Anime & Manga > Sousei no Aquarion
Ricorda la storia  |       
Autore: Red S i n n e r    15/11/2009    3 recensioni
Che crudeltà, che crudeltà! Toma lo sapeva, Apollonyus era stato crudele nel lasciare qualcosa che non fosse la sua presenza.
Era stato crudele nel lasciare la sua assenza e l’imperfezione della sua mancanza.
Lasciò che fosse l’illusione a cullarlo, nel suo mondo fatto di sogni, lasciò che fosse il suo ricordo a torturarlo, lasciò che fosse il suo nome ad uscirgli dalle labbra. [Tratto da: Dream Brother.]
Apollonyus/Toma; Apollonyus/Celiane.
{Seconda classificata al contest "Sousei no Acquarion - The eternity of love" indetto da Mokochan sul forum di Efp. Vincitrice del premio 'Miglior Raccolta'. **}
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

____BATTLE FOR THE SUN.}

#1:

“Dream Brother.”

 

 Qualcosa si muove in quel mondo senza vento, qualcosa cambia in quel mondo immutabile in cui  è  l’odore dei fiori che regna, sovrano indiscusso di un tempo troppo angelico per essere credibile.

Ha la consistenza del tocco di una mano e di un respiro sul cuore questo qualcosa di un indefinibile colore.

Toma cammina, incontrando luoghi conosciuti, luoghi già visti, luoghi che arricchiscono di particolari quel qualcosa che sente come peso inscindibile sul petto.

Fa finta di ammirare i fiori, sempre uguali, e di respirare un’aria assuefante che da claustrofobia, perché tutto è perfetto e al tempo stesso non lo è, non lo è più.

 C ’è una mancanza, nel mondo, in quel mondo, nell’aria; nel cuore, in quel cuore.

Sguardi sinistri, sguardi che accusano, che additano una figura che sembra intessuta di fuoco.

Li ricorda, li vive ancora quegli sguardi. Sono confusi, arrabbiati e terribilmente tristi.

Ed un angelo triste non può essere perfetto. Un angelo triste rompe quel mondo, lo infrange e lo infanga con la forza di uno sguardo malinconico.

Lo  sono davvero, gli occhi di Toma sono veramente malinconici. Si piegano verso il basso, cercano di raggiungere –almeno loro- un immagine persa per sempre, la cercano in un sogno afferrando e stringendo quei capelli di fuoco che tanto spesso lo avevano incantato.

Lo  additano ancora gli sguardi angelici. No, non lo accusano ma lo compatiscono, ed è peggio, è ancora peggio. Un angelo compatito non è perfetto, la compassione uccide la grazia angelica, l’appesantisce. Un angelo compatito è pesante non può volare.

Ma gli occhi -oh gli occhi!- i suoi occhi fissano il vuoto, cercano, sperano e ancora amano.

In quel cielo azzurro cercano il sole, cercano un calore, cercano una luce, cercano e non smettono mai di cercare. Ma con lui tutto se n’era andato!

Sparita la luce e con essa il calore.

Era fuggita la perfezione e con essa il senso di quella vita eterna.

 Se n’era andata via la sua figura di fuoco, quella stessa figura che per tempo indicibile l’aveva abbracciato, l’aveva amato e aveva parlato, con voce vibrante di lingue di fuoco. Aveva promesso un futuro roseo, un amore eterno, una vita eterna di perfezione angelica.

Bugiardo. Bugiardo. Bugiardo. Bugiardo.

Ma aveva mentito. Il sole era scappato, fuggito, si era nascosto, si era sporcato, si era macchiato.  Si era reso consapevolmente imperfetto. Li aveva traditi, li aveva derisi, umiliati e gli angeli, rabbiosi, l’avevano imprigionato. Così non scapperai, sole maledetto, così non scapperai.

E lo pensava anche Toma, felice di riaverlo accanto, scioccamente protetto da quella figura di fuoco che aveva amato da sempre. E se la figura di fuoco avesse mentito sull’amore?

No. No. No. No. No!

Era suo fratello, il suo mondo, la sua intera vita.

E il sole era fuggito, sapendo tutto ciò, sapendo molto altro ancora. Infrangendo promesse vecchie e nuove, maledicendo la sua perfezione, maledicendo anche lui.

Ma quel qualcosa rimaneva nel petto dell’angelo imperfetto dallo sguardo triste, e protendeva il suo intero corpo, il suo intero io verso un sogno. Un dolce sogno, intessuto di promesse e d’amore carnale,  di quello che soleva consumare col suo adorato fratello, col suo amante, con la sua vita, il suo passato, il suo futuro, il suo tutto.

Ed era con devozione che aveva accarezzato i capelli di fuoco e che aveva baciato il suo volto, con perfetta devozione aveva accarezzato il suo corpo e poi si era piegato sotto il suo intero essere, sotto tutto il suo amore. E quando amore, piacere e dolore sarebbero diventati un tutt’uno, allora sì, allora la melodia sarebbe stata perfetta e avrebbe assistito a quella danza angelica fatta di gemiti e piume.

La  promessa, scaturita da labbra che ferivano il mondo, aveva fatto breccia nel cuore prima che nella mente dell’angelo che, all’epoca, era ancora perfetto.

Bruciò, letteralmente e coscienziosamente nelle fiamme del suo amore, e amò la fiamma nata e mai estinta, quella stessa fiamma che ora si ritrovava ad odiare in gran segreto sperando che, col tempo, si sarebbe spenta.

Il mio sole, il mio sole, il mio sole, il mio sole.

Ma quella fiamma bruciava ancora, sarebbe bruciata in eterno, consumando e distruggendo all’infinito in quel silenzio che sapeva d’abbandono, schermandosi dietro un volto perennemente perfetto che non avrebbe mai raggiunto la perfezione per eccellenza.

Avrebbe combattuto -e perso- quella battaglia contro di lei, avrebbe vissuto aspettando, avrebbe respirato di meno vivendo sospeso tra sogno e realtà, tra sanità e follia. Camminando sulla lama di un rasoio, imbevendo il suo essere in stupide fantasie lasciandosi cullare da una nenia, sottile e amara, che riempiva l’aria e nascondeva al mondo quel fruscio falso e imperfetto di ali che non erano le sue, una nenia composta dal suo nome e dal suo nome soltanto.

Apollonyus. Apollonyus. Apollonyus. Apollonyus. Apollonyus.

E c’era il mondo in quel nome, ma non c’era più niente in quel mondo:  c’era la vita che era stata spezzata, c’era tutto e non c’era più nulla.  C’era tutto il suo essere, in quel nome ormai morto.

Fratello o amante.

Chi era? Chi era Apollonyus?

 

Tese la mano, di nuovo nel presente, vivendo di nuovo nella sanità del suo essere, e accolse sul suo palmo una piccola fata. Le accarezzò la testa e le piccoli ali.

Le ali. Le ali. Le ali. Le ali. Le ali.

Le stesse ali che lui si era spezzato, le stesse ali che Toma custodiva gelosamente sul suo elmo.

Il sole lo aveva tradito, era fuggito, fuggito con lei. C’era sangue nella sua mente, le ali gocciolavano, le ali piangevano, le ali lo capivano.

Strinse la mano - troppo forte, troppo forte- e la fata morì in un urlo rantolato.

Continuò a camminare cullando quel ‘qualcosa’, quell’unica cosa che l’amore della sua intera esistenza gli aveva lasciato: il suo ricordo.

Che crudeltà, che crudeltà! Toma lo sapeva, Apollonyus era stato crudele nel lasciare qualcosa che non fosse la sua presenza. Era stato crudele nel lasciare la sua assenza e l’imperfezione della sua mancanza.

Lasciò che fosse l’illusione a cullarlo, nel suo mondo fatto di sogni, lasciò che fosse il suo ricordo a torturarlo, lasciò che fosse il suo nome ad uscirgli dalle labbra.

Fratello o amante?

Fratello o amante?

Semplicemente fratello, fratello di sogni.

Il mio amato fratello.

Fratello o amante?

Fratello o amante?

Semplicemente assassino, assassino di promesse.

Il mio amato assassino.

Note della Red_______________

Buonsalve! Questa raccolta si è classificata seconda al contest 'Sousei no Acquarion' - The eternity of love indetto da Mokochan ed ha vinto il premio come miglior raccolta. **

Il tema era appunto l'amore ed io ho deciso di realizzare una raccolta di due capitoli, il primo è stato dedicato alla coppia Apollonyus/Toma ed è stata scritta dal punto di vista di Toma, la seconda riguarda la coppia Apollonyus/Celiane ed è stata scritta dal punto di vista di lei.

Il titolo della raccolta, Battle for the sun che tradotto significa 'battaglia per il sole', trovo sia un titolo approppiato per narrare la storia di due amori che hanno combattuto ma che hanno perso il loro sole, comunque.

Voglio dedicare questa storia ai Placebo che mi hanno ispirato, ad Apollonyus, Celiane e Toma ed a tutti i fan di queste coppie.

Se mi lascerete un commentino giuro che non vi ucciderò. **

Red.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sousei no Aquarion / Vai alla pagina dell'autore: Red S i n n e r