Ciao!
Volevo fare una piccola premessa prima di lasciarvi alla
lettura della mia prima fanfic.
Mi
è venuta l’ispirazione un mattino mentre andavo a scuola
e per caso ascoltavo alla radio la canzone “Ti vorrei rivivere” di Eros
Ramazzotti, così ho deciso di scrivere una song-fic proprio su questa canzone.
Buona lettura!
TI VORREI RIVIVERE
È da
tanto che non torno più qui, in questo piccolo paese
dove ho trascorso sette anni della mia vita fra bevute con i compagni e
passeggiate solitarie. Non è cambiato niente; è tutto come nei miei ricordi.
Forse l’insegna del bar di Madama Rosmerta è leggermente più scolorita
dell’ultima volta in cui l’ho vista, ma il resto, le
case, i negozi, perfino la gente che cammina a passo spedito sembrano essere
sempre le stesse.
Mi avvio verso l’ultimo luogo in cui sono stato prima di
andarmene, e il primo dove ho deciso di recarmi ora che sono ritornato. ‘Ai tre
manici di scopa’.
Apro la
porta e subito uno scampannelio familiare avverte gli
altri clienti del mio arrivo. Voltano la testa verso
di me, chi sperando di vedere una persona attesa, chi per semplice curiosità...
“o abitudine” aggiungo poi tra me e me: c’è chi non si abituerà mai a questo
clima di pace che regna ora e continuerà a portare velocemente la mano alla
bacchetta ogni qual volta sembri che la situazione cambi. Sorrido... Dopotutto anch’io sono uno di loro.
Mi dirigo
velocemente verso un tavolo appartato senza togliermi il cappuccio, sperando
che nessuno si accorga che il mio mantello scolorito e
stracciato in realtà è quello di un Mangiamorte. Ex Mangiamorte per essere
precisi, dato che questa maledetta guerra che mi ha
rovinato la vita è finalmente finita.
Un
piccolo elfo domestico con un grembiule
azzurro si avvicina titubante a me.
-
Desidera ordinare signore?
- Una
Burrobirra calda – rispondo lasciandomi cadere sulla comoda poltrona. Sono
stanco e debole; forse un alcolico sarebbe stato più indicato per tirarmi su ma
in questo momento ciò di cui ho più bisogno è qualcosa di dolce, tanto forte è
l’amaro che ho in bocca.
Magicamente
un boccale pieno della bevanda che avevo ordinato
appare sul tavolo e subito lo afferro portandomelo alla bocca, desideroso di
gustare dopo tanto tempo la calda e dolce bibita che ero solito bere da
giovane. Mi sembra quasi che riesca a sciogliere un po’ del
ghiaccio che ha colpito il mio cuore in questi ultimi cinque anni. Poso
il bicchiere sul tavolino in noce che dovrebbe aver su per giù la mia età, ed è
a quel punto che la vedo... bella e sorridente come
l’avevo vista tante volte.
È seduta con delle amiche ad un tavolo situato nella parte opposta del
locale e stringe tra le sue mani esili una tazza di cioccolata. I suoi ricci capelli color del
fuoco risplendono alla luce tremolante delle candele sembrando ancor più
soffici e luminosi. I suoi occhi verdi riflettono la gioia e la spensieratezza
che finalmente ha trovato, dopo aver sofferto per... Hai
davvero sofferto per me? Erano vere quelle lacrime e quella disperazione quando
ti ho lasciata sola? Si... Erano vere, perché lo so
che il tuo era amore.
Forse
anche questa volta ho tenuto lo sguardo fisso su di te
troppo a lungo e tu te ne sei accorta come succedeva sempre; ma questa volta
non posso distoglierlo com’ero solito fare, perché con la tua bellezza e
semplicità mi hai nuovamente incantato. E rabbrividisco mentre i tuoi occhi
smeraldo si posano dopo tanto tempo sui miei. Non mi hai riconosciuto, nessuno potrebbe. Sono così diverso ora...
Certo che rivederti ancora adesso
un qualche brivido mi dai
Certo che non è più lo stesso e tu
puoi non credermi
Ma non ti ho scordata mai...
davvero...
Un semplice
incrocio di sguardi e capisco che nonostante tutto quello che ho fatto e detto per convincerti a lasciarmi andare e
allontanarti da me, tu sei sempre stata nel mio cuore. Ed è
grazie al tuo sorriso, alla tua voce e al tuo profumo impressi nella mia mente
che sono sopravvissuto senza impazzire.
Ho
ucciso, ho torturato, ho rovinato la vita di centinaia di persone a causa della mia codardia e del mio stupido orgoglio. Ancora adesso
mi chiedo perché non ho avuto il coraggio di
ribellarmi a mio padre e rivolgermi a Silente. L’orgoglio certo... l’orgoglio di essere un Malfoy e di non chiedere aiuto a nessuno. Ma a
farmi scegliere il cammino più oscuro è stata
soprattutto la codardia, la compagna che è stata con me fin dalla nascita e che
non mi ha più abbandonato, quando davo la colpa agli elfi domestici per i guai
che combinavo, quando mi nascondevo dietro il nome di mio padre per avere
potere e rispetto a scuola, quando avevo troppa paura di quello che mi sarebbe
successo se ti avessi detto che ti amavo.
E adesso,
a un anno dalla fine della guerra che ha segnato la
mia vita e da cui esco perdente, non posso far altro che tornare alla vita,
uscire dal mio nascondiglio e affrontare questo mondo malato ma in via di
guarigione contando solo sulle mie forze e, soprattutto, senza poter godere
della protezione di qualcuno. Non sarà facile lo so, ma ce
la farò, come ce l’ho fatta tutte le innumerevoli volte in cui ho rischiato di
morire per mano di qualche Auror troppo intraprendente per sfidarmi. Vivrò
sempre con il rimpianto di non aver potuto avere ciò che desideravo:
una vita tranquilla, una famiglia, te... e non troverò mai quella pace
interiore che tutti desiderano avere, né tantomeno il punto di equilibrio fra
accettazione e autocommiserazione. Sarà una vita triste e difficile, ma questo
l’ho sempre saputo, dal momento in cui la pelle del mio braccio sinistro ha
iniziato a bruciare per la prima volta in un afoso giorno d’estate, lasciando
posto a un’ombra nera sulla mia pelle e sul mio cuore.
Tu invece
sei felice a giudicare dal tuo sorriso radioso, segno che sei riuscita a
superare tutto il dolore che ti ho fatto provare; e
vederti così gioiosa e piena di vita è l’unica cosa che ora riesce a farmi
avvicinare a quel punto di equilibrio, perché te l’ho sempre detto che l’unica
cosa che potesse rendermi contento era vedere te felice.
Certo che sto
cercando ancora adesso un equilibrio che forse non ho
Quello che tu dicevi di esser sicura di averne trovato un po’... con me...
E in quei
momenti di tranquillità che precedevano una battaglia pensavo a te, a quello
che stavi facendo, a quello che avresti detto se mi avessi visto, mi chiedevo se stavi bene. Ed ho sempre pregato il cielo affinché non ti incontrassi, perché più forte del dolore di doverti
rivedere, era quello di sapere che saresti stata il mio obiettivo da
sconfiggere.
Ma tu non
sei mai diventata un Auror, per uno strano motivo non l’hai voluto. E dire che
non aspettavi altro che poter dimostrare alla tua famiglia e ai tuoi amici
quanto valevi e far capire loro che non eri più la
piccola Ginny che coccolavano e proteggevano, ma una donna forte in grado di
badare a se stessa. Se solo anch’io avessi fatto come
te e non avessi scelto... chissà cosa ne sarebbe stato oggi di me e di te...
Forse chissà come sarebbe stata la
mia vita insieme a te
Me lo sono chiesto spesso sai
Me lo chiedo ancora adesso sai...
Sarebbe
stato come quelle splendide giornate di primavera passate insieme, a leggere un
libro sdraiati sul prato mentre i petali di ciliegio cadevano
su di noi; sarebbe stato come quei pomeriggi di autunno trascorsi a parlare e a
scherzare, e imparare così tanto l’uno dell’altra per evitare di sbagliare;
sarebbe stato come quelle notti d’inverno a coccolarci e a scaldarci sotto il
piumone mentre il giardino si imbiancava; sarebbe stato tutto perfetto e
meraviglioso come le stagioni trascorse assieme.
Quanto vorrei tornare indietro ed evitare di sbagliare di nuovo,
evitare di buttare all’aria tutto quello che avevo costruito con te. Per tutti eravamo un Malfoy e una Weasley, ma tra noi due non c’erano
barriere; eravamo solo due ragazzi che si amavano dimenticandosi del mondo e
dei suoi problemi.
Ricordo
che mi chiedesti “perché hai scelto me?”, ed io ti
risposi che mi ero innamorato dei tuoi occhi, così vivi, espressivi,
luminosi... e che avrei potuto rimanere a fissarli per ore, scoprendoci sempre
qualcosa di nuovo.
E mi torna in
mente quando eri
La ragazza del mio cuore tu
Quella luce che negli occhi avevi
Come vedo
non si è spenta più
Lo farei
ancora se potessi, ma chi mi assicura che tu tornerai
da me? Sicuramente avrai già trovato qualcun altro in grado di consolarti e di
darti quello che io ti ho negato. Ma questo non importa, non
importa che io abbia il cuore colmo di dolore mentre tu hai già dimenticato il
mio nome. Non pretenderò di essere ancora
un’ombra nella tua vita e ti lascerò volare via ancora una volta alla ricerca
della felicità. L’unico mio desidero che vorrei si
realizzasse però, prima di vederti sparire nuovamente, è quello di poter
assaggiare per l’ultima volta il sapore delle tue labbra, tenerti stretta a me
come quella prima volta che ti abbracciai sotto quello che poi diventò il
nostro albero preferito.
Ti vorrei ti vorrei rivivere anche
solo per un attimo
Io vorrei rivivere
quella prima volta io e te...
Mi ero
sbagliato. Mi hai riconosciuto ed ora cammini sicura verso di me. Non hai paura
di confondermi con qualcun altro, non temi questo incontro. Forse anche tu aspettavi
di rivedermi. Ma per dirmi cosa? Che non hai fatto altro che maledirmi dal
giorno in cui me ne sono andato? Che
non mi hai dimenticato? Che vuoi ritornare con me?
Stop! Basta sognare Draco. La verità è che tu sei uscito dalla sua vita
esattamente cinque anni, sette mesi e ventun giorni fa, e che continuerai a
vederla solo nei tuoi sogni.
Ma si’... sei bella ancora adesso
Si
ferma all’altro capo del tavolo e anche se ho il capo abbassato posso sentire
il suo sguardo magnetico fisso su di me. Non posso guardarla, perché se lo facessi tutti i miei propositi di non avvicinarmi a
lei e di lasciarla andare crollerebbero come un castello di carte. Ma si sa...
l’uomo è debole...
Ora che
posso ammirarla da vicino mi accorgo che è ancora più
bella di come la immaginavo. Sotto il mantello blu notte indossa un maglioncino
azzurro aderente che mette in risalto le forme del suo corpo, mentre la
minigonna nera a pieghe lascia scoperte gran parte delle gambe. È diventata più
alta e sembra molto più sicura di sé rispetto a quando era ragazzina. Forse in
qualche modo è anche merito mio. Almeno il dolore l’ha fatta diventare più
forte e determinata e sicuramente non permetterà più a nessuno di farla
soffrire così. Glielo leggo negli occhi...
- Ciao...
- Ciao.
- Posso
sedermi? – mi chiede scostando già la poltrona dal tavolo senza aspettare una
risposta.
- Certo –
le rispondo mettendomi comodo.
È
determinata, e qualunque cosa voglia dirmi non riuscirò mai a
impedirle di parlare, almeno che non le tappi la bocca con un bacio. Poi si che si arrabbierebbe veramente! Certe abitudini non
cambiano mai...
- È da
tanto che non ti fai più vedere in giro...
- Sono
appena tornato infatti.
- Dove
sei stato?
- Lontano
– rispondo semplicemente. Non sono mai stato molto loquace e il suo
atteggiamento da interrogatorio non fa altro che peggiorare la situazione e
farmi innervosire.
- Pensavo
che saresti tornato già un anno fa...
- In
effetti la mia intenzione era quella, ma c’erano ancora molti Auror in giro ed ho ritenuto fosse più prudente aspettare.
-
Capisco.
Capisco. L’unica cosa che avrebbe potuto dire. Infatti non mi
chiederà mai che cos’ho fatto in tutto questo tempo
perché lo sa benissimo. Ma ciò non esonera me dal chiederlo a lei.
- Tu
cos’hai fatto?
Mi guarda
duramente senza cercare di nascondere tutta la rabbia che prova verso di me, ma
poi i suoi lineamenti si rilassano mentre rilega il passato in un angolo della
sua mente.
- Ho
finito la scuola e poi ho frequentato un corso per
diventare Medimago. Da quando mi sono laureata lavoro al San Mungo.
La
osservo attentamente mentre risponde. Voglio fissare tutto nella mia mente per
poter un giorno ricordare tutto di lei: la sua voce, il suo atteggiamento, i
suoi gesti sempre immutati. E da come
gioca con una ciocca dei capelli capisco che mi sta
nascondendo qualcosa che non mi rivelerà mai. La conosco troppo bene. Forse una
volta l’avrei costretta a guardarmi e a rivelarmi
tutto ciò che la preoccupava, ma ora non ho più diritti su di lei.
Mentre mi parli passi la tua mano fra
i capelli ancora lunghi che hai
Come se
volessi accarezzare piano un pensiero che non confesseresti mai... no mai...
- Pensavo
che volessi diventare un Auror...
- Forse
quello era solo il sogno di una ragazzina
innamorata... Combattere per difendere ciò a cui più si tiene al mondo.
Avevo
ragione. Non è diventata un Auror per colpa mia, per evitare di doverci
incontrare come nemici, quando lei per prima trovava assurdo essere divisi per
forza in due schieramenti.
- E ti
piace il tuo lavoro?
- Si – risponde con una nuova luce negli occhi. – Mi trovo
molto bene e vado d’accordo con i miei colleghi. Non
avrei potuto sperare in meglio anche se a volte è stata dura. Soprattutto
quando c’erano delle emergenze e molti feriti da soccorrere, ma ora la
situazione si è notevolmente tranquillizzata. –
- Sono
contento per te – ammetto sinceramente.
-
Davvero? – mi chiede fissandomi sospettosamente.
- Si. Non
dovrei esserlo?
- Pensavo
che durante il nostro ultimo incontro non ti stesse poi così particolarmente a
cuore la mia felicità! – ribatte sarcastica.
Ecco, lo
sapevo! Adesso mi accuserà di averla sempre e solo
presa in giro e di essermi liberato di lei alla prima occasione. In effetti non
sono stato molto gentile quando l’ho lasciata. Diciamo
pure che sono stato duro con lei e che mi sono allontanato prima che lei
potesse in qualche modo convincermi a restare. L’ho fatto solo per evitare di
tornare indietro ed asciugare con dei baci le lacrime che le scendevano sul
viso.
- Mi
dispiace... – Cos’ho detto! Le parole mi sono uscite
dalla bocca senza che me ne rendessi conto. Certo che sono proprio caduto in basso, e tutto a causa del potere
che lei ha su di me. Anche lei, a giudicare
dalla sua espressione sorpresa, si è accorta che qualcosa non va e che non sono
più lo stesso.
- Cinque
anni fa non l’avresti mai detto... – dice più che
altro a sé stessa abbassando il volto.
- Forse
perché non ce n’è mai stato il bisogno...
Rialza la
testa velocemente e mi fissa con rabbia. –Certo... L’unica cosa di cui c’era il
bisogno era di spezzarmi il cuore così! – mi urla contro.
- L’ho
fatto per te... Se mio padre fosse venuto a conoscenza
della nostra relazione... tu... – e qui indugio. Non pensavo che mi fosse
costato tanto dirle queste parole.
- Io
cosa? – mi chiede con un tono di sfida.
- Tu
probabilmente non avresti mai potuto diventare una Medimago – concludo velocemente prima di rimangiarmi tutto.
Mi fissa
con tristezza. Non sembra sorpresa dalle mie parole. – Lo so-
Sono solo
io quello sorpreso.
- Sapevo
a cosa andavo incontro stando con te, ma non me ne fregava
assolutamente nulla né di tuo padre né di quello che avrebbero detto i miei. Mi
bastava stare assieme a te, ma evidentemente quella volta
è stato il legame con la tua famiglia a prevalere su quello fra me e la mia.
È rimpianto
quello che leggo nei suoi occhi. Lo stesso che lei potrebbe leggere
nei miei. Ma evidentemente non so ancora tutto, perché ora mi guarda
silenziosamente, come se aspettasse una precisa
domanda da me. Ma dato che non mi faccio avanti decide di stupirmi ancora.
Forse chissà sarebbe andata poi diversamente anche per te
Tutto questo chi può dirlo ormai
Tutto il resto è troppo tardi ormai...
- In
primavera mi sposo – mi dice semplicemente.
La fisso
sbalordito. Non avrei mai pensato che fosse questo il
motivo per cui fosse venuta qui da me, perché il turno dei giri di parole e
delle frasi di circostanza era ormai finito. Attendeva da tanto di vedere
questa mia reazione, perché un leggero sorriso compiaciuto le sorse subito sulle labbra notando la mia espressione. Ed ora si è
vendicata. Sembra quasi che i ruoli si siano scambiati. Lei fredda e arrogante,
e io debole e indifeso. Ma mi riprendo velocemente, fingendo che la notizia non
mi abbia sorpreso più di tanto e deciso a riacquistare fino il fondo il mio
ruolo di Serpeverde di cui andavo orgoglioso quando
andavo a scuola.
- E così
la piccola Ginny si sposa eh... E chi sarebbe lo
sfortunato sposo?
- Dean
Thomas – risponde senza espressione lei.
- Cosa? L’amico dello Sfregiato? Sbaglio o... lui era il tuo
ex prima che ti mettessi con me?
- Vedo
che ricordi bene Malfoy... – risponde
pronunciando il mio nome quasi con disgusto.
Adesso si che mi sembra di esser tornato indietro nel tempo! Io che
la provoco e lei che tira fuori le unghie!
- E come
mai questa scelta se si può sapere? Mi sembrava che ti fossi
stancata di lui già una volta. O è solo una scusa per aver poi il motivo
di tornare da me? – chiedo maliziosamente.
- Lui non
è più lo stupido ragazzo di una volta – mi dice decisa
a ignorare le mie provocazioni. – È maturato e mi ha dimostrato che mi vuole
veramente bene, e anch’io gliene voglio. Sono felice con lui. Senza contare che
lui mi è stato accanto quando pian piano la mia famiglia veniva fatta a pezzi!
– conclude sfidandomi a trovare una risposta pungente
alla sua affermazione.
Se non
sbaglio suo padre e la maggior parte dei suoi fratelli non erano
sopravvissuti alla guerra. Solo lei, sua madre, il fratello che si occupava di
draghi e quello che aveva lasciato la famiglia per lavorare al Ministero si
erano salvati. Almeno lei aveva ancora qualcuno...
- E mi immagino già come ti è stato accanto quello lì...
- Basta!
– sbotta mentre si alza in piedi decisa ad andarsene. – Questo è veramente
troppo Malfoy! Ricordati che sei stato tu! – mi punta il dito contro – Tu e i
tuoi compagni avete distrutto la mia famiglia e mi
avete portato via i pochi amici che avevo. Mi chiedo che cos’ho
trovato quella volta in te! Evidentemente ho frainteso tutto, perché in realtà
sei sempre stato un maledetto serpeverde che pensava sempre e solo a se stesso!
Sono venuta a parlarti perché pensavo di trovare una
persona diversa e pentita, ma mi sbagliavo! È proprio vero che le cose non
cambiano mai! Addio! –
Si
allontana velocemente, quasi fosse all’improvviso diventato impossibile
respirare qui dentro. La vedo ignorare le due amiche – probabilmente colleghe
di lavoro – che le chiedono cosa le succede, e
sbattere furiosa la porta del locale, scomparendo per sempre alla mia vista.
E mi torna in
mente quando eri
La ragazza del mio cuore tu
Quella luce che negli occhi avevi
Come vedo
non si è spenta più
Ti vorrei ti
vorrei rivivere
Anche solo per un attimo
Io vorrei rivivere
Quella prima volta io e te...
Ti ho persa, ti ho persa definitivamente questa volta. Tu sposerai
un uomo che non corrisponderà al nome di Draco Malfoy e potrai
avere quella famiglia che anch’io ho sempre desiderato. Non ti ho neanche chiesto se lo ami, ma del resto non voglio
neanche saperlo. Voglio continuare a credere che per te sono stato comunque qualcosa di speciale, che porterai sempre nel tuo
cuore i ricordi che abbiamo condiviso. Forse non è stato un
male il fatto che ti abbia trattato male anche questa volta. Non avrei
mai potuto rovinare il tuo matrimonio, anche se questo è con un uomo che non
sopporto.
Tu hai
saputo ricostruire la tua vita trovando la felicità di cui avevi
bisogno, e sei riuscita a lasciarti il passato alle spalle. Io non so se ce la farò, perché per me sei stata l’unica stella in grado
di illuminare la mia vita...
E mi torna in
mente in un momento
Tutto il mondo di quei giorni miei
Più ti guardo e
più mi guardo dentro
Uno stormo di ricordi
sei
Ti vorrei ti
vorrei rivivere
Anche solo per un attimo
Io vorrei rivivere
Quella prima volta io e te...
...una
bellissima stella cadente, che dopo esser passata, lascia dietro di sé soltanto
una scia di ricordi e di rimpianti.