi per poi
proseguire per sua strada.
-
Come mi ha chiamata? Ma hai
sentito? – esclamò la spagnola volgendosi verso Hilary che l’osservava divertita. – Cos’hai da
ridere tu? Sarai contenta adesso! – le disse dandole le spalle, mentre Hilary
non riusciva a trattenere una risata spontanea.
-
Julia, posso farti una domanda? –
-
Tanto ormai –
-
Sei innamorata di Yuri? – le chiese la brunetta anche se in realtà conosceva benissimo la risposta.
Julia si voltò incredula verso l’amica che la guardava
sorridente. – Quindi tu…non – Julia non riuscì a finire
la frase perché entrambe si scoppiarono a ridere come non mai.
-
Ma quanto siamo sceme! – esclamò Hilary abbracciando
l’amica che continuava a ridere. – Già non avevamo capito niente entrambe! –
rispose la spagnola che finalmente poteva tirare un sospiro di
sollievo. “Hilary non è innamorata di Yuri…”
“…Julia non è innamorata di Kai…”
Le
sei di pomeriggio arrivarono senza che nessuno se ne accorgesse. Chiunque
avrebbe potuto definire quella giornata insolita. Erano successe tante piccole
che cose, che sembrava seguissero un chiaro disegno
logico, che però trascinava verso il caos più assoluto. Mao aveva passato una
piacevole giornata in compagnia del biondo degli Obscuras. Avevano pranzato
insieme, poi lui l’aveva invitata ad una sfida di bey e
infine si erano presi una pausa passeggiando per le rive del piccolo lago limitrofo all’albergo
mentre sorseggiavano una squisita cioccolata calda. La ragazza si sentiva
sollevata e rilassata come non le capitava da tanto. Ad
un certo punto quando si sedettero in giardino la cinese volse lo sguardo verso
Ares, perdendosi nell’infinità di quegli occhi di ghiaccio. – Grazie Ares, di
tutto – gli disse all’improvviso la cinese senza abbassare lo sguardo. – E di
cosa? – le domandò di getto l’altro continuando a fissarla ostinatamente.
-
Grazie di avermi ascoltata, di avermi fatta
sfogare…ecco grazie -
-
Non dirlo neanche per scherzo capito?! In qualsiasi
momento o circostanza tu potrai sempre fare affidamento su di me – le disse il
demone, che per la prima volta sentì quelle parole come se non fosse stato lui a
pronunciarle, perché gli suonavano stonate alle orecchie.
-
Beh…io ora devo andare… - si affrettò a dire la cinese, che all’improvviso si
era sentita a disagio. “E’ così gentile con me…e se…” lei si alzò all’improvviso
e fece per allontanarsi, quando ad un tratto la mano
guantata di lui la trattenne e la costrinse a voltarsi verso di lui. – Ho detto
qualcosa che non va? – le chiese il ragazzo sorpreso da quella sua reazione. –
No…no non ti preoccupare – disse lei prima di sottrarsi alla sua presa e
schizzare via lasciando il demone solo e perplesso.
-
Poverino il mio demone della Perversione! – lo apostrofò Astra comparendo alle
sue spalle con la sua solita voce provocante. – Che ci fai qui Astra, non stavi
con Max? – le chiese Ares fissandola con i suoi freddi occhi azzurri. – Non sono
affari tuoi – tagliò corto la ragazza dai corti capelli ramati, che non
sopportava chi si impicciava dei fatti suoi.
-
Comunque penso che dovremmo andarci più decisi con la cinese, non mi pare che
abbia abboccato – sentenziò Astra incrociando le braccia intorno al petto.
-
Sì, la prossima volta che ti trasformerai in Rei cerca di essere più convincente
e soprattutto esplicita. Penso che Mao abbia bisogno
solo del colpo di grazia – la corresse il demone della Perversione con un
sorrisino malefico.
L’aria della sera iniziò a scendere sulle strade di
Helsinki, che in poco tempo diventarono scure e tetre, anche se dei tenui
lampioni illuminavano i marciapiedi rendendo possibile l’attraversamento della
strada. Le ragazze aspettavano il pullman che portava direttamente all’Hotel
Kamp che passava circa ogni quarto d’ora, cariche di pacchetti e buste colorate
contenenti i regali o gli abiti che si erano comprate.
Avevano passato una piacevole giornata, in serenità e cosa più importante
insieme. Hilary si sentiva pienamente serena, come se quella giornata avesse
avuto un effetto benefico sulla sua persona. Si voltò verso le sue amiche, che
parlavano senza sosta delle cose che si erano comprate; solo Julia era
stranamente taciturna, e la brunetta era sicura di conoscerne il motivo:
l’incontro turbolento fra la spagnola e il russo l’aveva particolarmente
sconvolta, e così Julia era rimasta silenziosa e immersa nei suoi pensieri per
quasi tutto il pomeriggio. “Poverina, in fondo la capisco” pensò Hilary
guardando i suoi spenti occhi verdi, che in quel momento sembravano aver perso
tutta la lucentezza che li contraddistinguevano. “Se
anche io avessi una simile discussione con Kai penso
che preferirei sotterrarmi. Ma no scema…che vai a pensare…tu
non potresti mai avere una lite violenta con Kai, anche perché lui non ti prende
minimamente in considerazione” si disse da sola mentre intanto le luci fioche
del pullman si avvicinavano alla fermata.
Quando le porte si aprirono Julia alzò gli occhi e
guardando le altre disse – Sentite ragazze, voi
cominciate ad andare, io prendo il prossimo – lo sgomento era ben visibile sulle
facce delle amiche che pensavano di aver capito male.
-
Ma sei impazzita? Si sta facendo buio, e poi perché
dovresti prendere il prossimo? – chiese Emily avvicinandosi alla spagnola con
decisione.
-
No…è che mi sono dimenticata di dover prendere una cosa per Raul, ci teneva
molto…ma non vi preoccupate sarò di ritorno prima che possiate accorgervene. –
le rassicurò Julia sorridendole.
-
Non è meglio che qualcuna venga con te? Ti accompagno io – si propose Crystal
che non voleva lasciare sola l’amica.
-
No, altrimenti tuo fratello chi lo sente! Non vi dovete preoccupare, su andate
prima che il pullman parta – le disse la spagnola voltandosi, ma una mano fredda
la bloccò – Almeno dammi i tuoi sacchetti, così non dovrai andare troppo carica
da sola – le disse Crystal prendendole le buste dalle mani.
-
Grazie – le disse Julia prima di andarsene, mentre le altre salivano sul pullman titubanti.
“Julia…”pensò Hilary che sentiva di non aver fatto bene
a lasciarla sola.
L’aria fredda le pungeva la pelle perforandole i vestiti
come dei piccoli aghi. Julia camminava sola per le strade di Helsinki mentre un
vento gelido le scompigliava i capelli e le faceva lacrimare gli occhi
verdastri. Ma sapeva benissimo che a farla piangere non
era il vento, piuttosto qualcosa che portava nel cuore…
Quando le ragazze giunsero in Hotel si diressero verso le loro camere per posare i
pacchetti e farsi una bella doccia calda prima di scendere nella sala degli
intrattenimenti, dove tutti i blaider si trovavano di solito per giocare a
beyblade o per una partita a ping pong. Le giovani erano ancora perplesse e si
sentivano in colpa per aver lasciato Julia da sola, ma le consolava il fatto che ormai avesse preso il pullman che
l’avrebbe scortata in albergo. – Tra poco la vedremo arrivare magari mezza
congelata e con un ghiacciolo al posto del braccio – disse Emily per
sdrammatizzare la situazione prima di andare a farsi la doccia.
-
Spero che sia così… - sospirò Hilary che non riusciva togliersi dalla testa lo
sguardo perso che Julia aveva adottato dopo la sua lite con il capitano dei
Neoborg.
-
Julia…torna presto ti prego… - disse appoggiando la fronte sul gelido vetro
della finestra e pregando di veder scendere dal pullman che si stava avvicinando
una giovane ragazza avvolta in un piumino rosso.
Crystal entrò nella sua stanza carica di pacchetti, e
subito gli sguardi dei tre Neoborg si fiondarono su di lei.
Boris la fissava sorridendo, Kai con la più che normale
indifferenza mentre Yuri la squadrò da capo a piedi come se cercasse qualcosa di
preciso. – Ma si può sapere quanta roba hai comprato?
Tu e quelle pazze avete svaligiato mezza Helsinki? – le disse il fratello che
non potè fare a meno di scuotere la testa rassegnato.
-
Ma come sei simpatico! E comunque per tua informazione
questi non sono tutti miei, ma anche di Julia – la voce sprezzante della rossa
fece sussultare il russo, che si voltò verso la sorella sgranando i suoi
profondi occhi viola. – Come di Julia? E cosa ci fai tu con la sua roba? –
-
Beh…io gliel’ho portata in albergo visto che lei doveva
fare ancora una commissione per Raul – balbettò la ragazza mentre osservava con
stupore il volto del fratello diventare una maschera di ghiaccio.
-
Cosa!? Vorresti dire che quella pazza non è tornata con
voi? – le chiese Boris preoccupato, mentre Kai si voltava verso la finestra da
dove si vedevano i primi fiocchi di neve scendere rapidi dal cielo volteggiando
come in una danza col vento. – Sta nevicando – disse semplicemente prima di
udire un botto fragoroso alle sue spalle.
–
Aspetta dove corri! -
Hilary attraversava il secondo piano a gran velocità. Il
secondo pullman era arrivato e di Julia nessuna traccia. “Ma dove cavolo si è
cacciata!” imprecò mentre correva a perdifiato per il
secondo piano prima di incontrare Raul. – Oh Hilary meno male che ti ho trovata! – esclamò il ragazzo degli F-Sangre
-
Senti non è che potresti dire a Julia di venire in
camera nostra quando finisce la doccia? -
Hilary si sentì come se le avessero trafitto il cuore
con un pugnale. – Cosa? Ma Julia non doveva prenderti
una cosa? – la voce della brunetta era terrorizzata, e si spaventò ancora di più
quando sul viso di Raul apparve un’espressione perplessa. “Julia” pensò la
ragazza prima di precipitarsi verso la hall lasciando il ragazzo confuso e
visibilmente preoccupato.
Ormai era più di un’ora che camminava senza meta per le
strade ghiacciate di Helsinki, e i suoi pensieri sembravano ruotare confusi
intorno ad un uragano che le imperversava nella testa. Aveva mentito…non era
vero che doveva prendere qualcosa per Raul, in realtà sentiva solo il bisogno di
stare un po’ da sola…voleva fare un po’ di ordine nella sua mente. – Yuri… -
disse battendo i denti dal freddo. Sì proprio lui. Era così strano da pensare,
ma lei non riusciva a non pensare a lui, lo amava tanto, ogni volta che si
trovava vicino a lui si sentiva agitata, ma soprattutto
quando era in sua compagnia non riusciva a tenere a freno la lingua e spesso
diceva cose che non avrebbe mai voluto dire. – Petulante ragazzina…bisbetica… -
le parole del russo le risuonavano dure e chiare nella sua mente, come se con un
martello si cercasse si imprimerle con forza.
-
E’ questo che pensa…ho rovinato tutto… - disse Julia mentre lacrime di tristezza
le solcavano il viso ormai secco a causa del freddo
pungente. Si sedette alla luce di un lampione esausta a
tenendosi la testa fra le mani rimase lì, ad ascoltare i suoi singhiozzi che
sembravano scandire il tempo che passava in quella fredda notte finlandese.
Dei
passi, incerti, pesanti quasi non coordinati si avvicinarono alla ragazza che
ancora seduta sulla panchina aveva smesso di piangere, ma non aveva accennato ad
alzare la testa. Solo quando sentì i passi fermarsi alzò gli occhi spaventata.
Tre ragazzi con gli occhi vuoti e le iridi appannate la fissavano con
insistenza
ridendo in modo malevolo. La ragazza si spaventò, ma cercò di non
darlo a vedere. Si alzò e con noncuranza fece per andarsene, quando uno dei tre
la bloccò per un braccio storcendoglielo. La giovane si morse un labbro.
-
Ehi bella signorina! Dove vai tutta sola? – le chiese
uno avvicinandosi a lei e soffiandole in viso, permettendo così a Julia di
avvertire il suo alito che aveva un solo odore, quello di uno che ha bevuto e
magari si è anche drogato.
-
Non sono affari vostri! – esclamò arrabbiata la ragazza cercando di divincolarsi
dalla presa del più robusto, che però non sembrava cedere. – Su… non fare la
difficile – le disse un terzo avvicinandole una mano al collo e sfiorandola.
Julia cominciò a tremare, ma si sforzò di mantenere la testa lucida.
Con
uno strattone violento si liberò dalla presa dell’omone e con un salto agile
iniziò a correre per le strade, ma non fece molta
strada che uno dei tre la afferrò per i fianchi spingendola a terra
violentemente. La ragazza iniziò ad avere paura. I tre le si
avvicinarono immediatamente. – Non ti preoccupare, non ti faremo del
male! Giocheremo tutti insieme! – le disse uno dei tre
avvicinandosi a lei e annusandole i capelli divertito.
– Uhm…che profumo invitante che emani dolcezza – le disse cominciando a baciarla
sul collo, mentre la ragazza terrorizzata non riusciva a muoversi, anche se non
perse l’occasione di prendere tempo. – Eh tu che dentifricio usi? Al
superalcolico, alla marijuana oppure tutti e due! – la
voce carica d’odio della ragazza fece infuriare i giovani che la sbatterono
contro il muro facendole male. Uno dei tre la guardò in modo poco raccomandabile
prima di dirle – Che brutto carattere! Certo che se ti comporti in questo modo
non lo troverai mai un ragazzo! Dovresti essere più docile, ma per tua fortuna
ti aiuteremo noi! – il ragazzo più alto che si avvicinò e iniziò a baciarla sul
collo mentre lei cercava di non piangere, anche se in realtà non avrebbe voluto
fare altro. “Aiuto…”
-
Personalmente ritengo che sia meglio una strega come lei piuttosto che una
ragazza “docile” – una voce si stagliò nell’oscurità di quella notte, colpendo
in pieno viso uno dei tre ragazzi e assestando due violenti calci nello stomaco
del secondo, mentre i terzo ragazzo, che ancora teneva
Julia si girava verso lo sconosciuto con occhi adirati. Un ragazzo dalla pelle
diafana e dagli accesi capelli rosso fuoco fissava con odio il ragazzo che si
trovava ancora addosso a Julia e prima che qualcuno si potesse rendere conto di
cosa stava succedendo il rosso aveva già steso a terra tutti e tre i ragazzi e
si era avvicinato alla spagnola, che si trovava a terra spaventata. Quando le fu
davanti Julia alzò gli occhi verdi per incontrare
quelli viola di lui che la squadravano arrabbiati, ma anche…preoccupati.
- E
poi tu te la sai cavare – le disse prima di voltarsi e farle cenno di seguirlo.
Julia si alzò a fatica e seguì Yuri tremante fino a che non giunsero vicino a
Tempesta che li aspettava ansioso su limitar della strada.
–
Avanti sali – le ordinò il rosso tenendo saldamente le briglie del cavallo, ma Julia non si mosse, troppo orgogliosa per
accettare il suo aiuto. – Senti al ristorante starebbero mangiando, e non ho
voglia di arrivare quando Takao e Daichi avranno già fatto una pulizia generale
– le fece notare Yuri
Julia si voltò verso il ragazzo e fissandolo con i suoi
occhi verdi bagnati di lacrime.
-
Non affaticarti troppo a ringraziarmi, potrei svenire per l’emozione – la
rimbeccò il rosso con un sorrisino
-
No, non ti devo niente. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te – disse
la giovane mentendo spudoratamente.
-
Si, certo come no – disse Yuri divertito. Quella
ragazza era veramente incredibile. Testarda, orgogliosa, tremendamente
arrogante, ma al contempo forte e combattiva.
-
Allora vuoi muoverti? –
Julia salì su Tempesta e subito dopo il ragazzo le salì
dietro avvolgendola con le braccia per poter tenere le
redini bianche del cavallo. La ragazza arrossì e sentì il suo cuore uscirle dal
petto per l’emozione. Non riusciva a crederci: era sul cavallo di Yuri, e
proprio il freddo capitano russo l’aveva salvata. Quasi subito la ragazza si
lasciò cullare dalla melodia prodotta dagli zoccoli di Tempesta e appoggiando la
testa sul petto del ragazzo si addormentò felice come non lo era mai
stata.
Yuri si accorse immediatamente che la ragazza si era
addormentata, e questo gli provocò una strana sensazione, una sensazione nuova, mai provata. Era il primo contatto che
aveva con una ragazza che non fosse sua sorella, si sentiva imbarazzato,
congelato, ma nonostante questo si sentì riscaldato nell’avvertire il corpo di
Julia contro il suo. Ad un certo punto il russo sentì
dei versi provenienti dalla giovane. “Sta sognando” pensò
-
Yuri…grazie – disse in un sussurro prima di stringersi ancora di più fra le
braccia del rosso, che immobilizzato dall’imbarazzo si sentì per la prima volta…
diverso.
Tenete a bada i lacrimoni romanticone,
e…SPAZIO DEL LETTORE!
Lexy90: grazie 1000
tesoro, sei sempre puntualissima, sono io che questa volta ho dovuto
tardare la produzione, ma sono impegnatissima (se se…tutte scs N.D. Yuri) cmq, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto, anche se devo ammettere che ho fatto leggermente eclissare il nostro
bel Kai, ma non preoccuparti, presto lo rivedremo in almeno più di tre battute
(uao, allora quattro N.D. Kai e Yuri) (Ma non avete
altro da fare voi due? N.D. Avly) Fammi sapere che cosa ne pensi di questo
capitolo!!! Baci bacioni!!
Lirinuccia: cicciiiiiii
grazie 1000, mi hai scritto la più bella e lunga recensione che abbia mai letto!
Sono felice che la storia ti stia piacendo, e mi auguro che questo capitolo
leggermente “alternativo” ti sia piaciuto! Cmq hai ragione, le cose fra Maxuccio e Mariam non vanno proprio benissimo, soprattutto
perché il biondino ne soffrirà molto (noooooooooooo poor Max! N.D tutte) ma non devo anticipare
nulla anche perché sono solo pensieri, idee che vorticano furiose come una barca
in balia della tempesta. Per quanto riguarda Takao…mi sento cattiva ma penso che
sia un bell’esperimento provare anche questa “psicologia del Takao innamorato”
no? Grazie ancora per il tuo continuo sostegno, e le tue belle parole! Baci
bacioni!!!!
DarkAngeL91: grazie infinite per aver recensito, e
soprattutto per aver letto il capitolo! Spero con tutto il cuore che anche
questo capitolo ti sia piaciuto, cmq…si il nostro Kai
non sa non mettersi nei guai, ma dptt ci piace anche
per questo no? Spero di sentirti presto! Baci Bacioni!!!
Helens: tesoroooo
sei tornata!...sono perfettamente d’accordo, lo studio
ci tiene davvero impegnatissime, soprattutto in periodi come questo. Sono stata
iperfelice quando ho visto la tua recensione,
soprattutto perché ci tenevo molto ad avere una tua opinione…PERDONO se in
questo capitolo Kai non ha parlato molto (ma perché di
solito parla? N.D. Takao) (Muto tu, che ti ho pure trovato una “ragazza!” N.D.
Avly)…
Cmq spero di sentirti prestissimo
(prometto mi connetterò a msn, sempre che riesca ad
accendere il computer, causa verifiche, interrogazioni…) Spero che il capitolo
ti sia piaciuto! Baci Bacioni!!!!
Come sempre un caloroso grazie a tutti
coloro che hanno letto la storia, e che continuano a
seguirla! Grazie anche a coloro che hanno messo !I
Cavalieri dei Sette Regni” nei preferiti o nelle seguite!
Spero che il capitolo vi sia
piaciuto!!