Janie.   Il dono di papà.


Janie.
"Janie, vieni da papà."
Janie guardò le ombre di fumo sprigionate dalla sigaretta che teneva tra le sue piccole e laccate mani.
Fece l'ultimo tiro e si avvicinò a suo padre, lentamente, scandendo ogni singolo passo verso la sua morte.
Il silenzio incombeva nella villetta a schiera, come sempre.
La luce della cucina traballava, rendendo quell'orribile atmosfera ancora più cupa.
"Jann?"
"Janie, tesoro, vieni qua."
Un ultimo passo verso le fiamme ardenti che bruciavano nella sua anima.
Un ultimo passo verso quell'ultima volta.                                Se lo era promesso.



A volte Janie aveva sentito parlato di persone rotte dentro, sbagliate in un certo senso.
Non aveva mai capito come si potesse nascere sbagliati dentro, con qualcosa che non andava perfettamente, fino a quel giorno.
L'uomo a cui aveva doveva la vita era la stessa persona grazie a cui non aveva mai potuto vivere.
...
Sbagliata.
Imperfetta.
Morta dentro.
 ...

Ogni volta che il suo papà entrava in lei capiva che non c'era più niente di vivo in lei. 
E se lei era morta a causa sua, perchè lui doveva essere degno di respirare?   Il respiro era qualcosa che lui non si era mai meritato.
La mano di Janie tremò mentre spingeva quel grilletto e lui cadeva a terra, leggero.
Qualche chiazza di sangue le sporcò il viso.
Quell'uomo era morto, ucciso da Janie. Mentre quell'uomo moriva Janie aveva sentito un pò di vita crescerle dentro.


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Questa storia è nata ascoltando "Janie's got a gun" degli Aerosmith, scritta da Steven Tyler.
é stata ispirita da questa bellissima canzone.
Non dico altro. Dice tutto la canzone e la mia oneshot.