Specchi e
Margherite
Sarebbe stato così bello rimanere là, seppure sotto la pioggia, con l'ombrello in mano, e lo sguardo rivolto verso il cielo.
Non si vede nulla amore, ma non mi importa, posso vedere te.
Sarebbe stato bello immaginare, chiudendo gli occhi, forse, o semplicemente volendolo, che lui, accanto a me, fosse tranquillo, calmo.
Sarebbe stato bello, insomma, che qualcosa non si incrinasse.
Tre anni che stiamo insieme, tre anni che lo amo.
È troppo per desiderare che duri ancora?
Sai, Sam, delle volte ci si sente impotenti; si osserva la propria vita da dietro una finestra, come rilegati sulla cima di una torre, la cosa non sarebbe orrenda se, proprio quella finestra, la tua unica fonte di contatto con il mondo, non si spezzasse.
Non si iniziasse a crepare -colpa del caldo? Colpa del freddo?-, fornendoti una visione distorta delle cose, delle tue cose.
È solo il tuo mondo che crolla, e tu soffri così tanto.
Ti ferisci, cercando di risanare il vetro.
Ma lui è più forte, lui è più tagliente, lui è più reale.
Ti trafigge le mani, non le rende nient'altro che sporche di sangue, disperazione.
Mi regali una margherita, è così bianca, Sam, che potrei persino pensare che nessuno, prima di me, l'abbia toccata.
«Ti piacciono le margherite, Lee Lee?»
Affondo il viso nel fiore, accanto al suo profumo, lo ispiro, cercando di inebriarmi, cercando di dimenticare il tuo; perché fa male, Sam, fa tanto male.
«Sì, sono bei fiori»
E continua a piovere e continuo a ferirmi, la tua voce è diversa e lo sappiamo.
«Già»
«Ti dicono subito se una persona ti ama o meno» aggiungo, senza alzare lo sguardo da quei petali bianchi, cadevano, uno dopo l'altro.
M'ama.
«Forse dovremmo parlare»
Sono così rumorosi i vetri che si spezzano, infrangendosi sul tuo corpo, lo distruggono, lo fanno sanguinare.
Non posso che stare zitta, Sam, perché, lo sai bene, nonostante le mie grida, io sto zitta, non dico niente di sensato, di utile.
Lo vedi, Sam, lo vedi l'ultimo petalo che cade?
Lo hai sentito il suo rumore? Il tonfo sordo che ha provocato cadendo nella pozzanghera, galleggiando via.
A me sta assordando, Sam.
Non
m'ama.
«Lee Lee, tieni, per te» perché sorride in modo così perfetto? Ridacchia, magari pensa che ora lo insulterò; bhè, sarebbe estremamente più facile.
Afferro il fiore che Jacob mi porge e sorrido, delle volte si resiste anche al freddo che entra dalla finestra.
«Grazie» mormoro, lui mi guarda stranito, scuotendo la testa.
E forse è ancora possibile guarire.
M'ama.
Angolo autrice:
non pubblico mai due storie al giorno, oggi l'ho fatto ò_ò straaaaaaaaaaano. Anche perché la mia long ancora ha un solo commento all'ultimo capitolo ò.ò e dovrei essere stradepressa, sarà che inizio a fregarmene dei commenti? Mi fanno paicere, vorrei vedere XD Però, bhò ... inizio a essere felice delle mie storie da sola, senza che queste siano osannate e blablabl.
Non ha senso questo angolo autrice, ma vabbè.
Adoro la Blackwater, è il nome della ship (L)
Au revoir!
Notizia inutile: troppe notizie inutili nuociono alla salute