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Autore: Glance    22/11/2009    4 recensioni
Mi manchi, come non mi è mai mancato niente a questo mondo, ne nella mia vecchia vita, ne in questa esistenza infinita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Avevo preso l’abitudine di immaginarla mentre viveva la sua vita senza di me.
Nella speranza vana di alleviare in parte la mia sofferenza, tutto quel dolore.
Cercavo tra le immagini che avrei portato racchiuse nei mie ricordi dove ormai albergavano solo quelle che mi vedevano insieme a lei.
Il suono del suo cuore avrebbe scandito ogni mio giorno finché fosse stato capace di battere e avrebbe spento ogni mio respiro per sempre quando avesse smesso.
Al tempo e al suo trascorrere la mia natura non dava valore, ma adesso ogni singola parte della giornata aveva per me un senso. Per brevi istanti la riavevo al mio fianco, tra le mie braccia.
Le ombre della sera mi regalavano il suo viso disteso nell’incoscienza del sonno mentre muoveva le labbra per sussurrare il mio nome. Potevo sentire il tocco lieve delle sue mani che in quel torpore mi cercavano. Non si staccava mai da me anche quando la sua mente vagava lontano mi rimaneva aggrappata come se la mia pelle, le mie ossa, tutto il mio essere le appartenesse, come se fossi parte indispensabile di lei. Necessario come l’aria che doveva respirare.
Lo sapevo e tra tutto quello che mi avrebbe torturato incessantemente senza rimedio tra sensi di colpa e recriminazioni vuote vi sarebbe stato questo, la consapevolezza che lei mi considerava il centro di tutto il suo mondo e proprio per questa certezza non mi spiegavo perché si fosse arresa così facilmente, senza neanche provare a lottare. Quella era un’altra ferita che non avrei potuto tamponare.
Cosa era passato per la tua mente in quei momenti, Bella? I tuoi occhi mi avevano restituito il tuo immenso dolore, ma sembrava che una forza invisibile avesse annientato ogni determinazione.
Sembravi così mortificata e vedevo che ti sentivi inadeguata mentre ti dicevo che non eri adatta a me.
Non avrei creduto possibile che invece di dubitare del mio amore tu potessi dubitare di non essere alla mia altezza.
Stavi facendo il mio gioco, così sarebbe stato più facile perché eri convinta di non poter avere armi per combattere questa realtà.
Se tu solo sapessi tesoro mio, che per me al mondo non potrà mai esistere nulla di nemmeno paragonabile a te.
Ogni mattino mi avrebbe riportato la carezza dei tuoi occhi aperti su di me adoranti.
Sapevo che mi attribuivi doti e pregi che io non ho più, ma che per l’attimo infinito del mio tempo con te mi hai regalato, dandomi l’illusione che l’uomo che ero stato fosse tornato.
Tendo a rannicchiarmi negli angoli più scuri che possa trovare per cercare di contenere la mia disperazione, per evitare che mi riporti da te e mi rendo conto che le mie braccia assumono la posizione che avevano quando ti tenevano stretta.
Mi manchi, come non mi è mai mancato niente a questo mondo, ne nella mia vecchia vita, ne in questa esistenza infinita.
Mi manchi Bella e mi mancherai per tutta la tua vita, perché troverò un modo per farla finita quando il tuo respiro non riuscirò più a sentire parte di me.
Perché l’amore che provo mi dirà sempre tutto di te.
Questo legame è indissolubile che tu lo sappia o no mi tiene legato a te come un filo invisibile.
Parlo con te ogni giorno e lo farò per tutti i giorni che verranno come se tu fossi qui.
Anche adesso che cammino solo nella notte di una città che non conosco, l’ennesima per cercare di allontanare da te l’ultima mia colpa, l’ultimo degli infiniti pericoli che ti ho regalato.
Cammino solo tra il rumore dei miei passi e ad un tratto non ti sento più. Sei andata via, come se all’improvviso nella mia mente non ti trovassi più. Come se mi avesse risucchiato il vuoto assoluto.
Un attimo, un istante che mi è sembrato interminabile dove ho creduto di annaspare in cerca d’aria. Mi costringo a respirare profondamente. L’aria sa di tante cose, fumo odori nauseanti di questa città. Un soffio gelido mi sfiora reale come la luna e le stelle di questo cielo.
Non posso sentire freddo, ma questo lo avverto e lo riconosco perché mi appartiene, perché è quello che mi porto dietro da un’eternità. Il freddo di chi non ha più una vita.
“Pronto, Rosalie, sono Edward…”





Edward come trascorre l’attimo immediatamente prima di parlare con Rosalie? Quali sono i suoi pensieri? Per Bella arriva come una illuminazione la consapevolezza che lui l’ha sempre amata e che proprio quell’amore cercava di proteggerla come una forza invisibile e misteriosa che trovava il modo di raggiungerla riportandole il ricordo della voce di Edward quando era arrabbiato, allora anche Edward in maniera altrettanto inconsapevole avrebbe potuto avvertire in qualche modo che qualcosa di Bella era cambiato. Quando qualcosa ci preoccupa, quando avvertiamo un disagio cerchiamo di ristabilire gli equilibri che sentiamo sbilanciati cercando la sicurezza dell’affetto della famiglia. Edward chiama a casa per sentirli vicini, per cercare un po’ di sollievo a quell’angoscia improvvisa, ma ciò che trova è la conferma ai suoi timori o perlomeno mi piace immaginare che sia andata così. Grazie a chiunque leggerà Glance.
  
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