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Autore: Alexis_edina    22/11/2009    0 recensioni
Tutti sappiamo che il mondo è formato da quattro elementi principali: la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua. Questa nuova storia comprende quattro protagonisti. Semplici adolescenti che non si conoscono tra loro, che vivono vite diverse, con i loro cambiamenti d’umore, con i loro primi amori e con le uscite tra amici. Vengono travolti da un nuovo, inaspettato e surreale cambiamento. I quattro elementi sono insediati dentro di loro, ma forse questo non è la cosa più bella che gli sia potuta capitare….
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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E finalmente arrivò il messaggio di conferma. Diceva '15:30 davanti all’Adriano’. Anche questo sabato si usciva. Il mio gruppo di amici ed io saremmo andati al cinema a vedere Up, non ci sentivamo per niente infantili ad andare a vedere un film della Disney, anzi ci piaceva farci due risate serenamente. Non ci saremmo annoiati vedendo il film “storico” proposto da Cloe la battaglia dei tre regni e non ci saremmo spaventati vedendo il film dell’orrore proposto da Rosa Orphan.
posai il cellulare e continuai i miei compiti di inglese. Qualche minuto dopo sentii la porta d'ingresso aprirsi e dal lento rumore della porta capii che era mia madre a rientrare dal lavoro. "ciao mamma!" la salutai dalla mia camera dove facevo i compiti "ciao tesoro!" rispose lei. La immaginai posare la borsa nel suo solito posto, sopra il mobile, subito dopo la porta e sospirare come era suo solito fare appena ritornata dal lavoro. Venne a salutarmi in camera dandomi un bacio tra i capelli, e ne approfittai per annusare il suo profumo di dolce & gabbana. Poi si diresse in salotto, probabilmente a vedere la tv, e infatti qualche secondo dopo sentii una voce femminile che dava le notizie meteorologiche. Posai i libri d'inglese e cominciai con italiano, pronta ad analizzare le poesie di Tasso.

Verso le sette e trenta esaurii insieme ai compiti anche le mie forze, non ne potevo più! avevo bisogno di cibo! e a confermare quest'affermazione sentii il mio stomaco brontolare. Passai per la cucina e un buon odore di carne alla piastra mi accolse "mm... che fame!" dissi leccandomi i baffi, mia madre ridacchiò "tra cinque minuti è pronto abbi pazienza". Ritornai in camera, accesi il computer, misi della musica, mi sdraiai sul letto, chiusi gli occhi e mi rilassai. Ma tutto questo fu interrotto dalla voce di mia madre, che radunava la famiglia a cena con un "pronto!". Mi alzai e andai finalmente a mangiare.

La mattina dopo mi svegliai alle sette per andare a scuola. Assonnata andai a fare colazione e poi mi diressi in bagno per lavarmi. Una volta pronta uscii e mi diressi verso una nuova noiosa giornata scolastica.
Davanti scuola salutai Cloe, la mia migliore amica, assieme a lei c'erano anche Rosa, Monica e Noemi "le altre?" chiesi "Serena e Laura le ho viste salire in classe Celeste invece non si è fatta viva" disse Cloe, annuii, decisi di restare con loro non avevo ancora voglia di entrare in classe.

La campana della prima ora suonò e noi cinque ci trovammo costrette a entrare. Celeste non era neanche in classe, ipotizzammo che sarebbe entrata in seconda. Intanto era entrato il professore d’italiano, presi pochi appunti perché non riuscivo a concentrarmi, guardavo fuori dalla finestra proprio dietro al prof, una posizione strategica! Poteva sembrare che stavo attenta alla lezione e a quello che stava spiegando il professore, ma in realtà nessuno sapeva che mi stavo completamente perdendo nei miei pensieri.
La campanella suonò la fine della prima ora che mi riscosse e mi fece tornare in classe, con un gesto automatico io e Cloe ci girammo verso il banco di Serena e Monica "chi ha preso qualche appunto?" chiesi subito, Serena si schiarì la voce e girò gli occhi da tutt'altra parte poi ci guardò di nuovo e sorrise innocentemente, ridacchiammo avevamo capito che aveva preso poco e niente dirigemmo lo sguardo verso Monica e sorridemmo mentre facevamo gli occhi dolci, Monica alzò gli occhi al cielo scherzosa "dopo ve li faccio prendere" "grazie" dimmo all'unisono Serena, Cloe ed io.

Monica era una ragazza che al mattino appena metteva piede fuori dal letto era completamente sveglia e piena di vita, mentre noi prima di svegliarci del tutto ci volevano ancora un paio d'ore o almeno per me era così. Intanto le ore passavano lente e Celeste non era entrata neanche in seconda. Decisi di mandargli un messaggio, mi rispose dopo pochi minuti, diceva di avere la febbre e che di conseguenza il giorno dopo non sarebbe potuta venire al cinema. Passai di nascosto il cellulare a Cloe che quando lesse il messaggio sussurrò un “cavolo!” dispiaciuto, mi ripassò il cellulare prudentemente e risposi prima di rimetterlo in borsa.

Quando finalmente suonò l’ora dell’inizio ricreazione Cloe, Laura, Rosa ed io scendemmo al primo piano per prendere qualcosa alle macchinette ed è proprio lì che lo incontrai. Mi irrigidii appena lo vidi e Cloe se ne accorse, lui non se ne accorgeva come al solito, lui non mi notava non mi aveva mai notato e non mi noterà mai. Aspettai che mi superasse prima di riprendere fiato, ero cotta completamente cotta! "che c'è?" mi chiese Laura "lo ha visto" rise Rosa, mi morsi il labbro e dovetti dirlo "Dio quanto è bello" Cloe, Laura e Rosa risero "viene anche in palestra con me! e non gli dico neanche mezza parola" dissi mentre dentro mi sentivo consumare dal calore che riusciva a mandarmi nel solo vederlo passare "ma perché non gli parli per prima tu? Invece di aspettare che si faccia avanti lui" chiese Cloe, intanto facevamo la fila alle macchinette, non risposi la guardai con un sopracciglio alzato curiosa se stesse dicendo sul serio, "il mio era solo un suggerimento" disse alzando le mani in segno di pace "neanche lo posso guardare di sfuggita che mi irrigidisco e non respiro più..." dissi, poi continuai pensando ad alta voce "...e nonostante questo non è riuscito a notarmi" "in che senso?" chiese Laura, mentre Cloe prendeva le cipster alla macchinetta "nel senso che se una ragazza si comporta normalmente con le sue amiche e tutte le volte che arriva lui, neanche la guardasse, si irrigidisce a quel modo... e poi si riprende solo quando lui è passato avanti e questo si ripete più di una volta beh... uno qualche domanda se la fa, oppure è ceco!" dissi mentre mi chinavo a prendere la coca cola, che mi aveva appena dato la macchinetta "e comunque è qualche giorno che non viene in palestra" dissi ancora mentre facevo il broncio da bambina piccola "oh poverina!" disse Rosa abbracciandomi, l'abbracciai a mia volta. rientrammo in classe.

Le tre ore successive continuarono lente come le prime tre. Ma finalmente la campanella dell'ultima ora suonò e la classe si svuotò in meno di un minuto. una massa di studenti scese le scale bramanti di libertà e di svago. "allora domani ci vediamo alle 15:30 all'Adriano" dissi camminando davanti al mio gruppo di amiche e soprattutto… all'indietro "attenta!" urlò Cloe mi girai di scatto e mi fermai giusto in tempo, a due millimetri di distanza da un corpo non identificato, vidi una macchia nera sfocata a causa della troppa vicinanza e dello scatto nel girarmi indietro "scusami" sussurrai mi staccai e guardai il viso di chi per un pelo avevo evitato uno scontro fatale. Mi si bloccò il respiro quando capii chi avevo davanti, Luca, il ragazzo che prima mi aveva paralizzato in mezzo al corridoio, continuai a guardarlo senza sapere cosa dire, così misi il più velocemente possibile in moto il mio cervello, ‘allontanati e chiedigli scusa di nuovo’ mi disse il mio cervello e io eseguii gli ordini ‘sorridi e stai tranquilla’ continuò la mia mente, sorrisi “scusami” “tranquilla” disse come se mi avesse letto nel pensiero e sorrise anche lui poi mi fece un occhiolino, veloce, che quasi pensai di essermelo immaginato. Quando ci fummo allontanate abbastanza dal luogo del crimine scoppiamo a ridere, “che c’è da ridere?” ribattei, ma anch’io ridevo con le lacrime agli occhi e non riuscivo a capire se fosse per la vergogna o se veramente la scena era stata divertente.

Rientrai a casa e buttai la borsa sul divano “beh … ciao sei arrabbiata?” mi chiese mio padre mentre guardava prima la borsa e poi me “no, no sono solo stanca” sbuffai e mi abbandonai anch’io sul divano accanto alla borsa, il mio pensiero era ancora rivolto a quell’attimo in cui ci eravamo guardati, la mia mente cercava di decodificare il suo sguardo, era arrabbiato? Era divertito? Era imbarazzato? O era semplicemente uno sguardo senza significato? La più probabile forse era l’ultima. Ero io che cercavo sempre di dare un significato a cose che magari non ne avevano ‘e mentre io sto qua, ancora a pensare a quel contatto che non c’è neanche stato lui si sarà già dimenticato di me’ pensai frustrata, ma mi distrassi subito guardando la tv.

eccomi qua con la mia prima vera storia!
l'inizio non è un granchè infatti è solo il prologo e purtroppo credo che dovrete aspettare un pò prima che la storia entri veramente nel vivo... spero che leggerete questa mia storia e per favore recensite ve ne sarei grati! anche nei capitoli avvenire se la storia è troppo lenta o troppo scontata o anche banale se non si capisce quello che scrivo grazie!

  
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