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Autore: Merewen    15/06/2005    23 recensioni
Sono passati 10anni da quando Harry Potter ha sconfitto Voldemort...ma, nonostante la fama che questo gli ha comportato, si è allontanato da tutti, compreso i suoi due migliori amici...e se qualcuno, durante una notte piovosa, bussasse alla sua porta?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Dlin Dlon >

< Dlin Dlon >

Harry alzò lo sguardo dai fogli della pratica giudiziaria contro Bellatrix Lestrange…

Incredibile, dopo quasi 10anni dalla fine della Guerra contro Voldemort , Harry si trovava ancora a firmare carte di accuse contro i Mangiamorte che si erano consegnati alla Giustizia dopo la caduta del Signore Oscuro.

Harry, ormai un uomo 25enne, stava seduto al tavolo di legno, vicino al camino della sua casa a Londra; si era allontanato dal mondo magico dopo aver sconfitto e ucciso Voldemort poco più che 18enne.

Ormai da 5anni non aveva più notizie dei suoi amici; sapeva solo che Ron lavorava al Ministero ed era fidanzato con una ragazza babbana, mentre di Hermione non sapeva più nulla.

Aveva rinunciato a rispondere alle lettere dell’amica anche dopo che era finalmente uscita dal coma.

Harry si sentiva troppo in colpa; la ragazza, durante la battaglia finale, si era messa fra lui e Voldemort, che l’aveva colpita, facendola perdere i sensi.

Hermione era caduta in coma, che sembrava irreversibile, e invece, con sollievo di tutti, si era ripresa dopo pochi mesi.

A distanza di 7anni, quindi, Harry aveva deciso di rimanere un normale babbano, lavorando qualche volta in segreto per il Ministero della Magia.

Harry si alzò, scompigliandosi i capelli neri corvino, rimasti disordinati come da ragazzo.

Attraversò il salotto, dirigendosi attraverso l’entrata; aprì lentamente la porta.

Davanti a lui si presentò la figura di una giovane donna, poco più bassa di lui, slanciata e armonica nelle forme.

Harry strizzò gli occhi verde smeraldo, come per cercare di riconoscere la donna, ma senza successo.

“Salve…”disse l’uomo “…chi sta cercando?”

Era sera tardi, per cui i lineamenti del volto della ragazza erano nascosti dal buio della notte, però Harry riuscì a percepire una leggera risata amara proveniente da quella figura.

“Harry Potter”iniziò la donna “da quanto tempo…eppure mi sembrava di ricordare un giuramento fatto anni fa in cui tutti e tre avevamo giurato eterna fedeltà alla nostra amicizia…”

Harry si irrigidì; quella voce, più matura di come si ricordava, non le era sconosciuta, e dietro quei lineamenti di donna si potevano ancora riconoscere i caratteri dolci e contemporaneamente decisi di una famosa ragazzina so-tutto-io.

“Hermione?”chiese sbalordito l’uomo.

La donna sorrise “Bè…vedo che ricordarti il mio nome è già un gran passo!”disse ironicamente…”Allora, capo del famoso ex-Trio di Hogwarts, mi fai entrare?”

7anni…

7 lunghissimi anni che non sentiva Hermione , e adesso la ragazza gli stava di fronte, con una strana aria di scherno e freddezza.

Harry, ammutolito, si spostò dalla porta, facendole segno di entrare mentre fuori nella notte di Novembre un fulmine tagliò a metà il cielo.

Automaticamente Hermione entrò, scrutò un po’ in giro e, senza troppi complimenti, si tolse il cappotto rosso e lo appese all’attaccapanni dell’entrata.

Si fermò, guardando negli occhi il suo vecchio amico di scuola.

“Allora…mi faresti strada?”

“S-sì, certo Herm…” disse lui.

“Hermione” lo corresse amaramente e in tono distaccato la donna.

L’uomo si voltò, sconcertato da quella sua freddezza…”Sono Hermione, Harry…”

Senza dare segno di una reazione, Harry le voltò le spalle conducendola in salotto.

Il camino emanava una leggera luce e un piacevole caldo.

Harry fece segno a Hermione di sedersi nel divano rosso posto sotto la finestra dalle tende bianche, mentre, silenziosamente e in imbarazzo, andava al tavolo a riordinare le scartoffie e portare in cucina il bicchiere di Brandy che gli faceva silenziosamente compagnia.

“Vuoi qualcosa da bere…Hermione?”chiese serio Harry, avendo capito che la visita della donna non era esattamente da considerarsi < di cortesia >.

“No, grazie Harry, ti aspetto qui…”disse Hermione, voltando poi lo sguardo verso destra a osservare distratta dei piccoli dipinti.

Harry sospirò, poi andò in cucina, da dove, attraverso lo spiraglio della porta, poteva scorgere Hermione che si era alzata in piedi per osservare meglio un piccolo quadretto.

Hermione era cambiata un sacco dall’ultima volta che l’aveva vista.

La donna era diventata alta e slanciata, con le forme provocanti non troppo vistose e ai punti giusti; quella sera teneva i lunghi capelli sciolti, raccogliendo dietro la nuca pochi ciuffi che le avrebbero altrimenti colpito il viso serio e triste che nascondeva una antica forza e allegria.

Indossava una gonna nera liscia, che le arrivava poco sopra le ginocchia, un maglioncino scollato nero e delle scarpe anch’esse nere a tacco alto; Hermione era molto diversa dalla ragazzina che aveva lasciato molto tempo prima.

Sospirando e mettendosi a posto con un gesto automatico la camicia nera, tornò in sala e richiamò l’attenzione dell’amica tossendo leggermente.

Hermione si voltò, guardando con un misto di accusa e tenerezza quello che una volta era il suo migliore amico, e non solo amico.

“Bene Herm…ione…”iniziò l’uomo sedendosi nel divano…”…che mi racconti di nuovo?”

La donna si girò, alzando le sopracciglia, poi si lasciò sfuggire un’amara risata.

che mi racconti di nuovo?”disse andando a mettersi davanti a Harry…”Bè, se vuoi posso raccontarti in poche parole come è cambiata la mia inutilissima vita in circa 7anni…”

“Sarebbe un buon inizio…”disse amaramente l’uomo abbassando lo sguardo imbarazzato.

Sbalordita, la donna spalancò la bocca, poi iniziò a camminare nervosamente lungo la stanza, iniziando la sua breve e nervosa storia… “Allora, dopo che mi sono ripresa dal coma solo perché i miei genitori mi hanno portato la registrazione della tua voce e di quella di Ron, ho fatto un mese di riabilitazione, poi ho passato il resto del tempo a scriverti chilometriche lettere alle quali non ho mai ricevuto risposta. Poi, mentre cercavo un lavoro al Ministero della Magia, continuavo a ripetermi perché non mi rispondevi, che cosa avevo sbagliato e sognare di vederti improvvisamente apparire alla porta di casa mia. Allora, dopo anni in cui ho visto che la montagna non andava da Maometto, ho deciso che era venuto l’ora che Maometto andasse alla montagna…per cui sono qui…”finì, sedendosi agitata a fianco di Harry che aveva ripreso a guardarla… “…per sentirti dire il perché hai abbandonato me e hai deluso Ron…”

“Non guardarmi con quella faccia severa…”fu l’unica cosa che riuscì a dire l’uomo.

“Non guardarmi con quella faccia severa?!…”gli fece eco Hermione sempre più agitata…”Harry…ti rendi conto?Io ho aspettato per 7anni che ti facessi vivo, tormentandomi senza sapere cosa ti avevo fatto, avevo bisogno di capire, di sapere cosa era successo a quello che credevo il mio migliore amico…”

“Io…avevo bisogno di stare da solo…”disse silenziosamente l’uomo mantenendo lo sguardo basso verso le sue dita che iniziavano a tremare.

La donna si alzò… “…allora in questi 7anni sei stato da solo…”

“sì…non ho fatto altro che continuare a firmare carte su carte e pratiche per l’incarcerazione ad Azkaban dei Mangiamorte e trovarmi un lavoro saltuario…solo da poco sono fisso in una banca…”

“…E non hai mai pensato a me e Ron, vero?”chiese improvvisamente Hermione voltandosi verso l’amico… “non hai pensato al male che ci stavi facendo, al dolore che stavamo passando…”

“Io…” balbettò sincero Harry… “io…credevo non vi importasse più niente di me…”

Hermione come una furia si sedette di fianco a lui, mollandogli uno schiaffone rumoroso.

Harry si voltò improvvisamente, vedendo gli occhi di Hermione rossi e alcune fredde lacrime solcarle il viso…”T-t-tu…”iniziò la donna balbettando per trattenere la rabbia che la stava mano a mano possedendo sempre di più… “…tu credevi che-che a noi non…non importasse nulla di…di te…”

Hermione si alzò, dando le spalle a Harry che imitò l’amica, alzandosi anche lui.

“SEI UNO STUPIDO HARRY!”urlò angosciosa Hermione con tutte le sue forze… “HARRY, SEI UNO STUPIDO EGOISTA!COME HAI FATTO SOLO A…A PENSARE CHE NON TI VOLESSIMO PIU’ VEDERE!TE NE SEI ANDATO QUANDO DI PIU’ RON AVEVA BISOGNO DI TE, DOPO CHE BILL, FRED, GEORGE E CHARLIE ERANO MORTI IN BATTAGLIA…HAI ABBANDONATO ME…ERI L’UNICO CHE MI ERA RIMASTO A PARTE I MIEI GENITORI…MA LORO, PER QUANTO VOLESSERO, NON CAPIVANO QUELLO CHE AVEVO PASSATO…IO AVEVO BISOGNO DI TE HARRY!IO HO BISOGNO DI TE!”

“STAI ZITTA HERM!”urlò di rimando Harry… “Sette anni che non ci vediamo…ok, puoi essere arrabbiata quanto vuoi, però non venire a insultarmi e a darmi dell’egoista a casa mia, ok?Tu non sai cosa ho passato in questi anni…il rimorso per quello che ti è successo, per il sacrificio delle vite dei Weasley e di tutti gli altri…NON LO SAI HERMIONE GRANGER!”

“Io…io so solo che aveva un maledetto bisogno di te…e tu non c’eri…”disse più calma Hermione sempre piangendo.

Un pesante silenzio piombò in quella stanza: Hermione era in piedi di fronte a Harry, che la guardava con un misto di rabbia e malinconia.

Voleva abbracciarla, dirle quanto le era mancata e quanto era felice di rivederla, riaverla con se, ma d’altra parte non riusciva a esprimere liberamente i suoi sentimenti.

“Cosa sono venuta a fare qui…”disse Hermione asciugandosi gli occhi e passandosi una mano sulle guance per far andare via il mascara che le era colato sulle candide guance… “non sarei mai dovuta venire…avrei dovuto lasciare tutto così come era…”

“No…no Herm”continuò Harry fissandola negli occhi teneramente … “io credo di aver avuto bisogno di vederti…”

Hermione alzò lo sguardo, stupita: “Ma non puoi sempre aspettare che gli altri vengano da te a mostrare apertamente i loro sentimenti…io non so niente di te ormai Harry…io non conosco più niente di te, di come sei cambiato, di come sei adesso…”

“Io sono sempre lo stesso…”cercò di affermare con sicurezza l’uomo.

La donna sorrise amaramente; si avvicinò a Harry, poi con la mano disegnò dolcemente i tratti dell’amico, i contorni del viso, la fronte, la cicatrice, il naso, le labbra, il mento.

Lasciò cadere penzoloni la mano… “No Harry, non sei quello di una volta….sei come annebbiato…sei triste e arrabbiato…ma ormai io non posso fare più niente, temo…”

Hermione si diresse verso l’uscita, andando a prendere il suo cappotto.

“Dove vai…”chiese Harry seguendola.

“Me ne vado….sparisco dalla tua vita per altri 7anni”disse ironicamente mentre si allacciava il cappotto… “O magari, me ne andrò per sempre…” finì, sottolineando la parola < per sempre >.

Harry si incupì.

“Lascio a te la scelta, Harry…se vuoi, fermami ora, o credo che passeranno molti anni prima che potrai vedermi ancora…”

La donna stava ferma davanti a lui, aspettando che Harry dicesse qualcosa.

Lui voleva dirle tante cose…troppe.

Delle sue paure, delle sue angosce e del suo timore di perderla di nuovo non solo come amica.

Ma non disse nulla; stette semplicemente rigido senza muovere un muscolo.

Hermione sorrise, lasciando che un’altra lacrima scorresse sul suo viso.

Prima di andarsene, si avvicinò lentamente a Harry, bisbigliandogli all’orecchio… “ora che hai fatto la tua scelta, ti rivelerò la scelta che ho fatto io quasi 10anni fa…la mia scelta è quella di amarti Harry, nonostante tutto…so di non essere ricambiata, ma questo è il mio destino, il destino che la razionale e fredda Hermione Jane Granger ha scelto con l’irrazionalità e la stoltezza del suo cuore malato d’amore per il suo migliore amico…la scelta che mi ha portato 7anni fa a interpormi fra te e Voldemort…la scelta per cui sono stata disposta anche a morire…”

Si allontanò lentamente dall’uomo, ancora più irrigidito e stupito di prima che la guardava con gli occhi spalancati e tristi.

Hermione sorrise.. “Addio Harry…è stato un piacere”

Aprì la porta che dava all’esterno: il violento temporale stava allagando la città.

Come senza accorgersene, Hermione attraversò l’uscio.

Scese le scale, trovandosi nel bel mezzo della fredda e dura pioggia.

Senza voltarsi indietro, prese a camminare sotto la pioggia, sola, andando avanti a testa alta, fino a che non scomparve dietro l’angolo della strada.

Harry rientrò in casa…

Accidenti!Ancora una volta quella bellissima, unica e insopportabile so-tutto-io gli aveva sconvolto la vita.

Lei era lì per lui, c’era sempre stata.

E lui voleva essere lì per lei, come aveva sempre desiderato esserci.

Avrebbe voluto farsi perdonare di averla ignorata e trattata freddamente, ma ormai se ne era andata.

Questa volta definitivamente Hermione Jane Granger, la sua anima gemella, era scomparsa dalla sua vita.

Come poteva permetterlo…

 

Preso da un impeto di rabbia verso se stesso, diede un violento calcio alla sedia, poi aprì sbattendo la porta, e uscì di casa.

Si mise a correre finchè non svoltò l’angolo; si fermò, cercando di distinguere sotto quella fitta e rumorosa pioggia il dolce sole della sua Hermione.

Non la vedeva, non riusciva a vedere nessuno.

“HERMIONE!”iniziò a gridare preso da un forte impulso.

Urlò il nome della donna due, tre volte, a squarciagola, fino a quando, come un debole eco, sentì dire il suo nome…”HARRY!”

Finalmente la vide; era in lontananza, davanti a lui, completamente bagnata e con il suo cappotto rosso che l’avrebbe potuta distinguere fra mille altre.

Dopo tanto, tanto tempo, Harry sorrise.

Iniziò a correre verso di lei, deciso ad agguantarla, abbracciarla, stringerla forte per non farla più andare via, per non farla fuggire nuovamente da lui, per poter avere solo per se quel grandissimo tesoro di nome Hermione.

La donna, vedendo Harry correrle incontro, era rimasta impalata, portandosi le mani davanti al viso, emozionata e tesa come non mai.

L’uomo arrivò davanti a lei, fermandosi bruscamente.

Tutti e due erano completamente bagnati: la camicia di lui completamente appiccicata al corpo, i capelli di lei spettinati e appiccicati al morbido viso.

“Herm…”iniziò a dire con la voce rotta dall’emozione…”io…IO NON VOGLIO PERDERTI, ACCIDENTI!”

Hermione era rimasta immobile in quella posizione, cosa che non aiutava per niente Harry, ma ormai era deciso ad andare fino in fondo.

“Herm…io ho bisogno di te…non riesco a vivere, non riesco a respirare…Credimi, non mi sono mai…MAI scordato di te…e come avrei potuto…”le sue mani iniziarono a sfiorare quelle dell’amica

“I miei sensi di colpa erano troppi…troppi erano morti a causa mia…l’elenco è così lungo…anche i Weasley sono morti per me, per questa dannatissima guerra…anche tu hai rischiato di morire…E QUESTO PER PROTEGGERE ME!ME! SOLO PER CAUSA MIA TU HAI RISCHIATO DI MORIRE, PER DIFENDEMI…STAVO IMPAZZENDO SAPENDO CHE NON TI SARSTI PIU’ RIPRESA, IL MIO MONDO E’ CROLLATO!Ma poi, sapendo che stavi meglio, non potevo fare l’egoista, non potevo riaverti al mio fianco…saresti stata in pericolo…io…non volevo rischiare di perderti un’altra volta Herm…”

Hermione a questo punto tolse le mani dal viso bagnato di pioggia e lacrime, e si strinse a Harry, circondandogli la schiena con le sottili braccia e nascondendo il viso nel petto di quello che era diventato un uomo.

Harry la strinse forte a sé, sentendola tremare di freddo e scossa da singhiozzi; allora appoggiò una mano fra i capelli dell’amica, appoggiando il mento sulla sua testa.

Poi Harry la allontanò da sé, prese il viso della donna fra le mani e sussurrò… “Herm…ti prego salvami…non sono più niente ora…solo tu puoi salvarmi, farmi diventare quello di una volta…e io voglio tornare come prima, voglio diventare migliore…ma ho bisogno di te…ho un maledetto bisogno del mio angelo…”

Ormai né Hermione né Harry riuscivano più a trattenere quei loro sentimenti mai svelati, che si riversarono in quegli sguardi appassionati.

Hermione buttò le braccia al collo di Harry e, passandogli una mano fra i capelli corvini infradiciati, iniziò a baciarlo con passione; Harry ricambiò con la stessa intensità mentre le sue mani percorrevano la schiena dell’amica, stringendola a sé.

In quel bacio c’era la passione e l’intensità di parole mai dette, lacrime e emozioni mai lasciate libere.

Dopo alcuni minuti, le mani di Hermione arrivarono al viso di Harry, facendo scostare i due visi; i due si guardarono intensamente mentre entrambi riprendevano il respiro, poi risero felici.

Harry passò le mani sulle braccia di Hermione, come per riscaldarla… “Non hai freddo Herm?”

La donna annuì maliziosa.

L’uomo allora la prese per mano, e così iniziarono a correre verso la casa di Harry, per mettersi al riparo.

Appena entrati, chiusero la porta; Hermione si tolse velocemente il cappotto buttandolo in un angolo e, ripreso il viso dell’amico, ricominciò a baciarlo, ricambiata, con la stessa passione di prima.

Questa volta Harry fu più impetuoso: fece appoggiare Hermione al portone di legno, passando prima a mordicchiarle le labbra e poi a baciarle il collo freddo, tenendo ferme le sue deboli braccia con le sue mani possenti.

Hermione era scossa da brividi in tutto il corpo: iniziò a scivolare con la schiena lungo il portone, fino a trovarsi seduta a terra e Harry addosso che continuava a farla soffrire baciandole il collo.

Entrambi erano consapevoli che ormai niente poteva più fermarli: i loro corpi erano attraversati da brividi mai provati che stavano per scoppiare nel loro corpo e nelle loro anime.

Harry tornò a baciare scherzosamente le labbra dell’amica, che nel frattempo sorridendo divertita e nervosa aveva iniziato a sbottonare la camicia fradicia dell’amico, togliendogliela e lanciandola nello stesso angolo dove stava il suo cappotto.

Le mani della donna stavano esplorando il possente petto dell’amico, che nel frattempo non aveva smesso di baciarla con estrema passionalità.

L’uomo tornò a baciarle il collo e iniziò a sbottonarle lentamente il maglioncino abbottonato sul davanti.

“A-A…aspetta…”disse Hermione a un certo punto, scostandosi a fatica dall’impeto dell’amico… “Harry…dai…Dai! Ti prego, aspetta una secondo…”

Supplicato in questo modo, ansimando vistosamente, Harry si staccò dall’amica, che si alzò in piedi con il maglioncino sbottonato, la gonna stropicciata e le calze ormai già tolte.

“Che…che c’è?Cosa ho-ho fatto…”chiese Harry cercando di riprendersi e connettere il cervello con ciò che diceva.

“Mi ami?”chiese di botto Hermione.

Harry la guardò strano: era bellissima in quel momento.

Fredde goccioline d’acqua le attraversavano tutto il corpo, e lo sguardo dolce e contemporaneamente appassionato con cui lo guardava avrebbe fatto cedere  chiunque.

“C-Come?”chiese Harry.

Hermione rise, divertita nel vedere l’amico ridotto in quelle condizioni… “Ho detto…mi ami, Harry James Potter?”

Harry allargò sbalordito le braccia, mostrando il suo corpo cosparso anch’esso di piccole goccioline di acqua, il che lo rendeva ancora più bello a parere di Hermione.

“Hermione…ma cosa…O SANTISSIMO!Certo che ti amo!Ti amo in un modo indescrivibile a parole…ti amo più della mia vita…ti amo tantissimo, ti amo immensamente, ti…ti amo come il cielo ama la terra…”a queste parole si fermò bruscamente… “…e questa dove l’ho letta?”

Hermione rise della sua spontaneità… “…probabilmente in qualche frase fatta di qualche poeta babbano?”

“Si probabile…”disse riflettendo l’uomo mentre si passava una mano fra i capelli bagnati… “OH MA CHE IMPORTA!Herm…che ti importa sapere come ti amo…sappi solo che ti amo nel senso più pieno della parola, come un uomo ama la prima persona di cui si è veramente innamorato, dando a lei tutto ciò che è possibile dargli, desiderando con tutto se stesso di dargli sempre di più, di stargli accanto nell’eternità….”poi aggiunse in un soffio… “….senza farla soffrire…”

A quelle parole, Hermione sorrise delicatamente; iniziò ad avvicinarsi sempre di più all’amico, che stava questa volta fermo.

Arrivò vicino al viso di Harry, fissandolo nel profondo verde smeraldo di quegli occhi che avevano visto tante amarezze.

Gli tolse delicatamente gli occhiali, appoggiandoli nella mensola dell’entrata, poi Hermione iniziò a ripercorrere i contorni dell’amico, facendo lentamente scorrere il dito sul viso, per poi arrivare alle possenti spalle e continuare sempre più verso il basso, sorridendo maliziosa.

Harry era ipnotizzato da quegli occhi color cioccolato, finalmente birichini e allegri come una volta; poi la donna, mentre il suo dito continuava a scivolare verso il basso, si alzò in punta di piedi, iniziando a baciare prima la fronte e la cicatrice, poi le palpebre, le guance, la punta del naso, per soffermarsi a pochi millimetri dalle invitanti labbra, ma saltandole per passare al mento.

“He…Herm…”iniziò a bisbigliare Harry sentendo l’emozione di quei teneri e provocanti baci dell’amica e la mano che scivolava sempre più in basso.

“Herm…ti avverto che se continui così non…non risponderò più delle mie…mie azioni…”la avvertì Harry.

Hermione rise, poi fermò il viso all’altezza degli occhi di Harry, mentre il dito era arrivato all’ombelico, e continuava a scendere fino ad arrivare all’orlo dei jeans.

Proprio mentre il delicato indice della ragazza stava percorrendo lentamente il contorno dei pantaloni, Harry, eccitato da quel provocante giochino, le bloccò la mano, spingendola nuovamente verso la porta e facendo aderire i due corpi.

Hermione continuava a ridere soddisfatta e eccitata al contempo, quando Harry le bisbigliò all’orecchio… “Amore, io ti avevo avvertita…”

Poi, fissandola prima nei dolci e accesi occhi color cioccolato, riprese a baciarla appassionatamente, percorrendo con le mani tutto il corpo della donna, facendola tremare di passione.

Poi la prese in braccio, e, con Hermione che aveva agganciato le gambe ai fianchi di Harry, si diressero in camera da letto, chiudendo la porta, finalmente felici.

 

 

***************

 

Dalle finestre entravano leggeri i raggi del sole a sfiorare i corpi di un uomo e una donna, nudi, nel grande letto della camera di Harry.

Harry aprì gli occhi lentamente, come non volersi svegliare da quel bellissimo sogno.

Si voltò verso sinistra.

Sorrise.

Hermione dormiva beatamente abbracciata forte a lui, sorridendo.

Il braccio sinistro di Harry passava da sotto la testa della donna, e la mano era appoggiata sulla schiena nuda dell’amica, come per attirarla ancora più verso sé.

Hermione teneva la gamba sinistra di traverso a quelle di Harry, e stava rincantucciata vicinissima a lui, tenendo una mano vicino al suo corpo e l’altra sul petto di Harry.

Harry sentì Hermione tremare e la sua pelle scossa da brividi di freddo; allora prese l’angolo del lenzuolo e lo tirò sopra i loro corpi.

La donna si mosse leggermente, ma non si svegliò.

Harry iniziò dolcemente a giocare con una ciocca di quei lunghi e profumatissimi capelli boccolosi che ricadeva sul viso del suo angelo, ripensando alle emozioni di quella notte.

Lei, arrivata come un uragano, gli aveva sconvolto la vita, riordinando i pezzi mancanti.

Girò la testa a destra, agguantò gli eterni occhiali cerchiati, e guardò la sveglia: 10.15.

A quell’ora sarebbe dovuto essere a lavoro da un ora e un quarto.

Sospirò, e con suo immenso dispiacere, iniziò a svegliare dolcemente Hermione.

Le scoccò un dolce bacio sulla fronte; lei mugugnò qualcosa.

Harry sorrise, allora si mise a soffiarle nell’orecchio; Hermione, disturbata, si girò dall’altra parte bruscamente, portandosi il lenzuolo fino al collo e lasciando Harry senza copertura.

Allora l’uomo, dolcemente sconfitto, si alzò e andò a farsi una doccia, attendendo pazientemente che la sua bella addormentata si svegliasse.

 

******************

 

 

“Buongiorno bambina capricciosa”

Hermione aveva appena aperto gli occhi.

Sentendosi dare il buongiorno dalla stessa voce che la notte prima gli aveva rivelato il suo amore in modo così…convincente…la donna sorrise, e si mise a sedere sul letto, tenendo il lenzuolo a barriera per proteggersi dalle occhiate maliziose di Harry.

“Buongiorno…”disse sbadigliando… “…Come mai sei vestito?”gli chiese, vedendolo indossare giacca e cravatta.

“Amore, non posso stare sempre a letto con te a giocare…” rispose malizioso Harry.

Hermione arrossì… “Scemo!”disse, lanciandogli malamente il cuscino dove l’amico aveva dormito fino ad alcuni minuti fa.

Harry non dovette neanche impegnarsi a schivare il lancio tanto era sbagliata la traiettoria, così, sorridendo, si avvicinò al bordo del letto dalla parte di Hermione, sedendosi e donandogli un lungo e dolce bacio.

“Ascolta Herm…io sono in ritardo di quasi due ore al lavoro…per cui pensavo di andare a fare un salto dal capo, lavorare fino a mezzogiorno e poi prendermi il resto della giornata libera…”

“…ok…”disse Hermione, sorridendo felicemente.

Harry ricambiò il sorriso, poi le prese il mento fra le mani e la guardò seriamente fisso negli occhi… “Non è che quando torno, tu sparisci come un sogno?”

Hermione lo guardò incantata, poi sorrise e disse: “Potter, i miei vestiti sono completamente inzuppati…dove credi che possa andare nuda come mamma mi ha fatto?”

Harry rise, appoggiando la fronte a quella di lei.

“Scherzi a parte Herm…tu ci sei, vero?”

“Harry,sono tornata dopo 7anni…giuro che adesso non me ne andrò più…a meno che il padrone di casa non mi sfratti…”rispose dolcemente lei.

Harry sorrise tranquillo, poi la baciò a lungo con estrema dolcezza, sfiorandole dolcemente i capelli che ancora profumavano di pioggia.

Quando smise di baciarla, appoggiò la sua fronte su quella di lei, guardandola fissa negli occhi; sorrise, pensando che Hermione assomigliava veramente ad un angelo caduto dal cielo solo per salvarlo.

“Avanti, infilati qualcosa di mio, altrimenti ti ammali… “disse l’uomo dolcemente alzandosi dal bordo del letto, non senza averle regalato un dolce bacio sulla fronte… “ci vediamo dopo…sai, dobbiamo ricominciare a parlare di tante cose…”

Sempre seduta sul letto, Hermione rispose… “sì Harry, abbiamo molte cose da dirci…”

Sì…nonostante tutto quel tempo, erano di nuovo insieme.

 

 

***************

 

CON TUTTA LA PIOGGIA CHE CADE IN QUESTI GIORNI, NON HO RESISTITO A SCRIVERE UNA ONE-SHOT SULLA MIA COPPIA PREFERITA, ASPETTANDO DI CONTINUARE IL 15° CAPITOLO DELL’ALTRA MIA STORIA…

SPERO VI SIA PIACIUTO…FORSE I PERSONAGGI SONO UN PO’ OOC, PERO’ SI INCONTRANO DOPO 10 ANNI, PER CUI SONO CAMBIATI MOLTO…

ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI, E INTANTO VI PROMETTO CHE CERCHERO’ DI FARE IL PRIMA POSSIBILE A SCRIVERE IL PROSSIMO CAP DI “HARRY POTTER FRA AMICIZIA E AMORE”…

BACIONI

 

J MEREWEN J

 

  
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