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Autore: kannuki    19/11/2009    5 recensioni
"Piaceresti a mio padre con quelle sembianze" lo prese in giro, osservando come si rimarginava la ferita.
"A voi donne non sta mai bene niente" mormorò infastidito "ho avuto uno scrupolo di coscienza con te."
"Ti strapperò un centimetro di pelle per volta, ti lascerò rigenerare e continuerò a farlo per l'eternità, sarai il mio giochino nel doposcuola!" lo afferrò per i capelli e lo voltò al contrario "Meglio della playstation" finì conficcandogli il coltello a serramanico nella nuca. Claire aprì il portabagagli e prese la benzina e l'accendino, cosparse il corpo di liquido e gli diede fuoco. Fu solamente quando vide la lama infilata nella nuca che reagì. La estrasse con uno scatto violento ustionandosi la mano. Sylar tornò in vita sentendo i nervi gridare impazziti dal dolore. Claire lo guardò pensando che "ops, è vero, a lui fa male."
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angela Petrelli, Claire Bennet, Mr. Bennet, Nuovo personaggio, Sylar
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'effetto farfalla'
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Il negozio si apre sulla strada come una bocca nera pronta a fagocitarti. Oltrepasso la striscia della polizia ed entro fiutando odore di fuliggine e legno bruciato. Odore metallico. Infilo le mani in tasca per evitare di sporcarmi e avanzo cauta fra le rovine. E' il primo posto che mi è venuto in mente. Aggiro la parte iniziale, devastata dall'esplosione, e sporgo la testa nel retrobottega trovandolo chino a gettare quello che è andato distrutto in uno scatolone. Mi viene un tuffo al cuore. “Posso darti una mano?”

Fa come ti pare...” non mi ha neanche guardata.

Mi dispiace, è colpa mia...”

Sì è colpa tua” ammette alzando gli occhi su di me. Non riesco a sostenere il suo sguardo. Non è accusatore. Magari fosse così. E'... semplicemente oggettivo. “Ho pensato che un'esplosione potrebbe riportarlo nel suo tempo.”

Bene, fallo.”

Non riesco ad esplodere a comando” gli faccio notare cominciando a darmi da fare “e ho paura di restare bloccata e non riuscire a tornare indietro.” L'ho detto, merito un premio, no?

E' una possibilità” ammette con aria sostenuta.

Perchè sei arrabbiato con me?!” esclamo di punto in bianco “non ho mai giocato con tuoi sentimenti, non sapevo neanche cosa provassi per me fino a ieri!”

Non risponde e continua a lavorare in silenzio. Lo osservo senza riuscire a capire il perché del suo comportamento. Sono quasi tentata di dargli una scrollata ma non so come potrebbe reagire. “Gabriel...” Non mi sta nemmeno ascoltando. Lascio andare tutto e mi rialzo sulle gambe “quando ti sarà passato il momento di codardia, fammi un fischio” mormoro con i muscoli del viso tesi. Torno nella sala principale trovando un uomo fermo sulla soglia. E' sulla sessantina, con un'aria tipicamente inglese - molto Antony Hopkins - e gli occhi azzurri acquosi. Si accorge di me mentre osserva le macerie e fa un sorriso di convenienza. “Mi scusi signorina, cercavo il laboratorio di Mr Gray. Pensavo fosse questo...”

E'... in ristrutturazione. C'è stato un piccolo incidente...”

Vedo. Beh, tornerò. Volevo far riparare la mia vecchia cipolla, va sempre indietro di qualche minuto... oh, è lei Mr Gray?”

E' dietro di me. Bastano un paio di centimetri e arriverò a sfiorarmi. Riesco a percepire il suo odore anche in mezzo a questo schifo. Ho bisogno di un abbraccio e lo capisco quando mi aggira per andare incontro al cliente.

L'uomo indica l'orologio che ha in mano con aria serena “ho saputo che lei è il migliore nel campo. Mi chiedevo...”

Dia pure” mormora allungando la mano “le direi di accomodarsi...”

Resto in piedi, non c'è problema.”

Gabriel la guarda stringendo gli occhi. Chissà cosa vede quando fa così. “Mh...” borbotta sparendo nel retrobottega.

Che devo fare? Andarmene o restare? Per la prima volta, penso che la fuga non sia la soluzione. Ho bisogno di parlare con lui, visto che non posso leggergli nella mente. Osservo l'uomo con un mezzo sorriso, alzo un dito nella sua direzione chiedendogli di aspettarmi. Sono anche curiosa di vederlo all'opera. Lo spio da sopra la spalla restando in silenzio e un po' lontano da lui. Gli ci vuole un minuto e quando si rialza dal tavolo da lavoro e mi guarda, penso che la sua rabbia sia passata. E' colpito dall'oggetto che ha in mano.

E' un vero pezzo da collezione” mormora affascinato “guarda l'iscrizione all'interno, vuol dire...”

Tocco la cassa e mi sento risucchiata da una sensazione terribile. Passaggi di mano, compravendite dell'oggetto... vedo il suo attuale proprietario controllarne l'ora più volte al giorno. Poi vedo Angela seduta ad un tavolo con l'uomo e capisco chi è. Non mi rendo neanche conto di piegarmi sulle gambe, finchè non mi sento afferrare per la vita. Mi guarda interrogativo. “E' Arthur” sussurro con un filo di voce. Ho paura e non voglio farmi sentire.

Resta qui” mi ordina scostandomi dalla porta e mettendomi al sicuro nella stanza. “E obbedisci, per una volta in vita tua.”

Puoi stare certo che non mi muoverò di qui! Annuisco e me metto a sedere. Sento il freddo salire dai piedi e spandersi nelle gambe. Non mi aspettavo che arrivasse così vicino. Ma se c'è lui.. potrebbero anche esserci i suoi scagnozzi! Mi concentro cercando presenze estranee attorno a me, ma percepisco solo Gabriel nell'altra stanza. E Arthur. E' talmente potente che mi oscura la 'vista'. Allora accosto l'orecchio per origliare la conversazione. E intanto penso a come fare per ovviare questo casino fra noi. Se c'è qualcosa di salvabile.

Oh, già guarito?”

L'ha detto lei, sono il migliore.”

Quanto le devo?”

Offre la casa” mormora restando a guardarlo “ora mi scuserà...”

Certo certo” borbotta l'uomo infilando le mani in tasca. Lo osserva in silenzio, poi sorrise “la sua fidanzata è molto graziosa...”

Non odo risposta e non mi aspetto niente di meglio. Lo seguo con lo sguardo finché non esce dal negozio e solo allora crollo con la schiena contro il muro. Ho il batticuore e la sensazione di averla scampata per un pelo.

Come mai hai obbedito?”

Me la stavo facendo addosso” ammetto respirando a pieni polmoni. “Devo parlare con Angela...”

Portale i miei saluti”

Mi sta ignorando un'altra volta. Fisso la sua schiena e sento solo dolore e tristezza. Vorrei scuoterlo per avere una qualsiasi reazione, ma non sopporterei uno scontro fisico ora. Resto in silenzio ed esco dal negozio mordendomi le labbra per non piangere. Me ne andrà mai una giusta?

- - -

Angela non sembrava per niente sorpresa, quando le riferì cosa era successo. La guardò impenetrabile poi fece un mezzo sorriso che nacque stentato e morì all'istante.

Cosa devo fare?” Claire aspettava una risposta a tutte le sue domande “nonna...”

Tesoro...” Angela sospirò stringendo le labbra. Guardò l'altro Sylar nel video e lo indicò “potremmo fare un accordo con Arthur... potremmo..”

Scordatelo” disse all'istante “uno molto intelligente mi ha detto di non fare accordi con i tipacci che mi circondano. Hai venduto Gabriel, non venderai anche lui” sbottò indicando Sylar nel monitor. Alzò la testa verso la porta quando udì bussare delicatamente.

Meredith sgusciò silenziosa nella stanza e osservò le due donne “c'è voluto più del solito per tornare. Quell'idiota non faceva altro che... Claire! Perché l'hai rinchiuso la dentro?”domandò tirando indietro la testa.

La figlia la guardò con aria colpevole “mi serve una mano.”

Venti minuti dopo, Meredith la osservava perplessa. “Devi farlo uscire. Non ha fatto nulla di male e non è giusto tenerlo rinchiuso.”

Ci ho già pensato... ” disse camminando lungo il corridoio che portava alle celle.

Quello che mi hai raccontato è assurdo, ma ho capito perché Gabe ce l'ha con te”

Claire la guardò interrogativa.

Beh, quello che è successo a questo Sylar poteva succedere a lui. Si sente coinvolto emotivamente... è un pezzo di pane quel ragazzo, ha paura di soffrire...”

Fatti sentire” mormorò arrivando di fronte alla cella di Sylar.

Sblocco l'apertura e la cella si apre. Mi guarda inquieto, poi sposta lo sguardo sulla donna dietro di me e sembra che avesse appena visto un fantasma. Vuoi vedere che si facevano i dispetti a scuola, sti due?

Ciao!” esclamò alzando una mano “ io sono...”

Meredith” concluse avvicinandosi a lei “sei la Meredith di questa realtà...” mormorò osservandola da capo a piedi

La donna fece una smorfia comica “in carne, ossa e stivali” ridacchiò aprendosi in un sorriso. “Come sono nella tua realtà?”

Incazzata a morte con me” rispose osservandola attentamente “sei sempre bellissima...”

Meredith lo fissò stupita “mica abbiamo una relazione, tu ed io?”

Avevamo...” sottolineò a bassa voce “m'hai tirato dietro tutti gli oggetti lanciabili che hai trovato sul tuo cammino, quando abbiamo rotto.”

Forse te lo meritavi” sogghignò divertita “cosa hai fatto di tanto terribile per farmi uscire di testa?”

Mi sono portato a letto tua figlia” affermò guardando Claire “l'altra, non questa. Questa non sa nemmeno come si spoglia un uomo.”

Ehi!” sbottò Meredith colpendolo su un braccio “attento a come parli!”

Lascia stare, ce l'ha con me perché l'altra Claire è una squallida stronza che lo rigira su un dito” sentenzio incattivita. “Sei libero di andartene dove ti pare, per quanto me ne frega.”

Mi afferra e per un attimo penso che mi picchierà “tu m'hai fatto finire qui e tu mi riporti a casa!” esclama furioso “non credere di fare danni senza porre rimedio!”

Ci sto pensando, sto cercando una soluzione. Non toccarmi, animale!” grido scagliandolo lontano da me contro il muro del corridoio.

Meredith la guardò e capì che il dolore che provava era ben più profondo di quello che pensava. “Non prendertela con lui, se avete litigato!”

Non abbiamo litigato, ha smesso di parlarmi da un momento all'altro. S'è chiuso a riccio un'altra volta...” singhiozzo con gli occhi lucidi.

Oddio, pure la scena madre!”

Che te ne importa, preoccupati...”

Lei fa la stessa cosa con me” mi rivela sbuffando “facci l'abitudine, perché sarà sempre così”. Sylar si rimise in piedi e Claire lo seguì nei movimenti “sentite, ho una fame che non ci vedo, non si può discutere la posta del cuore fuori di qui?”

- - -

Ma quanto mangia? Lo osservo divorare quantità industriali di cibo cinese con malcelato disgusto. Meredith ci ha abbandonati quando ha fatto due conti e ha scoperto che il suo doppione esce con uno troppo giovane per lei. Siamo soli e la cosa mi mette a disagio. Poi penso che posso fargli tutte le domande che voglio senza orecchie indiscrete a giudicarmi. “Non pensi che ti stia cercando?” domando di punto in bianco.

Non penso proprio” afferma pulendosi la bocca con il tovagliolo “prova i ravioli, sono fantastici!”

No, grazie” borbotto guardandomi attorno “perchè resti con lei se ti tratta in questo modo?”

Tu perché resti con lui?”

Non vale, girare la frittata. “Perchè... ci tengo...”

Ci tengo... si dice così ora?” domanda sarcastico “fatti uscire le esatte parole.”

Perchè lo amo... ”

Brava. E gliel'hai detto?”

Sì...” mormoro a disagio “non ti da fastidio sentire... questo?”

No. E' uno dei tanti modi in cui poteva andare” ammette scoccandomi un'occhiata veloce “in un'altra realtà io potrei essere morto e tu... beh, qualsiasi altra cosa. Anche lesbica.”

Devo ammettere che ha ragione. Infilo in bocca un raviolo e penso che è la cosa più buona che mangio da giorni, poi ricordo che mi nutro da un po' e la depressione sale. “Se un'esplosione ti ha fatto finire qui, un'altra esplosione può rimandarti nel tuo tempo” dico alla svelta fregando un altro raviolo “non pensavo d'aver fame...”

E se ti sbagli e finiamo in un'altra realtà?”

E' una possibilità” borbotto ingoiando un boccone “ho un amico che può darmi una mano.”

E vabbè, proviamo” sbuffa con le mani dietro la testa “dov'è l'altro me?”

Non lo so, non vuole avermi intorno...”

Sì che vuole averti intorno” esclama esausto “togli qualche pezzo dell'abbigliamento e presentati a casa sua... gli passeranno tutte le paturnie!”

Non è come te ed io non sono come quella stronza che frequenti” gli ricordo imbarazzata “ma davvero ti ha fatto la posta fin sotto casa?”

Annuisce con aria soddisfatta e non posso fare a meno di alzare un sopracciglio “che coraggio, io non l'avrei mai fatto...”

Perchè?”

Non ero propriamente attratta dall'uomo che mi ha aperto la testa per rubarmi il potere...”

Cosa ha fatto?!”

Si sporge verso di me e lo guardo con la guancia gonfia di cibo. Sembro un criceto. “Tu non... apri teste per rubare poteri?”

No. Ma che pervertito!” esclama disgustato “mi basta toccare una persona per assorbire il suo potere, ma solo se ne ho voglia.”

Le hai rubato il potere così?”

Rubato è una parola grossa, me l'ha prestato in seguito ad un incidente casalingo. Stavo morendo dissanguato.”

Lo guardo a bocca aperta e il cibo cade dalla forchetta direttamente sul tavolo. Lui prende un pezzo di carta e pulisce, gettando tutto nel piatto vuoto.

Non posso crederci! Ma la storia con Meredith...”

Noi uscivamo insieme, Claire era attratta da me e... non è che dici proprio no ad una...”

Sì si l'hai già detto!” esclamo fermandolo “quindi nel tuo mondo non sei un assassino che se ne va in giro a...”

Ho avuto un'infanzia felice, io, e i miei genitori mi vogliono bene!” afferma scrocchiando la schiena “il tuo uomo sta messo proprio male!”

Sono basita. Di più. Smetto di mangiare e lascio andare la forchetta nel piatto. “M'è passato l'appetito.” Mi alzo afferrando la giacca che ho appeso alla spalliera della sedia e la infilo. Bene, ora saprà per due giorni di frittura cinese. “Andiamo dal mio amico, vediamo di porre rimedio al casino che ho creato...”

Sylar la guardò fare una smorfia e senza pensarci allungò una mano verso di lei “siete molto diverse...” le sfiorò la guancia e per un secondo Claire chiuse gli occhi e lo seguì nella carezza, poi si scostò ricordando che non era Gabriel.

Questo non posso mai farlo con lei” mormora conducendomi fuori.

Perché? Che c'è di male?” domando senza capire “che c'è di male in un uomo che si prende cura di te?”

Ti costringe a rivelare una parte che tieni celata” borbotta passandomi un braccio sulle spalle. D'accordo è più forte di lui. Non ucciderlo. Scivolo via con delicatezza per non offenderlo.

Da che parte?”

Ho parcheggiato laggiù” mormoro indicando una via alle sue spalle. Mi prende per mano e mi tira verso di se. Ha di nuovo quello sguardo, mi sta confondendo con lei. “Non sono Claire, cerca di ricordartelo...” Continua a stringermi e si allontana dalla strada aperta obbligandomi a seguirlo. “Dove..” Mi appoggia al muro e resta addosso a me. Porca. Vacca. “Non sono Claire...” ripeto sentendo le gambe molli. Infila le mani ai lati del viso, sotto i capelli e si abbassa lentamente. Non riesco a resistere, so che non è lui, so che non hanno niente in comune, solo le fattezze ma non riesco... gli vado incontro e per un momento dimentico dove siamo, chi siamo ed esiste solo quel bacio. E' disperato e non ho mai sentito nessuno così bisognoso di amore e affetto. Però... Ma porca miseria! “Fermo!” sbotto staccandomi da lui “non è possibile che in ogni dannatissima realtà, tu sia sempre così dannatamente stronzo!” Lo spingo via, ma è come spostare un macigno. “Solo il mio ragazzo può toccarmi!” Lo fisso inviperita, sta ridendo di me.

Bimba, in un'altra realtà tu ed io trombiamo come ricci tutte le notti” ridacchia osservando le mie reazioni.

In questa realtà no, sei pregato di tirare giù quelle manacce, se non vuoi...” perché mi guarda in quel modo? “Che c'è?!”

Voi non...” muove un dito in aria un po' scettico. “E che cazzo fate quando siete insieme?”

Tesoro, nel mio mondo ho un sacco di problemi da affrontare tutti i giorni!” ribatto sentendo la schiena piegarsi mentre cerco di allontanarmi da lui.

E le notti?”

E' già tanto se riesco a dormire.”

Sylar mi guarda divertito. Anzi di più. Poi comincia a ridere, ma non allenta la stretta. “Ecco perché se la sta facendo sotto...” mormora fra se “ancora non ti ha avuta...”

Coso, tu parli e tocchi troppo per i miei gusti!” sibilo imbarazzata. Provo a scagliarlo via usando la telecinesi e mi accorgo che sta usando la stessa tattica su di me. “Ho molte frecce al mio arco” gli ricordo ingaggiando una battaglia silenziosa “e sono in grado di assorbire i tuoi poteri, se ne ho voglia.”

Anche io” mi ricorda con un sorriso che non mi piace per niente. “E lo sto già facendo.”

Claire lo guardò agghiacciata. Così rischiava di alterare la sua realtà. Oltre che lasciarla scoperta e senza protezione. Sylar aprì la mano e un fuocherello azzurro divampò dal palmo “bellissimo” mormorò affascinato. “Sei una fucina di poteri....”

Dovevo lasciarti marcire in quella cella, invece di provare compassione per te e … e...” il cuore perse un battito e poi un altro, era come se stesse auto risucchiandosi in un buco nero all'interno dello stomaco. “Cosa mi stai facendo?”

Scelgo dal menù...” mormorò socchiudendo gli occhi. “Mh... questo mi manca!”

Claire sentì che le veniva strappata una parte e allentò la presa su di lui.

Ho sempre voluto vedere il futuro” affermò sospirando. La stava spremendo come un tubetto di dentifricio. Gemette per la sensazione spiacevole che provava. Chiuse per un momento gli occhi e quando li riaprì si trovò ad osservare del tessuto da molto vicino. Era svenuta? “Dove mi porti?”

Ho preso i tuoi poteri... pensavo di prendermi anche te.”

Cosa?” domandò con la testa confusa. Aveva assorbito tutti i suoi poteri? Che voleva dire... “dove mi stai portando?”

Un posto mi verrà in mente” rispose posandola sul sedile dell'auto e chiudendo la portiera. “Non ho fretta di tornare nel mio tempo.

Perché non riesco a muovermi? “Cosa mi hai fatto? Non riesco...”

Sei una sega” la prese in giro mettendo in moto il SUV. “Pensa quanto si incazzerà quando lo verrà a sapere...”

Chi... ma che stai dicendo...” Claire provò a muoversi ma restò immobile sul sedile. La testa cominciava a snebbiarsi ma era ancora troppo poco.

Sylar la guardò divertito dopo averle allacciato la cintura “sia mai ci fermi la polizia...” sussurrò scompigliandole i capelli.

Claire lo guardò con le palpebre strette. “Se credi che riuscirai a portarmi a letto, ti sbagli di grosso...”

Non credo. Sono sicuro” affermò sarcastico voltandosi verso di lei. “E' destino che debba prendermi la tua verginità tutte le volte...”

Vaffanculo” sibilò guardandolo negli occhi “hai mentito durante l'interrogatorio, e hai mentito anche prima...”

Come ha detto uno in un film... c'è quello che la gente vuol sentire, c'è quello che la gente vuol credere, c'è tutto il resto e poi c'è la verità” commentò guidando nel traffico “ho raccontato la mia verità e quell'idiota ci ha creduto... mancate di intuizione, voi due. E' quello il problema delle relazioni, rincoglioniscono e non ti fanno ragionare lucidamente.”

Sei cosciente del fatto che non resterà nulla di te, quando lo verrà a sapere” lo minacciò concentrandosi profondamente. Gabriel!

La vedremo...” borbottò alzando le spalle. “Mh... vediamo, sinistra o destra?”

- - -

Gabriel lasciò andare la penna sul foglio e chiuse il libro contabile che aveva davanti. Non è divertente fare i conti dei danni, pensò guardando la parete nuda. E non è bello vedere la tua donna che reagisce in quel modo alle parole di un uomo che ha la tua stessa faccia. Strusciò una mano sul viso innervosito. Nel dubbio, non fare niente. Regola d'oro. Si alzò sbuffando. La sua vita era a pezzi e ci mancava anche...

Claire è con te?”

Girò il collo verso Noah e fece un cenno di diniego. “Angela” disse solamente a bassa voce.

Angela ha detto d'averla lasciata con Meredith. E lei ha detto di averla lasciata con te... o con l'altro te, non ricordo” borbottò guardandosi attorno. “Ti posso mandare una squadra di pulizie, se vuoi..”

Gabriel lo guardò innervosito. Poi un bruttissima sensazione l'aggredì. L'aveva sentita, prima. L'aveva sentita e ignorata, pensando che fosse un modo per attirare la sua attenzione. “E' ancora in cella, quel tipo?”

No” scosse la testa storcendo il naso “pensavo fosse stato rispedito nel suo tempo...”

No” mormorò sentendo la furia salire ma sforzandosi di mantenere la calma. Noah vide un soprammobile andare in mille pezzi e si scostò da lui. “Cosa sta succedendo?!”

Tua figlia frequenta brutta gente” disse solo scostandolo da un lato. “Rischiamo di tirarci addosso tutta la combriccola di Arthur se uso i miei poteri” gli ricordò combattuto. “Ma sti cazzi, dieci o mille non fanno differenza....”

- - -

E la storia dei paradossi temporali? L'hai dimenticata o anche quella è una stronzata?” gli domandò distraendolo dalla guida.

Non è una stronzata” rispose guardandola di sbieco “ma visto che sono intrappolato qui, tanto vale divertirmi un po'.”

E sei non fossi d'accordo?” domandò innervosita “si chiama tentativo di stupro questo!”

Sylar cominciò a sghignazzare divertito “tutto il mondo sa che stiamo insieme... e detto da una che si rigenera e non sente dolore...”

Vaffanculo un'altra volta!” sbottò tremando “se l'altra Claire è una stronza, non prendertela con me!”

Come la fai lunga. Non devo neanche toccarti per farti impazzire” mormorò guardandola di sottecchi. Sorrise e Claire lo guardò impossibilitata a muoversi “niente poteri...” balbettò impaurita “non t'azzardare...”

La macchina si fermò in una piazzola. Sylar sospirò come se fosse immensamente divertito dalla cosa. “Sicura, eh?” mormorò concentrandosi su di lei. Claire sentì il sangue ribollire e andare a fuoco e un piacere incommensurabile pervaderla. Si contrasse su se stessa sentendo un freddo lacerante aggredirle le membra e un calore inteso spandersi dal ventre fino alle gambe risalendo lungo la schiena. Si accasciò nel sedile tremando. Non riusciva a respirare, ne a parlare e si sentiva... inerme, scoperta... e nuda. Poi la tirò a se e non riuscì a ribellarsi. Le alzò la testa e la baciò accarezzandole il seno e stringendolo con forza.

Nel panico, perse il controllo di se stessa e senza volerlo inondò la mente di Gabriel di immagini e sensazioni.

L'ammazzo” mormorò scansionando mentalmente i dintorni per trovarla. La 'vide' e restò senza parole. Provò a teletrasportarsi da lei ma restò fermo dov'era. Ragionò dandosi l'unica spiegazione possibile: era già lì con lei, quindi... “Reggi la vista del sangue? Di tanto sangue?!!” domandò digrignando i denti. Guardò Noah per un istante e pensò che sarebbe morto, in maniera violenta e dolorosa. E sti cazzi del dinosauro, avrebbe sempre potuto farlo secco in un secondo tempo.

- - -

Fermo... non qui....”

Claire premette le mani contro di lui mentre continuava ad intrufolarsi sotto i vestiti. Doveva portarlo in uno spazio aperto, li dentro non aveva vie di fuga. “Dai, è scomodo...”

Ok...” Sylar la lasciò andare e Claire cambiò per un secondo espressione. Non se ne accorse, rimise in moto e la ragazza lo guardò meditando vendetta. Ma restò buona e continuò a pensare e programmare vie di fuga mentre guidava. Presuntuoso bastardo! Se ci aveva creduto, era proprio un idiota, pensò rovistando nella borsa. Era ancora lì. Toccò con i polpastrelli il coltello a serramanico che portava sempre con se, lo lasciò andare ed estrasse un fazzolettino. Aspetta. Non è il momento. Calma e sangue freddo, pensò quando intravide in lontananza un alberghetto sulla strada. Uno di quei posti che odiava per principio e avrebbe raso al suolo. “Fermati qui.” Chissà se lui era a conoscenza del loro punto debole. Chissà se lo aveva, pensò per un brevissimo istante. Scese dall'auto e con uno scatto felino, infilò la mano nella borsa, fece scattare il serramanico e lo ferì al volto.

Sylar la guardò con una smorfia nervosa, toccandosi la guancia. “Non mi piace la violenza fine a se stessa” mormorò strusciando la mano sui vestiti. “Stavamo andando bene...” sospirò costringendola ad inginocchiarsi in terra. Si chiese perchè non si limitasse a usare i suoi poteri, perchè perdesse del tempo e qualche caloria a toccarla, quando era palese che il suo contatto la disgustasse. La lasciò andare di scatto, si accorse del coltello appuntito che aveva in mano e glielo strappò soppesandolo mentalmente. D'improvviso glielo piantò nello sterno e Claire si piegò in due con il fiato mozzo. Non sentiva dolore ma era comunque sgradevole. Raggiunse l'impugnatura e cercò di strapparlo via, ma Sylar glielo impedì. "La differenza fra noi, splendore, è che io non ho paura di portare a termine quello che inizio" le sibilò nell'orecchio trattenendo la lama dentro di lei. "Fa male?" domandò con un ghigno cattivo "vorresti urlare e piangere, vero?"

Claire alzò una mano contro di lui e gliela posò sul torace cercando di allontanarlo mentre con l'altra si sforzava di estrasse il coltello. "Ba-basta" singhiozzò con la gola stretta.

"Ti arrendi?"

La ragazza annuì con poca convinzione "togli... toglilo."

Invece di fare come diceva, la spinse a terra e la fissò, mettendosi a cavalcioni sul suo stomaco "ti sto lasciando giocare perchè mi diverte. Rifallo un'altra volta e il tuo amico troverà le tue membra sparse in tutto lo stato" l'avviso incombendo su di lei "hai capito?"

Di nuovo annuì sentendo un'oppressione al petto. Ma non era un'illusione, le pesava addosso e la schiacciava. "Sei disgustoso!"

"A voi donne non sta mai bene niente" mormorò infastidito "ho avuto uno scrupolo di coscienza con te. Uno! Non ne ho mai avuto uno in tutta la mia vita!"

A quelle parole, Claire arrivò a saturazione. Estrasse il pugnale con uno strappo secco, lo ferì ad una mano e Sylar emise un gemito di dolore. "Ti strapperò un centimetro di pelle per volta, ti lascerò rigenerare e continuerò a farlo per l'eternità!" lo minacciò dandogli una ginocchiata al basso ventre. Cadde a terra e Claire lo colpì al viso con un calcio ben assestato "sarai il mio giochino nel doposcuola!" lo afferrò per i capelli e lo voltò al contrario "Meglio della playstation" finì conficcandogli il coltello a serramanico nella nuca.

Respirando affannosamente, Claire gli sedette sulla schiena e lo guardò. Dopo qualche minuto di meditazione, aprì il portabagagli e prese la benzina e l'accendino. Come un automa privo di sentimenti e animato solo dalla vendetta, cosparse il corpo di liquido e gli diede fuoco. Fu solamente quando vide il coltello a serramanico infilato nella nuca che reagì. Lo prese ustionandosi la mano e lo tolse con uno scatto violento. Sylar tornò in vita sentendo i nervi gridare impazziti dal dolore.

Claire lo guardò pensando che ops, è vero, a lui fa male. Sorrise crudele e lo osservò mentre rotolava su se stesso cercando di spegnere le fiamme. Non provava un briciolo di pena e non aveva alcuna intenzione di aiutarlo. Solo quando fu stanca di sentirlo gridare, lo calciò su un fianco e lo infilzò alla nuca con il ramo di un albero caduto poco distante. Le fiamme continuarono a consumarlo finché non decise che si era vendicata abbastanza. Allora prese dal portabagagli il piccolo estintore che suo padre la costringeva a portare dietro per tutte le evenienze e glielo spruzzò addosso. Non si muoveva più. Ma non era morto, pensò schifata dalla visione che aveva davanti a se. Si fece forza e prese la coperta dell'ultimo picnic con le amiche e gliela avvolse attorno, infilandolo nel portabagagli. Si mise alla guida e tornò in città . E per tutto il tragitto, non versò una sola lacrima.

Mezz'ora dopo, fermò il SUV di fronte il cancello principale dell'Impresa, con un pass speciale che Noah le aveva detto di usare in caso di grave emergenza. L'uomo la guardò e le fece cenno di entrare, telefonando e sollevando la sbarra al tempo stesso. Claire sapeva già chi stava chiamando. Aveva mostrato il pass per ottenere proprio quella telefonata. Parcheggiò l'automobile all'interno del garage trovando una persona particolare ad aspettarla. “Ciao doc” mormorò chiudendo la portiera con forza e aprendo il portabagagli con un gesto veloce “è tutto tuo.”

Mohinder spostò lo sguardo da lei al cadavere e storse il naso alla puzza di bruciato che si levava dalla coperta. Poi intravide il ramo e la guardò sorpreso. “E' Sylar?”

Uno dei tanti” affermò porgendogli le chiavi “lasciatemela pulita, questo porco ha già appestato troppo la mia vita.” Gli diede le spalle e si diresse verso i bagni del pianterreno. Si lavò il viso e le mani e poi si guardò allo specchio. Non si piaceva. Aveva la faccia di una che era andata troppo oltre. Nessun pensiero d'amore era rivolto all'uomo per cui si sarebbe dannata l'anima qualche ora prima. Non c'era più niente, solo odio. L'aveva 'chiamato' e lui non aveva risposto. Tu e il tuo stupido orgoglio, pensò uscendo dal bagno e vagando per gli uffici in cerca di una persona. Era difficile non vederlo, pensò arrivando alle spalle dell'Haitiano. “Ho bisogno che lei faccia una cosa per me” mormorò di fronte la sua occhiata interrogativa. “Deve cancellarmi la memoria.”

L'uomo la guardò in silenzio e Claire attese che prendesse la sua decisione.

Suo padre ne è al corrente?” domandò con voce profonda e cavernosa e lei scosse la testa senza dire una parola. “Non si tratta di fare tabula rasa... deve cancellare solo le cose che le indicherò.”

L'uomo continuò a studiarla e le fece cenno di sedersi. “Deve essere molto precisa.”

Claire si accomodò di fronte a lui, restando con la schiena ben dritta “mi hanno già fatto un casino in testa...” mormorò sentendo che la forza che l'aveva sorretta fino a quel momento cedeva di schianto. “E' in grado di cancellare i sentimenti?”

La sorpresa dell'Haitiano si attestò da un lieve battito delle ciglia. Annuì, incerto. “E' più difficile e doloroso e richiede tempo.”

Perchè?”

E' così e basta. E' proprio sicura di volerlo fare?”

Claire lo guardò fissa per qualche secondo, poi annuì. “Cominci pure.”

- - -

Il cellulare trillò insistentemente mentre Noah guardava la strada tutta uguale che si snodava sotto le ruote. Restò in ascolto per qualche istante, poi alzò una mano verso Gabriel. “Torna indietro, Claire è al sicuro all'interno dell'Impresa.”

E lui dov'è?”

Sul tavolo dell'obitorio con Suresh, mi ha appena chiamato” disse reggendosi mentre sterzava, innestava la retromarcia e tornava indietro. Quella manovra rivelava tutto il suo nervosismo. Cosa sarebbe successo se gli avesse rivelato...

Cosa nascondi?” domandò all'improvviso gettandogli un'occhiata “sono di cattivo umore, non ti conviene giocare con me.”

Claire è andata dall'Haitiano a farsi cancellare la memoria” mormorò aspettandosi una reazione brusca. Gabriel guardò davanti a se col respiro mozzo. Era successo qualcosa di così grave da arrivare... frenò la macchina e scomparve all'istante, lasciando l'uomo da solo. Comparve in un corridoio, spaventando un paio di persone che passavano. Poi la cercò con la mente, dirigendosi verso una stanza e quando spalancò la porta e la vide, si avventò sull'uomo scostandolo bruscamente. L'Haitiano lo fissò per un istante perplesso, poi spostò lo sguardo su Claire.

Cosa è successo?” domandò con voce dura.

Ha chiesto il mio aiuto, per non soffrire più.”

Cosa è successo?” ripeté incattivito “dimmelo o ti ammazzo!”

L'uomo alzò le mani pacifico “ognuno di noi ha una soglia da raggiungere. Oltrepassarla vuol dire trionfare o soccombere” spiegò indicando la ragazza che aveva lo sguardo perso nel vuoto. “Ho visto cosa è successo nelle ultime ore. L'amore e l'odio che provava per te, la stavano distruggendo. Mi ha chiesto di cancellare tutto ciò che lo riguardasse, tutti i momenti che avete passato insieme.”

Gabriel lo fissò senza parole e si allontanò di lui. “Perchè...”

Ho visto un altro come te. Ho visto quell'uomo farle del male e tradire la sua fiducia. La sovrapposizione delle vostre personalità era troppo forte” spiegò lentamente. “Non preoccuparti, ho represso i suoi ricordi invece di cancellarli. Un po' alla volta ricorderà. Ma ora devi pazientare e lasciarle tempo.”

Gabriel lo guardò, poi spostò lo sguardo su Claire. “Non ricorderà neppure chi sono?”

Saprà sempre chi sei...” l'Haitiano attese un istante prima di continuare “ma sarai solo un conoscente.”

Quanto tempo?”

E' una situazione temporanea. Non posso lasciarla sospesa ancora a lungo” disse tornando a sedere di fronte a lei. “Quando si fiderà di nuovo e capirà che non sei un pericolo per lei, ricorderà tutto. L'amore è il sentimento più difficile da cancellare.” Lo guardò e sembrò che sorridesse, anche se non aveva mosso un muscolo.

Quanto tempo...” chiese di nuovo come se non avesse sentito “mesi... anni?”

Dipende da lei. E da te.”

Gabriel si appoggiò pesantemente alla scrivania aspettando. Quando Claire tornò in se e lo guardò, sentì i muscoli tendersi.

Lo studiò perplessa, poi si alzò in piedi stirando la schiena “Come mai sei qui? Hai già finito di sistemare il laboratorio? Vuoi una mano?” domandò con voce cristallina e sguardo limpido. “Mi piace un sacco dipingere i muri.”

No... non ho finito...” mormorò studiandola con attenzione. Lo guardava nello stesso modo in cui avrebbe guardato un amico. “Pensavo di cambiare colore alle pareti.”

Ti sei deciso! Quel giallino smorto era deprimente” sentenziò mettendo la borsa a tracolla. “Andiamo a scegliere la tinta, dai.”


Fine - Volume 1

Ci vediamo presto!


  
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