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Autore: Elie88    15/06/2005    8 recensioni
Dopo anni dalla fine della scuola, Draco ritorna a Hogsmeade dove l'incontro con una persona importante del suo passato lo costringe a ripensare alle scelte e agli errori della sua vita.
Song-fic sulle note di "Ti vorrei rivivere" di Eros Ramazzotti.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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TI VORREI RIVIVERE

Ciao! Volevo fare una piccola premessa prima di lasciarvi alla lettura della mia prima fanfic.

Mi è venuta l’ispirazione un mattino mentre andavo a scuola e per caso ascoltavo alla radio la canzone “Ti vorrei rivivere” di Eros Ramazzotti, così ho deciso di scrivere una song-fic proprio su questa canzone.

Buona lettura!

 

TI VORREI RIVIVERE

 

È da tanto che non torno più qui, in questo piccolo paese dove ho trascorso sette anni della mia vita fra bevute con i compagni e passeggiate solitarie. Non è cambiato niente; è tutto come nei miei ricordi. Forse l’insegna del bar di Madama Rosmerta è leggermente più scolorita dell’ultima volta in cui l’ho vista, ma il resto, le case, i negozi, perfino la gente che cammina a passo spedito sembrano essere sempre le stesse.

Mi avvio verso l’ultimo luogo in cui sono stato prima di andarmene, e il primo dove ho deciso di recarmi ora che sono ritornato. ‘Ai tre manici di scopa’.

Apro la porta e subito uno scampannelio familiare avverte gli altri clienti del mio arrivo. Voltano la testa verso di me, chi sperando di vedere una persona attesa, chi per semplice curiosità... “o abitudine” aggiungo poi tra me e me: c’è chi non si abituerà mai a questo clima di pace che regna ora e continuerà a portare velocemente la mano alla bacchetta ogni qual volta sembri che la situazione cambi. Sorrido... Dopotutto anch’io sono uno di loro.

Mi dirigo velocemente verso un tavolo appartato senza togliermi il cappuccio, sperando che nessuno si accorga che il mio mantello scolorito e stracciato in realtà è quello di un Mangiamorte. Ex Mangiamorte per essere precisi, dato che questa maledetta guerra che mi ha rovinato la vita è finalmente finita.

 

Un piccolo elfo domestico  con un grembiule azzurro si avvicina titubante a me.

- Desidera ordinare signore?

- Una Burrobirra calda – rispondo lasciandomi cadere sulla comoda poltrona. Sono stanco e debole; forse un alcolico sarebbe stato più indicato per tirarmi su ma in questo momento ciò di cui ho più bisogno è qualcosa di dolce, tanto forte è l’amaro che ho in bocca.

Magicamente un boccale pieno della bevanda che avevo ordinato appare sul tavolo e subito lo afferro portandomelo alla bocca, desideroso di gustare dopo tanto tempo la calda e dolce bibita che ero solito bere da giovane. Mi sembra quasi che riesca a sciogliere un po’ del ghiaccio che ha colpito il mio cuore in questi ultimi cinque anni. Poso il bicchiere sul tavolino in noce che dovrebbe aver su per giù la mia età, ed è a quel punto che la vedo... bella e sorridente come l’avevo vista tante volte.

È seduta con delle amiche ad un tavolo situato nella parte opposta del locale e stringe tra le sue mani esili una tazza di cioccolata. I suoi ricci capelli color del fuoco risplendono alla luce tremolante delle candele sembrando ancor più soffici e luminosi. I suoi occhi verdi riflettono la gioia e la spensieratezza che finalmente ha trovato, dopo aver sofferto per... Hai davvero sofferto per me? Erano vere quelle lacrime e quella disperazione quando ti ho lasciata sola? Si... Erano vere, perché lo so che il tuo era amore.

Forse anche questa volta ho tenuto lo sguardo fisso su di te troppo a lungo e tu te ne sei accorta come succedeva sempre; ma questa volta non posso distoglierlo com’ero solito fare, perché con la tua bellezza e semplicità mi hai nuovamente incantato. E rabbrividisco mentre i tuoi occhi smeraldo si posano dopo tanto tempo sui miei. Non mi hai riconosciuto, nessuno potrebbe. Sono così diverso ora...

 

 

Certo che rivederti ancora adesso un qualche brivido mi dai

Certo che non è più lo stesso e tu puoi non credermi

Ma non ti ho scordata mai... davvero...

 

Un semplice incrocio di sguardi e capisco che nonostante tutto quello che ho fatto e detto per convincerti a lasciarmi andare e allontanarti da me, tu sei sempre stata nel mio cuore. Ed è grazie al tuo sorriso, alla tua voce e al tuo profumo impressi nella mia mente che sono sopravvissuto senza impazzire.

 

Ho ucciso, ho torturato, ho rovinato la vita di centinaia di persone a causa della mia codardia e del mio stupido orgoglio. Ancora adesso mi chiedo perché non ho avuto il coraggio di ribellarmi a mio padre e rivolgermi a Silente. L’orgoglio certo... l’orgoglio di essere un Malfoy e di non chiedere aiuto a nessuno. Ma a farmi scegliere il cammino più oscuro è stata soprattutto la codardia, la compagna che è stata con me fin dalla nascita e che non mi ha più abbandonato, quando davo la colpa agli elfi domestici per i guai che combinavo, quando mi nascondevo dietro il nome di mio padre per avere potere e rispetto a scuola, quando avevo troppa paura di quello che mi sarebbe successo se ti avessi detto che ti amavo.

E adesso, a un anno dalla fine della guerra che ha segnato la mia vita e da cui esco perdente, non posso far altro che tornare alla vita, uscire dal mio nascondiglio e affrontare questo mondo malato ma in via di guarigione contando solo sulle mie forze e, soprattutto, senza poter godere della protezione di qualcuno. Non sarà facile lo so, ma ce la farò, come ce l’ho fatta tutte le innumerevoli volte in cui ho rischiato di morire per mano di qualche Auror troppo intraprendente per sfidarmi. Vivrò sempre con il rimpianto di non aver potuto avere ciò che desideravo: una vita tranquilla, una famiglia, te... e non troverò mai quella pace interiore che tutti desiderano avere, né tantomeno il punto di equilibrio fra accettazione e autocommiserazione. Sarà una vita triste e difficile, ma questo l’ho sempre saputo, dal momento in cui la pelle del mio braccio sinistro ha iniziato a bruciare per la prima volta in un afoso giorno d’estate, lasciando posto a un’ombra nera sulla mia pelle e sul mio cuore.

Tu invece sei felice a giudicare dal tuo sorriso radioso, segno che sei riuscita a superare tutto il dolore che ti ho fatto provare; e vederti così gioiosa e piena di vita è l’unica cosa che ora riesce a farmi avvicinare a quel punto di equilibrio, perché te l’ho sempre detto che l’unica cosa che potesse rendermi contento era vedere te felice.

 

 

Certo che sto cercando ancora adesso un equilibrio che forse non ho

Quello che tu dicevi di esser sicura di averne trovato un po’... con me...

 

 

E in quei momenti di tranquillità che precedevano una battaglia pensavo a te, a quello che stavi facendo, a quello che avresti detto se mi avessi visto, mi chiedevo se stavi bene. Ed ho sempre pregato il cielo affinché non ti incontrassi, perché più forte del dolore di doverti rivedere, era quello di sapere che saresti stata il mio obiettivo da sconfiggere.

Ma tu non sei mai diventata un Auror, per uno strano motivo non l’hai voluto. E dire che non aspettavi altro che poter dimostrare alla tua famiglia e ai tuoi amici quanto valevi e far capire loro che non eri più la piccola Ginny che coccolavano e proteggevano, ma una donna forte in grado di badare a se stessa. Se solo anch’io avessi fatto come te e non avessi scelto... chissà cosa ne sarebbe stato oggi di me e di te...

 

 

Forse chissà come sarebbe stata la mia vita insieme a te

Me lo sono chiesto spesso sai

Me lo chiedo ancora adesso sai...

 

Sarebbe stato come quelle splendide giornate di primavera passate insieme, a leggere un libro sdraiati sul prato mentre i petali di ciliegio cadevano su di noi; sarebbe stato come quei pomeriggi di autunno trascorsi a parlare e a scherzare, e imparare così tanto l’uno dell’altra per evitare di sbagliare; sarebbe stato come quelle notti d’inverno a coccolarci e a scaldarci sotto il piumone mentre il giardino si imbiancava; sarebbe stato tutto perfetto e meraviglioso come le stagioni trascorse assieme.

Quanto vorrei tornare indietro ed evitare di sbagliare di nuovo, evitare di buttare all’aria tutto quello che avevo costruito con te. Per tutti eravamo un Malfoy e una Weasley, ma tra noi due non c’erano barriere; eravamo solo due ragazzi che si amavano dimenticandosi del mondo e dei suoi problemi.

Ricordo che mi chiedesti “perché hai scelto me?”, ed io ti risposi che mi ero innamorato dei tuoi occhi, così vivi, espressivi, luminosi... e che avrei potuto rimanere a fissarli per ore, scoprendoci sempre qualcosa di nuovo.

 

 

E mi torna in mente quando eri

La ragazza del mio cuore tu

Quella luce che negli occhi avevi

Come vedo non si è spenta più

 

 

Lo farei ancora se potessi, ma chi mi assicura che tu tornerai da me? Sicuramente avrai già trovato qualcun altro in grado di consolarti e di darti quello che io ti ho negato. Ma questo non importa, non importa che io abbia il cuore colmo di dolore mentre tu hai già dimenticato il mio nome. Non pretenderò di essere ancora un’ombra nella tua vita e ti lascerò volare via ancora una volta alla ricerca della felicità. L’unico mio desidero che vorrei si realizzasse però, prima di vederti sparire nuovamente, è quello di poter assaggiare per l’ultima volta il sapore delle tue labbra, tenerti stretta a me come quella prima volta che ti abbracciai sotto quello che poi diventò il nostro albero preferito.

 

 

Ti vorrei ti vorrei rivivere anche solo per un attimo

Io vorrei rivivere

quella prima volta io e te...

 

 

Mi ero sbagliato. Mi hai riconosciuto ed ora cammini sicura verso di me. Non hai paura di confondermi con qualcun altro, non temi questo incontro. Forse anche tu aspettavi di rivedermi. Ma per dirmi cosa? Che non hai fatto altro che maledirmi dal giorno in cui me ne sono andato? Che non mi hai dimenticato? Che vuoi ritornare con me? Stop! Basta sognare Draco. La verità è che tu sei uscito dalla sua vita esattamente cinque anni, sette mesi e ventun giorni fa, e che continuerai a vederla solo nei tuoi sogni.

 

 

Ma si’... sei bella ancora adesso

 

 

Si ferma all’altro capo del tavolo e anche se ho il capo abbassato posso sentire il suo sguardo magnetico fisso su di me. Non posso guardarla, perché se lo facessi tutti i miei propositi di non avvicinarmi a lei e di lasciarla andare crollerebbero come un castello di carte. Ma si sa... l’uomo è debole...

Ora che posso ammirarla da vicino mi accorgo che è ancora più bella di come la immaginavo. Sotto il mantello blu notte indossa un maglioncino azzurro aderente che mette in risalto le forme del suo corpo, mentre la minigonna nera a pieghe lascia scoperte gran parte delle gambe. È diventata più alta e sembra molto più sicura di sé rispetto a quando era ragazzina. Forse in qualche modo è anche merito mio. Almeno il dolore l’ha fatta diventare più forte e determinata e sicuramente non permetterà più a nessuno di farla soffrire così. Glielo leggo negli occhi...

- Ciao...

- Ciao.

- Posso sedermi? – mi chiede scostando già la poltrona dal tavolo senza aspettare una risposta.

- Certo – le rispondo mettendomi comodo.

È determinata, e qualunque cosa voglia dirmi non riuscirò mai a impedirle di parlare, almeno che non le tappi la bocca con un bacio. Poi si che si arrabbierebbe veramente! Certe abitudini non cambiano mai...

- È da tanto che non ti fai più vedere in giro...

- Sono appena tornato infatti.

- Dove sei stato?

- Lontano – rispondo semplicemente. Non sono mai stato molto loquace e il suo atteggiamento da interrogatorio non fa altro che peggiorare la situazione e farmi innervosire.

- Pensavo che saresti tornato già un anno fa...

- In effetti la mia intenzione era quella, ma c’erano ancora molti Auror in giro ed ho ritenuto fosse più prudente aspettare.

- Capisco.

Capisco. L’unica cosa che avrebbe potuto dire. Infatti non mi chiederà mai che cos’ho fatto in tutto questo tempo perché lo sa benissimo. Ma ciò non esonera me dal chiederlo a lei.

- Tu cos’hai fatto?

Mi guarda duramente senza cercare di nascondere tutta la rabbia che prova verso di me, ma poi i suoi lineamenti si rilassano mentre rilega il passato in un angolo della sua mente.

- Ho finito la scuola e poi ho frequentato un corso per diventare Medimago. Da quando mi sono laureata lavoro al San Mungo.

La osservo attentamente mentre risponde. Voglio fissare tutto nella mia mente per poter un giorno ricordare tutto di lei: la sua voce, il suo atteggiamento, i suoi gesti  sempre immutati. E da come gioca con una ciocca dei capelli capisco che mi sta nascondendo qualcosa che non mi rivelerà mai. La conosco troppo bene. Forse una volta l’avrei costretta a guardarmi e a rivelarmi tutto ciò che la preoccupava, ma ora non ho più diritti su di lei.

 

 

Mentre mi parli passi la tua mano fra i capelli ancora lunghi che hai

Come se volessi accarezzare piano un pensiero che non confesseresti mai... no mai...

 

 

- Pensavo che volessi diventare un Auror...

- Forse quello era solo il sogno di una ragazzina innamorata... Combattere per difendere ciò a cui più si tiene al mondo.

Avevo ragione. Non è diventata un Auror per colpa mia, per evitare di doverci incontrare come nemici, quando lei per prima trovava assurdo essere divisi per forza in due schieramenti.

- E ti piace il tuo lavoro?

- Si – risponde con una nuova luce negli occhi. – Mi trovo molto bene e vado d’accordo con i miei colleghi. Non avrei potuto sperare in meglio anche se a volte è stata dura. Soprattutto quando c’erano delle emergenze e molti feriti da soccorrere, ma ora la situazione si è notevolmente tranquillizzata. –

- Sono contento per te – ammetto sinceramente.

- Davvero? – mi chiede fissandomi sospettosamente.

- Si. Non dovrei esserlo?

- Pensavo che durante il nostro ultimo incontro non ti stesse poi così particolarmente a cuore la mia felicità! – ribatte sarcastica.

Ecco, lo sapevo! Adesso mi accuserà di averla sempre e solo presa in giro e di essermi liberato di lei alla prima occasione. In effetti non sono stato molto gentile quando l’ho lasciata. Diciamo pure che sono stato duro con lei e che mi sono allontanato prima che lei potesse in qualche modo convincermi a restare. L’ho fatto solo per evitare di tornare indietro ed asciugare con dei baci le lacrime che le scendevano sul viso.

- Mi dispiace... – Cos’ho detto! Le parole mi sono uscite dalla bocca senza che me ne rendessi conto. Certo che sono proprio caduto in basso, e tutto a causa del potere che lei ha su di me. Anche lei, a giudicare dalla sua espressione sorpresa, si è accorta che qualcosa non va e che non sono più lo stesso.

- Cinque anni fa non l’avresti mai detto... – dice più che altro a sé stessa abbassando il volto.

- Forse perché non ce n’è mai stato il bisogno...

Rialza la testa velocemente e mi fissa con rabbia. –Certo... L’unica cosa di cui c’era il bisogno era di spezzarmi il cuore così! – mi urla contro.

- L’ho fatto per te... Se mio padre fosse venuto a conoscenza della nostra relazione... tu... – e qui indugio. Non pensavo che mi fosse costato tanto dirle queste parole.

- Io cosa? – mi chiede con un tono di sfida.

- Tu probabilmente non avresti mai potuto diventare una Medimago – concludo velocemente prima di rimangiarmi tutto.

Mi fissa con tristezza. Non sembra sorpresa dalle mie parole. – Lo so-

Sono solo io quello sorpreso.

- Sapevo a cosa andavo incontro stando con te, ma non me ne fregava assolutamente nulla né di tuo padre né di quello che avrebbero detto i miei. Mi bastava stare assieme a te, ma evidentemente quella volta è stato il legame con la tua famiglia a prevalere su quello fra me e la mia.

È rimpianto quello che leggo nei suoi occhi. Lo stesso che lei potrebbe leggere nei miei. Ma evidentemente non so ancora tutto, perché ora mi guarda silenziosamente, come se aspettasse una precisa domanda da me. Ma dato che non mi faccio avanti decide di stupirmi ancora.

 

 

Forse chissà sarebbe andata  poi diversamente anche per te

Tutto questo chi può dirlo ormai

Tutto il resto è troppo tardi ormai...

 

 

- In primavera mi sposo – mi dice semplicemente.

La fisso sbalordito. Non avrei mai pensato che fosse questo il motivo per cui fosse venuta qui da me, perché il turno dei giri di parole e delle frasi di circostanza era ormai finito. Attendeva da tanto di vedere questa mia reazione, perché un leggero sorriso compiaciuto le sorse subito sulle labbra notando la mia espressione. Ed ora si è vendicata. Sembra quasi che i ruoli si siano scambiati. Lei fredda e arrogante, e io debole e indifeso. Ma mi riprendo velocemente, fingendo che la notizia non mi abbia sorpreso più di tanto e deciso a riacquistare fino il fondo il mio ruolo di Serpeverde di cui andavo orgoglioso quando andavo a scuola.

- E così la piccola Ginny si sposa eh... E chi sarebbe lo sfortunato sposo?

- Dean Thomas – risponde senza espressione lei.

- Cosa? L’amico dello Sfregiato? Sbaglio o... lui era il tuo ex prima che ti mettessi con me?

- Vedo che ricordi bene Malfoy... – risponde pronunciando il mio nome quasi con disgusto.

Adesso si che mi sembra di esser tornato indietro nel tempo! Io che la provoco e lei che tira fuori le unghie!

- E come mai questa scelta se si può sapere? Mi sembrava che ti fossi stancata di lui già una volta. O è solo una scusa per aver poi il motivo di tornare da me? – chiedo maliziosamente.

- Lui non è più lo stupido ragazzo di una volta – mi dice decisa a ignorare le mie provocazioni. – È maturato e mi ha dimostrato che mi vuole veramente bene, e anch’io gliene voglio. Sono felice con lui. Senza contare che lui mi è stato accanto quando pian piano la mia famiglia veniva fatta a pezzi! – conclude sfidandomi a trovare una risposta pungente alla sua affermazione.

Se non sbaglio suo padre e la maggior parte dei suoi fratelli non erano sopravvissuti alla guerra. Solo lei, sua madre, il fratello che si occupava di draghi e quello che aveva lasciato la famiglia per lavorare al Ministero si erano salvati. Almeno lei aveva ancora qualcuno...

- E mi immagino già come ti è stato accanto quello lì...

- Basta! – sbotta mentre si alza in piedi decisa ad andarsene. – Questo è veramente troppo Malfoy! Ricordati che sei stato tu! – mi punta il dito contro – Tu e i tuoi compagni avete distrutto la mia famiglia e mi avete portato via i pochi amici che avevo. Mi chiedo che cos’ho trovato quella volta in te! Evidentemente ho frainteso tutto, perché in realtà sei sempre stato un maledetto serpeverde che pensava sempre e solo a se stesso! Sono venuta a parlarti perché pensavo di trovare una persona diversa e pentita, ma mi sbagliavo! È proprio vero che le cose non cambiano mai! Addio! –

Si allontana velocemente, quasi fosse all’improvviso diventato impossibile respirare qui dentro. La vedo ignorare le due amiche – probabilmente colleghe di lavoro – che le chiedono cosa le succede, e sbattere furiosa la porta del locale, scomparendo per sempre alla mia vista.

 

 

E mi torna in mente quando eri

La ragazza del mio cuore tu

Quella luce che negli occhi avevi

Come vedo non si è spenta più

Ti vorrei ti vorrei rivivere

Anche solo per un attimo

Io vorrei rivivere

Quella prima volta io e te...

 

 

Ti ho persa, ti ho persa definitivamente questa volta. Tu sposerai un uomo che non corrisponderà al nome di Draco Malfoy e potrai avere quella famiglia che anch’io ho sempre desiderato. Non ti ho neanche chiesto se lo ami, ma del resto non voglio neanche saperlo. Voglio continuare a credere che per te sono stato comunque qualcosa di speciale, che porterai sempre nel tuo cuore i ricordi che abbiamo condiviso. Forse non è stato un male il fatto che ti abbia trattato male anche questa volta. Non avrei mai potuto rovinare il tuo matrimonio, anche se questo è con un uomo che non sopporto.

Tu hai saputo ricostruire la tua vita trovando la felicità di cui avevi bisogno, e sei riuscita a lasciarti il passato alle spalle. Io non so se ce la farò, perché per me sei stata l’unica stella in grado di illuminare la mia vita...

 

 

E mi torna in mente in un momento

Tutto il mondo di quei giorni miei

Più ti guardo e più mi guardo dentro

Uno stormo di ricordi sei

Ti vorrei ti vorrei rivivere

Anche solo per un attimo

Io vorrei rivivere

Quella prima volta io e te...

 

 

...una bellissima stella cadente, che dopo esser passata, lascia dietro di sé soltanto una scia di ricordi e di rimpianti.

 

 

 

 

 

 

 

  
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