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Autore: Princess Kurenai    17/11/2009    2 recensioni
[Cuba/Svizzera] Giacevano su quel letto fatto di stracci, e forse anche di paglia, mentre una leggera e fresca aria primaverile penetrava dall'unica finestra di quella stanza dalle mura vecchie, sporche e prive in alcuni pezzi d'intonaco ma che ancora si reggevano ostinatamente in piedi.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Svizzera/Vash Zwingli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Uno Scorcio Impossibile

Fandom: Axis Power Hetalia

Personaggi/Pairing: Cuba, Svizzera (Vash Zwingli)

Prompt: Uno scorcio impossibile @ Criticombola

Rating: Verde

Conteggio Parole: 794 (Word)

Avvertimenti: Yaoi, OneShot

Note: 1. Scritta per la mia cartella della Criticombola su Criticoni. Tratta da questa immagine.
2. Scritta per via di questo articolo.

 

 

 

{ Uno Scorcio Impossibile ~

 

Giacevano su quel letto fatto di stracci, e forse anche di paglia, mentre una leggera e fresca aria primaverile penetrava dall'unica finestra di quella stanza dalle mura vecchie, sporche e prive in alcuni pezzi d'intonaco ma che ancora si reggevano ostinatamente in piedi.

Non erano grandi oratori, preferivano far valere le mani e le armi per preservare la loro figura autoritaria, ne avevano interesse a esserlo in quel preciso istante nel quale desideravano solo riposarsi e godersi quel breve momento di pace e riposo dopo la passione e la lussuria che li aveva colti.

E quindi nudi, coperti solo da una fine coperta trovava lì sul giaciglio, pensavano distrattamente e senza alcuna preoccupazione a quello che li aveva travolti solo mezz'ora prima. Avevano consumato quasi con rabbia - normale per i loro modi spesso bruschi - ma senza celare un certo desiderio reciproco, quell'unione che stava avvicinando le loro Nazioni sempre di più e, sinceramente, non ne erano pentiti. Anzi, erano particolarmente soddisfatti da quella piacevole mezz'ora di sesso.

Appoggiarsi a qualcun altro, economicamente e commercialmente, non era poi così male se i risultati erano quelli, neanche per due come loro che cercavano sempre di fare affidamento solo sulle proprie forze e, mentre una leggera e bianca nuvoletta di fumo di un sigaro abbandonava le labbra scure e grosse di Cuba, ancora disteso, Svizzera si mise lentamente seduto, restando coperto in vita dalla fine trapunta.

Sentì gli occhi dell'uomo sulla sua schiena, carezzandola con lo sguardo con delicatezza, e, ignorandolo cordialmente, afferrò il suo fucile per fare un po' di manutenzione, il tutto in rigoroso silenzio, spezzato poco dopo proprio dal cubano.

" Mi piace il paesaggio svizzero.", commentò con tono interessato, sbuffando un'altra boccata di opaco fumo.

Vash alzò allora lo sguardo dall'arma e lo posò diritto dinnanzi a sé, sulle verdi colline e la curata cascina che si vedeva attraverso la finestra aperta, nella quale alloggiavano i loro boss con i rispettivi accompagnatori.

" Questo è solo uno scorcio della bellezza della mia terra.", mormorò. Era orgoglioso della sua terra e anche se per difendere la sua neutralità era ricorso più volte alla violenza, non si era mai pentito di quelle sue scelte.

" Il meglio è coperto però.", ribatté Cuba, muovendosi leggermente per spegnere il sigaro sul pavimento già rovinato dal tempo.

Svizzera, non capendo l'affermazione, si voltò verso l'amante e, notando che ancora lo sguardo dell'uomo indugiava sul suo corpo, in risposta, gli puntò contro il fucile.

" Mi basta poco per ucciderti.", lo minacciò deciso. Il cubano, per nulla spaventato, ghignò grattandosi placidamente il petto scuro.

" E rovineresti questo bel pomeriggio con il sangue?", chiese, tirando poi verso di sé la coperta nel tentativo di scoprire il corpo di Vash - il paesaggio svizzero che tanto gli piaceva.

" Non rovinerei solo questo, ma anche il...", il biondo storse il naso, era strano quello che stava per dire - sia per la sua persona che per la situazione - ma era esattamente quello che stava accadendo alle loro due Nazioni. " ... anche il nostro presente e futuro."

" Romántico.", commentò l'altro, scostando la canna del fucile per poter attirare a sé Svizzera: stringendo l'esile corpo dell'amante tra le sue braccia muscolose. " Farò in modo che tutto funzioni.", assicurò, cancellando quel suo sorriso canzonatorio per sostituirlo con un'espressione seria. " Per te. Per me. Per la nostra gente. E soprattutto per noi."

" Mh... ti ammazzo se non funziona.", rispose Vash sempre con voce minacciosa, anche se era ormai chiaramente rilassato. Si trovava bene con Cuba e, anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, e anche lui avrebbe fatto i salti mortali per non distruggere quella loro relazione.

" Ti darò filo da torcere con questi se oserai cercare di farmi fuori.", ribatté baciandosi le nocche del pugno chiuso. " Sono un duro a morire."

" Tsk."

Calmo, Svizzera, posò il capo sul petto di Cuba abbastanza soddisfatto da quella breve discussione e, mentre l'uomo iniziava a carezzargli tranquillamente il capo, passando le dita tra i capelli biondi, lui si godeva quelle attenzioni senza emettere alcun verso d'apprezzamento - doveva mantenere una parvenza di serietà, nonostante tutto.

Socchiuse gli occhi e guardò ancora una volta il muro e la finestra davanti a loro. Era un quadretto strano, uno scorcio quasi impossibile ma, d'altronde, data la loro situazione cosa poteva essere assurdo e cosa no?

E quello che vedeva gli piaceva, tutto. A partire da quel paesaggio, bello e pacifico, tipico della sua terra, fino ad arrivare al muro che ospitava la finestra, che era rovinato ma forte, come la terra del cubano.

Quel muro e quella finestra, alla fin fine, erano loro: così diversi e strani, ma ormai così vicini da non volersi più separare.

 

   
 
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