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Autore: Mea    21/11/2009    1 recensioni
La vita di Draco Malfoy in seguito alle vicende de "I Doni Della Morte", tra paure, incertezze e un mondo che non potrà mai più essere quello di una volta.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I - Ottava volta sul binario. E si spera l'ultima.



- Ti prego, fa' attenzione.- disse semplicemente, guardandomi negli occhi.
- Tranquilla.- Cercai di essere convincente. Non volevo che si preoccupasse. Non più.
- Penso che tua madre sia stata già abbastanza eloquente- furono le uniche parole di mio padre. Ma il modo in cui le pronunciò era completamente diverso dall'atteggiamento che avrebbe assunto anni addietro. Mio padre non era cambiato, era sempre Lucius Malfoy, il volto un po' invecchiato, una reputazione alquanto peggiorata, ma gli stessi sentimenti. Ad essere cambiato, era il modo di esplicitarli, o forse lo stesso fatto di esprimerli. Non che la questione non valesse anche per me.
- Sta' tranquillo- ripetei. Sorrisi leggermente.
- Ricordati di scrivere spesso- disse ancora mia madre mentre la stavo abbracciando. L'abbraccio con mio padre fu più corto e silenzioso. Poi li salutai e mi avviai verso il treno.
Una volta all'interno, percorsi il corridoio di fretta. Cominciavo ad essere nervoso. Non avevo idea di dove fermarmi.
- Draco!-
La vocetta squillante di Pansy Parkinson giunse da uno degli scompartimenti che stavo oltrepassando. Dovetti riconoscere che non era però la vocetta versione squillante adorante. Era di uno squillante preoccupante. Non avevo idea di cosa potesse avere in mente.
Assunsi il volto più rilassato che si potesse immaginare ed entrai con una certa nonchalance.
- Blaise. Theodore. Daphne. Tracey. Millicent...- accompagnai con un leggero movimento della testa il saluto ai miei compagni di casa. Erano riusciti a stiparsi in un unico scompartimento, e io parevo essere il settimo di troppo, dal momento che i posti erano sei.
- Goyle?- chiesi, facendomi spazio accanto a Pansy. Cercai di mostrare una certa rilassatezza nel pronunciare un nome tutt'altro che legato a bei ricordi. Non avevo più avuto notizie di lui, nonostante gli avessi praticamente salvato la vita.
- Ha ritenuto meglio non presentarsi.- disse Blaise. Suonava vagamente come una minaccia. - E tu invece come stai, Draco? Le finanze di famiglia devono essere notevolmente ridotte...-
Il treno stava partendo in quel momento. -Ci stiamo riprendendo- risposi, con un falso sorrisetto dipinto sul volto. Zabini parve comunque compiaciuto dalla risposta. - Be', allora te la passi meglio di Theo...-continuò, lanciando un'occhiata maligna verso il ragazzo seduto vicino alla finestra.
- Da chi stai ora?- gli chiesi. Mi stavo lentamente rendendo conto che, durante l'estate, mi ero isolato del tutto. Non avevo ricevuto nè chiesto notizie di nessuno dei miei vecchi amici, e, francamente, non ne avevo nemmeno sentito il bisogno. Tutto quello che mi serviva era un periodo di pace con la mia famiglia.
- Dal mio prozio Herald- rispose Nott- Ha un castello sull'isola di Anglesey. Ad ogni modo, il Primo Ministro ora ha stabilito regole molto meno severe riguardo ad Azkaban: posso scrivere e ricevere lettere da mio padre...-
Mi resi conto che, se soffriva, non lo mostrava. E, d'altra parte, era la cosa giusta da fare.
- Certo che è strano... Draco, tuo padre quanto deve aver speso per evitarsi Azkaban? - riprese Blaise. Sapevano tutti benissimo che c'era altro dietro la salvezza di mio padre da almeno altri dieci anni di prigione, ma la versione ufficiale era stata "buoni avvocati". Ora Zabini stava semplicemente cercando di mettermi in difficoltà. Doveva godersela da morire in questa sua nuova posizione di principino del gruppo. La Greengrass pareva non riuscire a staccare gli occhi da lui.
- Be', hai dovuto riconoscere anche tu, prima, che abbiamo fatto evaporare buona parte del nostro conto alla Gringott. Ma ne è valsa la pena, giusto?-
Pansy ritenne allora di dover intervenire. Stare zitta non era decisamente qualcosa che le si addiceva. -Avrete passato un'estate difficile...- Notai nuovamente che non vi era nulla di compassionevole, nè tanto meno di sincero interesse nella sua voce. Si trattava piuttosto di una sorta di esame.
Assunsi l'aria più rilassata che potei e dissi semplicemente. -E' passato anche quello...-
- Tutta colpa di questi bastardi che ora ci governano- Da brava mezzosangue in serpeverde, Millicent Bulstrode pensò di rimarcare la propria appartenenza al gruppo. Fu però accolta da semplici occhiate di assenso e la discussione venne fatta cadere. Ora i serpeverde preferivano molto di più farci affari, con quei "bastardi", per quanto, nel profondo, li disprezzassero. Stesso motivo per cui le famiglie troppo coinvolte nella Sua causa, quali la mia, quella di Goyle o di Nott, erano evitate e schernite. Non sarebbe stato semplice uscire da quella situazione.
Furono la Davies e la Greengrass a riprendere la conversazione, cambiando argomento ed interessandosi con fervore al nuovo ridicolo taglio di capelli di una grifondoro del sesto anno. Non le avevo mai apprezzate tanto.
 
Un tempo la sala grande di Hogwarts era stata accogliente. Era stato il luogo che, sì, segnava il ritorno sui banchi scolastici, ma che simboleggiava anche un nuovo anno da passare con i propri compagni, giocando a quidditch o sbeffeggiando i mezzosangue. Solo che, ultimamente, pareva aver perso queste caratteristiche; e non c'era bisogno che mi arrovellassi troppo sul perchè.
Mi sedetti tra Daphne Greengrass e Millicent Bulstrode. L'istinto mi avrebbe portato accanto a Nott, ma non mi era parso il caso di incitare Zabini ad altre fastidiose battutine. Fortunatamente, quest'ultimo aveva deciso di unirsi ad un gruppetto di ragazzi di un anno in meno di noi. Non potei fare a meno di sentirmi sollevato.
Un tintinnio interruppe il rumoroso vociare dei ragazzi. La McGranitt si era alzata dal tavolo degli insegnanti per pronunciare il discorso di inizio anno. Ebbi l'impressione che sarebbe stato piuttosto lungo.
- Benvenuti, ragazzi! Quest'anno vi dovrò dire alcune parole prima della cerimonia di smistamento. Quindi, voi del primo anno, laggiù...sarà meglio che vi calmiate e che aspettiate ancora un po'.- Dopo un sorriso iniziale, aveva assunto il solito atteggiamento severo, fatto che aveva ulteriormente terrorizzato la turba di ragazzini impauriti e smaniosi di essere smistati raggruppati al fondo della sala. - Come sapete, quest'anno non sarà solo un nuovo inizio scolastico. Segna anche il principio di una nuova era, finalmente più pacifica e serena, per tutto il mondo magico. Hogwarts è stata in gran parte distrutta durante la battaglia dello scorso due maggio. Oggi, grazie al lavoro incessante di alcune persone che hanno sempre operato per il suo bene, è tornata come prima. Abbiamo deciso di non cambiare nulla rispetto alla nostra vecchia scuola: essa dovrà sempre rimanere lo stesso posto accogliente per chiunque vi ritorni, negli anni futuri.- Fece un cenno verso il soffitto stellato. Poi proseguì.
-Per questo, dobbiamo ringraziare innanzitutto il nostro guardiacaccia, Rubeus Hagrid.-
Ci fu uno scroscio assordante di applausi, a cui mi uniì debolmente.
- Il nostro insegnante di incantesimi, il professor Filius Vitious...- seguì un altro elenco di nomi, terminato con il ringraziamento al Ministero, che aveva fornito i fondi, e con un applauso spontaneo degli allievi alla stessa preside.
- Tuttavia- proeseguì la McGranitt - Per quanto possa essere gioioso questo nuovo inizio, non dobbiamo dimenticarci mai della guerra che l'ha preceduto, e delle persone che hanno dato la vita per permettere tutto ciò, per porre fine al periodo di orrori che abbiamo vissuto. Solo tra di voi, ragazzi, quanti vi sono che hanno perso i propri cari? Quanti hanno sofferto torture, privazioni, mesi di paura? E quanti, di quelli che dovrebbero essere tra di voi, mancano?-
La Sala Grande era piombata in un improvviso, vasto, silenzio.
Dopo una pausa, la McGranitt riprese: - Intendo parlare di Albus Silente.- Molti ragazzi si alzarono in piedi, la testa china. - Del suo successore alla guida della scuola, Severus Piton. Di Lily e James Potter. Di Alice e Frank Paciock. Di Sirius Black. Del nostro vecchio Primo Ministro, Rufus Scrimgeour.  Del nostro ex-professore Remus Lupin e di sua moglie Ninfadora, di Alastor Moody e di tutti gli auror che come loro hanno perso la vita in battaglia. Della professoressa Charity Burbage. Ma voglio anche parlare dei vostri compagni, dei ragazzi della nostra Hogwarts. Di Cedric Diggory. Di Fred Weasley. Di Colin Canon...- seguì un elenco di altri giovani morti. Sentiì alcuni singhiozzare e Pansy Parkinson che sussurrava alla sua vicina un "se la sono cercata".
- Non è una banalità dire che è per loro che dobbiamo ricominciare- continuò la McGranitt -Il nostro sforzo per riprendere e continuare a far fiorire il nostro mondo è il miglior modo per ringraziarli e non rendere vano il loro sacrificio.-
Il discorso fu seguito da un applauso assordante, unito ad una commozione generale. Io rimasi seduto e in silenzio.
La preside sorrise. -Ora passiamo a questioni più pratiche. Innanzitutto volevo parlare dei nostri studenti "dell'ottavo anno". Non essendo riusciti a completare il corso di studi, per cause che si possono facilmente comprendere, essi trascorreranno con immensa gioia con noi ancora cinque mesi, durante i quali verranno loro fornite nozioni che l'anno scorso hanno potuto apprendere solo sommariamente. Le loro lezioni prevederanno la partecipazione riunita di tutte le case, dato il numero ridotto di studenti, e a fine febbraio potranno sostenere i MAGO. Vorrei poi dare il benvenuto a Eve Shave, la nuova insegnante di babbanologia, e a Gnaeus Hans Tertullianus Ostrich, che insegna difesa contro le arti oscure...-
Sentiì alcuni commenti, tra i quali prevalevano il "scommetto dieci galeoni che dura meno di un anno" e il "io ne scommetto venti che dura due mesi perchè si suicida a causa del suo nome". Trattenni a stento una risata. Poi tornai ad ascoltare la McGranitt.
- Vi seguirò come vostra preside di qui ad un anno. Poi credo che mi ritirerò al mio ruolo di perfida insegnante di trasfigurazione e vi lascerò nelle mani di qualcuno di più baldo e giovane...-
Si udirono dei "Minerva, per noi lei è l'unica!" e dei "McGranitt for president!" che le strapparono un sorrisetto, mal nascosto da un moderato rimprovero.
- Ebbene, ora... Via allo smistamento!-
E mi persi tra la miriade di teste dei nuovi mocciosetti.
 
La stanza del dormitorio di serpeverde era praticamente vuota. Eravamo solo in tre ad occuparla: io, Nott e Zabini.
Mi stavo coricando a letto, esausto, quando Theodore approfittò della gita in bagno di quest'ultimo per intraprendere una conversazione.
- Perchè sei tornato a scuola?-
- Potrei farti la stessa domanda.-
- Pensavo che nel mio caso la risposta fosse ovvia. Francamente non ne potevo più del prozio Herald, del suo castello e di quella dannatissima isola di Anglesey.-
Annuiì. Sì, la mia era stata una domanda stupida, ma mi era servita a prendere tempo. -Vedi, mia madre ha sempre desiderato che io prendessi il diploma e...anche se adesso pare che non le importi più di tanto...io, sai...- Mi resi  presto conto di quanto risultasse ridicola la risposta.
- Forse avevi solo bisogno di "ricominciare", come dice la McGranitt-
- Forse. Buonanotte.- mi girai dall'altro lato del letto, sotto le coperte. Non mi piaceva che la gente cercasse di indagare nella mia testa, soprattutto quando nemmeno io avevo le idee chiare al riguardo. Ma Nott non mollò la presa.
- O magari volevi semplicemente tornare ad una certa... "normalità"...-
Aveva colpito nel segno. - Credo che sia così.-
- Quanto ti capisco... Buonanotte.-
- Buonanotte.-
Zabini era rientrato nella stanza.
 
  
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